Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Kobayashi

#196
Citazione di: Jean il 07 Agosto 2021, 12:36:44 PM
...tuttavia se vuoi sederti in un ristorante al coperto (sarà mica sempre bello, eh...) o andare a teatro/cinema/viaggiare... addirittura lavorare, pensa te, un giorno qualcuno ti chiederà... cosa ne pensi (nel senso mostra o non entri...) del green-pass... così volente o dolente, il tuo o l'altrui pensiero monomaniacale ti costringerà a rispondere, con ciò partecipando alle gioie (poche) e dolori (tanti) di questo mondo.

Ovvero, uscirei da una condizione di innocenza e protezione e inizierei a fare conoscenza della dura realtà a causa del green pass?
Una battuta del genere la prende come l'ennesimo sintomo dell'ossessione covid.
Del resto se si passa un anno e mezzo a occuparsi della stessa cosa...

Io avendo avuto la "fortuna" di essermi trovare un po' di volte in situazioni in cui la probabilità di rimanerci secco era infinitamente superiore al rischio di un vaccino, la paura dello stesso mi appare nella sua desolante chiarezza.
Si tratta di un fenomeno legato ad una specie di infantilismo psicologico, o attinente una religiosità deviata, o il prodotto di un atteggiamento politico basato sulla paranoia.
Infantilismo psicologico: generazioni di occidentali che non hanno mai visto da vicino una guerra,  pensano che si possa vivere azzerando il rischio di morte (la sicurezza è un'illusione, ma è la più profonda in questo periodo storico).
Religiosità deviata: si pensa ad un farmaco come ad una sostanza che andrebbe a contaminare la propria purezza, come se esistesse una purezza del sistema immunitario o in generale del corpo (vi consiglio di guardate un cuore in movimento: una specie di medusa che cerca di andare avanti, un colpo dopo l'altro, un colpo diverso dall'altro, altro che perfezione, altro che geometria della materia vivente). Esattamente come nelle religioni tradizionali in cui magari ci si nutre del vitello ma non del maiale perché ciò significherebbe scadere in ciò che è impuro. Siamo allo stesso livello.
Atteggiamento politico basato sulla paranoia: come sempre ci si scanna su cose completamente irrilevanti. Dopo la stagione dei diritti civili "fondamentali" tipo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ecco la grande rivolta contro il green pass... per la gioia dei capitalisti di tutto il mondo che in tanto magari spendono miliardi per fare un giro nello spazio mentre i propri dipendenti arrancano...
#197
Citazione di: tiziano gorini il 07 Agosto 2021, 17:04:07 PM
Perdonatemi, ma non voglio resistere al desiderio dell'autocitazione.
Io sono stato sino al 1° settembre 2020 (quando sono andato in pensione) un docente di Lingua e letteratura italiana e Storia nella scuola superiore; ho iniziato ad insegnare, ovviamente da giovane precario, nel 1979 (intermezzo comico: nel 1985 vinsi il concorso,  reintrodotto, dopo anni di immissione in ruolo ope legis, da una legge che fu dichiarata dal governo di allora in grado finalmente di eliminare il precariato, ora siamo nel 2021 e la scuola italiana è il regno del precariato...).
Ho dunque assistito al naufragio della scuola statale italiana ( ma il problema è lo stesso in quasi tutti i sistemi formativi statali degli stati industrializzati),  perennemente sconfitto nai miei tentativi di innovare la didattica (ma anche non fossi stato sconfitto non sarebbe cambiato nulla, perché non sono certo le iniziative di qualche docente che possono cambiare lo stato di degrado attuale). Ovviamente qui sono costretto a semplificare, perché l'analisi della crisi del sistema scolastico statale universale è molto complessa, ma il fatto è che sono giunto alla conclusione che la cosa migliore da fare sarebbe smantellarlo, attuare quella descolarizzazione che fu proposta da Ivan Illich negli anni '70. Non accadrà, per diversi motivi, il principale dei quali è che la scuola è un formidabile strumento di controllo sociale, una fabbrica di ignoranti neocinici (o dovrei dire - evitando di usare questa categoria elaborata da Sloterdijk in "Critica della ragion cinica" - utili idioti?) impazienti di diventare "capitale umano". Ed ecco quindi l'autocitazione:  alle soglie della pensione, ormai incattivito dalla mia esperienza professionale e pietosamente contemplante i volti rassegnati e infelici dei miei alunni, scrissi la mia personale resa dei conti con la scuola, convinto che dovesse essere abolita; dunque nel 2019 fu pubblicato da Armando Edizioni il mio libro "Il professore riluttante", che è da un lato la storia del mio rapporto con la scuola (con qualche episodio esemplare, ma anche divertente) nella prospettiva sconfortante: "volevo cambiare la scuola, la scuola ha cambiato me (in peggio), dall'altro lato una riflessione politica, pedagogica e didattica (e riporto anche un'intervista ad un ragazzo che la scuola non la frequente, pratica la cosiddetta homeschooling, ed è felicissimo di non frequentarla: il miglior esempio che un'altra scuola è possibile)


