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Messaggi - Jacopus

#196
Con un po' di imbarazzo devo ammettere di aver pensato la stessa cosa che ha riferito Anthony. O che l'interpol italiana brilli di una magnifica efficienza?
#197
Mah, guardi. La teoria evoluzionistica è entrata di diritto fra le teorie scientifiche allo stesso livello di autorevolezza della teoria gravitazionale di Newton. Insistere diversamente significa adottare un punto di vista rispettabili ma antiscientifico. Capisco che è un brutto colpo al nostro narcisismo ma in realtà homo sapiens, alla lunga è un discendente dei batteri. Il tema dell'anello mancante è una scemenza. Non c'è nessun anello mancante perché l'evoluzione non è un treno dove ad un vagone ne segue un altro. L'evoluzione procede a cespuglio e piglia pezzi di qua e di là. Brutto da dire ma è così. Quindi non deriviamo dalle scimmie, ma da un progenitore comune, che ha generato tutti i primati. Le scimmie sono nostre cugine.
#198
Attualità / Re: Un Trump per l'Italia
27 Gennaio 2025, 16:10:35 PM
Decide l'evoluzione sociale. Il miglioramento delle condizioni di vita che alcuni tendono a dimenticare. Dare una sculacciata alla propria domestica era usuale nell'ottocento. La moglie era sottoposta alla patria potestà del marito, i Negri usavano bus solo per loro, i froci erano considerati dei malati (nel migliore dei casi) o dei pervertiti. Le parole che definivano quelle categorie pertanto sono il ricordo di in epoca molto più ingiusta dell'attuale. Quindi si, un giudice farebbe bene a condannare chi usa quelle parole per offendere. Il diritto alla libertà non è diritto di avere la lingua in bocca e poter dire qualunque cosa. Un tale diritto di libertà si associa alla vita nelle foreste, con i pro e i contro di tale vita.
#199
Mi hai letto nel pensiero Inverno. Penso al trumpismo esattamente come ad una forma di tossicodipendenza.
#200
CitazioneLa "definirei" per quello che e', diserzione, in armi, alla presente e a tutte le guerre dello stato, del capitale e della borghesia, una festa dei fauni e della terra, l'atto piu' antisacrificale possibile..
Prova a leggere Nuto Revelli, o i resoconti dei Gap di G. Pesce o G. Bocca. La festa dei fauni non c'entra niente, quando rischi la pelle, quando sai che non c'è più niente da fare ma per salvare i tuoi compagni li copri e ti fai catturare e successivamente torturare. Restiamo con i piedi per terra, please.
#201
Prego tutti i (pochi) partecipanti di esprimere le proprie opinioni nel merito, senza attacchi inutili ad personam. Credo che soprattutto in questo modo possiamo alzare il livello del forum ed evitare la visita di Topo Gigio (che comunque è un topo simpatico).
#202
L'insediamento di Trump II ha mandato un messaggio interessante ed altamente tossico, ovvero che il progresso, la possibilità di sfruttare il mondo per alimentarlo è ancora possibile, fino a delirare sulla colonizzazione di Marte. Il discorso ideologico sottostante è semplice. Senza questo carburante ideologico, crolla la stessa struttura diseguale della società. Io, appartenente al proletariato, posso accettare la mia condizione subalterna in cambio di una promessa di riscatto a favore dei miei figli e questo può avvenire solo attraverso il "progresso" che estrae energia e ricchezza dalla natura per redistribuirla. Di fronte ai sempre più evidenti segnali che questo processo non è più perseguibile a causa della difficoltà della natura nel riassorbire i traumi e nel riprodurre le risorse sottratte, il segnale psicotico di Trump è quello di rilanciare la bandiera logora del "progresso". Accanto ad essa però, essendosi ridotta la coperta deve lanciare altri slogan, sovranisti e di ordine pubblico che sono in palese contrasto con la politica storica del "progresso", degli anni d'oro del dopoguerra.
#203
Ottima argomentazione Koba. In effetti ogni mito, quando è ben strutturato permette molteplici letture. Gesù è in effetti una pietra d'inciampo rispetto ad una lettura di un Dio castrante. Ma non l'annulla. Ogni divinità per dare la vita deve morire, così come ogni padre. Molte religioni si contrappongono a questa legge e rendono il padre un superpadre. Il prezzo da pagare è quello di restare sempre figli. Gesù effettivamente muore, ma risorge e Dio nella sua lontananza non è apparentemente toccato dalla vicenda storica di Gesù. Del resto una religione che prefigura la morte della divinità firma la sua stessa fine. Ogni divinità inoltre si presta ad operazioni di alienazione, poiché pone al di fuori dell'umanità, ad un livello che comporta un continuo fuori/dentro, qualità, poteri, conoscenze che schiacciano l'uomo a polvere. 
Però è anche vero quello che dici. Dipende dalla struttura sociale se Dio diventa emancipazione o schiavitù. Il rinascimento è stata una grande epoca vissuta anche e soprattutto all'insegna di Dio. Oggi il messaggio evangelico sarebbe dirompente se praticato fino in fondo e distruggerebbe con poco sforzo l'ideologia capitalista.
Mi viene da dire che Dio è una maschera, se dietro la maschera troviamo l'uomo nel suo desiderio di fratellanza, nel suo bisogno di perdonare e di accettare i propri lati mostruosi, allora anche Dio diventa emancipazione. Ma se la maschera di Dio diventa la bandiera per scindere il mondo in buoni e cattivi, se diventa l'effigie ultraterrena di un potere assoluto e irresponsabile perché intangibile e inesplicabile, allora questa maschera si replicherà nelle sue forme mondane, creando violenza e sofferenza, come la storia ci insegna da qualche millennio.
#204
Chissà questi limiti naturali come si definiscono a proposito dei cavallucci marini. In questa simpatica specie, la femmina depone le uova in una sacca di gravidanza che possiede il maschio, il quale dopo un periodo di incubazione, espelle gli avannotti, come in un parto. Per non parlare del cigno nero, che nel 20 per cento delle coppie è formata da coppie omosessuali. Servirebbe un CignoTrump per farli ragionare secondo natura, maledetti cigni neri bolscevichi.
#205
Ovvio, il cristianesimo è un movimento religioso che dura da duemila anni. Le possibili letture e interpretazioni sono molteplici, compresa quella delle opere come prova della propria santità, oltre alla fede (ora et labora), oppure quella della elevazione dei diseredati, oppure quella della mistica del Dio absconditus. Ma quello che volevo sottolineare riguarda proprio il fondamento. Il senso del padre. Il senso del padre che organizza la società. E nelle religioni monoteistiche questo senso del padre è un senso dove non è possibile il conflitto, poichè il conflitto comporta la cacciata dall'Eden o la riduzione ad Angelo Maligno. Edipo viene anch'esso ridotto, cieco, esiliato, detronizzato, ma la sua figura non configura il "Male", bensì la tragicità del vivere umano. Una tragicità che sarà ulteriormente replicata da una delle sue figlie, Antigone.

