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Messaggi - Jacopus

#1816
Il cervello, ovviamente, per funzionare consuma energia. Anzi ne consuma proprio tanta. Il 20-25 per cento di ciò che mangiamo serve per far funzionare un organo che pesa il 2 per cento del peso complessivo di un essere umano. Energia in forma elettrica per collegare le sinapsi e in forma biochimica per regolare gli stati del corpo attraverso l'asse Ipofisi-Ipotalamo-Surrene (HPA). È una conformazione organica simile a quella di tutti i primati superiori. Ma non ho ancora visto scimpanzé venerare gli antenati o andare in processione verso il santuario di Santa Cita.
Ciò che è accaduto ad homo sapiens e solo a lui (forse anche a Homo Neanderthalensis) è proprio il fatto di aver creato una cultura così complessa, che a sua volta riesce a modellare l'architettura cerebrale attraverso meccanismi di trasmissione culturale e perfino epigenetici, con la metilazione o espressione genetica (vedi WP).
La spiritualità si inserisce in questo processo di sviluppo cognitivo dell'uomo, che ad un certo punto della sua storia ha iniziato a farsi domande autoriflessive sulla sua sorte, sul suo destino, sulla sua identità, venendo così cacciato dal paradiso terrestre (in fondo abbiamo mangiato la mela della conoscenza del bene e del male, mica una briciolina).
#1817
Le parole hanno una loro storia, che in qualche modo, ne fissa il significato. Il termine "mondo" ha in primo luogo un significato, come giustamente osserva Ipazia, "antropologico". Non è il pianeta Terra, anche se può essere applicato come sinonimo del pianeta terra. Il suo principale significato è quello che può essere sintetizzato nel termine imparentato di "mondano", ovvero di tutto ciò che ha a che fare con l'umanità, compresi ippogrifi, poesie, sogni notturni, fantasticherie, deliri, dolori, emozioni, gioie, speranze. Al "mondo" allora si contrappone la fisicità della "materia", che però deve essere sempre essere messa in relazione con il mondo. Se noi parliamo e comunichiamo il nostro "mondo", dipende oltre che da qualche nostro antenato particolarmente fantasioso, anche dalla specifica conformazione della nostra laringe, originata da una storia evolutiva strettamente biologica.
#1818
Attualità / L'età d'oro del Forum Logos
28 Febbraio 2021, 18:01:38 PM
Ho iniziato a frequentare questo forum nel 2014 ed effettivamente "panta rhei". La prima differenza che mi viene in mente rispetto ai quei tempi è la diminuzione degli interventi. Vi erano molti iscritti, molte presenze temporanee e anche interventi maestosi, che non avrebbero sfigurato in un manuale. Oggi siamo una piccola tribù ancora piuttosto eterogenea, ma che si accetta. Il fatto di essere pochi alla fine diventa un vantaggio, perchè ci si conosce e si accettano (o si tollerano) i difetti altrui. All'epoca accadeva molto più spesso che si scatenassero "flames" con utenti che se ne andavano sbattendo la porta. Forse è anche vero quello che dice Klaudia. Siamo un clan di vecchietti, dai 40 in su, salvo poche eccezioni. Del resto qui si pratica una cultura della scrittura e non dell'immagine. I miei figli non sarebbero in grado di resistere più di 10 minuti senza una immagine (e qui potremmo aprire un'altra discussione).
Anche a me come racconta Sapa, è accaduto di riprendere in mano un libro per capire meglio un argomento che è stato lanciato qui e questa curiosità non è cambiata nel corso del tempo.
Un altro mutamento riguarda l'espansione delle tematiche filosofiche (forse il termine LOGOS ha qualche responsabilità) rispetto alle altre sezioni. Nel primo forum gli interventi in filosofia erano minori che in altri settori come attualità, spiritualità o addirittura psicologia.
Ad ogni modo non credo che vi sia qualcosa di simile nel panorama del web italiano e lo dico in senso positivo.
In realtà su una critica di Klaudia mi riconosco anche personalmente, ovvero in quella della "saccenza". Penso che sia inevitabile in chi ama leggere e approfondire la conoscenza ma riconosco che può essere fastidioso. Molto più fastidio però, francamente, a me lo procura chi senza sapere nulla di un argomento ci imbastisce lunghe disquisizioni. Io penso che prima di parlare di qualcosa almeno un manuale per dummies bisognerebbe averlo letto. Poi non siamo in un ambito accademico, ma semplicemente ricreativo, ma l'aspetto ludico, se mi permettete l'ossimoro, merita maggiore serietà.
