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Messaggi - paul11

#1936
La quantità di consumo  di ansiolitici e farmaci varii, come ho scritto in altra discussione recentemente, indica problemi di stabilità della personalità legata alla propria identità, dove il rapporto uomo/ambiente si sta connotando sempre più privo di riferimenti, altamente aleatorio, competitivo, pieno di aspettative. Siamo proiettati sempre più ad un domani, ma privo di speranze e senza un retroterra culturale, un background che permetta di relazionare persona e cultura.
E' un mondo malato, dove l'uomo non può che raccogliere psicosomaticamente le problematiche ambientali su di sè.

Da quando è finita la psicoanalisi, la psicologia è ridotta  al "confessionale del prete". Si scarica nel transfert psichico su un'altra persona
in ascolto i nostri problemi.La soluzione è ormai il farmaco , il blocco di ricettori; la psiche è ridotto a cervello, la coscienza, o meglio  gli stati di coscienza a stati id'animo più meno compulsivi.
Non c'è nessun medico dell'anima. Nemmeno uno  stregone, uno sciamano che armonizzavano il disordine umano che si manifestava nella malattia.
Persone con problemi mentali spesso sono in cura da parvenze di psicologi....... e hanno pure ucciso.
A cosa è utile  l'attuale psicologia? All'industria del farmaco e all'economia delle teorie delle scelte e del marketing
#1937
L'intellettualismo attuale di fa cultura e politica è figlio della disillusione degli anni Sessanta e Settanta.

Quella sinistra politico culturale ,non solo italiana, osservava più le sovrastrutture che le strutture (detto in termini marxisti) e ha continuato sempre più a o pensare ciò che appariva piuttosto di ciò che è nascosto e fa apparire.

La dematerializzazione, la caosmosi, il semiocapitalismo, l'infosfera ,sono tipici concetti che si trovano nella sociologia degli ultimi decenni.

La problematica indicata dal link e riferita a un leader bolognese degli anni Settanta diciamo della controcultura alternativa ètroppo vasta per riuscire a tematizzarla brevemente.

La premessa è che l'operaismo della cultura di sinistra finisce negli anni Ottanta con le ristrutturazioni e riconversioni produttive e il mutamento del modello delle organizzazioni del lavoro.
L'operaio massa viene  disarticolato nel mutamento del processo produttivo(questa analisi manca nella sociologia da tavolino),
che viene segmentato, deterritorializzato, dematerializzato (ma questi sono effetti economico-produttivi, non sono le cause).

E' vero che la costruzione di ansie, fobie, si è moltiplicata a dismisura proporzionalmente alla enorme quantità di consumo di psicofarmaci (ci aggiungerei alcol e droghe).

Una problematica che infatti è discusso è il rapporto identità e dematerializzazione nell'infosfera..
La velocità del mutamento nell'ipermodernità disarticola i rapporti identità e paradigmi di coscienza, mancando i punti di riferimento,
 l'individuo vive con ansia il futuro e non ha tempo di radicare una sua identità.C'è chi ritiene che l'identità sia un bene che muti e chi no.
Quindi il suicidio di massa , lo stragismo, potrebbe essere l'effetto di problematiche mentali, nel momento in cui la coscienza non riesce a dare senso alle relazioni continuamente mutevoli della dematerializzazione dell'informazione, della valanga di dati.
E' come se mancasse la terra sotto i piedi.

