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Messaggi - Visechi

#196
Con livore ma con tanta vera sincera effettiva fattuale indiscutibile ragione
#197
Un osanna ai nostrani Red Ronnie
#198
Citazione di: iano il 19 Settembre 2024, 11:04:22 AMLa storia siamo noi, e nessuno si senta escluso, magari perchè qualcuno ha provato a farlo sentire inadeguato.
La storia siamo noi, ma è la scienza, arcigna tiranna, che rende inadeguata La Sapienza del disturbato mentale, ma anche della massaia o del maestro d'asilo.
A meno che tu per curarti non preferisca rivolgerti ad un mago, una massaia, un maestra d'asilo o un disturbato mentale. Ognuno è libero di rendersi ridicolo come preferisce.
#199
Citazione di: iano il 19 Settembre 2024, 10:28:13 AMSi , ma non è una novità, ed è una cosa positiva, per quanto problematica nell'immediato.
L'amore per la conoscenza è cosa diffusamente umana.
Certo che è un bene che l'ultimo disturbato mentale istruitosi su bioblu possa discettare animatamente di scienza e medicina con premi Nobel o ricercatori... tutto bene Madama la marchesa.
#200
Racconti Inediti / DIALOGO IMPROBABILE
18 Settembre 2024, 19:01:44 PM
Siamo grani di policroma sabbia. Nati per caso. Lanciati nel mondo da una mano invisibile. Costruiamo noi stessi vivendo, e vivendo ci nutriamo di emozioni che si generano per via della relazione che instauriamo con il mondo che ci circonda e, soprattutto, con le altre persone. Ciascuno di noi è la faccia di un enorme diamante, che brilla alla luce o si opacizza nel tempo. Gioiamo, piangiamo, speriamo e tremiamo. Il tempo è pervaso dei nostri timori e delle nostre emozioni. Ogni tanto ci imbattiamo in qualcuna di esse, oppure incappiamo in qualche timore. Sono il tempo e il vento che ce le fanno incontrare.

Da oltre un anno avevamo smesso di sentirci, né ci vedevamo più. 
L'incontrai, quel giorno. Fu un caso fortuito. Ci salutammo e, non l'avrei immaginato, ci fermammo a parlare. Volevo sapere tutto di lei: cosa avesse fatto in quel periodo, cosa sognasse, ma in modo particolare ero io che desideravo poterle raccontare quel che mi pulsava nel cuore. Tutto ciò che ho sempre desiderato e non ho mai avuto l'occasione di dirle.
Pochi, veramente scarni furono i convenevoli. Lei era bella, sorrideva... Non l'avevo scordato. 
Mi buttai a capofitto nella conversazione. Quanto avevo desiderato quel momento. Non avevo idea di come avrebbe reagito, ma il desiderio fu più forte del timore. 

"Non credo in Dio, per cui non posso sostentarmi con l'innamoramento della fede. Non mi resta che innamorarmi delle persone che incontro. Io non conosco la fede. Non so quindi se sia vero, ma credo che l'innamoramento fra umani sia quanto più ci avvicini all'amore di Gesù, quello che egli dovette provare per l'umanità. A me, invece, non resta altro che questo e con esso mi attacco alla vita.
Noi non moriamo mai se permaniamo nei pensieri delle persone che abbiamo amato e quando quei pensieri sono accompagnati da un sorriso, che si apre lieto per la gioia che quell'incontro è riuscito a donare.

Tu conosci quel senso di vertigine che ti coglie quando un tramonto inebria i sensi e ti senti immerso in quello sfondo color arancio screziato di rosso e tendente al viola? O quando, ammirando un quadro che cattura la tua attenzione, percepisci l'anima profonda del suo autore e con essa entri in contatto, aspirandone le emozioni, come se fosse aria e impregnandoti della sua linfa ricca di kaos? O quando, ancora, una musica s'insinua in te e tu alla sua armonia ti abbandoni come in estasi, e ti vedi trasportare come se un vento leggero ti conducesse con sé a danzare con le note che intridono il cielo? In quegli attimi scordi il tempo che scorre, e gli affanni smettono per quel breve istante di rimestarti l'anima. Sei introdotto in una dimensione surreale di sospensione dall'esistenza, come se si vivesse un'esperienza mistica. Per paradosso, è proprio allora che ti senti più vivo." 

