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Messaggi - Sariputra

#1876
@davintro
Sono d'accordo con te. Coscienza è sempre "coscienza di...". Non è dato fare esperienza di nessun tipo di coscienza avulso dalle sensazioni . Persino nell'estasi, che si manifesta senza segni, cioè senza percezioni sensoriali, si ottiene coscienza di...gioia,beatitudine,equanimità,ecc.
Il solipsismo è un'artificio concettuale. Il pensiero che pensa se stesso, anche solo per formulare a se stesso la domanda:"Sono io che sto pensando?", deve costruire un'immagine di sè. E come la costruisce se non partendo dalle sensazioni che formano questa supposta immagine di sè? E le immagini costruite dalle sensazioni  hanno un nome, quindi il pensiero che pensa se stesso (coscienza) può formulare il concetto di pensarsi solo attraverso un linguaggio (Wittgenstein mi sembra parli di questo...se non erro). E il linguaggio si impara dall'ambiente circostante. Mi sembra una prova, indiretta ma sempre una ragionevole prova, che non esiste solo la coscienza ma pure un mondo fenomenico esterno ad essa. Infatti la nostra memoria di esistere inizia con l'inizio dell'apprendimento del linguaggio.Abbiamo dei flashback sensoriali dei primissimi anni di vita, ma solo nel ricordo e nominandoli, diventano intelleggibili e coscienti per noi. Per es. da neonato vedevo l'orlo della carrozzina, ma solo quando ho appreso , con il linguaggio, che quello veniva denominato orlo della carrozzina è sorta in me la coscienza di aver visto l'orlo di una carrozzina.  C'è poi un tipo di coscienza istintiva, di specie, che però mi sembra sconfini in altri territori. Questa istintività è comune anche alle altre forme di vita senziente ( che provano cioè appagamento e dolore).
Per me, senza Mondo non vi è coscienza. Ma senza coscienza chi può dire vi sia un Mondo? 
Sono anche d'accordo con Maral quando dice che, va bene discutere di filosofia, ma bisogna pure conoscere il significato dei termini usati nel linguaggio filosofico e questo lo si apprende con lo studio della storia della filosofia stessa.Però per ragionare non è necessario conoscere la storia della filosofia. Una normale cultura e la conoscenza di un significativo numero di vocaboli è sufficiente, a parer mio. Si rimane nel campo delle opinioni ( che mi sembra di capire non siano di molto credito per Maral ) ? Certamente sì, ma...non sono opinioni pure quelle dei grandi filosofi? O sono ragionamenti? Semmai si può far distinzione in base alla qualità del ragionamento espresso... :-[. ma il ragionare , anche balbettando sui massimi sistemi, è una prerogativa dell'essere umano. Pertanto rivendico il diritto di chiunque di "far filosofia" (che meraviglia...), ognuno con i propri limiti, lontano dallo snobismo accademico. Cosa c'è di più intimamente libero del "far filosofia"? Chi ti può impedire di ragionare sul senso della tua vita?...
#1877
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
27 Aprile 2016, 11:53:20 AM
Citazione di: Duc in altum! il 27 Aprile 2016, 11:34:08 AM** scritto da cvc:
CitazioneSui legami fra filosofia greca ed orientale trovo molto suggestiva l'immagine di Pirrone che, al seguito del grande Alessandro, osservò in India un gimnosofista darsi fuoco rimanendo impassibile, senza emettere un lamento. Da qui ebbe l'ispirazione per fondare lo scetticismo, la sospensione del giudizio. Ciò che ci fa soffrire non è il dolore in sé, ma il nostro giudizio riguardo alla tal cosa.
Penso, secondo me, che non esista, a meno che uno non decida di auto-ingannarsi, la sospensione del giudizio. Perché se fosse possibile sarebbe come sedersi a bere un caffè con Dio al bar. Se all'uomo fosse stato consegnato, metafisicamente, la facoltà di sospendere il giudizio, ossia di fermare la personale decisione su qualcosa o qualcuno in particolare, automaticamente esisterebbe, sempre metafisicamente, la sospensione, la rimozione dall'essere giudicato a sua volta per il giudizio espresso. Quindi la probabilità dell'esistenza del noumeno (che io definisco lo Spirito Santo) sarebbe zero: 0. Inoltre, e non per fare polemica, ma solo per esprimere la mia opinione, una persona che si dà fuoco senza emettere un lamento potrebbe anche non aver sospeso il giudizio, ma averlo perso completamente, più o meno come un kamikaze militare o terrorista.


