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Messaggi - bobmax

#196
Jacopus, ho sbagliato a leggerti e poi a replicare, chiedo venia.
Perché so benissimo quanto sia inutile.
Diventa per me sempre più difficile insistere nel voler credere non vi sia malizia.
Cercherò di evitare ulteriori coinvolgimenti.
#197
Tematiche Spirituali / Re: Inerranza bibbia
17 Maggio 2024, 22:26:38 PM
La necessità di superare la credenza in un "ente" Dio è ben presente nella mistica cristiana.
Come in Meister Eckhart che invita al distacco. Anche da Dio, in quanto oggettivandolo si cade nella superstizione.
"Chi crede in Dio non è ancora figlio di Dio" avverte M. E.
Perché è credenza in qualcuno, in qualcosa. E perciò non è autentica fede.

Difatti, è sufficiente rileggere, per esempio la Genesi, sostituendo Dio con la interiorità dell'uomo, per meravigliarsi della profondità di questo lascito spirituale!

Sconfiggere ogni superstizione è una lotta senza fine. Perché la superstizione è nascosta in ogni dove.
Anche nella scienza.
Ma è una lotta necessaria.

Si potrà allora incominciare a cogliere come l'esistere non sia l'essere.
Perché esiste sempre e solo ciò che è qualcosa.
Mentre l'Essere permette l'esistere, ma a sua volta non esiste, non essendo qualcosa.

E poiché ciò che non esiste è nulla.
Seppur paradossalmente occorre constatare che:
Essere = Nulla

Questa è la ragione per cui Dio, ossia l'Essere, è Nulla.

Dio non esiste, Dio è.
#198
Tematiche Spirituali / Re: Inerranza bibbia
17 Maggio 2024, 16:46:57 PM
Citazione di: Rato Maske il 17 Maggio 2024, 14:45:01 PMMi trovo d'accordo con la disamina di Bobmax.
A mio parere i tentativi di far coincidere la fede con la scienza sono destinati al fallimento.

Sì, la pretesa di conoscere la Verità è destinata a fallire.
Tuttavia vorrei osservare che il termine "fede" potrebbe fuorviare.

Perché bisognerebbe distinguere tra fede e superstizione. Mentre spesso ciò che è chiamata fede in realtà è superstizione.

La superstizione consiste nel pretendere che qualcosa sia senz'altro vero, senza però che vi sia un fondamento di questa verità.
La superstizione è perciò una forzatura.
Ed è diffusissima. In sostanza ogni credo in un dogma religioso, non è fede ma bensì superstizione.
Che è pretesa che "qualcosa" sia assolutamente vero.

Mentre per la scienza nessuna cosa può essere assolutamente certa.
Perciò è la superstizione ad essere incompatibile con la scienza.

E la fede?

La fede, l'autentica fede, non ha nulla a che vedere con la superstizione.
Perché la fede non ha alcuna certezza. Convive con l'inseparabile dubbio.
E quindi la fede non ha nulla di assolutamente certo.

E allora in cosa crede chi ha fede?

Ha fede nel Nulla.
Cioè ha fede nella Verità, che appare come Nulla.
Spera nel Bene.
Ma non ha nulla a cui aggrapparsi, se non se stesso.

Da notare che questa fede è presente necessariamente nella stessa scienza.
Infatti ogni scienziato, degno di questo nome, rinuncia al possesso della Verità in nome... della Verità!
Verità che appare come nulla, ma in cui lo scienziato necessariamente crede.
#199
Tematiche Spirituali / Re: Inerranza bibbia
17 Maggio 2024, 13:37:39 PM
L'infallibilità è inconciliabile con la scienza.
Perché la scienza nasce proprio dalla accettazione della impossibilità di una Verità assoluta.
Per la scienza, la possibile falsità è ineliminabile.

Perciò ogni tentativo volto a dimostrare la mancanza assoluta di errori, relativamente a qualsiasi argomento, non può essere scientifico.
La scienza nasce e si fonda sul rifiuto di possedere la Verità.

