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Messaggi - Jacopus

#1981
CitazioneL'aspetto sartriano è ego-centrico, narcisista, ma non in termini denigratori, necessariamente e logicamente così si finalizza, si avvita su se stessa. Perchè tutte le manifestazioni sono riflessive, prendono senso nel pensiero individuale senza un confronto, sono prive di ontologia. Significa che la libertà ,sempre sartrariamente, può caricarsi di responsabilità, ma diventa un atto e una scelta individuale e individualistica: una aleatorietà, in quanto la morale è priva di fondamento (per quale motivo un uomo dovrebbe essere responsabile? )[/size]


Il pensiero sartriano è tutto, fuorché egocentrico e narcisista. In realtà è uno dei primi tentativi,  dai tempi di Socrate, di fuoriuscire da narrazioni "dominanti e deresponsabilizzanti", facendo carico all'uomo, alla sua nudità di organismo vivente, la necessità di domandarsi e agire in un mondo senza dei, né celesti né terreni. L'esistenzialismo espone un corpo e dice questo è un corpo con la sua storia, la sua sofferenza, la sua felicità,  abbine cura, sforzati di comprenderlo nella sua unicità, e comprendi anche la sua malvagità, la sua incomprensibilitá, la sua follia, la sua irriconoscenza, la sua debolezza. E fa questo senza chiedere in cambio alcuna conversione. È questo il tratto distintivo fondamentale, che riconduce ovviamente al nichilismo ma anche al principio responsabilità di Jonas. Non siamo più soggetti morali perché ubbidienti ad un dogma, ma dobbiamo noi responsabilmente, darci il dogma da seguire. E a questo dogma si deve rispondere. Ma non potrà mai essere un dogma qualunque. Un esistenzialista non potrà mai essere uno sterminatore alla "Dio riconoscerà i suoi", proprio perché ogni vita deve essere riconosciuta come unica, preziosa, irripetibile.
Scoomodando Kohlberg e i suoi stadi dell'agire morale, l'esistenzialismo si pone nella fascia dell'agire morale post-convenzionale, fondato su principi universali che scaturiscono dal singolo ma che, proprio attraverso il rispetto di ogni singolarità, trova il senso in un umanesimo che connette il pensiero greco con l'illuminismo, negando però l'ingresso ai mostri della ragione (scientismo, marxismo, fascismo) figli degeneri dell'illuminismo stesso.
#1982
C'è una frase di Sartre che mi piace molto: "l'uomo è ciò che fa di quanto lo si è reso". Una frase che riassume il pensiero di Sartre come nessun altra. E attraverso di essa è possibile anche comprendere la superiorità del esistenza rispetto all'essenza. In Sartre vige la necessità di dichiarare la libertà prometeica e quindi in parte tragica dell'uomo. Porre al centro l'esistenza non significa sminuire il valore delle singole vite, perché anzi l'esistenzialismo si pone specularmente nei confronti delle grandi ideologie di massa, secondo le quali il singolo può essere sacrificato per "delle idee".
Sartre vuole sottolineare, un po' pedagogicamente, la necessità di scegliere, di condurre un progetto che abbia senso, e secondo Sartre questo progetto è libero, nel senso di liberamente scelto, ma contemporaneamente votato ad essere anche eticamente volto a "liberare" gli altri. La libertà di agire e la responsabilità verso gli altri, ognuno percepito nella sua alterità irripetibile. Questo è il messaggio di Sartre. Può anche essere che esso sia venato di nichilismo, ma è quello stesso nichilismo nobile che ha in Leopardi un altro massimo rappresentante.
#1983
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
21 Settembre 2020, 20:47:21 PM
Anch'io ho pensato spesso a questo potere dittatoriale di certi datori di lavoro e lo collego anche al successo di una certa mentalità autoritaria. Ma fortunatamente non sono tutti così.  Questa estate ad esempio, mia figlia ha trovato lavoro in una gastronomia. Speravo che fosse bullizzata e schiavizzata così che potesse capire la necessità di riprendere gli studi. Ed invece questo rinnegato del capitalismo l'ha messa in regola, le ha pagato anche la parte di tredicesima che le spettava e la domenica le regalava dei manicaretti, al punto da aver classificato l'estate 2020 come l'estate del gourmet. Speriamo che al sud i capitalisti siano un po' più aderenti agli stereotipi.
#1984
Tematiche Spirituali / Re:Vi capita mai di piangere?
20 Settembre 2020, 20:28:24 PM
CitazioneMa quel peso non è il nostro, a nessuno di noi è chiesto di salvare l'umanità, basta salvare noi stessi e qualcuno di quelli che ci sono attorno.