Finito l'operaismo è finito il centralismo di classe che ideologicizzava lo scontro di classe ,perchè la precarizzazione ha tolto la solidarietà di classe presupposto fondamentale del conflitto di classe e relativa perdita identitaria.
Anche se già prima la classe operaia aveva smesso di essere identità di classe.
#1938
A cosa serve vivere? Ad amare.Una vita senza amore è una vita con moltitudini di immagini, belle e brutte,ma prive di essenza. L'amore non ha una ragione e parlar d'amore è inutile ,tanto meno insegnarlo.
L'amore che dura è anche fatica e dolore e non c'è una bilancia della giustizia, si invoca più la  dea bendata della fortuna, del destino dell'incontro.
L'amore trasforma e ci trasforma:c'è un tempo in cui è fisico e più inoltrato è spirituale.
La sua intrinseca bellezza è il capire l'altro senza parole. è il contatto che non ha più necessità di chiedere perchè conosce l'anima altrui E' la misura in cui l'uno  sa dell'altra, è la condivisione dell'attimo fino a diventarne un lungo destino. Non c'è un amore uguale all'altro ,come non ci sono persone perfettamente identiche.
Ma ciò che rimane dentro il cuore è incondivisibile, anche per due amanti eterni,Ognuno ne coglie il senso, e guardandosi a ritroso, cogliendo nella memoria antichi attimi, ci si accorge se si ama mettendo alla prova il sentimento.Se il seme è dato dal frutto e il frutto dal fiore, quando sfioriscono le rose rimangono essenze.Chi ha la fortuna di amare nel tempo ne coglie il profumo.
#1939
Non è nemmeno definibile terrorismo, c'è un salto di qualità da Al Qaeda a Isis.
Il primo è terrorismo, non ha territori occupati, le menti pensanti sono in luoghi segreti.
Quì abbiamo territori occupati, un esercito, pozzi petroliferi.L'unica cosa è che non sono riconosciuti
come Stati.Quando mai le Baader Meinhof, Action Directe , Brigate Rosse, avevano città o quartieri occupati.
Hezbollahaad esempio si muove in modo completamente diverso, persino la vecchia Al Fatha , Hamas avevano o hanno intenti e movenze diverse.Non ho una conoscenza così approfondita della cultura araba da poterne capire la genesi e la fenomenologia,ma so che bisogna iniziare dalla loro religione fino ai tempi nostri, ma sicuramente influì il colonialismo occidentale  dal momento in cui il progresso della macchina tecnologia richiedeva di essere pompato dal petrolio, divenendo da allora strategico il Medio Oriente, la giugulare del mondo.

E' divenuta ancor più strategica con la globalizzazione. Il blocco USA, URSS viveva su equilibri chiari, si sapevano gli Stati a loro affiliati con in cambio la protezione. Il protettorato colonialistico fu alla base del nascente anticapitalismo. Le ricche caste arabe intanto mandavano i loro rampolli nelle università occidentali e l'università de Il Cairo era il luogo di erudizione del Corano, di discussioni creazioni e affiliazioni dei futuri gruppi antisitema, a volte arabi contro arabi, a volte contro gli occidentali.

La globalizzazione ha spostato gli equilibri che erano più chiari e definiti.Ad esempio Tito e Gheddafi erano fuori dagli schemi USA URSS, era un terzo polo indipendentista(diciamo così).Non erano affiliati e garantivano nelle loro aree territoriali un equilibrio. Siè visto cosa è accaduto dopo la loro scomparsa.
Ora ci sono USA che sa di perdere l'egemonia mondiale, seppure l'abbia ancora, a scapito di nuovi assi mondiali,
il gruppo Europa,la nuova Russia, ma soprattutto la Cina.Tutte le istituzioni sovranazionali come ONU nata come assetto di equilibrio mondiale dopo la fine della seconda guerra mondiale con il patto di Yalta, sono saltate di fatto.Oggi si fanno trattati economici di standard, il Nafta americano, il tentativo rimandato fra USA ed Europa, l'Asean, sono accordi fondamentali, come quando vi era il WTO che organizzò con l'abbattimento della cortina di ferro, la globalizzazione del mercato liberistico.
L'attuale situazione non è per niente chiara, addirittura contraddittoria, come lo è stata nella ex Jugoslavia, come lo è  stato con Gheddafi. Come l'Europa ha strizzato l'occhio all'Ucraina si è mosso militarmente Putin,Come la Turchia che ha un ruolo molto ambigua ben prima di questa commedia del colpo di Stato,si sono mossi saggiando militarmente le forze aeree. La Siria è in guerriglia da almeno cinque anni e nessuno ne parlava, come l'area del corno d'Africa di Somalia ed Etiopia non è mai stata risolta.Sono punti strategici territoriali nelle linee logistiche dei passaggi di materie prime,Basta un dittatore un poco folkloristico per rimettere in discussione multinazionali che speculano sulle filiere dalle miniere al trafilato dei metalli per far saltare il mercato e alzare prezzi.
Adatto che non esitono mai scorte di materie prime,come quelle agricole, tali da sorreggere una domanda mondiale, basta una siccità, una dittatura, un colpo di Stato nel punto strategico che nemmeno cinesi, americani, russi ed europei riescono più a controllare gli effetti.
Il mondo oggi è molto meno deterrministico ed in preda alla psicosi degli equilibri instabili,che nessuno, è in grado di averne il controllo, Nessuno può essere contemporaneamente nei voleri degli USA, Europa,Russi e Cinesi e quest'ultimi hanno acquistato enormi territori in Africa per sostenere le loro fasi, e la loro è una strategia in sordina, non si vedono, ma ci sono. Quindi non è più chiaro, trasparente lo scacchiere mondiale, è tutto bloccato perchè come ha dimostrato Putin se uno muove una pedina arriva la risposta e non c'è un istituto mondiale di autorità superiore al volere degli Stati singoli, quindi si muovo in gruppo, ma attenzione non organizzato .Perchè ad esempio il Trattato europeo recita chiaramente che ogni Stato può scegliere la sua strategia estera, il commissario europeo che attualmente è italiana, può tentare ma non ordinare una strategia comune.Per cui  rimangono da una parte istituti obsoleti, nuovi trattati e vecchie ma fondamentali alleanze come la Nato.
Nello specifico la Turchia è nella Nato e vorrebbe entrare in Europa, da qualche anno sta alzando la cresta sull'egemonia dell'area mediterranea fino al libano e sul curdistan.Dai suoi confini orientali passa tutto il petrolio di contrabbando pompmato dai pozzi petroliferi dell'ISIS, e tutti l osanno,compreso Putin.
Putin appoggia da sempre Assad in Siria, gli USA da sempre lo vogliono destituire e finanziano i gruppi paramillitari di opposizione che guarda caso sono finiti anche all'ISIS.