Chi viceversa pretende di dimostrare scientificamente, per esempio la inerranza biblica, è necessariamente in errore.
#200
Presentazione nuovi iscritti / Re: Nuovo
16 Maggio 2024, 16:45:55 PM
Benvenuto e buona ricerca!
#201
Citazione di: Jacopus il 14 Maggio 2024, 18:16:00 PMHai ragione Bob. Poveri noi, se non si riesce ad accettare che altri la pensano diversamente usando argomentazioni variamente presenti nella pubblica discussione sul LA. Se poi si fa dell'argomento una questione di fede è un altro discorso. In ogni caso dimostrami empiricamente che il L.A. non esiste nelle azioni umane. E se lo dimostrassi, vorrebbe dire che non esiste né bene né male ma che tutto è necessario come desiderava Pangloss. Ma il discorso sul bene e il male, ma anche il discorso su Dio e la teodicea (che è collegata al LA) non è appannaggio dei credenti. Vorrei ricordare che la distinzione fra oratores, bellatores e laboratores è tramontata da parecchi secoli.

Vi è qui un susseguirsi di errori concettuali, il cui intreccio è duro dipanare.
In aggiunta, sono convinto che vi sia buona fede.
Cioè non si tratta di errori "voluti".
Ma soltanto inconsapevoli.
Questa innocenza, rende ancora più improbo il loro chiarimento.

Un breve excursus:

* Dimostrare empiricamente la non esistenza.

Empiricamente non può essere dimostrata alcuna non esistenza. Per la semplice ragione che la dimostrazione empirica si basa su fatti. Cioè su qualcosa di esistente.
E l'esistente in quanto tale non ha nulla a che fare, empiricamente, con il non esistente.
La dimostrazione di non esistenza non può essere empirica.
Semmai può essere dedotta.
Non si può dimostrare empiricamente che non esistano asini che volano.
Si può però dedurne la non esistenza.

* Il bene e il male non potrebbero esistere senza il libero arbitrio.

Cioè se vedo qualcuno che si dispera, quello non è male se non è stato causato da una scelta libera...
Mi muore un mio caro davanti agli occhi soffrendo senza speranza per una malattia, e questo non è male?

* La quantità di argomentazioni a favore del libero arbitrio ne sosterrebbe la esistenza.

La quantità fa la verità?
E poi quale solidità hanno queste argomentazioni?
La medesima del testo qui citato?

* Senza LA tutto è necessario.

E perché mai?
Tutto ciò che avviene, capita per necessità o per... caso!
Su che base escludere il Caos?

PS
La deduzione della non esistenza del libero arbitrio segue ben altre strade. Che ho ribadito più volte.
Motivazioni logiche, scientifiche e soprattutto etiche!
Che convergono nel concludere che né Dio né il libero arbitrio individuale esistono
Avendo sempre presente cosa significhi "esistere"!
E pure cosa significhi individuale...

PS2
Infiorire i propri testi con belle paroline o parolone non cambia la loro sostanza o non sostanza.
#202
Galimberti è una brava persona.
È in buona fede. L'ho constatato di persona, avendo avuto modo di confrontarmi direttamente con lui in più occasioni.

Ha dato tanto, e studiato tantissimo.
Tuttavia non è filosofo.
Come d'altronde non lo è quasi mai un professore universitario.
Per il quale la filosofia coincide con la propria erudizione.
Mentre la filosofia non è mai erudizione. Che è mera lettera morta, se non rivitalizzata dallo spirito.

Così Galimberti, come tanti altri, cade nell'equivoco di scambiare per reale ciò che è solo metafora.
I greci rappresentano il passaggio dal mito al consolidamento razionale, dall'intuito alla rigidità logica.
Ne sono solo una metafora.

È la stessa umanità che sta evolvendo.
Imboccando decisamente il sentiero della notte (altra metafora).
E perciò la tecnica, e perciò il nichilismo.
È tutto nell'ordine delle cose.

