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Messaggi - green demetr

#1966
Tematiche Spirituali / Re:Dies Irae
17 Ottobre 2019, 15:32:13 PM
Stavo ragionando su questi ultimi tempi a livello politico.

Certo è quasi una fortuna che il nostro sia un forum poco abitato, non conosciamo ancora il fenomeno degli hater.

Siamo veramente al colasso, non vorrei mai che un sogno non testimoniasse come all'epoca jung testimoniò il sogno di tanti di una nuova guerra mondiale alle porte.

Dai tentativi fascisti delle destre reazionarie (in nome del popolo) europee, all'incredibile politica cinese coram populo, fino ai deliri di onnipotenza che si stanno scatenando nella da sempre insaguninasta penisola arabo-semitica (semmai i termini possano essere assimilabili).
E' davanti a tutti. Come un incubo di violenza senza fine, ci stiamo per immolare anima e corpo.
Nel mio sogno il dies irae segna l'anno 2021....è decisamente troppo.

Anche rispetto all'attacco contro gi ebrei (di nuovo?), non si può più nemmeno iniziare a parlare di quel sapere, che non è un sapere ma è una saggezza.

Di fronte il nemico gnostico. Ormai è certezza, una pratica che si dice sapienziale, ma che non capisce che si tratta di saggezza politica anzitutto, è una pratica aberrante come poche.

E' quasi imbarazzante la situzione che si è creata negli stati uniti, che appoggiano entrambe i movimenti, in maniera segreta ovvio.
Quasi stucchevole la lotta di potere futura.

In mezzo a questi tempi futuri, in cui il pensiero è di nuovo imploso nella religione, che spavento e che orrore!

Ma sopratutto il terrore che il pensiero finisca! Non è accettabile figurare un percorso privato quando il pubblico sta andano alle sue derive più folli e dissenate.

Che sia questa la punizione degli angeli? Non è una punizione, è semplicemente il logico concatenarsi degli eventi.

Non posso doppiare con questo 3d, l'evidenza di una impossibilità (far rinsavire chi usa queste vie per la saggezza, e non per la sapienza), scelgo dunque di chiudere senza neppure aprire alcun dialogo.

E mi arrocco nel mio fortino intellettuale.

Con amarezza estrema.
#1967
Citazione di: Hlodowig il 09 Ottobre 2019, 16:00:31 PM
Buon pomeriggio amici,

Ho personalmente, avuto modo di riflettere o comunque, di pensare in considerazione degli ultimi post.

Prendendo a riferimento e come spunto la ultima risposta del buon @green demetr e del buon @Yeliyel79, espongo la mia, ma più che risposta, è una domanda, ovvero quanto segue:

Quindi, in definitiva, il totem è l' indifferenza generale?

Il sacrificio, personalmente lo vedo solo come un pretesto, un lavarsi la coscienza, una giustificazione; "siamo luce che divora luce", si esprimeva qualcuno.

Mi pare di capire, che la ultima risposta del buon Yeliyel79, intenda la conoscenza del fenomeno in se, quindi con tutto ciò che ne consegue a livello antropologico, psicologico e sociale in generale.
Ma penso, faccia anche un distinguo tra ciò che si pensa personlamente e ciò che si pensa collettivamente.
L' autofagia, l' autoreferenzialità, personalmente la definisco come atto da attribuire alla specie homo e  come modo di ragionare, piuttosto che a una sua pragmaticità, ovvero alla consapevolezza delle sue azioni in ogni campo dell' essere, quell' essere credo, a cui non  tiene conto o di cui non tiene conto o perlomeno, del quale ne sminuisce tutto il contesto o i contesti in cui vive e opera.
In effetti, questa coinvolge sia la parte culturalmente  indifferenziata delle masse, sia la parte sociologica e mentale delle masse.
Quello di cui si parla, a mio avviso, è quindi la superficialità o meglio la difficoltà non del messaggio che si vuol mandare e interpretare, ma piuttosto di quel che si vuol comunicare, ovvero come questo, venga recepito, analizzato e compreso.

Come si dice: "la troppa informazione, ammazza l' informazione".

Che al posto della bambina Greta, ci fosse stata una persona adulta e molto preparata, penso che la cosa, non avrebbe avuto il riscontro attuale e quindi, la spinta al ragionarne e il parlarne anche in questo forum.
Credo che quel che si cerca di comunicare, vada ben aldilà dello stesso messaggio che si vuol veicolare.
Questo, in ogni istante esistenziale e  in ogni ambito esistenziale.
E almeno questo, è ciò che da un  punto di vista,  ogni mente in generale e come riferimento al discorso in oggetto, cerca di cogliere.

