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Messaggi - paul11

#1891
Sariputra,
 il divenire per cui tutto scorre è nel nostro destino.
E' la constatazione di fatto di una mente che attraverso i sensi percepisce il mondo.
Ma la ragione non si ferma all'osservazione, elabora.
Non è possible che la ragione formuli leggi matematiche e fische, ovvero utilizza la logica formale e si fermi lì.
E adatto che è la stessa ragione che costruisce quegli strumenti elaborativi per studiare e capire i fenomeni, 
non si ferma al momento empirico dell'osservazione del mondo.Questa è già metafisca, perchè come ho già scritto, noi vediamo il mondo, non l'equazione dell'energia o le formulazioni della termodinamica.
La scienza è strumento metafisco dentro l'empirismo.Il suo errore  e il nostro è fermarsi a questo solo movimento conoscitivo.
E' l'autocoscienza che chiede alla ragione il senso.

Se acettassi il divenire oltre a questa contraddizione dei domini, ci sarebbe un altro risvolto che amio parere non avete compreso, ma sottaciuto.Tutto è fondato sul nulla.
Significa che la cultura è una vestigia del ieri che muta nell'oggi e obsoleta domani.Nulla è fermo perchè gli stessi pensieri, gli stessi paradigmi culturali poggiano su piedi di argilla.

Quale sarebbero i paradigmi etici e morali dentro la politica e l'economia, quale teoria standard delle particelle fisiche vi sarà fra un secolo.Allora dall'atomos di Democrito alla teoria delle stringhe, tutto muta anche nel modello di rappresentazione del mondo ,che a sua volta muta il modello socio-culturale, che asua volta muta il nostro modello personale di vedere il mondo e noi stessi. Così diciamo di Democrito, oggi che fu bravo, ma superato, e domani diranno dell'oggi.

Rimane il regno dell'indeterminata immanenza con l'illusione che la scienza determini i fenomeni e costruisca scienza. Ma tuto è falso, poichè muta autofalsificandosi,  la verità inciampa nell'opinione e noi siamo banderuole al vento in preda a culture dominanti che nulla hanno di vero.
Il risultato è l'accettazione del relativismo in cui il rapporto individuo-sociale- cultura oltre che al rapporto ambienetale uomo-natura è basato sul finalismo della funzionalità, ovvero una cosa è giusta perchè è utile a me e di nuovo emerge la particolarità e con essa l io come egoismo.
Perchè nulla vi è di fondativo etico e morale, le spirtualità sarebbero illusioni per tener buona la gente, e la vera regola è la violenza che è già dentro nelle vestigia culturali che esplica le sue contraddizioni nelle guerre, poichè incapace di gestire attraverso un paradigma di verità e non di relativismo se stesso e il mondo.
Quindi siamo animali pseudo culturali.Il finalismo è il potere e il denaro e dentro questa cultura se accettata è l'unica verità che rimane.
E l'autocoscienza dovìè ,cose ne è di lei?.Mortificata.
Allora l'uomo alienato, nella sua schizofrenica disputa esistenziale fra l'essere e l'avere del finalismo dell'utile e del menfreghismo, si rintana  sempre più spesso nella sua solitudine raminga.
La cultura diventa esibizione eloquente delle retoriche, ovvero imbonitori che devono convincere la gente, come i pastori di pecore che menano dalla stalla al pascolo e viceversa.
E questo è l'uomo? Mi rifiuto razionalmente, autocoscientemente , esistenzialmente che quello che c iritroviamo come ragione e autocoscienza ci servano "per ucciderci"meglio" "per costruire un piano strategico di come fottere il prossimo"
Solo l filosofia può avere l'esercizio critico di porre le domande nel contraddittorio delle culture secolari.
La dialettica nacque da Socrate con l'elechos, era morale, passa in Hegel e diventa spirtio arriva a Severino  diventa logica dialettica.

Davintro,
 la logica dialettica comprende quella formale.
la disputa di qualche anno fa fra Severino e professori universitari di logica ne è un esempio.
La logica formale cerca il vero e il falso dentroil confronto, ma si ferma alle particolarità.
Il logico formale dovrebbe costruire infinite proprosizioni per dirimere il sistema di confronto ,di relazione nei vari domini,Ma cosa esce alla fine, cosa rimane da questo immane lavoro la dialettica rimane nel particolare proposizionale o fenomenico? Solo un confronto, perchè la logica formale non si chiede se il dominio ambinetale in cui pone il confronto è falso e vero, accetta comunque qualunque confronto proprositivo.
E' come se un matematico elaborasse infinite operazioni ,ma non si chiede se il sitema è completo e coerente, lofa e aspetta un Godel che gli dice una verità sconfortante.
Quando Wittgenstein, cleberrimo filosof del linguaggio, pone prima critiche al mtafiscio, ma come insegnante di matematica comincia a porsi domande su come edove si fonda il suo sitema stesso e il secondo Wittgenstein non è già più il primo, perchè riconosce esplicitamente, ma più spesso implicitamente, che lo stesso linguaggio sfugge alle logiche e le vere fondamenta logico matematiche sono metafische.
Il logico formale non si chiede dei domini, così come un medico specialistico conosce bene le funzioni organiche di un corpo umano, ma o chiede consulto ad altri specialisti di altri settori, o nessuno  è in grado di sapere quel corpo come  interezza e peggio ancora quel corpo è di una persona con ragione e autocoscienza di cui non gli interessa sapere

Personalmente quindi non sono contro nulla, semmai sono contro all'approccio culturale secolare.
Se le verità fossero frammenti, noi abbiamo necessità di avere cognitivamente il disegno finale per confrontare i singoli frammenti e quel disegno.Questa è la logica dialettica ed ecco perchè comprende quella formale,
Ogni frammento il formale lo confronterebbe sentenziando è vero o falso, ma non ha un disegno di dove collocare quel frammento nel puzzle.la logica dialettica deve confrontare i frammenti ma dentro il disegno di riferimento che è il paradigma fondamentale.

Acquario,
 le domande che poni sono molto problematiche e difficilmente hanno una soluzione.
personalmente accetto la mi avita come di fatto di fatto ovvero sono ed esisto.
Penso che ci sia un destino, un disegno divino, in cui gli spiriti devono incarnarsi.
La nostra volontà o meno di mettere al mondo figli  non può nulla sul disegno che permea il tutto.
Non può, se così posso dire, l'uomo contraddittorio, consapevole della propria sofferenza,  di sua propria mano, poi chiedersi se è giusto mettere al mondo figli, semplicemente perchè nella sua breve esistenza spazio/temporale ritiene ingiusto il mondo Vi vedo la contraddizione della contraddizione.
L'uomo deve lottare  per trovare una verità, non deve fare la scelta di uccidere il futuro perchè non sa mutare il presente.L'uomo sparirebbe per sua stessa contraddizione.