Nel caso dell'osservazione dello spettacolo della Natura cosa diresti Duc...è buona o è cattiva? O non è né buona né cattiva? Non sospenderesti il giudizio ?...
Non sto parlando di un giudzio che parte da una fede. Un giudizio così come ti viene...a sensazione...su quello che hai potuto osservare nella tua vita. Che effetto ti fa questa Natura?...
#1878
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
27 Aprile 2016, 10:45:35 AM
Citazione di: acquario69 il 27 Aprile 2016, 09:29:25 AMl'etimologia della parola ascesi e' esercizio,allenamento e questo significato ha poi assunto connotazioni negative e pregiudiziali col cristianesimo,come sinonimo di sacrificio legato alla mortificazione e rinuncia del mondo assolutamente nulla di tutto questo! se si riporta al suo autentico significato e valore,l'ascesi non ha nulla di così straordinario,come se fosse qualcosa fuori dal mondo (questo e' il pregiudizio di prima) ma un più semplice approccio anche quotidiano e delle cose più semplici,ed e' infatti un concentrarsi sulle cose essenziali,tralasciando cio che al contrario non ci rende liberi

Quoto anch'io in toto questa tua precisazione sul vero significato dell'ascesi, come disciplina, allenamento a "stare mentalmente presenti alle cose". Quindi essenzialmente un esercizio di libertà dalla schiavitù delle cose stesse.
#1879
Tematiche Filosofiche / Re:Che cos'e' la Liberta'?
26 Aprile 2016, 11:26:31 AM
La domanda "Che cos'è la Libertà?" in sè non può dare risposta se non ci attacchiamo l'idea di quello da cui siamo liberi.
Se infatti qualcuno ci chiedesse: - Sei libero?-  Dovremmo rispondere " Sono libero?...Ma...da che cosa?"
Per il dizionario la libertà è uno stato di autonomia sentito come diritto e garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale e politico. Una situazione libera da costrizioni e limitazioni.
Ma anche il dizionario deve specificare con esempi: (libertà di scelta, libertà di navigazione, libertà di fare un'osservazione,libertà dal lavoro,ecc.).
E c'è pure il lato negativo della libertà :( prendersi delle libertà con una donna, con i superiori (con questi non è un grosso guaio se non in senso economico... ;D ),libertà di menare un malcapitato,ecc.).
In un senso più ampio io la definirei come Libertà dal conosciuto.
#1880
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
26 Aprile 2016, 10:44:39 AM
Citazione di: cvc il 26 Aprile 2016, 07:17:08 AM
Citazione di: acquario69 il 26 Aprile 2016, 05:53:04 AM
Citazione di: cvc il 25 Aprile 2016, 17:42:32 PMvero..siamo esseri giudicanti,del resto non potrebbe essere altrimenti e ancor prima del giudizio e' inevitabile avere pure un pre-giudizio,le complicazioni giungono nel momento in cui la funzione del pregiudizio rimane ancorato su se stesso e a quel punto viene meno la possibilità di aprirci a nuove idee e a nuove interpretazioni dove poter vedere con occhio distaccato e poter cogliere aspetti diversi senza per questo separarli e/o catalogarli in maniera dicotomica (mentale),bensi complementare ed io ritengo che la natura (qui intesa come il manifestarsi spontaneo - e non meccanico - dei fenomeni) in tal senso e' la massima svelatrice ma appunto andrebbe a mio avviso osservata senza le nostre soggettive interferenze.
E' quello cui allude Eraclito quando dice che saggio non è colui che conosce tante cose, ma colui che sta in ascolto del logos. Stare in ascolto del logos significa liberarsi dai pregiudizi, dalle convenzioni sociali che fanno si andare avanti il mondo, ma che instillano nel nostro intimo falsità che ci impediscono di sentirci del tutto liberi. Questo è il dramma e il conflitto del filosofo: intuire che la via è la saggezza, la quale è contraria alle convenzioni pregiudiziali del mondo, ma, al tempo stesso, essere cosciente di fare parte di quello stesso mondo. Credo ci siano grandi analogie fra la filosofia classica, ed ellenica in particolare, e la filosofia orientale. Esiste anche una letteratura in proposito, che avrei letto se non fossi così pigro.