Ps. se a qualcuno interessasse leggerlo lo trova in libreria, il prezzo è abbastanza contenuto, 3 o 4 biblioteche pubbliche - Torino ad esempio - ce l'hanno, comunque credo che ormai si possa scaricare dalla rete.


E non puoi dire in sintesi qual'è la tua tesi sulla scuola italiana?
Per scoprirlo non c'è altra via che procurarci e leggere il tuo libro?
#198

Breve intermezzo.

Sul tema covid sono stati scritti, nei vari topic dedicati ad esso, più di 500 post.
Domanda: veramente sentite ancora l'urgenza di parlarne? Avete ancora qualcosa da dire? Qualcosa da confutare, puntualizzare, qualcosa su cui polemizzare?
Veramente non sentite il bisogno di concentrarvi su altro?
Lo sapete, vero, che il pensiero ossessivo e monomaniacale non porta da nessuna parte?

Bene. Riprendete pure.
Fine dell'intermezzo.
#199
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
05 Agosto 2021, 11:00:38 AM
Citazione di: Ipazia il 04 Agosto 2021, 22:08:30 PM
Più confacente alla visione di Paul11 sulla comunità è forse questo recentissimo video di Diego Fusaro. Pieno di contenuti, con qualche angolo grigio che il bravo Fusaro riesce ad evitare forte della sua cultura e visione totale della società. Argomento che meriterebbe una discussione dedicata.

Mi sembra un discorso abbastanza ipocrita quello di Fusaro. Sì certo, filosoficamente ineccepibile...
Mette insieme una corretta sintesi di fenomeni economici e sociali con un discorso teoretico su identità e differenza che si dimentica, guarda un po', di sottolineare che la relazione tra persone non significa solo dialogo sulle rispettive culture ma anche cura, e quindi assunzione di responsabilità nelle cose da fare affinché l'altro sia libero di manifestarsi per quello che è. Cioè la rinuncia, se ciò è necessario, di qualcosa di se'. Che è doloroso, ovviamente, soprattutto per le persone del nostro tempo che non intendono mollare nulla. Ma senza la consapevolezza di questa possibilità non si va da nessuna parte.

Ma probabilmente l'interesse di Fusaro è quello di valorizzare il concetto di confine in modo da offrire materiale filosofico agli ossessionati dalla questione dell'immigrazione...
#200
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
04 Agosto 2021, 17:24:30 PM
Su alcuni punti dell'elenco proposto da paul:

2) la mancanza di un pensiero totale non è, secondo me, un sintomo del nichilismo, piuttosto direi che la sua impossibilità (indipendentemente dalle scelte soggettive dei singoli pensatori) è la causa del disorientamento che possiamo definire come nichilismo.
Questo disorientamento si esprime bene nel non saper rispondere alla domanda: a che serve l'uomo?
Manca cioè un fine.
I riferimenti della tradizione (Dio, anima, redenzione, progresso etc.) si sono indeboliti e non possono più servire a dirci quale sia il fine dell'uomo.

3) società del narcisismo: mancando un fine, si ricade nelle ristrettezze del proprio microscopico ambiente, ridotto in alcuni casi ai limiti del proprio corpo.
Va notato che la filosofia ha spesso descritto l'inizio della propria pratica come distacco, come anticipazione della morte nel senso di un movimento di allontanamento da ciò in cui siamo immersi (i nostri desideri, le nostre attività, i nostri impegni, etc.) in modo da avere uno sguardo d'insieme, un ricongiungersi alla propria vita in quanto fatta di indefinite possibilità, e non inchiodati ad una sola di esse. Il valore positivo della trascendenza, insomma, nel senso di un elevarsi al di sopra di ciò che ci circonda nell'immediato.
Dunque la pratica filosofica potrebbe essere vista come una terapia a questa deriva culturale.

