Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - paul11

#1921
Galileo era un fisico ante litteram, che si è messo a scrivere di filosofia.
Cartesio era un matematico che si era messo a scrivere di filosofia.
Kant è un filosofo che vuole portare nell'alveo delle scienze la filosofia.
L'umanesimo è il progetto storico culturale in cui l'uomo viene posto al centro dell'attività conoscitiva, falsamente purtroppo, perchè la cultura giustamente come scrivi davintro, viene focalizzata sul sensibile.

Kant dice due cose fondamentali nei suoi scritti già nelle premesse.La sua intenzione è rendere scientifica la filosofia e quindi smette di discutere di metafisica. Riconosce che c'è qualcosa e si inventa il noumeno,come dire scrivo ? (punto interrogativo) e scriverà che saranno altri più bravi di lui a spiegarlo.

Lo spazio e il tempo Kant li argomenta così poco mentre la morale la fonda sull'esperienza, sulla storia, sullo "stato d'animo" .Il problema è che la morale diventa pratica e quindi indagato come un fenomeno, e lo sarà di più ancora dopo di lui nelle scienze moderne, ma non essendoci nulla di ontologico non c'è nessun primitivo fondativo per cui la morale diventa opinione, oppure non esiste, oppure è quella del "più forte".

Non sono un anti-scientifico, anzi, ma infastidisce l'arrogante  visione "filosofica" delle scienze,il modello di approccio culturale.
Prendo, estraendolo dall'intero universo, un oggetto fenomenico, un essente filosoficamente, e penso che la sua essenza sia riducibile ad una sua esistenza in sè e per sè come se fosse avulso dal mondo intero.
Non c'è nulla che esiste in sè e per sè senza un sistema di relazione, sarebbe impossibile descriverlo.
Il tempo in sè e per sè cosa mi dice, cosa significa che senso ha senza predicazioni come eterno e divenire senza relazioni con oggetti.La categorizzazione diventa quella che ormai è diventata una mostruosa babele di inventari di oggetti fisici di cui è impossibile avere una totale conoscenza e relazionarla.La scienza è quantitativa, la filosofia è qualitativa. L'una vede il negativo, l'altro il positivo:entrambi possono servire se riunite.
Se gli essenti non vengono ricondotti all'essere anche il metafisico rischia anche inconsapevolmente di adottare il modello scientifico per  spiegare la metafisica, diventa contraddizione della contraddizione.
#1922
Phil
e come lo spiega lo scienziato la sua gioia? C'è una formula matematica, è prediittiva è deterministica?

memento
e siamo di nuovo alla spiegazione antropologica della religione, della fede. Ovvero riconduciamo al fenomeno sociale da baraccone,riduciamolo ad un neurone impazzito.
Quella stessa razionalirà scientifica che nemmeno sa spiegare la coscienza dovrebbe riuscirmi a "inquadrare"
mentalmente come un fenomeno?Semplice, lo chiama irrazionale perchè non lo sa spiegare , è fuori dal suo beato dominio. Adatto che non è nemmeno spiegabile psicanaliticamente, perchè la scienza ha ucciso la psicanalisi passando al farmaco o "chattando" con uno psicologo.
#1923
Citazione di: Sariputra il 15 Agosto 2016, 09:47:35 AM
Citazione di: paul11 il 14 Agosto 2016, 23:49:19 PMPenso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.
Io invece lo vedo più come la dimostrazione che la preghiera nasce dalla paura. Preghi perchè non trovi alcuna via d'uscita al pericolo, alla malattia e alla morte. Il bimbo impaurito non prega un dio ma fugge dalla madre. L'adulto impaurito, non trovando le braccia amorevoli, protettive e rassicuranti del genitore, le immagina, se le crea nell'idea di un dio amorevole e protettivo come la mamma...ma poi i fucili, a volte, sparano. Tutto finisce...l'attimo della paura e della preghiera disperata è passato...rimane il silenzio e i corpi freddi...