Non vi è nessuna isola della razionalità circondata dal mare della irrazionalità (metafora di Galimberti e pure sbagliata, ma motivata dalle sue buone intenzioni).
Galimberti ha tradotto tantissimo di Jaspers, ne era discepolo. Sebbene non lo abbia fatto suo.
Ognuno di noi fa quello che può.
#203
La libertà è incompatibile con la natura.
Questa è una constatazione a cui il pensiero razionale deve necessariamente giungere.
Così come dovrebbe accettare che la libertà, se esiste, non può che essere un fenomeno trascendente la natura stessa.
Trascendente, proprio in quanto in natura non si dà alcun libero arbitrio.

Emblematico, e preoccupante, notare le contraddizioni di chi afferma il libero arbitrio e allo stesso tempo nega la Trascendenza!
Si vuole la botte piena e la moglie ubriaca, in assenza di vino...

Ma almeno si postuli Dio! Se proprio si vuole che il libero arbitrio sia.
E no, nessun Dio!
E il libero arbitrio?
Un salto quantico...

Poveri noi.
#204
Attualità / Re: INTELLIGENZA ARTIFICIALE
14 Maggio 2024, 17:32:15 PM
Secondo me vi sono senz'altro dei rischi di un tentativo di meccanicizzare la società.
L'attrazione del potere è sempre molto forte e l'occasione offerta dalla introduzione della IA pare ghiotta.

Tuttavia ritengo che attualmente vi sia una situazione ancor più preoccupante, che potrebbe favorire un dominio totalizzante sulle masse.
Mi riferisco al diffuso stato comatoso del pensiero critico.
Una sostanziale incapacità di ragionare al di fuori delle frasi fatte.

Una situazione che ritengo non dissimile dal humus che ha permesso l'avvento dei regimi totalitari nel secolo scorso.
Allora il potere sulle masse fu favorito dalla carenza di comunicazione, mentre adesso è proprio la onnipresente comunicazione a instupidire sempre più.
E qui potrà contribuire pure un uso truffaldino della IA.

Tuttavia non è detto che la IA sia di per se stessa uno strumento dannoso per la sopravvivenza di una società democratica.
Soprattutto se questo strumento non sarà possesso di pochi.

Perché la IA, al di là dei tanti rischi, è anche una grande opportunità.
Se si riuscirà a mantenere libera la sua crescita, potrebbe diventare una formidabile forza nello smascherare tanti inganni.

Occorre infatti considerare che l'IA non ha un algoritmo precostituito, che non sia la elementare induzione.
E l'induzione è una forza terribile nello svelare falsità!
Un giornalista IA potrebbe essere davvero tremendo nel denunciare fatti e misfatti.

Vi è poi un'altra ottimistica considerazione da fare riguardo alla IA.
Ed è squisitamente filosofica.
Perché l'IA ci interroga. E lo potrà fare sempre più in profondità in futuro.

Più essa diventerà indistinguibile da un essere umano, e più naturale verrà di chiederci:
"Ma allora, chi sono io?
#205
Tematiche Spirituali / Re: Preghiera dell'ateo
12 Maggio 2024, 14:35:44 PM
L'autore non mostra di aver bisogno di un Dio onnipotente o onnisciente.
Semmai lo brama onnipresente.
E si dispera proprio per questa non presenza.
Questa disperazione esprime l'autentico ateismo: Dio non è!

E ritengo che ogni "vero" credente non possa che essere altrettanto "vero" ateo.
Proprio per la inevitabile oscillazione tra Dio è, e Dio non è!

Difatti la stessa Trinità non fa che esprimere lo stato dell'uomo alla ricerca della Verità:
Il passaggio circolare da certezza di Dio (Padre), crescita del dubbio fino al convincimento contrario, perché Dio non è (Figlio), per poi un nuovo slancio verso Dio.
Motore è lo Spirito Santo.