#1819
Attualità / L'età d'oro del Forum Logos
28 Febbraio 2021, 16:28:59 PM
Ho tentato di dividere "bene" il topic sui vaccini che aveva preso un'altra piega. Ovviamente qualcosa non è andato per il suo verso e quindi copio/incollo l'intervento di Sapa, che non me ne voglia.


Sapa ha scritto:
CitazioneCiao Claudia, sono su questo forum da quasi 1 anno, vi sono arrivato da "profugo" del lockdown, per provare a lenire e a distrarmi dalla rabbia e dallo smarrimento per quanto ci stava succedendo. Probabilmente, senza Covid, non sarei mai approdato su queste spiagge, o forse no, boh. Dal tuo post deduco che anche qui c'è stata un' "età dell'oro" e che ora, per il tuo modo di vedere, ci si trova nel pieno dell'età del ferro. Mi incuriosisce sapere cosa manca, rispetto a prima. Non condivido, però, quando affermi che l'ambiente induca a sentirsi degli " ottocentenari", in realtà io sto trovando molti stimoli di approfondimento culturale e metodologico, e mi ritrovo ad aver ripreso a studiare, come non mi è mai capitato nella mia  età dell'oro, la giovinezza. Un saluto e un augurio sincero anche a te.
#1820
CitazioneIn pratica stiamo assistendo allo spettacolo del figlio che vorrebbe mostrare al genitore nuovi modi di fare sesso

Correggerei nel seguente modo: "in pratica stiamo assistendo allo spettacolo del figlio che mostra al genitore nuovi modi di fare sesso (come ad esempio la clonazione della pecora dolly o la ricomposizione genetica dei virus indeboliti a scopo vaccinale)."
#1821
Caro Viator. Hai tutto il diritto di pensarla come  vuoi, non sarà certo la neuroscienza a farti cambiare idea, anche perché sono proprio le neuroscienze a stabilire che con il passare degli anni le nostre convinzioni si irrigidiscono e diventa sempre più difficile cambiarle. Quindi scrivo solo per onorare le ricerche attuali che stabiliscono quello che ho detto. Pensare all'uomo come geneticamente egoista, eccetera, è falso.
#1822
Buongiorno Viator. Vorrei ancora difendere il padre di Telmo Pievani e rassicurarlo sul fatto che i suoi soldi sono stati ben spesi. Non ti interessano le "dietrologie delle ovvietà di buonsenso". Visto il tema del discorso immagino che ti riferisci al fatto che la frase di Montaigne sia così scontata che non c'è bisogno di farne un castello dietrologico. Ma quella frase prospetta un mondo sociale sorprendente e a cui la maggioranza di noi si oppone. I discorsi abituali sull'indole umana la descrivono come egoista, individualista, necessitante di continui rinforzi più o meno "polizieschi" affinché possa vivere in società. Altre versioni "buoniste" affermano la naturalità dell'uomo originariamente buono ma incattivito dal potere e dal dominio. Anche tu spesso hai commentato con una buona dose di "realismo" che esiste sempre uno scopo anche nell'atto di bontà più disinteressato.
Ebbene, l'intuizione di Montaigne (ma potrei aggiungere anche l'opera omnia di Shakespeare ed altri) rappresenta una rivoluzione sul tema, perché dice che l'uomo è "vario" non è "uniforme". Non siamo lupi e neppure scimmie. Se studi un branco di lupi polacchi ed uno spagnolo, noterai pochissime differenze, perché i comportamenti istintualità e della memoria procedurale sovrastano i pur presenti caratteri specifici, sia individuali che di gruppo. Con l'uomo, la natura, del tutto casualmente (dal mio punto di vista) ha fatto un salto irreversibile. Ha puntato tutto sullo sviluppo di un sistema nervoso centrale abnorme. Il che ha comportato molte conseguenze negative: la necessità di alimentare con molte risorse la nostra potente CPU, ma anche la necessità di raggiungere la posizione eretta per sostenere meglio la testa, con successive problematiche alla spina dorsale, oppure l'alto grado di mortalità in fase di nascita, dovuto anche all'enorme testa di cui già disponiamo da neonati.
