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Messaggi - iano

#1831
Hai ragione Pio, però devo sottolineare anche qui che se il sistema sanitario lo stanno sistematicamente smantellando, un sistema inadeguato non è la vera novità, e non è neanche una novità lo slogan ''chi non si vaccina'' muore.
La novità è che lo slogan questa volta non ha funzionato, segno che è cambiata la sensibilità del destinatario dello slogan, per cui è mutata la sua reazione.
Questa reazione inattesa è la novità che ha messo in difficoltà chi ha dovuto gestire la situazione.
Quello che Sapa ci invita a fare è metterci appunto nei loro panni.
Noi cosa avremmo fatto al loro posto?
#1832
Parlare della ''particella di Dio'' equivale a raccontare una barzelletta cui dovrebbe seguire ''uno scoppio di risate'' , e alla quale male che vada segue sempre al minimo un significativo sorriso fra gli scienziati.
Non c'è inoltre libro di divulgazione scientifica che parlando della ''particella di Dio'' non faccia notare quanto  questa definizione alternativa del nostro bosone in discorso sia volutamente provocatoria.
Solo chi ha in odio la scienza , e non manca occasione per denigrarla, ce la può presentare come una definizione da prendere sul serio, come se non fosse permesso agli scienziati di praticare una gaia scienza.
Ci mancherebbe.
Si parte dalla premessa che gli scienziati sono persone serie, e se queste persone serie parlano di ''particella di Dio'', allora è così dimostrato che serie non sono, e valutate voi perciò, signori giurati, in quale considerazione dovremo tenere la scienza.
Convertitevi dunque o empi alla filosofia, vostra unica salvezza.

Peccato che è proprio per questa via che la filosofia si è costruita la fama di quella cosa , con la quale o senza la quale, tutto rimane tale e quale.
Perchè una filosofia così intesa non può che apparire in effetti che come cosa che si avvolga inutilmente su se stessa.
#1833
Citazione di: sapa il 20 Giugno 2024, 17:10:21 PMCiao Ipazia, leggo sempre volentieri le tue esternazioni in questa discussione e condivido spesso  quanto dici. La tua ultima frase è sacrosanta, per convincerci a porgere il braccio hanno dovuto realmente minacciarci. E l'hanno fatto dopo che già si era, a mio avviso, ampiamente attentato alle libertà fondamentali in un paese libero, democratico e in tempo di pace. Un "affronto" che difficilmente si può dimenticare, secondo me. Però, se provo a ritornare con la mente a quel periodo, durato un tempo incredibilmente lungo e mi sforzo di provare a immaginare come poter risolvere diversamente il problema, ti dirò che non riesco a figurarmi nessuno scenario alternativo. I morti di covid ci sono stati, anche se è molto probabile che i numeri siano stati gonfiati, ci siamo veramente trovati di fronte a un agente patogeno fortemente infettivo e, in certi casi, potenzialmente letale. Io ne ho testimonianze dirette. Non ho condiviso gran parte delle restrizioni che ci furono imposte, ho masticato molto amaro di fronte all'obbligo vaccinale per continuare a lavorare, non ho mai preteso di imporre a nessuno di vaccinarsi, che ci fosse una quota di dissenzienti alla fine era fisiologico e probabilmente ininfluente,  però mi chiedo: in quale modo alternativo era possibile frenare quanto succedeva inopinatamente e improvvisamente?
Arrivare al post numero 633 per leggere una riflessione finalmente veramente obiettiva....come diceva Big Jim, è stata dura, ma ce l'abbiamo fatta. :))
La risposta che provo ad abbozzare è che in un momento di emergenza qualcuno si è trovato in un frangente inatteso, laddove ha notato che le cose non stavano filando ''liscio'' come in precedenza era successo in casi analoghi, e preoccupato di ciò,  ha cercato di forzarne l'andamento, a fin di bene, nella migliore delle ipotesi, forzatura che ben si presta anche a letture alternative.
Il vero fuoco della discussione dovrebbe dunque essere perchè le cose, fermo restando che  il comportamento di chi ha interesse economico più o meno lecito nella vicenda in discussione come nelle passate, non è una novità, cosa ha fatto si che non siano state rispettate le previsioni, ponendo in una posizione a dir poco difficile chi doveva prendere decisioni non facili dunque? 
#1834
La percezione insieme all'intuito, non sono in opposizione al metodo scientifico, ma sono due modi alternativi di interagire con al realtà, dei quali però solo il primo è patrimonio condiviso di tutti, di modo che certi filosofi da strapazzo, per mascherare la loro mancanza, affermano il primato dell'intuito chiamandolo filosofia.
Ma non si tratta di una mancanza di cui vergognarsi.
E' normale infatti che ciò che deve essere condiviso non possegga una condivisione totale, essendo quella di condivisione un opera continua, senza fine.
Noi non possiamo agire la realtà diversamente da come essa ci appare, però non bisogna confondere l'apparenza con la realtà, perchè così facendo poniamo un veto insuperabile ad apparenze alternative quando queste si dovessero presentare, e ciò di fatto equivale porre un veto ad ogni produzione scientifica, e se questo fino ad un certo punto può essere normale, diventa patologico quando lo si persegue con accanimento, distorcendo ogni notizia che si presta ad esserlo, spacciandola per scientifica, ma solo al fine di denigrare la scienza, credendo così di affermare il primato della filosofia, ma affermando solo il primato dell'ignoranza di chi filosofo si dice.
In questo modo si determina una alienazione di fatto dell'uomo, che deve scegliere se essere filosofo oppure scienziato, scelta che però non ha alcun motivo di essere, se non quello di mascherare le mancanze di chi la propone, vergognandosi esso di ciò di cui non c'è da vergognarsi.
#1835
Citazione di: Ipazia il 19 Giugno 2024, 17:31:46 PM"La scienza chimica afferma da tantissimo tempo l'esistenza di energia libera, ma si cerca disperatamente di ignorarne l'indipendenza della ricerca e dei risultati."

