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Messaggi - Jacopus

#1831
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
21 Maggio 2021, 11:32:38 AM
A mio parere la distinzione che fa Ipazia è corretta. Il martirio di stampo religioso è un inno alla morte anche se ha un possibile significato di rinascita in un'altra vita, per cui si va verso la morte con gioia, certi di essere nuovamente in vita l'istante dopo la morte, in un contesto diverso e finalmente completo e appagante. A questo significato se ne è aggiunto uno per estensione, come quello dei martiri del lavoro a cui possono essere accomunati Falcone e Borsellino. Ma Falcone e Borsellino, pur consapevoli dei rischi che correvano, prendevano le loro contromisure, avevano la scorta, la macchina corrazzata. Non andavano verso la morte con un senso di beatitudine e di compimento. Ancora diverso il caso di Socrate, che si pone in una zona di mezzo e che a mio parere, mette in atto l'azione più eroica fra tutte. Si da la morte per accettare la legge della sua città, pur avendo una alternativa (esilio), e pur non pensando di essere accolto in paradiso.
#1832
Iano. La distinzione fra noi e la natura non nasce da una distorsione temporale. Non è un processo di chi la sa più lunga ( o di chi corre più veloce). La distinzione in realtà è opera della natura stessa, allorquando dopo svariati esperimenti durati un milione di anni circa ci ha dotati del cervello più complesso esistente sul pianeta terra. La natura ama la vita, gli esperimenti e la diversità. Ed ecco che prova a vedere come se la cava questo essere, fisicamente poco più forte di un cane di taglia media ma con un sistema nervoso centrale eccellente. Da quel sistema nervoso centrale è scaturito l'allontanamento dalla natura. Genesi, il primo libro della Bibbia, forse inconsapevolmente ( o forse consapevolmente, gli ebrei non sono mai da prendere alla leggera), descrive quel passaggio, simbolizzandolo nell'albero della conoscenza del bene e del male. Se preferisci il cordone ombelicale che ci connetteva alla natura è stato tagliato con l'avvento della cultura. La cultura non è solo un fatto tecnico. Nel senso che intendo qui, la Cultura (Kultur) è il processo autoriflessivo che ogni umano apprende in modi più o meno sofisticati. Da quel processo autoriflessivo nascono le scelte "etiche" ed è per questo che l'albero ha a che fare con il bene e il male. Ma l'etica  è strettamente connessa con la cultura come tecnica. Il mito di Prometeo, in questo senso, è il perfetto contraltare del racconto di Genesi. In tutto ciò, l'uomo non deve neppure dimenticare che il colpevole di tutto ciò, ovvero il suo cervello, è comunque a tutti gli effetti, composto di cellule e di processi biochimici del tutto assimilabili a quelli della più semplice lumaca di mare. Dei, demoni, esseri naturali. Siamo tutto ciò, allo stesso tempo, ma non siamo più natura e non possiamo cercare nella natura giustificazioni per il nostro agire. Piuttosto il discorso dovrebbe essere rovesciato. Il nostro agire deve essere giustificato dal nostro senso di responsabilità nei confronti della natura. Un senso di responsabilità reciprocamente conveniente. Ed anche questo senso di responsabilità va cercato nell'intreccio fra elementi biologici e storici dell'uomo.
Avvertimento finale: non è detto che homo sapiens sia la specie definitiva, all'apice della scala evolutiva. Con noi la natura potrebbe anche aver preso una sonora cantonata. I prossimi millenni ci sapranno svelare questo enigma.
#1833
Tematiche Filosofiche / Dogma e Doxa
20 Maggio 2021, 08:50:32 AM
Grazie Eutidemo per i tuoi interventi. Mi ricordano talvolta quelli che faceva Umberto Eco, sull'ultima pagina del settimanale L'Espresso.
