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Messaggi - green demetr

#1906
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
03 Novembre 2019, 02:01:58 AM
Citazione di: niko il 01 Novembre 2019, 17:41:20 PM
Citazione di: green demetr il 31 Ottobre 2019, 15:09:44 PM
Nico

Dietro l'autodominio dell'uomo su se stesso, (e autodominio dell'uomo in Nietzche significa ascesi, metafisica, coscienza, nichilismo: insomma significa la socratica e platonica enkrateia)



Nietzche un platonico???

Gli viene una sincope!


io ho scritto " Dietro l'autodominio dell'uomo su se stesso, (e autodominio dell'uomo in Nietzche significa ascesi, metafisica, coscienza, nichilismo: insomma significa la socratica e platonica enkrateia) c'è il dominio dell'uomo sull'uomo.

Intendo che l'enkrateia (autodominio dell'uomo) viene ricondotta alla morale servile (dominio dell'uomo sull'uomo) e in questo senso Nietzche cerca di superare Platone, non certo che Nietzche sia platonico.

Nella genealogia della morale troviamo che la capacità di dimenticare, di avere poca accortezza, poco senso di colpa, è tipica dei benriusciti e dei padroni. I padroni hanno meno funzioni del corpo controllate dalla coscienza e più autoregolazioni inconsce. Questo li rendo orientati all'azione, rende l'azione per loro una necessità, perché queste pressioni e autoregolazioni inconsce devono esplicitarsi nel mondo, in un modo o nell'altro.
Non trattengono nulla, e quindi, soprattutto, non trattengono il desiderio di vendetta: davanti a un torto subito si vendicano immediatamente scaricando la sofferenza in una aggressione verso l'esterno o periscono nel tentativo; in nessun caso la pulsione alla vendetta viene da loro trattenuta.

I servi hanno più memoria, più accortezza, più pazienza, più senso di colpa più capacità di aspettare. Meno tendenza all'azione perché sono più introspettivi.

Il servo sviluppa in modo cosciente funzioni che tipicamente nel padrone erano inconsce. Davanti a un torto subito non muore nel tentativo di vendicarsi ma trattiene la vendetta a tempo indefinito, il che fa di lui un odiatore potenzialmente molto migliore e più efficiente del padrone, una bomba a tempo di vendette rimandate.

Ma questo vuol dire che l'introversione è tipica del servo e l'estroversione del padrone. Il padrone ha come destino controllare gli altri, il servo controllare se stesso. l'uno aggredisce e conquista il mondo l'altro aggredisce e conquista se stesso. La malattia è vita che si rivolta contro se stessa, in questo senso la malattia è servilismo. Lo sforzo di autodominio che sdoppia e nullifica il mondo, che fonda la metafisica, è sostanzialmente tipico del servo. Può fare comodo al padrone, può essere più o meno esplicitamente ordinato dal padrone, ma è sostanzialmente il servo che lo compie. Questo sdoppiamento consiste nell'inventare l'anima, nell'inventare la libertà, pur di non accettare il fato.

Il privilegio del padrone è mantenere inconsce alcune funzioni del corpo e della mente che tendenzialmente, nel lungo cammino della civiltà, dovranno diventare coscienti in tutti gli altri: dunque il padrone vuole essere bestia o dio tra gli uomini e nessuno deve osare voler essere come lui: lui non si autocontrolla, continua ad essere l'uomo dell'oblio e delle autoregolazioni inconsce e tutti gli altri invece devono autocontrollarsi; lui incute una paura indefinita, senza oggetto, che è appunto paura per l'ignoto che lui è, che lui si riserva come privilegio. In un certo senso Il padrone primordiale "ordina" di fondare la civiltà ma subito dopo scompare nel nulla, viene obliato, dimenticato, e il compito specifico e materiale di fondare e portare avanti la civiltà spetta ai servi, agli uomini che emergono dal terrore iniziale che il padrone incuteva loro con la capacità acquisita di essere uomini, di non essere come il padrone e quindi di non sfidarlo neanche involontariamente, di autoconrollarsi. Schiacciati dall'estroversione del padrone, i servi diventano introversi. Il padrone conquista un "territorio" che è tutto il mondo, che è la totalità dell'esteriore, dello Stato come forma di vita; i servi in mancanza di altro "spazio" dove andare sono ricacciati dentro loro stessi: per non sfidare il padrone acquisiscono coscienza, senso di colpa, continenza.