.......e uno psicanalista direbbe che sogniamo ancora la beata posizione fetale intrauterina.
E siamo ancora all'essenza fisica, al negativo dell'autocoscienza.
Manca il positivo per risolvere la contraddizione conoscitiva .
Se tutto si risolvesse in un corpo morto e nel silenzio del nulla, sarebbe l'esegesi dell'oblio.
#1924
Per  non ripetermi (come in altre discussioni) pongo degli elementi di riflessione.
Come in una barzelletta(scusatemi) un indigeno di una tribù  dell'Amazzonia, un ateo razionalista e un razionalista credente osservano nello steso momento e insieme dallo stesso punto di vista una cometa.
Probabilmente l'indigeno amazzonico lo interpreterà nella sua spiritualità animista o panteista come un segno di una divinità. L'ateo e il credente razionalista sono accomunati dall'essenza del fenomeno, per cui se conoscono l'astrofisica ridurranno quel fenomeno ad un'equazione di una traiettoria di un bolide astronomico.Ma il credente e razionalista non si ferma all'essenza del fenomeno ricondotto al ragionamento logico in cui tutto è leggibile scientificamente nel momento in cui è riconducibile ad una operazione matematica. L'ateo si ferma alla matematica del fenomeno credendo che sia il fenomeno stesso, ma il credente deve legare fenomeno, essenza matematica in regola totale universalistica.
Ma soprattutto , siamo sicuri che l'indigeno animista sia meno razionale dello scienziato?
Lo scienziato può dire con assoluta certezza di avere capito tutto di quella cometa e riconducendolo all'essenza matematica di una formulazione predittiva e deterministica (perchè per lui questo è conoscenza, solo questo); ma di più, userà lo stesso metodo e metro per giudicare l'indigeno animista e il credente razionale: ovvero quale formula matematica identifica Dio? Godel da credente provocatoriamente fece la dimostrazione logica di Dio.

Il credente razionale occidentale non può fermarsi al determinismo del finito, di ciò che appare e scompare alla vista e all'osservazione. L'ateo razionalista finito di  osservare fisicamente la cometa, ha finito il suo compito e beatamente se ne va. I due credenti, seppur in maniera diversa si fermeranno ad osservare il cielo, gli altri astri, le stelle. Si chiederanno silenziosamente il rapporto fra loro stessi, la cometa e l'universo.Se ne andranno finita la riflessione con delle domande,ma alcune certezze.  Perchè la cometa è dentro un cielo con miliardi di stelle e la cometa non può essere essenza senza relazionarla al cielo e alla stelle e l'uomo non può essere solo uomo se non si relaziona alla cometa, al cielo e all'universo.

Il razionalismo non è l'uso della ragione per fermarsi all'epifenomeno e trovarne una legge fisica espressa matematicamente, quella è scienza costruita secondo una procedura atta ad isolare il fenomeno dal contesto e si ferma lì, perchè tutto è isolato dal contesto e così si costruiscono innumerevoli discipline scientifiche, come se la nostra coscienza obbedisse ad una regola dei compartimenti stagni.Noi non funzioniamo come la scienza e la scienza non risponde al sistema di relazione del Tutto che è deduttivo oltre che induttivo.
#1925
Penso che se si hanno tre fucili puntati ( rifacendomi al titolo del thred) anche un ateo comincia a mormorare, a bisbigliare qualcosa di simile ad una preghiera. Nei momenti più assurdi, quando non c'è ragione che tenga, quando il destino sta per compiersi viene il momento della verità, quello di riconoscere che c'è  qualcosa di più grande di noi a cui rimettersi.
#1926
E' difficile dare una soluzione, trovare il limite in cui una fede possa esercitare sul popolo dei benefici spirituali e sociali e non essere invece imposta e quindi riconoscere che c'è un "nemico" o comunque chi osteggia.
A volte la storia può ancora aiutare a riflettere.
Il cristianesimo nell'impero romano viene accettato perchè anche nei ceti abbienti, proprietari di terre, era penetrato enormemente.Non dobbiamo dimenticare che la prima fase fu di uccidere tutti coloro che professavano il cristianesimo.Sembrerebbe che ad esempio nei centurioni romani il culto a loro più vicino fu lo zoroastrismo di origine persiana, affine per molti versi al cristianesimo.
Nonostante le persecuzioni il potere romano (che non dimentichiamo martirizzò S.Paolo e S. Pietro) vede aumentare il numero dei proseliti cristiani ripeto anche nei ceti abbienti e del potere romano.
Quando non si sa più come arginare una comunità fortemente identitaria, spesso storicamente avviene che dopo una persecuzione lo si accetti come compromesso, così avvenne.
Prima ci fu l'Editto di Milano di Costantino che liberalizzò tutti i culti e fedi, non solo quello cristiano.
Poi Teodosio scelse una linea più filo cristiana, escludendo culti e forme eretiche al cristianesimo come l'arianesimo.
Quindi si instaura una legislazione che ripercorre le linee del Concilino di Nicea.
Abbiamo quindi Editto di Milano del 313, Concilio di Nicea del 325 ed Editti di teodosio e veri e promulgazioni a fine stesso secolo.