Grazie✋

Il totem fu usato come segno  oltre cui si cadeva nel terribile segreto umano, la possibilità dell'uccisione.

Il totem fu usato dunque per costruire una società pacifica.
Come disse Freud abbiamo barattato la nostra libertà per un pò di sicurezza.

Come insegna Nietzche però la morale che si costituisce al di qua dell'uccisione è una moralità che dimentica quell'uccisione originaria.

Diventa dunque una moralità che gira a vuoto, che non sa più di cosa doveva aver paura, ma una cosa era certa, c'era da aver paura.

La paura diventa allora il sintomo di un totem sconosciuto.

La paura si sà, mangia l'anima.

Senza un anima, ossia senza ciò che ci porta ad agire e a pensare, si piomba in una piccola morte, nell'apatia, nel non agire e non pensare.

Se vogliamo con una identificazione iperbolica ed eclittica di questo spostamento progressivo dalla vita (in pericolo) alla morte (che dimentica la vita), possiamo anche chiamarla indifferenza.

Quindi si! sposo l'idea che oggi il totem sia praticamente la stessa indifferenza.
#1968
Fra le varie conferenze e contributi video che ho ascoltato ultimamente, devo con rammarico tornare su questo 3d.

Sembra che in linea generale si parli di bene e male. Come se fosse dunque questo l'orizzonte. Ossia che esista un bene e un male.
Al suo interno il circolo infinito delle interpretazioni (circolo infinito semiotico); dunque appropoposito di quello che si parlava di bene e di male: come competenza etica, maieutica o ermeneutica.
Competenza che riguarda però il bene e il male.
Su tutti il discorso piomba sempre sulle 2 colonne fondamentali della storia della filosofia, Platone e Aristotele.
Le loro etiche, le loro retoriche.

Ora da nicciano il paradosso è evidente, la metafisica è morta, e quindi che si fa? si torna alla metafisica? Non ha senso.

Rideventiamo idioti per un attimo, torniamo a fare storia della filosofia: come è possibile che si torni indietro a vecchie configurazioni metafisiche nell'epoca del post-postmoderno?

E' di nuovo sede di indagine critica e critica sociale. Alla faccia di chi pensa che questi sono tempi di sola azione e di fine del pensiero.
La teoresi è infinita, non tanto perchè si aggomitoli su se stessa, non tanto perchè il rischio del can che si mangia la coda è sempre all'erta, e nemmeno perchè la stessa teoresi è ormai diventata l'osso del filosofo professionista, ossia il filosofo che diventa cinico e chiude gli occhi sul mondo.
Certamente capisco benissimo il perchè  c'è bisogno di tornare all'azione, in qeusto decennio in cui sono tornato alla filosofia dopo le illusioni da ventenne, capisco del perchè molti compagni filosofi abbiano abbandonato la barca.
Certo in tempo di crisi la filosofia sembra non avere risposte alla vita quotidiana. E' semplice in realtà, non capisco come mai debba essere così impossibile ammetterselo.
Eppure se un filosofo o uno storico della filosofia hanno studiato abbastanza bene, anche solo mediocramente, dovrebbe sapere che il novecento è il secolo della crisi.
L'alba del nuovo secolo, questo che stiamo vivendo, ormai ha però rintoccato i suoi anni venti.
Non ho ancora visto nessuno parlare, nominare questo nuovo periodo.
Che cosa è?

La maggior parte dei filosofi qualificati e in gamba parla di moderno, di modernismo.
C'è chi addirittura vorrebbe la fine del modernismo, quasi fosse colpa del modernismo la posta dell'umanità come problema e orizzonte.
Mi pare grave il non saper dar nome, il non saper nominare una età come la nostra, che sta implodendo non solo nel pensiero, ma anche nelle azioni.
#1969
Penso che è una lettura fondamentale, e non capisco come possa essere stata sorpassata dai cultural studies, oggi nessuno osa parlare di Adorno.
Anche questo passaggio, meriterebbe di essere approfondito, tanto quanto il conoscere il lavoro effettivo di quella scuola. (ma io devo ancora confrontarmi con Marx. il pensiero altrui sul maestro, mi lascia alquanto deluso, mentre già l'inizio del suo lavoro mi pare ben altri orizzonti che quello della mera lotta di classe).
#1970
Citazione di: Yeliyel79 il 06 Ottobre 2019, 21:36:43 PM
Citazione di: green demetr il 06 Ottobre 2019, 12:58:14 PM
Hai ragione a porre la questione, ma riguarda solo te.