Vorrei però evidenziare che la doxa scientifica si
distingue dalla doxa generica così come dal dogma, perché ha un suo protocollo di validazione completamente diverso. La doxa scientifica ammette, anzi spesso presuppone, la temporaneità delle sue tesi, ma esse restano valide finché non vengono superate. La loro validità si fonda, come noto, sulla dimostrazione teorica, sulla ripetizione sperimentale del fenomeno, sul risultato ripetibile del processo, sulla validazione della comunità degli esperti. Se tutti questi percorsi si tengono coerentemente insieme si ottiene una teoria scientifica, che può essere usata per comprendere o modificare il mondo reale. Il dogma scaturisce da una tradizione bloccata nel tempo e che si autoriferisce come dogmatica in modo acritico e tautologico, perché proveniente dalla tradizione.
#1834
Ma infatti, Iano, è proprio la nostra "natura" autoriflessiva ad averci posto in una nicchia che è completamente diversa da ogni mandrillo. Il mandrillo medio lo fa perché lo deve fare, non si chiede "perché faccio così?", non ha alternative comportamentali se non quelle istintuali di base, attacco, fuga, ricerca della femmina, del cibo, del riposo. Noi non possiamo più invocare la natura come fondamento, perché siamo altro, pur restando esseri biologici. Con "altro" intendo proprio questa capacità di pensare altrimenti e pensare al sè e al perché del sè e degli altri e del come relazionarsi con gli altri e con il mondo, avendo presente che vi sono molteplici strade. Le stesse molteplici strade che la natura ha tracciato, fra caso e necessità a tutte le specie viventi, che non rispondono certo ad un disegno maestoso e ordinato. La natura assomiglia più ad un geniale artista che utilizza materiali da riciclo. La nostra "specifica" strada non assomiglia però a quella di nessun altra specie vivente. Solo i Neanderthal potevano competere con noi su questa strada ma si sono estinti. La consapevolezza di questa straordinarietà dell'uomo non dovrebbe però renderci i padroni del mondo, o pensare ad una mano trascendente che ci ha benedetto. Semplicemente dovremmo pensarci come i custodi del mondo, quelli che, come diceva Mario Brega , possono "esse ferro" o "esse piuma" e speriamo di essere sempre più spesso "piuma".
#1835
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
20 Maggio 2021, 00:48:56 AM
Non so se qualcuno l'ha già scritto. La mia opinione sulla teoria politica dell'anarchia è la seguente. Viviamo in società estremamente complesse, dove servono competenze elevate e dove c'è una diversificazione e specializzazione del lavoro mai vista prima. Non conosco bene le teorie anarchiche ma a prima vista mi sembrano applicabili più a società semplici, poco differenziate, ammesso che siano possibili. Come sostenere, ad esempio, la gestione di un grande ospedale seguendo le teorie anarchiche per me resta un mistero.
La ricerca di teorie politiche alternative, l'esplosione di movimenti di protesta, sono il risultato del progressivo inaridirsi delle democrazie reali, della loro globale incapacità a regolare il mercato. La famosa espressione di Marx dello "stato come comitato d'affari della borghesia", intendendo con borghesia il capitalismo, era molto vera ai tempi di Marx, ma nel confronto aspro con i fascismi e i socialismi avvenuto nello scorso secolo, la borghesia fu costretta a cedere potere, e quella espressione, per mezzo secolo almeno, non fu più così vera. Al punto che si creò, nel mondo occidentale un livellamento della ricchezza e straordinarie possibilità di scalate sociali. Fino agli anni '80 era comune sentirsi più ricchi e più colti dei propri padri. Il progresso materiale e culturale era qualcosa di concreto. Ed è quel progresso materiale e culturale ad essere la legittimazione ultima della democrazia, che infatti godette di una vasta legittimazione, al punto da rovesciare il comunismo in Unione Sovietica senza dover neppur sparare un colpo di fucile.
Oggi ho l'impressione di vivere un riflusso verso una società per certi versi simile a quella ottocentesca, fine dei diritti legati al lavoro, pensioni sempre meno sicure e sempre più leggere, servizi del "welfare state" sempre alla ricerca di fondi da tagliare. La differenza sostanziale è che oggi, almeno finora, non vi è stato bisogno di un generale Bava Beccaris che ordina di sparare sulla folla, perchè la folla in realtà non chiede gran che: il panem ed i circenses sono garantiti e non vi è nessuna repressione sessuofobica, in grado di catalizzare proteste economiche e proteste sociali.