5) la comunità: in essa c'è sempre qualcosa di distruttivo e se i singoli non ne sono consapevoli e non sanno tenere a bada queste forze, è meglio l'isolamento. Persino gli scimpanzé possono scegliere di fare vita solitaria quando la presenza di un maschio dominante troppo aggressivo rende la loro situazione troppo stressante.
La sua decadenza, oltre a essere stato l'obiettivo di un progetto politico specifico che ha avuto successo, rimanda più che al nichilismo, al semplice calcolo costo-benefici di ciascuno.

1) la questione della morale: ci sono sempre dei valori, magari impliciti, alla base delle scelte delle persone. Ma questi valori, per quanto arbitrari, per essere sentiti veri si devono basare su un'ontologia. L'ontologia implicita del nostro tempo è quella offerta dal materialismo: esistono solo le cose materiali e la tecnica ci permette una manipolazione di esse. L'obiettivo della manipolazione è ottenere un aumento di se'. Da qui la maggior parte dei comportamenti del nostro tempo.
Sul fatto che non si possa costruire un'ontologia alternativa, che l'uomo non determina la concezione dell'essere del proprio tempo, io sono d'accordo con Heidegger. Il pensiero può iniziare a "scovare" qualcosa di diverso, ma non può fondare alcunché.
#201
Tematiche Culturali e Sociali / Il sogno cinese
01 Agosto 2021, 10:38:22 AM
Veramente molto interessante.
Però prima di giudicare la Cina con l'ossessione della difesa dei diritti umani, non dobbiamo dimenticare che cosa è stata (per le popolazioni dominate) l'egemonia europea prima e quella anglo-americana poi.

La difesa dei diritti civili separata dalle questioni fondamentali economico-sociali perde di consistenza, questo è il problema. Diventa, agli occhi delle popolazioni meno privilegiate, lo strumento attraverso cui l'ordine del mondo attuale guidato dagli Usa cerca di contrastare l'ascesa della Cina e garantire libertà innanzitutto alle proprie grandi aziende, al proprio capitalismo.

Certo che quell'esperimento di controllo sociale digitale con assegnazione di un punteggio in base a come ciascuno si comporta nella vita privata e pubblica è impressionante...

Ma mi chiedo se sia veramente necessario.
Avere il 5% della popolazione che critica il governo sui social è veramente un problema?
Che cosa potrebbe produrre tale critica?
Sarà che noi in Occidente abbiamo già elaborato la fine della vita politica dei cittadini, e quindi assistiamo a critiche feroci quotidiane che non impediscono alla classe dirigente di auto-selezionarsi e proporsi allo spettacolo delle elezioni senza il minimo pudore...
#202
Citazione di: Alexander il 31 Luglio 2021, 14:15:47 PM
Persino i nostri desideri sono contraddittori: vogliamo e non vogliamo allo stesso tempo. vogliamo libertà e sicurezza allo stesso tempo. Vogliamo pancia piena per tutti (a parole) ma non vogliamo poi vedere quelli che ce l'hanno vuota.
Non mi sembra che ci sia contraddizione: semplicemente le persone (soprattutto occidentali) vogliono tutto.
#203
Citazione di: paul11 il 31 Luglio 2021, 09:35:48 AM
Il primo problema è gnoseologico , è il metodo di conoscenza innata che ha l'uomo. Spostandosi totalmente nel ragionamento deduttivo-induttivo e viceversa, dimenticando la parte animica innata intuitiva che non estrinseca per ipotesi ,tesi, assiomi, postulati, enunciati.
A cosa ti riferisci? A nozioni come quelle fatte "partorire" da Socrate allo schiavo del Menone?
In questo caso non si potrebbe forse obiettare che si tratta di conoscenze astratte che ciascuno porta con se anche senza saperlo per il fatto di usare una lingua con la sua ontologia implicita (la grammatica)?

Sulla precedenza della conoscenza rispetto alla cosa conosciuta c'è poi la teoria della pre-comprensione di Heidegger, che però presuppone il rifiuto della distinzione (metafisica) tra un soggetto più o meno puro, trascendentale, e l'oggetto (pensato come qualcosa di obiettivo, come qualcosa la cui partecipazione all'essere si evince dalla sua presenza; quindi l'essere pensato come quel tratto comunissimo di tutto ciò che è reale e presente).