Da chimica non posso che unirmi al fuoco incrociato di cui sopra. L'energia libera, meno fantasiosamente definita "potenziale chimico" esprime la energia racchiusa nei legami molecolari che si libera nelle reazioni chimiche.

Essa rimane latente nelle molecole non interessate da reazioni chimiche, costituendo pure un indice di stabilità della molecola. Elevata nelle molecole instabili, reattive (pensiamo alle reazioni esplosive), bassa nelle molecole più stabili(zzate), inerti, che avranno scarsa tendenza a reagire ( es: gas e metalli nobili).

Difficile affidarle un ruolo fisico e metafisico che vada aldilà di quello che si sa e si misura già. Nessun complotto a suo danno.


Se associamo intuitivamente l'energia al movimento di un corpo, che fine fa l'energia quando scopriamo la relatività del movimento?
Il movimento controintuitivamente non è la proprietà di un corpo, come ci insegna Galilei, ma di un sistema di corpi che può essere caratterizzato  con ciò che nel loro mutamento si mantiene , la sua quantità di energia totale, che si mantiene nella misura in cui possiamo considerare il sistema sufficientemente isolato dal resto dell'universo, isolamento che intuiamo essere la proprietà di un corpo, cioè il suo essere distinto dagli altri corpi.
Cos'è intuitivamente un corpo se non ciò che si mantiene nella nostra percezione?
Quindi il concetto di energia è ciò che ci fa andare oltre la percezione nell'individuare ciò che si mantiene, di modo che possiamo adesso immaginare un sistema di corpi come un corpo solo.
Potremmo allora  definire un corpo, andando oltre ai limiti della nostra percezione, come ciò che mantiene la sua energia interna, ciò che appunto avviene se esso è sufficientemente isolato dal resto dell'universo.
Le cose una volta che le si osserva più da vicino sono diverse da quel che appaiono, ma se siamo fortunati riusciamo anche a capire il perchè così ci appaiono.
#1836
Citazione di: PhyroSphera il 19 Giugno 2024, 10:25:44 AMMa che ne direbbe (ed è stato già detto!) di siffatto scientismo un onesto esperto di scienza, uno scienziato che non voglia di scommettere e occultare il vero dato? Che questo "modello standard" è un'organizzazione di risultati valutati alla meno peggio che non costituisce neppure una vera ipotesi ed è stato redatto col proposito non realizzato di guidare le ricerche... che infatti sono andate avanti altrimenti (non è un fatto che ho inventato io, è stato già detto anche questo)!



