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Messaggi - daniele22

#1876
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
12 Maggio 2021, 15:38:34 PM
Citazione di: paul11 il 12 Maggio 2021, 00:25:41 AM
Se si supponesse che sia scienza che religione fossero  un falso paradigmatico, vale a dire che lo statuto della condizione umana cerca certezze, per natura umana, non sarebbe  né trascendenza e nemmeno l'immanenza la risposta: ci hanno provato da Nietzsche ad Heidegger che non erano ,fra tutte e due, filo religiosi o filo scientisti, ma cercavano , ognuno a suo modo, risposte immanenti sulle domande esistenziali.
Perchè le tre condizioni; filo religiose, filo scientifiche, e la terza via appunto di Nietzsche ed Heidegger falliscono? Questa è la filosofia del futuro che ancora non c'è.


Ciao Paul11, ciò che dici è più che giusto. Per come la vedo io la mia domanda esistenziale sta nello scoprire perché tutti proclamano pace e giustizia realizzando soprattutto guerra e ingiustizia. Forse è una domanda terra terra, magari gli altri pretendono altre certezze che sconfinano oltre la vita. Vai a sapere cosa pretende l'altro. Non conosco Nietzsche se non di lui qualche aforisma o brandello di pensiero che porto con me come cosa viva. Di Heidegger conosco solo la spiegazione condensata di "essere e tempo" vista su youtube a cura del professor Bancalari. Ti dirò in verità che mi son chiesto più volte, fintanto che guardavo e riguardavo il video, se il mio pensiero non coincidesse col suo. C'era però un punto del pensiero del filosofo che non mi convinceva, ed è il punto che esprime l'inautenticità dell'esserci. Com'è possibile? Il mio pensiero è che non vi sia alcuna inautenticità anche se non so approfonditamente cosa si intenda con tale termine. D'altra parte è vero che debba giustificarsi questa dedizione spasmodica verso l'ente. Però a me sembra che questo ricorso all'inautentico faccia restare l'uomo ancora dentro alla sua bolla. A mio giudizio Heidegger ha fallito poiché ha sbagliato la domanda.

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La terza via "laica" immanente è fingere, ed è questo il problema non risolto, che l'esistere possa essere privato dalla domanda "da dove veniamo", cercando nel "ma siamo nel qui ed ora, ed è inutile porci altre domande impossibili da risolvere", come "ma la morte, il cadavere che vedo è davvero la fine?" A mio parere, ma forse mi sbaglio, la via intentata da Nietzsche e in altro modo da Heidegger non trova risposte, perchè pur non essendo filo scientifici(positivisti) sono più propensi all'aspetto scientifico che religioso.


Vorresti dire che i filosofi fingono? Forse i professionisti, almeno spero. Io non ho contatti col mondo dei filosofi quindi non posso dir nulla.

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Quindi se l'origine è il passato, il qui ed ora è il presente, e la fine è il futuro, si avrebbe un paradosso, che solo una società scientifica e al tempo stesso religiosa danno insieme le risposte al passato, presente e futuro. Ma allora perché c'è un muro fra i due fideismi: religioso e scientifico?




Probabilmente perché le persone sono governate da istituzioni, le quali, essendo entità, si comportano come noi singoli, ovvero perseguono il loro esistere. L'idea di un Dio antropocentrato sta diventando sempre più debole. Non so se credo in Dio, ma in fondo Dio rappresenta solo quello che più profondamente non sai. Io mi accontento di sapere perché tutti proclamano pace e realizzano guerra e la curiosità della morte me la tengo stretta. A risentirci
#1877
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
11 Maggio 2021, 21:12:44 PM
Citazione di: iano il 11 Maggio 2021, 14:11:00 PM
Meglio sarebbe stato non essersi mai mossi...ovviamente lo dico con ironia Daniele.


Pure io lo dico ironia ... Di fatto, fino alle soglie del paradiso vorrei arrivarci riscaldato, ben nutrito e con qualche altro agio, non molti in verità. Il problema è se mi faranno passare, ma il problema è loro e non mio. Saluti Iano
#1878
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
11 Maggio 2021, 20:51:59 PM
Citazione di: inquieto68 il 11 Maggio 2021, 13:19:53 PM
Citazione di: iano il 10 Maggio 2021, 01:22:22 AM
La scienza si vanta con alterna fortuna di poter leggere il futuro a partire dalla considerazione del  presente, fidando che un futuro vi sia, mentre la religione auspica al minimo  un eterno presente,  fidando ancor meglio in un ritorno al passato, considerato quale sia  il presente.
Ma in verità la scienza ammette di non sapere dove andiamo , mentre la religione lo crede, perché in fondo si tratta di percorrere al contrario una strada gia' fatta.
Tanta fatica per nulla. Che peccato. Meglio sarebbe stato se non ci si fosse mai mossi.
Il primo passo per  tornare indietro è quindi fermarsi ,trasformando già così  il presente in un futuro certo, in attesa di un radioso regresso futuro.