Del resto come si fa a non rifiutare tale distinzione quando i presupposti di essa (il soggetto puro e l'oggetto presente) sono una modalità specifica del rapporto con le cose che è necessario costruire e quindi il risultato di un'operazione storico-filosofica?

Citazione di: paul11 il 31 Luglio 2021, 09:35:48 AM
E sono ancora lì da sei  secoli da Cartesio e quasi tre secoli da Darwin a chiedersi se la mente esiste e il rapporto con il cervello. E' ovvio che la scienza per suo metodo sperimentale materico non troverà mai la soluzione se non muta i paradigmi del suo sistema conoscitivo.
Non sono sicuro che la scienza sia ossessionata dalla soluzione del problema del rapporto mente-cervello. I manuali di neuroscienze lo lasciano sullo sfondo e si concentrano sulla relazione tra anatomia-fisiologia del cervello e attività specifiche della coscienza.
La filosofia invece sì, ma dire anima-spirito-corpo significa rispondere?
#204
Tematiche Filosofiche / Re:CONTRO IL NICHILISMO
25 Luglio 2021, 16:20:08 PM
Citazione di: Ipazia il 25 Luglio 2021, 15:08:09 PM
I fondamenti dell'umanesimo non sono né arbitrari né dogmatici né favolistici, perché è la natura stessa - tertium datur - a porli a noi come dati oggettivi. Saggezza è accettarli per quello che sono (amor fati) e giocarceli, condividendoli, nel modo più armonico e razionale possibile.

Se fosse così non saremmo qui a parlare di nichilismo.
I fondamenti dell'umanesimo sono oggettivi e naturali ... per chi aderisce all'umanesimo.
No, qualsiasi fondamento può essere messo in discussione.
Questo ovviamente non significa che poi lo si voglia fare, o si abbia interesse a farlo. Ma lo si può fare. E questo è sufficiente.
E se non si capisce questo non si capisce nulla della crisi della filosofia contemporanea.

La saggezza può essere amor fati, in sistemi come quello stoico. Ma anche tante altre cose.
Non torno più sul tema della saggezza, ho ampiamente chiarito il mio punto di vista.
#205
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
25 Luglio 2021, 11:42:31 AM
@bobmax
La mia ricerca della saggezza è certamente legata alla verità nel senso che se mi esercito nella rinuncia di certi beni è perché ritengo che io sia più vero (più me stesso, più autentico) nell'indipendenza da essi.
Ma la cosa finisce qua. Non c'è nessuna Verità con la "v" maiuscola, nessuna dottrina, nessun fondamento universale a indicare il cammino della saggezza che vale per tutti.
Se sul tema della saggezza una certa comunità dovesse intendere raggiungere una posizione concorde, il percorso non potrebbe essere più quello della dimostrazione razionale di un nucleo dogmatico, perché sappiamo fin troppo bene che qualsiasi dimostrazione di questo tipo comporta l'assunzione di presupposti ineluttabilmente arbitrari.
Ma questo non esclude che si possa raggiungere comunque la concordia e scegliere alla fine un dogma (perché rimettere in discussione continuamente i "fondamenti" [non assoluti] può essere distruttivo per la comunità stessa). 
#206
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
25 Luglio 2021, 11:10:29 AM
@paul
In generale ritengo più convincente il pensiero secondo cui di eterno, nella vicenda umana, non vi sia nulla.
Ma siamo d'accordo sul disorientamento radicale di questi tempi.
Vorrei però chiarire perché ritengo che la questione della saggezza sia oggi un fatto, qualcosa che si pone da se, non una mia interpretazione.
Questa è la lettura:
- la metafisica assorbe la saggezza, ovvero da Platone in poi (per semplificare) non ci sono più saggi tradizionali perché è il metafisico stesso che è tale in quanto conoscitore delle verità ultime; la conoscenza delle verità ultime garantisce quella condizione interiore tipica del saggio; ma si potrebbe anche dire che la potenza della verità epistemica fa dimenticare la saggezza;
- nello stesso tempo ci sono però realtà che resistono a questo processo di assorbimento (almeno in parte): il monachesimo cristiano;
- la filosofia contemporanea, essendo nelle sue correnti maggioritarie una critica della metafisica, una decostruzione della metafisica, ha finito per rendere possibile la liberazione della saggezza dalla stretta delle verità ultime, che appunto non sono più sentite come tali dal pensiero contemporaneo e quindi non sono più capaci di garantire alcuna retroazione "spirituale" sul filosofo.
E questo processo, che lo si ritenga un errore mortale per l'Occidente o una liberazione, non cambia, è un fatto, è uno sviluppo della civiltà che ha portato con se certe conseguenze con cui bisogna comunque fare i conti.