La mia paura è che per riscoprire la "carne viva" della democrazia ce la debbano togliere. Solo allora si saprà chi sarà disposto a tutto pur di riconquistare la propria libertà e solo allora, forse, sarà possibile ricostruire un modello di democrazia che non sia, come oggi accade, fagocitato dalle Corporations, dove i politici hanno dei risicati spazi di manovra, se non nei campi dei diritti civili e delle battaglie populiste, che lasciano comunque inalterato il quadro di fondo, permettendo al massimo la liberalizzazione degli spinelli o della prostituzione, con possibili incrementi del PIL.
#1836
La natura viene spesso chiamata in causa come fondamento delle azioni umane o, al contrario, per stigmatizzare azioni umane che vengono considerate innaturali.
La natura è effettivamente un richiamo imponente: è la nostra radice e di questi tempi solo Dio sa quanto abbiamo bisogno di radici.
Solo che le cerchiamo nel posto sbagliato, visto che la natura non è esattamente quel mondo di coerenza che una visione tradizionale le attribuisce.
Gli animali possono essere poligami come gran parte dei primati o strettamente monogami per tutta la vita (ad esempio i cigni). Vi sono centinaia di specie che praticano l'omosessualità sia maschile che femminile, anche per rinsaldare i legami sociali (lo facevano anche gli antichi greci) ed altre specie strettamente eterosessuali. Alcune specie come le termiti si fanno la guerra fra gruppi diversi ed è stato accertato che gli scimpanzé commettono scimpanzicidi di singoli individui, esattamente come noi. Vi sono specie che tengono a bada la forza dei maschi attraverso alleanze fra le femmine ed altre specie dove il maschio alfa è un vero tiranno al punto da uccidere i cuccioli per poter possedere nuovamente le femmine che hanno appena partorito. Ci sono animali che usano strumenti rudimentali come bastoni, facendo intravedere i prodromi di una cultura tecnologica. Vi sono state nel passato specie di ominini come l'uomo di Neanderthal che aveva riti e tecniche simili a quelle dell'homo sapiens e altri ominini che vivevano sulle piante e si cibavano di frutta. Vi sono animali che mostrano una aggressività intraspecifica micidiale come certi pesci tropicali.
In tutta questa congerie, quale natura è quella che dovrebbe fissare e guidare le nostre azioni?
Ma ancora più interessante è la domanda successiva. Perché ancora viene usata così tanto questo tipo di giustificazione?
#1837
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 07:02:45 AM
Per Daniele 22. Come ho già detto altrove, la legittimazione naturalistica è esteticamente attraente ma infondata ed anche pericolosa, fino ad essere manipolatoria quando si parla di istituzioni umane. Esiste per caso la schiavitù in natura o l'usucapione, gli animali firmano un contratto quando si sfidano per le femmine, viene interpellato il tribunale leonino per richiedere un provvedimento d'urgenza ex art. 700? Pensare naturalisticamente dovrebbe coerentemente farci abbandonare auto, cellulari, operazioni chirurgiche, vestiti, cucine a gas, ed affrontare le bestie feroci solo con l'ausilio delle nostre gambe naturali. Scusate il leggero Ot.
#1838
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
18 Maggio 2021, 17:18:50 PM
Per Inverno. Il dubbio che il parlamentarismo non sia il "migliore dei mondi possibili" ha sfiorato chiunque, e in una buona percentuale dei "chiunque" il dubbio è certezza.
Il blackout della democrazia moderna, o se vogliamo essere più elitari, la sua aporia, consiste nell'aver voluto estendere il più possibile la coperta democratica, in termini di diritti (al voto, all'espressione, alla libertà, al giusto processo) senza garantire il necessario "apprendimento" di questi diritti nelle attuali società complesse. Una democrazia compiuta non risiede nel diritto di voto universale ma nella distribuzione equa delle conoscenze e delle risorse, affinché, eventualmente i migliori possano eccellere (perché la democrazia non significa certo egualitarismo). La democrazia moderna, ossimoricamente, per non essere un simulacro, dovrebbe essere aristocratica, ovvero promuovere lo spirito etico, il senso di collaborazione, le capacità interpretative del reale da parte dei consociati. Un tale progetto però, inevitabilmente si scontra con quella parte della società che dalle disparità di accesso alle risorse materiali e immateriali, trae i propri vantaggi.