Giona,
 dai una risposta che infatti avevo in mente

ma la ricondurrei in questo modo.
Quando, soprattutto nel vecchi forum ,dicevo di scienze antiche , miriferivo al fatto che utilizzano linguaggi diversi, non sono formali.
Perchè le religioni pongono in metafora gli operatori razionali.
Quando dopo la disobbedienza  citata giustamente da  Giona, Dio dice ad Adamo d Eva che soffrirà ladonna nel parto, e che l'uomo dovrà faticare e lavorare per poter sopravvivere, spezza l'unione dle sacro e della natura e l'uomo viene relegato nelle leggi di natura: ora muore.
Questo a mio parere è formidabile se traslata la metafora in senso logico dialettico.
Se la disobbedienza è una contraddizione dell'autocoscienza che attraverso la volontà decade nel desiderio per la tentazione, il peccato logicamente è un corto circuito logico  è la contraddizione della propria autocoscienza.
L'espiazione, il fio, è ora vivere dentro le stesse contraddizioni affinchè l'autocoscienza con gli strumenti azionali della ragione riattinga le essenze dentro le contraddizioni stesse. ricomprenda l'errore.
Vuol dire che riportare l'autocoscienza aripara l'errore (contraddizione/peccato) deve vivere nel mondo della stessa contraddizione ,Il risorgere di Giona è capire i propri errori ,ma sapendo che il disegno di verità non si ferma nel mondo della natura, ma deve ritornare nel sacro, in quel primo e originario concetto identificativo di ricongiunzione fra i domini del sacro e della natura., ovvero del metafisico ed empirico.
#1892
Phil e Sariputra,
Dio è l'Essere e Uno  e Gesù è la manifestazione di uno spirtio che si incarna come uomo.
Noi eseguiamo gli stessi passaggi di Gesù senza essere evidentemente Dio che ci ha creato.
Lo spirito quindi genera, ma non crea.
Il discorso trinitariio cristiano è logica formale, è controverso,in questo thread  ci depisterebbe.
Negli eterni non c'è la creatura fisica, siamo puro spirito ,abbandonate i concetti antropomorfici , noi non portiamo là i nostri desideri carnali, il film della vita è già stato nel divenire dei tempi, l'anima porta il "filmato" delle essenze significative della nostra esistenza e si riconduce allo spirito e Dio "vede" il nostro spirito.

Cosa intendi Phil per indecidibilità dello spirito?

Phil tu presumi la reincarnazione, non la posso scartare come ipotesi

L'anima è la mediatrice fra spirito e corpo e quindi si risolve nello spirito.

L'essenza, faccio prima metaforicamente, è un profumo, è il tè,ecc.
Ovvero è la verità seppur contraddittoria , la sintesi, di ciò che noi capiamo nel mondo.
la nostra opinione personal,e il nostro modi di fare, pensare ,agire, riflettere, è data dalle sintesi dei significati nell'esistenza della vita.E' il riassunto significativo per ogni molteplicità delle apparenze,

Il senso è se noi ci siamo evoluti o decaduti. Io la definisco metaforicamente una porta che noi apriamo in questa vita frai due domini i, quello della carne nella natura del divenire  e quello dello spirito nell'eterno. Sta a noi aprire o chiudere la porta.

Sto cercando ,come sempre, di essere discorsivo e non formale accademico.

Provo a far capire alcuni denominatori comuni che sono nelle essenze culturali anche spirituali.

Tutte le religioni tendono a dire che il mondo è una forma di contraddizione.
La simbiosi fra logica e metafora religiosa funziona, perchè amare nel mondo della natura  troppo spesso vuol dire "attaccarsi" ai desideri.Se il sentimento veicola la ragione a focalizzarsi sui desideri, ecco nascere il peccato, la contraddizione logica dialettica delle apparenze, l'incarnazione del male come demone.I segni sono esattamente logici,  solo che gli antichi ,come dimostrano i miti, antropomorfizzavano i concetti.
Amare non basta, è dove ,come e quale è la finalità della passione, il suo senso ,il suo indirizzo.
Per questo c'è la ragione e soprattutto l'autocoscienza.
Se nego l'autocoscienza la ragione sposa il desiderio passionale di attaccarsi alle apparenze e le giustifica formalmente: questo fa la scienza attuale, e l'uomo decade perchè desidera la quantità di conoscenza che non è la qualità delle essenze e cerca la certezza e verità nell'apparire. Quindi il desiderio è come la morte, perchè coabitano nello stesso dominio, Più desidero e mi attacco al mondo e più la morte si contrappone e lo temo.
Ad una apparenza si contrappone un'altra e noi involontariamente ragioniamo abitualmente così.

Ma esaltare solo il metafisico signifca che noi no riusciremo a trascendere le contraddizioni, perchè la trascendenza è negata dall'astrazione. Significa che nego la vita terrena per illudermi di vivere già nello spirito.
Il siddharta questo lo intuisce quando svolgendo la vita ascetica vede e ascolta un suonatore di chitarra, o strumento simile, Capisce che le corde per suonare bene non possono essere nè troppo tirate e neppure troppo
rilasciate.L'armonia è quindi accettare di vivere la vita sapendo che incontreremo problemi, contraddizioni nel sentimento e nella ragione che coagulano nell'autocoscienza, ma sapendo che i desideri carnali e materiali non portano da nessuna parte se non nel vedere la morte come fine, l'autocoscienza mediando i due domini apre la porta del senso dalla natura al sacro, dall'empirico al metafisico, depositando le contraddizioni che l'autocoscienza insieme alla ragione dirimano in essenze significative dell'esistenza,Il capire perchè si esiste, cambia la prospttiva della vita stessa, non esiste più un altrui, il nemico, l'odio, espressioni del sentimento che non trova nella ragione il significato vivendolo come contraddizione della contraddizione e l'autocoscienza morde perchè a sua volta l'anima suggerisce.Quindi l'uomo vive la propria conflittualità dentro e fuori di sè.
L'autocoscienza insegna ad accettare a distaccarsi, ad accordare ,ad agire o non agire, a capire i momenti dell'opportunità e dell'inopportunità. Più matura e più predice, perchè sa e capisce le essenze delle contraddizioni che ritornano continuamente sotto altre apparenze con gli stessi significati.
#1893
Sariputra,
il bene e il male ,la ragione e il cuore.

Penso che male sia la contraddizione e bene la razionalità.
Penso che il sentimento sia importante e correlato a ragione e psiche(l'Io) con l'autocoscienza.
Il solo sentimento o contrapporlo alla ragione non ha assolutamente senso.
Se seguissimo "le ragioni" del cuore non potremmo mai distinguere la coerenza logica di un senso, per cui il demonio AMA il male è coerrente ,ma contraddittorio

Tutti amiamo ,anche il serial killer, ma è la ragione con l' autocoscienza che dà il senso al sentimento e non viceversa.

Dio quindi non è nè male nè bene, non è nelle categorie della legge della natura , poichè sono incluse nella metafisica.
Dio  equivale alla primordiale e fondamentale identità logica che crea la contraddizione ( il perchè non lo so e nessuno penso lo possa sapere) del divenire in cui siamo esistenti.Il bene e il male sono il primo la coerenza logica , il secondo la contraddizione.
Il mondo non è governato dal bene e dal male, ma  semmai coabitano come risultante dei nostri movimenti razionali logici e se vuoi anche dei sentimenti che eseguono quella ragione. 
Se mi avete seguito, allora la vita ha senso e significato nell'esistenza dentro la contraddittorietà del divenire finito, in quanto l'uomo può discernere e quindi scegliere con la volontà se vivere la contraddizione e affermarla per vera, oppure cercare le significazioni come traccia per dare senso alla razionalità.
Il simbolo logico , non so se capirete, viene traslato nel segno del bene e del male). 
Tutto ciò che è carnale e materiale è rappresentazione segnica del male poichè sono le verità nella contraddizione del finito in divenire, in ciò che appare e sparisce , nasce e muore.
Se credo al demonio credo a tutto ciò che il desiderio è dentro il divenire, ma il demonio sa che lui stesso è stato creato dall'Uno originario , non può vincerlo, allora la verità sussistente eterna è il paradigma a cui il bene e il male si ricongiungeranno alla fine dei tempi. Ecco il movimento escatologico delle religioni,, l'eterno crea il divenire e il divenire finisce nei tempi (muore) ritornando all'alba originaria dopo il tramonto.

