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Messaggi - acquario69

#196
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
05 Febbraio 2018, 05:15:42 AM
Citazione di: cvc il 23 Gennaio 2018, 16:43:20 PM
Probabilità e statistica non possono sostituire il buon senso. Già, ma cos'è il buon senso? Concetti come buon senso, saggezza, creanza ecc. stanno cadendo sempre più in disuso. Vengono rimpiazzati da altri concetti che possono essere espressi in termini logico-matematici per essere poi assimilati dai processori che fanno funzionare le macchine, maestre d'efficienza nei confronti dell'umo. E quando il povero uomo inefficiente cerca di sopperire disperatamente alla sua "inferiorità", allora cerca inutilmente di imitare il linguaggio tecnologico con cui ragionano le macchine. Il risultato sono i discorsi a supercazzola che hai citato.

concordo complessivamente sul fatto che il modo di ragionare (si fa per dire) si e' ormai ridotto a qualcosa di meccanico, che pero come nel caso in questione a mio avviso si associa pure troppo bene ad una palese malafede...e in effetti risulterebbe poi tutto calcolato.
si sarebbe cosi già creata appositamente una fitta nebbia dove diventa difficile saper distinguere le cose..a quel punto risulterà molto più facile "buttare tutto in caciara"...il condizionamento,anch'esso indotto meccanicamente (come l'esperimento adottato ai cani di pavlov) fara' il suo corso..liscio liscio come l'olio e senza ostacoli (e appunto calcolato)

Questo episodio di cronaca recente (qui sotto) e' l'ennesima dimostrazione..l'ennesimo teatrino (pro-elettorale) messo in scena da chi vuole mandare il nostro paese in rovina 

———

Grazie allo sparacchiatore di Macerata, tutti i media  e i politici hanno potuto cancellare   dalla  prima pagina  il fatto  orribilmente vero e spaventoso:   un nigeriano pregiudicato, spacciatore di droga recidivo,  senza permesso di soggiorno,   con foglio di via di cui si è infischiato,  ha squartato una giovane donna (con una perizia da far pensare che al suo  paese o anche qui, l'abbia fatto più di una volta) strappandole prima gli organi  interni.
Un orribile crimine, con l'aggravante di essere un "femminicidio", ma  le femministe non gridano contro l'assassino,ma contro Salvini.  Un orribile squartamento africano,  che incarna in sé l'atto di accusa diretto dell'inadempienza delle sinistre di governo.  Inadempienza e stupidità di Renzi e soci che hanno preteso dalla UE che l'accoglienza fosse concentrata in Italia, furbissimi,  credendo (così ha  detto la Bonino) che il fenomeno fosse "transitorio"  e non strutturale  – quindi senza un briciolo di capacità di previsione e comprensione dei processi, il minimo che si deve esigere da  aspiranti  a governare uno Stato.  Inadempienza dei giudici  che fermano  e lasciano libero irresponsabilmente  un  simile personaggio che non ha nessun diritto di restare fra noi.  Inadempienza delle polizie (che sono le meno colpevoli). Inadempienza dei servizi sociali.  Inadempienza e irresponsabilità delle istituzioni degradate, parassitarie, che hanno perso persino il ricordo del loro dovere essenziale verso gli italiani, specie i più deboli.

Una breve biografia dello squartatore illustra la somma delle colpevoli inadempienze del Sistema delle sinistre:

L'assassino di Pamela,  "Innocent" è arrivato in Sicilia il 26 agosto 2014 con un gommone. In Nigeria era un decoratore edile, dice lui. Nell'aprile 2015 entra nel progetto Sprar  (Servizio centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo), MACERATACCOGLIE. Partecipa a due corsi di formazione per pizzaiolo e saldatore. 
Sorpreso a spacciare ai minori, il 6 febbraio 2017 viene allontanato dal progetto, bocciata la sua domanda di asilo (niente galera..). Ma lui, nonostante il permesso di soggiorno scaduto da un anno, a Macerata mette radici: a Natale è nata SUA FIGLIA, NATA DA UN COMPAGNA ITALIANA (erede dei partigiani), mentre pende un ricorso sul diniego della richiesta di rifugiato.
E invece a chi si fa il processo? Alla Lega.  A Salvini. Gli strilli   mediatici sono tutti per il pericolo fascista rappresentato da questo Luca Traini,  "candidato della Lega", "simpatizzante per Casa Pound e Forza Nuova", che si fa prendere dopo essersi messo sulla spalle un tricolore  e fatto il debito saluto fascista.
Chi è questo sparatore? Un  semisquilibrato in cura psichiatrica. Seguito dai servizi sociali. Quindi noto alle "autorità". Con il  permesso di possedere un'arma da  fuoco.
Se fossimo  negli Stati Uniti, direi che è questo il profilo tipico del "solitary assassin"  che di tanto  in tanto appaiono  e  sparano a un presidente o in un attentato "islamico", ne abbiamo avuto  anche in Francia. Sempre così:   già noto ai servizi, squilibrati, in cura psichiatrica, con porto d'armi. Un Oswald che sparò a Kennedy  (o così si disse, perché il giorno dopo fu ammazzato), quel Sirhan Sirhan che sparò al fratello Robert, quel John Hinckley che sparò a Ronald Reagan per  attirare l'attenzione di Jodie Foster di cui s'era innamorato (ma guarda caso era amico della famiglia Bush).
Lo sparacchiatore di  Macerata è arrivato con tempismo perfetto modificare la narrativa. Pensate   solo: senza di lui, i media avrebbero dovuto per  giorni riferire i dettagli  delle indagini, macabri e sanguinolenti. Invece non sappiamo nemmeno  se il nigeriano l'ha uccisa,   anzi ancora adesso  si mantiene che "forse è morta per overdose". Nemmeno se l'ha violentata: anzi, all'inizio, i media hanno  riferito che non c'erano segni di violenza carnale –  per poi ammettere  sottovoce  che i segni non c'erano, perché lo squartatore le aveva  asportato anche la vagina, insieme al cuore.
Una pessima settimana per le sinistre, in campagna elettorale.   Ma ecco il Traini: spara, fa il saluto fascista, è' leghista, un po' Casa  Pound. Provvidenziale.
http://www.ansa.it/marche/notizie/2018/02/03/sparatorie-a-macerata-traini-candidato-con-la-lega-alle-amministrative-del-2017_83d9135c-1fbe-46e6-b2d2-425b385e0302.html