Ecco che quindi secondo me Nietzche getta un sospetto, una visione servile e dunque potenzialmente negativa sull'enkrateia sull'autodominio, che da quasi tutti i filosofi precedenti era visto come qualcosa di desiderabile e di buono.

Spero di essere stato chiaro adesso.


L'importante è capirsi, ottimo! ben arrivato tra i difensori dello Nietzche razionalista.
#1907
Hlodowig grazie per avermi fatto conoscere questa canzone, veramente molto bella.
Ci sono tutti i temi, affrontati con eleganza! peccato per il solito sfondo paranoico depressivo della musica italiana (che ha portato a l'immondizia del trap italiano), ma va bè quello è il tema ricorrente a partire dagli anni 70, non riusciamo proprio a farne a meno come popolo (e già direbbe tutto!).

Blade Runner, certo che sì.

ascoltati il finale del radiodramma rai, più esplicito! e anche il seguito quello del rospo robot.
Ma che P.Dick sia un genio non c'è alcun dubbio.

https://www.youtube.com/watch?v=l4kFHduMTmU&feature=youtu.be&t=9389

#1908
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
31 Ottobre 2019, 15:21:24 PM
lou



Tuttavia, a livello politico, certamente esiste un afflato democratico in Nietzsche. La polis ( il bene della polis) viene prima sia dell'individuo che dello stato. Uno stato che fagogita l'individuo è orripilante, così come un individuo(alismo sfrenato) prioritario rispetto alla polis è da aborrire. Il suo pensiero, in un certo senso, potrebbe dirsi - misurato. Di una  misura che eccede ogni senso comune corrente, pur analizzandolo, in ciò ritengo sia in un certo qual modo _ aristocratico.

Ma diciamo che ti avvicini molto.
Infatti in Nietzche è chiaro come in Leopardi che per vivere bene in una polis necessita di un superamento della morale.
E la morale è il popolo.

Non è questione che ce l'ha con il popolo, ma con il popolo che accetta la morale (come Leopardi)

Noi oggi siamo abituati a vedere la democrazia come rappresentativa, non riusciamo a intendere il progetto più vasto necessario a che la polis diventi una unità vivente e non monumentale (funeraria).

Siamo abituati a vedere la polis come entità giuridica (cortese appannaggio dell'impero romano).
Quando non abbiamo ancora capito che è proprio il giuridico il termine che per primo viene messo sotto accusa da Nietzche,

Sragioniamo su Nietzche senza aver letto niente dei greci e di Nietzche.

Il continuo moltiplicarsi delle interpretazione è dovuto a questa ignoranza di fondo.

Un fastidioso basso che contamina le nostre letture più ambiziose.

Già all'epoca quando Nietzche parlava dell'asceta, era da mettere nella prospettiva generale delle sue opere.

Non è una ascesi del corpo, è una ascesi del Pensiero, una sorta di viaggio che ponga se stesso nella direzione della storia metafisica, ma non per corroborarla, bensì per domandarla, e spesso per rivoluzionarla.

Quindi Lou sei sulla giusta strada, ora serve proprio dinamitare l'intera tua costruzione. Ossia tocca a te, valutare in che maniera si possano intersecare le ambizione tue e di Nietzche,

Siamo abituati a liquidare gli autori velocemente, e ci sta, per i minori, ma per i giganti no! bisogna seguirli passo per passo.

Meditare sopratutto.

Ciao e grazie, mica potevamo sobbarcarci tutto solo io e Ipazia.
#1909
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
31 Ottobre 2019, 15:09:44 PM
Nico

Dietro l'autodominio dell'uomo su se stesso, (e autodominio dell'uomo in Nietzche significa ascesi, metafisica, coscienza, nichilismo: insomma significa la socratica e platonica enkrateia)

Nietzche un platonico???