Si rannuvolò. Parve infastidita. "Perché mi racconti queste cose? Io volevo sentire la tua anima viva, sentire il tuo cuore pulsare, udire storie che raccontassero di te. Non ho voglia di poesia."

"Non è poesia, questa. Voglio dirti che io mi sono immerso nei tuoi sorrisi, nei tuoi sguardi, nei tuoi piccoli gesti, e da allora tutto questo fa parte di me, si è installato in qualche angolo del mio cuore, e ogni volta ricordarlo è nostalgia, che, senza rendermene conto, condisco con un sorriso, perché tu non sei un fantasma che vanamente inseguo come se fossi la coda di una cometa o la linea dell'orizzonte, tu sei viva e presente, sei acqua sorgiva, che fluendo rinfresca e disseta."

Mi guardò un po' confusa: "È un anno che non ci sentiamo, un anno che ci siam persi... Non so neppure dove fossi e che facessi, ed ora mi parli di acqua e sorrisi?"

"C'ero ogni volta che sei caduta. L'ansia faceva da metronomo al tempo che, scorrendo, bruciava quei giorni. Ero lì, con te, ogni volta ti sei rialzata. Gioivo, silenzioso come la notte, senza nulla chiedere e niente pretendere. Ho visto le fasciature che cingevano le tue mani, ho sentito il tuo dolore e le tue gioie, erano i miei dolori e la mia gioia. Non hai percepito la mia presenza, come una brezza discreta, che spirava ad ogni tuo sospiro e tremava, scuotendo i rami degli alberi, all'idea che fuggissi via, risentita per l'indebita irruzione nel tuo mondo?"

Sorrise. "Non puoi chiedermi nulla, non posso darti nulla. Non so se hai pianto e sofferto"

"Questa non è una storia di corpi. Solo i pensieri, il mio e il tuo, potranno incontrarsi per intessere danze."

Alzò lo sguardo, mi fissò negli occhi. La sua espressione era dolcissima. Forse aveva capito, oppure no, non so... Forse andò via sbuffando, ringraziando il cielo per la fine dello strazio.
Non ci incontrammo più... 
Eppure vive!

DIALOGO MANCATO

"Uno parla ed un altro tace.
Ma chi parla prima ha taciuto.
Il tacere è l'orizzonte del parlare:
Parlare è tacere.
Dunque una tace e l'altro pure"
Giorgio Caproni
#201
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
18 Settembre 2024, 18:58:13 PM
Quello che pensiamo non é soggetto a sanzioni, materiali o morali. 
Certamente é influenzato da comunicazioni provenienti dall'esterno, ma é comunque sempre per noi possibile regolare queste scegliendo quello a cui diamo attenzione. 
In conclusione il pensiero é molto più libero dai condizionamenti delle nostre azioni o parole. 
Certamente é soggetto a pulsioni, ma quelle sono cose interiori, non sono condizionamenti sociali. 

 Quindi, arguisco, le tue azioni non sono mediate, ispirate, determinate, influenzate dal pensiero... così pure per quanto riguarda le tue parole.
L'uomo è un animale di relazione, sulla trama di relazioni che intesse vivendo si fonda l'intera sua esperienza... ahhh, si definisce cultura o, se preferisci, educazione.
#202
Citazione di: iano il 17 Settembre 2024, 23:29:27 PMCosa diceva l'Umberto?
Internet ho dato accesso al confronto scientifico anche alle massaie e tanti disturbati.
#203
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
17 Settembre 2024, 22:14:24 PM
Citazione di: anthonyi il 17 Settembre 2024, 19:48:32 PMQuello che però io cercavo di spiegare é che la dimensione del peccato é soprattutto psichica, e nella psiche l'individuo é comunque libero dai condizionamenti sociali, a tu per tu con la sua coscienza, e con Nostro Signore.
Non c'è luogo più coartato da influenze esterne della nostra psiche, che è un coacervo di pulsioni contrastanti.
#204
Mi rendo sempre più conto di quanto U.Eco avesse ragione.
#205
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
16 Settembre 2024, 19:35:07 PM
Eppure avevo il sospetto che un bombardamento, una carestia, la fame cronica e perenne, la furia della Natura, l'ingiuria degli assassini e degli aguzzini, non fossero solo luoghi dell'anima, non fattuali, o fattuali quanto possano esserlo la disperazione, la paura, l'angoscia.
Mah! 
#206
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
15 Settembre 2024, 21:39:47 PM
Citazione di: bobmax il 15 Settembre 2024, 19:53:18 PMSe oltre al rifiuto, ti coglie la compassione per questo mondo dolente, perché non incominciare a chiederti chi sei tu?

