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Messaggi - bobmax

#1861
Attualità / La querelle Gozzini / Meloni
21 Febbraio 2021, 20:35:04 PM
Sono convinto che questo non sia che l'ennesimo sintomo del diffuso abbruttimento che pervade la nostra società.

Vi è senz'altro molta ipocrisia. Ma ho l'impressione che vi sia pure di peggio.
Sembrerebbe che non vi possa essere niente di peggio di un'ipocrisia tanto diffusa.
Eppure...

Perché l'ipocrisia può essere inconsapevole solo fino a un certo punto. L'ipocrita sotto sotto sa di sostenere delle frottole.
Magari non ne è del tutto consapevole, ma che stia rinnegando la verità non può non avvertirlo.

Ma lo fa comunque perché ritiene di averne un tornaconto. Che può avere mille motivi. Dalla difesa della propria "casta", all'invidia verso chi si esprime liberamente, al voler apparire "buono" a tutti i costi...
Una infinità di motivazioni può avere l'ipocrita, per le sue falsità.

Ma la nostra situazione è invece pure peggiore.
Perché sono convinto che in molti di quelli, che hanno prontamente levato gli scudi, non vi sia neppure dell'ipocrisia!
Semplicemente ripetono gli slogan sollecitati da altri. Senza alcun proprio discernimento.
Solo perché "suona" bene...

È il sonno della ragione.

E ho paura che i mostri non tarderanno.
#1862
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
21 Febbraio 2021, 10:12:22 AM
Ciao Doxa

Concordo con te. E percepisco pure come tu ti stia inoltrando nella giusta direzione.

Perché la questione da affrontare è sempre quella: la Verità.

Che non conosciamo. Ma in cui non possiamo certo sperare, se iniziamo col mentire a noi stessi...
Di modo che dobbiamo necessariamente fare i conti con noi stessi.

Cosa è "vero" per me adesso?

Sì, questa mia attuale verità un domani potrà non esserlo più. E magari anche adesso non è fermissima... Però è ciò che ora considero "vero".

Non so se nei tanti buonisti vi sia una effettiva sincerità. Magari vi è invece ipocrisia, è solo un atteggiamento da mostrare. Oppure è davvero bontà...
In quest'ultimo caso, beati loro.

Io invece non sono buono.
E non baratterei la mia fragile "verità" per nessuna beatitudine.
Perché questo è ciò penso "vero" ora!
Nessuna ipocrisia è accettabile, quando si imbocca la via della Verità.

Non è certo affermando che tanto rubano pure altri, o che fanno le pentole, come mi è stato replicato da dei buonisti, che mi si fa cambiare idea sui rom.
Le stesse anime candide per cui i diritti vengono prima dei doveri...
Altro motivo di disaccordo.

Quindi la mia "verità" me la tengo stretta.
Fino a quando si rivelerà... falsità.

Ma assolutamente non devo mentire a me stesso.
Difficilissimo.
Perché è grande la tentazione di prendere una scorciatoia abbandonando la via della Verità.

Chiudendomi ai dubbi, evitando di guardare là dove la mia "verità" traballa. Come quando pur noto il vuoto in quegli occhi senza speranza.

Ma la Verità lo pretende.

Anche se ad ogni nuova falsità che scopro in me mi assale la sofferenza.
#1863
Tematiche Filosofiche / Re:Perché amare la Natura?
19 Febbraio 2021, 17:18:31 PM
Citazione di: viator il 19 Febbraio 2021, 12:52:49 PM
Salve bobmax. Ovviamente tu hai sia ragione che torto. Hai ragione nel senso che l'analisi è necessaria alla formulazione della sintesi, ma da sola resta esercizio perfettamente vano.
Ciao Viator

Diciamo allora che mi dai ragione su tutta la linea...
Infatti avevo scritto:

Citazione di: bobmax il 18 Febbraio 2021, 17:07:03 PM
La sintesi è comunque a un certo punto necessaria, perché se infine non avviene, l'analisi resta sospesa, in sostanza vana.

Tuttavia non concordo con quanto scrivi:

Citazione di: viator il 19 Febbraio 2021, 12:52:49 PM
Hai torto nel senso che la sintesi può - al limite - fare a meno dell'analisi, permettendo comunque di prendere delle decisioni concrete magari indovinando ciò che risulterebbe comunque vero ed utile una volta che si procedesse all'analisi della sintesi che ha generato le nostre scelte.

A livello dialettico io considero che le discussioni debbano partire sempre da una tesi, la quale risulterà naturalmente consistere in una "ipotesi sintetica" nascente da una previa ad autonoma analisi unilaterale da parte di chi ponga la tesi stessa.