Ricondurre al cristianesimo la colpa di essere diventata "religione di Stato" a mio parere è forzato.
Proprio perchè furono le comunità cristiane a credere così fortemente alla loro fede da dover far cambiare completamente rotta al potere imperiale. Se ci aggiungiamo che vi erano altre potenti comunità cristiane in Bisanzio, poi Costantinopoli per cui vi sarà la divisione fra impero d'occidente e d'oriente, il passo era storicamente obbligato.
E' diversa la storia del cristianesimo rispetto ad esempio l'ebraismo.
La fede ebraica nasce come costituzione di un popolo, prende forme giuridico-religiose.
Il cristianesimo invece ha dovuto combattere prima con il giudaismo e poi con i romani per poter essere riconosciuto come fede identitaria di comunità e potersi affermare.

Il mio parere personale che tutto questo non è imputabile alla fede cristiana.Semmai l'analisi andrebbe fatta sul perchè il cristianesimo riesce a vincere paganesimo e altri culti avendo un fortissimo proselitismo grazie sicuramente a grandi uomini come Paolo di Tarso e tutta la prima fase del cristianesimo primitivo delle catacombe fino alla patristica, vale  a dire di tutto il fiorire del pensiero cristiano nelle varie comunità mediterranee,da Alesssandria d'Egitto,Efeso,Antiochia, ecc.

L'altro aspetto importante è cosa perde il pensiero cristiano nell'atto dell'istituzionalizzazione dentro il potere temporale, con il riconoscimento del libero culto e del potere istituzionale papale e dei relativi concili.

Perchè ora il "nemico"diventa meno chiaro, per il cristiano non è più il persecutore, ma diventano le eresie.
Il potere ecclesiastico assurge a notevole espressione probabilmente(è d'uopo il condizionale) per pochezza del potere imperaile. le persecuzioni verranno fatte sulle minoranze come i Catari, letteralmente sterminati.

La difficoltà, ritorno alla fase d'esordio del post, è riuscire a capire avendo come paradigma il pensiero di Gesù il Cristo nei Vangeli, quanto e se il potere papale temporale facesse politica invece di religione,tenesse più alla propria autorità e sopravvivenza invece di essere testimone autorevole e non autoritario per il popolo.

Temo, questo è il mio pensiero, che pur storicamente avendo delle giustificazioni i poteri istituzionali, qualunque idea, fede, pensiero, nel momento in cui si colloca storicamente sulle gambe degli uomini e procede nel cammino, si perde qualcosa nell'identità originaria, nel pensiero ed emergono le contraddizioni spesso evidenti e stridenti degli stessi cristiani rispetto al pensiero di quel Gesù che insegnò la fratellanza e la misericordia.
per questo bisogna sempre aver presente come paradigma il pensiero di Gesù e dopo,solo dopo il pensiero di chiunque lo interpreti, che siano studiosi o poteri ecclesiastici.
#1927
Verdeidea,
non so cosa scrivano su facebook degli angeli,
ma so storicamente che negli antichi scritti indiani di tradizione vedica erano i deva e gli asura.
In questa tradizione  aiutarono la creazione di esseri umani.
Nella civiltà sumerica sono Anannage., che poi deriva Anunnnaki,ecc.
Nella tradizione ebraica sono i malachim ,"messaggeri"
Ecco in questa tradizione il ruolo di queste entità angeliche è diciamo un poco controverso.
Secondo la tradizione del Talmud di Gerusalemme gli angeli non sono entità con propria volontà,
agiscono una sola volta su ordine divino.Da questo nasce la "specializzazione" angelica.
Dopo la diaspora, quando gli ebrei furono in cattività con i  Babilonesi gli angeli prendono un nome.
L'angeologia nasce con la cultura giudaica del Secondo Tempio