Gli viene una sincope!
#1910
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
31 Ottobre 2019, 15:05:44 PM
Franco

Considerazioni interessanti. Ma che hanno poco a che fare con le mie. Le quali intendono richiamare l'attenzione su ben altro, ovvero sulla realtà attuale - lo ripeto in corsivo - della fede nel carattere non - mitologico delle entità richiamate da Ipazia. Onde qui non è e non può essere primariamente in questione qualcosa come il carattere ideologico della scienza del carattere mitologico dei contenuti della fede cristiana, giacché dellla determinazione ideologica della scienza del carattere mitologico di quei contenuti, l'attuale massa sterminata di fedeli in senso cristiano non ha punto notizia.



Vedo che insisti: infatti non ne hanno notizia mica per niente. (chiamasi idelogia mica per niente! ah è vero scusa, devo dimostrarlo a livello ontologico! ah ah ah)

Si chiama chiusura mentale a riccio.
Ma sì fatevi del male, a noi nicciani ce ne cala poco!
#1911
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
31 Ottobre 2019, 15:02:43 PM
sari

A mio parere il fallimento profetico di Nietzsche sul superamento del nichilismo passivo in un nichilismo attivo in cui l'uomo, totalmente immanente, 'aderisce' senza ipocrisia alle sue passioni (qualunque esse siano..."spirito dionisiaco") è naufragato nella società liquida attuale in cui l'uomo nichilista non aderisce alle proprie passioni ma bensì a quelle che gli vengono offerte, inculcate da altri in modo interessato. In realtà la storia dell'uomo, soprattutto occidentale, non è la storia del Cristianesimo o del nichilismo passivo, ma la storia di una dipendenza: quella dall'unico dio che l'uomo ( come massa, ma non certo senza eccezioni...) ha sempre seguito nel corso dei secoli, ossia il dio denaro

Ma direi anche no.

Anzitutto è per via dei manuali che si ha una visione di Nietzche come colui che ha profetizzato il,nichilismo. Quando il nichilismo deve ancora arrivare.

E' bizzarro fare di Nietzche un paradosso.

La società liquida così come inventato da Baumann o il Dio Denaro: ma sono solo costruzione modaiole e senza fondamento!
Il dio denaro è quello che grazie a Dio ci ha cominciato a far a meno di Dio....è così! era ora!!! Io mi lamento ma se tornasso indietro anche solo di qualcje centinaio di anni, allora sì che tormento!!!

Mi oare che leggiate Nietzche non solo secondo la vostra corrente morale (cioè la morale che vi siete imposti), ma poi non contenti con le solite visione che non riescono a gurdare al di là del proprio naso, ancora pretendete di dare una professione a Nietzche.

Paradosso in mezzo ai paradossi voi vedete un Nietzche teologale.

Nietzche ha il pregio di non essere stato ancora bannato dalla società contemporanea. Non è ancora il momento. Ma quel momento arriverà.
#1912
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 20:27:20 PM
cit Davintro

implica necessariamente affermare "positivamente" una visione del mondo in cui Dio non c'è, e in quanto affermazione che voglia essere legittimata come valida filosofica, e non solo come opinione del tutto arbitraria, necessita di argomentazioni a sostegno

Penso di aver già risposto a Franco su questo.

La dimostrazione c'è, ed è la stessa filosofia del martello di Nietzche.
Ho preso tra le svariate (una per aforisma) quella del risentimento.

Ma avrei poturo prendere la prima che cita per importanza, ossia quella gerarchica.

Il fatto che ne indichi tante, e noi ne scegliamo una da affrontare non significa che le une contraddicano le altre.

poi ripeto opere come lo zarathustra o la genealogia della morale, sono opere della tarda maturità.
mi chiedo come possiamo intenderle quando non intendiamo quelle della prima maturità-

Certo a ben vedere è praticamente solo un quinquennio, ma l'accelerazione verso tematiche sempre più complesse è vertiginoso.

A pensare che la questione gerarchica è la prima sottoposta, e con Agamben, che è il filosofo più influente nel mondo (ma non Italia per i soliti paradossi nostrani) siamo ancora lì che non capiamo......

E' dura.


Tra l'altro non si può dimostrare ogni passaggio di un discorso, altrimenti cadiamo nella semeiotica infinita, che è uno degli infiniti modi in cui ci impediamo di pensare.