Sappiamo che l gruppo religioso numericamente molto più forte è il sunnita fra i musulmani, di cui ISIS è parte.
L'unico stato fortmetne sciita guarda caso è il nemico numero uno USA: l'Iran.
Quindi gli USA si troverebbero nella paradossale situazione di doversi scegliere il nemico migliore.
Dove Khomeini soggiornò nell'esilio prima di ritornare come ayatollah e capo politico anchen dell'Iran? in Francia.
Nascono dubbi e considerazioni... Di come regni la disorganizzazione è il comportamento dei singoli stati occidentali se pagare i riscatti o far tagliare le teste.Italia paga, USA no

Il terrorismo ha un punto debole, la segretezza logistica dei gruppi dormienti che dovrebbero comunicare con il nucleo strategico pensante.E' possible quindi falsare comunicazioni se vengono individuate dalle intelligenze e agire con infiltrati per capire la struttura logistica strategica.
Il mio personale parere, di chi vede massmediaticamente e non può conoscere di più, quasi tutti gli attentait, chiamiamoli così, non sono gestiti da paramilitari addestrati, freddi, lucidi.
L'attentato in USA nel club gay rivendicato dal cosiddetto terroristica, era un fuori di testa senza alcun legame logistico,Che poi ISIS sia più che felice e santifica l'accaduto rivendicandolo è tutto a suo favore., come lo fu decenni fa la "moda" di dirottare aerei per farsi conoscere mediaticamente, come dire ci siamo anche noi.

Penso che se non ci fosse la tecnologia atomica della bomba che appartiene ormai a troppi stati,da tempo sarebbe scoppiata una terza guerra mondiale,non so su quale scala territoriale, ma sarebbe già operante.
L'alternativa è un "blocco" di equilibri, fra poteri economici a livello globale soprattutto nell'area del petrolio,dove nè Russia e nemmeno Cina permetterebbero un'invasione cone in Kuwait di decenni fa in maniera unilaterale da parte degli USA.Oggi si gioca su trattati di aree, ancora protettorati,ma dove ognuno non si fida dell'altro vista l'alta instabilità politica delle amministrazioni dirigenti soprattutto in  USA ed Europa,In USA è chiaro l'interventismo militare dei repubblicani e le trattative  invece dei democratici. Ora una nuova tornata elettorale può ricombinare le posizioni politiche,strategie ed assetti diplomatici. Intanto ISIS può campare da questo stallo strategico
#1940
Tematiche Filosofiche / Re:Problema Irrazionalità
29 Luglio 2016, 14:31:31 PM
La razionalità appare con un ordine dentro la natura.
Come l'uomo ha una ragione e la leggibilità quindi del mondo naturale e prima ancora che formuli un procedimento logico si accorge che è possibili e dividere la natura in categorie, classificare, costruire tassonomie in cui esiste un principio ordinativo.
L'ordine è accorgersi che,ad esempio  una pianta che esiste e muore e da cui rinasce un seme ha sempre attributi uguali o simili, così il moto lunare, del sole, le stagioni. il piccolo e il grande.
Se noi potessimo immedesimarci nell'antico che osserva e cerca di capire prima di una logica ci accorgeremmo che proposizionalmente
 il primo isitiuto logico non potrebbe che essere il sillogismo che già gli orientali conoscevano prima dei greci come dimostrano i viaggi di Democrito (quello dell'atomos).
Se osservo che una pianta ha  delle caratteristiche, mi aspetto che da questo seme nasca una pianta con medesime caratteristiche.
Il SE.... ALLORA , ,l'if...then informatico, è la prima condizione logica che ammette una premessa implicita di un ordine il cui primitivo è l'osservazione umana della tautologia e su cui posso costruire assiomi affinchè tutto ciò che la logica possa comprendere nei limiti di quegli assiomi sia coerente e completo(sempre su quegli assiomi costruiti).

