Rispondo solo all'ultima frase di Paul, che meriterebbe un argomento a parte. La creazione di una parte "terza" sia nell'offrire servizi (nella storia recente) che nel distribuire giustizia (fin dalla storia antica) ha una funzione essenziale: interrompere il circuito della violenza. O almeno provarci. Laddove sono stati istituzionalizzate prassi e consuetudini di vendetta (come nel kanun albanese o nella faida dell'antico diritto germanico) la violenza non si conclude mai, perché i singoli attori non sono spesso in grado di vedere le ragioni degli altri e neppure i propri torti. In questo processo di terzietà ha avuto un ruolo fondamentale la cultura giuridica romana (i cui principî base, straordinariamente, sono ancora vigenti nella legislazione continentale).
Però è anche vero quello che tu dici, perché di solito dove vige la carità non c'è bisogno di legge. Potremmo dire che siamo in una fase intermedia, non più al tempo dell'homo homini lupus ma neppure nel tempo della bontà reciproca. La legge resta lo strumento più idoneo per non ricadere nella violenza generalizzata.
Però è anche vero quello che tu dici, perché di solito dove vige la carità non c'è bisogno di legge. Potremmo dire che siamo in una fase intermedia, non più al tempo dell'homo homini lupus ma neppure nel tempo della bontà reciproca. La legge resta lo strumento più idoneo per non ricadere nella violenza generalizzata.

. Hai le tue ragioni. Schopenhauer è senza dubbio un grande filosofo. Uno dei primi ad aver osservato i possibili pericoli del pensiero scientifico ed illuminista, che a forza di oggettivare, si dimentica il soggetto, il singolo individuo. E' l'antenato comune di Nietzsche, Foucault, Adorno, tanto per citarne qualcuno.