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Messaggi - InVerno

#196
Ma non esiste innanzitutto il "lavoro maschile" e il "lavoro femminile", pensavo non fossimo cattivi sessisti, esiste la retribuzione di donne e uomini quella è misurabile, ma la colonna "lavoro maschile" è vuota perchè non esiste un pezzo di carta scritto da nessuna parte nel mondo (esclusi alcuni stati teocratici) che prevenga alle donne mansioni, sono prassi sociali non caratteristiche del lavoro stesso, fare il pompiere non ha nulla di intrinsecamente maschile, è semplicemente prassi che non lo facciano le donne e non è mai stato un problema per nessuno.
#197
La famosa preferenza "donne-persone" e "maschi-cose" l'abbiamo trovata sin nei bonobo, non esiste nessuna cultura nella storia umana che abbia avuto maggioranza di donne interessante al "campo delle cose" e maschi interessati al "campo delle persone", sostenere che questo sia impresso dalla cultura è in totale assenza di prove, specialmente quando i dati a riguardo  suggeriscono l'esatto contrario. Allo stato delle conoscenze attuali queste preferenze sono molto profonde e non si capisce neanche il beneficio di andarle a toccare, sono lì per un motivo, perchè nell'unione di queste diverse  inclinazioni si ha una FAMIGLIA, il vero nucleo sociale che i poveracci woke, individualisti fino al midollo, hanno completamente dimenticato e che vive dell'unione di diverse inclinazioni maschili e femminili, le une complementari alle altre.

Per la filosofia facciamo alcuni ipotetici:

Ti sentiresti rappresentato se il parlamento fosse popolato unicamente da neri e gay? Io si, pur non essendo nessuno dei due, se sono stati votati significa che rappresentano il popolo di cui faccio parte, irriguardevolmente delle caratteristiche somatiche e dalle preferenze sessuali, un nero gay può fare una legge perfettamente giusta anche per un etero bianco, secondo me.

Se l'offerta di lavoro incontra la domanda dovremmo essere contenti, se io voglio fare il dentista e riesco a fare il dentista dovrebbe essere un fatto positivo della società. Quanto influisce sul mio benessere di "essere dentista" il fatto che una percentuale degli appartenenti al mio stesso sesso, o colore della pelle, facciano i dentisti a loro volta? Se io fossi l'unico dentista bianco ed etero in Italia sarebbe un problema per chi esattamente? Per me? Per i clienti? Per chi? Perchè?
#198
In un economia di mercato ideale tutte le differenze dovrebbero accontare a differenze di compensazione, nel mondo reale esistono contratti di categoria etc che non sono discriminanti tra uomo e donna, è illegale, se un uomo decide per qualche motivo di fare il badante viene pagato esattamente quanto una donna, o di meno perchè gli "stereotipi di genere" lo ritengono minormente adatto di una donna. E' un problema? Per me no, gli stereotipi di genere raccontano una realtà sperimentabile e probabilisticamente veritiera e la compensazione ne consegue.

Una differenza cessa di essere neutra quando esce dal tuo mondo platonico e altera le preferenze di qualcuno, il fatto che l'economia registri o meno questo processo dipende da quanto è granulare, ma le differenze si trovano anche in campi non economici come quello della rappresentazione politica. L'unica cosa che è "neutra" è la parola "discriminazione", in un contesto liberale diventa negativa se è imposta o positiva se è frutto di una preferenza personale, in un contesto socialista l'esatto contrario (almeno in teoria). 

Una disparità partecipativa o rappresentativa può essere indizio di una discriminazione imposta, ma NON è una prova.
Ci sono valanghe di discriminazioni che si originano volontariamente dai soggetti stessi, non sono imposte a "vittime" ma insistono su agenti pienamente in possesso del loro destino, sia in senso individuale che associativo che attuale che storico. Perciò a differenza dei woke che sventolano foglietti dove pensano che una percentuale dimostri qualcosa essa non dimostra niente, ma è un indizio che può portare ad uno studio, come è successo per la vincitrice del Nobel sopradetto, che con numeri, fatti e prove dimostri scientificamente (o refuti) l'esistenza di questa discriminazione negativa.
#199
Citazione di: niko il 14 Giugno 2025, 13:49:38 PMInverno, questo tuo ragionamento si confuta da solo:

