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Messaggi - viator

#1861
Tematiche Filosofiche / Realtà e verità.
14 Maggio 2020, 18:42:11 PM
Salve. Ho estratto questa semplice domanda dal corpo di uno dei vostri interventi in corso :"Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?".

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Poichè lo stabilire il "cosa sia" un qualcosa dovrebbe convenzionalmente implicare il fatto che la definizione - se raggiunta e condivisa - di quella tal cosa covrebbe consistere nella "verità", mi sono permesso di abbinare i due concetti, proponendomi l'ardua (mica troppo!) intenzione di dimostrare che "realtà" e "verita" risultano invece concetti antitetici, nel senso che - ove si ammetta l'esistenza di entrambi essi - dove l'uno sta l'altro deve risultare assente, ovvero entrambi sono concetti relativi che possono avere senso solo all'interno di ambiti relativi diversi.

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Cominciando con la "realtà", ahimè dobbiamo anzitutto affermare in esordio che essa realtà - pur essendo concettualizzabile - in sè non è affatto un concetto bensì un insieme di eventi ben concreti, sentendo io di definirla come  "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)". Accenno appena al rovescio (complementare) del concetto di realtà, quello di "fantasia", per il quale quindi dovrebbe valere la definizione "l'insieme dell'essere immateriale come da noi concepibile (mentalmente).

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Se così si fosse d'accordo che sia, ecco che la realtà risulta percepile nell'immediato anche in assenza di sua elaborazione mentale, la quale può avvenire solamente a posteriori. In effetti, potremmo secondo me affermare che la fantasia consista proprio nell'attività di concettualizzazione degli ingredienti delle realtà già sperimentate dal soggetto.

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Forse che i sogni (sia quelli del sonno che quelli della veglia), per quanto fantastici, surreali possano essere, non sono forse composti di singoli frammenti e fotogrammi vissuti, ricordati, conosciuti come possibili nella realtà ma che vengono assemblati in modi diversi, illogici, impossibili, onirici appunto..............per comporre infine la loro irrealtà complessiva ?

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Allora ecco, a questo punto dovremmo aver risposto alla domandina con cui si esordiva sopra : la "realtà mentale" non esiste dal momento che la realtà stessa non può che risultare originariamente, eziologicamente, estranea alla mente, per raggiungere la quale deve anzitutto far parte dell'"essere materialmente" (=evento fisico), quindi produrre effetti materiali sensorialmente percepibili, quindi coinvolgere le nostre funzioni psichiche (=emozionali) poi quindi le nostre ulteriori facoltà concettuali e di livello ancor più superiore per venir eventualmente "manipolata" mentalmente. Quindi risulterebbe evidente che la realtà in sè può esistere solo in via oggettiva poichè il suo "ingresso" nella nostra mente attraverso un simile percorso non potrebbe che snaturarla rendendola soggettiva.

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Venendo alla "verità", dal momento che "vero" - per ciascuno di noi e poi quindi per tutti noi - significa "ciò che io son convinto che sia" (sfido chiunque a confutare - con qualsiasi mezzo ed attraverso qualsiasi acrobazia dialettico-filosofica-fideistica)...........è ovvio che :


       
  • in mancanza di un qualche "io" che risulti convinto di qualcosa, la verità non può esistere (per cui non è possibile che all'interno della realtà sia contenuta una qualche verità)
  • dal momento che ciascuno di noi crede ad un certo numero di verità personalistiche, la "verità" è sempre sia multipla che relativa. Ripeto per l'ennesima volta (ed anche qui invoco improbabile confutazione)......ma si è mai visto qualcuno che trovasse non vero ciò in cui crede ??.
DIMENTICAVO : In : "ciò che io sia convinto che sia" il "sia" (verbo essere) significherebbe "ciò che avendo secondo me una o più cause, son convinto che abbia uno o più effetti".
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Allora e quindi, la realtà può stare solo fuori delle nostre teste, mentre la verità può starvi solo dentro. O no?. Salutoni.