Così' ho costruito un dominio.
Il numero aureo e numero di Fibonacci sono antichissimi, ben prima ad esempio delle postulazioni matematico-geometriche di Euclide e dei greci. La scuola pitagorica  fa vivere il numero fra il dominio divino e quello della natura, per questo è una scuola ermetica e quindi segreta.
#1941
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
27 Luglio 2016, 18:22:03 PM
Caro Jean,
i dettagli mi hanno portato ali minimalismo.
Penso che un grande scrittore debba avere le qualità del grande pittore.
Ci sono pittori che inseriscono nei dettagli i simboli, e nel dipinto il paesaggio, l'ambientazione, i protagonisti.
Intendo dire che c'è in un romanzo, ma direi anche nella musica dove il tema dominante lascia degli spiragli dove improvvisamente, cambiano ritmi, strumentazione, ma sempre dentro il tema. una modalità in cui lì'autore prende per mano e ci porta a leggere ciò che è sua intenzione mettere in risalto.E' filosofico il concetto, c'è un tutto e ci sono i particolari, dove la bravura dell'artista è costruire assonanze e dissonanze fra il particolare e il "generale"
Oppure il focus è veramente nel minimalismo, ma il significato è la perdita del quadro generale di riferimento.
Insomma, si può volutamente sfocare il quadro generale ed esaltare il particolare, oppure il contrario, oppure in assonanza armonica il generale e il particolare, o in dissonanza per mettere in risalto il contrasto.
Non ti sembra che per certi versi corrispondano alle correnti artistiche e filosofiche, quindi culturali?
Il dove pongo lo sguardo è il focus che esalto tralasciando, separando evidenziando.

Sembra che il romanzo occidentale abbia avuto una grande spinta proprio dal logos greco, dalla separazione
dell'astratto e dal mondo.Qualunque oggetto prelevato da uno dei domini nel momento in cui lo trascendo nell'altro dominio lo significo.Ecco perchè il diavolo è spudorata esaltazione, Dio è il nascosto disegno dell'imperscrutabile.
Ogni cosa ci parla simbolicamente fra i domini e sai bene che della psiche è proprio il simbolo il significante per antonomasia.
#1942
Phil,
avevo già scritto che l'uomo, a mio modesto parere, rappresenta il termine medio fra concreto ed astratto.
Immagina con un braccio di relazionarti alla fisicità, con l'altro braccio all'astrazione, la nostra coscienza è la loro sintesi che relaziona i due domini.Ogni Sola conoscenza di un solo dominio è contraddittorio il termine medio l'uomo tiene in equilibrio i sistemi se sa portare il concreto nell'astratto e viceversa.Se parlo di Dio e non lo colloco nel mondo della fisictà, ignoro il mondo e la funzione che esista la natura e viceversa.Questo può servire a non illudersi, a discutere, riflettere di metafisica ma sempre con i piedi per terra. Questo è un mio parere.
Perchè penso che il mondo debba relazionare con Dio e Dio con il mondo naturale se esiste un solo ordine che relaziona il tutto.Ma anche perchè sostengo che non possa essere negata la nostra esistenza nel mondo come esperienza per coglierne i significati.
E 'come dire che ogni animale dal batterio alla balenottera deve avere un compito dentro l'equilibrio ecologico,
per cui ogni animale o vegetale ha un significato in relazione al sistema.

Temo invece, e sono d'accordo con Donquixote, che se il procione utilizza tutto il suo istinto, nel momento in cui l'uomo smette di problematizzare e semplifica il suo limite conoscitivo,costruisce aberrazioni giustificative soprattutto di se stesso.Smette il suo ruolo di collegamento,di relazione, si congela mortificando se stesso e costruisce la cultura della banalità ,della superficialità. Esaltando il suo limite esalta una cultura parziale, dimentica,obnubilando  quell'ordine.

La semplicità, non è superficialità e banalità, allorchè è la sintesi conoscitiva della coscienza che si muove nei domini della conoscenza. La semplicità è un dono se è il sedime, il decantato nell'essenza dell'essere; non un ebete sguardo che è privo di orizzonte e riferimento. Il rischio è la beatificazione dell'ignoranza .