Un testo fondamentale del buddhismo antico , il Milindapanha, riporta proprio il famoso dialogo tra un monaco di nome Nagasena e il re Milinda, vissuto nel II sec. a.C.,identificato con Menandro che regnò intorno al 155-130 a.C. a Sagala.[font='Times New Roman', Times, serif] [/font][font='Times New Roman', Times, serif]Le domande del re appaiono motivate da un sincero desiderio di conoscere il punto di vista buddhista sulle principali questioni filosofiche, relative alla natura dell'essere, del kamma, del Nibbana, delle virtù che devono essere sviluppate, ecc. E' uno dei testi più moderni a livello stilistico della letteratura antica buddhista. Ma le influenze della cultura greca sono riscontrabili soprattutto nell'architettura e nell'arte indiana antica , soprattutto nella regione del Gandhara. C'è un testo molto interessante di Rossana Delmastro "I contatti tra India e mondo classico" che si trova sul web (www.latinovivo.com).[/font]
[font='Times New Roman', Times, serif]La saggezza antica incarnava una felicità e una gioia data dall' esser liberi dalle cose del mondo. Concetto ribaltato nell'uomo attuale che invece persegue la felicità e la gioia proprio nel possesso delle cose del mondo e nel possesso delle persone. Pertanto il pre-giudizio appare come un giudizio sull'appetibilità delle cose con cui veniamo a contatto, se appaiono in grado di dare gioia e felicità se ce ne impossessiamo (fisicamente e mentalmente). Poi, una volta ritenute in nostro possesso, avviene la famosa catalogazione e l'importanza nel catalogo personale è data dalla maggiore o minore gioia che riteniamo ci diano.[/font]
[font='Times New Roman', Times, serif]Anche osservando la Natura, per tornare in tema col topic, pre-giudichiamo in base all'aspettativa di felicità che pensiamo ci possa dare. E allora...tutti al mare d'estate e tutti  a sciare d'inverno.[/font]
[font='Times New Roman', Times, serif]Ma quanti la osservano veramente?...[/font]
#1881
Non ho ancora capito a che cosa, concretamente, servirebbe questo nuovo senato della Repubblica... ???
#1882
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
25 Aprile 2016, 09:58:23 AM
@acquario69
Per estremo positivo della metafisica intendo qui la credenza in un'entità, una divinità esterna all'uomo, causa del Tutto. Metafisica come ogni dottrina che si presenti come una scienza della realtà assoluta, che cerca di dare una spiegazione delle cause prime della realtà prescindendo da qualsiasi dato dell'esperienza.
La dualità con l'estremo negativo è data dal pensiero e dal pensare la realtà e infatti scrivo che invece, osservando nell'esperienza del comportamento umano, noto che gli estremi spesso  si invertono. Così abbiamo persone che , nel mentre con il pensiero aderiscono alla credenza in una divinità, nel concreto usano questa credenza per imporre una visione nichilista, con la violenza, agli altri. Altre persone invece, che sostengono una visione nichilista della realtà, nel concreto si adoperano per il bene  (magari riluttanti a volte...) degli altri esseri. Perchè mi sembra chiaro il discrimine tra quello che noi sosteniamo di credere e quello che invece giocoforza siamo a tutti gli effetti.
Il termine Via mediana viene spesso usato con lo stesso significato di Via di mezzo ( dipende dalle varie traduzioni ). Sostanzialmente si potrebbe, sempre usando l'analogia con una forma geometrica, definirla  il centro posto all'esterno del centro. Ma qui si vedono tutti i limiti del paragone...

@paul11
Non aderire agli estremi delle posizioni non significa una sorta di ricerca del quieto vivere. Un "lasciatemi in pace con i vostri problemi..." che porta alla chiusura nell'individualismo tipico della società odierna.
Non è una posizione quietistica, di persona amante del quieto vivere. Al contrario è una posizione-non posizione vitale e creativa. Proprio perchè non agisco spinto dal credere in una posizione ben definita e delimitata, il mio agire è più spontaneo, meno artificioso e costruito, più autentico ( nei limiti di necessità e condizioni vitali). Vedo la posizione mediana ( o di mezzo se preferisci) necessaria per la libertà. Libertà che mi sembra la tensione "costituente" la natura umana ( in particolar modo la natura spirituale dell'uomo).
Proprio da questo possibile stato di libertà si affrontano le inevitabili sfide che, come giustamente scrivi, la vita sociale ci impone. Se il mio cuore è libero mi sembra che anche le scelte che provengono da esso saranno autentiche, proprie e non imposte da qualcosa di esterno.
Purtroppo l'insegnamento di Siddharta, in Occidente, è stato per secoli  considerato una sorta di nichilismo. Di svalutazione del reale e di fuga da esso. Lo stesso Giovanni Paolo II ( ma credo sia più farina del sacco dell'allora card.Ratzinger essendo il papa già profondamente minato dal Parkinson) nel suo libro "Varcare la soglia della speranza" dà questa assurda interpretazione che rivela la poca conoscenza della materia e che ha provocato lo sdegno del mondo buddhista. Frasi come: "...rendendosi indifferenti  verso il mondo che è fonte del male". Oppure: "Il buddismo è in misura rilevante un sistema ateo". E ancora: " L'indulgere a un atteggiamento negativo verso il mondo, nella convinzione che per l'uomo esso sia solo fonte di sofferenza  e che perciò da esso ci si debba distaccare , non è negativo perchè soltanto unilaterale, ma anche perchè fondamentalmente  contrario allo sviluppo dell'uomo  e allo sviluppo del mondo,  che il Creatore ha donato e affidato come compito all'uomo". (pag.97-98)
Frasi molto dolorose e cariche di equivoci per una religione che, prima nella storia, faceva costruire ospedali lungo le vie carovaniere, persino piccoli rifugi per animali.
E' proprio perchè prendiamo posizione che poi nascono simili incomprensioni.
 