#1862
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
13 Maggio 2020, 22:43:44 PM
Salve giopap :citandoti : "Inoltre ho dimostrato che non é dimostrabile né che in realtà esiste ordine (nell' unico senso che consente di distinguere ordine da caso; che altrimenti si fanno ciance inutili) né che esiste caso".
Interessante conclusione della quale mi permetto di far parafrasi utilizzando liberamente sia la logica che la semantica :
"Inoltre ho affermato nei fatti (=dimostrare) che non è dimostrabile nel fatti (=che è impossibile affermare nei fatti) e neppure che in realtà esiste (=neppure che nei fatti reali, cioè realtà) esiste ordine (nell'unico senso che consente di distinguere ordine da caso (ma che c'entra l'ordine (assenza di caos e di disordine) con il caso (assenza di intenzione o di necessità) ??); che altrimenti si fanno ciance inutili) nè che esiste caso(=nè che esiste l'assenza di intenzione o di necessità)".
Secondo me il caso sarà presente od assente, ma il casino c'è eccome!. Gli argomenti come questo sono quelli che io chiamo "spasmi filosofici". Saluti
#1863
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
12 Maggio 2020, 18:56:36 PM
Salve..............toc!, toc!......permesso ?...........posso entrare ?.
Sono la convitata di pietra del dialogo soprastante. Stavo fuori, in anticamera,in attesa che qualcuno si ricordasse della mia esistenza.



Mi chiamo Necessità e, là fuori, stavo seduta su due teste il cui supporto però mi sembrava del tutto aleatorio, per cui ho preferito alzarmi per evitare di andare a finire con il culo per terra.



Infatti una delle teste conteneva il concetto di "caso", notoriamente inesistente al di fuori delle teste umane (come bene ha detto IANO), nonostante esso concetto cerchi continuamente di usurpare il mio trono. Perciò la prima testa la sentivo floscia.




L'altra testa invece conteneva il concetto di "intenzione", il quale non val neppure la pena ribadire che trattasi di contenuto esclusivamente umano. Non conoscendo fino a quale punto l'intenzione umana riesca a sostenere dei pesi (e vi assicuro che io, "Necessità", sono il più ingombrante ed obeso dei criteri logico-filosofici), mi son tolta anche dalla seconda testa.





................Ora, se mi farete entrare, potrò fare la convitata brava brava e muta muta come si conviene a certe "verità", sarò una semplice spettatrice e voi potrete continuare a giocare e discutere con gli effetti dell'esistenza delle vostre teste. Intanto saluto rispettosamente.
#1864
Salve Andrea : Citandoti : "In effetti sono grafici interessanti:
La Svezia ha 260 casi e 32 morti su 100000.
L'Italia ha 360 casi  e 50 morti su 100000.
Come direbbe qualcuno, la prova incontrovertibile del fiasco italiano".



Ma non facciamo paragoni penieni tra la pianura padana e gli spazi svedesi !!. Saluti.
#1865
Salve cvc. Citandoti : "Dovrebbero esserci scambi di vedute, vedo che invece alla fine prevale il carattere".

Mi dispiace vedere che tu dai un senso diverso dal mio agli interventi che qui dentro si susseguono. So benissimo di essere assai poco colloquiale nei miei interventi, talvolta troppo netti, sempre tendenti al laconico (salvo argomenti piuttosto ostici), qualche volta urtanti delle sensibilità che io non possiedo.

Sai.....io mi considero un tipo con forse poche idee, probabilmente sbagliate ma, CERTAMENTE molto, molto chiare. Chi ci posso fare ? Diventare un educato manierista ?.


Ricordo quando, fanciullo, frequentavo catechismo ed oratorio perchè (giustamente, dal punto di vista pratico) spintovi da mia madre, la quale doveva badare anche a mie due sorelle, un marito e la conduzione di un negozietto che si rivelò comunque ostinatamente fallimentare.