Proprio perché siamo in spiritualità, credo che sia molto spirituale la posizione di Socrate, perché in essa, echeggia il nostro essere tutti connessi, il nostro intimo senso di giustizia. Nella frase di Anthony, invece, trovo un sano senso pratico, materiale, pesante, che si armonizza con quanto scritto prima. È lo status quo del potere, eventualmente da condividere con i propri famuli. La Res latina, in tutta la sua evidenza.
Sulla citazione di Gesù si potrebbero opporre decine di citazioni contrarie, fino a richiamare il fondamento teleologico del sacrificio, compiuto per tutti gli uomini in vista della loro salvezza. Un messaggio contemporaneamente storico, proiettato nel futuro ed universale.
#1985
La forza del laicismo occidentale, con tutte le sue ricadute negative ma anche positive (perbacco), sta in quello striminzito aumento dei credenti mussulmani in Europa, nonostante i milioni di immigranti dai paesi islamici che si sono spostati dai loro paesi in Europa. Basti pensare alla comunità turca in Germania o quella africana in Francia o quella pakistana in Gran Bretagna.
È vero la libertà laica dell'occidente può creare dei gravi danni, ma sembra che sia più seducente dei richiami del muezzin.
#1986
Le formiche non avranno bisogno di sindacati ma hanno altri grossi problemi, come l'insetticida che spruzzo sui loro formicai, grazie al libero pensiero dell'inventore dell'insetticida. Proprio a partire dall'idea di libertà l'uomo  si è affrancato dalla logica dell'uguaglianza naturalistica. La libertà è il nucleo di un pensiero fondato sulla responsabilità. Solo attraverso la libertà è possibile cercare un concreto equilibrio con l'eguaglianza, che altrimenti appiattirebbe ogni desiderio di emergere, di disegnare il proprio cursus honorum.
#1987
Per Eutidemo. Se si accetta il metodo scientifico, l'onere della prova spetta sempre a chi afferma qualcosa non a chi la nega, il quale usa il sempre valido rasoio di Occam.
È famosa in proposito la teiera di Russell che ripropongo in tutta la sua lucidità:


CitazioneSe io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sia un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente.
#1988
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Trinità sociale
16 Settembre 2020, 18:23:50 PM
La trinità di Viator non è fuori luogo. È solo un po' vintage, visto che descrive la stratificazione sociale del medioevo: bellatores, oratores, laboratores. Poi arrivarono i ciompi,  le università,  le repubbliche e tutto divenne più complesso. In ogni caso la struttura di ogni società ha questo tipo di divisione delle funzioni.
#1989
Per Viator.
Prima obiezione. In realtà una delle effigi di maggior rilievo della modernità è proprio la moltiplicazione dei saperi e la loro iperspecializzazione. Grazie a questo processo siamo riusciti ad ottenere i successi e il benessere materiale dei nostri tempi. La filosofia non fa eccezione. Sperare in una filosofia universale è tipico di chi guarda il mondo con il volto rivolto al passato. Nessun Aristotele, oggi, sarebbe preso sul serio, nessun Leonardo da Vinci. Per capire la modernità basterebbe leggere il volumetto di U. Eco: "come si fa una tesi di laurea", nel quale si suggerisce ai laureandi di non fare una tesi sulla "filosofia scolastica" bensì su un argomento ristretto, dove si possa affermare la propria competenza, ad esempio il carteggio epistolare fra Bernardo di Chartres e Giovanni di Salisbury. Pensare di costruire un sistema filosofico totale è fuori dalla portata di ogni essere umano del XXI secolo, proprio a causa della moltiplicazione delle fonti e delle specializzazioni. Nonostante questo vi sono stati dei tentativi anche recenti di costituire delle filosofie universali, basti pensare alla teoria comunicativa di Habermas o a quella sul principio responsabilità di Jonas, ma questi autori hanno affinato le loro teorie studiando e faticando su testi altrui in un modo straordinario ed enciclopedico.

Seconda obiezione.
Chi voglia fare in questo forum esercizi di sistemistica filosofica è libero di farlo. È un ottimo esercizio per mantenere attiva la mente, ma lo faccia appunto come esercizio fine a sé stesso, senza alcuna velleità.  Poiché anche i più grandi filosofi non si svegliavano al mattino e iniziavano a pontificare. Si narra, ad esempio che Anders lesse un libro al giorno per più di 50 anni, per la somma di 18000 libri complessivi. È quasi naturale che sia riuscito a scrivere un grande libro come "l'uomo è antiquato?".

