
1)«La macchina automatizzata non è spaventosa per il rischio che assuma il controllo autonomo sull'umanità. Il suo pericolo reale è piuttosto diverso: queste macchine, per quanto di per sé inermi, possono essere usate da un essere umano o da un blocco di esseri umani per aumentare il loro controllo sul resto della razza umana non per mezzo delle macchine stesse, ma attraverso tecniche talmente restrittive e indifferenti agli esseri umani da poter, di fatto, essere state concepite meccanicamente. Per evitare questi pericoli, esterni e interni dobbiamo sapere qual è la natura umana e quali sono i suoi innati propositi.»
2)" sono convinto che impiegare un uomo richiedendogli e attribuendogli meno di quanto comporta la sua condizione umana, significa abbruttire questa condizione e sperperare le sue energie. È una degradazione della condizione umana legare un uomo a un remo e impiegarlo come sorgente di energia; ma è altrettanto degradante segregarlo in una fabbrica e assegnarlo a un compito meramente meccanico che richieda meno di un milionesimo delle sue facoltà cerebrali»
2)" sono convinto che impiegare un uomo richiedendogli e attribuendogli meno di quanto comporta la sua condizione umana, significa abbruttire questa condizione e sperperare le sue energie. È una degradazione della condizione umana legare un uomo a un remo e impiegarlo come sorgente di energia; ma è altrettanto degradante segregarlo in una fabbrica e assegnarlo a un compito meramente meccanico che richieda meno di un milionesimo delle sue facoltà cerebrali»
Ciò nel senso in cui secondo Wiener, più passa il tempo più le macchine si rivelano più veloci ed efficienti di qualsiasi essere umano nella risoluzione di problemi, nell'atto del calcolo, e in ogni aspetto macchinizzabile che riguardi la sua vita! Ciò rende inutile qualsiasi interferenza umana nel lavoro delle macchine stesse, rendendo l'uomo sempre più obsoleto e mortificando le sue risorse intellettuali e fisiche, senza interessarsi ad accrescerle."
Così,
Wiener ritiene fondamentale una vera e propria riflessione sull'etica della scienza e della tecnica nella nuova età cibernetica, al fine di recuperare il senso più autentico dell'umanità.
Infatti:
«Per ognuno di noi, essere meno di un uomo è essere meno che vivi. Coloro che non sono pienamente vivi non vivono a lungo, pur nel loro mondo d'ombre. "
E le ombre possono sembrare illuminanti e luminose...!