Infatti la domanda che fai non è per noi, ma per te stesso.

Io non credo proprio che tu possa conoscere Greta.

Eppure fai un discorso su Greta. Questo è esattamente quella che tu chiami coscienza collettiva.

Il dubbio socratico è invece quello di domandarsi come mai esista un discorso pubblico che si riferisce ad una minorenne.

Il tabù non sei tu, è sempre l'animale (in questo caso il discorso di Greta, non Greta stessa, che è poi invece dove la collettività si identifica, in quanto discorso, quindi in realtà a nessuno interessa il discorso di Greta, ma di Greta stessa, vedi la madre che pubblica un bel libro su di essa, o Trump che afferma "sembra felice", oppure tutti i fenomeni di hatred, di autofagia, in termini piscanalitici, che presuppongono al totem sempre un sacrificio, oggi grazie a Dio di tipo mediatico. Nella realtà le vittime sono molte, molte di più.

Era questo il dubbio che doveva prenderti e non il dubbio su Greta.

Ciao! ;)


hai posto delle questioni in un ragionamento che mi lascia attonito.
Devo rifletterci. In effetti io non conosco Greta, e se la sostengo è per un convincimento personale che a questo punto non pone alcun dubbio sul fenomeno in sé.
Che complicato pensare.

Ah ah, si è complicato, ma ciò non toglie che il tuo intervento sia stato comunque interessante e intelligente! Non vorrei che questa cosa passi inosservata! Bravo.
#1971
Citazione di: Hlodowig il 06 Ottobre 2019, 17:01:11 PM
Buon @green demetr,

Mi ha incuriosito questa frase, più di tutta l' intera discussione attuale:

"Sto notando una cosa: se si prova a fare un ragionamento, in cui si cerca di capire le cose, si diventa solo maleducati."

Ora, da buon bimbo che sta sulla giostra del sapere, posso chiederti cosa ne pensi personalmente?

Aldilà del dubbio socratico, come afferma in apertura di post, l' autore?

Grazie ✋

Fare ragionamenti sull'animale totemico, significa infrangere il tabù.
Questo è però sommamente falso, per le persone che veramente intendono Nietzche (io e spero qualche altro intelletuale), infatti il tabù si è dimenticato come ante-fatto, poichè vi era un fatto reale cioè.
E dunque ciò che si infrange è il totem stesso.
Ovvero sarebbe l'autofagia psicanalista in primis.
L'autoreferenzialità, il principio di non contraddizione se non è A deve essere per forza B ( dimenticanto gli infiniti C D E etc...).

In questo caso ha ragione a scrivere che si finisce per essere maleducati Yeliyel79, certo manca tutto il complesso di riferimento filosofico-psicanalitico, ma come vedi a volte basta semplicemente vedere ciò che accade intorno a noi.


#1972
Hai ragione a porre la questione, ma riguarda solo te.

Infatti la domanda che fai non è per noi, ma per te stesso.

Io non credo proprio che tu possa conoscere Greta.

Eppure fai un discorso su Greta. Questo è esattamente quella che tu chiami coscienza collettiva.

Il dubbio socratico è invece quello di domandarsi come mai esista un discorso pubblico che si riferisce ad una minorenne.

Il tabù non sei tu, è sempre l'animale (in questo caso il discorso di Greta, non Greta stessa, che è poi invece dove la collettività si identifica, in quanto discorso, quindi in realtà a nessuno interessa il discorso di Greta, ma di Greta stessa, vedi la madre che pubblica un bel libro su di essa, o Trump che afferma "sembra felice", oppure tutti i fenomeni di hatred, di autofagia, in termini piscanalitici, che presuppongono al totem sempre un sacrificio, oggi grazie a Dio di tipo mediatico. Nella realtà le vittime sono molte, molte di più.

Era questo il dubbio che doveva prenderti e non il dubbio su Greta.

Ciao! ;)
#1973
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
27 Settembre 2019, 11:00:40 AM
Citazione di: Ipazia il 27 Settembre 2019, 10:26:04 AM

Per questo bisogna riconsegnare l'etica alla filosofia, come ai tempi di Aristotele. Bisogna riprendersela e non avere paura di usarla, sottolineando con forza la differenza. Non è che ci voglia molto, vista la (in)consistenza dei fondamenti etici cattolici, che stanno perdendo anche sull'eutanasia.
.