Considerato che ritengo, a mio modestissimo parere, gli esperimenti comunisti ed anarchici dei bellissimi sogni che si infrangono in una ben più misera realtà, l'alternativa è pensare una società democratica che implementi quello sviluppo di doti individuali, attraverso una distribuzione più equa di risorse. Purtroppo, a giudicare dalla storia, le democrazie moderne, anch'esse virano verso queste garanzie solo se costrette da altri sistemi che le minacciano, come accaduto al tempo del nazismo e del comunismo reale. Altrimenti riprende il sopravvento la mentalità dello sfruttamento senza limiti e della democrazia/simulacro, ovvero il rito del voto ogni 4-5 anni.
#1839
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
17 Maggio 2021, 16:42:09 PM
CitazioneLa morale e la moralità sociale consiste nel dovere e cercare di apparire in un certo modo, senza con questo essere obbligati - in privato, in etica personale, in sentimento, in sincerità interiore - ad essere ciò e come si appare.


In realtà questa è la moralità sociale latino-mediterranea. Nei paesi del Nord-Europa, mediamente, la morale non è di solito apparenza ma interiorizzazione di comportamenti considerati moralmente validi. Al di sotto delle Alpi e dei Pirenei, con una buona incursione anche al di sotto del Massiccio Centrale, invece esiste quel solido connubio fra vizi privati (importante è non farsi scoprire) e pubbliche virtù (importante è esaltarle al massimo). Un connubio spesso considerato come biologicamente inevitabile oppure socialmente lodevole perchè "astuto". E per combattere questo retroterra culturale Lutero fondò la sua Riforma. Ed è a causa di questo retroterra culturale che l'Italia è considerata il paese dei furbacchioni (quanto questo ci costi in PIL è facile da pensare anche se difficile da quantificare).
#1840
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
16 Maggio 2021, 20:37:33 PM
A proposito della tabella di Hassan. Sicuramente può essere accettata come un modo per riflettere sul grande cambiamento dal moderno al postmoderno, ma risente notevolemente dell'atmosfera degli anni '70 dello scorso secolo, al punto che la postmodernità assume dei connotati da pensiero critico (Foucault, Lacan) e dall'immaginario post-sessantottino. Nella visione di Hassan (che confesso di non conoscere) sembra anche che risuonino le categorie del pensiero di Bauman quando descrive l'attuale società liquida. Credo che attualmente il post-moderno possa essere descritto attraverso altre dicotomie, mentre alcune restano ancora valide. Ad esempio a Paranoia ormai è da opporre "Narcissism" e non più "Schizophrenia".
#1841
Caro Alexander. COVID-sars-2 ha degli effetti molto individuali per via dell'attacco che mette in atto contro il sistema immunitario. L'ho preso anch'io. Non è esattamente un "non succede niente". Ho avuto polmonite bilaterale  e pur curandomi da casa, sono rimasto assente dal lavoro per un mese (quando prendo l'influenza sto a casa al massimo due giorni). Per un altro mese ho lavorato solo da casa, causando un arretrato di lavoro a tutta l'organizzazione per cui lavoro. Questi i danni economici. Io ho sofferto di una stanchezza straordinaria per due mesi interi. I primi tempi, ogni 100 metri di camminata in pianura dovevo fermarmi, per riprendere fiato, come faceva mio padre a 90 anni e passa. Mi si sono formate delle pustole, nei piedi, che hanno impiegato un mese per guarire. Per non parlare dell'ansia da saturimetro, che mi faceva temere il ricovero da un giorno all'altro. Pertanto, davvero, risparmiati il "fatevi il COVID", una frase che ritengo offensiva per tutti quelli che magari non sono morti, ma hanno sofferto psicologicamente e fisicamente.
