Citazione di: Phil il 10 Giugno 2018, 12:40:56 PMCitazione di: 0xdeadbeef il 10 Giugno 2018, 09:28:40 AMVisto che, personalmente, ritengo la filosofia non esercizio astratto e sterile, ma ricerca dei fondamenti più profondi di tutto ciò che risulta, poi, terribilmente immanente e concretoConcordo, tuttavia la storia della filosofia recente sembra metterci in guardia dal cercare tale "profondità" nell'ontologico (ormai lo fanno meglio le scienze), invitandoci piuttosto alla profondità ermeneutica (profondità del senso, non dell'Essere, anche se i due sono stati ben saldati, con-fusi assieme dalla metafisica occidentale, e a separarli forse non basta la decostruzione del postmoderno...).
Concordo anch ' io con Oxedadbeef, ma non con la successiva postilla di Phil.
La storia della filosofia recente secondo me é molto variegata, comprende derive idealistiche irrazionalistiche e derive scientistiche più o meno altrettanto irrazionalistiche, entrambe a mio avviso errate e negative, e "in mezzo" tante proposte (in varia misura razionalistiche e) più o meno valide.
Soprattutto dissento dalla tesi che nell' ontologia ormai bastino (o comunque "siano meglio") le scienze (in senso stretto o forte ovvero le "scienze naturali"; che ovviamente ritengo comunque necessario conoscere; e per parte mia più per il loro interesse teorico, di "conoscenza pura" che per le possibili applicazioni tecniche).
E questo principalmente per due motivi.
Il Primo è che ritengo che le scienze naturali si occupino ottimamente della ricerca della conoscenza vera nell' ambito naturale - materiale della realtà (più o meno la cartesiana res extensa), ma anche che la realtà non sia limitata ad essa ma invece comprenda anche la cartesiana res cogitans in nessun modo riducibile alla, né (qualsiasi cosa questi concetti possano significare) emergente dalla o sopravveniente alla res extensa (e lo stesso dicasi per i rapporti fra coscienza e cervello, che peraltro non sono in tutto e per tutto esattamente la stessa cosa che i rapporti fra pensiero e materia).
Il secondo é che la verità delle conoscenze scientifiche necessita di una "critica filosofica" che ne analizzi limiti, significato, condizioni; una severa critica razionale che implica anche importanti "considerazioni ed elementi di ontologia" (circa la realtà e la reale natura di ciò che é possibile conoscere, più o meno scientificamente) non assolutamente ricavabili dalla conoscenza scientifica stessa.