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Messaggi - green demetr

#1981
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
23 Settembre 2019, 23:27:59 PM
Citazione di: Ettore Angelo Rossi il 23 Settembre 2019, 14:32:49 PM
Affermo l'acqua che passa sotto al mio mulino perché è quella che deve passare.

Caro Green Demeter il Kundalini Yoga non è da leggere ma è da praticare.
Nulla è perduto completamente e la pratica aiuta a ritrovare anche la conoscenza e non solo la forma fisica ed il contatto con il mondo enegetico.
La guerra non sta per arrivare è in continuo corso.

Cmq continuerò a postare sul forum magari aprendo punti di dialogo nuovi.

Se ti fa piacere Green demeter, leggi il mio blog https://ettoreangelorossi.it/ ci sono articoli molto interessanti e magari se hai voglia di commentarli possiamo aprire vari dialoghi.
Dialoghi che avrò il piacere di aprire anche sul forum, dato che si ha sempre da imparare.

Grazie a te Green che mi dai forza, non sembra ma ce ne vuole.
Ricorda di iniziare a praticare.

Ah ah se provo lo yoga credo proprio che mi frantumo in mille pezzi.
Se avessi soldi volentieri mi comprerei un personal trainer!
Per ora mi sono rimesso a camminare, il mio fisico credo sia stato messo proprio a dura prova e ora vuole che mi torni a occupare di lui.

Il kundalini, lo yoga...sono tutte pratiche che ho già praticato nell'infanzia e nella prima adolescenza, prima che la filosofia irrompesse nella mia vita e la dominasse da cima a fondo.

Negli ultimi 3 anni ho riaperto al metafisico puro, alle religioni.
Ora sto studiando astrologia, ebraismo (a breve cabala) su un lato, e sull'altro alchimia e tradizione neopagana, ho appena accantonato la wicca, proprio per via della pretesa di una ortoprassi, e mi sto concentrando sul lato della stregoneria italiana, ossia della magia, da Circe all'umanesimo italiano.
Dove non a caso a mio parere le 2 strade si incrociano, cabala e tradizione magica.
Per dare vita ad un periodo ancora non ben compreso. (Cusano, Bruno, Pico della Mirandola, Ficino).

Eh la pratica!!! ;) non c'è tempo materiale!

E comunque filosoficamente parlando il pensiero intellettuale E' una pratica! ;)
#1982
Giusto per sensibilità mia personale, per una volta mi permetto di dissentire senza inutile spargimento di parole (purtroppo oggi le urgenze sono ai confini, e non al nocciolo del problema).(mi perdoneranno i mod allora)
Non concordo con tutti gli interventi degli uomini, che ancora una volta mi ripresentano il fantasma patriarcale con la sua proverbiale ancella la scienza. 
Concordo con Ipazia sulla parte polticia della questione, ma anche con lei disdegno sprezzante, il suo definire il tentativo di teorizzazione del gender come estremismo.
Naturalmente quello che è estremo è il suo radicale dissenso con il fantasma paterno e il tentativo immane di metterlo in parole.
Come diceva Lacan per un "discorso che non fosse del sembiante"!

Mi scuso ancora. Ai prossimi 3d! ;)
#1983
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
23 Settembre 2019, 23:04:13 PM
Citazione di: Ipazia il 21 Settembre 2019, 21:02:29 PM
Per quanto tra etologia ed ecologia vi sia un sequitur non ridurrei l'etologia all'ecologia. Sulle gretinate stenderei un velo di pietoso silenzio. Ormai la politica liberal riesce a rendere autorevoli personaggi come Trump, Salvini e Orban che non fanno i sinistri con gli sponsor miliardari e le loro flotte. Neanche tanto dietro le quinte.

Saranno kretinate ma di fatto i liberal si muovono proprio a partire dall'etica, quando i progressisti dal provare a dare risposte.

Il fatto che tu insisti sul problema generale dell'etica, a mio parere dimentica proprio il fatto che l'etica è di fatto una politica.

Una politica generale mi pare molto metafisica, lo stesso metafisica che tu aborri così tanto.

In questo senso apprezzo che Phil parli di ricordo di cosa sia l'etica.

L'etica è una teorizzazione di una prassi, in fin dei conti per me è ciò che segue la prassi stessa, un continuo rimodellamento del suo presentarsi come politica.