> se le differenze fossero neutre,

> quindi tutto il ragionamento precedente e' una gran cavolata.
Hai ragione, se introduciamo nel mio ragionamento un ossimoro come "differenze neutre" esso perde di senso, ma lo stesso risultato si potrebbe ottenere introducendo altri elementi nonsensicali, tipo il "caldo freddo" o "l'alto basso", cosa caspio sono le differenze neutre? Non rispondere a me, dillo a quelli che fanno delle preferenze in base a queste "differenze neutre", per esempio come dicevo il rischio infortunistico\morte sembra che per le donne non sia per niente neutro ma piuttosto una kryptonite che previene la domanda di assunzione e spinge l'individuo femminile a cercare un altro lavoro non imposta da nessuno, il maschio rimane e viene pagato per quel rischio.
#200
Citazione di: Jacopus il 14 Giugno 2025, 09:05:43 AMA me sembra una sciocchezza Inverno. Potresti citarmi il testo del premio Nobel? Il cervello delle donne è strutturalmente e funzionalmente identico a quello dell'uomo e dotato anch'esso di neuroplasticità. Pertanto è vero il contrario. Più si aprono opportunità più i due generi si amalgamano anche come professioni svolte. Si tratta però di un processo lungo, intergenerazionale, poiché il genere femminile è stato schiacciato per millenni da culture che la ritenevano adatte a qualcosa e non altro. Tuttora se parli con persone colte mussulmane ti diranno che l'Islam non è contro la donna che lavora, ma la donna per la sua natura può lavorare solo come massaia, infermiera, ostetrica, maestra. L'unico vero limite lo vedo solo nei lavori estremi dove servono in modo preponderante i muscoli, ma fortunatamente, grazie alla tecnologia, sono sempre meno rilevanti.
Dubito che la dott.ssa Goldin abbia esaminato l'aspetto neurologico, essendo un economista ha semplicemente osservato i comportamenti che generano la disparità reddituale, scoprendo cose arcinote come l'impatto della maternità e l'avversione femminile al rischio sia lavorativo che contrattuale. Il fatto è che sono comportamenti volontaristici o perlomeno non esiste prova siano indotti dagli aguzzini col pisello, l'avversione al rischio per esempio è generalmente collegata al testosterone. Detto ciò, le differenze neurologiche saranno minime, ma è agli estremi della gaussiana dove una minoranza di fattori genera la maggioranza dei risultati, motivo per il quale gli abitanti delle prigioni di tutto il mondo sono nella maggior parte uomini pur avendo un cervello strutturalmente identico, una quota rosa che non interessa a nessuno.
#201
Basta prendere una battaglia a caso per verificare che i presupposti sono quelli, ti propongo quella del cosiddetto "gender paygap" : uomini e donne sono uguali ma sono pagati diversamente, se hanno delle preferenze diverse in ambito lavorativo sono dovute a differenze culturali (maschi blu femmine rosa etc) ma abolite quelle avremmo dovuto avere stipendi perfettamente uguali. Siccome è illegale praticamente ovunque pagare una donna meno di un uomo per la stessa mansione e basta uno scarso avvocato per risolverla, il problema che si presenta è che uomini e donne prediligono diverse mansioni, cioè sono diversi, e più vengono ridotte le imposizioni culturali più si diversificano invece che amalgamarsi(paradosso nordico). Impossibilitati ad accettare il fatto che donne e uomini sono diversi e preferiscono diverse mansioni i woke hanno seguitato a dire sciocchezze sull'argomento fino al 2023 dove una prode economista ha vinto il Nobel per aver scoperto sul tema praticamente quello che anche un bambino sapeva sin dall'inizio ma che nella cultura "woke" era andato smarrito.
#202
Citazione di: Il_Dubbio il 11 Giugno 2025, 11:40:45 AMStoricamente (che io sappia) fu proprio Turing a ritenere che una macchina potesse fare le stesse cose che fa un umano. E i computer attuali non c'erano ancora. Anzi diciamo che l'inventore teorico degli attuali computer è proprio Turing.

Non credo che la chiamasse "intelligenza", forse proprio pensiero.
A parer mio l'intelligenza dovrebbe essere un parametro, ovvero un valore attribuibile ad un sistema. E' in sostanza qualcosa che si può "misurare".
Solo che potremmo misurare (per assurdo) l'intelligenza di un umanoide e trovare quel valore molto piu alto di un umano.
Per questo la sottile differenza che passa tra un umano ed un umanoide, non dovrebbe essere nel valore di intelligenza, ma della sua qualità. La qualità però non la si misura.
Ci si è fermati ad una qualità, ovvero agli algoritmi, dove i valori sono le soluzioni.