Su questo penso che siamo d'accordo.

Il problema è che è facile per un filosofo anche semplicemente alle prime armi, ma per la società in cui siamo utopico.(prendere la filosofia come "direttore etico")

Comunque per ora ho sentito i medici parlare senza paura, gli intellettuali balbettano, come se qualcosa li frenasse. (e allora appunto poi sorge anche il dubbio su quale filosofia debba essere etica...)
#1974
Ciao Paul,

prima mi cassi la psicanalisi, adesso pure il buon Heidegger? (pure massacrato sragionevolmente da bobmax)

L'esserci non è il problema è proprio la soluzione!!!

Il punto è che "esserci"  è la traduzione forzata in italiano del tedesco che era esistente.

Ossia è proprio perchè esisto che sento in me il concetto di un altrove.

Che sarebbe poi l'idea di Anselmo d'Aosta!

Ossia se io ho in me il concetto di un essere che mi trascende, allora certamente in quanto io ESISTO, quell'Essere esiste.

Stessa cosa Tommaso, se esiste un esistente dunque per conseguenza esiste un ESSERE.

La petitio principi dei formalisti, tipo Armstrong, è del tutto idiota!

Dio non è dimostrabile deduttivamente ma inferenzialmente, ma sta gente invece di usare aristotele dovrebbe iniziare a usare Peirce, e la sua teoria inferenziale, cosa che tra l'altro usavo il pessimo Platone....

A me che Dio esiste mi pare di una evidenza solare.

E' il discorso che lo accompagna, ossia il discorso dei sacerdoti che mi fa ridere tanto!

Forse perchè come dici tu manca di misura, io direi semplicemente di eleganza.

Come diceva il somma maestro (nietzche) in fin dei conti la religione (il discorso della religione) è un modo rozzo per dirci di non  pensare!

ciao caro!
#1975
Ciao Yeliyel79,

Naturalmente essendo tu astrologo parli di archè.

Ma tu stesso però neghi alla scienza la possibilità di verità.

Salvo poi con una contorsione a 360 gradi, riproporla come modello di riferimento.

Questa cosa delle neo-religioni non la capirò mai!

Inoltre come tu sai la massoneria posticipa la data dell'acquario.

Anche se io pure credo siamo già dentro quell'eone. O comunque quell'eone che sta arrivando sta già distruggendo quello in cui eravamo.

D'altronde basta vedere i razionalisti per capire i danni che il nuovo eone farà.

Io non sono così tanto contento come te!!  ;D

Se parliamo di Eone stiamo già parlando di gnosticismo, io sono un novizio autodidatta, sto già diradando l'aria intorno a me, questo signore dell'oscurità tu lo pensi come forza quantistica?

Il quantismo non è una forza, l'energia oscura è solo un modello.

Cosa sia quel modello e cosa sia quell'energia fa parte del famoso 80% ancora da indagare della scienza.

Forse ha ragione la massoneria a spostare la data, mi pare di ricordare siamo nei pressi del 2100 inoltrato, dubito lo vedremo mai.

Più interessante è invece ragionare sull'esistenzialismo.

La mia paura è che il neo-pagano sia semplicemente un cattolico deluso, ma di fondo rimanga un cattolico.

Spero su questa cosa di capire meglio più avanti.


Forte Ettore Rossi, la tua visione sensibile del mondo.

Riguarda gli altri amici del forum, per oggi un semplice saluto, troppo carne al fuoco avete messo!  ;)
#1976
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
27 Settembre 2019, 08:05:17 AM
Citazione di: viator il 26 Settembre 2019, 21:06:59 PM
Salve Ipazia. Citandoti : "In effetti "bene" e "male" sanno tanto di incenso e zolfo dei tempi andati, soprattutto per gli eredi di una tradizione culturale religiosa manichea come quella monoteistica occidentale sempre in lotta tra numi e demoni. Santificando e demonizzando.

Suggerirei pertanto di testare una sostituzione con etico e non-etico. ..................................................................."
.
Ma il concetto di etica è comunque basato sulla percezione e sul soppesamento di ciò che viene valutato benefico a fronte di ciò che risulterebbe malefico. Quale che sia - circostanza per circostanza - l'ambito di ciò che possa rappresentare un bene od un male. Insomma, secondo me non può generarsi un'etica in mancanza di un previo riconoscimento del bene (o del male) che vorremmo realizzare. Non trovi ? Saluti.