Ma agli interlocutori va anzitutto sottoposta la tesi sintetica, la cui formulazione concisa e snella possa permettere di più facilmente svolgere il successivo contradditorio avente magari forma analitica.

Se il contradditorio dovesse partire dalla esplicitazione di una analisi, quello che potrebbe partire non potrebbe essere un contradditorio a più voci ma solo un accavallamento di esegesi o di soliloqui esegetici costretti a "nuotare" in un mare di termini e considerazioni contenuti nella tesi analitica necessariamente prolissa dalla quale qualcuno ha deciso di partire.

Secondo me, è importante considerare che i termini: sintesi, tesi e intuizione... non sono equivalenti.

Una tesi sintetica non è detto che sia proprio una sintesi. Dipende da dove scaturisce questa tesi.
Ed è sempre una "tesi" che si discute, non una sintesi.
La tesi dovrebbe essere senz'altro concisa, e anche questo non facile... ma essere concisi, sintetici, non vuol dire che si sia effettivamente fatta una sintesi di un argomento. Semplicemente si può averlo intuito.

La tesi potrebbe essere in effetti un'intuizione. E non avrebbe perciò niente a che fare con la sintesi. Che necessita di una analisi precedente.
L'intuizione è fondamentale!
Sono convinto che tutta la matematica si regga su intuizioni, per esempio.

Ma sebbene importanti, indispensabili, le intuizioni non sono delle sintesi. Sintesi di che?

E non si discute con delle intuizioni. Se ciò avviene è un dialogo tra sordi.

La discussione di una tesi, se autentica, è sempre una analisi.

Se il contraddittorio non è una analisi allora sì che abbiamo un soliloquio.
E cioè la contrapposizione di tesi arbitrarie che non si basano su alcun processo investigativo e che non affrontano la prova dell'analisi...

Cioè situazioni di un inutile contraddittorio incapace di svolgere una concreta analisi. Situazioni non rare pure in questo forum...
#1864
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
18 Febbraio 2021, 17:07:03 PM
Ciao Viator

La sintesi segue necessariamente l'analisi.
Se non vi è stata analisi non può esservi sintesi.
La sintesi sarà tanto più attendibile quanto più l'analisi sarà stata approfondita.

Senza analisi vi può essere solo intuizione.
La cui idea, se non conduce ad una analisi non può che inevitabilmente abortire.

La sintesi è comunque a un certo punto necessaria, perché se infine non avviene, l'analisi resta sospesa, in sostanza vana.
Ma è necessaria sempre e solo dopo una analisi.

Riguardo alla circostanza "benefica" è a mio avviso interessante notare come evolva nel tempo il nostro giudizio.
E anche questo giudizio è la sintesi di un'analisi.
Ed è infatti l'analisi, con le nuove conoscenze acquisite, a produrre una nuova sintesi, un diverso giudizio.
#1865
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
17 Febbraio 2021, 23:10:31 PM
Con "distacco" intendo il distacco mistico. Che consiste nella rinuncia alla volontà propria.
È annullamento di se stessi.

Come ho già avuto modo di dire.

Di modo che non può esservi alcuna presunzione nell'uomo distaccato. Perché il distacco è accettazione della propria nullità.

È comunque legittimo dare un diverso significato al termine distacco. Che tuttavia non è allora distacco mistico. E non ha perciò nulla a che vedere con quanto ho scritto.
#1866
Chiederebbe: "Conosci te stesso?"
#1867
Tematiche Culturali e Sociali / La comunicazione
17 Febbraio 2021, 11:54:03 AM
Citazione di: viator il 16 Febbraio 2021, 22:35:04 PM
Ti passo la mia personale definizione di informazione : "Forma di comunicazione consistente nel fornire una certa "forma" (cioè struttura, cioè ordinamento) a dei dati".

I dati possono essere sensoriali (schiacciamento di alluci) oppure concettuali (simbolismi matematici, alfabetici, d'altro tipo convenzionale).

Sì, Viator, l'informazione è una forma.
D'altronde vi sono solo forme.
Forme che sottintendono un contenuto, il quale si manifesta sempre e solo come forma...

Il "dato" non è mai davvero dato , ma sempre forma che rimanda.

La stessa fisica delle particelle si è inventata delle particelle messaggere, che altro non sono, o vorrebbero essere, che informazione pura.
Quindi forma, la cui sostanza... è la forma stessa.

Nella tua definizione di informazione vorrei evidenziare come ci ritroviamo inevitabilmente in un circolo.
L'informazione richiama la comunicazione che a sua volta si regge sulla informazione stessa...

In effetti, a ben guardare, vi è solo comunicazione, ossia informazione.
Comunicazione pura, che crea i poli che sembrano comunicare, ma sono invece creati dalla comunicazione stessa. Funzionali al suo potersi manifestare.