Non e immanente il nostro mondo, il rischio è fossilizzarci sull'appartenenza ad un solo dominio.
Penso che noi abbiamo bisogno di conoscere  più domini, ne necessita la maturità della nostra coscienza.Ogni dominio tempera l'altro.Non bisogna essere troppo...... c'è sempre bisogno di un equilibrio, di un'armonia.


E difficile trovare le parole, ma ci provo.
L'equilibrio è trascendere il dentro e il fuori, l'interiorità e l'esteriorità, ecco perchè noi dobbiamo temprarci in più domini, perchè ci servono all'autocoscienza, a non ingannarci. L'equilibrio è emotivo, spirituale psichico, è induzione,istinto e deduzione.Il sapere utilizzare gli strumenti conosciti e fermarci a riflettere se noi sentiamo un miglior equilibrio è una dote che dovremmo rimparare. Dobbiamo saperci ascoltare, riflettere di più.
Se capiamo noi stessi comprendiamo di più sicuramente degli altri e del mondo.

Se limiti la domanda ,cerchi altrove la risposta.Se non ci si relaziona all'ordine originario, ci estraniamo, perdiamo identità , diventiamo altro, privi di umanità.

Io non so se lo scienziato è meglio del poeta, forse dovremmo dire che entrambi sono umani e ognuno segue un suo talento, una sua passione, per chi ha la fortuna di compierlo anche come professione.
Ma io so, parlo per me, che sia il poeta che lo scienziato mi parlano del mondo, trascendono in modo diverso, utilizzano linguaggi diversi, io devo saperli categorizzare dentro quell'ordine originario e allora mi appare il loro significato,ma sono io che devo unirli e relazionarli a quell'origine e se riesco trovo un'unità di senso coerente.

Mi sembra ovvio che non credi ad un ordine originario, ad una immanenza eterna e ti fidi solo di ciò che vedi e ti offrono le scienze. Io sono oltre, comprendendo il dominio delle scienze Seguo i diversi domini, le diverse scienze, la psiche, lo spirito. Personalmente mi ha arricchito e credo migliorato nel tempo .Tu temi quel passo, temi di trovare l'inganno, ma attento a non autoingannarti per non fare il passo  ma sta solo a te alzare il velo.

Sì io credo che la morte non sia il nulla, tutto torna alla fine.Torniamo all'origine con il bagaglio della nostra esperienza fatta di signifciazioni. E' l'essere che conta, non l'avere.

E' vero siamo off-topic e ringrazio chiedendo scusa alla pazienza dei moderatori.
Ringrazio anche te Phil per il dialogo
#1943
Phil, 
come fa a non essere immanente,
Se è un ordine di cui parliamo è un primitivo, è fondativo è un postulato su cui si impiantano altre teorie.
Non è che se il risultato di un'equazione non mi funziona io cambio i postulati della matematica affinchè l'equazione adesso funzioni (anche se in fondo lo hanno fatto).
E' di dominio logico prima di tutto, vale a dire se il ragionamento funziona.
Dato una premessa in cui esiste un ordine, immanente ed eterno, dato un divenire in cui si presentano fenomeni ,eventi. cose e noi stessi, 
se riusciamo a leggerlo e codificarlo in logica matematica, in formule, equazioni, per quanto non siano "eterne" in quanto la conoscenza non è esaurita e quindi l'attuale conoscenza è "precaria" per nuove possibili conoscenze,
se le scienze acquisiscono nuovi dati e riformulano teorie
si presume che esiste un ordine e una leggibilità del soggetto umano.

Se la scienza si muove epistemologicamente, ovvero cerca logicamente una verità iniziando dai dati osservati e quindi induttivamente che significa che il movimento del conoscere va dai particolari, dalle frammentazioni ai principi universali, che sono le leggi fondamentali soprattutto fisiche(questo è il punto di arrivo e quindi il limite), e quì si ferma il ruolo della scienza in quanto dimostra solo ciò che è visibile, osservabile, determinabile sperimentalmente, manca tuta la parte deduttiva del movimento inverso, vale a dire dall'ordine al particolare, in cui anche ma direi soprattutto il soggetto umano si fa storia, nel senso che nasce vive e muore in questo divenire. e adatto che questo soggetto conoscitivo ha yna coscienza ( lo diamo per certo o vogliamo rimetterlo in gioco?),che ha raccolto le verità empiriche, ma si chiede il  senso del suo stesso ruolo dentro questo ordine e dello stesso ruolo di lettore, ovvero di decodificatore di quello stesso ordine(perchè ci è leggibile?)