MAURO PASTORE
Giurin giurello, oppure ci darai un link, possibilmente un pò più serio di quello che ci hai già dato?
#1837
Citazione di: PhyroSphera il 19 Giugno 2024, 10:25:44 AMhttps://www.enkey.it/2019/09/09/che-cose-la-particella-di-dio/amp/

L'articolista informa
Ma chi è l'articolista?
Dico per sapere quale autorevolezza attribuirgli.
Un articolo che esordisce così : '' È ciò che più avvicina la scienza a Dio, è la particella che rende possibile la materia così come la conosciamo. '', non andrei avanti a leggerlo, o avendolo letto non ne trarrei conseguenze che abbiano un minimo di valore, e ancor meno le posterei sul forum, ed è questo il vero disagio di cui dovresti scusarti.
L'impropriamente detta ''particella di Dio'' era prevista dal modello standard, e averne dimostrato l'esistenza dunque lo rafforza .
Tu invece scrivi .''...per poi specificare che le speranze di vederlo confermato sono andate ancora una volta deluse...'', ma ti rendi conto con quanta disinformazione riempi il forum in continuazione?
Come detto sopra è successo esattamente il contrario.

#1838
Percorsi ed Esperienze / Re: Raduno filosofico
17 Giugno 2024, 08:10:55 AM
A seguire il mo intervento, letto al G4 letto dalla compagna di Inverno, che ringrazio:

Osteria abisso è una delle discussioni aperte sul forum da Jacopus.
Uno dei miei post in questa discussione è dedicato a Genova, dove è situata questa osteria immaginaria, avendoci lavorato per diversi decenni.



''I bar a Genova prosperano coi condomini.
  L'abisso è al pianterreno, al livello del mare.

  Ne hanno da raccontare di storie i marinai al bar dell'abisso,
  perchè tanta strada hanno fatto in nave o in ascensore.

  Qui tutti hanno la gambetta corta, il braccino non sò.

  Gli stranieri sono ben tollerati, da dovunque vengano,
  dal condominio accanto in poi.

  Domenica chiuso.''




E questo è stato il commento di Jean, uno dei forumisti più avvolti nel mistero ,
che si nasconde dietro a tanti versi:

''Uno scritto (per tanti motivi) davvero delizioso, Iano, complimenti,
  Grazie.

Grazie a te Jean, perchè il tuo complimento ha dato la sensazione a questa testa di PRESSO, abbreviato con C/O, di avere ricevuto un permesso di soggiorno in questo mondo, qualunque cosa sia.