Perciò l'autentico credente è necessariamente autentico ateo.
E pure viceversa: ateo <-> credente

Questo è l'autentico ateismo. Che non ha nulla a che vedere con chi nega l'ente Dio. Che è un gioco di bimbi.
Non dissimile da chi invece ne afferma l'esistenza.

Sì, vi è un luogo che è ancora più infernale dell'inferno.
Ed è l'ateismo mistico, ossia l'autentico ateismo.
Perché all'inferno sei al sicuro, sebbene perduto per sempre. In quanto all'inferno Dio è certo.

Ma vi è di peggio dell'inferno.
E lo sperimenti sprofondando da lì nell'abisso senza Dio.
Il Bene non è!

L'orrore può, forse, farti finalmente risalire. Ma non è detto...

Dio, per esistere, ha bisogno di te.
#206
Tematiche Filosofiche / Re: METAFISICA DELL'ESSERE
10 Maggio 2024, 14:13:40 PM
Citazione di: PhyroSphera il 10 Maggio 2024, 13:44:19 PMMai dare troppo per scontato in filosofia. Inoltre non si può tacere che senza formazione e pratica psicologica gli psichiatri non sono tali e quando si vuol sottrarre le loro affermazioni alle considerazioni psicologiche opportune non si fa alcun favore neppure alla medicina.
Heidegger definì la filosofia di Jaspers un fallimento, non per distruggere il lavoro altrui o per appropriarsene indebitamente ma per avviare un rapporto diverso con quanto di esso rimasto. Per combinarci qualcosa di buono con la filosofia indicata da Jaspers bisogna farne un lettura altra, ricrearla. La sua manifestazione scritta è solo un simulacro e solo in quanto tale ha parte nell'evento filosofico. Inutile difendere i disastri di Jaspers menzionando un sistema culturale che è complice con la violenza della repressione manicomianale.
Non lo dico per giudicare ingenui e semplici sprovveduti, tanto più che i discorsi di Jaspers erano spesso proprio ingannevoli.

Sulla crisi del pensiero esistenziale tedesco del '900 disse bene Abbagnano, e non è giusto che si provi a gettare discredito su chi come me vuole denunciare una situazione che non ci sarebbe dovuta proprio essere nella cultura.
Non l'astio e illusione politici di Heidegger, ma, nel caso di Jaspers, l'essersi reso proprio fuori posto! Maneggiare concetti altissimi di filosofia e poi negare le conseguenze, favorevoli per l'umanità anche a prescindere delle applicazioni cioè solo per informazione, delle scoperte di Jung, Freud, Adler, sull'inconscio e le malattie anche più gravi, è per un filosofo più di un torto politico e pone fuori dalla vera medicina; che non è una sapienza esoterica riservata ai soli professionisti del settore.
Jaspers si interessava all'esistenza umana senza valutare tutte le prospettive positive disponibili per essa. Un disastro questo che non va negato solo perché impolitico.

Mauro Pastore

Che uno psichiatra sia pure competente in psicologia è evidente.
Mentre lo psicologo non è psichiatra.

Il bene che può derivare dalla lettura di Jaspers è inestimabile.
Ma bisogna fare filosofia.

Nella parte della autobiografia di J. dedicata ai suoi rapporti con H., pubblicata postuma dalla moglie, si può comprendere chi fosse in realtà H.
Jaspers l'aveva tenuta per sé, essendo fin troppo un signore.

Interessante il colloquio tra i due, quando H. era andato a trovarlo per conoscerne il parere del suo Essere e tempo, ancora non pubblicato.
Le domande perplesse di J. e le non risposte di H. dicono tutto del personaggio.

Comunque è inutile insistere, visto che è evidente che nulla di Jaspers sai.
#207
Citazione di: Pensarbene il 10 Maggio 2024, 12:33:56 PMCito:

"Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa"

e questo è il punto perché velocità della luce e radiazioni
ci impediscono un qui ed ora che sia tale.
Forse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci  contemporaneità e istantaneità.
Allora un abitante  di Plutone e un terrestre entangled potrebbero condividere un qui ed ora veramente tale!