Insomma quale il ruolo di un soggetto intelligente e con coscienza  che codifica e decodifica i messaggi del mondo, QUALE è LA RELAZIONE FRA NOI E L'ORDINE IMMANENTE ED ETERNO ,se ci ha concesso la possibilità di leggerlo (con tutta la difficoltà ed approssimazione che noi umani abbiamo).

E' un problema logico, è un problema esistenziale, è un problema metafisico, fisico,
ma cosa ci stiamo a fare quì a penare e gioire se non siamo solo natura come gli altri esseri animali e vegetali,se c'è un ordine immanente ed eterno noi eravamo già in origine e quindi la morte fisica nel divenire diventa contraddittoria rispetto ad immanenza eterna,
Stò esaurendo le mie modeste capacità comunicative
#1944
La distinzione, come accenni anche tu nella parentesi, è fra capire e comprendere, non fra comprendere e condividere. Provo stavolta a fare io un esempio sperando possa essere utile: vi sono un sacco di persone che hanno paura di volare, anche se sanno capire perfettamente che l'aereo rimane il mezzo di trasporto nettamente più sicuro di tutti gli altri; ma finchè non lo "comprendono", ovvero finchè questa idea rimane al livello superficiale, razionale, e non diventa una "loro" idea, ovvero non la comprendono (prendono con sé) quindi la condividono come se fosse stata generata da loro stessi la loro paura non passerà mai. Finchè una qualunque verità rimarrà solo al livello "razionale" si potrà dire di averla "capita", non compresa. La fede non è ovviamente né condivisione né comprensione, ma acritica adesione (che non esclude affatto di portare ad una comprensione e quindi ad una condivisione, anzi ne è il presupposto necessario)

E' estrapolato dal post di Donquixote.

Esprime per me qualcosa di fondamentale, che compresi  negli anni Settanta, quando ero impegnato socialmente e politicamente.
Vedevo il riflusso  dal sociale al personale fino al futuro egoismo del rampantismo che verrà negli Ottanta.
Quindi già laicamente e non solo spiritualmente 'c'è sempre stato quello che Giorgio Gaber diceva in quel periodo
"... se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione"

La  generazione degli anni Sessanta ha aperso perchè non ci ha creduto in quello che faceva e pensava di credere
Quei giovani diventeranno vent'anni dopo classe dirigente, dentro le banche, nella politica, insegnanti nelle scuole.
Dov'è quello che credevano.Se potessi mangiare un'idea signifca assimilare un concetto dentro l'autocoscienza e non atteggiarsi intellettualisticamente. un conto è l'esteriorità e un conto è l'interiorità
#1945
Adesso attingo altri due termini, da te caro jean prendo il pensiero e da Phil "'l'anelito"

Dimmi Jean c'è una definizione scientifica del pensiero?E' forse un elemento della tavola periodica, un numero primo, un prione, o cosa? Eppure l'indimostrabile dimostra tutto.
Phil anelito è sinonimo di aspirarazione, e arrivano strani altri termini simili spirito, anima, il soffio vitale.
E' strano come chi conosce come quanto sia un focus la respirazione nella cultura orientale ad un certo punto passa a quella occidentale.
Il trascendere è spostare da un dominio all'altro attraverso la coscienza che si muove come un respiro, si contrae e si espande, analisi e sintesi, concreto ed astratto, corpo e anima, materia e spirito.
L'artista, il poeta anela attraverso l'atto della creazione del pensiero con una tecnica di scrittura, pittura, scultura,ecc.e trascende inevitabilmente perchè trasporta, trasferisce con il suo atto un'interpretazione del pensiero.
L'immanenza dell'ordine è per forza eterno (Severino lo esprime con il principio logico di identità) e non ha necessità di trascendere(che è sua antitesi), sono gli ordini inferiori che si riferiscono a lui, l'uomo è l'unico in grado attraverso il trascendere di relazionare i diversi domini con una unità di senso.L'uomo è per me l'operatore "medio" che si pone come atto contraddittorio di far vivere gli enti, di svelarli. fra concreto ed astratto, fra l'in-sè e il per-sè.Quando si chiude nel per-sè l'uomo si chiude nel suo ego e non riesce a maturare la possibilità di far trascendere gli enti di svelarli nel concetto con il trascendere attraverso i domini. Ogni cosa rivela una verità solo se viene trascesa, E' come se metaforicamente noi vedessimo sempre le due facce della Luna e non solo quella che ci è accsssibile alla vista. Se noi ci fermiamo al dato empirico ,al dato scientifico noi vedremo sempre sola una parziale verità ,quindi il verosimile, ma la coscienza ci chiederà in quanto eco originario di quell'ordine immanente di svelare gli enti, di continuare aonoscere ,ma soprattuo di trovare un senso, di superare le contraddizioni.