Grazie anche ad Ipazia perchè è lo specchio del forum che riesce meglio a fissare il nostro sviluppo filosofico con bandierine, con agganci filosofici, quando li trova, grazie alla sua vasta cultura .
Inoltre dalle risposte che dà, si capisce che legge con attenzione i post di tutti.
L'aggancio filosofico che mi ha donato e nel quale più mi riconosco, col senno di poi, è quello di filosofo della prassi.
Prima non sapevo nemmeno che esistesse una filosofia della prassi.
E una filosofia la mia che è nata comunque sul forum.
Prima del forum c'era solo la voglia di farla.
Che differenza ci sia quindi nel fare filosofia fuori o dentro il forum non vi so dire, ma dò per scontato che vi sia.
Il mio tentativo di fare filosofia prima dei forum è stato fallimentare.
Nell'ora di filosofia al liceo il professore veniva a leggersi il giornale, e il tentativo di trovare un sostituto in quello di religione si è risolto nell'essere esorcizzato da questo gesuita con le mani di Gianni Morandi, per questo penso predestinato al ruolo.
Il forum ha di fatto allargato la platea di quelli che avevano voglia di fare filosofia, essendo che da nessuna parte era scritto quanto dovesse essere grande.
Lo stesso sembra essere successo nel campo scientifico, e in generale nella società che sembra essersi riempita all'improvviso di gruppi più o meno organizzati di no-ognicosa.
E' un bene o un male?
E' un fatto, e non è neanche nuovo.
Chi dai forum si aspettava un modo diverso di fare le stesse cose è rimasto deluso, perché ciò che facciamo non è indipendente dai mezzi che usiamo.
A noi dunque non resta che osservare il nuovo modo di fare filosofia, e quanto le dinamiche relazionali vengano amplificate o depresse dal forum.
In sintesi direi che il forum non somiglia a un libro scritto, ma a un libro mentre lo si scrive.
Potenzialmente è il diario di un pensiero  mentre nasce, che non può avere perciò la coerenza di un pensiero  ben ponderato.
E' un rimandarsi la palla l'un l'altro in un gioco di squadra che ci fa crescere insieme, che più che produrre filosofia produce filosofi dalle spalle larghe, che a chi poi gli dice col solito disprezzo, ''si, ma questa è filosofia'', adesso risponderanno, ''si, beh, e allora?
Qui stiamo facendo esercizio di responsabilità, perché la nostra filosofia guida i nostri passi, e perciò è meglio conoscerla, per magari meglio adattarla ai problemi da risolvere, secondo una filosofia diciamo così...della prassi, che non sia più la prassi di mettere la filosofia sotto il tappeto, ma siccome non possiamo smettere di pensare, di fare di necessità virtù.

Ancora permettetemi di fare un ringraziamento ad Eutidemo, al quale, mentre provo a spiegargli le cose le capisco per la prima volta. Una fonte inesauribile di conoscenza per me, e questo è un esempio delle strane cose e meravigliose che possono succedere forse solo dentro un forum di filosofia.
Se poi qualcuno avesse ancora dei dubbi su quanto bene possa fare alle persone la pratica della filosofia, prendete ad esempio i moderatori del nostro forum.
Infatti chi non vorrebbe essere come loro?
Solo non chiedetemi di fare il moderatore!

Grazie infine ad Ivo Nardi, il nostro capo.

Nel tempo ho messo diverse firme sotto il mio avatar, e quella che scriverei oggi per sintetizzare la mia esperienza sul forum è la seguente:
''Ciò che non pensavo  si potesse pensare,
l'ho pensato in questo forum di filosofia,
e adesso che l'ho pensato,
non  mi sembra più così strano .''

Conoscevo già questa fetta di mondo in cui si è svolto il G4, ed era e confermo che sia fra le mie preferite.
Nella misura in cui i luoghi influenzano i caratteri della gente, anch'io in questi giorni mi sono sentito  migliore e ho potuto qui sperimentare come molti dei nostri malanni siano una proiezione della nostra mente.
Quantomeno alcuni dei miei in questi giorni sembrano essere spariti come per magia, una magia che vi consiglio di provare al prossimo raduno filosofico se, come mi auguro, ci sarà un seguito.
Io poi  sono innamorato dei piatti che qui ho potuto gustare, assistendo direttamente alla loro preparazione, come i testaroli, che io però conoscevo come panigaggi.
Chi ha in odio l'umanità dovrebbe venire a conoscere la gente che abita qua, per ricredersi.
Grazie a Inverno e alla sua compagna per la loro squisita ospitalità.
#1839
Tutte le aporie spariscono se non si confonde la realtà con una delle sue possibili strade che ci è dato percorrere, se partiamo cioè dai nostri diversi modi di fare per dedurre l'unica realtà.
La realtà esiste se vi possiamo agire.
Pretendere di vivere direttamente nella realtà, come si percorresse l'unica sua possibile strada, è un illusione che abbiamo potuto sostenere solo finché non abbiamo putto percorrere strade alternative.
Ma di questa nuova ricchezza paradossalmente ora ci rammarichiamo, perchè non siamo in grado di apprezzare il regalo che ci siamo fatti.
Gli essenti e le loro relazioni non sono relativi alla realtà in modo esclusivo, ma sono relativi al nostro modo di agirla, e riguardano quindi noi non meno della realtà.