Non viene prima la Terra e poi l'Universo, il movimento è dall'origine e unità del Tutto alla dispersione nella multiformità.
Può benissimo essere che il sentimento bypassi la ragione e vada direttamente nell'autocoscienza, ma quell'anima pura ha quanto meno fatto una scelta consapevole o meno di non dare senso al sentimento accompagnandolo nel cinismo del potere o denaro, ha  scelto, come in molte parabole di tutti i testi spirituali, di indirizzare il proprio sentimento ,perchè "lo sente dentro d isè".
quella purezza è il legame  fra anima e autocoscienza che arriva direttamente al sentimento: fa le cose giuste senza cercare la ragione,
oserei dire inconsapevolmente è quello che si dice , il saggio sa senza conoscere, vale a dire il sapere (capire) senza necessità della ragione, allora quel sentimento è molto vicino all'anima, è quella grazia divina di alcune religioni dispensata da Dio .
Lo sappiamo tutti che cì è qualcosa dentro di noi che non è mai stato spiegato nè dalla psicanalisi ,psicologia o quant'altro  è quell'intuito che avevo postato precedentemente, come se l'anima suggerisse non un concetto logico, ma un indirizzo, un senso su cui ragione e sentimento si muovono .
#1894
Sariputra,

Non penso affatto che Dio si metta temporalmente a costruire spiriti e corpi in divenire: è contraddittorio.
Quindi la  data di nascita dentro il tempo corrisponderebbe alla data di nascita anche dello spirito, ovvero l'Essere non è eterno ,ma entra in divenire nel finito.
E' tutto contraddittorio.
Deve necessariamente l'Essere  abitare l'eternità, non solo l'Uno come fede che è Dio. L'anima sarebbe il cordone ombelicale spirituale , il "respiro" dello spirito nel divenire, il "soffio della vita"

Non è messo in discussione Dio dal punto di vista teologico, ma l'uomo come creato.
O Dio entra costantemente nel divenire dell'universo a generare e creare, oppure Tutto è già nel meccanismo del rapporto fra eterno e divenire fin dall'inizio, vale a dire nel "disegno divino".
In altri termini o Dio per ogni uomo si mette a fare come Adamo e lo trovo assurdo, oppure nel concepimento riproduttivo  nel mondo fisico di un nuovo corpo umano  lo spirito è già ed è eterno. E lo spirito manda l'anima nel corpo , il soffio della vita, come mediatore fra eterno e divenire, lo stesso ruolo ma dentro il movimento del conoscere lo ha l'autocoscienza.

Sì Dio è l'Uno, colui che ha moltiplicato e colui che il moltiplicato si ricondeuce all'Essere.
Potrei dire così. Il momento cosmologico fisico , in cui tutto l'universo è dentro energeticamente e materialmente dentro la capocchia di spillo è il momento generativo.Avviene l'espansione delle energie e creazione delle materie, l'universo si espande e moltiplica le differenze, ma il momento originario è destinato a ritornare.Tutto sarà riassorbito nell'Uno, nel momento originario del cilo del processo.
Quindi noi siamo "frammenti" apparenti come fenomeni, ma ogni cosa è relata al momento originario in cui l'Essere(quì è Dio) genera l'energia fisica.Ma in questo momento c'è già l'energia spirituale che è L'Essere di ognuno di noi .
L'anima accompagna nel divenire il corpo umano, ma ritorna come significazione dell'esistenza allo spirito che è da sempre , è sempre rimasto nell'eterno, fin dall'inizio dei tempi preesiste.

E' Dio senza attributi e appellativi "umani" che non hanno senso. Gli esseri eterni sono spirituali e creati dall'Uno, da Dio .
Quindi noi ritorniamo allo spirito individuale(il nostro Essere) con le nostre essenze portate dall'anima nel divenire del corpo fisico .
Ma se tutto è scaturito da Dio e l'universo e l'esistenza dell'uomo appare nella fisicità, i nostri singoli Esseri erano in Dio e Uno per cui perdiamo a quel punto l'unicità e la singolarità per essere riassorbiti nell'Essere  divino.

Il problema è di due tipi
1) la costruzione razionale dentro la logica dialettica
2) il senso della vita di ognuno di noi a sua volta legato al disegno divino originario che ci è imperscrutabile

Dio è Uno e governa il Tutto , non esiste cristiano, musulmano, induista  ateo, laico, e tutte le attribuzioni in cui ci perdiamo nelle contraddizioni del divenire. Siamo più che fratelli e sorelle, siamo energia originaria che si è differenziata affinchè sorgesse la vita e si esplicasse nel divenire del finito.

Provate a verificare la teoria cosmologica dell'universo  e la teoria delle "stringhe" delle scienze fisiche, il movimento ,per ceti versi è simile. Esiste una unità iniziale temporale nella cosmologia, il punto originario ,il tempo zero, dopo pochi frammenti di secondi quell'energia fa comparire le forze fisiche, la stringa è l'unità teorica fisica a su volta indivisibile,Sono le sue differenziazioni che costituiscono gli elementi atomici e le forze mediatrici
Allora capirete che la nostra conoscenza attuale è focalizzata sulle apparenze come differenziazioni, come separazioni per costruire attribuzioni ad ogni cosa.ma è contraddittorio con i paradigmi iniziali ,perchè la stessa scienza mi dice che all'inizio era solo energia e che la stringa è il momento originario fisco come l'atomos lo era per Democrito.

Noi diamo troppa importanza alle differenze, il senso della razionalità lo riconduce ai paradigmi originari che non sono ma i differenze ma unità indivisibili a loro volta.
#1895
Sariputra,
in effetti quell'aspirina sulla spiritualità orientale stona anche a me; è una mia cialtroneria con una punta di arroganza
che non mi piace e mi scuso anche perchè è vero quello che sostieni e spesso ho scritto nel vecchio forum, le radici sono conuni. E' vero anche quello che scrivi in un precedente post; quando ho approfondito la religione ebraica fino alle radici con la cultura sumerico-accadica, loro non sono platonici, il mondo della natura apparentemente è separato dal sacro, ma intimamente connesso,non c'è ancora la separazione astratta.

Phil e Sariputra,
Bhe Phil, in fondo tutti viviamo fasi interlocutorie,io stesso non posso presentarmi come colui che ha la verità,ci vivo anch'io nella contraddizione.
E' vero che è difficile definire oggetti ontologici della filosofia , confonderli con la psicanalisi e psicologia e di nuovo con il cognitivsimo e le neuroscienze.
Il problema è la complessità umana della mente(L'io, l'Ego, il Sè, la coscienza,ecc) ,delle forme del processo della nostra conoscenza(intuitiva, induttiva, deduttiva,ecc) e delle diverse forme conoscitive (razionale, empirico,ecc).

