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Messaggi - green demetr

#1921
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 01:23:34 AM
Citazione di: Apeiron il 24 Ottobre 2019, 22:44:18 PM
Personalmente, ritengo Nietzsche un filosofo molto brillante. Ma essere 'brillanti', ahimè, non significa automaticamente che non si facciano errori, che si affermino cose controverse o anche purtroppo pericolose...

Per esempio, ho trovato la sua analisi del risentimento (o 'ressentiment') e su come questo sia spesso 'camuffato' in altra forma molto profonda, così come la sua ricerca della verità (e, soprattutto, di liberarsi dalla falsità). Altro esempio, il concetto di 'eterno ritorno'. Dalla 'Gaia Scienza':


Ecco, dunque, che io ritengo la soluzione Nietzscheiana al problema del 'nichilismo' (nel senso di 'niente ha importanza') come pericolosa e anti-etica.

TI aggiorno rispetto a quando facemmo quel discorso: ha già risposto Cacciari.

L'eterno ritorno è esattamente ciò che NON E' VERO. (e dunque non è nemmeno la cosmologia di Nietzche che provavo a immaginare, anche se aggiunsi che era totalmente marginale rispetto ai problemi fondamentali, solo ora mentre scrivo ho capito alcune cose, che ti scrivo sotto)

E' infatti il discorso della scimmia nel COSI parlò zaratustra  e il discorso del demone nella gaia scienza. Ossia non il discorso dell'uomo.

Ma d'altronde ha ragione Cacciari sarebbe un controsenso vedere il ritorno eterno come concetto di Nietzche.

Dirò di più questa mimesi (scimmia) e questa fantasmatica (demone) sono esattamente il problema PARANOICO.
(me ne sto rendendo conto or ora!  ;) )


OSSIA ciò che ci inchioda.

Fa impressione come ci siano caduti tutti gli autori filosofici(ma non Cacciari)! A testimoniare della immaturità di questo periodo che viviamo che ancora non riesce a vedere come il nichilismo NON SIA REALE, ma solo una nostra finizione.

E' questo il GRANDE INGANNO! si però sveglia!

A ben vedere egli si sforza di ripetere molte volte questo concetto, ma ve ne sono una miriade di altri ancora non risolti.

per esempio perchè piange nel finale del viandante e la sua ombra, che corona UTU?

io sono ancora lì, sta cavolo di intuizione che derima il problema non riesco a capirla!

(Carmelo Bene sì infatti chiude il documentario su GIORGIO COLLI della RAI PROPRIO CON QUELLE PAROLE. Veramenta da una distanza incolmabile-

DIO come mi sento piccolo!
#1922
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 01:10:42 AM
cit nico



"in Nietzche non è mai per la sopravvivenza, ma sempre per la vita, per l'affermazione dei valori,"

ciao Nico benvenuto nel forum!  :)


La vita NON è l'affermazione dei valori, quella è la religione e la morale, che Nietzche aborre!


Quando Nietzche scade in certe frasi chiaramente contraddittorie rispetto a tutto quanto va dicendo, è dovuto al fatto, che egli sta combattendo una battaglia molto più vasta che nemmeno questi tempi moderni possono capire.

nella suo incredibile inizio di Umano Troppo Umano, già dal primo aforismo lascia il 99,999.999% delle persone al pala. E il restanti migliaio di persone che lo intendo in un peregrinaggio ad altezze impossibili per chi guarda dal basso.

Eppure lui ce l'ha fatta.

Ma la prima cosa è " voi non sapete di quali mezzucci io debba essere COSTRETTO a fare per trovare RIPOSO da me stesso.

Ecco se c'è qualcuno tra i forumisti che capisce cosa questo vuol dire, egli avrà il cento per cento di possibilità di capire perchè Nietzche NON si contraddice.

Non è la singola frase che va posta, ma il complesso della sua filosofia, che è come una ripidissima montagna.

Bisogna aver frequentato il bassifondo della montagna stessa, per cominciare a tenere il passo, il fiato, la lucidità necessaria.

Se sono fermo a UTU da 10 anni non è perchè sono pigro, ma è perchè mi pare inutile andare avanti se non ho capito fino in fondo tutte le implicazioni che danno di questo libro (insieme alla GAIA SCIENZA) il VERO illuminismo.
#1923
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 00:57:27 AM
Citazione di: donquixote il 24 Ottobre 2019, 16:18:01 PM
Diceva Ermente Trismegisto:

...la stessa di Gesù che diceva «In verità vi dico

Non ci credo! curioso che vi sia una apologia di Nietzche con argomentazioni esattamente opposte a qulle indicate dal maestro.  ;D

La gnosi (brrrrr, orrore assoluto! la paranoia per eccellenza! i pretesi dotti!dotti di magia...magia???what????) gesù (cioè quello che dice di avere un padre nei cieli????? Ma Nietzche chiama la terra!) che dice il vero (what? Nietzche è un relativista).