Rispetto al desiderio, non credo che Edipo ne sia privo. Il suo desiderio, il suo daimon, è la conoscenza. Nello specifico conoscere quale sia la causa del miasma, che ha reso l'acqua di Tebe imbevibile, i campi aridi e le malattie diffuse fra i cittadini. Lo mettono ripetutamente in guardia nel non azzardare tale ricerca, ma Edipo, il risolutore degli enigmi, troverà la soluzione anche di questo mistero, ed insieme ad esso la sua caduta. Il messaggio che la tragedia greca ci trasmette è quindi quello della inevitabilità del passaggio generazionale, comprensivo di un certo grado di violenza. Senza quel passaggio, il panorama sociale si cristallizza. Ottimo per stabilizzare una società (vedi ad esempio Girard e il ruolo del capro espiatorio), ma a costo del proprio stato di minorità (fanciulli, gregge), che idealizza ed estetizza ciò che poi viene riprodotto nelle articolazioni sociali concrete, dove si ripetono i rapporti fondati sulla indiscutibilità del potere paterno. Il Grande Inquisitore è effettivamente un'ottimo banco di prova di quanto sto dicendo e il fatto che Gesù sia schierato nel partito opposto andrebbe meglio analizzato. E' probabile che possa esserci un esercizio del cristianesimo più giusto e più equo di quello declamato dal Grande Inquisitore, ma resta il fatto che esso appare minoritario e ancillare. Laddove si presenta, si presenta comunque in una veste caritatevole e di accettazione della struttura Grandinquisitoriale, come nel caso dei Francescani. In sostanza non è possibile una uccisione nè simbolica nè tantomeno reale di Dio e ciò congela il mondo e lo scinde inevitabilmente in una dimensione paranoide, dove il tragico viene espunto, anche se poi talvolta rientra dalla finestra (chi è senza peccato, scagli la prima pietra). 
#206
Ognuno parla dei propri daimones. Questo è uno dei miei. La storia biblica di Gesù e quella sofoclea di Edipo parlano entrambi dell'uccisione del padre ma in una struttura narrativa diversa e che porta ad esiti diversi.
Edipo si muove su dei binari parzialmente obbligati. Inevitabile risolvere l'enigma, uccidere il padre, diventare re di Tebe, sposare sua madre. Ciò che resta nella disponibilità di Edipo è la ricerca della verità, nonostante i molteplici avvertimenti nel non farlo e la ricerca della verità avrà effetti ambivalenti. Edipo diverrà cieco, perderà il trono e diventerà un esiliato, ma il miasma che ammorbava la città scomparirà. Il sacrificio dell'uno salva la comunità, ma quell'uno è "uno di noi", attraversato dalla tragedia dell'uomo fatto di carne e ossa, con in più il desiderio insopprimibile della conoscenza. Dopo il riconoscimento della morte del padre, Edipo diventa saggio, da cieco accoglie la figura di Tiresia, colui che sa e che ha esperienza. Il focus è sul figlio.