Provo a raccolgo l'invito a rimanere sul tema del post.


Ma in un ottica laica la trascendenza, il divino, sono concetti assurdi, mentre la religione, pur come costruzione umana, esiste nei fatti, per cui avrà pur assolto a qualche necessità.
E tali presunte necessità sussistono anche dopo la rivoluzione scientifica?

Grazie inquieto68 e buona serata. In un ottica laica la trascendenza al divino non viene neppure presa in considerazione come dici, però un salto cognitivo in terra potrebbe benissimo accadere a cambiar le carte in tavola. Per come io vedo il linguaggio ad esempio, sarebbe a suo tempo accaduto che all'interno della realtà vissuta (sarebbe quella che tu chiami immanente? Scusami ... in quarta liceo venni rimandato in filosofia) qualcuno si fosse reso conto, ascoltando i motteggi vari del gruppo già dedito all'artificio, che esistesse un'azione che poi avrebbero chiamato parlare (mano a mano che gli altri si resero conto con la loro percezione che tale azione effettivamente esisteva). Ecco, per me questo potrebbe essere stato un salto (trascendenza?) di notevoli dimensioni. Ai giorni nostri tale salto in tono minore (riferito cioè solo alla nostra cultura occidentale) si sarebbe compiuto nel passaggio dall'era tolemaica a quella copernicana. Le trascendenze umane sarebbero infine dovute a quanta massa di individui viene coinvolta in una nuova consapevolezza, la quale può rivedere anche radicalmente una conoscenza anteriore sedimentata già da tempo. E' anche per tale motivo che penso che conoscere la nostra identità, che consiste in fondo a mio giudizio scoprire su cosa si fondi il linguaggio, possa costituire un salto cognitivo forse pari a quello che si verificò nel momento in cui scoprimmo di parlare. Va da sé, sempre a mio giudizio, che quando scoprimmo di parlare non avremmo avuto, a quei tempi, un pensiero sensibile alle tematiche filosofiche; e quando scoprimmo i problemi esistenziali eravamo già dimentichi dell'origine e delle tracce delle nostre parole. Giungendo a questa meta forse scopriremo la conclusione del ciclo.
Per quel che riguarda le necessità svolte dalla religione di sicuro esistono, ma esiste pure tanta falsità.
Ciao

#1879
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
11 Maggio 2021, 11:08:43 AM
Salve a tutti. Mi sembra che ad ogni post che viene messo in giro, all'interno di esso si verifichi un decadimento pressoché costante su discorsi che nulla hanno a che fare col post. Che relazione vi è tra il Post di Iano con le diatribe circa la teoria dell'evoluzione? Tutto ciò influisce sulla qualità e sulla partecipazione al forum. Io penso di essere un eretico ad esempio, ma se voglio mettere sul banco degli accusati la scienza penso di dover avere l'onestà intellettuale di farlo dall'interno delle sue regole che son poi le regole della ragione, senza cioè spacciare pochi indizi come prova di qualcosa. Detto ciò volevo chiedere a Iano cosa intenda dire quando sostiene che la chiesa auspica un ritorno al passato invocando ad un presente eterno. Poi dice che meglio sarebbe stato non esserci mai mossi. Siccome a me vien da dire che la civiltà umana sia un grande sogno che spero prima o dopo si ridimensioni a fronte di qualcosa, nondimeno non riterrei che si debba tornare indietro, sempre che con questo termine si voglia esprimere un ritorno all'età dell'innocenza. A mio giudizio dovremmo infatti andare avanti con altro metro di misura, sempre però corroborato dalla ragione. Se la ragione giusta fosse quella che sostiene che tutti (innanzitutto e per lo più) auspicano pace e giustizia, mentre ottengono in realtà guerra e ingiustizia, per me significa che c'è qualcosa che non quadra. Oppure si abbia il coraggio di dire che l'unica ragione buona è quella che il più forte debba sottomettere il più debole e non se ne parli più
#1880
Citazione di: viator il 10 Maggio 2021, 12:01:21 PM
Molti invece non si accorgono che questo è l'unico mondo possibile e, oltre al credere in altri mondi fuori dal mondo, pensano di riuscire a rivolta rapidamente pure questo (i più impazienti vorrebbero farlo nel corsod di una o due generazioni !) Saluti.