Quasi mi conforta questo travisamento nicciano, non serve la censura dei MEME.  :-X
#1924
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 00:49:18 AM
Citazione di: Sariputra il 24 Ottobre 2019, 14:31:46 PM
Personalmente, la lettura di Nietzsche non mi ha arrichito moltissimo. Penso che la sua attitudine sia essenzialmente moralistica , ma poco argomentativa (in questo concordo con @Franco, se non ho inteso male..). La sua costruzione intellettuale sembra la valvola di sfogo di una personalità fortemente repressa (com'era in effetti nella vita quotidiana come persona...). Probabilmente aveva bisogno di scrivere con quello stile, che non corrispondeva con quello che manifestava agli altri. Criticava essenzialmente la morale cristiana , ma a quella si atteneva rigidamente nella vita. Imputava al Cristianesimo di essere nichilista e di aprire di fatto la via al nichilismo (non del tutto a torto, a parer mio, vista l'ascendenza e l'architettura neoplatonica presente in esso...), ma non vedeva il "punto" in cui il Cristianesimo superava il suo stesso nichilismo ( magistralmente intuito da Dostoevskji...). Paradossalmente i nichilisti lo vedono come un loro maestro. Il suo pensiero venne strumentalizzato dai nazisti (con l'aiuto della sorella...), ma , come in altri autori, la sua opera si prestava a questo, viste le molteplici e spesso contraddittorie chiavi di lettura. Succederà anche con un suo "allievo" spirituale, che in parte però lo rinnegherà, M. Heidegger, che diventerà, lui sì ufficialmente, per un certo tempo (?) un convinto nazista...e in ogni caso diventerà, Heidegger, uno dei pensatori occidentali che più influenzeranno la nascente scuola filosofica giapponese del novecento, fortemente nazionalista...
Ambedue si possono inserire in quel filone di pensatori che sognano un rinnovamento dello"spirito occidentale" dopo la "morte di Dio". Heidegger lo vedrà nel nazismo, soprattutto quello degli inizi, rivoluzionario. Fondamentale, secondo il mio modesto parere, per entrambi è il concetto di "purezza", inon nel senso cristiano naturalmente. Un tema molto sentito tra la fine dell'ottocento e la prima metà del novecento . Purezza dell'essere e dell'esserci (vitalismo anche, nonostante la loro carenza di vitalià fisica, o forse anche per questo...).
La purezza è ovviamente un concetto puramente intellettuale. Non esiste di fatto.
Leggendo la sua biografia, che è molto interessante, me lo raffiguro come una persona fortemente 'scissa' tra ideale e reale; tra quel che anelava ad essere (e quel che intendeva il mondo fosse..) e quel che era in realtà.
Certamente nutriva forte avversione ,repressa perlopiù nella quotidianità. Era una personalità, basta leggere qualche sua pagina, in cui l'elemento 'avversione' (dosa) era molto forte...diciamo che manifestava una profonda caratteristica 'disarmonica', dal punto di vista della personalità...
Umanamente parlando, non mi è antipatico, anzi, ravviso nella sua storia personale molti elementi in comune con la mia (con i dovuti enormi distinguo, infatti non dispongo delle capacità intellettuali di N. ovviamente..): la fortissima miopia (anche ulteriori problemi nel mio caso...) con le conseguenze pratiche e limitative per la vita di un ragazzino. Le conseguenze sociali della solitudine provocata dall'inadeguatezza e quindi il 'rifugiarsi' in se stesso e nella lettura eccessiva, con conseguente ipertrofia dell'ego (che spero di aver superato... :( ). Nel mio caso sono stato 'salvato', negli anni, dalla terra e dalla terraglia che lavoravo (San Benedetto: il sempre saggio "ora et labora" che, nel mio caso è diventato "medita et labora"...) e dalle donne (meravigliose... "die mutter, die mutter"...) che mi circondano/avano...che probabilmente sono mancate a Nietzsche (Krshna/Dio stesso non può essere veramente Krshna senza l'amore di Radha, nella mitologia visnuita...).
Una cosa è certa: il fatto che le sue citazioni si trovino nei siti post-comunisti e contemporaneamente anche in quelli neo-nazisti  fa pensare che la contraddittorietà dei suoi scritti sia lungi dall'esser stata superata, oppure che ognuno li interpreti ad uso e consumo personale...
Namaste

Ma perchè invece che concentrarti sulla vita dell'uomo Nietzche non ti confronti sinceramente con il suo pensiero?

Mi pare che Ipazia citando Zaratuhustra che devo ancora leggere, abbia ampiamente argomentato.

Ma perchè non ammettete di essere i soliti cristiani bigotti? e la finiamo qui! invece che far finta di commentare, e abusare della mia pazienza andando a offendere pure Heidegger. (non è la prima volta che succede, e per esperienza personale gli intellettuali si fanno forti di un presunto virilismo spirituale, ma basta! Diventate umili come lo era Nietzche!)
Torniamo proprio all'abc del buon senso.
Dio è morto e sepolto (e le sue vedove, i nichilisti, devono solo smettere di fare i piangina isterici)
Ecco questa sarebbe una buona cosa! toglietevi quella cavolo di fascia a lutto, è ora di tornare a vivere, ossia a pensare!

Volete continuare a vivere nel mondo dei sogni? va bene parlate delle vostre cavolate metafisiche e lasciate in pace i saggi.