Ma un uomo pensa e gestisce la sua vita come se stesse utilizzando, come qualità, algoritmi, oppure la sua qualità è diversa da un algoritmo?

Questa è la questione.
A livello semantico non ci vedo nulla di male nel chiamarla intelligenza, salvo che per "intelligenza" non si inglobino anche altri elementi più pertinenti secondo me alla "coscienza", "Coscienza Artificiale" sarebbe davvero preoccupante, intelligenza artificiale in un certo senso lo è anche la calcolatrice di Berlusconi.
#203
Sarebbe curioso contestualizzare il cospirazionismo antimedico nella storia occidentale, personalmente non ho idea quanto fosse diffuso in passato e quanto realmente la sfiducia che c'è oggi ,che comunque interessa una minoranza di persone, sia realmente un passo indietro. E' difficile tenere traccia di superstizioni, cospirazioni e miti intorno ad un problema così importante come la cura del proprio corpo, già aver raggiunto un consenso generale sembra un passo avanti determinante rispetto all'apparente confusione precedente alla scoperta dei batteri. E' incredibile pensare che fino a poco tempo fa non era chiara l'importanza di lavarsi le mani persino per i medici operanti, la valanga di teorie riguardanti "spiriti" e "demoni" ci racconta qualcosa della confusione e del "cospirazionismo" a riguardo, prima di internet si raccontava su carta stampata che c'era un omone cattivo col forcone che guidava orde di sciagure ai cattivi, pensa tre secoli di scienza cosa hanno portato.
#204
Sono contento che la tua visione delle cose si distacchi da quello che tradizionalmente è considerato "woke", praticamente ognuno dei tuoi punti elencati contiene almeno una differenza sostanziale con ciò che è considerato woke, non capisco perciò perchè prenderti la briga di provare a salvare un termine portandontelo a spasso nella tua versione delle cose anziché accettare che quello quello comunemente accettato nel "woke" è molto diverso da ciò che ritieni giusto tu.