Rapidamente mi accorsi di non capire una certa cosa : la ripetitività ossessiva - veramente esagerata ed implacabile - delle preghiere, della dottrina, delle cerimonie e delle prediche. Mi chiedevo perchè mai la Chiesa fosse convinta di avere a che fare con degli smemorati, dei mezzi dementi.


Io acquistai l'indipendenza di giudizio grazie all'esagerato attivismo della religione nella propaganda dei propri concetti. E continuo a praticarla. Ti saluto amichevolmente.
#1866
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
11 Maggio 2020, 22:11:08 PM
Salve iano. Citandoti : "Postulare l'inconoscibile è una affermazione assoluta ( un credo ) che va' in coppia col suo contrario. Postulare la conoscibilità".

Scusa ma che dici ? Per coltivare filosofia e psicologia perdi il contatto con la logica ?. Anzitutto il postulare è una cosa (un concetto a base razionale), credere un'altra (appunto una scelta a base psicologica).


Data l'inesorabile limitazione cui è soggetto il possibile conoscente (l'uomo), è inesorabile (al di là di ogni postulazione filosofica e di ogni suo contrario) che il conoscibile sovrasti e travolga le possibilità di conoscere sia del conoscente che dell'insieme di tutti i conoscenti.


Il conoscibile aumenta continuamente ad una velocità superiore a quella con cui può dilatarsi qualsiasi contenitore di conoscenza. Ciò perchè il conoscibile è infinito quindi ASSOLUTO mentre la conoscenza (a meno di tirare in ballo Dio) è sempre limitata perchè RELATIVA.


Saluti.
#1867
Salve cvc. Citandoti : "Tanto che nel linguaggio comune ciascuno sa cosa si intende per anima, spirito, coscienza".


Lieve incidente lessicale : "Tanto che nel SENTIRE comune ciascuno CREDE DI SAPERE poichè LO SENTE, ma non CONOSCE nè E' IN GRADO DI SPIEGARE ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO cosa egli intenda per anima, spirito, coscienza".


E' tutta qui la differenza tra le riflessioni e le ciance, così è sempre stato e sempre sarà. Amen e saluti.
#1868
Salve iano. Citandoti : "Fra se' e altro da se esiste  un confine (poniamo sia così).
Diversamente non potremmo distinguerli"
.

A prescindere dalla mia (personale) convinzione monistica della mancanza di confini tra gli enti e le manifestazioni (è la nostra intrinseca limitatezza che "ci fa vedere" (nel senso speculare di "impedirci di notare la mancanza di") tutti i confini tra le singole, relative ed innumerevoli "realtà"............la mancata dististinzione di confini (anche considerandoli esistenti) può comunque dipendere dalla loro distanza dal "noi" (appunto in funzione della limitatezza sia dei nostri sensi che delle nostre menti).


In definitiva, delle tre l'una (o - al limite - due o tutte e tre): la sbarra di confine :

       
  • c'è, noi abbiamo una ottima vista, ma c'è anche molta nebbia;
  • c'è ma noi abbiamo una vista piuttosto cattiva;
  • non c'è.
Saluti.



#1869
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
11 Maggio 2020, 20:50:22 PM
Salve iano : citando da giopap : "Credo nell' esistenza di "variabili ineluttabilmente, insuperabilmente nascoste", "destinate a rimanere sempre e comunque tali".
Che assomigli alla storia della volpe e dell'uva è possibilissimo in senso figurato. Dal punto di vista logico vedi tu se desideri negare l'esistenza dell'inconoscibile. Saluti.
#1870
Salve. Vedo se qualcuno può aiutarmi. Sto cercando di trovare il rete qualche commento di origine vaticana alla vicenda della Signora ex Silvia, ma non riesco a trovare nulla di serio. Avete qualcosa da "linkarmi" ?.