La mia personale posizione è che gli ebrei vedono giusto, è stata la diaspora con il contatto con la cultura babilonese a dare i nomi ai malachim; se avete presente la storia biblica i profeti Daniele ed Ezechiele ,molto in voga ai nostri giorni per loro profezie visionarie (fra l'altro malachim indica anche i profeti); perchè a loro volta i babilonesi vengono dalla cultura accadico-sumerica che avevano più chiaro chi fossero gli abitanti del Kharsag,il giardino dell'Eden che si trovava non alla foce del Tigri e dell'Eufrate, ma vicino alle sorgenti, come indicano i quattro fiumi che lo percorrevano in Genesi.

...c'è persino il DNA messaggero
#1928
Duc in altum
sì è Maria Maddalena quella cui stavano lapidando.
Tutte le adultere incorrevano nella lapidazione e ancora oggi vi sono culture che lì ammettono

Ecco, aggiungerei che le donne non potevano viceversa denunciare i mariti fedigrafi,non ne avevano diritto
Ora possiamo capire di più sulle moderne infibulazioni, sugli harem, il potere del maschio sulla femmina, e invece il percorso storico diverso intrapreso dalla linea ebraico-cristiana.
Molti non capiscono il ruolo sociale, ammesso anche da storici atei, del cristianesimo

Ed oggi...l'emancipazione femminile in Occidente,Dovremmo chiederci anche fra il serio e il faceto ,cosa ci sta succedendo: prima troppo in là....oggi troppo in quà
#1929
Sariputra
mi tocca essere serio, spero simpaticamente.
Devo ridire lo stesso concetto espresso in altre discussioni, perchè è il contesto storico che è importante, ma dovrebbe farci riflettere sui tempi attuali dello stato di relazione nel rapporto sesso-amore-spirito e sulla famiglia, perchè il nucleo sociale se si disgrega quel popolo o civiltà non ha futuro,in quanto è il fondamento dell'istituto che a sua volta costruisce altri istituti come lo Stato, e il diritto di famiglia che è un libro del codice civile italiano ne è la prova.
Ma ritorniamo ai fatti storci:Numeri capitolo 5, Deuteronomio capitolo 22 e capitolo 24.
In questi testi c'è il fondamento giuridico del popolo ebraico, ma sottolineerei del costituente popolo ebraico.

I rapporti sessuali erano da animali, non da umani, e la donna era ritenuta poco più di un animale.
Quei capitoli che ho elencato trattano del sospetto e della gelosia della moglie fedigrrafa (attenzione sospetto, non colta in fragrante) che incorreva nel processo cosiddetto delle "acque amare" Un'altro capitolo parla della verginità della moglie non ritenuta tale dal marito con il rischio della lapidazione . 
Penso che tutti sappiamo della lapidazione della Maddalena fermata da Gesù con il famoso " tiri il sasso chi non ha mai peccato...".
Gesù rispetto al vetero testamento ,innalza ulteriormente il rango della donna all'interno della famiglia, perchè nella tua frase c'è il ripudio non la lapidazione.Teniamo conto che l'infamia cadeva anche sulla famiglia della fedigrafa.
Ma veniamo all'oggi, il divorzio è accettato dal Vaticano,ovviamente con un dovuto atto procedurale.

Ora, quello che personalmente penso è che oggi siamo nella fase opposta, ci stiamo spostando nella posizione sociale del libertinaggio,
Quel sacro vincolo del matrimonio,laicamente potrei definirlo il rispetto per i sentimenti, la persona del coniuge, soprattutto se ci sono figli.Oggi stiamo andando nella disarticolazione che era prima di Numeri e Deuteronomio,vale adire il sesso è sesso, l'amore è impegnativo e serio, meglio non pensarci, la spirtiualità è una farneticazione. E intanto famiglie nascono e si disgregano con la velocità della luce. Si ammazzano in famiglia per incapacità di vivere i problemi insieme, per immaturità, per stupidità, per vanesia infatuazione.Oggi ci sono sempre più occasioni per cornificare, c'è chi li cerca e cìè chi capisce che c'è un limite dettato dalla propria autocoscienza.