Lascio per un attimo le questioni lasciate in sospeso da Phil, in effetti si potrebbe vedere il suo mettere in dubbio, il suo scetticismo generale, come un arte maieutica per tirare fuori qualcosa di positivo.
Siccome lo scambio tra lui ed Ipazia è molto lungo, mi riserbo di poterlo leggere in toto con calma, meditarci su un minimo, lasciando stare la questione che così, il discorso sull'etico non inizia mai neppure davvero. (non che non vi sia un discorso sull'etico, effettivamente sono stato troppo severo).

Ma torniamo al rilancio offerto da Viator, ossia sul bene, come beneficio, e il male come (maleficio? mi sa di stregonesco, e visto che me ne sto occupando, direi di lasciarlo perdere, rischiamo di sovraccaricare la discussione) sua negazione.

Però in un certo senso, al di là della natura vista come mamma e non come matrigna (a cui con dispiacere vedo ella non risponde), sono abbastanza d'accordo con lei, nel togliere l'etica dai territori metafisici.

Infatti benefico deve essere per l'anima (ammesso che ve ne sia una, perchè è una supposizione della chiesa, che richiede una fede cieca) o per la società?

In effetti io penso che bene e male è legata più alla tradizione metafisica. Ma appunto come già detto in paretesi richiede una certa cecità. La filosofia invece deve rimanere desta, la filosofia deve ripartire dal suo illuminismo.

In questo senso la scelta etica, ossia di chiamare il bene "etico" è già una scelta politica.

Uno schierarsi contro o a favore della chiesa.

E già significa andare contro i totem: guarda che mi tocca vedere dai mass media, (ma ripeto anni 60 la società dello spettacolo già diceva tutto) un completo asservimento alla chiesa. Nessuna critica, nessuna intellettualità.

Come se il bene e il male appartenesse alla chiesa,ossia alla sua comunità, copiosa e aggressiva come un cane idrofobo.
Ancora oggi, ancora nella società secolarizzata.

A questa comunità cieca, in crisi vicina (?) ad un crollo di nervi.

Bene e male, ecco che ritorna come imperativo teologico più che etico.

Ecco che di nuovo si ritorna al paradosso.

Perchè se io dico etico, oggi dico cattolico.

Anche se volessi far rimanere la filosofia desta, essa ragiona di nuovo come cattolica.

Dunque è normale che il bene sconfini col l'etico, e l'etico con il bene cattolico.

Un asse che scombina ogni prospettiva e ci consegna alla confusione dei tempi.

Siamo in Buj tempi, sempre più.

L'intelletto vacilla, la critica si è persa, Nietzche non viene mai citato....basterebbe quello!
#1977
Presentazione nuovi iscritti / Re:Saluti da Francesco
24 Settembre 2019, 23:04:51 PM
Ciao  Yeliyel79.

Benvenuto nel forum!

Si ho aperto all'astrologia una paio d'anni fa, poi ho studiato l'ebraismo, ovviamente sono all'inizio di due campi del sapere, che praticamente occuperebbero ciascuno la vita intera di una persona per essere intese nella loro completezza, nel caso dell'ebraismo probabilmente neppure una vita (ma forse esagero).

La filosofia è invece la mia reale passione. (e con quella ho capito il cattolicesimo e la mia vecchia religione, l'induismo).

Oggi sono ateo di base, ma essendo metafisico a livello filosofico,  apro volentieri il discorso ad altre discipline.

Sono anch'io molto interessato alla teosofia.

L'astrologia come simbolo, mi pare un ottimo punto di partenza.

Ma la filosofia è anzitutto parte destruens! Quindi non saprei, prova ad aprire 3d, seguo.

Per me lo zodiaco è il disegno di archetipi elaborati a lungo nei secoli. E' dunque un discorso, come ogni altra cosa legata all'uomo.