Un esempio pratico: lo sviluppo di certi fenomeni, di certi esperimenti ai confini tra psicoanalisi e cultura umanistica, in cui non c'è terapia perché non c'è una psiche malata, ma in cui si esprime il bisogno di una direzione spirituale che la filosofia contemporanea (che sia praticata con lo studio di Heidegger, o Wittgenstein, o Sartre etc.) non sa minimamente offrire.


Dal mio punto di vista, certo influenzato da interessi per le pratiche spirituali, vale la pena approfondire questi temi, nonostante le difficoltà teoriche.
#207
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
24 Luglio 2021, 17:04:40 PM
@iano.
Da che cosa l'uomo dovrebbe salvarsi? Dal male, dalla sofferenza, dall'ingiustizia.
Nell'antichità, nel momento in cui fa irruzione la filosofia, abbagliati dalla potenza del logos, ci si convince che il bene della polis verrà dal discorso filosofico, dall'evidenza dei suoi ragionamenti. Non più dalla persona saggia, esperta.
In questo senso c'è, almeno nel filone metafisico, l'unione di episteme e saggezza: la verità filosofica porta al bene.
La scienza si è fatta carico della stessa promessa di redimere la realtà, trasformandola però, rendendola più sopportabile. E raggiungendo successi straordinari. Ma l'apparato tecnico-scientifico procede secondo una sua logica immanente che non ha come obiettivo finale rendere questo mondo un giardino per l'uomo. Quindi bisogna riconoscere – cosa, del resto, evidente – che non c'è saggezza nel suo procedere.
Ora la vicenda della metafisica, nel senso della fondazione di sistemi metafisici, al di là di tentativi personali legittimi ma culturalmente irrilevanti, si è chiusa.
Non è lo stesso per la saggezza.
Ecco spiegato il ritorno di interesse per una pratica filosofica che ha come obiettivo la saggezza, la quale appunto secondo questo ordine di idee non coincide più con la verità epistemica.
Si potrebbe anche dire che, sempre secondo questo ordine di idee, la fase gnostica del sapere occidentale è terminata (cioè la fase in cui la salvezza e l'illuminazione – e quindi la saggezza – venivano dalla comprensione della verità di una metafisica: la trasformazione del soggetto, il suo cambiamento, la sua conversione, dalla sola comprensione di una dottrina).
#208
Tematiche Filosofiche / CONTRO IL NICHILISMO
24 Luglio 2021, 13:28:06 PM
Il presupposto che non mi convince del post iniziale è il rapporto divenire-nichilismo.
Ci sono state filosofie nell'antichità che proprio a partire dall'evidenza del divenire ritenevano possibile l'esperienza del piacere puro di esistere, di passare attraverso l'essere. Quindi il divenire, l'evidenza della dissoluzione delle cose non significa annientamento del senso di ciò che è esistito.
Solo ciò che è eterno ha senso?

Il nichilismo, considerato come una fase della nostra civiltà, è meglio espresso secondo me dalla svalutazione del senso umano dell'apparato tecnico-scientifico.
Ma tale svalutazione è già implicita nella ricerca degli universali della metafisica: un universale in quanto tale deve escludere ogni particolarità, ogni aspetto personale, soggettivo etc.
Le leggi scientifiche esprimono questa perfetta universalità riducendo tutto a rapporti quantitativi.
La scienza ha insomma realizzato il sogno della metafisica.
Del resto la filosofia fin dal suo inizio è stata abbagliata dalla scienza (dalla geometria di Euclide).

Vale la pena sacrificare tutto ciò che è personale, soggettivo, quando tramite tale sacrificio si arriva a scelte condivise, in quanto riconosciute vere dalla razionalità comune, e apportatrici di miglioramenti generali.
La sottrazione di ciò che è particolare però è implacabile. Presto si finisce per dover ipotizzare fondamenti assoluti praticamente vuoti come il Dio garante dei filosofi. Garante di regole generali che nel mondo umano (non in ambito scientifico) sono sempre state imposte in realtà più dalla spada che dal consenso dei singoli.