Spero di essere stato simpaticamente serio....no io non ti lapido,,,,sono un peccatore, ma ho ancora un'autocoscienza e il senso del limite e spero di averlo sempre.
#1930
Phil ha dato un ulteriore importante contributo per capire come mai cresce, vi è un escalation della violenza soprattutto negli Stati più civili, più culturalmente all'avanguardia che dovrebbero capire i fenomeni e arginarli.
Questa discussione http://www.riflessioni.it/logos/attualita/una-visione-pessimistica-ma-realistica-degli-omicidisuicidi-di-massa-di-questi/ include infatti l'analisi di Phil.
E'verissimo e assodato che la dematerializzazione della postmodernità, che decanta il mondo del desiderio consumistico del comandamento "desiderate che intanto potete..." ,la velocità dei mutamenti pone enormi
problemi identificativi, perchè l'uomo ha necessità nel suo intimo profondo ad ancorarsi a qualcosa, per
cui venendo meno i paradigmi generazionali già nel passaggio fra la cultura agricola e quella industriale e infine nel terziario avanzato ,ovvero nel mondo in cui non si vede, ma ci si parla come quì nel forum, come nelle transazioni finanziarie, oltre a non sapere più cosa sia quella A originaria che sarebbe il nostro Essere, là fuori nel mondo, tutto corre e scorre sempre più velocemente per cui non riesco a relazionare la mia intimità di essere e i fattori ambientali delle organizzazioni sociali.Un tempo si moriva di fatica ,oggi di stress che si ripercuote organicamente sul corpo con le malattie.
Non penso affatto che gli psicologi siano così fessi da non sapere tutto questo,anzi....il problema è che non sanno e non possono risolverlo.Se una persona è esaurita o depressa causa l'ambiente familiare o il lavoro, cosa possono suggerire? Cambia famiglia o cambia lavoro?Un bambino gli puoi far cambiare scuola perchè ha un insegnante che lo ha preso di mira, ma cambiano anche gli amici e nuovi stress di adattamento.

Il primo problema è educativo familiare .Jacopus, che a mio parere hai scritto un bel post, il super-io è il senso del limite ai desideri, e solo i genitori possono insegnarlo,ma adatto che i bambini non sono fessi, guardano i genitori prima imitandoli appassionandosi alle loro stesse passioni, poi cominceranno a contestarli fino a sentirsi dire "....non hai ragione, io la penso diversamente..." ,perchè il conflitto è parte della vita è il bisogno di indipendenza, è il distacco.Troppi genitori non dialogano con i loro figli, o li viziano nevroticamente, riempiendoli di doni che soddisfano i loro desideri, allontanando quindi l'importante concetto del limite ,senza cui non esiste nè libertà e neppure responsabilità e quindi il rispetto.La libertà si pone concettualmente come relazione al limite, senza un limite non ha senso quindi la libertà

E una volta adulti, passata la fase adolescente della prima maturità ora il rapporto è fra quell'ex bambino che si accinge al mondo del lavoro, al sociale, all'economico e quindi alle organizzazioni umane basate sullo scambio :denaro in cambio di prestazioni lavorative.

Due quindi sono soprattutto i sistemi che collidono e confliggono e gli psicologi lo sanno benissimo: la famiglia, come luogo di evoluzione del carattere e della personalità e poi il sociale quel mondo là fuori dove ognuno deve nello stesso tempo sbarcare il lunario, quindi avere denaro per vivere e costruire una propria famiglia e quindi di nuovo incontri con il partner, amici ,ma al di sopra di tutto la regola del gioco dettata dal sistema dentro cui siamo immessi per forza di cose.