#1883
@ Eutidemo
Dopo molto rimuginare e disseppellire ricordi ( nelle domeniche di pioggia cosa c'è di più malinconicamente dolce?...) rieccomi a sfidarti con una nuova possibilità. E se invece la vita come noi la conosciamo fosse solo un esperimento (malriuscito invero...) di una specie pre-esistente a noi e sviluppatasi proprio su questo pianeta o altro a noi vicino (Marte? Venere?...Ah le cronache marziane...)?
Specie che potrebbe esistere ancora ( i famosi avvistamenti) oppure che si è estinta o, ipotesi da brivido, è in mezzo a noi e tu potresti essere uno di Loro . O potrei esserlo io?... 8)
#1884
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
24 Aprile 2016, 17:57:26 PM
Citazione di: paul11 il 23 Aprile 2016, 15:47:13 PMCiao Acquario, come ho scritto precedentemente, ognuno tende ad una propria spiritualità, probabilmente è come se incontriamo ciò che ci asseconda, ma direi di più "si sposa", con la nostra personalità "profonda", ci aiuta a capire, a capirci, a maturare. Se quella spiritualità riesce a compierlo, a renderci persone migliori, per me va già bene così. Quindi le interpretazioni di "maya", o tu potresti farle su concetti del cristianesimo, non dovrebbero essere più oggetto di scontro, ma di interpretazione per maturarci, di incontro, E adatto che tu lo sei,come Sariputra, maturo per aver superato lo scontro di "appartenenza",diventa più semplice ,con queste premesse, instaurare confronti e non scontri, dialoghi e non sterili polemiche. Ognuno è quello che è, ma rispetta l'altro. Se io vedo bontà, onestà e rispetto non mi importa più a cosa ritiene di appartenere l'altrui lo rispetto come persona, per quello che è e per quello che crede. Quindi, dopo la lunga premessa, nel mio modesto pensare, credo che vi sia davvero bellezza e nefandezza nel mondo, Ci sono grosso modo due sistemi di approccio, mi ritraggo e tolgo emozione dal mondo per riversarla in me stesso fino a toglierla a mia volta da me stesso, e allora il mondo mi pare poco più che indifferente, oppure lo vivo passionalmente anche nella contraddizione. Non ho risposte definitive, come al solito, ma so che questi sono i due grandi approcci culturali delle tradizioni che superficialmente si dicono Orientali ed Occidentali. Ciao