Quando succede una cosa, noi l'avvertiamo subito, non è una questione di massimi sistemi.

Il discorso non è una questione metafisica. E' piuttosto la metafisica a essere UNO degli infiniti discorsi,

Bisogna capire che la sintassi non è la semantica.

La metafisica che sogna di essere il significante universale è in realtà il simbolo particolare di una sintassi che si riferisce al suo tema come tale. Ossia il significante è la semantica del significante. Ma di semantiche ne esistono infinite.

La semantica Nicciana è chiaramente politica. (perciò ha torto Heideger a considerarlo l'ultimo dei metafisici)
#1913
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 20:15:24 PM
cit franco
"Il passo è di eccezionale importanza. Il quale, visti i rilievi che sono stati mossi al mio discorso sulla decisività della fisiologia di Nietzsche ( = della sua costituzione fisiologica), mi fa pensare che i miei interlocutori abbiano letto Nietzsche senza meditarlo a fondo
. "

Ma infatti quella è la posizione dell'asceta.
E comunque sia, non si tratta della fisiologia di Nietzche, ma un discorso sulla fisiologia generale.
Tema ripreso da Canguilhem per esempio. Che a sua volta interessa tutti gli autori fondamentali del 900.
Da Derrida a Focault, passando per Lacan.

Non si tratta di caratterizzare in maniera "lombrosiona" il comportamento di una persona (come se il comportamento fosse poi la sua psicologia), cosa che mi pare, ma posso sbagliarmi, caratterizzare il tuo discorso.



cit franco
Morte metaforica? metafora del risveglio umano? Se così fosse, si tratterebbe di un risveglio non certo coinvolgente tutti coloro (moltitudine sterminata) che hanno continuato a dormire e continuano a dormire. Il che come, già osservato, contraddice - e qui incontestabilmente - la constatazione storica della morte di Dio come constatazione del tramonto della fede cristiana.

Nietzche non testimonia della morte della fede, semplicemente constata la morte dell'oggetto di culto di quella fede.
Le persone si muovono e agiscono in una direzione opposta a quella presunta dal DIO come SOMMUM BONUM.
In particolare si studia per esempio il risentimento.
Oppure l'odio dilagante a cui grazie a DIO (anche se per motivi differenti) si sta ponendo fine con l'oscuramento dei trombettieri della restaurazione nazionale OGGI ( a testimoniare di quello che sono le cose, non servono astrazioni, a meno che chi legge sia uno di quelli che porta in piazza la propria rabbia, invece che la discussione, e tantomeno l'amore per il prossimo)

Ora questa cosa non va dimostrata, la si vive.

E' una scelta politica, o capisci che DIO è morto, e che la situzione politica è cambiata, o sennò continui a dormire e fidandoti (fede) fai finta che tutti ci vogliamo bene. Se ognuno sbaglia poi DIO lo perdona. Oppure DIO è imperscrutabile.

Che ipocrisia senza fine. E' una vergogna che dopo 140 anni di storia, e dopo l'olocausto, stiamo ancora qui a parlarne.

Ma si sà per la gente la storia (il reale è una evidenza) è un optional.
#1914
Tematiche Filosofiche / Re:Solitudine
26 Ottobre 2019, 21:46:07 PM
La solitudine è per me stata, la porta indispensabile per arrivare alla meditazione, per aprire una dimensione di incontro con il divino.
Da lì si imparai anche il valore tragico del tempo.
Oggi il tempo viene frammentato per impedire alla mente di sentire la sua presenza (del tempo) che si manifesta nella noja, nella solitudine angosciante.

Ma la solitudine è stata poi anche il dolore di non riuscire più a socializzare normalmente, troppo forte l'idea di "IO" che ne esce forgiata  (da quella meditazione).

Per poi una volta capita quella solitudine si è trasformata in rabbia, la solitudine è una induzione del pensiero sacerdotale, una forma di politica di controllo delle masse.

Dunque al dolore della condizione umana, e dell'impossibilità di andare oltre, nelle dimensione estetiche ed estatiche dell'arte, si è aggiunta quella della rabbia.