#1842
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 18:37:49 PM
Socrate. Ammettiamo che l'evoluzionismo sia una teoria strampalata. Vorrei a questo punto la spiegazione dell'esistenza di così tante specie che si sono estinte e di specie che le hanno sostituite. Nel pianeta terra vi sono state finora sei estinzioni di massa, l'ultima delle quali provocata da un meteorite che ha colpito il Messico 65 milioni di anni fa. Dopo queste estinzioni di massa la terra si è ripopolata con nuove forme di vita, come quelle del Cambriano di 600 milioni di anni fa. A partire da quali leggi vengono create le nuove forme di vita, una volta che le vecchie si estinguono? Chi ha deciso la creazione dell'uomo di Neanderthal e poco dopo dell'homo Sapiens?
E perché l'uomo di Neanderthal si è estinto? Quale disegno vi è in questo continuo rimescolamento, creazione, vita e morte di innumerevoli specie diverse, sia animali che vegetali? Perché è stato concesso ad homo sapiens il privilegio di far estinguere centinaia di specie viventi, privilegio precedentemente detenuto solo dalle catastrofi naturali?
Il modello evoluzionistico, con il supporto della teoria genetica attuale risponde in modo semplice e coerente a queste domande.
Ovvero possono esistere specie che durano milioni di anni, come i dipnoi, pesci con branchie e polmoni e specie non adattive che si estinguono dopo poche centinaia di migliaia di anni. Le variazioni genetiche sono un flusso continuo che agiscono anche oggi in homo sapiens. Gli abitanti del Nepal, ad esempio, hanno sviluppato nel corso di poche migliaia di anni una migliorata capacità a vivere in ambienti con meno ossigeno. Se quella popolazione continuasse a vivere isolata potrebbe generare una nuova specie di ominini nel giro di qualche centinaia di migliaia di anni. Ma se l'ambiente diventasse ostile in breve tempo, si accorcerebbero anche i tempi delle mutazioni oppure vi sarebbe l'estinzione della specie. Gli abitanti umani delle zone paludose hanno sviluppato un carattere sanguigno chiamato "microcitemia" che è caratterizzato da globuli rossi piccoli. Questa mutazione permette di essere quasi immuni dalla malaria, che infesta le zone paludose, anche se può scatenare l'anemia mediterranea, se entrambi i genitori sono microcitemici.
Ripeto che la nostra difficoltà a percepire bene il mutamento biologico dipende dalla gran mole di tempo che serve per questi mutamenti. Diecimila anni, in questo campo, hanno la durata di un istante.
#1843
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 16:24:39 PM
Per Socrate. Il fatto che non vi siano state modifiche genetiche negli ultimi 100.000 anni è facilmente spiegabile a partire dal successo evolutivo di homo sapiens. In Natura vale la stessa regola che vige nello sport: "squadra che vince non si cambia". Inoltre più le strutture sono complesse più le modifiche genetiche sono rese anch'esse complesse, perché il sistema omeostatico dell'organismo dovrà attentamente controllare la riproduzione cellulare. Il nostro successo filogenetico inoltre ci ha permesso di spazzare via le specie più simili a noi. Fino a 40.000 anni fa coesistevano 4 specie di ominini con altro sviluppo cognitivo: homo sapiens, homo neanderthanlensis, homo denisoviani e homo florensiensis. Di due specie abbiamo ancora dei residui genetici (tranne i neri africani, che, alla faccia dei razzisti, sono dei purissimi homo sapiens). Se non avessimo avuto questo successo spettacolare, avremo probabilmente continuato ad ibridarci con denisoviani e neanderthaliani e potrebbero esserci oggi ulteriori specie di ominini, così come ci sono svariate specie di canidi (iene, lupi, cani, coyotes...).
Su Zichichi non mi pronuncio, ma nella scienza effettivamente vige il principio del riconoscimento da parte della comunità scientifica e se dovessi fare l'elenco degli scienziati neoevoluzionisitici, vi annoierei. Tra le altre cose, Zichichi è un fisico che vuole occuparsi di teoria evoluzionistica. Mi sembra una posizione ben poco scientifica.