Sì...è proprio così. ognuno tende ad una spiritualità che più sente conforme al suo sentire, alla sua visione del mondo. Semplificando al massimo si potrebbe dividere l'umanità in due grandi schiere: una composta da coloro che sentono la vita soddisfacente, ricca , bella e godibile, oltremodo interessante e desiderano protrarla all'infinito; l'altra invece percepisce la vita come difficoltà, insoddisfazione, sofferenza e frustrazione e non desiderano affatto protrarla all'infinito. Se possiedono un temperamento portato alla spiritualità, i primi saranno attratti dall'estremo positivo della metafisica e quindi al concetto di divinità che si prende cura dell'uomo. I secondi si sentiranno attratti dall'estremo negativo del nichilismo e ad una visione scettica dell'esistenza, rifiutando l'idea di una divinità creatrice e spesso dichiarandosi seguaci del nulla. E tutto questo per il tipo di sensazioni che, attraverso il contatto dei sensi con il reale, giungono e vengono valutate dalla mente. A queste sensazioni si devono aggiungere le esperienze, in particolar modo quelle dei primissimi anni di vita, che sono l'impronta inconscia e determinante,  la "squadratura" del foglio bianco della nostra mente. Un bimbo che viene privato dell'affetto nei primissimi anni difficilmente sarà capace di darne e avrà una visione cupa dell'esistenza. Parlare di Dio amorevole con questi esseri è difficile, spesso impossibile. Un bimbo teneramente amato dai genitori, spesso ricambierà l'affetto e sarà capace di darne. Costui sarà sensibile al concetto di divinità amorevole.
Spesso i due tipi coesistono in noi. Esperienze positive e amorevoli si sommano ad altre negative e dolorose. Alcuni parlano di "maturazione" dell'individuo attraverso questo esperire. Altri di "perdita dell'innocenza". I soggetti "amanti" della vita preferiscono sempre parlare di maturazione. I soggetti "stancati" dalla vita rimpiangeranno l'innocenza perduta.
Ma se, improvvisamente, rivoltassimo la mente come con un caleidoscopio, vedremmo affiorare tutte le negatività e la rabbia repressa nei tipi positivi e, viceversa, tutto l'attaccamento e il desiderio per l'esistere dei tipi negativi. Tale mi sembra la nostra mente "scimmiesca", che si attacca a ogni cosa, saltando ora su un'esperienza e ora su di un'altra, proprio come una scimmia nella foresta salta di ramo in ramo, lasciando uno e afferrando l'altro. Quanto risentimento verso i genitori scopriamo nelle persone teneramente amate. Quanto disperato bisogno d'amare in quelle umiliate  e offese.
Vedere i due estremi, quello metafisico e quello nichilistico, il positivo e il negativo, il Sole e la Notte, che perennemente cambiano e si sostituiscono uno con l'altro e...non aderirvi, non prendere posizione per nessuno dei due è la Via Mediana insegnata  dall'Occhio del mondo, da Siddharta.
#1885
Mi intrometto in questa interessante discussione, senza averne la competenza ma...tant'è! ( il desiderio di filosofare è più grande della capacità di farlo... :))
Mi sembra quasi che la filosofia, o per meglio dire la storia della filosofia nel suo insieme, abbia lavorato per distruggere se stessa. La riduzione all'assurdo di qualunque teoria e posizione , sviluppo naturale della dialettica, ha inevitabilmente come risultato la riduzione all'assurdo dell'idea stessa della filosofia come  capace di orientare le scelte dell'uomo. Simile ad un abile muratore che di notte disfa la casa che sta costruendo di giorno. Nel vuoto dato dall'opera di demolizione, la Tecnica ( l'idea della tecnica ) ha avuto buon gioco per imporsi in quanto immediatamente esperibile. La tecnica parla ai sensi.
La filosofia "dovrebbe" parlare alla ragione ( e alle ragioni del Cuore), ma la ragione comprende anche la sua negazione, mentre la tecnica no.
Nell'uomo , alla fine , prevale la ragione o prevalgono i sensi ? (anche se la ragione si forma sui dati dei sensi...)
La risposta , mi sembra, la vediamo intorno a noi ogni giorno.
Faticoso, quasi sempre frustrante, è riflettere sulla vita. Quanto più godibile per i sensi è la tecnica. Quanto più soddisfa il desiderio continuo dell'uomo.
L'unica arma rimasta in mano alla filosofia sembra quella di trovare una breccia nell'insoddisfazione data proprio dall'uso degli strumenti della tecnica. Spesso però questa insoddisfazione, sempre più diffusa, inevitabilmente a mio parere, trova la valvola di sfogo in una pseudoreligiosità, in uno pseudomisticismo che...ahimè, parla di nuovo solamente ai sensi.
E il circolo vizioso continua...
Sono molto d'accordo con davintro quando sostiene che è assurdo parlare di morte della metafisica , o di morte di Dio. Se la metafisica esisteva prima, esiste anche ora. Se Dio esisteva prima, esiste anche ora. Che l'uomo ritenga che l'idea della metafisica o di Dio sia superata, non può avere alcun significato per la loro esistenza o inesistenza effettiva. A meno che non riduciamo il reale solamente al pensabile dall'uomo.
#1886
Tematiche Spirituali / Re:Oggi, qui da noi...
22 Aprile 2016, 23:09:48 PM
Noi vogliamo "a tutti i costi" trovare una bellezza nel mondo?  O c'è veramente questa bellezza nel mondo ?
Seduto su quella panchina riflettevo proprio su questo. Da un lato , attraverso la vista, entrano  forme e luci meravigliose, ammalianti, seducenti che ti sussurrano o quasi ti cantano, come sirene sugli scogli, una dolce melodia : "Guarda la nostra bellezza, amaci e resisti ogni giorno, vedi come sei fortunato...puoi vederci, puoi sentire i nostri profumi..."
Nel mentre che osservi però la fame cresce, gli anni pesano, i bisogni sono incessanti, i desideri inappagabili. Più grande e profonda è la percezione di questa seduzione e più profondo si conficca il chiodo del desiderare." In eterno, in eterno voglio gustare queste forme, assaporarle e amarle!..." mi dico. Perchè forse solo credendo di amarle  riesco ad amare me stesso...
E' l'inganno della natura di cui parlava Giacomo Leopardi ? L'inganno supremo che ci rende sempre più affamati ? La natura madre o matrigna spietata ? La melodia che sa suonare è divina...è un'orchestra nel buio di vie deserte.  Spinti dalla sua musica incessante tutti, tutti ci dibattiamo frettolosi per quelle stradine. Raramente osserviamo i volti che incontriamo e...mai vogliamo vedere il nostro, coperto dalla nostra maschera. C'è un'intelligenza creatrice dietro tutta questa musica ? Un'abile orchestrante? Che importa...dobbiamo solo correre, sempre correre...sino alla caduta.
No...non è il mondo un'illusione , un velo impenetrabile di Maya...illusione è la dolce musica che crediamo di sentir provenire da esso! 
Ecco allora la domanda: ma al cessare dell'incessante musica, in quel silenzio attonito, ci sarà ancora spazio per una Vera Bellezza?
#1887
Tematiche Spirituali / Oggi, qui da noi...
21 Aprile 2016, 23:12:56 PM
Oggi, qui da noi, è stata una bellissima giornata di Primavera. La natura si risveglia timidamente, quasi con pudore. Tutto si riempie di luce nuova, a volte abbagliante. Ogni anno succede eppure è sempre così nuovo. Cercavo dell'erba per i conigli ed esausto, come spesso mi capita, mi sono lasciato cadere su una panchina sotto un vecchio noce. C'è una bellezza incredibile nella vita, quando l'uomo se ne sta lontano. Una pienezza che fugge da noi. Che si nasconde. In questi giorni, anche per quello che scrivo sul forum, mi ritornano alla mente vecchie letture. E, sotto il noce, ho ripensato al sospiro di Gotama Siddharta, poco prima di morire, davanti alla bellezza maestosa del parco, credo di Lumbini, che appariva sfolgorante nella primavera di 2500 anni fa. L'uomo totalmente distaccato dal mondo, l'asceta che aveva vinto in sé ogni desiderio, poteva aver vinto anche questo supremo desiderio ? Questa Bellezza?  Eppure mi sembra che non siamo dentro a questa Bellezza. Che anche davanti al vero e al bello giudichiamo, valutiamo, temiamo. Siamo sempre staccati dal tutto che ci circonda, non ne facciamo parte.
Questa mente mi appare molte volte come una gabbia. C'è un universo intero dentro di lei eppure è sempre staccata dal reale. Si rifugia in grotte dorate e rifugge la luce del Sole.
Sì...credo che Siddharta infine abbia vinto anche questa suprema illusione. La Bellezza della natura è solo un'idea della mente, una sensazione. Il topo braccato dal falco non si riempie l'animo di pace, ma fugge disperato verso la tana. E anch'io, dopo un po', mi sentivo molto stanco...
#1888
Citazione di: Eutidemo il 19 Aprile 2016, 13:24:47 PMQuella dei mondi paralleli di cui parla Sariputra, non è affatto "fantascienza", bensì una rispettabilissima teoria scientifica, prospettata per la prima volta sessanta anni fa circa, dal matematico Hugh Everett; anche se il concetto di universi paralleli venne introdotto per la prima volta M. Leinster nel 1934 (noto autore di fantascienza, di cui lessi molti libri). Tale tesi, si basa su alcuni aspetti della meccanica quantistica/meccanica ondulatoria; e fu definita pure "Teoria del Multiverso". La trovo un'idea affascinante, e tutt'altro che peregrina; anche se, a tutt'oggi, si tratta solo di un'ipotesi non confermata in alcun modo. Quanto all'esistenza di altri essere intelligenti, non è tuttavia necessario ricorrere alla "Teoria del Multiverso", perchè è possibilissimo che esistano anche nel nostro. Non ho mai negato questo! Dico solo che non se ne ha la benchè minima prova (neanche probabilistica) in nessuno dei due universi; con la differenza che il nostro, almeno, sicuramente esiste...mentre quelli paralleli ancora non si sa sa. Per cui "presumere" l'esistenza di altre intelligenze in altri mondi, anche essi meramente "presunti", mi sembra un procedimento logico illatorio un po' eccessivo; persino in ambito giuridico, infatti, la Cassazione ha dichiarate infondati i ragionamenti deduttivi basati sul "praesumptum de praesumpto". ;)


