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Messaggi - Sariputra

#1906
Credere in qualcosa non ha lo stesso significato che diamo al credere ( avere fede ) in una divinità.
Per esempio posso dire: - Credo che presto pioverà- con una valutazione di tutta una serie di segni che mi fanno ritenere questo ( il cielo che rannuvola, il vento leggero che si alza, il volo degli uccelli, ecc.).
In questo credere opera la ragione, la memoria e l'osservazione dei fenomeni. E difatti posso ben dire:- Penso che presto pioverà- oppure: -Ritengo che presto pioverà- ecc.
Nel credere in una divinità non possiamo applicare questa metodica. Intanto dire :-Credo che Dio esista- non ha lo stesso significato di -Penso che Dio esista- e nemmeno di- Ritengo che Dio esista-.
Il credere, nel senso di "avere fede", presuppone la mancanza dell'oggetto di osservazione. Yeoshwa stesso lo afferma:"Beati  quelli che, pur senza VEDERE, crederanno..."
In mancanza dell'oggetto di osservazione ( Dio), su cosa poggia, si fonda la fede ? Alcuni direbbero sull'osservare le parole di un libro antico ma , privata dell'esperienza personale, una simile fede presto vacilla. E' nell'esperienza stessa del vivere che possiamo/tentiamo di trovare tracce di questa divinità nascosta. Il vedere allora assume un significato più completo. Non è più un semplice osservare al di fuori di noi, ma bensì un cercare sia internamente che esternamente a noi. La domanda vera , a mio avviso, non è : "Esiste o non esiste Dio?" e se le due proposizioni hanno uguale dignità, ma bensì: "Credo/Penso/Ritengo o no che il Tutto sia una teofania di un Dio?". Questo è molto più creativo, mi interroga, mi spinge all'osservazione ( sia interiore che esteriore), coinvolge tutte le nostre facoltà (in questo senso anche la ragione, la memoria, l'osservazione dei fenomeni). Un credere astratto, privato di questo lavoro quotidiano del vivere, non ha alcun significato. E' foriero di settarismi, divisioni e violenze. E' causa di dolore e perciò, in essenza, anti-spirituale.
#1907
L'apostolo Paolo ,ovviamente, tira acqua al proprio mulino ( il cristianesimo, come corpo dottrinale , è la religione di Paolo). Noi percepiamo le opere, ma non possiamo percepire il presunto creatore delle stesse. Le opere (il mondo) hanno evidenza ai nostri sensi, il creatore no. E osservando proprio le opere come potremmo descrivere il presunto creatore? Amorevole ? E' molto difficile scorgere una mano oltremodo benevola dietro una massa simile di sofferenze e di necessità, di totale impermanenza di ogni cosa, di spietate leggi/necessità di natura. Quindi ritengo che le povere creature sono sicuramente scusabili se vacillano davanti ad un'evidenza così poco evidente. Siamo di fronte ad un "Deus absconditus", che si cela dietro la nube dell'inconoscenza, che forse trova casa nell'intimo dell'uomo, ma l'uomo non lo conosce se non ipotizzando che alcuni sentimenti che si provano ( a loro volta passeggeri) siano una sua manifestazione. La ragione non può che interrogarsi su questo ( è la sua natura) e non ci vedo nulla di vano. Vanità è accettare una cosa solo per sentito dire, per tradizione, per paura, perchè è scritto in qualche antico libro, perchè così fanno gli altri, per la presunta "autorità" spirituale di qualcuno (il guru, il sacerdote,l 'imam ecc.). La ragione non ottenebra, in quanto la ragione comprende il suo limite e il suo campo. Purtroppo, mille volte, abbiamo visto come, nel corso dei secoli, siano state le religioni organizzate ad ottenebrare i cuori di coloro che non usano ragione e di usarli , nel nome di un dio nascosto, per il loro potere mondano di sopraffazione. Con tutta la sofferenza che ne è scaturita...
#1908
Varie / Un augurio a tutti gli utenti
03 Aprile 2016, 13:57:32 PM
Ben ritrovato Freedom
Un augurio a tutti gli utenti perchè il nuovo forum sia interessante e fecondo di spunti e idee come il vecchio che ci siamo lasciati alle spalle.
"Come il serpente lascia la vecchia pelle consunta..."