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Messaggi - iano

#1861
Varie / Re: L'enigma delle direzioni
09 Giugno 2024, 13:56:25 PM
Lo sospettavo Eutidemo, ma volevo che fossi tu a dire che la soluzione era: ''la geometria della superficie della sfera''.

#1862
Detto ciò (vedi mio post precedente) il mondo delle evidenze più o meno concrete in cui ci sembra vivere, non verrà messo in crisi dalle nostre libere convenzioni, perchè non si distrugge nell'arco di poche generazioni umane l'edificio messo su dall'evoluzione della vita in miliardi di anni.
Semplicemente dovremo mettere da parte, e anche quello, concordo, a malincuore, nella misura in cui genera adrenalina , il nostro stupore quando  questo ''nostro'' mondo riceve scosse epistemologiche.
Niente paura, si tratta di un edificio più che solido, e sono solo da considerare come normali eventi dinamici di una evoluzione che va avanti, perchè nessuno la può arrestare.
#1863
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2024, 09:19:31 AMIl principio di causa-effetto è  più difficile da rimuovere ed è impossibile fare ricerca in sua assenza: si tratti di un assassino o dell'entanglement. Nemmeno quast'ultimo vi sfugge: un elettrone cambia spin "se e solo se" un'azione esterna cambia lo spin del suo gemello.

Noi conosciamo in modo cosciente come se valesse il principio di causa-effetto, e non riusciamo ad immaginare un diverso modo di conoscere.
Cioè, per quel che ne sappiamo, il nostro conoscere è il principio di causa effetto sono la stessa cosa.
Dunque il principio riguarda la nostra conoscenza più che la realtà, ma riguardando così, seppur indirettamente, la realtà, potremmo indurre ad esempio una sua coerenza, di cui prenderemo nota senza necessità di farne un principio .

E' vero che si invoca un diverso modo di conoscere alternativo alla ragione, non foss'altro che per scongiurare di ridurci a ragione, ma in tal modo stiamo continuando ad assimilare la realtà, di cui siamo parte, alla conoscenza.
Assimilare l'uomo alla ragione sarebbe come assimilare il falegname alla sega.
Dal fatto che la realtà ci appare come composta di parti, deduciamo che la realtà di quelle parti sia fatta, senza che ci sfiori nemmeno il dubbio che siamo stati noi a segarne le parti con una sega.
La realtà non è fatta di parti, ma si presta ad essere segata, e nella misura in cui riusciamo a dividerla la dominiamo
Essa ci apparirà fatta di parti solo nella misura in cui non abbiamo coscienza di averla segata, ed è dalla mancanza di questa coscienza che queste parti deriveranno la loro solida concretezza, parti che infatti quando andiamo a indagare la realtà in modo cosciente si faranno sempre più impalpabili.
Più che di parti più meno invisibili della realtà, sono parti della realtà che ci spariscono sotto gli occhi man mano che la ricerca procede, palesandosi così la loro natura virtuale, per cui se abbiamo confuso quelle parti con la realtà, la realtà sembrerà così svanire.
Quelle parti  possono benissimo confondersi con la realtà, ma non c'è una stretta necessita a che ciò avvenga, essendo solo una questione di opportune assunzioni più o meno coscienti.
Assunzioni che in mancanza di una coscienza di averle fatte, appariranno come evidenze, al modo che evidenti ci apparivano le assunzioni  poste a premessa della geometria euclidea, mentre oggi sono solo ipotesi che possiamo assumere fra tante, che non occorre condividere a priori, ma su cui si può opportunamente convenire.


#1864
Varie / Re: L'enigma delle direzioni
09 Giugno 2024, 08:26:52 AM
Citazione di: Eutidemo il 09 Giugno 2024, 07:16:51 AM
Per aiutarti ti dirò

Va bene ci proverò, supponendo che l'enigma sia da risolvere dentro allo spazio euclideo, e che i punti e le direzioni di cui si parla siano quelle definite dentro a quello spazio.
Diversamente l'enigma si ridurrebbe a, indovina che spazio, e quindi relativi punti e direzioni, ha in testa chi ti propone l'enigma, dando esso per contato che tu abbia in testa lo stesso spazio con gli stessi relativi punti e direzioni. :)
Mi spiego meglio, stante l'aiutino che ci hai dato,
l'enigma potrebbe essere così enunciato.
In quale spazio vi sono  dei punti di partenza dai quali ci è possibile scegliere una sola direzione; la quale, però, prima o poi ci porterà a destinazione.
E' lo spazio euclideo, quello iperbolico, quello sferico, etc...?
Provate a trovare la soluzione.
#1865
Agisco, dunque la realtà è, ed io ne sono parte.
 