1) Woke è egualitario, le loro proposte nella maggior parte dei casi si fondano sul principio equo=giusto
2) Le discriminazioni woke sono sempre negative e sempre rimediabili, sempre "culturali", scevre da limitazioni biologiche o antropologico
3) Le quote sono solo uno strumento ma il "pensare in quote" è circolare al punto 1
4) Le relazioni umane sono solo competizione e tra i vari gruppi può esistere solo una "tregua" amministrata dallo stato in forma legale. Questo è ancora più chiaro quando dalla partecipazione (al lavoro es) si passa alla rappresentazione politica, dove solo una donna può rappresentare una donna, solo un gay rappresenta un gay (eguale nel cinema) perchè l'esperienza di un individuo che appartiene ad un gruppo è aliena ed inconciliabile a quella di chi appartiene ad un altro, perciò la collaborazione non mediata dalla forza è impossibile, la forza è la "quota".
5) Pur avendo avanzato io stesso l'idea che "woke" sia più un atteggiamento retorico che un insieme di contenuti, quella stessa retorica è marcatamente diversa nei repubblicani di oggi che pretendono di operare "dal basso" della classe operaia, degli emarginati e cospirazionisti vari, Woke non parte dal basso ma dall'alto. NON è "woke" il culto del narcisismo repubblicano, l' IO IO IO Trumpiano, il me ne frego delle resposabilità sociali, climatiche, economiche e istituzionali delle mie azioni, il movimento MAGA si è pensato e venduto come antitesi e cura al woke, hanno strabordato basandosi su paure iperboliche, ma il senso è quello.
#205
Sono d'accordo che molta discussione è ancorata alla confusione che fa il branding del prodotto, chiamarla "Intelligenza Artificiale" ha chiaramente dei motivi commerciali, gonfia di aspettative il pacchetto azionario e rimanda a mondi fantastici, ma la natura cruda del prodotto la si prova sperimentandolo e scoprendo abbastanza facilmente i "binari" su cui lavora. Mi domando se chiarmarla così non stia solo facendo confusione tra i consumatori ma anche tra i produttori che ne sottovalutino la duttilità applicativa, ma in un contesto di competizione di mercato così acceso e spinto da pressioni geopolitiche possiamo star certi che ogni possibile applicazione verrà esplorata con grave danno alla nostra sanità mentale.
#206
Citazione di: anthonyi il 11 Giugno 2025, 08:16:21 AMLa differenza é rappresentativa di una tendenza negli USA comunque a tutelare mediatica mente la classe medica, presentando come inconcepibile l'esistenza di una rete di corruzione dentro di essa. 
Non ho visto la serie ma se il tuo riassunto è corretto non mi sembra rappresentativo di una tendenza americana generale, mi sembra infatti che il cospirazionismo antimedico, specialmente in epoca Covid ma anche prima, è piuttosto diffuso e per certi versi rappresenta una delle punte di diamante del Trumpismo (Kennedy) e che l'opacità finanziaria e strutturale del sistema farmaceutico sia una piastra di Petri per miliardi di cospirazioni.
#208
Non sono sorpreso che hai ritratto l'idea delle quote nel momento in cui si è presentata l'idea di usarle per una categoria "inusuale",sono purtroppo abituato che chi non disdegna quote ha già in mente delle categorie precostituite di vittime e male accetta di inserirne altre anche se presentato dei fatti che dimostrano che la discriminazione agisce in più direzioni,  piuttosto si preferisce dire che la quota in quel caso non funziona. Questo è come l'egalitarismo devia in settarianesimo, nell'interessarsi dei problemi di solo una parte di popolazione considerata "vittima", questo è "woke", nel senso di polarizzazione politica e tribalizzazione del panorama politico, tu non lo trovi banale, io trovo infantile pensare che la giustizia si amministri "50/50". L'impostazione sociologica su cui si fonda non è banale, è una comprensione multilaterale e decentrata della società, ma l'ossessione ideologica sulla competizione anziché sulla collaborazione è francamente banalizzante di quella stessa fondazione tanto sfaccettata. Capire che esistono diverse pulsioni è prezioso, che senso ha far monopolizzare questa comprensione da una chiave di lettura dove l'unica dimensione del rapporto umano è quella della sopraffazione, è homo homini lupus al cubo spacciato per volemose bene, ma i risultati anziché portare ad una armonizzazione sociale portano alla sua deriva indidualistica e antisociale.
#209
Premesso che con "quote" intendo un generico intervento statale con l'intento di stabilire delle proporzioni anche senza necessariamente usare delle "quote", e che non considero le "quote" uno strumento del demonio, semplicemente un estrema ratio che applicherei in maniera molto più parca e morigerata di quanto la estendi tu visto gli esempi che fai. Allora mi sorge una domanda, parlando dei campus che ritieni una questione importante, controllavo ora e vedo che il tasso di abbandono scolastico preuniversitario nell'UE è, a seconda delle nazioni, dal 1.5 alle 2 volte più accentuato nei maschi che nelle femmine, domanda: saresti favorevole a far passare l'esame di maturità d'ufficio (perchè in pratica questo servirebbe) ad una quota dei maschi italiani per parificare le possibilità di accesso all'istruzione universitaria? Se la risposta è no, considerato quanto sei solitamente laconico devo specificarlo, per favore motiva con un argomentazione coerente al volere quote in altri ambiti dell'istruzione.

Ribadisco: non sto parlando di Italia, come ho detto qui "woke" è solo il mulino a vento che i donchisciotteschi conservatori italiani hanno trovato per giustificare le loro solite manfrine, parlo di america dove ogni singola domanda di assuzione, dal negozio di biancheria al vicepresidente americano (Kamala era una "quota") è diventata ostaggio di logiche egualitarie un tanto al mucchio, di questo livello di perversione capisco l'ondata di reflusso non dell'addormentata italia col leghista+parabola per vedere CNN. Di alcuni picchi di questa isteria trovo paralleli solo in URSS, peccato che eravamo in America, in URSS si facevano i film con le quote etniche, l'idea che questa porcheria non avrebbe generato un ondata di reflusso mi convince di quanto "naif" siano certe cause, il mio dubbio non era se ci sarebbe stata ma ora ho il dubbio se si fermerà.
#210
A memoria i diritti dei nani sono spuntati fuori più nelle discussioni riguardo le rappresentazioni cinematografiche che nello sport, e possiamo anche dire del cinema così come dello sport non ce ne frega niente, cambia poco, il problema morale rimane lì e l'applicazione in un campo è ripetibile in altri dove "ci frega", per esempio i campus, il mio era un esempio irreale proprio per guardarlo dal punto di vista logico/morale senza farsi influenzare dalla cronaca. Quali quote ti vedono d'accordo per esempio ?