E la comunicazione non è forse che la stessa Esistenza?

#1868
Tematiche Culturali e Sociali / La comunicazione
16 Febbraio 2021, 15:39:53 PM
Secondo me dovrebbe prima essere approfondito il concetto di comunicazione.

Se con comunicazione intendiamo la trasmissione di una informazione da un polo all'altro, e così dovrebbe a mio parere essere intesa, dovremmo allora chiederci se questa "informazione", ossia conoscenza, non debba necessariamente essere già presente nel polo ricevente.
Magari anche solo in forma latente, embrionale, ma comunque già presente.
Se così non fosse, non vedo come potrebbe mai avvenire un'affettiva comunicazione.

Come potrebbe il ricevente dare un qualsiasi significato all'informazione ricevuta, se non sulla base del già da esso conosciuto?
La comunicazione non serve in sostanza a risvegliare in chi la riceve una conoscenza che già comunque possiede?

Può davvero esservi una informazione che sia presente qui ma non là?

E se davvero non fosse già là... non è assurdo pensare ad una sua possibile comunicazione?
#1869
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
16 Febbraio 2021, 10:04:23 AM
Che non ci sia nessuno che soffre deve essere inteso letteralmente. Non c'è proprio nessuno!

Non è uno stratagemma per rilassare la mente. Ma la constatazione che la persona in sé, la cosa in sé, è pura illusione.

Quindi io stesso sono Nulla.
Epperò mi manifesto...

Come?

Attraverso l'altro, che non è che me stesso.

Per non perdermi ho lasciato un filo d'Arianna: il male.

Cosicché l'amore, che sono, mi riporti infine a me stesso.
#1870
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
15 Febbraio 2021, 19:01:53 PM
Ciao Socrate78

Affermare che "è l'Amore a muovere il tutto" non è secondo me è sufficiente. Occorre chiarire come si deve intendere questo Amor che move il sole e l'altre stelle.
Per quale motivo dovrebbe essere Vero?

Perché questa non può essere la semplice constatazione di come vanno le cose.
Non siamo nel paradiso terrestre. Vi è il male, ingiustizia, innocenti che soffrono orribilmente per poi morire senza che vi sia alcun senso...

Se si vuol davvero tener fermo Dio = Bene, questo si scontra con il male, che c'è.
Affermare invece che no, che il male è soltanto il frutto di una nostra errata interpretazione, cosa implica?

Non implica forse che il mondo, la natura, sono ben diversi da come normalmente li intendiamo?

Se il male in realtà non c'è, ciò non vuol forse dire che non c'è nessuno che soffre?

Perché la sofferenza, il dolore, ci sono. Senza ombra di dubbio!

Ma, se è davvero l'Amore a muovere tutto, questa sofferenza, questo dolore, non sono però male, perché... non c'è nessuno che soffre.
#1871
Citazione di: Ipazia il 13 Febbraio 2021, 07:26:43 AM
I paradossi vero-falso mostrano i limiti del logos e della logica nel suo confronto con la realtà e dimostrano la fallacia degli "argomenti ontologici" impostati su "verità" meramente logiche.

Di solito il guastafeste è di tipo temporale e la fallacia consiste nel non tenere conto del suo apporto alla verità fenomeno-logica. Esemplare il paradosso della macchina del tempo col figlio che uccide i genitori prima della sua nascita.

Sì, il paradosso mostra un uso improprio della logica.
Che può solo chiarire il dato di fatto. Ma non può determinarlo.

Il divenire esula dal campo della logica.
Se non come ormai divenuto.

Infatti la legge di causa-effetto non è logica, ma solo sperimentale.
Per questo motivo il caso non è mai escludibile a priori, e neppure a posteriori...

Che il principio di non contraddizione, come quello di identità, siano solo una astrazione e per giunta inapplicabili sull'evolversi del divenire, pone un grosso interrogativo su cosa sia davvero la realtà.
#1872
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
12 Febbraio 2021, 20:43:03 PM
Citazione di: viator il 12 Febbraio 2021, 16:22:48 PM
Salve. Devo rettificare il mio pensiero. Poco addietro ho affermato, sbagliando clamorosamente : "L'amore è FACOLTA' allo stato puro, quindi massima espressione di libertà".

E' una castroneria. L'amore ha radice psichica (o spirituale, per chi creda in uno spirito), perciò è espressione istintuale (o divina, per chi creda in un Dio tradizionale), quindi sarebbe proprio il contrario di una facoltà, la quale è invece l'espressione di una mente (ragione) consapevole, la quale può anche contraddire la psiche-spirito.