#1866
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2024, 06:02:48 AMNon per motivi catechistici, ma perché i laboratori non possono fare a meno di ritenerlo valido.
Concordo, ma i laboratori portavano avanti il loro lavoro anche prima che il principio venisse enunciato, quindi secondo me il principio vale più come una presa di coscienza di come si lavora, e si lavora come se ciò che osserviamo fosse indipendente da noi, ma nel momento stesso in cui lo dichiariamo di fatto stiamo insinuando che così potrebbe non essere.
Quindi secondo me un principio non è ne vero ne falso, perchè un modo di lavorare non è ne vero ne falso.
Nella mia riflessione pongo cioè il fare avanti a tutto, notando che il fare non richiede in se coscienza, e quindi poi mi chiedo cosa cambia nel fare quando interviene la coscienza, e ciò che avviene è un passaggio dal concreto mondo delle evidenze agli astratti mondi della scienza.
Viceversa, un nuovo principio che non nasce dal fare, diventa un suggerimento su come diversamente fare.
La realtà esiste se io riesco ad agirvi dentro, prima ancora che perchè si para davanti a me in modo evidente.
Agire in base ad evidenze è cioè un modo di agire, ma non l'unico. Quindi se la mancanza di evidenze non compromette il fare, allora secondo me il problema non sussiste.
Mettendo il fare inanzi a tutto, siccome fra diversi modi di fare non vi è contraddizione, la contraddizione può nascere solo quando ad ognuno di questi diversi modi di fare associamo un un diverso mondo, mondi che quindi entrano in contraddzione nella misura in cui riteniamo che possa esistere un solo mondo.
Se però posizioniamo i diversi mondi, compreso quello a noi più abituale, fatto di evidenze, e quindi di cose che esistono di per se, fra noi e la realtà, allora l'unicità della realtà risolve la contraddizione.
In sostanza credo che se si rinuncia a una conoscenza diretta della realtà, per la quale il mondo delle nostre evidenze storicamente si candida , molte questioni da troppo tempo rimaste sospese si risolvono perdendo di senso.
Questo non significa dover rinunciare al mondo delle evidenze dove le cose esistono di per se, e possiamo anche decidere che sia l'unico mondo in cui vogliamo vivere, però bisognerebbe avere la consapevolezza che nel momento in cui ci scegliamo una nicchia in modo così esclusivo questo avrà delle conseguenze.
Il rischio è cioè che ci si divida per questioni di principio , rinchiudendosi ognuno nel  mondo corrispondente al principio associato.
Quindi secondo me bisognerebbe alleggerire questi principi della loro inerzia realista, rendendone più agevole l'uso.
I nostri mondi infine non sono funzionali al nostro fare, ma nascendo invece dal nostro fare sono molto più che viziati dalle nostre osservazioni, in quanto le nostre osservazioni sono parte del nostro fare, che si scava la sua nicchia agendi dentro alla realtà, confondendola a volte noi con essa in ragione della consuetudine che vi abbiamo, consuetudine che ci fà apparire le cose come ovvie.
#1867
Varie / Re: L'enigma delle direzioni
09 Giugno 2024, 07:04:50 AM
Manca il riferimento allo spazio. ;D
Va beh, mi arrendo.
#1868
Varie / Re: L'enigma delle direzioni
08 Giugno 2024, 21:27:10 PM
Mancano i punti di partenza. :)
#1869
Tematiche Filosofiche / Re: Cosmo e Caos
08 Giugno 2024, 09:39:00 AM
Citazione di: niko il 08 Giugno 2024, 08:50:38 AMLa convinzione, tutto sommato falsa, ma utile, di essere liberi.




Concordo che questa convinzione sia utile, ma l'utilità è propria degli strumenti con cui interveniamo sulla realtà, e che funzionano alternando dinamicamente i loro possibili stati, aperto/chiuso, necessario/casuale, sopra/sotto etc..., ma nella realtà non esiste alcun sopra e sotto, caso e necessità, per quanto pur ciò ci appaia, e apparendoci ci comportiamo come se ciò fosse, e ciò si rivela utile a farsi.
Dopo aver scoperto che nella realtà non esiste un sopra e un sotto, non perciò abbiamo smesso di usarli e lo stesso potrebbe valere per caso e necessità.
Il mondo stesso in cui ci sembra di vivere, fatto di quel che ci sembra esser fatto, potrebbe essere uno strumento col quale interveniamo sulla realtà, confondendolo con essa, finché non sperimentiamo ''mondi'' alternativi di intervenirvi, relativizzandoli, restando assoluta la sola realtà.
Però finche unico rimane il modo di intervenire sulla realtà, essendo la realtà unica, ci sembra ovvio concludere che 1=1.
#1870
Tematiche Filosofiche / Re: Cosmo e Caos
08 Giugno 2024, 08:29:50 AM
La valutazione che nel tempo do alle cose , mutandola, somiglia all'uso che faccio degli strumenti, che prendo o lascio a seconda del bisogno.
Se è così si capisce perchè tendiamo a far nascere una cosa dal suo opposto, perchè l'essere aperta di una pinza nasce dal suo esser chiusa, e viceversa, ma il suo essere strumento sta nella ciclica dinamica dei suoi opposti.
Semplicemente tendiamo a confondere la realtà con gli strumenti attraverso i quali vi interveniamo, per cui al falegname la realtà sembrerà fatta di seghe, e  perciò a noi sembra essere fatta di caso e di necessità.
Ma quante possibilità ha un falegname di negare che la realtà sia fatta di seghe finché non conosca altri mestieri oltre al suo?
#1871
Tematiche Filosofiche / Re: Cosmo e Caos
08 Giugno 2024, 07:45:05 AM
@niko.
Tu scrivi ''La liberta' e' il frutto estremo della necessita''