Gli stessi dubbi sono ventilati da Imola Oggi: 
Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?
di Armando Manocchia (4, febbraio, 2018)

In un clima di tensione, scaturita dalla cruenta fine di Pamela Mastropietro, massacrata da uno spacciatore nigeriano, ieri, 3 febbraio 2018, a Macerata c'è stata una sparatoria nella quale sono rimasti feriti sei stranieri, colpiti da qualcuno che, dall'interno di un'auto in corsa, sparava con una pistola semiautomatica. Questa vicenda ha distolto l'attenzione dall'atroce assassinio di Pamela, ha ribaltato la situazione ed ha focalizzato l'attenzione dei media sugli stranieri feriti, distraendo così i più suggestionabili dalla morte della 18enne.
La sparatoria
Nei due video che vi mostriamo, si vede chiaramente il braccio dell'uomo che impugna l'arma, vestito con un indumento scuro a maniche lunghe.

(leggete il resto dell'originale):
Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?
Noi  ci limitiamo a riportare la conclusione:
Questo espisodio ci ha fatto tornare alla mente l'omicidio di Jo Cox, la deputata laburista uccisa durante la campagna elettorale sul referendum per la Brexit, mentre era con la sua amica musulmana Fazila Aswat, la quale, a quel che sappiamo, non ha mai testimoniato che il killer avrebbe pronunciato le parole "Britain first""Omicidio Cox, chi sono i veri mandanti?"

LeggiCome il sistema s'inventa i razzisti di destra per fini politici
A confermare il gesto politico in cerca d'autore, ci aiutano i media stranieri, solite aquile dell'informazione. "Il razzismo irrompe nelle elezioni".

Fonte:
https://www.maurizioblondet.it/fossimo-usa-perfetto-solitary-assassin/
#197
ma cosa centra e che senso ha quello che hai scritto sopra in risposta alle parole di Sara?
perche devi sempre stravolgere le parole degli altri e mettere tutto in confusione?

Sara si e' espressa in maniera tanto chiara,quanto vera...l'insegnamento di Gesù e' universale..quale sarebbe questo "errore".. ma che centra??
#198
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
23 Gennaio 2018, 03:20:21 AM
Oggi ho ascoltato alla radio, in una trasmissione di (dis) informazione mainstream (che in italiano si traduce di massa) ad un fraseggio, tipico del politicamente corretto della nostra attuale neolingua - che io equiparerei ad un "salto mortale carpiato con avvitamento" !

L'esperto-specialista ospite della trasmissione doveva rispondere alla domanda di un ascoltatore che metteva in discussione i soliti numeri e le solite statistiche che alla bisogna vengono direi immancabilmente fuori a proposito,con l'unico vero scopo di raggirare le informazioni (vedi il famoso pollo di trilussa) @

Le testuali parole sono dunque queste;

" E' vero come diceva l'ascoltatore che nell'ultimo anno, forse negli ultimi due anni ce un rallentamento di questo miglioramento  :o ..di questa incidentalità! "

Bastava usare il termine peggioramento...ma pur di non dirlo,pur di negare l'ovvia evidenza si tende appunto a sviarla e/o a contraffarla per farla sembrare tutto sommato qualcosa di irrilevante,cosi pure da impedire all'opinione pubblica la reale portata e indurlo al suo imminente svuotamento di senso ed anche quello di far scivolare tutto nel "dimenticatoio"


@
La Statistica

Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe' fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perché c'è un antro che ne magna due.