Questo sistema nervoso centrale così sofisticato ci rende disponibili a molte scelte diverse, a differenza degli altri animali (fatta eccezione per i grandi primati che hanno comportamenti simili ai nostri anche se più arcaici). Quindi proprio a partire dal nostro cervello possiamo dirci empatici o aggressivi, disposti ad aiutare o egoisti. La stessa struttura del nostro cervello inoltre ci rende molto capaci di apprendere dalla'ambiente e la nostra necessità di essere sostenuti dalla precedente generazione per molti anni diventa fondamentale, perché negli anni di apprendimento costruiamo la nostra visione del mondo che è condizionata dal mondo in cui viviamo. Questo scriveva Montaigne e questo significa che se una data società fosse culturalmente addestrata a donare tutto quello che ha, ai bisognosi, si direbbe che quella
società è composta da esseri umani molto sensibili e generosi. Viceversa, una società dove si apprende a competere e a primeggiare, sarà composta da esseri umani competitivi ed egoisti. In entrambi i casi è la plasticità del nostro cervello a rendere possibili questi adattamenti, così come il loro eventuale superamento a seguito di movimenti, ispirazioni, guide messianiche, che hanno la loro base biologica sempre nella estrema complessità e plasticità del nostro cervello. Ed è per questo motivo che abbiamo inventato cose come la filosofia o l'etica. La biologia proprio per sottolineare l'intima connessione fra aspetti organici e culturali nello sviluppo dell'uomo ha coniato il neologismo della "nurture".
#1823
Salve Viator. Ma secondo te come dovrei risponderti? Parli di cose che non conosci. Vuoi una bibliografia essenziale che conferma quanto intuito da Montaigne oppure preferisci qualche discorso dall'Università della Vita, possibilmente in dialetto ciociaro ( con tutto il rispetto per la Ciociaria)? Io sono veramente sorpreso da come l'ignoranza sia mostrata ed usata anche contro argomenti su cui persone hanno studiato per decenni.
Vuoi opporre una controtesi? Sei libero di farlo, ma con argomenti seri, possibilmente che non si limitino ai pensieri e alla concezione della vita di Viator. Ovvero va benissimo che tu esponga la tua concezione della vita o del sistema nervoso centrale e periferico, ma fallo con cognizione di causa. Tante volte dici anche delle cose interessanti ma che sono state dibattute già da qualche secolo. Anche qui, fai un po' quel che vuoi, ma sentire i commenti insulsi, come quest'ultimo, è veramente triste. Polemica chiusa, ma sappi che per ogni altro tuo intervento simile, puoi rileggere questo post. Buona serata.
Post scriptum: la citazione di Montaigne collegata agli studi neuroscientifici la trovi in un libretto delizioso di Telmo Pievani che si intitola Imperfezione.
#1824
Il tema che approfondisci Paul, mi sembra importante e collegato con quanto dice Cacciari. Ma un altro tema di fondo riguarda il nucleo della modernità secondo Cacciari, che risiede nella forza incrementale della scienza e della sua ancella, la tecnica. L'utopia diventa allora un fenomeno, giustamente come dici, desacralizzato che si fonda sull'aumento del potere. Potere economico, culturale, scientifico che viene iconizzato da Cacciari nella fantascienza di Verne. Un aumento a cui non si deve chiedere "quanto aumento", perché quell'aumento è geneticamente infinito. Solo agli albori dell'800, l'utopia della crescita infinita è stata messa in discussione, da un lato, dalla tradizione hegeliana(da Fichte a Lenin) dall'altro, dalla tradizione irrazionalista (dal romanticismo a Rosemberg). Non più la crescita infinita, la quale finiva per mistificare ancora il predominio dell'uomo sull'uomo, ma l'evento che spezza il lento fluire del progresso infinito: la rivoluzione. L'utopia assume così una nuova fisionomia, che verrà infine riassorbita dalla storia recente, priva di utopie, che sia quella del progresso illusionista o quello delle rivoluzioni illusioniste anch'esse. Senza utopie l'uomo contemporaneo ancor di più si trova di fronte alla sentenza irriverente che Sileno sputò in faccia a Re Mida.