Ma non presupponete l'esistenza di Dio, è solo un vostro sogno ridicolo alle vostre dipendenze per giustificare la vostra meschinità.

Ecco, io mi sono dovuto riconoscere meschino, è il primo passo da fare, da Montaigne in poi.
Il coraggio intellettuale di andare avanti te lo danno poi loro, i maestri, la filosofia, non Dio, che è solo nelle vostre teste!

Mi spiace a tutti, ma pane al pane e vino al vino.
#1925
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 00:05:48 AM
Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2019, 01:23:49 AM

Post di Green

le prime opere sono nettamente le migliori ,fino al suo capolavoro, poi la mente gli ha giocato brutti scherzi, anche perché i suoi amici lo lasciarono solo nella sua follia,come Wagner, pochi  lo aiutarono fra cui il suo grande maestro di filologia.

Paul mi sorprendi oltremodo.  :o

Comunque a una tale ignoranza non rispondo. Rimani pure alle prime opere.

Ripeto anche per gli altri, quello che vi chiede è troppo, anch'io ho sofferto molto prima di riconoscerlo unico maestro.
#1926
Citazione di: Ipazia il 23 Ottobre 2019, 22:43:30 PM
Citazione di: green demetr il 23 Ottobre 2019, 21:54:24 PM
Concordo con tutto! e sbaglio o è una apertura al mondo teologico? (lasciando da parte le ferite che ci ha inferto come mi è parso di capire da vecchi post)

Il mondo teologico è emanazione umana come il mondo ateo. Molti dei suoi contenuti reali sono condivisibili e non possono essere gestiti diversamente. Anche sul piano teorico, tralasciando i numi, c'è molto da condividere. Ciò che vale rimane, anche se proviene dal mondo religioso. Altrimenti dovremmo fare un falò di millenni di pensiero umano. Nemmeno il Maestro lo fece, appoggiandosi a Dioniso ed evocando Zarathustra. Le ferite sono una questione personale. La filosofia e l'etica vanno oltre. Mi basta non mi impongano i loro idoli.

Ottimo!
#1927
Si conosco sia Latouche che Jonas.

ovviamente io non so se questo catastrofismo sia vero o meno, so di respirare molto male in questo di milano, per il resto sono impotente, e siccome come dici tu ci vuole portofoglio per saper come stanno veramente le cose. io dico solo ciaone!
può essere (e sono cavoli amari) o non essere (pura menzogna ideologica).

IO mi riferisco solo alla ideologia, ossia alla narrazione globale affidata ad una ragazzina con le treccine.....

Francamente mi stupisco che c'è gente che la difenda....posso capire sugli attacchi personali, e ovviamente pure io penso che non ha senso prendersela con lei, solo perchè non si capisce che è "vittima" o meglio volontaria adepta del movimento globale.

D'altronde come scrivo altrove. l'ha detto fukuyama, c'è da ricostruire l'identità dopo la crisi finanziaria, che ha gelato non solo i giovani.

Da un lato è un bene, da un lato forse una necessità (quien sabe?) e dall'altra rimbocchiamoci le mani con il nostro pensare su ciò che ci circonda.

spero ci siamo chiairiti almeno in parte.

jonas comunque è quello che ha studiato lo gnosticismo....preferisco latouche nel suo sistema pratico, senza giri di morale (parole).
#1928
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
23 Ottobre 2019, 22:39:34 PM
Ciao mi sento chiamato lievemente in causa.

Intanto ringrazio Ipazia su cui concordo al 100%.

Tanto per dire, che se ci si impegna si riesce anche a capirlo il buon Nietzche.

Poi certo è un autore talmente complesso che anche io faccio fatica a seguirlo.

per esempio in questo forum avevamo seguito la sua ultima opera prima dei libelli polemici.

1887. Friedrich Nietzsche, La genealogia della morale, Adelphi, Milano

Notai che stava su altezze che se non capite da dove "arrivavano" si faceva fatica a capirlo.

io per esempio è un decennio che sono SOLO su umano troppo umano.

e vicino a quella opera gravitano anche le altre

1878. Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano, Adelphi, Milano

1876. Friedrich Nietzsche, Considerazioni inattuali, Adelphi, Milano

1873. Friedrich Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale,


Purtroppo la stragrande degli influencer youtube o dei professori parla solo del primissimo Nietzche ossia quello di

1870-1873. Friedrich Nietzsche, La filosofia nell'epoca tragica dei Greci, Adelphi, Milano
1872. Friedrich Nietzsche, La nascita della tragedia dallo spirito della musica ovvero Grecità e pessimismo, Adelphi, Milano

ossia quello noiso che parla di dionisiaco e apolinneo.

Insomma ha detto delle cose, molti le hanno viste come provocazioni, altri come letteratura, altri come fautrici dello stesso nichilismo.
Di cui è invece solo il constatatore e direi invece l'unico oppositore.

Prendere singole frasi non ha alcun senso.

naturalmente anch'io consiglio ai più di leggere solo le primissime opere, sopratutto se si è delle anime belle.
nietzche chiede nientedimeno che di RIPENSARE COMPLETAMENTE il nostro modo di pensare e di vivere.