———

Mentire con le statistiche:
http://gandalf.it/htlws/trilussa.htm
#199
Citazione di: Kobayashi il 22 Gennaio 2018, 15:24:37 PM
acquario69: credi nell'esistenza di un'unica visione spirituale, diciamo una dottrina "eterna" declinata nelle diverse lingue ma fondamentalmente identica?

la tua mi sembra una domanda a trabocchetto   :)
...comunque nel frattempo mi vado a fare un bel un caffè
#200
Citazione di: Kobayashi il 22 Gennaio 2018, 13:05:51 PM
Il problema secondo me non sta tanto nella severità delle rinunce richieste, quanto in ciò che SaraM dice nella parte finale, ovvero l'idea che Cristo ci sostenga in questo sforzo.
L'esperienza ci dice che in questo sforzo siamo soli, che si creda o meno in Dio.
Enzo Bianchi in un'intervista scherzava sul fatto che tutti sembrano in continuo contatto con Dio tranne lui...
Ricordo di un colloquio personale che ho avuto qualche anno fa con un giovane frate domenicano: diceva, tra le altre cose, testualmente: "Eh sì, quando vuole, Lui si fa capire benissimo!".
Non è così purtroppo! E insistere su queste suggestioni produce l'effetto di cancellare la possibilità di leggere la tradizione da un punto di vista simbolico, che è l'unico punto di vista che riesce a tenere vivo un repertorio religioso (che alcuni di noi continuano ad amare).
Altrimenti che cosa rimane: il dogma, il moralismo, il prodigioso.
E chi cerca Dio, di qualsiasi cosa si tratti, è costretto a emigrare in Oriente...

infatti..sempre se sono riuscito ad interpretare le tue parole quello che e' venuto sempre più a mancare e' la visione simbolica, (sacra-mitica) quella fra virgolette occulta (ma qui e per non dilungare si aprirebbe un discorso che forse divagherebbe troppo) 
una ed unica per tutte le civiltà sia pure in forme luoghi e tempi anche molto diversi tra loro e al suo posto e' subentrata quella cosiddetta profana,da cui deriva appunto il dogma, il moralismo e il "prodigioso" o le suggestioni,e che in fondo che altro sarebbero se non queste le vere e proprie credenze e superstizioni?
Anche in tal senso si può notare come siano rovesciate le cose 
#201
Citazione di: SaraM il 21 Gennaio 2018, 18:36:58 PM
Cristo chiama tutti gli esseri umani a seguirlo ma pone alcune condizioni per cui premette subito che parte dell'umanità accetterà e parte no.Innanzi tutto chi decide di seguire Gesù deve fare dei CALCOLI per vedere se sarà in grado di farlo fino in fondo(come chi vuol fare una costruzione deve calcolare se può sostenere le spese per non rischiare di lasciarla a metà o una nazione deve constatare se ha i mezzi necessari per vincere una guerra).Le forze necessarie per seguire Cristo sono state chiaramente esposte da lui in più occasioni(e non sono una  cosa facile se non per il fatto che Lui è disposto ad aiutarci!): è necessario vivere nel mondo SENZA APPARTENERE AL MONDO,vivere per Dio senza prostituirsi agli idoli.Una"strada" di vita così può essere piuttosto angusta perchè indubbiamente richiede sacrifici:rinunciare a se stessi in quanto esseri che si realizzano per il mondo,non essere sempre in ansia per i bisogni della vita quotidiana,mettere tutto al secondo posto dopo Dio(famiglia compresa);andare avanti portando giornalmente le sofferenze che il mondo ci dà e che questa sequela può comportare confidando nell'aiuto divino,non dare importanza a ciò che il mondo esalta(ricchezze,carriera,prestigio)che per molti è come dire rinunciare alla vita ma soprattutto è necessario NON VOLTARSI INDIETRO rimpiangendo ciò che è stato trascurato.Tutto questo non vuol dire rintanarsi in una grotta,non lavorare ,non formare una famiglia ma vuol dire vivere nel mondo senza appartenervi mettendo Dio al primo posto in tutte le cose che si fanno,in tutte le decisioni che si prendono(nello studio e nelle posizioni di prestigio senza superbia,nella famiglia senza prepotenza o possessione,nel lavoro senza cupidigia,nella ricchezza senza egoismo)Anche il divertimento e il riposo fanno parte della vita e rendono al massimo se vissuti con moderazione.Pensandoci bene ,tutto sommato,il peso di una vita così non è eccessivo,il giogo di Gesù(l'unico giusto per cui Dio ha salvato l'umanità) è leggero perchè lui ci aiuta a portarlo!

Ma perche quando si prova a parlare di Dio si deve quasi sempre associare a una certa angusta idea di sacrificio? 
Come se vi fosse in tale idea pure una colpa da espiare.