La filosofia è in questo simile ad ogni arte, che si deve confrontare con la dura fatica (leggere, studiare invece che scolpire o trovare gli attori o mescolare i colori) per mettere a segno le intuizioni di una mente brillante. Una mente brillante senza preparazione non sarà mai l'artefice di una grande filosofia, così come una mente erudita ma poco brillante.
#1990
Scienza e Tecnologia / Re:Scienza ed incoscienza
08 Settembre 2020, 23:20:38 PM
In merito alla distinzione mente/psiche, ribadisco che sono, nella migliore delle ipotesi, sinonimi.
L'attuale modello generale sullo studio dello "psichico" tende a integrare due diversi mondi interpretativi, che si sono contesi la scena da quando la psicologia è entrata in gioco.
Ma faccio parlare Otto Kernberg, che insegna psichiatria alla Cornell University di New York, e che è uno dei più autorevoli studiosi della psiche attualmente viventi (Viator mi perdoni per questo atto di accidia).
" si possono distinguere due livelli generali di organizzazione della vita psichica: un livello neurobiologico e un livello intrapsichico. Il livello neurobiologico determina l'organizzazione di strutture neurobiologiche, che riguardano lo sviluppo percettivo e mnestico, l'attivazione della coscienza e la regolazione dei sistemi affettivi che motivano alla relazione oggettuale.
Il livello intrapsichico può essere concepito come la costruzione graduale di un mondo interno centrato su un senso di identità personale che permette di investire in modo realistico in un mondo di altri significativi".
La distinzione non è quindi tra mente e psiche ma tra "struttura cerebrale", fatta di sinapsi, assoni, strutture neurali complesse, che comunque influenzano l'intero corpo umano e "struttura mentale", propriamente detta, fondata sinteticamente sulle relazioni fra un sé ed altri sé.
Ciò che risulta sempre più evidente in questa dicotomia è quello che Damasio definisce l'errore di Cartesio, ovvero la netta separazione fra res extensa (il cervello) e res cogitans ( la mente) diffusa da Descartes. Invece una serie di conoscenze interdisciplinari ci dicono che le due sfere interagiscono e si influenzano vicendevolmente, anche attraverso modifiche che riguardano addirittura l'espressione genetica ( ovvero le nostre esperienze modificano e ristrutturano il nostro patrimonio genetico, che a sua volta influenza il tipo di esperienze che cerchiamo, una scoperta elegante di questo connubio mente/cervello).


La distinzione messa in campo fra mente e psiche esiste ad un diverso livello, ovvero la psiche, se ho inteso bene, non è altro che l'inconscio, ovvero la parte più arcaica della nostra mente, che si nutre dei più antichi legami positivi e negativi con la madre e che non può essere recuperato consciamente, perché si forma nei primi anni di vita, mentre la mente è quello che viene chiamato da Freud  "Ich" (Io) e "Selbst" (Sè) da altre teorie successive.
#1991
Per Viator. Ti assicuro che in questo forum ho letto di tutto, quindi continua pure a scrivere le tue teorie, ma non puoi considerarle allo stesso modo di teorie "altrui", ovvero di persone che hanno scritto libri e fatto lavori sperimentali e letto libri su quell'argomento.
Io, molto umilmente, le riporto, sperando di svolgere un compito utile a favore di chi, per curiosità,   volesse approfondire. Non mi sogno di scrivere teorie inventate da me. Mi sembra poco rispettoso e poco scientifico. Del resto i tempi sono questi. La scienza non ci ha condotto nella terra promessa ed ora possiamo fare a meno di lei o indicarla come ennesimo capro espiatorio.
#1992
CitazioneCiò non comporta alcuna contrapposizione (se non solamente tendenziale) poichè il loro rapporto è quello che potrebbe legare - ad esempio - il vecchio artigiano esperto (la psiche) ed il suo neoassunto apprendista di bottega (la mente).
Per Viator. Si tratta di una tua fantasia? Se sì allora ok, ti sei ricavato il solito spazio viatoriano. Se no, mi piacerebbe conoscere i riferimenti di questa teoria.
#1993
Citazione' interessante quello che dice Jacopus sui circuiti del senso morale e dell'autocontrollo. Davvero sono ubicati nelle parti più antiche?
L'autocontrollo è quello che io intendo come censura della parte razionale.
E' significativo che funzioni ritenute superiori siano in realtà ubicate in parti antiche, questo vorrebbe dire che la dicotomia emotivo/razionale dovrebbe valere anche per altri mammiferi.