Il mio personale timore è che i genitori non sono più all'altezza anche per mancanza di quel paradigma identificativo  che viene spiazzato continuamente dal mutare della struttura sociale, oggi è in crisi tutto:
famiglia, democrazia, libertà, giustizia, nel senso che sono difficili da relazionare e coniugare in una struttura e sovrastrutture economico sociali che addirittura ti dicono cose contraddittorie rispetto ai principi morali che insegnavano le vecchie generazioni. Perchè c'era un limite interno, riconosciuto da tutti e in quanto tale rispettato.
Persino la malavita aveva un codice  che oggi non ha più.
Quello era il paradigma dove le nuove generazioni contestavano, ma c'era il punto originario di riferimento.
Oggi nel tempo della dematerializzazione, dove persino gli abomini politici vengono giustificati spudoratamente, le prevaricazioni, le arroganze, allora : dov'è il rispetto? Dov'è "la giustizia è uguale per tutti"? Cos'è la libertà?
Siamo tutti più "stretti" nel tempo della rete, dei network......ma così soli.
#1931
Se guardando il cielo verso le Perseidi vediamo le "stelle cadenti" in questi giorni e vi inviamo un desiderio e questo lo facesse 6-7 miliardi di persone contemporaneamente si pensa che ognuno pensi positivo o negativo?
Un Dio non risiede nel territorio in cui vive la comunità, sia che siano tribù animiste,panteiste o religione formali o spiritualità.Dio è tutto e comprendendo il mistero originario è universale.
Il come sotto lo stesso tetto noi chiamiamo nemico un altro essere umano solo perchè chiama Dio con il suo idioma, definisce una cosmogonia più o meno diversa, non esiste.Non sono mai esistite guerre di religione fra tribù.
il problema nasce quando da Dio nel cielo si scende nella materialità fisica del potere, della ricchezza e del territorio, ovvero quando dallo spirito si scende all'animale bipede.
Spesso hanno più autocoscienza quegli ignoranti tribali che non gli evoluti tecnologici umani che mirano a rompere le scatole per conquistare territori e ricchezze e utilizzano come vessillo il loro dio (quì volutamente minuscolo); ma di nuovo che c'entra Dio se è Tutto, è sopra la mia testa su quella degli indigeni australiani, sui monaci tibetani, su La Mecca e Gerusalemme?

Le civiltà che perdono l'autocoscienza ovvero la capacità di saper legare il naturale e il divino, l'induttivo e il deduttivo e di viverne la contraddizione costituendone un senso,sono destinate alla babele dei linguaggi,a perdersi nei meandri quantitativi delle conoscenze senza mai riuscire ad operare la sintesi che quella autocoscienza richiede. E chiamano nemico gli stessi fratelli e sorelle che nacquero da Adamo ed Eva, perchè tutti veniamo da lì.
#1932
Jacopus
la mia lettura è diametralmente opposta.
L'Occidente è da almeno quattro secoli senza Dio, nel senso che la cultura religiosa ha perso con quella illuministica e neopositivista. Quale uomo ha prodotto devi dirmelo tu o gli altri del forum, io dico mediamente un debosciato decadente e talmente inebetito da esserne gioioso, tipico delle decadenze delle civiltà storicamente finite. Provocatoriamente siamo esattamente all'opposto dell'oltreuomo di Nietzsche, che temiamo e nello stesso tempo speriamo, perchè siamo ormai privi di identità culturale.Ovvero abbiamo necessità ancora di una risposta allla postmodernità che solo fascismo, nazismo, comunismo e religioni sono stati in grado di contrapporsi, ecco il motivo per cui molti intellettuali antimodernisti vi aderirono. Oggi è l'Islam che fa paura.