Ma ha senso cercare l'origine di qualcosa nel suo opposto?
Cioè è possibile davvero immaginare che gli opposti non nascano insieme?
A me pare dunque che qualunque plausibilità vorremo dare a qualcosa dovremo darla anche al suo opposto.
In tal senso la necessità mi sembra avere lo stesso grado di plausibilità  della libertà, e dopo avergliene data tanto di plausibilità a entrambe le cose, forse per una legge del contrappasso, oggi tendo a dargliene poca.



#1872
Citazione di: Jacopus il 08 Giugno 2024, 00:02:23 AMOvvero come sono nati i primi batteri e/o virus da materiale inorganico.
Andando di fantasia, mi viene da pensare che il primo passo, restando ancora nell'inorganico, potrebbe essere stato l'organizzarsi della materia in una struttura che funzioni come una memoria, cioè una specie di computer primordiale.
Il secondo passo, restando ancora nell'inorganico , è immaginare un sistema che mantenga la sua memoria.
Il movimento di due masse a seguito di un loro scontro potremmo riguardarlo ad esempio infatti come la registrazione di quell'evento, che però si cancellerà al prossimo scontro.
La meteria non strutturata sarebbe quindi come un computer che possieda un solo bit di memoria, che viene sempre cancellato riscrivendoci sopra, come succedeva per le vecchie musicassette.  :)
#1874
Citazione di: Il_Dubbio il 07 Giugno 2024, 00:57:50 AMLa realtà dal punto di vista dell'osservatore cosciente (perchè poi in sintesi mi pare di capire che questo voglia puntare Iano) ha due opzioni possibili:
1) ciò che sta sotto la nostra osservazione non muta il suo meccanismo nel tempo, per cui noi osserveremo sempre la stessa identica cosa
2) la nostra percezione cambia repentinamente quindi nonostante il meccanismo sottostante sia rimasto immutato percepiremo diversamente la realtà sottostante.

 
Penso che la nostra percezione muti nel tempo in ragione di quanta coscienza usiamo, non essendo la coscienza in se necessaria.
Chi non usa coscienza vive nel mondo dell'evidenza, una specie di paradiso, ove non occorre alcuna conoscenza, perchè ogni cosa già appare per quel che è.
Da questo mondo, usando sempre più coscienza, ci stiamo allontanando, che è come uscire dal paradiso per gradi, e non per rovinosa caduta, come racconta la bibbia, che con la sua favola di Adamo ed Eva comunque in qualche modo ci ha azzeccato.
I mondi sempre più virtuali nei quali viviamo per alcuni sono un inferno dentro il quale scivoliamo piano piano.
Sembra dunque che abbiamo adesso due mondi fra i quali scegliere, ma in effetti noi possiamo scegliere solo l'inferno, perchè nel paradiso semplicemente ci siamo ritrovati.
#1875
Citazione di: Alberto Knox il 07 Giugno 2024, 19:46:21 PM"colore" è il nomen che abbiamo dato alla res. io non direi mai che la realtà sia fatta di colori  ovviamenre in quanto è fatta anche da cose che non si vedono e non si sentono ma non solo per questo.
Se la realtà fosse fatta di colori allora ad ogni colore dovrebbe essere associato uno spettro , la scomposizione dei colori al passaggio della luce attraverso un prisma indica che lo spettro è uno per tutti . Tecnicamente esiste il colore e non i colori  e questo colore sarebbe il bianco . Il nero invece è l'unico colore che si può vedere in assenza totale di luce .
Quindi diresti che la realtà è fatta anche di colori.
Infatti io non ho detto che secondo te è fatta di colori di modo che questi esauriscano la realtà, tanto è vero che ho parlato anche di palle da biliardo, dando per scontato che anche quelle per te fossero costituenti della realtà.
Sicuramente la realtà poi sarà fatta anche di cose che non si vedono, non si sentono e non si misurano, finché non disporremo di strumenti nuovi per misurarle.
, dato che sarà improbabile sviluppare nuovi sensi all'uopo.