Ciao Viator, non sono d'accordo sul fatto che questo è l'unico mondo possibile, o forse non intendo bene quel che vuoi dire. Diciamo che questo mondo è pieno di porcherie e la gente di fronte alle oscenità si perde ad additare i colpevoli senza chiedersi quale sia il motivo più profondo che giustifichi l'avvenimento dell'oscenità. Il mondo è perfetto, non ha bisogno di giustificarsi. Dovrai però convenire che il futuro è incerto. Nel tuo profilo dici che solo l'amore ci salverà. Sono d'accordo, ma ti faccio una domanda. Secondo te, innanzitutto e per lo più, l'essere umano è fondamentalmente cattivo, tanto da compiere vere e proprie stragi all'interno dei suoi deliri? Ciao
#1881
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 18:47:30 PM
Citazione di: viator il 10 Maggio 2021, 12:56:25 PM
Salve niko. Il tempo è l'essere. Ovvero la "dimensione" al cui interno di realizzano gli eventi. Niente eventi, niente tempo. Nè fuori di noi nè dentro di noi.

Ormai alla nausea, ripeto la mia definizione dell'l'essere : "LA CONDIZIONE PER LA QUALE LE CAUSE GENERANO DEGLI EFFETTI". Ciòè l'essere è ovviamente il generatore degli eventi.


Gli eventi sempre furono, sempre sono e sempre saranno. Saluti.




Quello che dici Viator nella tua definizione e che io approvo è che si tratta di una condizione. Questa, come io l'intendo, prevederebbe in apparenza rinunciare all'immutabilità dell'essere. D'altra parte la definizione "L'essere è tempo" reca a mio avviso una contraddizione giacché il tempo implica il movimento. Quella che invece tu chiami condizione potrebbe rappresentarsi in una legge immutabile che determini l'esistenza del tempo ... Ciao intanto
#1882
Tematiche Spirituali / Re:Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 10:54:52 AM
Ciao Iano, non vedo per quale motivo dovremmo tornare indietro. E' vero quel che dici su religione e scienza però non dai molto peso al valore della scienza. Quanto è libera la scienza? Non sarà certo il metodo scientifico a determinarlo. A noi poveri individui resta però l'unica scienza libera che esista attualmente, ed è questa la filosofia. Manca un semplice modello verbale di chi sia l'essere umano ... E' l'unica speranza. Ho fatto una ricerca personale e ho scoperto che c'è un errore nella nostra mente. Tale errore darebbe una visione distorta della realtà. Cosa facciamo?
#1883
Citazione di: viator il 05 Maggio 2021, 11:18:51 AM
Salve. Qualcuno deve aver letto un poco distrattamente i post più recenti, se non ha capito che noi viviamo nel migliore e contemporaneamente nel peggiore dei mondi possibili. Ovvero NELL'UNICO MONDO POSSIBILE. Saluti.


Volevo infatti chiedere che cosa ci facesse il serpente nell'eden, ma in fondo non è importante. Da come parli Viator mi sembri razionalmente rassegnato e ciò mi preoccupa. O mi sbaglio?
#1884
Percorsi ed Esperienze / Il silenzio
09 Maggio 2021, 14:56:43 PM
Ciao a tutti. Come dice Viator in altri termini penso che non avendo noi l'esperienza del silenzio assoluto dovremmo considerare il termine silenzio come qualcosa di ideale. E come dice ancora Viator forse sarebbe interessante ascoltare cosa dice un sordo dalla nascita, ma questo è un altro discorrere. Come ancora si percepisce da altre risposte, ci sarebbe da indagare sul silenzio della mente quando questa è perfettamente allineata al suo corpo nello svolgersi di un'azione, e anche questo è un altro discorso. Ciao
#1885
Ciao Anthonyi, mi fa un po' meraviglia che tu non veda criticità nell'unione che si rappresenta in una bandiera di qualsiasi natura essa sia, ma ognuno pensa per quel che sa. In ogni caso prima della bandiera italiana ci fu quella dei medici o dei gonzaga o di chi altri ... Ci si ammazza per svariati motivi come dici, ma la maggior parte degli omicidi non avvengono per ideologia. Può sembrare esagerato paragonare lo Stato e la sua bandiera ad una ideologia, di fatto lo Stato nella sua veste ufficiale si mostra ai cittadini e agli altri Stati in virtù del proprio corpo giuridico che lo norma. Tale corpo non è facilmente riconoscibile in termini di ideologia. L'azione dello Stato però, pur attuandosi all'interno delle proprie regole, attua assecondando ideologie che sono le stesse ideologie di quelli che in quel momento lo governano. Col termine ideologia intendo sia un'ideologia comunista, quanto un'ideologia del potere o di qualsiasi altra cosa.
Dico che non sarà solo sangue l'azione delle nazioni, però mi risuona ancora l'epitaffio sulla tomba di Benjamin che cita il defunto filosofo: "Non vi è testimonianza della cultura che non sia accompagnata pure dalla barbarie." Se è questo il prezzo da pagare è un prezzo ben caro. Vi è la necessità del simbolo per tenere uniti? Che è poi la necessità del leader? Affidiamoci almeno allora ad un leader grandemente comprensivo che ci aiuti ad amare la vita che vediamo ogni giorno. Ciao
#1886
 Buongiorno, mi lancio ad aprire un post, è il primo che tento. Questo che segue è uno stralcio di un articolo che il poeta e scrittore siriano Nazih Abu Afash scrisse in occasione dell'uccisione di Rafiq al Hariri, uomo politico libanese ex primo ministro, occorsa nel 2005 a Beirut. Mi auguro che la riflessione che segue e che condivido pienamente possa stimolare qualche intervento al proposito.           