Grazie al cielo ho recuperato la mia dimensione umana nei vent'anni, a contatto con gli altri. E' quella la vera filosofia.

Oggi però vedo tante, troppe persone sole,

Io non auguro a nessuno la solitudine. Se proprio bisogna meditare, meditiamo sulla vita, e cioè su come possiamo relazionarci con gli altri, al meglio nostro e loro. Meditiamo sugli errori.
#1915
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
26 Ottobre 2019, 21:18:16 PM
X franco

Tu affermi che Nietzche non ha dimostrato la fine della epistemologia teologica.

Ma veramente è la teologia che dovrebbe dimostrare la sua epistemologia.

E' come rimproverare a Nietzche di non aver dimostrato l'unicorno.

Bè si non l'ha fatto, e dunque dobbiamo concludere che è povero di argomentazioni?

Ogni suo aforsima è una argomentazione, infatti presuppone visto la terminologia che usa che si conosca il background culturale in cui siamo immessi,
Cosa che tu Franco non mi pare abbia in alcuna maniera.

Tu sembri voler far finta di avere un conoscenza superiore, ma non la illustri adeguatamente.

Dunque anche il confronto pare del tutto pretestuoso per affermare la tua individualità.

Queste sono analisi psicologiche, e quando Ipazia indica Nietzche come medicale, io immagino, perchè già lo abbiamo detto, sia lei che io, intenda psico-medicale.

per Ipazia

la follia di nietzche come è noto è dovuta a qualche forma tumorale del cervello. Infatti la progressiva perdita di coscienza non indica affatto una psicosi. Un psicotico (un folle) avrebbe continuato a scrivere.
E' anzi eroica la strenua difesa del filosofo che di fronte anche alla perdita di lucidità, riuscì a spingersi ancora più avanti.

Su Calasso non sono d'accordo con quel che dice. mi pare voglia mettere confusione per evitare di ammettere l'incapacità di comprensione del testo Nicciano.
Come già detto io non vedo nessuna follia, ma solo un razionalismo impietoso, al di là di qualsiasi morale, che invece alberga nella "greggia!
#1916
Citazione di: inquieto68 date=1571956396 l
size=2]In ogni caso, poi, le prediche sono assolutamente improduttive laddove non richieste e le offerte di "salvezza" sono inutili laddove non vi è alcun desiderio di  essere salvati.[/size]

Ciao inquieto68 benvenuto nel forum  :)

Quello che dici naturalmente è vero.

Ma in un certo senso ha ragione altamarea.

nell'anno mille si pensava il mondo finisse.

nell'epoca di gesù si pensava che il mondo stesse per finire a breve.

Eppure il mondo c'è sempre!

Non so se conosci Fusaro che ci assilla col fatto che è proprio il pensiero unico a volere che non pensassimo più.

Insomma non è proprio il caso di buttarsi giù, e invece si tratta sempre di rimandare al pensiero. (foss'ancora a farlo il cardinale x e y)
#1917
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 03:27:51 AM
x nico,

Si si, avevo capito benissimo che la tua era una apologia di Nietzche!  ;)  (con cui sono abbastanza d'accordo salve appunto quel punto in particolare, per il resto siamo molto vicini come posizione, io NON vedo Nietzche come un seguace del darwinismo , sopratutto sociale!)


Certo queste teorie sul tempo infinito Nietzche le aveva lette da BOSCOVICH, che a loro volto vengono dalla tradizione atomica democritea giunta a noi tramite personaggi di primo piano come LUCREZIO.

Anche la teoria di Derrida, penso sia dentro questa lettura.
Ancora meglio quella di Severino che ravvisa la pazia di Nietzche nella volontà di potenza di superare persino la circolarità temporale.
(che Severino prende sulla parola, in quanto gli ricorda la sua di filosofia, il giro eterno degli enti che appaiono).
Eppure filologicamente tutti questi pensatori (Che solo nella mia lista dei preferiti) hanno sbagliato e in maniera imbarazzante.

Più che un Nietzche post-moderno, o stutturalista, io preferisco il Nietzche razionalista come ben dice Cacciari.

Certo Cacciari è più interessato alla sua funzione storica, che a quella dell'analisi psicanalitica. Ma di fondo io seguo lui.

