Ciao Anthony e Iano.
Avete ragione!
Io mi sono concentrato sull'aspetto "geologico", perchè, quando la Sicilia si sarà "spostata" a sufficienza (cioè dei centimetri sufficienti), il ponte crollerà, o verrà in ogni caso reso inutilizzabile; e, questo, a prescindere dai terremoti che accompagneranno tale inevitabile "smottamento" progressivo.
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Però lo stesso Malerba ha ammesso che, a medio e breve termine, il problema principale per un'infrastruttura di questo tipo è un altro.
Come dite giustamente voi, infatti, anche secondo lui il guaio più grosso è costituito dal vento, il quale, a differenza di un sisma, "soffia" sempre e comunque; va bene che non ha un carico regolare, ma impegna dinamicamente il ponte in maniera costante.
Per questo il progetto di quello sullo stretto, ci rassicura Malerba: "E' stato studiato all'interno della galleria del vento del Politecnico di Milano".
Ed infatti l'ingegnere ci spiega che: "Si tratta di introdurre accorgimenti aerodinamici che riducano la resistenza alle correnti d'aria, facendo in modo che il ponte incassi le sollecitazioni senza danneggiare i propri componenti".
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Poi c'è anche il problema dei "vortici d'aria", che è diverso da quello del "vento"!
Al riguardo Malerba spiega quanto segue: "Qui il trucco sta nel non realizzare un impalcato continuo, ma di mettere una fessura nel mezzo; cioè, nello specifico, si tratta di separare le due corsie stradali da quella ferroviaria che correrà nel mezzo."
Secondo lui: "Questa soluzione dovrebbe ridurre la formazione di vortici. E' un'idea tutta italiana che è stata molto studiata e che credo abbia ispirato altri ponti costruiti in anni recenti in Cina e in Corea del Sud".
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Ma, secondo me, c'è anche un altro aspetto da considerare!
Entro il 2100 il livello del mare Mediterraneo potrebbe aumentare da 60 fino a 100 centimetri per colpa del riscaldamento globale; il che metterebbe a rischio più di 38.000 chilometri quadrati di coste, dove aumenteranno le aree sommerse e saranno amplificati gli effetti di mareggiate e tsunami con conseguente rischio di inondazione marina.
E' quanto emerge dalla conferenza di presentazione dei risultati finali del progetto europeo Savemedcoasts-2 (Sea Level Rise Scenarios Along the Mediterranean Coasts-2), condotto da un consorzio internazionale coordinato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Per cui c'è il rischio che il ponte sullo stretto rimanga perfettamente integro, ma finisca per ritrovarsi in mezzo al mare; e, quindi, i suoi terminali si dovranno raggiungere in traghetto!

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Un saluto!
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