Se il sacrificio del soggetto richiesto dal sapere epistemico non salva, allora bisogna accantonare la metafisica e rivolgersi al vero sapere epistemico, quello scientifico. Il quale promette la redenzione del mondo tramite una sua radicale trasformazione. Ma tale trasformazione solo in parte corrisponde ai desideri umani, perché il suo procedere è impersonale, proprio per la sua natura, per la sua struttura.

Così ora si sperimenta il sacrificio di se in quanto persone libere all'apparato tecnico-scientifico, oltre che agli altri apparati che controllano la realtà (l'apparato industriale-militare, l'apparato burocratico-amministrativo) e ne razionalizzano ogni aspetto.

E dunque eccoci nella condizione di un nichilismo radicale in quanto è del tutto chiaro che la realtà è organizzata nella più assoluta indipendenza rispetto al senso umano delle cose. L'impotenza della politica è uno dei sintomi più evidenti (impotenza anche solo nel pensare "che cosa fare?").

È la parabola occidentale di un sapere che ha identificato saggezza ed episteme. Ma il miglioramento dell'uomo, della sua anima, della sua spiritualità, che sarebbe dovuto venire dal sapere epistemico, metafisico prima, scientifico poi, non è arrivato, anzi...

Una strada possibile potrebbe essere quella quindi di ripensare in altro modo la saggezza.
#209
Citazione di: bobmax il 16 Luglio 2021, 20:47:36 PM
Il cambiamento avviene quando ci si innamora, veramente.
Quando cioè l'amore si manifesta in noi.
E' il tesoro nel campo, per il quale ogni altra cosa perde di significato.

Sì è vero, infatti nell'antichità prima ci si innamorava di un modo di vivere filosofico e poi si studiavano le sue dottrine. Cosa possibile ovviamente per l'esistenza di scuole o comunità filosofiche. In mancanza di esse resta la via opposta: lasciarsi entusiasmare da certi scritti e provare a incarnarli in un percorso, per forza, solitario.
Come è stato fatto da Montaigne e Nietzsche, per esempio.
#210
Citazione di: viator il 16 Luglio 2021, 17:41:20 PM
Salve kobayashi. Citandoti : "Non si capisce perché la ricerca della saggezza dovrebbe interessare l'elite greca ma non noi".Ennesimo conato di idealismo, il tuo.



Io invece credo di capirlo. Nell'antica Grecia e comunque a quei tempi non esistevano alternative che permettessero di scegliere al di fuori della "facoltà immateriale" (il lusso dipotersi dare a speculazioni prive di praticità)......................piuttosto che il DOVER darsi alla soddisfazione dei bisogni, della materialità,della sopravvivenza.

La cosiddetta "classe media" (quella che oggi ha a disposizione migliaia di facoltà intermedie (cinema, tv, motociclette, industria balneare, sci, mangiar fuori, aperitivi ed happy hours....................) è comparsa MOOOOOOOOOOLTO dopo.


A meno che tu sia convinto che classe media (e pure i proletari) siano risultati categorie il cui principale diversivo e ragione di vita siano consistiti nella ricerca della saggezza !. Saluti.


Tu sei nelle stesse condizione degli antichi che non dovevano lavorare per sopravvivere.
Dunque non è un conato idealistico chiedersi come mai tu ti diverti a giocare con la logica e la grammatica anziché cercare di diventare più saggio. E perché per te non è naturale, come lo era per un antico, sviluppare riflessioni che possano produrre un cambiamento.

Ma cosa c'entra l'apparizione della classe media? Cosa c'entrano le osservazioni sulla differenza di struttura sociale tra Grecia antica e Occidente moderno?
Se leggi, per esempio, un testo di Epicuro ne capisci il senso, lo recepisci.
Quindi ciò che bisogna cercare di capire è perchè ti ritrovi, per esempio, perfettamente d'accordo con le sue argomentazioni sulla rinuncia di certi beni ma nonostante questa affinità continui a vivere come se niente fosse.

Mi dispiace che un tema così interessante sia usato per sfogarsi con le solite inutili schermaglie.
Si potrebbe aprire un Topic sull'arte del dialogo...