La direi così, ed è ribadisco personale, perchè il focus sul movimento e modo operandi dei processi conoscitiva mio parere è fondamentale, fa la differenza e le caratteristiche sull'ontologia, fenomenologia, epistemologia.,
Se non siamo computer e difficilmente inquadrabili come sistema, dimostra che l'uomo è già un universo in sè come complessità e qualità.
Lo spirito è l'Essere filosofico e a mio parere non entra nel mondo fisico.E' l'anima che fa da mediatore fra spirito e corpo umano fisico. L'anima non è inerte, suggerisce alla ragione con l'intuito anche se non è proprio intuito e si rivela nell'autocoscienza, ma non è l'autocoscienza che a sua volta si relaziona alla ragione che è in sè complessa per le sue diverse forme, intellezione, razionalità. L'ego è più legato all'istinto di sopravvivenza, nasce come animalità è più relato alla psiche. Se è già difficile definire chiaramente gli oggetti , la cosa ancor più difficile è come interagiscono fra loro, perchè non sono a loro volta separati, ma possono evolvere o decadere a seconda di chi prevale.
La ragione ad esempio interagisce con l'ego, l'evolve se la educa, decade se diventa egoismo ,vale a dire se la ragione si piega alla volontà animale per cui il cinismo e scaltrezza, astuzia strategica dell'egoismo ne è il risultato.
Noi non possiamo fare a meno dell'istinto di sopravvivenza, dell'ego, il problema è come la ragione lo armonizza nella razionalità, ovvero di come la stessa ragione si muove in rapporto al mondo contraddittorio dove prevarrebbe l'ego, ma dove l'autocoscienza invece si muove in senso contrario.La ragione è mediatore quindi fra ego da una parte e autocoscienza dall'altra, il chi e come si risolve la contesa che definirei l'autocontraddizione della lotta interiore umana è quanto è riuscita la stessa ragione a capire fra i due rappresentanti dell'ego del mondo naturale e di se stesso del dominio metafisico. Quì è fondamentale il segno, significazione, simbolo e senso.Il senso è il ragionamento razionale che attraverso le contraddizioni delle apparenze nel mondo fisco, compresa la morte com-prende,, fa sua la contraddizione e la porta dentro la riflessione dell'autocontraddittorio personale; se riesce a coniugare, a "far filare liscio "( la metto sul semplice e banale) il momento razionale., allora si ha un senso coerente e completo del sistema.
Quel cambiamento di stato Phil è l'autocoscienza che media dalla ragione razionale attraverso il concetto,che  ha trovato il senso dalla contraddizione del negativo(la realtà del mondo delle apparenze) al posiitvo dell'Uno o Tutto. Questo positivo è l'indimostrabile scientifico e in quanto tale per la scienza è l'irrazionalità; ma  senza questo processo  noi viviamo costantemente la fase interlocutoria, perchè la ragione prende dalle percezioni sensoriali il mondo e la ragione cerca il momento razionale dentro le apparenze, illudendosi di trovare verità.
Io non credo davvero alla morte, lo è certamente biologicamente, ma al bios è superiore l'anima mediatrice.
L'autocoscienza deposita a sua volta il sapere della propria essenza esistente all'anima e dopo la morte l'anima porta allo spirito l'essenza di quella persona al proprio essere eterno ,preesitente, lo spirito.
Non chiedetemi come e dove sia lo spirito, il paradiso, ecc. in questo la penso come la teologia negativa, simile alla spiritualità orientale.Noi quì nel divenire non possiamo dire degli eterni come concetto esistenziale, non è esperibile ,sarebbe davvero solo fantasticare privo di una razionalità.
Il perchè siamo al mondo, perchè uno spirito eterno decide di incarnarsi nel divenire del finito è un'altrettanta sola constatazione. Ma è altrettanto vero,come dici Sariputra che le fedi e le spiritualità hanno decido spesso che la vita corporea sia negazione nella sofferenza e lo spirito il positivo.Nietzsche ne ha fatto un 'intera operazione del pensiero,Ha ragione perchè il processo, ma vedete che appunto la filosofia dialettica ricalca il momento negativo e positivo,,del come viene interpretata e razionalizzata la vita nell'esistenza decide le motivazioni e gli atteggiamenti umani nella propri vita, ovvero può condizionarlo positivamente o negativamente, può evolvere o mortificarlo.
Quindi come le metafisiche , religioni, spiritualità culture decidono di relazionare i momenti conoscitivi fra mondo fisco e mondo del sacro o dell'essere con gli enti o essenti è fondamentale nei processi culturali più di quanto possiamo pensare perchè è il vero modello che sovrasta anche quello delle scienze che per loro natura non operano oltre la determinazione del finito osservabile e quindi dimostrabile e la logica formale sul particolare dei fenomeni.

Allora le contraddizioni, ambiguità, crisi, non le vedo più come fattore negativo in sè e per sè, ma come momento necessario per l'autocoscienza che con la ragione li raccoglie e li correla per cercarvi quel senso.Questo è per me il vero senso dell'esistenza, dipanare dalle moltitudini degli eventi, fenomeni, relazioni personali che scorrono nell''esistenza i significati districandoli nel contraddittorio della riflessione dentro l'autocoscienza.

La nostra cultura attuale invece li formalizza come errori e compie la sepoltura dell'autocoscienza mortificando l'anima.La crisi ad esempio è come il rito d'iniziazione delle età umane, i processi di maturazione,Sono necessarie per evolvere.Invece questa cultura le fugge ed ecco spuntare gli immaturi a vita.

Il problema penso Davintro è che il momento oggettivo e soggettivo è un errore di metodo delle scienze che costruiscono finte complessità.
Non è scomponendo in parti un corpus i particolari eil Tutto, che si trovano soluzioni.
Non è studiando il fegato da solo e il cuore da solo e pensando di ricomporlo come sommatorie dei particolari  che ho capito il corpo .
Il momento soggettivo rimane per forza, il problema è razionalizzarlo nel concetto

Chi  vuole faccia pure critiche, sono le benvenute.
#1896
...e una risata mi seppellirà!
Phil,
capisci il pensiero orientale e mi sembri in parte d'accordo e non hai capito cosa ho postato finora?
Quello "stato" che muta è il livello di consapevolezza che l'autocoscienza acquisisce nell'esperienza
Sariputra,
la dialettica nell'antica Grecia dei filosofi era già agli albori in Socrate con l'elenchos.
L'io sono è una constatazione, a mio parere confondi l'Ego con l'autocoscienza
Lambiguità del pensiero orientale è proprio quel "vivere tirandosi fuori", quel "mezzo" vivere etericamente nel mondo.L'anima è personale, renderla impersonale è di nuovo ambiguo,Non c'è assenza se prima non c'è presenza.
L'evoluzione della propria autocoscienza che matura la sua anima passa nella vita dentro le contraddizione.
Il silenzio è la sintesi delle essenze è il sapere che viene dalle conoscenze esperite,è la sintesi che viene dall'analisi.
Diversamente :a che servirebbe allora a vivere , a essere nulla ?

La mia considerazione è che il pensiero orientale ha avuto fortuna da un paio di secoli a questa parte in Occidente (parecchi influenti pensatori hanno avuto in qualche modo una certo ascendente)proprio per sua antitesi al nostro sistema culturale Ma è l'aspirina, non la cura, perchè il vero problema non è nell'ntitesi, ma nel ribaltamento dei paradigmi. Io non sono antitetico al pensieor scientifico moderno e nemmno a quello Oriental, tutt'altro, ma ne vedo chiare le contraddizioni dei paradigmi  perchè qualunque umano a qualunque latitudine dimori e in qualunque tempo viva, dovrà sempre e comunque relazionare e correlazionare gli enti, le cose, i fenomeni e gli eventi, e il suo modo di relazionarli, il suo sistema rappresentativo del mondo, dei domini,dichiarerà anche se lui ritine di definire il vuoto, il silenzio, e l'assenza, come la sua presenza ha significato dentro la propria esistenza.
In altre parole, che sia un monaco certosino di clausura, o sia Obama, uno zen o un sufi, non ha molta importanza, se non come processo di identificazione di una cultura che si è "personalizzata" anche se ritene di essere impersonale, perchè è dentro l'esistenza e da questo nessuno è sottratto per evidente contraddizione logica.

Metaforicamente il slienzio è parte dei suoni, nel rigo musicale ha dei suoi segni e una durata, come la virgola e il punto segnano il ritmo delle proposizioni.