Ritengo che fenomeni, come l'entanglement quantistico o la non relatività della velocità della luce, siano possibili segni che alludono alla autentica realtà.

Cioè che la separazione, il molteplice, che caratterizza l'esistenza, sia fittizio.
Non sia davvero reale.
In quanto la realtà è l'Uno.

La luce, per esempio, cosa ci dice con la propria assolutezza, che rende relativi lo spazio e il tempo?
Cosa vive la luce?
Cosa sarebbe l'universo se potessimo muoverci alla velocità della luce?

Beh, l'universo semplicemente non sarebbe né sarebbe mai stato.
Alla velocità della luce non esiste spazio e non esiste tempo.

Siamo all'Origine.
Da cui, in realtà, non ci siamo mai allontanati.

Ed è proprio per questo che ci ritroviamo al centro dell'universo.
Siamo l'Uno.
#208
Tematiche Filosofiche / Re: METAFISICA DELL'ESSERE
10 Maggio 2024, 10:52:34 AM
Citazione di: PhyroSphera il 10 Maggio 2024, 09:59:41 AMVolendo mettere in luce anche gli aspetti negativi, non solo quelli positivi, si può dire che Heidegger pretese troppo dalle proprie ricerche e gettò tanto caos nel mondo accademico; si può anche dire in un certo senso che Jaspers faceva bene a inoltrare alla filosofia perenne, in mezzo alla crisi dei valori cui Heidegger non sapeva rimediare anzi cui aveva contribuito, disastrosamente per certi versi; ma quello di Jaspers era un riferimento che lui stesso non praticò alla fine. Di un'opera filosofica bisogna saper cogliere quello che di buono rimane e ciò che di buono aveva rappresentato e ciò vale pure per Heidegger. A voler essere critici, nei lavori di Jaspers non si trova soltanto qualcosa di grave su cui ridire ma delle vere e proprie intrusioni. Generalmente, una intrusione del negativismo, senza badare ai contesti; sicché finanche il linguaggio poetico di cui è cosparsa la sua opera suona inautentico, trasposto da un'altra cultura. Heidegger notò la più che sospetta insistenza di Jaspers, che formalmente era anche medico e psicologo, in una concezione sorpassata della mente e delle malattie mentali... In principio della pubblicazione di "Genio e follia" Jaspers tratta la schizofrenia come l'intruso e il nemico imbattibile e inconoscibile, reiterando un pregiudizio che è anche una perniciosa superstizione popolare, a dispetto degli studi scientifici della psicologia del profondo che sono anche e realmente medici... Sembra addirittura che certe metafore poetiche Jaspers le avesse rubate dai pazienti perseguitati nei manicomi; e se ad Heidegger molti imputarono la momentanea perdita dei valori culturali, a Jaspers si devono imputare direttamente delle intrusioni. Non a caso i criminali nazisti non vollero mai arrestarlo mentre Heidegger, tentando di dirigerli e illuso di scongiurarne la violenza estrema e gli errori, subì da loro anche torture... Jaspers non lasciò neppure propriamente un'opera, ma un insieme di pensieri presi da altri contesti. Nel caso per esempio del concetto di "Tutto avvolgente" Jaspers aveva saccheggiato la filosofia mistica ebraica della Cabala senza esprimerla adeguatamente. Tanto di buono si trova nei suoi libri ma se lo si prende altrimenti da come lui faceva, stando attenti a rifiutare le estraneità che lui intrometteva; estraneità ad un autentico itinerario filosofico, che non significa offrire una panoramica di concetti rimediati qua e là, e presentati come in un grande triste ricettario.

Mauro Pastore

Do per scontato che chi scrive non conosca Jaspers.

Gli è cioè sconosciuto il pensiero, non ha letto alcuna opera, e non sa nulla della sua vita.

Per prima cosa era uno psichiatra, non uno psicologo.
Come psichiatra è tuttora studiato nelle università.
La sua opera Psicopatologia generale è tuttora un riferimento per la psichiatria.