Come già scrissi allora a me non pare cosi importante, comunque sia se ne può parlare anche nei primi termini, in qualche maniera hanno un senso.
#1918
Cit Davintro



Ecco perché, un po' per provocazione, ma molto per un certo fondo di verità, mi piace pensare e dire che gli atei non esistono, ma che sono in realtà credenti in qualcosa che non intendono definire "Dio". Per quanto riguarda la "dimensione umana", direi che si potrebbe individuare un livello entro cui l'attribuzione a Dio di facoltà umane, riflette quel complesso di condizioni che determinano l'uomo come soggetto libero, creativo, attivo e attuale, che lo pongono in un'ottica di relativa trascendenza rispetto alla passività materiale del mondo che lo circondano, condizioni costituenti la sua dimensione di spiritualità (fermo restando che tale margine di libertà è sempre limitato, che ogni ente mondano, compreso l'uomo, non è mai pieno spirito o piena materia, ma sintesi delle due componenti, che l'uomo ha una componente di spirito, dunque di libertà e attualità superiore a quello della pietra, ma non è puro spirito, Atto puro, come la pietra non è pura materia, ma materia formata, solo per il fatto che, esistendo, produce un certo potere causale sull'ambiente con cui è fisicamente in contatto).


Mi pare molto sensato quello che scrivi. Mi sembri molto vicino alla posizione di Spinicci, ossia rappresentazioni passive ma intenzionalità mista (ossia sia attiva del soggetto, sia passiva limitante dell'oggetto).


Spero che tu capisca che il tema della morte di dio, non c'entra nulla con l'esistenza di un dio in questi termini posto!
ll primo è dentro la tradizione morale il secondo quello di cui ci stiamo occupando è dentro la tradizione metafisica.
#1919
parte 2

cit DAVINTRO


Ogni ponte che connetta il fenomenico al noumenico è rotto, perché all'orizzonte oltre al fenomenico non si vede nulla.


esatto!

ma come spero di averti cominciato a farti balenare in mente, è proprio di fronte a questa aporia, apparente, che sei costretto ad affermare che esista un motore immobile!

Ossia se non c'è nulla come mai c'è un fenomeno?

E sopratutto un movimento? (o nei termini severiniani un apparire degli enti infiniti?)

E' ovvio che devi presupporlo proprio in base al pndc! ovviamente il nulla rimane nulla ma in esso qualcosa si muove!!!


E se si muove dunque non è nulla, ma deve essere qualcosa!! appunto la cosa in sè, la cosa kantiana.

In tedesco infatti è la Cosa, non la cosa in sè, che sembra quasi una rappresentazione.

E che dà adito al tuo errore, che però ripeto è comune. Quindi niente di male!

Anzi già che l'hai colto vuol dire che un pò ci hai studiato e riflettuto.  :)



#1920
Ciao Davintro.


PARTE 1, molto tecnica solo per DAVINTRO, sorry!  :(





un punto di partenza la rappresentazione (alla larga monisti)

Vedi il punto di partenza sul discoroso dell'originario, non ci distanzia moltissimo, ma è il tipo di discorso che scegliamo a determinare le nostre filosofie e sono quelle che sono molto lontane.

Ma rimanendo nell'alveo della tradizione andiamo a ragionare.

Uno dei pochi ricordi che ho delle lezioni di Spinicci è quello delle sintesi rappresentative.

Mi pare che in Kant siano attive e in Husserl passive, ossia Kant e Husserl non si capiscono.
A scanso di equivoci per me la fenomenologia di riferimento è quella escogiatata da Heidegger. (quindi nè kant nè hegel nè husserl).

Su Heidegger però mi sono fermato al problema del tempo. In quanto per lui è un ente. Mentre per la fisica classica è solo una misura.

Il problema fisico non è indifferente rispetto alle rappresentazioni (siano esse attive o passive).

Sia per Kant che per Hegel che per Husserl il tempo è un ente.

DUBBI


Questa cosa mi dà dei problemi, non riesco ad accettarla fino in fondo, comunque effettivamente agisco nel mondo con quel pensiero.