#1840
Citazione di: Ipazia il 15 Giugno 2024, 00:17:49 AMDiscorso che piacerebbe senz'altro a iano.
Si, se l'avessi capito. :)
La lezione di Cacciari è troppo per addetti ai lavori.

Fra noi e la realtà vi sono mondi virtuali fatti di essenti e di loro relazioni in modo inscindibile, mentre l'essere , ciò che è in se, la cui esistenza non dipende da altro, che non ha bisogno di relazioni con altro per giustificare il suo esistere, direi propriamente realtà.
Giustificare l'essente attraverso le sue relazioni, o viceversa, è cosa impropria se di cose indipendenti stiamo parlando, come mi pare dica Cacciari. Se invece stiamo parlando di cose non indipendenti, allora in questa dipendenza si giustificano a vicenda.
La fisica e la metafisica non concorrono a definire la realtà, ma i mondi in cui viviamo, la cui sempre più manifesta virtualità mette in crisi una distinzione netta fra essi, essendo fatti della stessa essenza virtuale.
#1841
Varie / Re: La gara della "quadratura del cerchio"
13 Giugno 2024, 18:13:22 PM
Citazione di: Eutidemo il 13 Giugno 2024, 17:38:17 PM
* Lo so che il π (il PI greco) 3,14 è un numero irrazionale ed approssimativo, e che sarebbe molto più approssimato 3,1415926535 897932384626433832795028841971693993751... (ecc.ecc.); ma cerchiamo di evitare  di diventare matti!

Si, ma confondere approssimativo con approssimabile è un buon modo per diventare matti.
Pigreco è un numero irrazionale ma non perciò non ben precisato, e 3,14 è un numero razionale che lo approssima.
#1842
Tematiche Filosofiche / Re: Il "poligono ciclico"
13 Giugno 2024, 18:00:20 PM
Citazione di: Eutidemo il 13 Giugno 2024, 16:28:41 PM
per quanto piccolo tale '"scostamento" fosse