Non sei forse tu, proprio tu, all'origine di tutte la cose?
Mi dovrò far carico dei terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni, tsunami, maremoti. Perciò, assolvendo Dio, a lui domanderò perdono.
#207
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
15 Settembre 2024, 19:18:44 PM
Citazione di: bobmax il 15 Settembre 2024, 18:24:28 PMI sogni mostrano la nostra capacità, embrionale, di creare mondi.

Suggeriscono come questo nostro mondo non sia anch'esso che un sogno, il sogno di Dio.
Dio deve aver mangiato peperonata per fare sogni così distopico... più che un sogno, l'incubo divino.
#208
Racconti Inediti / PICCOLA DONNA
14 Settembre 2024, 22:07:42 PM
Infastidito da quella che io interpretavo come indifferenza, quasi urlando, le dissi: "hai mai vissuto il rovinoso precipitare entro la forra del disgusto, dell'angoscia, del pianto?".

Attesi una sua reazione, che non giunse. Di rimando solo uno sguardo quasi inebetito che esprimeva tutto quanto in lei io non capivo e non riuscivo ad accettare.

Proseguii: "Cos'è, come potresti definire quel tarlo, quel picchiettio costante che pervade l'anima al cospetto del disfacimento delle illusioni, lo svaporare delle speranze, l'assottigliarsi della nostra esistenza spersa in mille rivoli di dolore, annerendola e oscurandola?"

Tacque ed abbassò lo sguardo. Era il suo modo alquanto singolare per evitare coinvolgimenti in discussioni che lei riteneva senza costrutto e prive di senso. Ero esasperato e non volli, come altre volte, cedere.

La incalzai: "Proviamo a capirci, se mai sarà possibile, almeno stavolta. Il dolore non è una fantasia che, in assenza di ragioni reali e concrete che contribuiscano a generarlo, autonomamente s'installa nel profondo di un'anima. Raccontami, finalmente, se puoi, quale sentimento potresti provare tu per la perdita di un figlio, per la morte di un affetto, per la scomparsa di una presenza cara che vive in te? Indifferenza, assenza di emozioni? La morte di un caro dipinge sul tuo volto un condiscendente sorriso che lascia il tuo animo sereno, privo di turbamento, oppure avverti anche tu un ago acuminato che sevizia e martoria il cuore? Lo svanire di un amore, il suo irreversibile consumarsi, lascerebbe in te un sapore amaro di sconfitta, il senso del tragico, della caduta, o, ancora una volta, l'indifferenza e la commedia s'imporrebbero al tuo animo? Sarebbe un'atarassia indomita quella che s'impossesserebbe di te in questi accidenti della vita? Se così fosse, lascia a me le lacrime, lascia che avverta il dolore, lascia che maledica, lascia che mi sostenti con la rabbia."

Mi guardò stupita, mai le avevo parlato in quel modo, mai avevo osato irrompere in maniera così autoritaria nel suo mondo nebuloso, chiuso dentro una cassaforte, ben protetto e per me del tutto inaccessibile. Si fermò, mi prese una mano, la portò alla guancia e la baciò. Fu un gesto tenerissimo che fece sbollire d'un fiato la mia irritazione.