E se invece per Sacrificio si intendesse tutt'altra cosa?
Sacrificio significa rendere sacro..ogni cosa, ogni gesto, ogni pensiero va perciò ricondotto al sacro e dunque all'armonia totale e al rispetto più profondo,che secondo me,ne sarebbe la sua diretta conseguenza 
(sacro-armonia-rispetto..indissociabili tra loro e si può perciò capire bene cosa ne comporta - e ne ha comportato! - la mancanza)

...Nella "rinuncia a se stessi" (notare le virgolette) e a vivere nel mondo senza essere del mondo a me sarebbe tornata in mente questa storiella zen:

Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita.
Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta.
La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin.
I genitori furibondi andarono dal maestro. "Ah sì? " disse lui come tutta risposta.
Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo.
Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce.
La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino.
Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: "Ah sì?".
#202
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
18 Gennaio 2018, 23:59:59 PM
la fu ministra inglese Teacher a sostegno dell'ideologia più funesta, mortifera e distruttiva che l'uomo abbia mai avuto..disse:

"La societa' non esiste,esistono gli individui". (e i polli ci hanno creduto!)

Ed eccoli qui i risultati !
Oggi in Gran Bretagna nasce il Ministero della Solitudine!

http://www.ilcambiamento.it/articoli/nella-triste-realta-della-vita-moderna-serve-il-ministero-della-solitudine
#203
Anch'io condivido in pieno le cose dette da Kobayashy.
Il passaggio, se cosi ci si può esprimere e' "verticale" ..dall'Io al Se' - che non lo annulla ma lo comprende -
e' l'unione (la non dualità) - da cui credo si realizzi l'empatia come dice Sariputra ..la Libertà' (conosci te stesso)
#204
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
18 Gennaio 2018, 14:34:12 PM
Chi controlla il denaro può controllare il mondo
(Henry Kissinger)

