Il "paradosso del cubo" non è nè di carattere "matematico" nè di carattere "filosofico" (se non in parte), ma solo di carattere "percettivo" e "psicologico"; tuttavia, secondo me, è molto interessante, per cui merita di essere brevemente esaminato.
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Un cubo opaco ha "sei facce", però noi:
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a)
Usando il "senso della vista", non possiamo mai "percepirne" più di tre contemporaneamente; le altre tre supponiamo soltanto che esistano!
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b)
b)
Usando il "senso del tatto", invece, anche ad occhi chiusi, possiamo "percepirle" tutte e sei contemporaneamente, toccandole con sei dita delle nostre mani.
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Però, in assenza di un cubo a portata di mano:
- non possiamo in alcun modo raffigurarci mentalmente, con la memoria, la sensazione tattile delle sue sei facce (io, almeno, non ci riesco);
- possiamo, invece, raffigurarci mentalmente, con la memoria, la percezione visiva delle sue tre facce (mai tutte e sei contemporaneamente).
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La nostra mente, in tal caso, può raffigurarsi lo stesso cubo da varie angolazioni.
Ad esempio così:
Oppure così:
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La cosa singolare è che un "cubo trasparente" (o di Necker), sia che lo vediamo direttamente, sia che ce lo raffiguriamo solo mentalmente, mette un po' in crisi il nostro cervello; perchè il nostro cervello non è predisposto a guardare le sei facce del cubo contemporaneamente.
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Quindi, voi, il "cubo trasparente" di cui sopra, in quale posizione lo vedete?
Questa?
Oppure quest'altra?
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In genere la maggior parte delle persone vede la parte in basso a sinistra come se si trovasse in avanti; come accade anche a me.
La ragione è probabilmente dovuta al fatto che di solito noi guardiamo gli oggetti dall'alto verso il basso, con il lato superiore visibile, molto più spesso che dal basso verso l'alto, con il lato inferiore visibile.
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Con uno sforzo mentale, si può passare da una visuale all'altra; ma non è tanto facile, perchè la visione dal basso non ci è congeniale, a causa delle nostre precedenti esperienze visive.
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E' infatti significativo il caso di un cieco dalla nascita che, avendo ripreso la vista dopo un'operazione a 52 anni, non percepisce minimamente l'ambiguità che vedono gli altri; il che dimostra che sono le passate esperienze a generare in noi i "pregiudizi", siano essi visivi o concettuali.
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P.S.
Benchè si tratti di una una "percezione multistabile", sembra che, secondo Einhauser:
- se un osservatore è concentrato sull'intersezione Y superiore, la faccia inferiore sinistra apparirà in avanti;
- la faccia in alto a destra, invece, apparirà sovrapposta se lo spettatore si concentra sull'incrocio a Y in basso.