Io lo uso come orizzonte di senso.

ma per esempio, per come lo sto leggendo in maniera seria. Io lo vedo come il primo che contrasta la grande malattia che ci opprime tutti, al di là delle credenza ossia La PARANOIA.

Di cosa credete che parlasse d'altronde Leopardi? cosa cercava di indagare?

Stessa cosa Nietzche.

Certo al giorno d'oggi con strumenti molto sofisiticati lo sta provando a fare la psiscoanalisi.

Ma le difficoltà ad oggi sono ENORMI. Tanto che mi pare Nietzche nel suo aspetto più abissale sia l'unico vero maestro possibile.

Non è nemmeno questione di scelta. O lui (e Leopardi) o nessuno.
#1929
Jacopus forse non mi sono spiegato.

Intendo dire che il treno che sta arrivando è proprio l'ambientalismo.

Ossia cosa fare di questo mondo che sta andando alla deriva?

Facile, invece che rinunciare alla tecnologia INCREMENTARLA, è il segreto patto tra tecnica e capitalismo.

E' la tua aimè che è un utopia, infatti menti a te stesso, se stai dicendo che vuoi meno tecnica.

E' quello che dai moralisti francesi a Nietzche (inutilmente in quanto in esse vi era una dimensione di consapevolezza) hanno detto e ridetto con passione e fino a morirne.

Quello che sto dicendo è che l'uomo vuole e invera quello che lui è, ossia un soggetto al servizio della TECNICA, e dominato dai suoi vizi (che non sono vizi dunque, molto semplicemente).

il capitalismo più che la filosofia sta tentando di inverare questo per l'uomo.

Poichè la coordinazione non funziona e non funziona perchè nega il desiderio e la tecnica nelle sue infinite ideologie (di stampo religioso).

E' come se la verità dell'uomo si stia facendo largo al di là di quello che l'uomo si è auto-imposto, ossia proprio i limiti!!!!

ora prova a pensare all'ambientalismo, esso serve la follia umana, ossia si fa ideologia di un nuovo limite, ma è solo per poter navigare nelle soluzioni che richiederanno passi eccezinali in avanti, compresi quelli genetici (Che tanto spaventano l'individuo).
Migliore tecnologia migliori possibilitò di limite!!!!
Un lavoro eccezionale!!! che però non soddisfa chi invece come me cerca uno sviluppo critico del proprio sè. (ossia del proprio soggetto. dell'essere un soggetto).

Per questo rinvio ancora ad un comunitarismo critico, che non stia ai giochetti del limitiamoci o finisce il mondo, quella è pura ideologia!
#1930
Citazione di: Ipazia il 23 Ottobre 2019, 07:31:42 AM
@davintro

Non mi pare che sia meno contraddittoria la postulazione di un Dio incausato, tradotto a dimensione umana da guru di ogni specie, l'un contro l'altro armati. Perfino il più fine teo-logo della storia, il doppiamente scomunicato Benedetto Spinoza, dovette gettare la spugna col suo fatidico Deus sive Natura. E non poteva che essere quello l'approdo "a priori" della metafisica, in ciò che viene viene prima di lei, la fisica.

La quale non esenta da assist etici qualora si consideri la costellazione di bisogni che rende la vita possibile, e di desideri che la rendono gradevole. O quantomeno saggiamente sopportabile, realizzando "a posteriori" quell'attitudine alla vita che si delinea nel trascendentalismo kantiano. Il cui errore metafisico non sta nella sua inesistenza e insussistenza ma nella necessaria correzione "a posteriori" rispetto alla causa prima incausata Natura.

Gli "a priori" kantiani sono le condizioni materiali che rendono possibile lo sviluppo degli aspetti trascendentali della natura umana la cui metafisica non può che risolversi "a posteriori" nella presa d'atto dei requisiti fondativi della vita e nella necessità di dare loro soddisfazione. Tradotto in termini teisti si tratta di alcuni precetti delle tavole mosaiche e di quelle che vengono definite dalla dottrina cattolica "opere di misericordia".

A partire da tali cause è possibile fondare una metafisica "a posteriori" perfettamente coerente in cui i collegamenti tra teismo e ateismo si trovano sul terreno comune della precettistica umanistica fondata sulle evidenze naturali, prendendo atto che i fondamenti metafisici assoluti d'antan possono essere oggetto solo di fede, ma non di conoscenza oggettiva il cui unico fondamento autodimostrantesi rimane la Natura.

Concordo con tutto! e sbaglio o è una apertura al mondo teologico? (lasciando da parte le ferite che ci ha inferto come mi è parso di capire da vecchi post)
#1931
x FRANCO.

Non capisco cosa intendi con "rimanendo nello stesso ambito teologico."

Nel senso che veramente intendi fare una critica nello stesso ambito teologico, o era una domanda rivolta a me.
Ossia che io debba fare un critica al sistema teologico?
#1932
Citazione di: bobmax il 23 Ottobre 2019, 09:43:03 AM
Citazione di: green demetr il 22 Ottobre 2019, 18:12:11 PM
Non capisco proprio questo tuo continuo appellarsi al nulla.

Chi decide che il nulla sia "nulla"? come si fa a oltrepassare kant, se non si conosce Kant?