Vorrei sbagliarmi ma temo che le elite che governano la globalizzazione intendano sottoporre l'umanità ad un nuovo pericoloso salto nel buio, mettendo fine all'era millenaria della moneta materiale. Un processo di progressiva smaterializzazione del denaro, in effetti, è già avviato da tempo, ma quello che forse non sapete è che in alcuni Paesi-pilota è ormai prossimo al completamento.
Lo scorso novembre, ad esempio, la Svezia ha comunicato al mondo di aver ridotto le compravendite in contanti a meno del 2 per cento delle transazioni complessive. Sotto la spinta delle campagne governative, la gran parte dei negozianti ha infatti scelto di accettare in via esclusiva il pagamento elettronico, determinando così la sostanziale scomparsa di banconote e monete. Non solo. L'euforia futurista degli svedesi è tale che le ferrovie pubbliche hanno potuto persino introdurre - senza alcuno scandalo e purtroppo con buon successo - un nuovo inquientante metodo per acquistare biglietti e abbonamenti: l'impianto di un bancomat in formato microchip nella mano dei passeggeri.
Io non credo, come sostiene qualcuno, che la Svezia sia un caso particolare, ovvero che gli svedesi si siano spinti così in là solo in virtù della loro spiccata attitudine tecnologica. Credo al contrario che la Svezia, proprio per questa caratteristica della sua popolazione, sia stata scelta come Paese-laboratorio di una rivoluzione da presentare ed estendere al resto del mondo.
L'abolizione del denaro contante, infatti, è esplicitamente sostenuta dal Fondo Monetario Internazionale che ha suggerito un vademecum di misure legislative all'attenzione dei governi di tutto il pianeta, raccogliendo subito il consenso della Commissione Europa che tuttavia, nello scorso luglio, ha dovuto constatare la drastica ostilità al progetto del 95 per cento dei cittadini europei. Ecco perché è così importante creare esempi "positivi" ed ecco perché alcuni Stati - oltre alla Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Giappone, India e Australia – si stanno dando veri e propri crono-programmi per raggiungere l'obiettivo nell'arco, non di decenni, ma di qualche anno.
Per scardinare un'abitudine tanto radicata nell'umanità quale quella di maneggiare il denaro, non può certo bastare l'imposizione legislativa. Resta infatti indispensabile ottenere il consenso, o quantomeno la passiva indifferenza, di un'opinione pubblica che oggi, tuttavia, è facilmente irretita da tutto ciò che le vien presentato come moderno. Come se "moderno", nel vocabolario di questo tecno-mondo globale, fosse sempre e comunque sinonimo di "migliore".
Il caso italiano, da questo punto di vista, appare illuminante. Chi sostiene attivamente l'archiviazione del contante – perlopiù la stampa d'ispirazione mondialista, attraverso la penna di alcuni personaggi d'indubbia autorevolezza presso i cittadini – lo fa con una logica semplicistica che della scomparsa fisica dei soldi descrive solo i possibili vantaggi, trascurando accuratamente di immaginarne i molteplici, e direi più che probabili, effetti collaterali.
Ci viene ad esempio spiegato che impedire la circolazione della cartamoneta azzererà l'evasione fiscale, determinerà la fine di spaccio e prostituzione e renderà assai meno macchinosa, sebbene totalmente tracciabile, la nostra vita di consumatori. Smettendo di maneggiare banconote, insomma, ci trasformeremmo sic et simpliciter in un piccolo paradiso terrestre, abitato da cittadini progrediti, redenti da ogni vizio ed irreprensibili.
Trovo questa narrazione gravemente parziale e lacunosa. Anche perché la smaterializzazione del denaro, a mio modo di vedere, finirà soprattutto per trasferire la potestà effettiva sul denaro da chi lo possiede a chi lo custodisce.
Prima di arrivare a questa mia personale e drastica conclusione, credo però che sia il caso di rimettere un po' d'ordine nei ragionamenti altrui.
Ritengo profondamente fuorviante, ad esempio, ricondurre il fenomeno dell'evasione e del riciclaggio alla sola irrintracciabilità del denaro contante. Chi propaganda questa vulgata difetta di senso delle proporzioni allo stesso modo di chi imputa gli ammanchi erariali ai baristi che non battono scontrino e agli idraulici che non emettono fattura. Non dispongo di dati, ma forse anche voi, come me, avete la vaga sensazione che i danni inferti al nostro erario dall'evasione delle tazzine di caffé e delle riparazioni di tubi siano di scala decisamente inferiore ai danni complessivamente inflitti alla nostra economia dagli squali della finanza derivata e dai furbetti dei trasferimenti contabili. Bene. Questa economia elettronica non si nutre di banconote, ma di voraci algoritmi del tutto indipendenti da ogni riferimento tangibile, e dubito che la scomparsa della cartamoneta potrà ridurre in alcun modo il suo potenziale distruttivo. Al contrario, semmai, aumenterà la dipendenza del reale dal virtuale.
Sarebbe inoltre il caso di ammettere - e alcuni giudici coraggiosi, in Italia, l'hanno già riconosciuto - che l'evasione non è tutta di natura criminale, ma che c'è anche un'evasione di sopravvivenza, commessa a scopo, oserei dire, umanitario: per non licenziare i propri dipendenti, per sfamare la famiglia o per pagare forniture indispensabili a tirare avanti l'azienda.
Quanto al problema del riciclaggio, poi, temo che la malavita organizzata abbia già realizzato che un complice nell'ambiente della tecno-finanza sia più utile di cento spalloni e personalmente trovo curioso che con una mano si abolisca il contante mentre con l'altra si dà il benvenuto ad una valuta ambigua come il bitcoin.
Un altro aspetto che i sostenitori della smaterializzazione del contante non denunciano - oltre a quello, forse dato ormai per inevitabile, dell'asfissiante pedinamento dei nostri comportamenti - riguarda l'increscioso strapotere che ne deriverebbero le banche, le quali, come i signori della globalizzazione sanno bene, non godono oggi di grande fiducia popolare.
Immaginiamoci una situazione divenuta, a noi italiani, abbastanza familiare. Supponiamo che abbiate il conto in un istituto che sta precipitando in borsa o sul quale Bankitalia abbia avviato accertamenti o la magistratura ordinaria abbia disposto un'inchiesta. Essendo in vigore il bail in, dovreste preoccuparvi di poter perdere i vostri risparmi e sarebbe vostro sacrosanto diritto ritirare, precauzionalmente, tutto il vostro patrimonio. Già oggi, con il tetto ai prelievi, questa operazione non vi sarebbe possibile oltre il limite, ridicolo, di mille euro al giorno e 5mila euro al mese, ma domani, una volta abolito per legge il contante, prelevare sarà letteralmente impossibile. Dunque non avreste altra scelta che spostare quel denaro da un istituto all'altro, nell'irragionevole speranza che l'istituto prescelto non abbia alcuna interdipendenza con la banca dalla quale desideravate fuggire.
I vostri soldi, come già detto, non saranno più solo vostri, ma saranno anche di chi li custodisce e, se permettete, dubito che sollevare le banche dal rischio della corsa agli sportelli le indurrà ad una minore spregiudicatezza finanziaria.
Vorrei poi che mi faceste la personale cortesia di non abboccare alla favoletta di chi racconta che l'informatizzazione del denaro è il metodo di custodia più sicuro perché, a conti fatti, non appare molto più sicuro del materasso. Il denaro virtuale, infatti, vi espone a numerosissimi pericoli di sottrazioni indebite, che vanno dall'applicazione di costi occulti all'infiltrazione telematica, tralasciando qui l'eventualità – che sbagliereste a considerare remota giacché contemplata in tutti gli scenari di pubblica sicurezza - di un black-out vasto o prolungato che sarebbe in grado, in comunità senza contanti, di paralizzare completamente ogni attività umana.
Temo infine che, bombardati da valutazioni di ordine pratico, si corra il rischio di sottovalutare le gravi implicazioni psico-pedagogiche che la smaterializzazione del denaro avrebbe, in particolare, sulle nuove generazioni.
Sono stato bambino negli anni '80 e ricordo perfettamente che venivamo educati a maneggiare il denaro. Genitori e nonni ci concedevano piccole mance da amministrare oculatamente, per poi provare l'ebbrezza di acquistare, da soli, ciò che più desideravamo. Ricordo ancora il momento in cui, dopo estenuanti settimane di attesa, consegnai al negoziante una cinquantina di banconote da 500 lire per ricevere in cambio un meraviglioso pallone di basket, marca Spalding, che a quel punto non era più solo un gioco, ma anche la mia prima esperienza autonoma di gestione finanziaria. Ricordo peraltro che alle elementari, in perfetta armonia con gli insegnamenti familiari allora in voga, le insegnanti ci fecero costruire un salvadanaio di cartone, a forma di casa, invitandoci ad usarlo come gli adulti facevano uso della banca, ovvero depositandovi, quando potevamo, una moneta da cento lire.
Quello sarà forse stato un mondo piccolo e provinciale, ne convengo, ma attraverso quell'esperienza materiale del denaro noi bambini imparavamo a risparmiare, a non spendere più di quanto era possibile spendere ed anche, forse, a selezionare i desideri.
Privare i bambini di questa esperienza tattile, visiva e dunque concreta del denaro rischia di avere effetti secondari dirompenti. Se il denaro esiste solo come astrazione, il processo educativo alla spesa responsabile e al risparmio viene automaticamente a cadere, soppiantato dalla libertà ingannevole di questa contabilità neo-liberistica del debito/credito per cui chiunque può ottenere immediatamente tutto ciò che vuole – senza nemmeno provare il gusto di desiderarlo – semplicemente diminuendo l'entità dei propri crediti o aumentando l'entità dei propri debiti. Nella scuola di oggi, peraltro, non ci sono case di cartone e gli scolari, guarda caso, vengono valutati proprio così: attribuendo debiti e crediti.
Non ho fatto studi di pedagogia, ma credo che questo sistema non potrà che trasformare i bambini in consumatori precoci e compulsivi ed i consumatori compulsivi in cittadini sottomessi. Perché chi contrae un debito ha l'onere di ripagarlo, chi deve ripagare un debito necessita di denaro e chi ha bisogno di denaro deve lavorare per guadagnarselo. Ed io ho il sospetto, che confina ormai con la certezza, che quel lavoratore non riuscirà a dire un solo no. E nessuno mi toglierà dalla testa che un salvadanaio di cartone, a forma di casa, gli avrebbe garantito un futuro migliore. Più solido, consapevole e dignitoso.