Il mio dubbio:
Come si spiegherebbe l'entropia? (ossia che i sistemi di riferimento continuano a cambiare man mano che scendiamo nella scala di misurazione, atomi, quark, particelle).

Infatti anche se il tempo fosse determinato dallo spazio (kant hegel husserl e heidegger) come potrebbe lo spazio essere generato da una EMERSIONE? come ormai viene chiamata in fisica.


la teoria del campo di higgs ci viene in soccorso (zizek)


Ma torniamo pure a far finta e invece rimane un problema, perchè dire entropia mi pare dire niente, e anzi forse come dice Zizek forse è quella la risposta, che l'origine è meno del niente!

Ossia che il niente è qualcosa  :) ....vedi le ultime scoperte sul campo di higgs Ossia che ci vuole il niente per avere qualcosa.
(in quel caso non si capisce come  ::) (non sono un fisico) , hanno ragione sia kant sia hegel sia husserl sia heidegger)

Ossia per presupporre il tempo, deve sussistere uno spazio PRESUNTO.

Ossia che allora è lo spazio l'origine.

Ma il problema filsofico è dunque teorico, ossia determinato l'incipit, cosa è per l'uomo?

E qui arriviamo a noi, per te il principio è la causa. Ma la causa per te è il motore immobile?

Si ma allora il motore immobile è esattamente il niente, ossia per usare il termine kantiano esso è la COSA (kantiana) da cui scaturisce, in quanto movimento!

Infatti si muove a partire dal niente, e cioè senza niente, niente si muove!  :o  e d'altronde come fa a muoversi qualcosa se non c'è qualcosa a cui riferirsi, appunto al niente. Non può essere qualcosa, come vorrebbe Severino che infatti individua nel tempo, quel niente che non esiste non come tale, ma come ente (particolare però).
In un certo senso è proprio così. (dunque ci aggiungo pure severino, ultimo della lista, ma non meno valente)
Non esiste niente, il nulla, senza che vi sia qualcosa che da esso proceda.

E a sua volta procede appunto il tempo. (in questo severino si discosta, in quanto il tempo è un ente come per lo spazio, il che non è vero in assoluto, ma per severino è vero in quanto il tempo è la rappresentazione (un ente rappresentato, un ente fenomenologico, e non metafisico) del giro degli enti infiniti.
OSSIA che il tempo NON sia un ente metafisico. Il tempo è la rappresentazione della follia, della terra isolata etc...)

Dunque siamo nella metafisica, dimostrata.

IL PROBLEMA DEL TEMPO COME FARO DELLA FILOSOFIA METAFISICA

Ora vengono i guai. Ossia il problema del tempo. (perchè si è semplicemente dimostrato ciò che giò aristotele sapeva, che dunque qualcosa esiste. e se esiste qualcosa, tutto esiste. e infatti lo spazio esiste come motore immobile. come cosa in sè. egli deriva dal niente, ma è meno di niente! infatti il campo di higgins si crea andando a dei bassissimi livelli energetici. ossia bombardando lo spazio vuoto si crea qualcosa dal niente. il che più ci penso più non ha senso, sebbene un filosofo lo sa già in partenza, come se le intuizioni fondamentali venissero dallo stesso movimento.

POSIZIONI DIVERSE (MA COMUNI IN UN CERTO SENSO)

KANT ED HEGEL

per Kant il tempo è una necessità, ossia una pre-ordianazione affinchè attraverso la rappresentazione reale, si avvera il destino dell'essere e dell'esserci (Dirà più precisamente Heidegger)

Per Hegel è invece il mezzo (come per Severino notare!), ossia la rappresentazione che informa il mondo di un destino si, ma di tipo dialettico.
Ossia scopre quello che viene chiamato da Freud il principio di morte.
La negazione che si rappresenta SEMPRE come SINTESI, è l'idea stessa del tutto (del tutto spazio-temporale) che si realizza come sua continua negazione. (esattamente come il campo di higgs, testimonia di qualcosa) ossia parzialmente.

Sia Kant che Hegel pensano dunque il destino come il naturale compimento della storia.

Essi dunque pensano la rappresentazione come attiva, ossia è l'attività del soggetto che determina questo destino stesso.
Ovvero il pensiero come RIFLESSO DEL SUO DESTINO.