L'essere in quanto essere è veramente la più grande cantonata che la filosofia abbia avuto.
Era da un pò che non mi ci imbattevo.

Voglio dire, certo che l'essere è l'essere (ma allora a questo punto ha ragione Severino se c'è essere non ci può essere nulla. Il nulla esiste solo formalmente come descrizione del particolare, rispetto all'universale), ma l'essere è solo nel particolare, come dice Ipazia, nel "-ci" di Heideger.

Ma sopratutto come è conoscibile il nulla? E' chiaro che è un presupposto, che mina alla base la vera ontologia.

Poi da esistenzialista come giustifichi il nulla? come un aporia dell'esistenza?

Occorre distinguere tra il nulla nichilistico e il Nulla metafisico.

Il nulla nichilistico è il vuoto valoriale: nulla vale!
Questa constatazione è l'inevitabile conclusione a cui giunge il pensiero razionale che guarda lucidamene il mondo.
Il nichilismo è perciò connaturato nella stessa razionalità, ne è l'altra faccia della medaglia.
Grandi menti, come Leopardi o Nietzsche, ne hanno colto l'essenza. Ma non sono stati in grado di superare, tranne in alcuni momenti, questa che ai loro occhi era la "verità" inoppugnabile.

Il Nulla metafisico, viceversa, consiste nell'oltrepassamento del nichilismo attraverso la messa in crisi dei capisaldi razionali che fondano la nostra interpretazione del mondo, e quindi alimentano lo stesso nichilismo.
Avviene cioè un rovesciamento del paradigma:
L'Etica non è un eventuale attributo della nostra realtà, ma ne è invece il Fondamento!
L'oggettività in sé, il divenire, sono messi in discussione e relativizzati.

In nome del Bene!

E poiché senza queste "verità" è impossibile il pensiero determinato, ciò che troviamo è il Nulla.
Nulla che è poi il Bene, il Nulla fonte di infinite possibilità.

Seppur paradossalmente, più che per quello che ha detto, Kant è importante per quello che non ha detto...
Ha infatti mostrato il definitivo smacco in cui inevitabilmente cade il pensiero che onestamente cerca la Verità.
Sono infatti le tautologie, i circoli in cui necessariamente il suo pensiero si imbatte, a mostrare il limite. Dove il pensiero razionale non può che infrangersi.

E si infrange perché la Verità può venire solo da noi stessi!
Dalla nostra profondità.
Che, appunto, per il pensiero razionale non può essere che Nulla.

Il Nulla metafisico è poi lo stesso Essere, come è ben presente nel cuore di ogni filosofia o religione.

Non ha senso proporre un nulla metafisico come paradigma anti-razionale.

Basterebbe chiamarlo estetica di un sentimento positivo, religioso o meno, che si basa sull'Essere, con la lettera maiuscola.

Ma è proprio quello che ha detto Heidegger tra l'altro.

Per quanto riguarda Nietzche egli si limita a constatare come il valore sia solo una pragmatica, basato su una fede. Una volta scopertasi come menzogna, rimane il semplice paradigma gerarchico, che opprime la libera espressione umana.
Il nichilismo è dunque solo una tappa, una volta che ci si accorge tutti che la fede in Dio è solo una menzogna, non rimane che il crollo dei valori, ossia l'implosione dell'individuo, che per la filsofia seria è sempre presunto.
Questo è un periodo storico che si instaura secondo la profezia nicciana, ai suoi albori.
E in particolare nella nostra società già secolarizzata, ma moralmente ancora in piedi grazie alla morale cattolica. Dopo 50 anni di stuti dei MEME sociali, finalmente l'elite è pronta a dare un nuovo scacco alla società. Non a caso Fukuyama ha pubblicato il suo secondo lavoro, che spiega come mai, il suo primo lavoro, ossia la fine della storia, come la vittoria dei valori americani (evangelici, più che cristiani), sia stato messo in discussione dalla crisi finanziaria. Questo libro pubblicato l'anno scorso e cestinato dal mio amato Zizek come inutile. è in realtà la perfetta descrizione di cosa sia l'individuo e come dobbiamo ricostruirlo, affinchè torniamo alla fine della storia.

Dunque uno può anche rimanere fermo al sentimento religioso, ma intanto è sempre Nietzche (e la sua analisi seria, e non falsificata di Fukuyama) a essere urgente.