Questo è il quadro riassunto. Ovvio che fra gli uomini esistono ancora vaste moltitudini che assumono ancora le utopie del progresso, piuttosto che quelle rivoluzionarie, o addirittura quelle ierofaniche. Tutte diventano però nel discorso di Cacciari meccanismi di difesa, consolazioni, rispetto ad un mondo che ci interroga sul suo senso scomparso, poiché senza utopie non è possibile vivere compiutamente, anche in senso mondano e non necessariamente spirituale. Questa è la tesi finale di Cacciari ed è su questo tema che dobbiamo interrogarci in senso filosofico.
#1825
Percorsi ed Esperienze / Re:Indifferenza
24 Febbraio 2021, 23:00:18 PM
Assolutamente d'accordo Ipazia. Ho conosciuto personalmente alcune famiglie Rom, provenienti dalla Bosnia, che mi raccontavano di come vivevano in Jugoslavia prima della guerra civile. Avevano una vita esattamente come gli altri, con casa, lavoro, famiglia e rimpiangevano quei tempi. Una volta scoppiata la guerra, con la morte che colpiva a casaccio si sono precipitati nei paesi vicini, dove non hanno trovato la stessa capacità di accoglienza.
#1826
Percorsi ed Esperienze / Re:Indifferenza
24 Febbraio 2021, 22:15:32 PM
Per Bobmax. Nessuno vuole zittirti. Magari sono io che ho il paraocchi. Io dico la mia, come tu dici la tua. Ma quello che mi da fastidio è questa gara alla generalizzazione. Tu parlavi di uguaglianza tradita, perchè certe regole vengono applicate ai nostrani mentre invece con i rom no. Ti assicuro che non è così. Rispetto ai rom. mentre invece in altri campi è proprio così. L'uguaglianza è tradita quando non vengono rispettati i diritti dei lavoratori, quando non si controlla lo stato delle autostrade, quando la criminalità organizzata con il consenso del potere politico vince un appalto e poi usa cemento impoverito o fa assumere come portantini ex-galeotti. I campi dove sussiste l'ineguglianza sono infiniti ed invece si va sempre a cozzare contro i morti di fame, quelli con meno difese. Rispetto alla sinistra ho i tuoi stessi dubbi. Una sinistra coerente non dovrebbe scendere a patti con certe pratiche e con certi metodi. Dovrebbe davvero difendere gli ultimi e spesso non lo fa per seguire gli umori dell'elettorato. Maurizio Ferrini, indimenticabile personaggio di Quelli della Notte, aveva già fatto uno spaccato preciso di certa sinistra.
Ed in ogni caso mi sembra di averti risposto in modo argomentato alla tua dichiarazione certa sui rom, quindi davvero quando dici "affrontare la questione mai", non so a cosa ti riferisci.
#1827
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
24 Febbraio 2021, 21:27:53 PM
Prosecuzione della fiera dei luoghi comuni, tra l'altro contro una minoranza che ha conosciuto un olocausto simile a quello degli ebrei, ma senza le tradizioni e le influenze mass-mediatiche degli ebrei. Sulla obiezione relativa all'uguaglianza che non verrebbe rispettata fra italiani e zingari a proposito della decadenza dalla responsabilità genitoriale (non si chiama più patria potestà, che originariamente si applicava anche alla moglie, considerata una minorenne come i figli). Non è assolutamente vero. I figli della minoranza Rom sono sottoposti alle stesse procedure degli italiani se sono nelle anagrafi dei comuni, con residenza ufficiale. Ci mancherebbe altro. Anzi sono sottoposti a misure di vigilanza ancora più forti, proprio a causa dei pregiudizi nei loro confronti. Il problema si presenta con tutti quei rom che non sono registrati o che vivono nei campi rom, una pratica assolutamente da terzo mondo, che non fa altro che riprodurre nel tempo il problema. A Genova da circa 20 anni è stata fatta una politica di integrazione dei rom ai tempi dei governi di sinistra (Pericu e Sansa) tramite l'assegnazione di case popolari e la chiusura di un campo nomadi situato nei pressi del porto. Guarda caso, da circa 20 anni i reati commessi da minori rom è diminuito in modo geometrico. E' bastato non ammassarli in condizioni da circo in luoghi insani, simili ai caravanserragli. In ogni caso sono processi lunghi, che non si risolvono con la bacchetta magica.