Caro Eutidemo...mi sa che ho finito le cartucce (almeno per il momento ma...mumble...mumble...aspetto che altri ricordi , anche se velati di dolce melanconia, riaffiorino da un'età piena di sogni, fantasie e speranze). Di una cosa sono però sicuro: l'incontro con un'eventuale intelligenza aliena provocherebbe un sommovimento di ogni ordine mentale nell'umanità. Scienza e religione presumibilmente si sgretolerebbero dinanzi ad una superiore comprensione del reale. Mi azzardo a dire che ne avremmo veramente bisogno...purchè non siano animati da interessi poco benevoli verso di noi ( traformarmi in una specie di hamburger alieno non rientra nelle mie massime aspirazioni :'().
#1889
Citazione di: acquario69 il 19 Aprile 2016, 10:49:26 AM
Citazione di: Eutidemo il 19 Aprile 2016, 09:37:41 AMSinceramente non capisco cosa c'entri il fatto che i cani "odano" gli ultrasuoni, e i pipistrelli "vedano" col sonar, con l'esistenza o meno di esseri extraterrestri. Peraltro, si tratta solo di diverse modalità sensorie, a cui noi possiamo sopperire con apposite apparecchiature: per percepire le stesse cose. Quanto al fatto della "previsione" dei terremoti, in effetti, si tratta di un fenomeno ancora misterioso; anche se, recentemente, all'interno della testa del verme C. Elegans, è stato scoperto il primo sensore dedicato al campo magnetico terrestre identificato su una forma di vita...il quale potrebbe anche essere usato come "predittore" di terremoti. Ma, apparecchiature per predire i terremoti, purtroppo, ancora non sono state inventate. Tuttavia, insisto nel dire che non vedo la pertinenza della faccenda col nostro tema. Ed invero, se i cani sentissero parlare gli extraterrestri a frequenza ultrasonica, o i pipistrelli li vedessero col sonar, o i cavalli scalpitassero prima del passaggio di un UFO (così come fanno prima dei terremoti), potrei vedere il nesso; ed infatti, se loro li vedessero e li sentissero, mentre noi no, si potrebbe argomentare che gli extraterrestri esistono...anche se noi non li percepiamo. Ma poichè niente di tutto questo succede, sinceramente non capisco il senso dell'osservazione. Per cui, ripeto: dove sarebbe mai la necessità di dover supporre l'esistenza di tali presunte entità "invisibili o inconcepibili", solo perchè alcuni animali percepiscono ALTRI TIPI di fenomeno, con modalità percettive diverse dalle nostre? Se e quando gli animali percepiranno, con i loro "sensi" anche fenomeni di natura esxtraterrestre, allora, forse, se ne potrebbe riparlare. :)
il senso della mia osservazione e' che secondo me non si può stabilire tutto e solo secondo i nostri parametri,come se tutto cio che esiste fosse solo secondo la nostra immagine e somiglianza,o secondo cio che arriviamo a percepire e che tali esseri possano esistere nella maniera per noi appunto inconcepibile ed a prescindere. non capisco perché ci dovremmo sentire così speciali da poter stabilire cosa sia o non sia concepibile solo secondo nostra misura l'esempio degli animali secondo me resta pertinente in tal senso. questo e' quello che penso anche se e' molto probabile che non sia lo stesso per te