Vorrei anche capire se Papa Francesco si è o meno congratulato con la pecorella per il suo ritorno all'ovile (almeno geografico) oppure se l'abbia rimproverata per il suo cambio di gregge.


Grazie a voi tutti in ogni caso. Saluti.
#1871
Salve baylham. Citandoti :"Una cosa che non capisco è il cambio di nome.
In ogni caso bentornata libera Aisha"
.


Mi sembra di capire che a tuo parere la Signora ora Aisha avesse perso temporaneamente la propria libertà.

A questo punto bisognerebbe capire - prima di parlare di perdite e riacquisizioni (a quanti Euro/chilo ?) di libertà - come siano andati realmente i fatti.

Sembra che la Signora ora Aisha un dì abbia deciso - senza preavvertire nessuno dal momento che si trattava di una libera cittadina italiana maggiorenne ed in grado di (convenzionalmente) intendere e volere - di recarsi in altro Paese senza stipulare alcuna Polizza Assicurativa contro l'imprevedibile od il prevedibile (stante la precarietà delle condizioni di vita e di diritto di certi Paesi).


Al suo recentissimo ritorno in Italia la Signora sembra aver dichiarato di non aver subito violenza da parte dei suoi rapitori. Ma se non ha subito violenze allora vuol dire che risultava consenziente a spostarsi con loro fin dall'inizio ! No violenza = no reato di rapimento !.


La Signora avrebbe poi affermato che, durante la sua permanenza in Somalia, non si sarebbe trovava costretta fisicamente (legata, immobilizzata od altro). Apparente conferma di quanto sopra ho ipotizzato.


La Signora avrebbe poi comunicato di essersi spontaneamente convertita all'Islam.


La Signora avrebbe poi comunicato di essersi unita in consensuale matrimonio con qualcuno.


Ma secondo te, caro bailham, di che ci sarebbe da felicitarsi se sembra che la Signora abbia fatto tuttò da sè in libertà pressochè totale ?

La cosa pazzesca - spese a parte (tanto che 'cce frega à noiantri !) è che all'aeroporto c'erano le autorità a darle il benvenuto !. Saluti.
#1872
Salve iano ed Ipazia.