Phil ha intuito a mio parere il vero input ad esempio dell'ISIS. E' una guerriglia identificativa di retroguardia, perchè L'Islam ,come tradizione sta finendo nella modernità occidentale.Hanno paura di perdere la propria identità, anzi vedono che la stanno perdendo, fra sceicchi nababbi che portano il denaro alla City of London e popolazione poco più che di cammellieri o industrializzazioni (vedi primavera araba) a Nord dell'Africa, sulle sponde Mediterranee.
Il nemico esterno è ciò che compatta il popolo all'interno. Quindi il nemico aiuta a ricostruire un'identità.
Se una religione perde identità culturale diventa spiritualità ovvero individualismo e questo lo temono molto in Islam,non avendo un vero e proprio caporeligioso che li unisca.
#1933
Tematiche Filosofiche / Re:Problema Irrazionalità
10 Agosto 2016, 17:35:52 PM
Questa domanda
Citazione di: Habboista il 28 Luglio 2016, 02:19:50 AMGrazie per le risposte, ma la mia questione rimane irrisolta e infatti vorrei scusarmi per la vaghezza e genericitá della domanda. Provo a riformularla: si possono giustificare gli "assiomi" che stanno alla base della logica? La logica non è solo un insieme di regole arbitrarie, è universale. Perciò, mi chiedo se tale universalitá sia necessaria, e in tal caso il perché, o casuale.
il dialogo che è emerso sopratutto negli ultimi post e oserei dire il modo in cui in questo stesso forum si ragiona
di spirito e religione nelle diverse discussioni ,necessita di chiarezza.Almeno ci provo e vedremo eventuali risposte.
1) i cosiddetti principi logici:identità, contraddizione e terzo escluso ,ha ragione Donquixote a definrle regole e lo sono intuitivamente prima ancora che concettuali, sarebbe una contraddizione in termini se non lo fosse,.
2) gli assiomi o postulati sono altro da quelle regole logiche.Sono già proposizioni che rispettano le regole e l formulazione di più assiomi costituiscono i primitivi di un sistema, oserei dire di un dominio.
3)E' la storia del pensiero umano che ha dimostrato che i principi assiomatici se limitano un dominio e lo definiscono (matematica, geometria,ecc.) è altrettanto vero che sono stati rivoluzionati nell'ultimo secolo o poco più. Adatto che la ragione è circolativa dentro gli assiomi, come dire che il pensiero viene chiuso nei limiti delle regole imposte da quegli stessi assiomi,è ancora l'intuizione a ridefinire i limiti di un sistema ritoccando i primitiv sostitutivi, ovvero gli assiomi. E' accaduto per la geometria euclidea, divenedeno anche sferica ed iperbolica, è avvenuto con la matematica e aritmetica quando molto prima già l'algebra e le equazioni differenziali rimettevano in discussione gli assiomi, senza contare tutta
4) l'epistemologia ha risposto alle assiomatizzazioni che comunque erano procedute in fisica/chimica unendo termodinamica ed elettromagnetismo, senza contare le teorie della relatività generale e ristretta e tutta la fisica quantistica, con  il principio di falsificabilità di Popper e le provocazioni scientifiche di Feyeraben.

Si deduce che non esiste un criterio di razionalità che valga da ora per sempre.
Le regole logiche dicono SOLO  se una proposizione è logicamente corretta, ma nulla mi dice se stiamo conoscendo la scienza, la pseudo scienza o la fantascienza, perchè giustamente come fa notare Donquixote, la costruzione assiomatica di un sistema, primo e autoreferente e va incontro ai problemi espressi da Godel, secondo
definiscono un pattern, ovvero un modello rappresentativo quale quello della fisica standard delle particelle.

La logica è quindi un criterio di giustificabilità di una predicazione o proposizione, se è vera o falsa,ma non ci dice nulla del pensiero perchè la sua ricerca non è nei signifcati e nel senso, non gli interessa se non minimamente l'induzione o la deduzione, quindi lascia troppo del pensiero umano al di fuori del suo limite.

Quindi la razionalità è solo un dettame di una cultura dominante che ha deciso il focus epistemologico, ovvero l'indirizzo della  movimento del conoscere, e adatto che siamo dentro l'onda lunga illuminista e neopositivista, pensa che lo spirito, la coscienza, ,la religione, possano essere indagate con lo stesso  metro per cui i analizza un pezzo di legno.
L'attuale cultura dominante ha deciso di ridursi e riduttivamente nelle scienze si osserva e sperimenta nei metri e metodi logici dimostativi ritenddo che razionalità sia il determinato finito, il mero evanescente, 

Davintro, Husserl e la sua fenomenologia sono importanti tutt'ora, ma attenzione all'utopia di Leibnez che pensava che la parola dovesse essere regolata come il numero, quando storicamente è mutata la stessa matematica, oppure la linguistica di Frege e Russel, fino a Wittgenstein , oveero togleiere la psicologia.

Ma cosa intendono e cosa intendiamo per psicologia?
Se tolgo il valore aggiunto umano che è l'autocoscienza il luogo della sintesi della conoscenza, dei signifcati, sensi, cosa abbiamo?I tre principi sulla robotica di Asimov, una macchina calcolativa priva di intuizione?