Se con simbolo parli di archetipo siamo molto d'accordo, se con simbolo intendi come nella teosofia entità reali, non siamo per niente d'accordo.  ;)  ma si può comunque provare a parlarne.
#1978
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
24 Settembre 2019, 22:44:11 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Settembre 2019, 22:03:37 PM
Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
Abbiamo difficoltà a distinguere la Germania nazista dalla Germania democratica ? Torquamada da Voltaire ? Tanto difficile e opinabile un paradigma a proposito ? Ne girano parecchi: indicatori di sviluppo, qualità della vita e persino di felicità
La distinzione (del referente "fattuale") la vedono sia il nazista che il democratico, sia gli inquisitori che gli illuministi; sul valore (significato) della differenza, temo non siano perfettamente concordi (come già ricordato da Jacopus). Chiaramente qualcuno viene sconfitto nel corso della storia; ma davvero capita solo ai "cattivi"? O sono i vincitori a fare l'etica più di quanto la facciano i presunti sequitur? Forse non ne avremo mai la controprova; tuttavia, riflettendo sulle categorie (e sulla compilazione degli indicatori) attuali non è difficile intuire che esse siano figlie della storia più di quanto siano formalizzazioni di valori assoluti e meta-storici (se riusciamo a riconoscere la loro genesi terrestre: contingente, non necessaria). Ad esempio, il successo storico degli "squali dell'imperialismo capitalista" quanto condiziona il "segno +" dei nostri «indicatori di sviluppo, qualità della vita e persino di felicità»(cit.)? Autoreferenza dei paradigmi, dicevamo.

Essendo tutto legato, lo sono anche i segni +, una volta separati dai - . Anche un mio Maestro, che certo non si faceva illusioni sugli "squali dell'imperialismo capitalista", ne riconosceva la funzione progressiva nella razionalizzazione del lavoro e dell'economia. Compresa una funzione etica di metabolizzazione di squali di più antica datazione. Il paradigma a volo d'uccello appare come un serpentone unico, autoreferenziale nel suo volersi conservare in vita, per la qual cosa deve spendersi per il sequitur - poco presunto e reale - che il Maestro di cui sopra chiamava "ricambio organico uomo-natura"; la ricerca del cui equilibrio omeostatico è sempre una bella sfida per umani ed etiche di tutte le razze ed epoche.

Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
Chi decide la "normatività" etica ? Un assioma idealistico assoluto o storicamente determinato ? La falsificabilità la misurano le varie Stalingrado sociali e morali che hanno segnato la storia. L'oggettività incontrovertibile meglio lasciarla ai metafisici e ai matematici. Per la vita reale basta un'etica laica, capace di demarcare diritti e doveri nello spirito e materialità dei tempi.
La normatività è solitamente implicita nell'etica, non fuori (per questo ammonivo sul ricordare cosa ci aspettiamo dall'etica). L'etica deve guidarci o noi dobbiamo guidare l'etica? Sarebbe bella una salomonica dialettica fra le due, ma se intanto, in concreto, dobbiamo decidere una questione etica, come quelle che ho citato in precedenza, non possiamo che far appello all'etica che abbiamo: "per vedere l'effetto che fa" o perché la riteniamo giusta? La risposta rivela il peso della distinzione fra induzione e deduzione, fra falsificabilità e paradigma tautologico, etc.

Come in questa bellissima canzone di Battiato, il divino Eraclito ci spiega che il ciclo della vita è un paradigma tautologico nel quale tutto avviene al suo interno, laddove l'induzione passata ci permette di dedurre il futuro e l'etica funge da filo di Arianna che dobbiamo ritessere man mano che ci inoltriamo nel divenire. Ci facciamo guidare dall'etica del passato, laddove essa dimostra di continuare a funzionare, decostruendo e ricostruendo ciò che non funziona più. Il paradigma e talmente ben congegnato nella sua autoreferenzialità che funziona anche quando sembra che non ci sia più niente che funzioni. Dall'archè in poi si è edificato molto, evidentemente. Si è consolidata una forma umana.

Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
Stiamo parlando di un'etica che acquisisce senso in una circolarità planitaria, di specie. E che se ne incontra un'altra non nasce aporia, ma necessità di sintesi, perchè la dialettica è ormai globale.
Eppure, su scala globale, i "fatti" ci parlano più di conflitti che di sintesi; più di incompatibilità paradigmatica che di dialettica. Dove le talpe notano sgambetti e colpi bassi, le nottole, dall'alto, vedono un laborioso formicaio; come sempre, ognuno scorge ciò che la sua prospettiva gli consente.

La sintesi nasce dal conflitto. Dialettica hegeliana elementare. L'ellenismo ha guadagnato secoli di vita dalla conquista romana. Ne ha beneficiato la sapienza greca e pure i romani. Il problema non è il conflitto, ma il livello dei belligeranti e dei loro paradigmi etici. Il che mi spinge a caldeggiare l'unificazione degli assiomi e dei referenti fondativi.

Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
Anche perchè pure le interpretazioni sono fatti. E producono fatti il cui sfondo incontrovertibile, in assenza di dei, diventa la natura, ivi compresa quella natura particolare che è la natura umana. In cui i significati non sono, ma si danno. E sopravvivono in base alla loro capacità di produrre più benessere e felicità.
Selezione "naturale" fra i significati in vista di maggior benessere e felicità? Come dissi pagine addietro, è un alibi ben noto a noi occidentali, dai tempi delle crociate sino all'esportazione della democrazia (cito, non valuto); gli squali di cui sopra ne sarebbero fieri, i pesci piccoli e martirizzati un po' meno; tuttavia se questa è la sintesi dialettica "giusta" che la storia ci propone, le sorti della vita dei pesci piccoli sono la conferma dell'ethos del «mors tua, vita mea»; tutto piuttosto "naturale" (la vita ha di certo un suo "valore" nell'economia della piramide... non di Maslow, ma quella alimentare).

L'alibi occidentale con la sua scienza riesce a sfamare sette miliardi di umani, compresi i pesci piccoli che se la passano un po' meglio di quando morivano di fame, epidemie e parto. Il valore vita ha avuto anche risvolti differenti dalla piramide alimentare darwiniana. Abbiamo portato anche morte e distruzione, ma bisogna mettere tutto nel conto evolutivo. Nel quale solo il progresso etico e l'accuratezza dei suoi paradigmi ci può salvare.

Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
capacità di produrre più benessere e felicità. Concetti non incontrovertibili, ma solidi abbastanza da poter essere assiomatizzati con la consapevolezza dei loro limiti.
Assiomatizzare «benessere e felicità» non è forse il primo passo per chiudere impostare un paradigma etico sull'interpretazione del significato di quei due termini? In un gesto solo ecco spiegati l'autoreferenza del fondamento etico e la pluralità delle etiche.

Benessere e felicità hanno loro algoritmi abbastanza rigorosi finchè si resta nel campo della soddisfazione dei bisogni condivisi. Con un grado si certezza maggiore quanto più ci si trova alla base della piramide di Maslow, cui corrisponde una invarianza etica alquanto incontestabile. Salvo casi patologici, nessuno si augura carestie, cataclismi, malattie, morti sul lavoro, per strada o per crimine. Vicino ai fondamentali antropologici la pluralità etica diventa impraticabile.

Citazione di: Phil il 23 Settembre 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2019, 19:47:38 PM
E' la lezione di Nietzsche: interrogare il proprio destino (evolutivo) e cercare di assecondarlo al meglio possibile. Ovvero, aggiungo io (anche se FN non sarebbe d'accordo) vagliandolo con lo strumento più oggettivo di cui disponiamo: l'intelligenza collettiva.
Sbaglierò, ma qui rilevo un ingombrante occidente-centrismo: al di là degli Urali e al di sotto del Mediterraneo, l'intelligenza collettiva/connettiva non va troppo di moda, o forse è così "pensiero laterale" che la fraintendiamo?

Mica tanto: lo sviluppo socioeconomico e tecnologico travolgente dell'Asia è frutto di intelligenza collettiva. Sintetica, piuttosto che debitrice, del pensiero occidentale. Al punto che ci stanno già facendo scuola. Sotto il Mediterraneo manca. E infatti se la vengono a prendere in Europa.

Va bene la direzione ma questo etologismo ai limiti dell'imbarazzante invaselinato con un pò di farina Maslow è deprimente.  ::)  oltre che ossesivamente riproposto nel 3d.

Ps.

Ti sembra di aver risposto anche ad uno solo dei quesiti di Phil?
Risposte a buon mercato mi sembra.

Come se l'occidente fosse la sua scienza.

Come se la Natura fosse quella che fa da Mamma e non da Matrigna. Etc..etc..
#1979
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
24 Settembre 2019, 22:36:12 PM
Naturalmente condivido la frase che lo gnosticismo si poteva diffondere solo in questo tipo di società.
Non ha alcuna relazione con l'esistenza della divinità.
La divinità essendo una negatività, una non presenza.
E dunque il politeismo è un semplice modo di dare colore alle emozioni umane.
Non esistono Dei, ma vedo che purtroppo la gente è completamente invasata, e pericolosa,

Parlerei d'altronde di Archè, e infatti lo sforzo che faccio per intendere il sincretismo moderno, con il suo delirio di onnipotenza, con le sue insopportabili gerarchizzazioni, è proprio per poter riportare la cosa alla sua dimensione umana.

D'altronde il passaggio dal Mythos al Logos effettuata dai greci è proprio questa ritrovata consapevolezza atea nel suo sostrato più intellettivo.