Davintro,
gli uomini sono simili, ma non uguali, nessuno è mai stato uguale ad un altro fisicamente, mentalmente.
la libertà è personale come la responsabilità. l'uomo nasce come particolarità come le contraddizioni delle particolarità nelle apparenze..E'la ragione razionalizzante che correla a livello individuale.
La sofferenza del saggio che tende a isolarsi, è dato dall'inconsapevolezza di troppi individui che si fermano alle apparenze contraddittorie e pensano di sapere solo dalle contraddizioni. la sintesi è l'operazione necessaria fra esperienza e ragione, fra vita e razionalità per ricondurlo ad Uno che è il Tutto,sapendo che ne è parte, ma nello stesso tempo è anche particolare come identità contraddittoria.
Più è alto il livello di consapevolezza dell'autocoscienza e più è metaforicamente silenzio, perchè non esiste una formula universale per arrivare alla sintesi, l'avremmo già tutti eseguita e forse il mondo e noi saremmo migliori.
In questo sta la soggettività, come momento isolato contraddittorio con i propri simili, ma consapevole che lui stesso insieme ai suoi simili sono parti di quell'Uno che è Tutto.Questo processo è soggettivo.
La grande difficoltà a capire la logica dialettica sta nel proprio livello di autocoscienza (che non è solo culturale)
perchè il rapporto di relazione a sua volta fra intellezione/ragione e fra razionalità ed empirismo è un lavoro di sintesi dove ad ogni contraddizione il maestro dovrebbe chiedere al discepolo, non tanto cosa conosce, è sottinteso, ma se ha capito? Per forza entra in gioco l'individuo, perchè il processo di relazione del contraddittorio è personale nella singola esistenza, e la cosa più dificile è condividere esistenze,viverle anche negli altri per capirle e a sua volta aiutare.
I maestri religiosi o spirituali orientali, come nelle arti esoteriche ebree, e in diverse mistiche, il rapporto fra maestro e discepolo è personale, è come se nelle nostre scuole dalle elementari alla laurea ci fosse sempre stato un unico tutor personale che oltre alla conoscenza ci avrebbe aiutato nell'evoluzione della maturità della nostra personalità. Noi invece abbiamo genitori, amici, insegnati che spesso si contraddicono fra loro. Noi già da lì maturiamo con un nostro sistema di relazione,compiamo operazioni dialettiche inconsapevolmente, che è naturale in quanto tutti lo abbiamo, ma è personale nel momento in cui ognuno è unico un suo proprio sistema; che non significa essere opposti ai nostri simili,ma diversi in qualche caratteristica che ci caratterizza.
In questo ritengo la soggettività dentro il processo dialettico della vita, dell'esistenza.

I complimenti sono meritati.
L'autocritica è ancora dialettica, perchè è contendere nella forma dialettica come confronto di diversità.
Io non vivo quindi l'esistenza come competizione egoistca, ma come evoluzione, e in quanto tale non sono quindi ,ripeto, un anti-qualcosa,seguo di tutto,cerco sempre di imparare da qualcosa o qualcuno.
Quindi chiedere i pensieri altrui, è come chiedere a vite altrui personali di dargli qualcosa ,altre essenze che forse non potrebbe esperire.Ecco perchè una buona lettura per ognuna di noi è fonte di riflessione, perchè sentiamo che ci migliora..
Alla fine noi convergiamo tutti in un unico punto originario, le particolarità si ricongiungono come essenze dapprima contraddittorie e poi come razionalità nell'unico disegno che ci comprende.
#1897
Verdeidea,
è verissimo, stessa percezione tua.
Penso che sia dato dall'aspettativa sul futuro.
Quando si è ragazzi si vuole arrivare velocemente ad esser adulti. Si guarda avanti.
Quando si è anziani si vuole tardare la dipartita  e si guarda indietro.
Noi rallentiamo o acceleriamo il tempo dell'oggi in funzione delle aspettative, almeno questa è la mia personale considerazione.

Non va bene vivere così, perchè ci sfugge l'oggi , non assaporiamo bene gli istanti perchè i nostri passi sono già oltre l'oggi, nel domani o nello ieri. Questo è figlio della nostra cultura.

Non so se sia dato anche dalla conoscenza che si accumula nella propria coscienza, forse sì.

Comunque l'uomo orientale vive meglio il tempo della propria vita  con  il tempo universale.
Perchè conosce meglio di noi il rapporto di attaccamento e di distacco dal mondo , sa meglio di noi  prendere il tempo e quando deve lasciarsi vivere,trasportare nei passaggi di tempo.
Il nostro dramma occidentale  è il tempo economico, è troppo condizionante con i ritmi di vita naturali .
#1898
Citazione di: Aniel il 25 Agosto 2016, 10:37:06 AMNisargadatta Maharaj non era un uomo istruito, cosi' come pure Ramakrishna, eppure a prova che non e' il bagaglio culturale che puo' far arrivare a 'conoscere' cos'e la morte, ma anzi a volte ne e' di ostacolo, perche' manda come in confusione la mente e preclude quell'intimo 'sentire' che ci connette con il trascendente. Trascrivo qui un frammento di dialogo tratto dal libro' IO SONO QUELLO' di Sri Nisargadatta Maharaj, un libro che io trovo sempre molto 'illuminante' nel percorso di risposta alla domanda 'Chi sono io?': Visitatore: Quando il corpo muore, tu continui a esistere? Maestro: Non muore niente.Il corpo e' soltanto immaginario. In realta' non esiste. V. Prima della fine del secolo,sarai morto per tutti coloro che ti circondano. Il tuo corpo sara' coperto di fiori,cremato,le ceneri saranno sparse al vento:Questa sara' la nostra esperienza. Quale sara' la tua? M.Il tempo finira' Viene chiamata 'la grande morte', la morte del tempo. V.Significa che finira' l'universo e tutto cio' che contiene? M.L'universo e' una tua esperienza personale:Come puo' essere influenzato? Potresti aver tenuto una grande conferenza per due ore:dov'e' andata quando hai finito? e' stata riassorbita nel silenzio in cui l'inizio,la parte centrale e la fine coincidono. Il tempo deve finire,c'era ma non c'e' piu'. IL SILENZIO dopo una vita di chiacchere, e il silenzio dopo una vita di silenzio sono uguali. L'immortalita' significa liberta' dalla sensazione di esistere,dall' IO SONO' Tuttavia non e' una fine.Al contrario,e' uno stato infinitamente piu' reale,consapevole e felice di quanto tu non possa immaginare. Scompare soltanto la coscienza di se'. V. Perche' la grande morte della mente non coincide con la piccola morte del corpo? M.Non coincide! Puoi morire migliaia di volte senza che l'inquietudine della tua mente subisca una battuta di arresto:Oppure puoi conservare il tuo corpo e morire soltanto nella mente. La morte della mente e' l'inizio della saggezza. ....... V. E il testimone'? E' reale o no? M.Tutte e due le cose.L'ultima briciola di illusione, il primo tocco del reale. Dire 'io sono il testimone' e' vero e falso allo stesso tempo.Falso a causa 'dell'io sono' vero per via del testimone.E' meglio dire:'c'e' la testimonianza'. Nel momento in cui dici 'io sono' un intero universo viene alla luce insieme al suo creatore. Pag. 276-277 - Capitolo: la morte della mente e l'inizio della saggezza.


sono in parte d'accordo con il saggio.
Due sarebbero i punti da chiarire.
Cosa intende per morte della mente, e quindi cosa esiste ancora; se è l'anima sono d'accordo.
La seconda problematica è la visione del mondo. La mia non è separazione fra il dominio dell'eterno e del divenire.
Quindi questa anima dopo la morte dove va? Se è il nulla non sono d'accordo.
Quale è il significato dell'esistenza? Se la separazione fra mondo e realtà delle apparenze fosse illusione, sembrerebbe (uso il condizionale) che il mondo fisicosia "espiazione", una sorta di inferno o purgatorio ,tanto per farmi capire e non sarei d'accordo
#1899
Anthonyi
ho scritto numerosi post e non posso ripetermi.Utilizzo la filosofia dialettica per mettere in comunicazione i due domini dell'eterno e del divenire, mediati dall'autocoscienza che vive nel contraddittorio mondo delle apparenze.