Citazione di: iano il 11 Maggio 2020, 01:30:10 AM
Citazione di: Ipazia il 10 Maggio 2020, 22:41:20 PM
Da dove nasce la coscienza ? Viator : dalla "necessità evolutiva" del crearla, sotto forma di funzione collegante la memoria (quella parte di dati mnemonico-istintual-esperienziali detenuti dalla psiche e che la psiche stessa "permette" di rendere disponibili verso la mente)......collegante, dicevo, quella certa parte dei contenuti della memoria da rendere consapevoli alla mente, in modo che le "superiori" facoltà della mente stessa possano elaborare tali dati per poter prendere le decisioni che la psiche (l'istinto) non può, non vuole, non riesce a prendere.
C'è una domanda di riserva? ;D
Ad esempio.
A cosa serve la coscienza ?.
Da quale esigenza scaturisce?
Viator : Appunto, vedere sopra.
Intuitivamente a me sembra essere un supervisore dell'istinto. Viator : Intendi dire : alla tua coscienza sembra di star "sopravvedendo" all'istinto. La psiche, la quale alla nascita contiene solamente l'istinto di sopravvivenza, si riempie poi di contenuti destinati in parte a venir gestiti autonomamente dall'istinto stesso (si tratta della memoria inconscia e contiene quando necessario ad innescare le reazioni automatiche - non contraddicibili da coscienza e mente - che tutelino la nostra integrità corporale di fronte alle minacce dell'ambiente a noi esterno).............ed in altra parte da contenuti che risultino "richiamabili" ed "accessibili" (attraverso appunto la coscienza) alla mente consapevole.
In realtà, quindi e secondo Viator, è la psiche-istinto che governa le reazioni e quindi poi i comportamenti fondamentali e decide tra le reazioni immediate ed automatiche (nei casi di pericolo o di sofferenza psichica) piuttosto che la ponderazione coscenzial-mentale dei comportamenti da assumere (in tutti gli altri casi meno importanti.
L'istinto consente una risposta rapida , non necessariamente corretta , ai problemi che si presentano agli esseri viventi.
Una risposta sufficientemente corretta nella misura in cui i problemi che si presentano sono i soliti.
Quindi i problemi che si presentano in un ambiente poco vario e stabile.
Gli errori sono pochi e la risposta è efficacemente veloce , perché si agisce senza perdere tempo a pensare.
In un ambiente altamente mutevole l'istinto perde di efficacia.
Gli errori sono troppi. Tuttavia non si può rinunciare all'istinto.
Nasce allora un supervisore , che rallentando la reazione istintuale la controlla , bloccandola se serve.
La coscienza comporta un notevole consumo di energia.
Quindi va' usata nella misura in cui serve.
Quindi la coscienza è un prodotto dell'evoluzione in un ambiente in rapido cambiamento.
Allora direi che per capire cosa sia la coscienza bisognerebbe approfondire cosa sia l'istinto. Viator : come detto sopra, l'unico contenuto originario (ed esclusivamente formale - consistente quindi solo in "istruzioi" ereditarie genetiche e biochimiche) del sistema nervoso di un essere vivente. Se l'essere vivente è dotato di un sistema nervoso assai superiore e complesso, l'istinto genererà una psiche, ovvero si combinerà con la memoria (l'insieme dei ricordi-informazioni creato dall'esperienza vitale) la quale a sua volta, nel caso degli essere umani, si sdoppierà nelle due memorie inconsapevole (funzione psichica) e consapevole (funzione coscenziale e poi quindi mentale).
Non credo che capire da dove nasca l'istinto sia meno interessante dal capire da cosa nasca la coscienza.
Magari si comprenderà poi che fra istinto e coscienza non c'è una differenza sostanziale.
Da dove nasce l'istinto?
Questa domanda sembra meno problematica.
Nessuno probabilmente  si chiederà come faccia a nascere l'istinto dalla materia.
Anche se.... sembra che Viator ci abbia provato alla sua maniera.
Ma certamente questa domanda di scorta ci coinvolge pregiudizialmente in minor misura. E non è poco.
#1873
Salve jacopus. E per forza che non andiamo d'accordo ! Io considero i miei interventi un (tanto per restare in Francia) semplice "divertissement" !. Saluti.
#1874
Salve giopap: citandoti parzialmente : "Ma é così difficile da parte tua capire che, per il fatto che senza cervello niente coscienza (ma anche, altrettanto: senza coscienza niente cervello!), il cervello é cosa affatto diversa dalla coscienza? Evidentemente sì!".

Senza coscienza niente cervello ? Ma scherzi ? E durante sonno, coma, sogno il cervello (intenderai : le restanti funzioni cerebrali) dove starebbe ?. Resta al suo posto, in attesa di riattivarsi prontamente. Con (ad esempio) la memoria ben piena. Infatti la coscienza non è altro che la funzione collegante la memoria consapevole (quella parte di dati ed esperienze accessibili alla coscienza stessa) .... con la mente e le sue "posteriori" ed ancora più "elevate" funzioni.

Secondo la tua affermazione precedente, sarebbe come affermare che, spenta la lampadina, venga a sparire l'impianto elettrico perchè qualche volonteroso elettricista lo smonta disperdendolo e rimontandolo altrove. Saluti.
#1875
Salve jacopus. Peccato ! Si vede proprio che sono accecato dalla vanità poichè pensavo di essere il primo a scoprire certe cose. E dire che pensavo già sia all'utilizzo dei fondi del Premio Nobel che ai diritti dell'utilizzazione industriale delle mie cogitazioni.


Comunque ti ringrazio di avermi ricondotto alla "realtà" e vorrei pregarti, se puoi e se vuoi, di continuare a vigilare sulle mie esternazioni. Saluti.