Con la solita dolcezza, nel suo italiano stentato, rispose "Quando scompare un amore, o un affetto svanisce nell'aria, quando si consuma o si spegne quel lume di calore che riempie una vita, noi entriamo in un mondo privo di tutto e ricco di assenze, dove tutto il nostro essere viene avvolto da nebbie ghiacce e il cielo della nostra anima si offusca, offuscando anche i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Questo oscurarsi del cuore intorbida parti di noi, per cui perdiamo di vista il mondo e la Vita che ci abbracciano comunque. L'amore non è amore verso l'altro, ma è amore di ciò che di noi vediamo nell'altro... quel che scompare è la scomparsa di parti, di frammenti di noi, del nostro essere. Noi non amiamo il prossimo, amiamo noi stessi nel prossimo, ciò che il prossimo ci rinvia in immagine di quanto amiamo."

Queste frasi da allora mi si sono impresse nella mente, non le scorderò più. Non amiamo gli altri; amando, amiamo noi stessi; chi non ama in primo luogo sé stesso, non può amare il prossimo. Forse per questo Gesù non hai mai predicato l'ascetismo. Era proprio bella e radiosa, in quel momento. Una lamina di luce le impreziosiva il volto da africana. Il suo dolce sorriso rimandava lampi di riverbero che parevano cingerle il viso in un abbraccio splendente.

"Ho visto la mia gente martoriata dalla fame, dalla siccità, da altri uomini del mio stesso colore. Ho sentito il sibilo delle bombe e dei proiettili. Ho udito il pianto dei mie fratelli e delle mie sorelle, le urla per lo strazio di mia madre e visto il corpo di mio padre lacerato dal becco dei rapaci. Ho attraversato deserti e mari, incontrando gente di tanti colori, più disperata e impaurita di me e uomini rozzi, crudeli e assassini a cui nell'angoscia più cupa ho consegnato la vita e tutte le mie residue speranze. Ho tremato, pianto e avuto paura e rabbia. Ho deciso che non ne avrò più.
Io devo andare. Voglio entrare nella mia terra, da dove son venuta fuori, in essa voglio confondermi. So bene che il mio male progredisce, lo sento che ogni giorno va ad occupare una sempre più ampia area del mio corpo. Ma è il destino, è la Vita ad esigere un prezzo che bisogna sempre essere pronti a pagare, perché la Vita è un dono gratuito, ed è ancor più gratuito poter nascere in un luogo anziché in un altro. In questo non c'è merito e non c'è colpa, anche se a me, ospite spesso sgradita, questa colpa mi è stata imputata. Ma non ho risentimento, solo gioia serbo nel cuore, perché la Vita mi ha negato tanto ma un dono magnifico non me l'ha voluto rifiutare, forse per compensare: non avrò tempo per far l'amore, ma ho imparato ad Amare, e questo mi basta, perché mi sento ricca."

Era bello sentirla parlare in quella strana lingua: un misto fra italiano e africano, con inflessione swahili, così mi disse quando l'estate prima l'avevo conosciuta in un angolo di strada mentre, sorridendo, guardava il cielo azzurro. Le strinsi la mano e l'accompagnai al porto per l'imbarco. Con la commozione che erompeva dal petto per l'imminente perdita, la ringraziai per la stupenda lezione e le promisi che in ogni bambino o bambina avrei rivisto lei e il suo magnifico sorriso da ventenne che non aveva conosciuto le bambole: un saluto, Amina, piccola donna mai stata bambina.
#209
Riflessioni sull'Arte / Re: L’ARTE
12 Settembre 2024, 18:47:12 PM
Citazione di: iano il 11 Settembre 2024, 05:09:38 AMIn particolare credo che il processo del poetare muova da una occasionale perdita di automatismo nel fare corrispondere le parole alla realtà, cioè da un occasionale senso di perdita di significato per le parole, le quali svincolate in tal modo dal loro significato, si prestano a nuove inedite corrispondenze.
Questa occasionale perdita, una volta sperimentata, la si può poi provocare, traducendosi in ''tecnica'' del poetare, che consiste nel cercare di ripetere un emozione che occasionalmente si è prodotta., facendo del produrre emozioni il proprio mestiere.
Una specie di droga che può condizionare l'esistenza intera di un uomo.
Mi sembra più salutare farla divenire una condizione dalla quale poter uscire, e nella quale poter rientrare a piacere, unendo al piacere di creare nuove realtà quello di viverle, prendendosi una pausa dall'atto creativo, andando in vacanza in un luogo tutto nuovo da esplorare, quello che sta per la realtà e che noi stessi abbiamo creato.
Attenzione però a non cadere nel solipsismo, perchè il vero senso di ogni realtà/creazione artistica è quello di poter essere condivisa, vivendola come se della vera realtà si trattasse.
La realtà, per come la vediamo insieme, comprensiva di senso, è in effetti il solipsismo del genere umano intero.