Dal post di acquario posso dire che l'uomo ha paura di ciò che non conosce,anche di se stesso.
La predittività scientifica si razionalizza in una equazione per prevedere i fenomeni.
Sapere è predire, prevedere e questo porta alla padronanza.Ma la  vera padronanza è conoscere anche e non solo  esternamente i movimenti degli essenti, degli eventi e fenomeni che ritornano all'autocoscienza che correla i due domini.
La conoscenza della cultura contemporanea ,figlia degli ultimi cinque secoli, si è illusa che estendendo la conoscenza  che si è esplicata nella creazione di innumerevoli discipline scientifiche, in miriadi di dati, potesse avere quella padronanza.
La conoscenza così non è sapere, perchè il sapere è sempre riunificazione delle essenze, il distillato della conoscenza.Oggi l'uomo invece di essere padrone di sè è sempre più confuso e la morte fa ancora più paura .
#1900
Verdeidea
nel post n° 152 mi hai scambiato per Phil (poveraccio ;D) imputandogli quello che ho scritto io


Gibran ,ma anche Verdeidea,
non so come sei dal "vivo" de visu, se parlare con te è difficile in un forum telematico, chissà come sarebbe  faccia a faccia.

E dire che nell' ultimo post ho fatto delle aperture (la jihad islamica), ma manco le avete pensate o lette  tanto è inviso a voi l'islam.


Le mie posizioni di metodo in qualunque tipo di discussione è che rispetto le persone e i loro pensieri, da voi agli islamici compresi, perchè credo nella dignità umana.
Ci sono religioni e spiritualità per il mondo anche molto diverse,  i tagliatori di teste  e i cannibali ad esempio.
Se mi fermo all'effetto mi verrebbe da dire che le loro culture sono nettamente ostili: forse.ma mi piacerebbe capire perchè l'uno fa raccolta di teste e l'altro mangia carne umana, ovvero perchè e se c'è un pensiero  a monte In fondo anche lo scalpo dei pellerossa americani deve avere un senso.
Non è che l'ebraismo veterotestamentale fosse così pacifico. Ci sono battaglie in nome di Jahwè.
Non è che i sacrifici umani e poi animali non avessero significato.
Insomma a me interessa  capire cosa c'è prima di un gesto, cosa passa per la testa della persona che lo compie e se c'è una giustificazione teoretica al testo sacro, in questo caso visto che è l'islam una religione,
Allora  il problema diventa: è coerente la jihad ,intesa come guerra santa ,da parte di un islamico rispetto al loro testo sacro?
Perchè vedete, non tutti gli islamici li seguono, ci sono fanatici, ma ci sono anche saggi. Il sufismo è una mistica molto saggia e sapienziale  islamica. E' in nome di questi saggi e di pacifiche persone che non posso condannare l'islam "intero".
C'è in me un rispetto verso una religione, una cultura e le persone in cui ci credono.
Non posso discriminare una religione o una cultura solo per dei fanatici assassini che vigliaccamente uccidono "nfedeli"..
E' chiaro che condanno il gesto scellerato. ma ribadisco, c'è una giustificazione teoretica o storica a questo? Se c'è allora c'è un problema,.
Ma come ho scritto nel precedente post, mi auto riconosco una mancanza  intellettuale, non ho sufficiente conoscenza per costruire una seria critica personale, anche se devo ammettere che probabilmente vi sono delle "falle" nel Corano.
E se ci fossero comincerei ad essere perplesso.
#1901
Sariputra
chiunque può "intrufolarsi " nel dibattito, non è una chat personale.

Autonomia della ragione, mente, coscienza, sì, ma non dicotomia nella realtà, perchè entrano nella realtà.
Mediano e interpretano la natura e la razionalità.

Può essere, non posso scartarlo, un atto di presunzione, ma  come ho scritto in precedenti post a questo punto cosa ce ne facciamo della coscienza? Se fosse VERO E CERTO il mondo reale e quindi siamo solo dentro la legge di natura, non mi è chiaro il paradigma stesso su cui poggia la natura che mi ha dato una coscienza e la cognizione. la teoria dell'evoluzione è manche vole in questo, funziona per tutti gli organismi viventi, ma non per l'uomo 
E' da queste considerazioni che ritengo non-razionale il mondo della natura, in cui il compito dell'autocoscienza è da ponte interpretativo fra fisica e metafisica.

A mio parere la cultura indo-cinese per certi versi è addirittura superiore a quella Occidentale. 
Vi sono parecchie varianti, dalla cultura induistica, di derivazione vedica, a quella dravidica con la reincarnazione.

Il mio personale pensiero è che lo spirito è eterno e corrisponde all'Essere filosofico.

L'anima è il ponte fra spirito e corpo, è il "respiro" metaforicamente e alberga nel singolo corpo fisico fino alla morte, fino a tre giorni dopo la morte, Poi l'anima ritorna allo spirito con il suo bagaglio di essenze e sensi che ha esperito nella vita dell'esistenza dentro il corpo fisico nella natura.
Ribadisco , è la mia personale posizione, perchè va oltre molti pensieri filosofici e spirituali, perchè lo trovo il più congruo ,personalmente.

Mi permetto d iscriverlo, perchè siamo nel forum spiritualità..

Tenete presente che la mia posizione attuale è di chi fino a due decenni fa non era credente e su posizioni fortemente agnostiche.
Quindi è il dominio della natura che ha delle incongruenze logiche, per cui la ragione e la coscienza non troverà mai un barlume di verità sul significato della vita, del perchè esistiamo e quindi moriamo dentro un tempo in divenire.Ma allo stesso tempo le incongruenze logiche  e contraddittorie, pongono alla ragione razionale la possibilità di capire grazie alle correlazioni fra i domini, ciò che è apparenza e ciò che è essenza di quell'apparenza e di coniugarle con i significati in senso logico razionale.
Se così non fosse, negheremmo la filosofia, negheremo le religioni e le spiritualità , ma soprattutto negheremmo la stessa scienza moderna in quanto comunque astrae, trasla dal fenomeno fisico all'idea logica matematica di un'equazione o di una figura geometrica,
ovvero CREDE  che la razionalità sia nel fenomeno in sè e per sè, ma lo astrae
.Dà più fiducia  al fenomeno che all'agente conoscitivo, all'uomo e quind isi contraddice epistemologicamente cortocircuitando il movImento conoscitivo, sorreggendolo con una opportuna OGGETTIVITA' del dimostrato sperimentalmente, salvo autofalsificarsi dicendo,sempre epistemologicamente, che nulla è vero e tutto è relativo.
Io lo trovo il teatro dell'assurdo, perchè alla fine quello che conta in questa cultura è la tautologia . l'evidenza ma  funzionale nell' esisitenza, ma chi decide la funzionalità di una tautologia, la comodità del potere culturale?
#1902
Phil,
ma perchè noi abbiamo una ragione che va oltre il presente. Noi proiettiamo la nostra conoscenza dell'oggi, sul ieri e sul domani. il nostro modello rappresentativo viene proiettato temporalmente.
Alle cagnette non gli  importa, gli interessa l'oggi, solo l'oggi.