No. Non sono ubicati nelle parti più antiche. il caso di Gage (https://it.wikipedia.org/wiki/Phineas_Gage) è, in questo senso, da manuale (anche se ultimamente si sono aperte nuove controversie sul caso).
Ma gli studi più recenti si stanno concentrando su una duplice linea di ricerca. Da un lato individuare sempre meglio dove a livello di SNC si situa una funzione generale come l'odio, la rabbia, la paura, la memoria procedurale, o quella a lungo termine, o addirittura che parti si attivano nei sogni per cercare di individuare la parte fisica dell'inconscio. Più queste ricerche si sono moltiplicate e più ci si è resi conto che ogni funzione superiore gestita dal cervello, aveva una zona che si attivava di più, ma contemporaneamente si attivavano anche altre zone ed è per questo che si è coniata la parola "circuito" per cercare di raffigurare quello che avviene nel cervello quando si sviluppa un emozione o una funzione come quella dell'autocontrollo.
Accanto a ciò continua ad essere valida la separazione fra emisfero destro, che si matura prima e che è deputato alla espressione delle emozioni, ed emisfero sinistro, che si matura dopo e che è invece quello che è destinato alla comprensione linguistica e astratta, alla razionalizzazione e alla progettazione a lungo termine. Ma anche in questo caso si è notato che le risposte più adeguate erano quelle che facevano comunicare l'emisfero destro con quello sinistro, in modo tale che non sia solo l'emotività a reggere le nostre azioni/visioni del mondo e neppure la sola razionalità.
Faccio solo un riferimento bibliografico, all'interno del quale comunque vi è un mondo di altri riferimenti: Clara Mucci, Corpi Borderline, Cortina.



#1994
Non esiste contrapposizione fra mente e psiche. Sono due termini per concettualizzare la stessa cosa. L'interazione avviene fra un cervello fisico, dotato di funzioni complesse, come la memoria, il controllo corporeo, la trasmissione chimica di ormoni e segnali elettrici per regolare lo scambio con l'ambiente, e la mente, ovvero l'acquisizione del retaggio culturale di ognuno di noi, che interagendo con la estrema plasticità del nostro unico cervello ci rende "individui unici". La mente è tale solo perché c'è una cultura, ma la mente deve basarsi sulla struttura fisica del nostro cervello, che si è stratificato nel corso di milioni di anni, ovvero dalla comparsa dei primati. La parte più antica del cervello umano risponde ad emozioni primarie e le trasmette al corpo, che reagisce in modo appropriato, attraverso segnali biochimici. L'espansione del cervello più recente è strutturata in quella che si chiama genericamente corteccia. Nella corteccia hanno ormai individuato le funzioni superiori, ovvero la capacità di senso morale, l'empatia, l'autocontrollo, la costanza nella ricerca a risolvere problemi astratti. Quello che molti autori stanno dicendo è che queste due parti comunicano incessantemente e che i circuiti del senso morale e dell'autocontrollo, ad esempio, sono anche innestati nella parte più antica del cervello.
Per questo, dicevo che le parti emotive e le parti emozionali devono riconoscersi in questo scambio continuo, per evitare cadute verso comportamenti scissi, solo emotivi o solo razionali.
Questo che scrivo non l'ho inventato io, ma c'è una cascata del Niagara in proposito. Una cascata che in qualche modo, garantisce una certa verità (relativa) a quanto affermato.
#1995
Tutta una corrente psicologica piuttosto recente detta della mindfullness, esprime e cerca di approfondire questo nesso. La mente "emozionale" è  molto potente, perché è quella che si trova nelle zone più antiche del nostro cervello. È necessario però che questa mente si confronti continuamente con la mente più evoluta, quella che si è formata attraverso lo sviluppo della corteccia. Il blocco di questo scambio comunicativo può condurre a persone/società che si lasciano sedurre da messaggi emotivi/urlati/sussurrati, privi di fondamento razionale, oppure al contrario da messaggi totalmente razionalizzati,  che si concentrano sulle procedure, rimuovendo il fondamento (anche emotivo) di ciò che si fa. Solo il contatto emotivo, ci fa entrare in uno stato empatico, ma per non diventare fusionali dobbiamo risvegliare la nostre parti calcolatrici.
È una specie di ping-pong.