PER ESSERE CHIARO mi pare sia più  nichilsita far finta di niente e dedicarsi a un DIO presunto (come faccio tra l'altro) che non affrontare la cosa insieme a nietzche (cosa che parimenti faccio) che mi pare l'essatto opposto del nichilismo.
#1933
Citazione di: davintro il 23 Ottobre 2019, 01:09:57 AM
il punto fondamentale su cui, al netto della diversità dei vari filoni, ogni metafisica classica poggia è la convinzione della possibilità di una conoscenza razionale dei princìpi di verità assoluti, oltre il tempo e lo spazio, appunto oltre l'ambito della fisica. Opportunamente, si cita la critica kantiana e il suo attacco contro tale convinzione. Pur preoccupandomi di sembrare ripetitivo dato che degli appunti a Kant se ne è già parlato in altre discussioni, trovo opportuno ribadire che trovo infondata la svalutazione kantiana della conoscenza razionale metafisica, sulla base dell'assunto che non conosceremmo altro che fenomeni. La riduzione del sapere al sapere dei fenomeni, cioè di apparenze soggettive distinte dalle cose in sé, ha, al di là delle intenzioni di partenza, come inevitabile esito lo scetticismo, e ogni scetticismo cade nell'aporia e nell'autocontraddizione di affermare le proprie tesi sulla negazione della conoscenza di verità oggettive, e al contempo necessariamente dover riconoscere la verità di tale affermazione. Non si scampa dalla struttura intenzionale del pensiero, dalla presa di posizione di ogni giudizio come rispecchiante una verità oggettiva, a prescindere che lo sia di fatto. Anche se mi sbagliassi, ciò non toglierebbe il fatto che nel momento in cui penso qualcosa pongo ciò che penso come verità oggettiva, e negando la possibilità di conoscenza di tale oggettività dovrei smettere di pensare, e anche di dubitare. Ponendo le cose in sé come inconoscibili Kant deve coerentemente negare la presunzione di verità della sua stessa filosofia, e se anche i vari nichilismi di stampo antimetafisico (intendendo metafisico nell'accezione della metafisica classica) successivi come quelli di Nietzsche, Heidegger, o ogni pensierodebolismo di sorta, pensa di trarre legittimazione dalla critica kantiana, allora chiedo a chi di questi movimenti ne sa molto più di me, come potrebbero resistere all'autocontraddizione di cui sopra? Negare la conoscibilità di criteri di verità logici universali e apriori, senza ritrovarsi incapaci a legittimare scientificamente le loro tesi, sulla base di postulati che non debbano rimandare all'infinito per cercare quei punti fermi autoevidenti che non abbiano più bisogno di rimandare oltre se stessi per giustificarsi. La necessità di far coincidere filosofia e metafisica va rivendicato, dunque non solo, da un lato, contro ogni materialismo, che negando l'esistenza di una realtà sovrasensibile, renderebbe insensata la filosofia privandola di un suo oggetto peculiare di ricerca, distinto dalle scienze naturali, ma anche, dall'altro, da ogni forma di irrazionalismo, scetticismo, o relativismo teoretico che negando la possibilità di conoscenza dei principi primi, dei criteri universali di verità, privano la razionalità del loro appoggio. Se nel primo caso la filosofia sacrificherebbe la sua ragion d'essere nei confronti delle scienze naturali, in quest'ultimo la sacrificherebbe nei confronti delle manifestazioni estetiche, artistiche, in cui non si cerca di argomentare l'oggettività delle tesi, ma solo esprimere uno stato d'animo, una sensibilità del tutto soggettiva, senza pretendere di legittimare il proprio vissuto come universale. Un relativista, un irrazionalista, uno scettico sarebbe molto più coerente, se si estraniasse dal dibattito filosofico, dove occorre dimostrare/argomentare le verità delle proprie opinioni, e si dedicasse, senza alcun intento dispregiativo, all'arte, alla poesia, alla musica, dove nessuno pretende si portino argomenti a sostegno del proprio sentire soggettivo, ma ci si limita a godere della  bellezza delle creazioni che da tale sentire sono ispirate

Ma veramente sono i solipsisti o i monisti a dover spiegare come possano vedere Kant come tale.
Kant è invece il primo che dice che la metafisica è conoscibile ESATTAMENTE come FENOMENO, il fenomeno che appare non può che essere una manifestazione necessaria di un oggetto in sè.
Riguardo l'idea di Dio egli conclude voglio sempre ricordarlo, in quanto concordato con un giovane amico kantiano, che la critica di kant non è finita con le antinomie e la metafisica speciale, ma è contunuata fino agli esiti della critica del giudizio, dove Dio è presentato come ESTETICA. Il famoso cielo stellato sopra di me.

Hegel invece appunterà a Kant in non aver visto fino in fondo alla sua stessa intuizione ossia che il fenomeno è internamente la manifestazione dialettica dello spirito ossia di Dio.