Il punto principale ribadisco per la ennesima volta, è che il problema va spostato dall'etica ai soggetti che la pongono in atto.
Ossia chi sono questi soggetti che la pongono in atto.

In questo caso torniamo ai liberal.

E le Kretinate tornano a inquinare qualsiasi opinione generale.
Tanto che io continuo a sentire gente che nega il fascismo latente 
di ogni movimento di destra europeo.
Non quello americano, in quanto tutte le loro corti federali hanno già fatto piazza pulita degli uomini del presidente.
Per la loro giurisdizione la libertà (dei ricchi ovvio) è sacra.
In Europa invece l'idea di libertà si sta colorando di un bruno inquietante.

Sinceramente fin quando noi paio di filosofi continuiamo a non capire la cosa, non solo diamo spazio al pop-philosophia e al nuovo realismo, ma proprio all'interno del nostro pensare ci stiamo rendendo ridicolmente idioti. (perseveranti in idee astruse   
e dimentiche della grande tradizione filosofica).

Amen
#1984
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
21 Settembre 2019, 09:29:52 AM
Citazione di: Ettore Angelo Rossi il 20 Settembre 2019, 19:36:45 PM
Caro InVerno, a quanto pare qualcuno che sceglie le ciliegie verdi a dispetto di quelle rosse c'è.
La tua ricerca di scartare le ciliege mature e ricercare quelle verdi non è da essere umano ma nemmeno gli Dei e gli Animali lo fanno.
Il mio Blog sarà pure impreciso e cerco di fare tonare i conti, soprattutto perchè ricerca in un ambito dove c'è tanto mistero e si è cercato
di fare piazza pulita di informazioni utili ma che palesemente risaltano dall'archeologia.

Chi sceglie quali sono le più famose iconografie degli egizi?

Il movimento orizzontale che sottolinei in realtà è composto da movimenti ascendenti, discendenti ed a 8.
La prima immagine come fai a dire che non convoglia energia. Come lo interpreti tu?

La seconda immagine mostra il famoso Horus illuminato con un sole sopra la testa che ha nella parte anteriore l'uscita di un serpente, in mano tiene la croce ankh simbolo di unione delle energie ascendenti e discendenti. Nell'altra mano porta lo scettro Uas simbolo di Potere. Nel lavoro energetico interno, che forse si conosce poco, perchè prevede tanta pratica, si incamera energia in eccesso. Questa energia crea una potente aurea difensiva attorno a se stessi che poi con il volere della mente e dell'intenzione si può mandare dove vogliamo anche come forma di cura. Il serpente attorno ad Horus rappresenta proprio questo potere. Lui ha già incanalato questa energia che gli esce dalla testa. In questo modo può portarla nello spazio attorno a sè come meglio desidera.

La terza immagine è molto più difficile da interpretare. L'albero di per se indica un simbolo energetico che lavora sulla colonna vertebrale. Un simbolo di ascensione che prevede delle forti radici. Qua ci mostra come questo albero sia in relazione con il serpente. L'energia ascendente dei due serpenti che risalgono le gambe si incrociano nel secondo Chakra. Parliamo di Ida e Pingala per la filosofia Tantrika. Ma abbiamo anche un primo Chakra, appunto chiamato chakra radice che ha a che fare con il canale centrale Sushumna. Il Caduceo di Hermes ci mostra il divenire di Queste tre forze.
Qui abbiamo uno strano coniglio con la coda da ghepardo che accoltella il serpente, con una foglia o una piuma. BHO. Questo non so assolutamente cosa voglia dire.

SEMPRE non mi sembra dato che nell'ultima immagine che hai messo c'è un serpente che risale e 4 che scendono. Le energie discendenti venivano rappresentate con rapaci. Infatti Horus dio Falco viene associato al Sole. Anticamente non esisteva la Dualità e molto probabilmente non si faceva distinzione iconografica. L'energia è energia sia che scende sia che sale. Le filosofie non-duali non scindevano bene e male e nemmeno a livello simbolico facevano scissioni. Molto più potente è l'energia che viene dal Sole rispetto a quella che viene dalla terra.

A Gobleki Tepe hanno trovato pure questo.

Un serpente che sale, e due tridenti uno ascende e l'altro discende.