Infatti, dicendo e ribadendo che l'amore non può essere oggetto di scelta od imposizione propria od altrui, si sottolinea che l'amore è qualcosa che - in un modo o nell'altro - CI COSTRINGE ad amare. Saluti.

Ciao Viator

Complimenti per la tua rettifica.
Che mostra, a mio parere, ancora una volta il tuo bisogno di Verità...

In effetti l'amore non può essere una facoltà, se intesa come capacità del volere.
Cioè non è possibile "voler" amare.
Ma sia ama o non si ama, a prescindere da qualsiasi volontà.

E' però forse possibile amare, ma non come atto di volontà.
Dico, forse, perché non è così certo che l'autentico amore esista davvero.
Chiamiamo sovente "amore" ciò che però non lo è. Magari è bisogno, possesso, piacere... ma non è amore.

D'altronde, anche quando questo amore pare essere davvero sincero,  sono convinto che non si ami mai davvero qualcuno o qualcosa.
Ma sempre, se l'amore è "vero", e non ve ne mai certezza... si ami ciò che sta oltre quel qualcuno o qualcosa. L'oggetto d'amore non è mai davvero oggettivabile. E' più una mancanza, un vuoto, che però scalda il cuore.

Così ciò che si crede di amare è in realtà occasione, mezzo affinché l'amore scaturisca. Perché l'amore supera ogni sua determinazione.

Se questo amore è "vero", questa è la prova della volontà divina.
Se capita che scaturisca in noi uno slancio d'amore, verso non importa cosa, ecco la manifestazione di Dio!
L'amato può essere qualsiasi cosa, anche il più umile oggetto. Ciò che conta è l'amore.

Ma non è possibile amare come atto di volontà.
Amo o non amo non dipende da me.

Amare perciò la natura, può capitare oppure no, non dipende da noi.
Ma da Dio.

Dio ama se stesso.
#1873
Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2021, 18:42:50 PM
La Grazia è il Nulla, quello Vero, che prima o poi arriva per tutti i mortali.
Certo Ipazia non ci sarà più. Non esisterà più... sarà nulla.

Ma Ipazia è mai esistita davvero?

Davvero esiste ora una Ipazia incondizionata, libera, che prescinde da tutto il resto?

O non è invece stata sempre, in definitiva, puro nulla?

Un nulla, tuttavia, in cui sono apparse, qui e là, tracce d'amore...

La storia di Ipazia finisce, il sipario cala.
Ma tu sei sempre quello stesso amore, che hai intravisto, come Ipazia.

#1874
Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2021, 16:41:27 PM
Citazione di: bobmax il 10 Febbraio 2021, 15:15:29 PM
Citazione di: baylham il 10 Febbraio 2021, 14:35:11 PM
Allora secondo logica il mistico è Dio.
Sì.
In quanto l'io non è più.
Dio è.
Dio è infatti anche detto "Supremo Distacco".
Su questo l'atea Ipazia, e Nicce sopra di lei, concordano perfettamente. Siamo nell'acme estatico della volontà di potenza ascetica.

No, è l'estinzione di ogni volontà personale.

Nietzsche sospetto l'avesse vissuta, ma forse non riconosciuta.
Tutto in lui esprime lo spasimo della volontà che cerca la propria dissoluzione.
Se lo ami, non puoi non vederlo.
Certo, il suo percorso, come per tutti i mistici, era la fede nella Verità.

Ipazia non so, mi sa di no. Sino a quando sarà finalmente colta dalla Grazia.
E qualcosa mi dice che non manca poi molto.
E' tutta una questione di Verità...
#1875
Presentazione nuovi iscritti / Mi presento
10 Febbraio 2021, 15:37:51 PM
Nelle tue parole avverto un profondo lavoro interiore.

Una mente che non si è mai arresa, neppure di fronte alle tante difficoltà fisiche.
Che è diventata persino consapevole dei messaggi che la vita man mano le inviava... non è da tutti.

Ora ti ritrovi ad affrontare una montagna...
Ti faccio i migliori auguri di riuscire a scalarla.

Vorrei solo dirti che molto, ma molto probabilmente, questa montagna che affronti in questo momento della tua vita l'hai posta tu. E' la sfida che hai deciso di porre a te stesso.

Non so se siamo il risultato di innumerevoli vite, oppure se la vita sia una sola, questa. Ma sono ormai convinto che vi sia solo il figlio unigenito, e sei tu. Finché ci sei, finché non torni al Padre.

E il Padre sei ancora tu.

Ci sei solo tu e il Padre, fintanto che ci sei.

E questo vale pure per me, sono il figlio unigenito.

Può sembrare davvero una contraddizione, ma solo nella separazione.

Buona scalata!