Meditate gente..meditate!

https://www.maurizioblondet.it/arriviamo-piano-piano/


Fonte:
http://www.interessenazionale.net/blog/perche-dico-no-chi-vuole-abolire-contante
#205
Tematiche Filosofiche / Re:Le invenzioni non esistono
17 Gennaio 2018, 05:45:26 AM
Citazione di: epicurus il 16 Gennaio 2018, 14:41:14 PM
Citazione di: acquario69 il 16 Gennaio 2018, 12:43:08 PMTi confesso che mi rimane molto nebulosa la tua spiegazione..perche dal mio punto di vista tu riduci tutto al solo fattore linguistico, non penetrando pero l'essenza stessa di tale parole, (che sarebbero perciò solo il mezzo ma non il fine) o in altri termini scambi il dito per la luna
Acquario, nel tuo post d'apertura chiedi se, invece di dire che si inventa un manufatto, non sarebbe più utile dire che si è scoperto. Non vedo come, posta così la questione, questa non sia una faccenda linguistica. Se tu sei un archeologo, allora magari scopri un artefatto durante degli scavi, ma se tu invece sei un artigiano gli artefatti li crei/inventi. Non sei d'accordo che siano due attività ben diverse? Quindi ci è molto utile avere due parole/concetti diversi per queste due attività diverse. Tutto qui. Davvero per te tutto questo mio discorso non ha senso?

Infine, cosa intendi per "essenza della parola"? E' come dice Angelo, cioè in realtà non volevi parlare di inventare/scoprire, ma della questione dell'essere in potenza, dell'essere in atto e affini?

Citazione di: acquario69 il 16 Gennaio 2018, 12:43:08 PMLa prima e' che io NON affermo implicitamente (come dici tu e non io,e non capisco nemmeno dove lo avresti estrapolato dalle mie parole ) che per inventare qualcosa si deve creare qualcosa di sana pianta...bensi scrivo; chi inventa qualcosa non l'ha crea lui di sana pianta..ma la rivela..il che mi sembra davvero tutt'altra cosa

Scusa, pensavo che con la tua frase "chi ha innevato qualcosa non la crea lui di sana pianta" intendessi "quando si dice che qualcuno ha inventato qualcosa, in realtà non ha inventato nulla perché non la crea di sana pianta" e che quindi se qualcosa si riuscisse a creare di sana pianta allora si starebbe inventando. Comunque scusa per la mal interpretazione, comunque non era essenziale al discorso.