La morte di Gesù (Dio) si muove sul focus del padre (anche se in modo ambiguo) ma non sul tema della ricerca dolorosa della conoscenza, perché la verità di fede è indiscutibile e nessuna ambivalenza è permessa. La morte del Dio ha lo scopo della "salvezza" oltre a quello del "sacrificio" (che condivide con Edipo).

A partire da questa differenza diventa possibile comprendere meglio l'uso psicoanalitico di Edipo. La lotta omicida fra figlio e padre è sempre necessaria per crescere e sostituire il padre con il figlio, nella naturale successione temporale. Certo affinché essa sia costruttiva deve essere sostituita da una lotta simbolizzata, dove entrambe le parti costruiscono un gioco all'insegna dell'accettazione delle parti.

L'omicidio di Gesù invece rappresenta una cesura definitiva e fondata sulla accettazione di un "Padre eterno" e indiscutibile, fondatore di tutte le cose.

Ecco allora che da un lato, assistiamo ad un mondo mutevole, tragico ed ambivalente, dove generazioni si susseguono a generazioni e regole a regole. Dall'altro, l'ipostatizzazione di un padre inamovibile, costruisce un fondamento stabile e straordinariamente efficace, in cambio della propria permanenza in uno stato di minorità. L'unico potere avviene non per acquisizione individuale ma per trasmissione mimetica dall'alto verso il basso e pertanto anche il padre umano adotterà lo stile della indiscutibilità.