Invece la metafisica pre-kantiana, distingue follemente tra una conoscenza sensibile ed una teologica. Ma chi decide della ratio teologica? Alla fine è sempre una fede.
Invece del fenomeno nessuno sà nulla prima, e perciò nessuno può dirlo, se non vivendolo.
#1934
Citazione di: Sariputra il 22 Ottobre 2019, 09:10:28 AM
L'onnipresente, pervasiva mercificazione di tutte le cose rappresenta il destino ultimo dell'Occidente nichilista. L'uomo stesso si "cosalizza", diviene cosa, un ente mercificato. Nella sua oggettivazione più immediata, questo si materializza in beni che possono esser scambiati. Merci il cui possesso dovrebbe rassicurare l'animo "svuotato" (a condizione di guadagnarselo...non è per tutti, non è gratis ...come non lo era in passato la salvezza dell'anima per il credente). La suprema aspirazione dell'Occidente pare, alfine, prender corpo: "l'essere si può avere!".  In questa formula si manifesta, in essenza, l'istinto predatorio del cacciatore umano (abbrancando la preda, la immobilizzo, la faccio mia). E' la sintesi finale dell'istinto occidentale che desidera che ogni cosa sia "mia" (una linea che va dalla mia tribù, alla mia terra, al mio Dio, al mio corpo,e finalmente al mio nulla...).
La riduzione dell'essere ad ente, infatti, ha dato luogo ad un sistema ad alto impatto entropico, poiché gli enti, in quanto cose determinate, si deteriorano continuamente volgendosi in ni-enti (ossia nella negazione assoluta della loro qualità di cose determinate). In ciò consiste, a mio parere, il nocciolo profondo del nichilismo. Aumentando la rapidità della transazione di cosa con cosa, con  la onnipresente mercificazione, s'ottiene un effetto ottico illusorio di permanenza indeterminata. L'annientamento e lo 'svuotamento' di senso sembrano così non poter trovare spazio per manifestarsi tra gli interstizi del forsennato passaggio di ente in ente, di cosa in cosa, di persona in persona. Presi e lasciati in maniera sempre più frenetica. Non c'è più spazio per percepire il vuoto di senso.Così, con l'illusione che il processo di 'nientificazione' a cui il nichilismo approda possa esser congelato, sospeso indefinitamente, si prova vanamente a far terra bruciata intorno al terrore originario di perdersi, di non-esser-più. Senza speranza però, perché se è vero, usando una metafora, che agitando con rapidità e destrezza una torcia nell'oscurità lo spettatore ha l'impressione di trovarsi dinanzi ad uno stabile continuum di fiamma, ad una parabola ininterrotta di fuoco (ossia il parossistico, frenetico trascorrere delle merci, ora sul sempre più veloce web..), in realtà, all'aumento di velocità nel maneggiare la torcia corrisponde, proporzionalmente, una più veloce dissipazione della stessa fiamma. Vale a dire: tanto più velocemente produco e consumo enti-merci, o uso persone-cose, tanto più celermente li annichilisco. Il nichilismo è sabbia mobile: quanto più mi agito per evitare di affondare, tanto più affondo. Disperandomi.
E' questione di tempo, anche il nostro attuale progetto, convinzione, o riferimento si dissolverà sotto i colpi di "nulla -che- non c'è", che lo rivelerà gratuito e infondato . Anche se un riferimento fosse eterno, questo non gli fornirebbe un senso, mancando di giustificazione. Pertanto una semplice ricetta fatta di piccoli 'sensi quotidiani', rivela la sua inconsistenza, la sua profonda ipocrisia, il suo "non voler vedere"...
Perché il nichilismo non è più che un'altra casa in cui la mente umana vuol dimorare.  il nichilismo, distruttore di tutti i fondamenti e i valori, è solo un'altra casa in cui ci installiamo, e da cui giudichiamo che "nulla vale".
Questo giudizio di nullità genera scoramento, rabbia, scetticismo o viceversa indifferenza, ricerca di svago, assurdità. Ma se fin d'ora iniziamo a mantenere una vigilanza critica nei confronti di tutte le determinazioni positive e rappresentazioni di 'nulla', e se la accompagnamo alla risolutezza di chi non sopporta più le invenzioni della propria o altrui mente, possiamo cercare l'esperienza che fa cessare il dolore del nichilismo. Portata alle sue estreme conseguenze, questa esperienza svuota ogni giudizio: né assoluti né relativi, né felicità né disperazione, né così né in altro modo. Resta in chiara evidenza il prodigio dell'esserci di ogni istante del nostro esistere.
Se mancasse questa possibilità, saremmo condannati a credere per sempre alle rappresentazioni della nostra mente (come l'eterno, il nulla, l'infondatezza assoluta, la volontà, ecc.) e alla nostra immancabile collocazione in esse; il nostro identificarci con esse. Non ci sarebbe la possibilità di cogliere tutto ciò che 'non-è -nulla' in un lampo...quello che definisco come " il lampo di passaggio" del sottile confine tra nichilismo e Buddhismo (il Buddhismo conosce meglio di ogni altra forma di pensiero il nichilismo, contro il fascino del quale ha dovuto difendersi sin dall'inizio della propria storia e a cui spesso è stato erroneamente accostato...). Con questo non voglio augurare al Buddhsimo di diventare una sorta di medicina per il nichilismo dell'Occidente, in quanto sistema di pensiero con ben altre radici dalla nostra cultura. La risposta allo 'svuotamento' , per essere realmente efficace, deve maturare nel corpo malato. La domanda allora è: questo corpo occidentale, ormai 'mondiale', ha ancora degli 'anticorpi' sufficienti?..
Naturalmente, come ho scritto sopra, si può 'mascherare' il proprio nichilismo..." l'occidentale finisce per  impegnarsi costantemente in attività, senza posa e assai frenetiche, al fine di mantenere a distanza questa pungente sensazione di mancanza di senso"...impegnarsi in tante attività per mascherare e non percepire lo svuotamento di senso in cui è stato educato e in cui si trova a vivere come "cosa tra le cose"...

Naturalmente il meditare è una soluzione al ricordare del nostro esserci, e alla sua relazione con il male (secondo il buddismo).

Ma non è un destino finale quello del nichilismo, è semplicemente una tappa derivante dai processi storici precedenti.