E che importanza ha che l'universo fisico sia stato prima e sarà dopo di noi?
Noi vediamo uomini nascere e morire, come se venissero dal nulla e sparissero nel nulla, come se un'asincronia temporale di più tempi e durate si intersecassero.
Il tempo della vita dell'uomo ,ovviamente non ha la stessa durata di quella dell'universo.
A noi arrivano le immagini di nascite e morti mentre l'universo continua imperterrito il suo corso.
Noi diamo importanza alla durata , perdendo di vista il significato.
E' come fissiamo le prospettive segniche ch eci fa pensare che anche noi non siamo significativi come qualunque cosa, perchè tutto ci appare come venire e sparire dal nulla e nel nulla.Non basta risponder  e che tutto si trasforma, perchè la fisica ha risposto ad UN tipo di energia che esclude ragione, mente,coscienza, ovvero tutto il valore aggiunto che la natura non ha.
Il corpo fisico accumula dalla nascita energia e materia e cresce, poi tutto si decomporrà. Ma al netto energetico, dove è sparita la mente,la ragione, la coscienza ( non voglio aggiungerci l'anima per non creare altre problematiche, anche se è sottointesa)?Nel Nulla?Sei sicuro? Cos'è quell'energia mentale e psichica? Solo elettricità  dei nervi? Eppure proprio le culture orientali sono indirizzate alla gestione dell'energia psicofisica gestita mentalmente.
#1903
Anthonyi,
c'è il thred parallelo sul"perchè si ha paura di morire" che si è delineata alla fine sul come penso la razionalità .Lì ti appare più chiaro come la penso. No, non la penso come mi descrivi.
che non è assolutistica. Non costruisco il paradigma divino per difenderlo tourt court.
Il problema è rovesciato, è se il divino può reggere razionalmente in rapporto all'agire della conoscenza e le sintesi nell'autocoscienza.

Io non plagio le persone, non faccio i complimenti solo perchè una persona è d'accordo con me.
In parecchi decenni di studi personali in diverse discipline  anche di autori e pensieri agli antipodi apparentemente con me, ho imparato ad apprezzare chi riesce a stimolare in me una riflessione, una nuova conoscenza.E quando vedo, come nel tuo caso che c'è un'applicazione, una metodica di tutto rispetto, non posso che fare i complimenti, indipendentemente da come la pensiamo, ma da come un pensiero viene sistematizzato.
#1904
Citazione di: Phil il 22 Agosto 2016, 20:53:53 PM
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 19:39:08 PML'errore è oggettivare spasmodicamente dimenticando sempre il soggetto esistente che è anche il costruttore di quegli oggetti ,senza l'agente conoscitivo che ne è del mondo?
"Se un albero cade nella foresta, e non c'è nessuno che lo sente, fa rumore?" (non ho trovato l'autore). P.s. Grazie per la risposta.

Probabilmente sì,ma forse no.Dipende come e dove cade..Tu l'hai ascoltato l'albero che cadeva nella taiga?
E la stella che si stava formando ?

P.S. l'ho chiesto alle cagnette di mio figlio che hanno un udito migliore del mio,mi hanno guardato come
dire" che cosa dice"? Non mi hanno risposto,si sono acquattate. Chissà perchè?
#1905
Citazione di: Phil il 22 Agosto 2016, 18:13:26 PM
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AML'identità è logica, non apparenza corporea.
Appunto:
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2016, 16:18:25 PML'identità logica non è solo quella della logica atemporale del A=A, in cui un ente ha la sua identità. Possiamo declinarla in un modo temporale in cui nell'istante di tempo T1, A1(vivo)=A1(vivo), mentre nel tempo T2, A2(morto)=A2(morto), ovviamente presupponendo la definizione degli stati "vivo" e "morto" (che credo siano rilevabili piuttosto oggettivamente). Pensa anche a come si alternano lo stato acceso/spento nei circuiti o nel codice binario... non vedo la reale contraddizione.
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2016, 20:22:12 PML'identità non può proprio essere "fluida" e dinamica, coniugata con il fattore tempo?
Parliamo di "gusti linguistici":
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMCosa sono gli universali nelle scienze fisiche? Una risoluzionedentro formule matematiche e logiche. E queste a quale dominio appartengono? E= m*c2, cos'è? Quando le apparenze fenomenologiche vengono ricondotte alla ragione scientifica diventano metafisica: ti piaccia o no.
Intendi la metafisica semplicemente come "astrazione formalizzata"? Squisitamente postmoderno...!
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMPhil il problema è che non dici molte cose.Come gli altri stai girando in tondo,ma non devi dirlo a me, devi solo riflettere.
Forse giro in tondo in attesa che qualcuno risponda alle mie pedanti domande, bisogna pur ammazzare il tempo (che probabilmente non ha paura di morire perché sa già che, in quanto essere, non può diventare nulla... scherzo ;D).
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMdiversamente sarebbe razionale il suicidio.
Perdona l'ingenuità, ma perché non sarebbe razionale? Intendi per te o su un piano logico?
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMciò che la coscienza chiede, un senso nell'esistenza che solo la ragione può raccogliere dagli essenti.
Tutte le intime richieste sono da assecondare, legittime e necessarie?
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMLa vita è, o la smentiamo? Se siamo gettati nel mondo ha un significato oppure no?
Ridomando: la vita non può proprio essere pensata come accadere (soprattutto, come tu chiedevi "al netto di ogni fede")? E, a proposito del significato:
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMAttenzione chiedo coerenza logica, perché se la vita non ha signifcazione ha ragione il fanatico dell'Isis, ha ragione la bestia, perché nessun concetto della ragione ha senso e davvero tutto è illusione e la ragione è solo accomodamento tecnologico di sopravvivenza. Cadrebbe il concetto di cultura in quanto solo condizionante in quanto solo la forza animale e la violenza sarebbero vere, tutto il resto è futile, illusione davvero
Se la vita è accadere viene meno, coerentemente, sia il senso sia il chiedersi chi/cosa ha ragione, ma rispunta una certa "legge di causalità" tanto cara all'oriente... (attenzione a non mischiare l'aver-ragione con l'usare-la-ragione!).
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMNoi dobbiamo capire dopo aver conosciuto, questo è il compito della vita, esperire, fare esperienza e raccoglier i significati e darle un senso. Noi abbiamo la ragione in dotazione per questo, non per fare esercizi enigmistici, ma per togliere il velo alla verità
Mi consentirai che questo compito può essere una tua scelta personale (in conseguenza di un tuo paradigma che parla di essenze, essere, verità, etc.), ma non ha cogenza universale.
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 13:54:14 PMRibadisco, i concetti logico-matematici, gli algoritmi,ecc. sono un'invenzione umana [...] quindi l'uomo crea e costruisce una cultura che è interpretativa di quel mondo fisco [...] Se i principi logici hanno un senso, perchè nulla "è campato in aria" sono operatori ,per così dire, relazionali, quindi c iservono per concatenare, categorizzare e così via., non ha senso che una vita venga dal nulla e scompaia nel nulla
Ci fidiamo di una nostra "invenzione"(cit.), o meglio "spiegazione", al punto di non accorgerci quando la realtà stessa la falsifica? Praticamente è una dimostrazione per assurdo (che proprio la stessa logica ci insegna!): provo a spiegare la verità di x, la verità di x risulta contraddittoria, allora x è falso (è vero che la vita non scompare / ma di fatto constato che la vita scompare / allora è falso che la vita non scompare... se proprio si vuole evitare di pensare questo esiziale "scomparire" come un semplice mutamento, che sarebbe così tipico della natura...).
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 13:54:14 PMNon è possible che quei principi logici funzionino nella fisica e non nella metafisica
I principi logici sono principi metafisici? Ricordo che la metafisica comprende anche la divinità, che non è esattamente la più logica delle inferenze (semmai una tautologia: l'indimostrabile è indimostrabile...).
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 13:54:14 PMLa morte cessa la vita contraddittoria per ritornare all'essere allora l avita deve per forza prendere un significato per avere un senso logico con l'essere originario [/size]
Queste sono conclusioni o intuizioni o speranze o rivelazioni?
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 13:54:14 PME' l'Essere che decide di esistere e ci deve per forza essere un motivo, per cui la vita è significazione.
[corsivo mio] L'Essere viene personificato al punto da avere una sua volontà... e si rischia di confondere il motivo-senso con la causa-origine... P.s. Questi commenti non hanno l'ambizione di "far riflettere"(cit.), ma, per quello che valgono, sono domande e "riflessioni" personali...