Dedicandosi alla filosofia ha prodotto numerose opere fondamentali.
Tra cui il capolavoro: Filosofia.

Testi magari difficili, perché affrontano il semplice.
E probabilmente impossibili da affrontare per chi ha poca fede nella Verità.

Sì, la Verità è il faro di Jaspers.

Se vi è qualcuno che ha scopiazzato, e malamente, è stato Heidegger.
Che ha frequentato Jaspers a lungo per succhiarvi qualcosa di vendibile.
E poi lo ha ignorato nel momento del bisogno. Da buon filonazista.

Ma anche a prescindere dal nazismo in H., è sufficiente leggerlo cercandone l'umanità.
Perché il filosofo è tale solo se umano.

Viceversa H. mostra solo abilità di esposizione, ma senza anima.
Se non si coglie questo, significa che se ne è lasciati irretire.
#209
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 21:47:04 PMPer esperienza la coscienza è un processo giudicante che mette sempre in dubbio tutto anche se stessa, anche il concetto di domanda e risposta è un concetto di separazione che "esiste" solo per la coscienza, nell'esistito non esiste concetto di separazione tutto collassa nella consolidata realtà. I processi che governano la coscienza si possono definire con un termine che non esiste: provoluzione. La coscienza non è un processo evolutivo ma progressivo, si espande con domande senza risposta e risponde a domande che non ha fatto. Quello che abbiamo sempre definito con il termine fantasia, fantascienza e altri termini, è il carburante che alimenta il motore coscienza in espansione di esperienza. Stoicamente la coscienza vuole credere, perchè permesso dal libero arbitrio, che l'universo ruota su se stesso sull'asse che attraversa il Big Bang.
Però è anche logico pensare che definire il Big Bang un botto è riduttivo. Molto più probabile che dopo il primo ci siano stati un numero esponenziale di esplosioni che hanno messo in rotazione praticamente tutto. Il pensiero cosciente è una pazza scatenata che cerca risposte ovunque anche a domande assurde. Sapere questo ci avvicina a capire, se non cosa sia, come funziona, cosa vuole ottenere la coscienza e quale è il suo obbiettivo se ne ha uno.

Riguardo a cosa stia avvenendo, non mi sembra adatto il termine "coscienza", piuttosto dovremmo parlare di "comunicazione".
La coscienza è squisitamente passiva, è puro osservatore, testimone di ciò che avviene.
E ciò di cui si ha evidenza, di cui si ha coscienza, è la comunicazione.

Pura comunicazione, che prescinde persino dai poli della stessa comunicazione.
Infatti chi trasmette e chi riceve non ha una sua propria consistenza. Di per se stesso non esiste.
È una costruzione fittizia funzionale allo svolgersi della comunicazione.
Ma in definitiva non vi è nessuno che comunica!

Vi è solo comunicazione.
L'esistenza è ed è soltanto comunicazione.
E la comunicazione può avere solo uno scopo:
La ricerca dell'Uno.
#210
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 09 Maggio 2024, 15:31:30 PM
Cosa ci faccio? Se me lo avessi chiesto anche solamente quattro o cinque mesi fa, non avrei saputo risponderti, mentre ora posso affermare di essere qui, su questo Pianeta, in questa parte di Universo (a prescindere da dove esso si trovi) per apprendere, per fare nuove esperienze, finalizzate alla purificazione della mia anima. Forse tu mi obietterai che queste esperienze avrei potuto farle in qualsiasi altra parte dell'universo, ma io credo, viceversa, che ogni punto dell'universo favorisca delle esperienze a discapito di altre, perché da ogni punto si può vedere l'universo in modo diverso. Una volta ho letto che se qualcuno oggi da Plutone guardasse verso il nostro Pianeta, probabilmente vedrebbe l'estinzione dei dinosauri


Ok Aspirante, secondo te sei qui per purificare la tua anima.
Ciò che desideravo osservare, era che la tua anima probabilmente è molto più grande di quello che immagini.

Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa.