La causa deve contenere in sè l'effetto. Il seme contiene in sè la pianta che sarà. Ma quando la pianta si sviluppa dov'è il seme? La pianta poi sarà causa di altri semi, invecchierà, cadrà , sarà causa di buon humus. Si può dire che la pianta è il seme? Possiamo considerare l'effetto come auto-espressione della causa, come causato da fattori diversi da se stesso, come entrambi, o come nessuno dei due. L'ultima alternativa comporta l'abbandono della nozione di causazione, perchè significa che le cose sono prodotte attraverso l'azione del semplice caso. La terza alternativa è in realtà un'amalgama delle prime due. Le prime due sono le alternative principali da prendere in considerazione. Non vi è senso nella semplice auto-duplicazione; produzione deve significare mutamento, l'emergere di un ulteriore fattore utile non ancora presente. Nel processo di auto-duplicazione non c'è inoltre termine; cosa impedisce al seme di duplicarsi in eterno senza produrre il germoglio, le foglie, i fiori, i frutti, ecc., uno dopo l'altro?
Si potrebbe affermare che un'entità è potenziale all'inizio, e poi diviene attuale e che non c'è differenza di stato o di sostanza tra causa ed effetto.Se la causa è interamente attuale non c'è scopo nella sua riproduzione. Inoltre l'entità che viene prodotta, essendo altra , non può essere identica alla causa. Se la causa fosse parzialmente attuale e parzialmente potenziale,la cosa non sarebbe una perchè conterrebbe due nature opposte. Se la causa fosse interamente potenziale non potrebbe manifestarsi, diventare attuale per azione propria; il fattore attraverso cui la materia informe diviene attuale dev'essere diverso da essa. Se invece contenesse dentro di sé la causa efficiente del mutamento, non ci sarebbe alcun stato in cui rimarrebbe puramente potenziale.Avendo infatti in sé tutte le condizioni necessarie e sufficienti per la sua produzione, se cioè la causa fosse auto-contenuta e auto-sufficiente essa continuerebbe a trovarsi nello stato potenziale per un periodo di tempo valutabile e poi non si produrrebbe, oppure dipenderebbe da un fattore esterno. Questo implicherebbe la caduta dell'auto-causazione.
Se la causa e l'effetto fossero identici, in che modo una agisce come causa e l'altro come effetto? Le loro nature sono diverse. Le proposizioni vere per l'una non lo sono per l'altro. la distinzione non può essere compiuta se non in base a nozioni diverse; altrimenti ci sarebbe distinzione senza differenza. Come dice Nagarjuna:"L'identità tra causa ed effetto è del tutto insostenibile; se così fosse, non vi sarebbe differenza tra l'agente e l'azione". In effetti l'accettazione di questa identità condurrebbe logicamente all'abolizione di ogni differenza. L'intero universo cadrebbe in una massa priva di colore e di diversità.
Se prendiamo dell'acqua che scorre e riempiamo un secchio, possiamo pretendere che scorra ancora all'interno del secchio?
Si potrebbe affermare che un'entità è potenziale all'inizio, e poi diviene attuale e che non c'è differenza di stato o di sostanza tra causa ed effetto.Se la causa è interamente attuale non c'è scopo nella sua riproduzione. Inoltre l'entità che viene prodotta, essendo altra , non può essere identica alla causa. Se la causa fosse parzialmente attuale e parzialmente potenziale,la cosa non sarebbe una perchè conterrebbe due nature opposte. Se la causa fosse interamente potenziale non potrebbe manifestarsi, diventare attuale per azione propria; il fattore attraverso cui la materia informe diviene attuale dev'essere diverso da essa. Se invece contenesse dentro di sé la causa efficiente del mutamento, non ci sarebbe alcun stato in cui rimarrebbe puramente potenziale.Avendo infatti in sé tutte le condizioni necessarie e sufficienti per la sua produzione, se cioè la causa fosse auto-contenuta e auto-sufficiente essa continuerebbe a trovarsi nello stato potenziale per un periodo di tempo valutabile e poi non si produrrebbe, oppure dipenderebbe da un fattore esterno. Questo implicherebbe la caduta dell'auto-causazione.
Se la causa e l'effetto fossero identici, in che modo una agisce come causa e l'altro come effetto? Le loro nature sono diverse. Le proposizioni vere per l'una non lo sono per l'altro. la distinzione non può essere compiuta se non in base a nozioni diverse; altrimenti ci sarebbe distinzione senza differenza. Come dice Nagarjuna:"L'identità tra causa ed effetto è del tutto insostenibile; se così fosse, non vi sarebbe differenza tra l'agente e l'azione". In effetti l'accettazione di questa identità condurrebbe logicamente all'abolizione di ogni differenza. L'intero universo cadrebbe in una massa priva di colore e di diversità.
Se prendiamo dell'acqua che scorre e riempiamo un secchio, possiamo pretendere che scorra ancora all'interno del secchio?