@davintro
Sono d'accordo con te. Coscienza è sempre "coscienza di...". Non è dato fare esperienza di nessun tipo di coscienza avulso dalle sensazioni . Persino nell'estasi, che si manifesta senza segni, cioè senza percezioni sensoriali, si ottiene coscienza di...gioia,beatitudine,equanimità,ecc.
Il solipsismo è un'artificio concettuale. Il pensiero che pensa se stesso, anche solo per formulare a se stesso la domanda:"Sono io che sto pensando?", deve costruire un'immagine di sè. E come la costruisce se non partendo dalle sensazioni che formano questa supposta immagine di sè? E le immagini costruite dalle sensazioni hanno un nome, quindi il pensiero che pensa se stesso (coscienza) può formulare il concetto di pensarsi solo attraverso un linguaggio (Wittgenstein mi sembra parli di questo...se non erro). E il linguaggio si impara dall'ambiente circostante. Mi sembra una prova, indiretta ma sempre una ragionevole prova, che non esiste solo la coscienza ma pure un mondo fenomenico esterno ad essa. Infatti la nostra memoria di esistere inizia con l'inizio dell'apprendimento del linguaggio.Abbiamo dei flashback sensoriali dei primissimi anni di vita, ma solo nel ricordo e nominandoli, diventano intelleggibili e coscienti per noi. Per es. da neonato vedevo l'orlo della carrozzina, ma solo quando ho appreso , con il linguaggio, che quello veniva denominato orlo della carrozzina è sorta in me la coscienza di aver visto l'orlo di una carrozzina. C'è poi un tipo di coscienza istintiva, di specie, che però mi sembra sconfini in altri territori. Questa istintività è comune anche alle altre forme di vita senziente ( che provano cioè appagamento e dolore).
Per me, senza Mondo non vi è coscienza. Ma senza coscienza chi può dire vi sia un Mondo?
Sono anche d'accordo con Maral quando dice che, va bene discutere di filosofia, ma bisogna pure conoscere il significato dei termini usati nel linguaggio filosofico e questo lo si apprende con lo studio della storia della filosofia stessa.Però per ragionare non è necessario conoscere la storia della filosofia. Una normale cultura e la conoscenza di un significativo numero di vocaboli è sufficiente, a parer mio. Si rimane nel campo delle opinioni ( che mi sembra di capire non siano di molto credito per Maral ) ? Certamente sì, ma...non sono opinioni pure quelle dei grandi filosofi? O sono ragionamenti? Semmai si può far distinzione in base alla qualità del ragionamento espresso...
. ma il ragionare , anche balbettando sui massimi sistemi, è una prerogativa dell'essere umano. Pertanto rivendico il diritto di chiunque di "far filosofia" (che meraviglia...), ognuno con i propri limiti, lontano dallo snobismo accademico. Cosa c'è di più intimamente libero del "far filosofia"? Chi ti può impedire di ragionare sul senso della tua vita?...
Sono d'accordo con te. Coscienza è sempre "coscienza di...". Non è dato fare esperienza di nessun tipo di coscienza avulso dalle sensazioni . Persino nell'estasi, che si manifesta senza segni, cioè senza percezioni sensoriali, si ottiene coscienza di...gioia,beatitudine,equanimità,ecc.
Il solipsismo è un'artificio concettuale. Il pensiero che pensa se stesso, anche solo per formulare a se stesso la domanda:"Sono io che sto pensando?", deve costruire un'immagine di sè. E come la costruisce se non partendo dalle sensazioni che formano questa supposta immagine di sè? E le immagini costruite dalle sensazioni hanno un nome, quindi il pensiero che pensa se stesso (coscienza) può formulare il concetto di pensarsi solo attraverso un linguaggio (Wittgenstein mi sembra parli di questo...se non erro). E il linguaggio si impara dall'ambiente circostante. Mi sembra una prova, indiretta ma sempre una ragionevole prova, che non esiste solo la coscienza ma pure un mondo fenomenico esterno ad essa. Infatti la nostra memoria di esistere inizia con l'inizio dell'apprendimento del linguaggio.Abbiamo dei flashback sensoriali dei primissimi anni di vita, ma solo nel ricordo e nominandoli, diventano intelleggibili e coscienti per noi. Per es. da neonato vedevo l'orlo della carrozzina, ma solo quando ho appreso , con il linguaggio, che quello veniva denominato orlo della carrozzina è sorta in me la coscienza di aver visto l'orlo di una carrozzina. C'è poi un tipo di coscienza istintiva, di specie, che però mi sembra sconfini in altri territori. Questa istintività è comune anche alle altre forme di vita senziente ( che provano cioè appagamento e dolore).
Per me, senza Mondo non vi è coscienza. Ma senza coscienza chi può dire vi sia un Mondo?
Sono anche d'accordo con Maral quando dice che, va bene discutere di filosofia, ma bisogna pure conoscere il significato dei termini usati nel linguaggio filosofico e questo lo si apprende con lo studio della storia della filosofia stessa.Però per ragionare non è necessario conoscere la storia della filosofia. Una normale cultura e la conoscenza di un significativo numero di vocaboli è sufficiente, a parer mio. Si rimane nel campo delle opinioni ( che mi sembra di capire non siano di molto credito per Maral ) ? Certamente sì, ma...non sono opinioni pure quelle dei grandi filosofi? O sono ragionamenti? Semmai si può far distinzione in base alla qualità del ragionamento espresso...