Avete presente i problemi del meridione? Quanti soldi sono stati spesi per cercare di risolverli. Ora invece pensiamo di risolvere il problema dell'integrazione dei rom senza neanche spendere un soldo. Ma allora cerchiamo di essere coerenti e spariamogli quando li vediamo, potrebbe diventare un caso di non punibilità ai sensi di una modifica futura del Codice Penale. Gli sgherri in Parlamento che la firmerebbero ci sono.
Facciamo un paragone fra le parole spese (anche in questo forum) su migranti e svariate tipologie di morti di fame, rispetto ad un problema che pesa come un macigno sulla società italiana, ovvero la criminalità organizzata e il suo legame organico con settori direttivi statali e grande impresa? I nostri cadaveri, quelli provocati dalla prestigiosa Società Autostrade, non puzzano. I furti fatti da qualche rom, diventano invece un fatto gravissimo e dal tanfo inconfondibile.


"Anche se il nostro maggio, ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare, vi ha fatto chinare il mento, se il fuoco ha risparmiato le vostre millecento,  anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti " (De Andrè).
#1828
Tematiche Filosofiche / I paradossi del linguaggio.
24 Febbraio 2021, 11:10:40 AM
Che il linguaggio sia comunicazione, o meglio un tentativo comunicativo approssimativo, è inevitabile. Ma il linguaggio ha anche altri effetti. Una lingua specifica in primo luogo struttura il cervello e di conseguenza il comportamento. Ho sempre pensato che l'ordine e le capacità organizzative dei tedeschi dipendano anche dalla loro lingua, una lingua precisa, che conserva le declinazioni latine e stabilisce in modo categorico dove mettere soggetto, predicato, participio passato e così via. Una lingua rigorosa e precisa rende rigorosi e precisi anche i parlanti di quella lingua, con le conseguenze socio-culturali del caso. Un diverso aspetto riguarda la conoscenza di due o più lingue da parte di un singolo soggetto. La capacità di confrontare le differenze e le similitudini linguistiche permette al soggetto bilingue o trilingue di aprirsi alle differenze del mondo e a superare il binomio archetipico amico/nemico.
La lingua inoltre è una struttura che ci aiuta a descrivere il mondo, ma lo avvolge nella sua mappa e non è detto che quella mappa sia quella corretta. La lingua, ogni lingua, trasporta con sè pregiudizi, tradizioni, rapporti di potere, che proprio a causa della loro strutturazione linguistica diventano difficili da contestare. Proprio per questo la lingua lentamente si rinnova e muta anche se non è detto che il suo mutare sia necessariamente verso un miglioramento.
#1829
Come in gran parte delle cose umane, pregi e difetti. A me toccava spesso girare fra Toscana, Liguria e Piemonte per colloqui e riunioni. Ora li faccio in stragrande maggioranza dall'ufficio o da casa. Non è la stessa cosa. Vedersi di persona nel mio lavoro è spesso essenziale, ma in questo modo si riesce a bilanciare la quantità con la qualità. Direi che se riusciamo a non fossilizzarci, quel giorno in cui la pandemia sarà alle nostre spalle, una percentuale di webinar e di "lavoro agile" lo lascerei. Vi sono vantaggi non indifferenti nella qualità della vita e nella diminuzione dell'inquinamento. Purtroppo non tutti i lavori lo permettono e bisogna anche essere responsabili, molto responsabili, perché il controllo di un capoufficio o dei semplici colleghi è assente. Dobbiamo superare, anche in questo caso il mondo come lo concepiva Hobbes. Ma constato che vi sono tantissimi discendenti di Hobbes fra di noi.
#1830
Attualità / La querelle Gozzini / Meloni
22 Febbraio 2021, 18:45:43 PM
Ipazia. Ma da dove li prendi questi luoghi comuni? Guarda che basterebbe approfondire un pochino la tematica per capire che stai scrivendo sulla base di pregiudizi (mi verrebbe da aggiungere, "veneti", ma anche questo è un pregiudizio. Ho conosciuto veneti anarchici e anche che pagavano le tasse).