Dunque non è un destino tout court.
Oltre all'esserci, che nel buddismo occidentale che teme la morte, diventa un mero ritirarsi a guscio di tartaruga acuendo la paura generale. ( e comunque ho forti dubbi che loro non abbiamo paura, gli orientali dico).

Oltre all'esserci dobbiamo ricordare SEMPRE di tenere acceso il cervello, ossia di fare continua critica sia individuale che sociale. Solo così il pensiero può tentare di rimanere vivo, e magari tramandato da pochi alla gente futura.
Altrimenti verrà l'epoca autocratica del know how, e delle nuove schiavitù (persino virtuali).

nelle ultime conferenze era questo che Heidegger tentava di dire.
#1935
Citazione di: Ipazia il 22 Ottobre 2019, 08:36:46 AM
Citazione di: Phil il 21 Ottobre 2019, 21:56:18 PM
Ecco allora alcune conseguenze; la prima è una sovversione (perversione, direbbe qualcuno) storica: il «banalmente» dell'epoca metafisica ha fondato via negationis e motivato la metafisica; svegli vs dormienti, episteme vs doxa, etc. mentre il «banalmente» attuale post-metafisico è lo sfondamento della metafisica e ribalta, "trasvalutandoli", i ruoli delle dicotomie di cui sopra (ora, per il senso comune ma non solo, gli svegli sono i non-metafisici, l'episteme non è quella della metafisica degli archè ma quella della scienza e delle sue leggi, etc.).

Trasvalutazione alla Tomasi di Lampedusa mettendo Bilderberg al posto del Concistoro, con la sua episteme che sorveglia come l'occhio di Sauron la doxa dei social e la dirige verso le praterie della metafisica Economics.

CitazioneLa seconda conseguenza è che le filosofie un tempo reiette (quella popolare "da strada", quella immanente-orientale, quella dissacrante-decostruzionista, etc.) acquisiscono pian piano sempre maggior "dignità", non solo fra il popolo, ma anche agli occhi dei professionisti che, volenti o nolenti, vengono chiamati a prendere atto delle nuove dinamiche umane e sociali.

Direi che la dicotomia è sempre stata tenuta in gran conto dai bocconiani dell'epoca: panem et circenses. Ma anche: bastone e carota. Cooptando sagacemente il Masaniello di turno da dare in pasto al popolo inferocito al momento giusto ad imperitura riconferma del ruolo di Cesare e dei suoi  "competenti".

Citazione
La terza conseguenza è che per fronteggiare il «banalmente» contemporaneo, si può tutt'ora fare appello alla metafisica (banalizzando il «banalmente» alla luce di una trascendenza forte), oppure banalizzare il «banalmente» installandosi nella sua banalità, nel radicamento allo "spirito della contemporaneità", potendo riflettere criticamente dal suo interno senza andare oltre (meta) la contingenza e l'immanenza della banalità dell'esistenza e dell'accadere (ovvero indirizzandosi verso una filosofia tutta terrena, fra aspirazioni pur sempre umane e modelli di spiegazione sempre più ramificati).

Platone, Aristotele, Epicuro, Diogene cinico. C'è molta varietà anche nel pensiero classico. Zuckerberg e i bidelberghini possono ancora andare a scuola da Ignazio di Loyola. Incanalare le pulsioni e governarle politicamente non l'ha certo scoperto Sigmund Freud. L'unica novità è la tecnica-tecnica. La materia del feticcio. Con al vertice la materia monetaria, esotericamente smaterializzata. Ma le tecniche psicosociologiche di manipolazione sociale sono antiche come la religione. Che ne fu la somma archè. Ancora arzilla più che mai.

P.S. Notevole la critica del Nulla. Chapeau.

Credo che stavolta non ho nulla da dire su Phil, perchè suppongo che ignorata la questione politica, proponga comunque sia la cosa, un sano ritorno a fare i conti con noi stessi prima che con gli altri. O anche meglio di accettare la banalità materiale di essere dentro la politica  e mai fuori.
Solo così noi metafisici-politici e voi politici tout court, possiamo tornare finalmente alle gravi questioni poste dal dopo 78. Che appunto implodevano nell'individualismo montante dietro le ideologie pompose e menzognere.
In cosa consisteva quell'individualismo se non nel non prendere in considerazione il comunitarismo sul serio.
Magari ripartendo dai greci, e non sorvolandoli a volo d'uccello, sull'unica cosa positiva che avevano elaborato.
L'idea di città, come idea di comunità.
Magari ma solo allora che abbiamo capito cosa è comunità (non certo lotta di classe ovviamente, ma lotta di dialettiche, di discorsi, di ideologie appunto) aggiornando la questione morale.
L'ambientalismo deve essere solo un conseguenza al massimo, giammai ciò su cui far leva....e invece siamo di nuovo qui! sulle macerie del 78. Sulle macerie delle ideologie che hanno prodotto gente molto molto intelligente come Phil, ma totalmente de-politicizzata. Come se il scegliere di astenersi non fosse una politica.

Dietro quella banalità detta in fin dei conti bene, potrebbe celarsi insomma altro.
L'accettazione servile e anti-dialettica delle nuove schiavitù nell'epoca dei meme.