Citazione di: acquario69 il 16 Gennaio 2018, 12:43:08 PMUn altra e' nell'etimologia stessa della parola invenzione, che e' questa:
Invenzione ...dal latino inventionem ..da inventus/in-venire = trovare investigando, scoperta di cosa nascosta e non per anco conosciuta

L'etimologia rappresenta la storia e l'origine della parola, non definisce il significato attuale.


Si naturalmente trovo anch'io che il tuo discorso sopra abbia un senso..da parte mia pero, in tutte le cose che ho detto finora su quest'argomento avrei anche provato ad andare oltre al significato preso semplicemente alla lettera.

Tu mi chiedi d'altra parte cosa intendo per "essenza della/e parola/e...ma se poi all'ultimo mi dici che l'etimologia rappresenta (solo?) la storia e l'origine della parola,e che non definisce il significato attuale, allora mi sembra che non attribuisci all'etimologia l'importanza che merita, io direi appunto fondamentale..come se fosse quasi una cosa superflua e che se ne potrebbe anche benissimo fare a meno, (questa e' almeno l'impressione che ho avuto leggendo) allora secondo me sarà' già questo a rendere piuttosto difficile provare ad intendere le cose nella loro radice e nella loro essenza.

sono pure del parere che il significato in se stesso non possa avere una "attualità" perché ritengo che il senso in se' delle cose non si possa modificare,puo si cambiare la forma, i diversi modi di esprimerlo ma cio che e' vero un milione di anni fa rimane vero pure oggi e per sempre..e questo a prescindere dalle nostre - mutevoli ed arbitrarie - opinioni.

Ed e' per l'appunto ed esattamente quello che accade oggi...
lo aveva già descritto bene orwell..dove le parole (della neolingua) vengono modificate di continuo fino a cancellarle e svuotarle completamente di senso
#206
Tematiche Filosofiche / Re:Le invenzioni non esistono
16 Gennaio 2018, 12:43:08 PM
Citazione di: epicurus il 16 Gennaio 2018, 12:04:40 PMCiao Acquario, è forviante perché tu proponi di cambiare l'uso e il significato delle parole. In linea teorica potrei accettare questa revisione linguistica, ma è solo una questione linguistica, non c'è nulla di sostanziale. Ed è per questo che poi, di fatto, preferisco restare nel solco del linguaggio preesistente che già tutti conoscono e capiscono.

Tu implicitamente affermi che per inventare qualcosa si deve creare qualcosa di sana pianta (cioè in modo radicale, dalle fondamenta). Invece l'italiano prevede che affinché si possa dire "io ho inventato X" semplicemente tale X prima non esistesse. Certo, ogni cosa che noi inventiamo concretamente è fisicamente possibile (quindi "esistente in potenza"), ma non era già esistente (cioè "esistente in atto"). Tutto qui. E' una convenzione linguistica, nulla di più.

Un altro modo di vedere la questione è abbandonare la visione ingenua del significato come definizione esplicita e verbale, in favore di una visione più globale dove il significato è definito anche dall'uso delle parole. Quindi si osserva che si parla di inventare una macchina, uno strumento, una tecnica di fabbricazione, un nuovo sistema di coltivazione, una moda, un ballo, un gioco, una pietanza. Mentre si parla di scoprire una verità, un segreto, una legge fisica, un complotto contro lo stato, un giacimento di petrolio, nuove terre. Questi sono usi paradigmatici di tali verbi.

Questo è l'uso linguistico corretto di "inventare" e "scoprire" in italiano. Tra l'altro risulta molto comodo, perché quando io dico "Io ho inventato un gioco" o "Io ho scoperto un gioco" sto dicendo due cose completamente diverse e chi mi ascolta (tu compreso) capisce perfettamente la differenza. Differenza, questa, che andrebbe persa se non esistesse il verbo "inventare" ma solo il verbo "scoprire".

Ti confesso che mi rimane molto nebulosa la tua spiegazione..perche dal mio punto di vista tu riduci tutto al solo fattore linguistico, non penetrando pero l'essenza stessa di tale parole, (che sarebbero perciò solo il mezzo ma non il fine) o in altri termini scambi il dito per la luna

ad ogni modo da parte mia notifico pure due cose.

La prima e' che io NON affermo implicitamente (come dici tu e non io,e non capisco nemmeno dove lo avresti estrapolato dalle mie parole ) che per inventare qualcosa si deve creare qualcosa di sana pianta...bensi scrivo; chi inventa qualcosa non l'ha crea lui di sana pianta..ma la rivela..il che mi sembra davvero tutt'altra cosa

Un altra e' nell'etimologia stessa della parola invenzione, che e' questa: 
Invenzione ...dal latino inventionem ..da inventus/in-venire = trovare investigando, scoperta di cosa nascosta e non per anco conosciuta
#207
Tematiche Filosofiche / Re:Le invenzioni non esistono
16 Gennaio 2018, 04:23:10 AM
Citazione di: epicurus il 15 Gennaio 2018, 17:00:59 PM
Secondo voi questo è un problema filosofico? A me pare un mero problema linguistico, risolvibile con l'uso di un dizionario, o comunque studiando l'uso della lingua italiana.