Se ogni vita ha un senso, il ciclo del tempo del conoscere della scienza non corrisponde al ciclo di vita dell'uomo, ecco perchè ogni esistenza richiede le significazioni oltre l'empirico, oltre l'induttivo.
#1946
Ci sono due concetti che mi interesserebbe sviluppare, il trascendere e il "non si sa ancora".
L'empirismo Sgiombo, personalmente lo ritengo fondamentale nel mio personale procedimento di conoscere.
E' quella sicurezza per cui uscendo dalla porta di casa mi trovo sempre la tormba delle scale a destra e non devo lanciare una monetina ogni mattina per sapere dove si sarebbe spostata.
Le scienze sono oltremodo importanti ci danno una lettura del mondo che per molti versi funziona,: è quell' antico empirismo applicato in un metodo che permette di misurare un fenomeno e se mi permettere un ordine in quanto quel fenomeno è reiterato temporalmente.
ma attenzione il termine trascendente non è solo dentro il dominio spirituale è all'interno della fenomenologia di Husserl perchè implica che un essere intelligente legga e interpreti un fenomeno linguisticamente, descrivendolo; quindi implica una coscienza.
Nel momento in cui io descrivo un fenomeno con parole o con una formula matematica io lo trascendo dal mondo.
Quindi già la scienza trascende in una formulazione teorica poichè sposta da una supposta oggettività deterministica ad una interpretazione di quel gruppo di eventi, fenomeni.

Il non si sa ancora o l'inutile disquisire di ciò che non è intelleggible fenomenicamente, mi sta bene come onestà dentro il dominio del linguaggio induttivo scientifico,Quindi lo scienziato onesto fa bene a dividere osservazione scientifica ed ventual sua interpretazione, dovrebbero farlo anche i giornalisti delle cronache,
Ma ribadisco Phil o siamo comatosi o fingiamo di esserlo, non siamo un lab spedito su Marte che fa analisi e li comunica alla Nasa, noi osserveremmo il pianeta e cominceremmo a porci domande dalla nostra coscienza che quel lab che fa ciò che gli è stato ordinato e basta, manco si chiede.
Quì non si tratta di difendere "disegni intelligenti" o il riduzionismo scientifico di certa parte che nega che vi sia una coscienza. Quì si tratta semplicemente di stabilire che se l'uomo oltre natura è cultura da sempre trascende la natura, compresa la scienza stessa nel momento in cui la sua sintesi si traduce in teorie, ovvero modelli e rappresentazioni
#1947
Tematiche Filosofiche / Re:Sull'Onesta Intellettuale
24 Luglio 2016, 12:19:34 PM
Sono tutti e tre i punti da te toccati.
Il rapporto di onestà è fra la propria conoscenza e la propria umanità, è il rapporto fra conoscenza e coscienza che apre sempre ad un contraddittorio, perchè la conoscenza non basta mai.ma l'atto di onestà intellettuale è un atto di apertura al dialogo perchè toglie il pregiudizio, l'apriorismo che noi siamo o diciamo la verità.
Dobbiamo condviderla, conviverla, saperci ascoltare per migliorare. E' il sano metodo per comunicare fra noi.
Ed è la fondamentale esperienza di far tesoro delle altrui esperienze.
#1948
...potrei essere più duro Sgiombo.
Mi limito a dire che compito della medicina è indagare il corpo umano, ma non solo, per guarire pazienti umani.
Oggi quando ci troviamo di fronte ad un medico non sappiamo più se sta pensando al suo tornaconto economico o alla salute del paziente.Non è solo un problema dei medici, ma non è giustificativo il mal comune mezzo gaudio.
Tutte queste mode, tutti questi affari in cui è implicato anche lo Stato istituzionale che dovrebbe insegnarci il rispetto della dignità e l'onestà della competenza e professione nel suo esercizio. ha fatto sì che oggi il comune cittadino invece di essere orientato è disorientato.
Finisco dicendo che gìa parecchi anni fa fecero delle statistiche fra coloro che avevano scelto la facoltà di medicina.
Ne emergeva che all'inizio vi era passione e desiderio di fare qualcosa, di guarire le persone, il prossimo.
Alla fine del percorso universitario le scelte si capovolgevano, si sceglievano specializzazioni remunerative.
Il fare soldi diviene più importante del far del bene.
C'è da ringraziare anche il sistema scolastico che ritine la formazione della persona e della conoscenza funzionale al mercato dei cervelli, ribadendo il concetto che siamo polli d'allevamento in batteria, laddove la nostra funzione è essere produttivi allo scopo economico e non di una civiltà.
E io dovrei avere fiducia?.......
#1949
La medicina è ideologica Sgiombo, perchè le scienze sono manovrate da interessi delle industrie del farmaco,
dalla spesa sanitaria nazionale, dalle corporazioni mediche.Non c'è scienza "neutrale" all'interesse economico e la spesa sanitaria nell'economia è fra le prime in assoluto, basterebbe vedere il giro d'affari di un ospedale dal vettovagliamento alla strumentistica agli operatori sanitari e se aggiungiamo le pompe funebri......è tutto un affare.