Si , da questa frase si capisce che hai capito. :D
Si tratta di uno scostamento piccolo a piacere, o per meglio dire, dato uno scostamento, per quanto piccolo sia, se ne potrà trovare sempre uno più piccolo.
Se ti sembrano discorsi strani è perchè lo sono, però può aiutare a digerirli lo scopo per cui li si fà, che è quello di non lasciare nessuna area orfana della sua misura.
Diversamente dovremmo ammettere che esistano aree finite senza misura, allo stesso modo che non l'hanno le aree infinite, non essendo infinito un numero.
Ma esistono davvero queste aree infinite?
su questo gli scienziati entrano in contraddizione, perchè ne parlano come se esistessero, pur avendo posto a premessa della loro scienza che esiste solo ciò che si può misurare, o esiste in contumacia, in attesa di essere misurato.
Ma farebbero carte false pur di affermare che l'area del cerchio esiste. Bisogna solo trovare il modo di misurarla, allargando eventualmente il concetto di misura.
Accettando queste estensioni si è di fatto superato il dover associare ad ogni area la formula per determinarla, asseconda che si tratti dell'area del cerchio o del quadrato.
Adesso esiste un unico modo per determinarle che fa capo al concetto di integrale, e in fondo ciò ha il suo senso filosofico, in quanto non dovrebbe esistere una area più area di un altra, in dipendenza del fatto che abiti dentro un modesto quadrato, o frequenti circoli elitari.
#1843
Varie / Re: LA MAGIA DEL NUMERO 1
13 Giugno 2024, 16:13:17 PM
Possiamo trattare i numeri formalizzandoli, dandogli una forma a piacere, non avendone essi alcuna propria.
No forma, quindi no magia.
Il mistero sta nel come ciò che non ha forma riesca a dare forma alla realtà, ed è questa la vera magia.
#1844
Varie / Re: LA MAGIA DEL NUMERO 1
13 Giugno 2024, 15:41:29 PM
Bravo Eutidemo, la magia dura quanto è grande la base dei numeri naturali che consideriamo.
Passando da base dieci a base undici la facciamo sopravvivere ancora di un passo, e ancora di un altro passo passando a base dodici, procedendo per dozzine, motivo per cui compriamo ancora le uova in tali quantità.
Un altra base storicamente usata è quella 60, con la quale non compriamo nulla, ma anzi dilapidiamo il nostro tempo un  minuto dopo l'altro. :))
Ci sono però altre magie che sono indipendenti dalla base usata, come ad esempio il triangolo di Tartaglia.
Possiamo quindi iniziare a sospettare che per trovare la formula magica, occorre che vi sia indipendenza dalla base usata, al modo che i numeri non cambiano in dipendenza dal come li indichiamo.
I numeri non sono magici, ma vivono di una magia riflessa quando usiamo simboli per indicarli.
La magia infatti  se c'è è racchiusa nella forma dei simboli, o in una loro combinazione, che sta per un simbolo nuovo così generato.
Ma essendo tale produzione di simboli nuovi relativa alla base di simboli scelta , possiamo comporre e discomporre a piacere tale magia.
#1845
Tematiche Filosofiche / Re: Il "poligono ciclico"
13 Giugno 2024, 14:00:10 PM
Abbiamo difficoltà a vivere dentro ipotesi di realtà, ma in effetti è ciò che secondo me senza saperlo facciamo.
Abbiamo difficoltà cioè, presa coscienza di quel che facciamo, una volta che lo abbiamo così esternalizzato, a sentirlo ancora come nostro, da poterlo ancora assumere come vero, ma qualunque cosa che pur sentiamo come nostra ha  una sua nascitura, e praticare la matematica e la filosofia in genere può aiutarci a capire da dove nascono le nostre idee.
In tal senso non solo l'infinito non è attuale, ma nulla di ciò che consideriamo reale lo è.
Come dice Ipazia, io sono un filosofo della prassi, cosa che confermo perchè la constato più che averla scelta in modo cosciente.
lo stesso processo di autoesternalizzazione non è una nostra scelta, ma il modo in cui possiamo osservare che procedere la nostra evoluzione, che in tal modo approda a scelte coscienti.
Se io per questo esternalizzare provo piacere, come confermo che sia, tanto che mi sembra di aver scelto perciò di farlo, magari è solo perchè sono una delle soluzioni fra tante possibili che l'evoluzione ha salvato nel suo Cloud .
Questa evoluzione la possiamo osservare in diretta perchè siamo a metà del guado, posto che l'evoluzione su questa direzione tenga la barra dritta, il che non si può mai sapere.
L'infinito, con tutte le altre verità che possediamo, vengono così messe in forse nella loro essenza, ma non perciò nella loro ragione d'essere.
Quella che viviamo in diretta su questo forum è una battaglia prima di tutto interiore, su cui ci fa bene confrontarci.
La posizione che ognuno assume in questa dialettica per quanto mi riguarda dipende dal caso, ma è nostra una volta che l'abbiamo fatta tale.
Io consiglierei perciò di svolgere il proprio ruolo dialettico senza personalizzare, se non fosse che più che possedere idee di quelle idee siamo fatti.
Nel momento in cui riusciamo ad esternalizzarle avviene un salto nella loro storia, per cui abbiamo difficoltà a riconoscerle ancora come nostre, in una relativizzazione di fatto dell'io, che non sembra più fatto di cose possedute in modo esclusivo, ma di relazioni fra cose dove non si capisce più bene dove finiscono le cose e dove iniziano le relazioni, come se, essendo intercambiabili, fossero fatti perciò della stessa sostanza, ed è da questa unicità sostanziale che possiamo indurre l'unicità della realtà.
La realtà, insieme a noi che ne siamo parte, non è ciò che possiamo conoscere, ma ciò che rende possibile la conoscenza, la quale è solo una modalità fra tante di viverla, comprensive della vita ignorante