Il mio parere semmai è come arginare il pericolo che il soggettivismo, lo psicologismo possano snaturare la conoscenza, debordare oltre la logica,ma sapendo che non possiamo fare a meno del luogo della sintesi umana della propria autocoscienza.
Se allora l'autocoscienza, anima, spirito, sono irrazionali in quanto contraddittori culturalmente, più che nell'ordine della logica, a cosa è ridotta oggi la razionalità?
#1934
Scusa se reintervengo, dovete avere pazienza sto diventando intollerante a certe manifestazioni sociali, forse sto rincoglionendo o forse ho coltivato un anticorpo a questo sistema disumanizzante, di involucri e parvenze umane.

Sì dici bene CVC è un arte educare, non esiste la tecnica per essere genitori o educatori, ci possono aiutare coadiuvare, ma l'empatia, la capacità di ascolto dell'anima o è una vocazione o è rischiare di avere formatori incapaci che fanno danni. Lo vediamo negli asili nido, persone non preposte psicologicamente a vivere in mezzo a bambini piccoli.Invece si fa il concorso pubblico o ci si inventa un mestiere per sbarcare il lunario.
La stessa psicologia ci dice che un bambino che subisce una violenza affettiva se la porta per tutta la vita ma soprattutto la ritrasmette: la degenerazione crescerà così esponenzialmente.
Ma è pericoloso, perchè si spezza il testimone di generazione in generazione , dove un genitore aiuta il figlio a maturare quest'ultimo non imparerà nel suo animo a insegnare a sua volta. Se si toglie passione ed umanità ad un insegnante avremo un computer che ordina compiti e interroga sulla memoria, non un educatore che appassiona sulla sua disciplina che incoraggia e va oltre testo e pone tematiche laterali, domande in sospeso.. Sono sempre meno, perchè la standardizzazione industriale vuole un uomo produttivo, non un uomo civile
e dà fastidio avere a che fare con persone con carattere e proprie idee, meglio i  signorsì che prendono ordini e la pastiglia per digerire. la pastiglia per dormire,la pastiglia per ......

Freud e Jung sono uomini di cultura che hanno fatto cultura, prima ancora di essere ricordati come psicanalisti, e questo aldilà del giudizio che potremmo dare alla psicoanalisi: c'è intuito oltre che tentativo medico di strutturare una disciplina scientifica, c'è interpretazione storica dei simboli.
Oggi ci sono imbonitori e venditori di fumo.
#1935
Citazione di: verdeidea il 03 Agosto 2016, 11:46:28 AM. Sono in parte d'accordo con Paul, non condivido la sua opinione per cui la psicologia sia diventata un business dei farmaci perché lo psicologo o psicoterapeuta non può prescrivere o consigliare farmaci.

Giusta precisazione. Semplicemente perchè non hanno un percorso formativo attinente, e quindi delegano al medico di base la presscizione del farmaco se ritengono che coadiuvi la terapia.
Ma chiediamoci perchè esiste lo psicologo, lo psicoterapeuta, il neurologo .Perchè un cervello/mente/coscienza deve delegare a più ambiti medici la sua malattia, il suo stato di disagio.
C'è chi passa una vita dal psicologo o psicoterapeuta, ben inquadrato da Woody Allen.per risolvere un bel niente e riempire le tasche del professionista.

Il sistema educativo è collassato. Il ruolo fondamentale della famiglia è stato abdicato per totale mancanza di ruolo dei padri e delle madri, orientati più a Facbook che educare i figli. Quesi bei esemplari d igenitori se la pigliano con il sitema scuola/insegnanti, come se l'insegnate potesse seguire formazione psichica e formazione culturale di tutti gli studenti.
Poi la scuola ha reso funzionale al lavoro la formazione, compiendo quell oche la società vuole:
 famiglia-scuola- lavoro=sottomesso competitivo, forte con i deboli e debole con i forti, ovvero un signorsì ipocrita che insegue successo e status symbol e si imbottisce di cocaina per desensibilizzare ,per anestetizzare quel poco di anima che rimane. Cadi in depressione, hai una malattia? E' sintomo che ci vuole un fisico bestiale per essere deficienti in mezzo al branco.
La famiglia deve aiutare la maturazione della sfera affettiva del bambino e formarlo moralmente ed eticamente, non può delegare ad altri il suo ruolo....ma la famiglia oggi che cos'è se non il luogo di poco più che conoscenti che casualmente si incontrano?