Più si creano, martellando le menti dalle pagine giornalistiche alla moda persone ipocondriache che vanno da diete vegane a immaginari sintomi di malattia e più si espandono i giri di affari di consulti medici (i più inutili e fuorvianti), di palestrati igienisti, della sindrome di Peter Pan.
La medicina sta assecondando il ricnglionimento di massa e i servizi sanitari stringono i cordoni della spesa allungando i tempi di attesa di analisi o alzando i ticket sanitari ,così da rendere competitive cliniche private che stanno nascendo come mutue alternative sanitarie ,così come fiorirono le pensioni alternative dei fondi comuni.
Ribadisco la vita umana è un affare dal pannolino alla bara.
Più si allunga la vita è più girano soldi per quella vita allungata anche perchè aumentano i gerontocomi e badanti, aumentano le malattie croniche delle età avanzate.
Finito il tempo culturale  in cui lo Stato si faceva carico del sistema sanitario nazionale, passato alle regioni e divenuto insieme alla gestione dei rifiuti le due tematiche in cui giunte regionali sono state inquisite, vuoi per protesi sballate, vuoi per conti di ospedali gonfiati dai soliti appalti,ecc.
Oggi impera il mercato e il mercato asseconda le fobie modaiole e le sindromi ipocondriache.
E leggo di stupidate che vengono passate per scientifiche.
Quando qualche anno fa fu introdotta la normativa HACCP sui contaminanti, si rischiò di togliere dal mercato tutti i prodotti tipici italiani a partire dal lardo di Colonnata. Sono dei deficienti.
In pochi decenni siamo passati dal meglio un giorno da leoni che una vita da coglioni, si muore giovani con sesso ,droga e rock'n roll ad una vita senza sapori, comatosi ma in apparenza cognitivi.
Da una parte che la gente si svegli, oppure sarà totalmente in preda da convenzioni dettate da mode ,interessi commerciali, scienziati pagati da multinazionali che si presentano come autorità scientifiche.
La medicina è malata..Chi ha preso un testo sulla storia della medicina sa che questa è indotta culturalmente ad agire secondo il dominio del potere culturale del tempo.
Non è questione di quantità, anche una persona in coma vegetativo è legalmente viva: e io comincio a vedere sembianze umane che assomigliano a zombi.
#1950
davintro,

La mia posizione è fra induzione e deduzione, fra materia e spirito, fra fisica e metafisica.
Riconosco un ordine ne interpreto delle regole,scientifiche, spirituali, etiche.
Sì, l'etica è la tensione nella finitezza della propria esistenza verso quel principio ordinativo.
E so anche che vivo come autocoscienza i momenti contraddittori che mi si propongono nella mia esistenza.
Ma sono necessari, perchè non conosco la verità assoluta, mi si svela solo l'ordine regolativo .
Se fossi proiettato troppo sull'ordine sarei dimentico dell'esperienza frammentata della vita.Se fossi proiettato troppo sulla quotidianità sarei dimentico di quell'ordine che fa da riferimento e dà senso alla mia autocoscienza.
Forse Hegel avrebbe detto che il momento astratto è un in-sè e il momento materiale del concreto  è-per-sè.
Io penso che l'uomo debba vivere questa contraddizione dei due momenti e trovarne significazioni nell'autocoscienza. Penso che questa in sintesi è il compito della vita, della nostra esistenza, ovvero cosa abbiamo capito alla fine della nostra vita., perchè è la modalità che costruisce quella tensione etica. verso la verità.