In altre parole, il mito biblico potrebbe essere rappresentato come il mondo di Hobbes (sicurezza in cambio di perdita di libertà), mentre il mito sofocleo come il mondo di Freud (conoscenza in cambio di perdita di sicurezza).
#207
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 11:50:59 AM
N. Come tutti i grandi pensatori darà sempre la stura alle più diverse interpretazioni. Rispetto al sacro però insisto sul fatto che il nostro mondo non abbia più nulla di sacro, inteso come luogo/soggetto/oggetto/pensiero "sacer", cioè intoccabile, inviolabile, sia in senso positivo o negativo. Se tutto è soggetto a transazione economica, l'unica sacralità riguarda proprio il fondamento economico di tutte le cose. Si tratta di un tipo di sacralità simile a quelle precedenti, oppure vi è in esso una qualità così materiale da non poter essere equiparata al precedente senso del sacer?
#208
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 07:29:10 AM
Difficile sottovalutare l'importanza di N. nella storia della filosofia. Innanzitutto perché probabilmente è stato l'ultimo filosofo a non fare metafilosofia. N. è uno dei tre maestri del sospetto, secondo la definizione di Ricoeur e come Freud e Marx ha ottenuto il titolo per il suo lavoro di smascheramento della realtà che si credeva "oggettiva ed ideale" contemporaneamente, ovvero di tutta la tradizione che da Platone arriva a Leibniz ed oltre. Però le sue conclusioni, dopo il lavoro di smascheramento, sono molto diverse da quelle di Freud e di Marx. Tutti e tre desacralizzano il mondo, ma N. ne trae la conseguenza che esiste solo la pura forza e la vera vita è l'affermazione dell'uomo che abbandona ogni limite morale per affermare sè stesso. Per quanto la questione sia molto dibattuta, penso anch'io che vi sia un legame fra il pensiero di N. e il totalitarismo di destra. Mussolini conservava nel suo studio un busto di N. Piccola nota di colore che però è un buon indizio. Marx e Freud giungono a conclusioni molto diverse dopo aver smascherato gli "idola" della tradizione. Marx si fa portatore di un cambio palingenetico del mondo nella speranza di creare un nuovo mondo che dovrebbe essere la discesa sulla terra della pace del paradiso. In Marx resta quindi un fondamento etico, che in N. è stato sostituito dalla pura forza, ma quel fondamento etico è talmente idealistico, da ricondurre ad un nuovo mondo mistificato e falso, come quello che si vedrà effettivamente con il socialismo reale. Chi vuole troppo bene, rischia sempre di trasformare il bene in male. Altro tragitto quello di Freud, che dopo la sua originale desacralizzazione, non dà una risposta univoca al destino dell'umanità, potrebbe piegare dalla parte di Eros oppure di Thanatos. In questo F. da un lato resta fedele al suo modello dell'ambivalenza della natura umana e dall'altro espone la sua speranza che un vero cambiamento non debba provenire dalle istituzioni politiche ma da un lavoro dell'individuo su se stesso, sulle sue pulsioni, sulla conoscenza del proprio lato mostruoso e incontrollabile.
Ultima nota sul senso di eterno ritorno. Severino ne da una interpretazione che supera il senso di tempo ciclico, contrapposto al tempo lineare. L'eterno ritorno è invece la constatazione che per creare l'uomo nuovo, bisognerebbe cancellare la storia dell'uomo e quindi ritornare all'origine della storia, poiché la storia, con le sue stratificazioni non rende possibile la libera espressione dell'uomo, poiché ogni atto, lega l'uomo in una serie di azioni successive che sono già in parte scritte da quella storia. Questa interpretazione, secondo me, al di là dell'uso negativo che ne fa N., è una straordinaria anticipazione di quanto ci hanno dimostrato discipline come la psicologia e le neuroscienze.
#209
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
16 Gennaio 2025, 17:59:22 PM
Io invece la vedo proprio così. La sottomissione (Islam) passa dal metafisico al mondo reale. È un modo per simbolizzare e rendere più saldo il dominio del mondo, da parte dei dominatori. Che vi sia necessità di un ordine gerarchico non lo metto in dubbio, a patto che esso sia fondato su una reale capacità di giocare tutti alla pari e che sia bilanciato da una ulteriore capacità di agire secondo giustizia e prudenza (la phronesis greca). Ovvero senza eccessi, mentre Dio è di per sè un eccesso (e serve anche a spiegare l'eccessivo successo dell'Occidente).
A proposito di fascismo e comunismo, io li considero molto simili alle religioni, stessi principi totalitari, stessa divisione paranoide del mondo in buoni e cattivi, stessa negazione dell'ambivalenza umana, stessa visione di un mondo perfetto da raggiungere nel mondo fisico (regno millenario, società comunista) o nel mondo metafisico (paradiso).
#210
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
16 Gennaio 2025, 16:38:12 PM
CitazioneLa fede in realtà é l'esatto contrario, un atto di subalternità, di sottomissione rispetto ad un'entità che si concepisce come superiore
Hai toccato un tasto interessante. Ti dirò come la penso. La religione cristiana ha pregi e difetti come ogni creazione umana, molti pregi ma un difetto radicale, che consiste proprio nella incapacità di considerare la possibilità di superare quello stato di sottomissione, che diventa la rappresentazione metafisica della sottomissione dell'uomo sull'uomo ed in questo modo la svincola da ogni valutazione critica. La cultura e perfino la natura sono mimetiche. Ripetono gli stessi principi, sia per un discorso di economia di forze (se si fanno sempre le stesse scelte si risparmia tempo e denaro) sia perchè, se quei principi hanno funzionato una volta, allora possono funzionare anche altrove. Pertanto la sottomissione ad una divinità diventa infine sottomissione ad un capo, ad un padre-padrone, ad un generale, che diventano indiscutibili impartitori di ordini.
In una realtà ideale, invece, l'uomo non può restare un eterno bambino (o eterno dittatore, che poi è la stessa cosa), ma deve accettare la superiorità e quindi sottomettersi, ma anche superare quella sottomissione attraverso l'introiezione di quel padre dentro di sè. Così si diventa a propria volta "padri" e il ciclo si ripete. Dio interrompe questo ciclo e dice "io sarò sempre Padre e voi sarete sempre Figli". Per questo ritengo, per certi aspetti, più raffinata la religione pagana, perchè non c'è così chiaro questo messaggio paranoide e delirante del "sempre Padre" e del "sempre figli", poichè vi è sempre una dialettica, talvolta un conflitto ambivalente fra dei e umanità. La sottomissione (Islam) interrompe questa dialettica e nega l'ambivalenza della vita umana, offrendo per ciò uno scambio: sottomissione ora in cambio della vita eterna domani.
Per non contare che "il riconoscimento" della vita altrui, in questa religione parte sempre dal presupposto della condivisione di fede. Certo è, che se il modello alternativo è quello attuale, del riconoscimento della vita altrui attraverso il denaro, allora paradossalmente il presupposto cristiano è adirittura più umano e accettabile.