Ma torniamo al serpente, dunque il serpente non è in alcun modo legato alla sessualità, nè tanto meno al tantrismo che nella mia lettura è piuttosto un blocco della sessualità.
Come d'altronde l'intera tradizione orientale insegna.
Il rito magico è poi una forma di dominio dei corpi oltre che delle menti, e spesso o forse talvolta, non ho i numeri, sconfina nel plagio.

Nemmeno mi interessa farne qui una trattazione sociologica, a me interessa il simbolo, ossia quel tentativo di rendere discorsivo un "rapporto" con l'originario.

Le statue dell'antichità possono esserci utili se riusciamo a esprimere quello che ci comunicano, il loro fascino risiede nell'evocazione, non nella rappresentazione.

Cosa ci comunicano? Difficile per noi oggi riuscire a comprenderne la sacralità.

Noi ne facciamo, ne dobbiamo fare dei simboli, che possano di nuovo tornare a parlarci.

Come nel caso di Ettore, che tenta di simbolizzare l'evocazione della verticalità ascendente del serpente, come discorso della gnosi.

L'errore è dire cosa sia la gnosi, quando invece dovrebbe essere solo una evocazione, abitata da simboli. Una sorta di macchina producente emozioni, intuizioni, paure.

Ma questo l'uomo contemporaneo e anche quello antico, non lo sanno (ancora) fare.

Bisognerebbe avvicinarsi alla poesia per capire cosa si intende per evocazione.

Queste statue o quegli scritti dell'antichità devono essere poesie, non strumenti di imposizione di una simbolica che giustifichi i poteri acquisiti.
#1980
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
24 Settembre 2019, 21:58:52 PM
"il Leviatano ha poco da spartire con le utopie nazionalistico-razziali dei secoli scorsi, ma preferisce vestire liberal, e lo fa ben prima che la parola sovranista e il rossobruno apparissero in Europa. Lo fa fin da Portella della Ginestra e la sua impermeabilità incappucciata - ben più inaccessibile di Auschwitz -  è tale che non sapremo mai che cosa ha combinato a Piazza Fontana, Ustica, ... mentre noi gli leccavamo i piedi. Pratica che Conte e Di Maio hanno rinnovato nella capitale dell'impero occidentale anche ieri." cir Ipazia

Il leviatano dici bene si veste liberal, ma rimane il moloch fascista che vorrebbe relegare lo stesso pensare (il pensare) a tabù.
Paragonare la politica degli anni 70 ad Auschwitz mi pare improprio, le dimensioni del delitto politico non hanno mai avuto una dimensione raziale.
Piuttosto è il frutto della lotta lobbistica del potere. (questo sì concordo ovviamente).
Che (ancora) ovviamente dura anche oggi, come durava anche prima e mentre c'era Auschwitz.
Il punto etico oggi sarebbe la lotta alle lobby, ma è un mero sogno, in quanto la società tutta è intesa a che vi siano delle lobby, tutti desiderano il potere.
Ritorniamo alle analisi infantili della filosofia contemporanea, che adduce la colpa non al soggetto, ma all'individuo (come se esistesse, dandolo per scontato come unicum, e non come aggregato feticista, manipolabile e manipolato socialmente, credo Marx ne parli).
E invece appunto ci vorrebbe una analisi del soggetto, che ponga in questione l'intera dimensione socio-logica. Il discorso che parla del discorso degli individui, ossia appunto la politica occidentale, liberal, è un terribile modo di fare politica, proprio perchè ponendo la società un aggregato di individui, non me coglie assolutamente nè la parte sociale, ossia l'aggregazione come atto politico inteso alla socialità, nè come tentativo del soggetto di uscire dalle maglie dell'individualismo, in questo caso non etico, ma proprio come idea identificativa e anti-liberale, nonchè anti-intellettuale.
E invece non c'è uno straccio di filosofo (professionista) che raccolga questa sfida.(o meglio c'è Zizek (purroppo preso dal sua fantasmatica di morte) e alcuni psicanalisti, che però rimangono prigionieri delle loro categorie intellettuali).
Ora non so se Phil abbia frainteso l'ethos della tecnica con quello della politica, in effetti ripensandoci, comincio a capire dove risieda la tua critica alla sua posizione antimetafisica, che è una antimetafisica della tecnica, che non intende l'urgenza di quella metafisica.(politica e sociale). Ora riesco a capire e ad approvare anche quanto detto prima da te. (almeno c'è la volontà di andare in una direzione, al di là delle argomentazioni: bene!). :)