HUSSERL

e' husserl il primo a ribaltare la questione. Non esiste destino soggettivo destinale, esiste invece un destino oggettivo destinale.

Ossia è la cosa stessa che decide del soggetto, in quanto essa DECIDE (?????) di darsi all'uomo come tale.

In questo senso la filosofia analitica pedissequamente segue le direttive. (quasi che l'oggetto fosse un algoritmo pre-ordinato.

Per costoro il soggetto stesso è un oggetto.

Husserl per lo meno lo vede ancora come co-operazione, ossia dell'oggetto che vuole farsi scoprire e il soggetto che lo vuole scoprire, e lo percepisce come spazio vuoto. (di nuovo!)

Oddio sono molto d'accordo con Husserl, effettivamente nello stato di meditazione questo avviene.  :-[ 

Ma io MAI mi sognerei di dire che un oggetto decide di farsi vedere da me.

In questo senso, per dimostrare che la rappresentazione attiva è errata, ci sono migliaia di milioni di esperimenti scientifici di questa gente disumana, che hanno in testa di distruggere l'idealismo.

Come se servisse dico io! Nessuno capisce più cosa sia l'idealismo. :'(

comunque sono tutti felici nell pantagruelica cena sui resti dell'idealismo. :(

Il che mi fa abbastanza ridere, è ovvio che la rappresentazione attiva è falsa.....ma non è forse proprio quello che va dicendo Kant???

Il fatto che sia falsa, non incide minimanente sulla rappresentazione.

Il soggetto folle non ha forse una sua rappresentazione?

Quello che sta gente non capisce è che la rappresentazione è ineliminabile, esattamente come è ineliminabile il tempo.

La percezione errata è errata solo tramite calcoli, moduli e compagnia bella, ma a partire da una temporalità.

Da un delta di tempo ossia. Deve esistere una variazione degli stati di rappresentezione che solo un soggetto attivo può decidere l'oggettività. (in questo plaudo SPINICCI che l'ha capito)

La rappresentazione oggettiva (fossanco algoritmica) non ha alcun senso senza che vi sia un delta tempo delle rappresentazioni passive.

MA il delta tempo è esattamente il delta che decide necessariamente l'esistenza di un soggetto. (qua rimango da solo ahimè, ossia insieme a kant ed hegel, e heidegger)

Proprio perchè il tempo esiste, noi supponiamo di esserci, ed essendoci decidiamo a quale rappresentazione passiva indirizzarci.

Per esempio Se sono sveglio o se sto domrendo, problema alla base di tutte quest cose, fin dal tempo dei greci!!!!

Risoloto da Locke, proprio con il posizionamento del soggetto in uno spazio. (nel sogno lo spazio è deformato dal tempo, ossia è il soggetto che deforma il tempo. e qui siamo in piena letterattura novecentesca, kafak l'antesignano e poin proust joice e la poesia in generale)

Senza spazio non esiste reale! (e il reale è la sua rappresentazione temporale!)


Se lo spazio è hackerato, (l'acqua che piega il ramo, o tutte le altre cose inventate dagli studiosi di percezione) hackerata sarà la rappresetazione. Ma una volta ripreso il ramo, il calcolo normale ritornerà, il ramo è dritto!

E' dunque il tempo che decide della validità delle credenze del soggetto.

La crisis è dunque proprio all'interno delle categorie storiche. (e della loro destinalità, è quasi indifferente che la rappresentazione sia passiva o attiva. Che poi è invece quello che continuano a dire i nemici dell'idealismo! senza capire, ma hussel lo capì, che il problema non è la cosa in sè, ma del soggetto che ne decide in un determinato momento storico.)

DESTINALE, sia che sia attiva sia che sia passiva, come ormai i più pensano che sia.

Il problema è dunque per me del resto di queste rappresentazioni, ossia il problema del soggetto correlato ai suoi fantasmi (CARLO SINI DOCET)

Come già detto in altre maniere ma sostanzialmente medesimi da kant hegel marx (new entry) e heidegger, e in fin di vita anche da husserl.

Ecco fatta questa breve premessa, che mi soddisfa, passiamo alle tue domande.

fine prima parte