#1844
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 14:27:44 PM
Per Socrate. La scienza insegna cose fondate su prove, a differenza della religione, e le prove a favore della teoria evoluzionistica sono talmente tante, che mi rifiuto di ripeterle per la centesima volta.
Il fatto che vi sia una differenza nel numero dei cromosomi non è certo un problema per la teoria evoluzionistica. Il nostro codice genetico è diverso anche da quello dello scimpanzè, anche se solo del 1, 8 per cento, così come nel numero di cromosomi. Immagina che la differenza di codice genetico fra un individuo sapiens e l'altro è di poco inferiore all'uno per cento, eppure facciamo parte della stessa specie.
Inoltre la nostra specie non si è sviluppata a partire da quelle che tu definisci scimmie. Questa è una semplificazione ingenua. La nostra specie deriva dai molti ominini di cui si trovano bellissimi scheletri in molti musei sparsi in tutto il mondo. Homo ergaster o homo erectus o homo denisoviani o homo florensiensis non sono descritti in alcun testo sacro più o meno inventato, ma i loro crani o altre parti dello scheletro sono osservabili da tutti.
In generale la teoria evoluzionistica ci propone un modello in cui tutte le forme viventi siano tuttie collegate: noi, esseri viventi,  per riprodurci usiamo, "tutti", dai batteri, passando per le felci, fino alle balene, lo stesso identico sistema, ovvero quello del DNA_RNA.
Insomma, che vi sia un Ente superiore non sto qui a discuterlo, ma se esiste ha comunque adottato questo sistema DNA_RNA, per creare la vita e la vita si è evoluta, modificando la morfologia e la funzionalità organica degli esseri viventi nel corso non "nei secoli dei secoli" (ovvero un arco di tempo piuttosto infimo in termini evoluzionistici) come dice una nota liturgia, ma nei "milioni di anni". La nostra distorsione cognitiva deriva dalla incapacità di abbracciare questa lunga distanza temporale, all'interno della quale la Natura è in grado di fare tutti gli esperimenti che vuole, compreso quello di trasformare i dinosauri in uccelli.
Puoi anche non crederci, e pensare che la Scienza reclamizzi notizie "false", ma in realtà le prove dimostrabili che deriviamo in sostanza dai batteri primordiali sono così tante da poter considerare la teoria neoevoluzionista con la stessa dignità della teoria relativistica. Al momento non c'è una spiegazione più adatta e confermata sul campo dello sviluppo della vita sulla terra. A differenza delle religioni, la scienza però, lascia sempre la porta aperta a successive future soluzioni migliori, proprio perchè lo statuto della scienza non può essere dogmatico.
Sul fatto che il codice genetico non è adatto alle mutazioni, direi che è proprio vero che non si vuol vedere ciò che non ci piace. Quello che accade in modo così eclatante di questi tempi, ovvero le continue mutazioni genetiche di COV_Sars_II sono la prova che il codice genetico cambia in continuazione. Ovvio che più le forme genetiche sono semplici, più è facile che le modifiche siano frequenti. Un organismo altamente complesso come homo sapiens ha in realtà moltissimi meccanismi di difesa proprio contro le modifiche genetiche, che potrebbero mettere a rischio la sua stessa sopravvivenza. Inoltre in questo momento siamo i dominatori del mondo, perchè mai i principi evoluzionistici dovrebbero modificarci? Le modifiche avvengono quando l'ambiente mette a rischio la sopravvivenza della specie o quando c'è una competizione (mascelle forti contro velocità, veleno contro resistenza al veleno, forza fisica contro capacità di creare artefatti di difesa e offesa, e così via).
In ogni caso, come ho già detto altrove, la vera domanda non riguarda l'evoluzione, che è un dato accertato e storicamente dimostrabile, ma come sia stato possibile il passaggio dall'inorganico all'organico. A questa domanda non c'è risposta (al momento).
#1845
Per DonQuixote. L'oggettività del male è in effetti un tema dibattuto, intendendo qui il male compiuto volontariamente dall'uomo. Esistono però due azioni considerate "male" in tutte le culture. Una omogeneità che fu una delle spinte motivazionali per Freud, nel concepire la sua teoria: l'uccisione del padre e l'incesto con la madre.