Credo, invece, che poetare, come qualsiasi altra attività artistica, nasca da una particolare sensibilità rispetto ad una realtà che, seppure si celi ai sensi, si mostra, nel suo tran-sparire, alle nostre emozioni, ovverosia al nostro profondo, altrimenti definito anima. L'artista recupera questo baluginare e fa emergere le 'cose' che si celano ai sensi per offrirle ai sentimenti di chi dell'arte fruisce.
In poche parole, l'arte porta alla luce, rivelandola, quella realtà che diversamente resterebbe in ombra. In tal senso l'artista è creativo, proprio perché così agendo crea una realtà altrimenti inesistente.
#210
Citazione di: Jacopus il 12 Settembre 2024, 17:10:24 PMQuesto è un post di "filosofia della storia", la cui domanda è: la storia ha una direzione e se ha una direzione, chi o cosa decide quella direzione e non un'altra?

Come premessa occorre dire che la storia è il racconto di "mutamenti culturali". L'uomo di natura, quello che viveva prima di aver assaggiato dall'albero della conoscenza del bene e del male non è un soggetto storico ma un soggetto biologico, vivente in un eterno presente.

La cultura invece ci ha resi avezzi al mutamento, mutamento indirizzato al miglioramento della condizione umana, sia di una minoranza, sia di una maggioranza, sia di tutti, sia di uno.
Una volta che la ruota della storia si è attivata, non è più stato possibile fermarla. E subito (quasi subito) si è inserito il pensiero che la storia era un cammino verso il bene, la gloria, l'immortalità, la conoscenza. È il nostro stesso cervello a costruire narrazioni di senso continuamente e lo fa anche a proposito della storia.
...
Sulla questione eroi, è innegabile che qualcuno abbia inciso più di altri nella storia, ma credo anche che le società più armoniose siano quelle che non hanno bisogno di eroi, come vaticinava Brecht.
Quale direzione ha la storia?

 Io, invece, sosterrei che la storia sia la narrazione di "mutamenti sociali" che si distendono nel tempo, in un continuum senza soluzione di continuità (perciò è più corretto parlare di processi storici, non di eventi storici), e dipende, nel suo esplicarsi, da molteplici fattori, uno dei quali è senza dubbio la progressiva "maturazione culturale.

La storia, abbiamo detto, è la narrazione di una serie di eventi che si dispongono nel tempo in maniera cronologica. Per cui gli eventi sono percepiti in sequenza temporale. 
Ma non sempre è stato così. 
Per disporre gli accadimenti umani lungo un segmento intriso di temporalità avente una precisa direzione, è necessario un ingrediente imprescindibile: un telos, un fine - che è anche la sua fine -; la storia d'impregna di soteriologia perché si proietta sul futuro in attesa che si compia una promessa, oppure che si realizzi una speranza. Solo così il tempo storico si riempie di senso e si dispiega nella sua linearità. Diversamente, la storia non esiste, non si percepisce, e gli accadimenti sono narrazioni prive di telos e disposte su un tempo ciclico, ove l'inizio è anche la fine e il suo ricominciare, in un eterno riproporsi sempre uguale (i greci percepivano gli eventi in questo modo, così pure le civiltà primordiali). Non è dunque corretto sostenere che da "...subito si è inserito il pensiero..." storico. Come non è giusto ritenere che l'agire umano sia sempre volto al bene... più spesso al male. Ma questa è un'altra storia che esula dalla presente trattazione.