Phil,
prova a leggere davintro che ha saputo argomentare meglio di me che scrivo in modo più "spezzato".
Il suicidio è un nonsenso, perchè ridursi a togliersi di mezzo dalle apparenze?
Penso che la vita sia esperienza per avere significazioni, quasi quasi sono d'accordo con le reincarnazione, ovvero noi dobbiamo migliorare la nostra coscienza nel mondo ogni volta se ne dovesse presentare l'occasione di vivere
Capisco tutte le ragioni, diciamo così, psichiche, di sofferenza, di affetti, delusioni, sofferenze fino al tormento dell'angoscia di esistere: ma perchè non lasciare che sia la natura a svolgere il ruolo che gli si addice? Sono in vena di dirla tutta,,,,, siamo noi a decidere di andarcene dal mondo.
Nell'antichità, a chi crede nelle religioni anche come trasmissione di conoscenze, al tempo post diluvio di No+, sta scritto nella Bibbia, che l'uomo già allora decaduto sarebbe vissuto al massimo 120 anni.
Aldilà se sia giusto o errato, ma è significativo, noi vogliamo e possiamo vivere anche quantitativamente di più se alziamo il nostro livello qualitativo e questo amio parere può farlo solo l'autocoscienza.

L'ho scritto spesso negli ultimi tempi e ho apporofondito tematiche come la persona giuridica nel diritto come storicamente nasce. .
Ma vale anche per tutti i principi fisici trasposti in leggi matematiche.Questo passaggio chiamatela astrazione, chimatela trascendenza, ma di fatto si sposta anch'essa da un dominio all'altro.
Trovo assurda fino al paradosso sostenere che la scienza non sia astrazione, anch'essa riduce il fenomeno o categorie di fenomeni simili in leggi.E alla fine conta solo l'energia fisica

, Vale a dire diventa il primitivo modulabile nelle diverse forme. Significa allora che la ragione sempre , visto che mi sembra ti piaccia il linguaggio, riassume i significati, le descrizioni, in segni,simboli.

Quali intime richieste sono da assecondare, quelle del pervertito o del saggio?
Ad un certo punto la coscienza o crea o distrugge, o lega razionalmente le contraddizioni o le asseconda e ci vive, si arrende alla propria volontà e si perde nella voluttuà;ma questo è un altro discorso che esula dalla discussione in corso.

Ma persino la cosmologia che in fondo è una filosofia scientifica così simile al procedere delle cosmogenesi antiche , cerca una sua genesi .Le scienze non possono sorreggersi solo nella separazione del fenomeno dal Tutto, vivere di particolarità, allora cerca ,ma sempre nel dominio solo naturale delle apparenze di trovare un proprio senso, che sia la teoria dell'evoluzione o le teorie cosmologiche dell'universo.Penso  che in queste ultime la scienza cerchi di spodestare la filosofia, ma perde, Perchè non spiega l'origine di quella energia e l'origine della vita,si perde nelle prove, si perde nelle deterrminazioni sensibili del dimostrabile, così come inciampa nella dimostaazione di una mente, di una coscienza a partire da un cervello fisico.

L'autocoscienza ha anche una soggettività, non è un sasso o una qualunque cosa inanimata.
Significa che c'è una volontà, dei gradi di libertà, che oltre al pensiero c'è l'agire.Noi non siamo insomma agenti conoscitivi passivi, di quella conoscenza cosa be facciamo oltre alle comodità tecnologiche.Quando parliamo di problematiche socio economiche a tutti appaiono chiare le contraddizioni, fra gli intenti ad esempio e le reali azioni.
Non penso che abbiamo una ragione per caso, l'abbiamo per capire e capirci.

Lo scritto negli ultimi post, la vità fisica è dentro il divenire, Se l'essere sceglie di esistere e si offre al mondo delle contraddizioni, per me deve per forza avere un senso e la morte è solo lo spartiacque di un ritorno all'essere.
Le religioni hanno speculato su questo.Il Bene e il Male sono i simboli segnici di una dualità dentro un contraddittorio e appaiono in qualunque forma spirituale. Nella filosofia si focalizza nella logica.
L'autocoscienza se mantieni il senso del bene e del male opera allo stesso modo, ovvero prende parte al dilemma e deve trovarne le essenze, la logica ha lo stesso movimento, la risoluzione di un'equazione ha un suo movimento nel moneto in cui "trasla" cose, oggetti, trasportandole nel segno matematico e operazionale.
A me tutto questo appare abbastanza chiaro.La ragione opera allo stesso modo in qualunque dominio e quindi è riconducibile alle operazioni segniche di una formula, di una logica, Ma l'altro valore aggiunto umano, la coscienza, chiede alla ragione che opera in tutti i domini un senso ai quei significati segnici, ha necessità di ricondurle ad una Unità originaria per dirimere le contraddizioni che di volta in volta gli appaiono.

Che cosa costruiscono i modelli e le rappresentazioni? Ogni nuova conoscenza esperita dall'intera umanità o dal singolo uomo nella sua esistenza è una continua correlazione fra la nuova conoscenza e quella sedimentata nella cultura e nella singola autocoscienza. Noi confrontiamo continuamente, ma abbiamo già in "testa" il paradigma critico che discrimina, la logica aiuta a razionalizzare.

E' una mia convinzione che la vita è importante e che alla fine torniamo all'Essere.
Se così non fosse allora tutti hanno ragione, il saggio e il pazzo,ma allora cessa qualunque paradigma di verità si annichilisce la metafisica e vince la volontà di potenza, ovvero la legge di natura del più forte. la cultura diventa solo un suppellettile privo di consistenza, mancandogli il paradigma fondamentale.

Secondo te Aristotele quando enuncia i principi logici e la logica predicativa, li ha trovati in tasca o da una intuizione che la sua ragione aveva messo sulla giusta rotta?
Ribadisco la logica e prima ancora la matematica e la geometria da dove nascono, se non da una correlazione fra mondo e ragione.

Hai scelto consapevolmente o meno, il dominio naturale come veritativo. Ma dimmi solo una verità di questo dominio delle apparenze che sia eternamene vero e che non svanisca in nulla.Nemmeno la scienza moderna ci crede se ha costruito un punto in cui l'energia si esplica e si espande costituendo l'universo.
Guarda che nella fisica delle particelle, tipo il bosone di Higgs , il movimento conoscitivo sperimentale  è verso l'origine. Cercano ,con la teoria delle stringhe, quell'atomos di Democrito, il principio primo energetico e/o materiale che differenziandosi nella complessità costruisce e costituisce tutte le forme di energie e di materia.Questo movimento del conoscere è tipico delle filosofie.

Secondo te, se l'uomo, l'umanità intera svanisse nel nulla fra un giorno, il giorno dopo che ce ne faremmo di essere,enti, logiche e ragioni e coscienze?
L'errore è oggettivare spasmodicamente dimenticando sempre il soggetto esistente che è anche il costruttore di quegli oggetti ,senza l'agente conoscitivo  che ne è del mondo?