Se gli extraterrestri fossere entità inconcepibili per i nostri sensi e la nostra intelligenza sarebbero, di fatto, trascendenti a noi Pertanto sarebbe impossibile entrare in contatto in alcun modo con loro. La loro esistenza sarebbe ininfluente( per noi ovviamente). E' vero che non è possibile negarne la possibilità, come non è possibile negare la possibilità di entità trascendenti, ma mi sembra che entriamo in un altro territorio. Per poter entrare in contatto con loro, non possono essere totalmente diversi e trascendenti noi, ma avere un "punto di contatto" sensoriale in comune. Se no sarebbero simili a delle divinità,  a degli angeli o a dei demoni.
Propongo invece, da appassionato del genere, un'ulteriore sfida al sagace Eutidemo. E se ci fossero infiniti universi, uno "dentro" l'altro, con porte a noi sconosciute ( ma un giorno, forse, scopribili), delle specie di "Stargate" di comunicazione tra queste diverse realtà ( con punti in comune però e non totalmente inconcepibili l'una all'altra) ? E magari la vita, molto comune in altri universi, portata nel nostro da specie che hanno scoperto queste porte e le sanno sfruttare? E' un pò simile alla teoria precedente, ma con una variante in più...
Ma temo di conoscere già la risposta ;D... Pura fantascienza!!!
#1890
Fin da ragazzo Peyretti, che oggi ha 67 anni, ha sempre letto ogni giorno un po´ di Bibbia, che per la Chiesa è parola divinamente ispirata. «Ma più leggo i libri della conquista, delle guerre, e più li detesto, li rifiuto. Il peggio è che la Bibbia mi presenta questi orrori non come fatti umani, ma come azioni di Dio. Quando invece sono bestemmia».