Si, quanto è bella la bandiera del Libano! Però, quanto più bella sarebbe se fosse veramente "una bandiera"! Com'è sfuggito al nostro amico Paul che questa "quanto è bella" non era un'unica bandiera per un'unica collettività, per un unico desiderio di libertà, per un'unica volontà di vita dignitosa? La bandiera che "quanto è bella" non parlava nemmeno chiaramente dei volti e delle voci dei suoi possessori, ma anzi, nella maggioranza dei casi, nascondeva ciò che i santi della "bella patria" avevano combinato di massacri.
Non è un'identità, ma una maschera, questo è ciò che c'è di bello nella bandiera, che "cosa c'è di più bello?" Questo è il bello - il brutto - in ogni bandiera che si risveglia all'odio delle ideologie e alla smania di sangue. E nelle bandiere dei nostri paesi (nelle bandiere di tutti i paesi, amico mio) che abbondanza di sangue e che incomparabile pena! Cosa c'è di più forte del grido di morte e cosa di più debole del gemito di vita?! ..
#1887
Ciao, in merito al tema vorrei fare una premessa. Per me la libertà è più che altro una sensazione che in certi momenti provo, e non so se Dio esista al di là della parola che lo rappresenta. Dovendo dare un senso comprensibile anche se non condivisibile della libertà, questa si rappresenterebbe per me come libertà dal dover pensare per vivere.
Detto ciò Dio dovrebbe aver creato il mondo, Adamo ed Eva per ultimi. I motivi di Dio mi sono sconosciuti, sta di fatto che Dio abbia imposto loro una disposizione alla quale loro hanno trasgredito. A mio giudizio, la trasgressione della regola ci avrebbe imposto necessariamente a dover pensare per vivere. Ciao
#1888
Citazione di: Mariano il 25 Dicembre 2020, 18:40:16 PM
Non penso di avere sbagliato nell'inserire questo argomento in "percorsi ed esperienze", ma i contributi ricevuti a mio avviso spostano il tema in un argomento filosofico/spirituale.
Il mio intento era invece solo di stimolare il lettore ad interrogarsi sui motivi elencati (ai quali ora aggiungo il pensiero di essere soli con la morte) per elaborarli con l'obiettivo di morire il più tardi possibile in serenità.


Per quel che mi riguarda le mie paure si rivolgono non alla morte, ma come diceva uno scrittore russo alla paura del dolore della morte. Quell'aspetto possibile del fenomeno di morire è quel temo. La morte in sé non mi fa paura ... la caduta nell'oblio un poco mi rattrista
#1889
[size=0px]Sono perfettamente d'accordo con te Viator. Tra l'altro non avevo nemmeno pensato a questa tua piccola malizia quando dici: "Perchè il proliferare di Norme e Leggi particolari cui assistiamo in questi tempi (omicidio stradale ? stalking ? discriminazioni per microcategorie ?.......) a me puzza tanto di progressismo elettoralmente interessato, sapete ?" . Volevo solo marcare infatti l'uso in generale abbastanza sconsiderato di sfornare leggi come se fossero cioccolatini. Se penso poi che dovrebbero compiere una riforma della giustizia ... meglio non pensare. ciao[/size]
#1890
Probabilmente hai ragione Viator e cercherò pertanto di rivedere la mia posizione. Ciao