Secondo il Treccani:

Inventare. Trovare, con l'immaginazione o l'ingegno, e per lo più attraverso studî, esperimenti, calcoli, ecc., qualche cosa che prima non esisteva, soprattutto oggetti utili, mezzi o metodi che agevolino il lavoro, migliorino la produzione, e in genere tutto ciò che contribuisce al progresso dell'umanità e a cui si dà il nome di «invenzione»: i. una macchina, uno strumento, una tecnica di fabbricazione, un nuovo sistema di coltivazione; la stampa è stata inventata da Giovanni Gutenberg. Con senso più generico, escogitare, ideare qualche cosa di nuovo: i. una moda, un ballo, un nuovo gioco; è una pietanza che ho inventato io; non sapresti i. qualche cosa per ammazzare il tempo?; bisognerà i. qualche espediente per passare inosservati.

Scoprire. Acquisire alla conoscenza e all'esperienza umana nozioni, fatti, oggetti, luoghi prima ignoti: s. la verità; s. un segreto; s. una nuova legge fisica; Galileo scoprì l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo; è stato scoperto un complotto contro lo stato; s. un giacimento di petrolio; s. nuove terre; nel 1642 A. Tasman scoprì la Tasmania.

Quindi si inventa qualcosa che prima non esisteva, si scopre qualcosa di già esistente. L'autore del topic parla di "esistenza in potenza", un modo come un altro per parlare di qualcosa che non esiste ma che potrebbe esistere, quindi in questo caso si deve usare "inventare".

L'autore del topic scrive "secondo me non può esistere invenzione di nulla, perché si potrebbe anche banalmente dire che tutto e' creato al principio,(e anche dire più sottilmente,che nulla nasce e nulla muore)". Ma perché mai dovremmo esprimerci in questo modo? Che valore aggiunto avrebbe un modo di parlare così metaforico e, in ultima analisi, forviante?

Ci sono anche casi ambigui in cui è permesso parlare sia di invenzioni che di scoperte, ma fa parte della natura del linguaggio (e della sua grande potenza espressiva) essere non perfettamente preciso.

Quello che l'autore (cioè il sottoscritto  :)  ) avrebbe voluto far intendere e' che chi inventa qualcosa non l'ha crea lui di sana pianta..non e' un suo prodotto ma l'ha "solo" rilevata (rivelazione = rendere noto cio che era nascosto) e se era nascosto vuol dire che già c'era indipendentemente dal suo "inventore"

secondo me infatti,se una cosa non la si conosce, non e' perché questa non esiste ma perché ancora la ignoriamo

Al contrario tuo trovo invece fuorviante dire : "quindi si inventa qualcosa che prima non esisteva"
Perche non mi sembra che sia cosi e proprio per le ragioni spiegate sopra...ed e' pure il motivo per cui si ha la necessita di parlare in maniera metaforica (o simbolica)  
#208
Citazione di: altamarea il 03 Gennaio 2018, 13:43:57 PM
Giona,  il tuo limitato orizzonte non ti fa capire perché insisto nel parlare di cose che non che non conosco ?

Perché non provi ad immaginare che forse ne so più di te in fatto di religione cristiana, in particolare di storia del cristianesimo ?

Rileggiti ciò che scrivi e vedrai che sei proprio tu che "spari giudizi fondati solo su idee/illusioni personali".

Tutta la tua puerile religiosità manifesta le illusioni  e suggestioni in fatto di fede.

La fede è uno stato di grazia che nei fanatici diventa disgrazia.


Le religioni (e la Spiritualità) non la com-prendi affatto "studiandola" e non e' perciò una questione di mera erudizione.
#209
Tematiche Filosofiche / Re:Anima, Spirito, Mente
01 Gennaio 2018, 06:08:40 AM
Dire che non esiste nessuna certezza (oppure che tutto e' relativo) e' anch'essa una certezza..e questo dimostra che per quanti giri di parole si possono formulare l'unica che rimane (che E' e non può perciò essere altrimenti) e' sempre la certezza 
#210
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 07:32:07 AM
CitazioneCosa rispondereste a una persona che vi chiede: Mi dici un solo motivo per cui dovrei vivere?

La Conoscenza. (Conosci te stesso)


..anche se a me viene piuttosto da chiedermi il motivo per cui si nasce o sarebbe forse più corretto dire il perché si viene al mondo...

Altre domande e considerazioni sparse:

e' giusto decidere di mettere al mondo un bambino? (Sopratutto oggi?)
- secondo me no!

Casi estremi:
In africa ci sono tre milioni di bambini che nemmeno nascono e già muoiono letteralmente di fame ogni anno...cosa passa per la testa dei loro genitori?

Aforisma:
Vero "gesto inconsulto" – come lo definiscono i superficiali – non è quello di togliersi la vita, ma quello di darla.
(Giovanni Soriano)