E così ha deciso di gettare gran parte dell´Antico Testamento. Via il patriarca Abramo che anche lui impugnò le armi, via Mosé, via Davide. «Se leggerò ancora certi libri biblici di teologia guerriera, finirò per disprezzare l´ebraismo che li ha prodotti e trasmessi, e questo non lo voglio. Terrò cari i libri della sapienza, dell´amore universale. Gli altri li chiuderò».
Non è il solo Peyretti, tra i pensatori cattolici, ad aver fatto di recente un percorso così. Un´altro che gli somiglia è Pier Cesare Bori, professore di filosofia morale all´università di Bologna. Entrambi in gioventù furono presidenti della Fuci (il cenacolo degli universitari cattolici che ebbe come capi i futuri politici Aldo Moro, Giulio Andreotti e più tardi Franco Bassanini, Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti) . Entrambi sono stati preti. Poi Bori ha sposato un pacifismo assoluto alla Tolstoj. E infine ha rotto con la Chiesa «violenta» facendosi quacchero.

Ma senza arrivare a questi estremi, anche un cattolico ultrafedele come il senatore Andreotti ha recentemente elevato protesta contro certi passaggi della Bibbia. Sul mensile "30 Giorni", di cui è direttore, ha pubblicato le rimostranze di una monaca, suor Maddalena, scandalizzata che si legga durante la messa «il passo pornografico di Davide e Betsabea». Non solo Andreotti le ha dato ragione, ma ha rincarato. Ha detto che il papa, se nella giornata della pace di Assisi avesse detto messa seguendo il messale, avrebbe letto quel giorno di una gara tra Davide e Saul a chi massacrava più nemici. Il senatore ha concluso annunciando che presto presenterà in Vaticano una sua lista delle pagine della Bibbia da non far leggere nelle chiese.

L´Antico Testamento è quello che cade di più sotto la scure dei censori. Ma Peyretti rigetta anche pezzi dei Vangeli e degli altri libri della Bibbia posteriori a Gesù. Via le parabole con i re che si fanno guerra, via le minacce di pianto e stridor di denti, via i fuochi della geenna. Sull´inferno la mette così: «L´inferno è questo mondo governato dai potenti criminali, gli unici veri diavoli, ogni giorno in tv a terrorizzarci e chiedere adorazione. Se le religioni non maledicono questo inferno, ne sono parte esse stesse, come diavoli. 

Ma prima di Peyretti ci fu Marcione

MARCIONE - Teologo e filosofo greco (Sinope circa 85 - circa 165). Educato cristianamente, verso il 140 si recò a Roma, dove subì l´influsso del dualismo gnostico. Contrappose il Dio inferiore dell´Antico Testamento, creatore dell´universo, al Dio supremo fatto conoscere solo da Cristo nel Nuovo Testamento. L´assenza di ogni bontà e la giustizia spietata e legalista del Dio creatore rendevano "cattiva" anche la creazione [...]. Secondo questa prospettiva veniva respinto l´Antico Testamento a favore del Nuovo, ma anche questo doveva essere purificato: Marcione compilò una lista di scritti sacri che comprendeva il Vangelo di Luca e dieci lettere di Paolo, debitamente espurgati. Nel 144 egli si separò dalla Chiesa di Roma, costituendo comunità alternative e parallele. Organizzate con vescovi e presbiteri, ebbero larga diffusione fin verso il secolo V.
(Da "L´espresso" n. 5 del 23-30 gennaio 2003, titolo originale "Addio Bibbia crudele")

Ho trovato questo articolo interessante, di cui riporto alcuni passi, a testimonianza di come il conflitto che l'animo umano si trova ad affrontare , anche e soprattutto se credente, posto dinanzi a pagine che cozzano con la sensibilità e la pietas cristiana, come è stata trasmessa non solo nella catechesi ma anche e prima di tutto dall'insegnamento ricevuto dai genitori, sia vasto e sentito dall'inizio dell'avventura cristiana.