Della mitologia Norrena conosco ben poco, anche perchè di archeologia ce n'è ben poca rispetto ad altre antiche culture.
Quello che mi ha sempre affascinato ed ho anche usato sono state le Parole di Poter chiamate Rune
e non a caso quese parole considerate magiche vengono rappresentate in questo modo:

Due Draghi/Serpenti che scendono ed una sorta di Rosa Camuna in alto.

Cmq io cerco di interpretare il lavoro energetico che pratico e che sento che lavora sul fisico e non solo.
Un'energia che cura e che aiuta il prossimo e non solo me stesso.
Uso dei punti specifici per incanalare questa energia,
Punti che ho trovato nello studio dell'archeologia.

Poi possono essere tutte cavolate, ma io la sento e le persone a cui faccio trattamenti la sentono.

Questo è l'importante.

l'ascendenza è anche parte della cultura induista, ha mai letto il kundalini yoga?

Nel teatro dei mandala (chandala) il punto erotico porta automaticamente senza passare dagli altri  chackra al samadhi.
Vedi anche Patanjali.

Per quanto riguarda la tradizione ebraica, devo ancora studiarla.

Ma leggendo qua.....c'è parecchio parecchio parecchio da fare!!!!

https://it.wikipedia.org/wiki/Drago_(ebraismo)


Grazie ancora Ettore Rossi, se puoi continuare a postare qua nuove similitudini letture, e nel caso oltre a quella greca ti decidessi di affrontare quella ebraica ti sarò molto grato.

Comunque 2 sono le costellazioni, l'ofita e il dragone!!!

Trovare i rimandi tra questa tradizione e quella asiatica è ancora più grandioso, ma forse è terreno per capire uno degli archetipi che informa l'umanità.

E che abbiamo perduto completamente!

Vanno bene anche le ciliegie verdi Inverno!!!! nel caso ti stai appassionando pure tu!
#1985
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
21 Settembre 2019, 09:16:09 AM
Citazione di: Ettore Angelo Rossi il 20 Settembre 2019, 10:11:36 AM
Molto interessante.
Oggi ho scoperto che esisteva un tredicesimo segno zodiacale che sarebbe L'Ofiuco.
Il domatore del serpente. Colui che domina la magia?
La divinità Heka egiziana

Dea di raffigurazione femminile. Rappresentata con 2 lunghi Serpenti in mano, Heka è la deificazione della Magia. Heka è la portatrice del Ka.
Il Ka rappresenta la bioelettricità che compone la nostra stessa anima. Il Potere personale che portiamo dentro di noi.

Lo stesso potere che viene rappresentato dal Naga probabilmente.
Non a caso in Tibet un simbolo importante è sempre stato il drago.

Che purtroppo viene attaccato dagli arcangeli e dalla madonna.


Esatto nacqui sotto il segno dell'Ofiuco, oggi conosciuto come Scorpione un segno vasto come vasto è il mare intutitivo.

Purtroppo gli arcangeli.

Lo temo anch'io. Infatti sta per arrivare la guerra degli angeli. (vedi il 3d dies irae)

Forse sto vagando troppo con la fantasia (alias sto delirando) ma vedo che anche tu mi stai portando ai confini di questa ipotesi.

Perchè l'arcangelo deve prendersela con il serpente?

Forse perchè il serpente è amico dell'umanità?

In me già sò che è così. Non è una domanda.

Grazie Ettore e grazi Sari!!! continuiamo così.
#1986
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
21 Settembre 2019, 09:09:00 AM
"Il simbolo di per sé non è indecidibile, è piuttosto il rapporto con il suo sedicente (sé-dicente) referente ad esserlo, essendo già predeterminato dal suo stesso dire (pensiamo mai ad un simbolo senza referente, o meglio, senza significato? Certo, potremmo farlo, volendo; tuttavia, seriamente, lo facciamo?). " cit phil

Ma infatti è da anni che lo vado dicendo.
Ma chi l'ha posto come problema?

Cartesio, con la sua rivoluzione copernicana, in cui il soggetto per la prima volta si dà.
E in cui come per contrapasso si formula anche quella del demone ingannatore.

Sul primo fronte lavoreranno meglio Kant e Hegel, e l'eredità è quella della fenomenologia, Husserl e Heidegger.

L'altro è quello a cui solo Nietzche perviene. (l'unico che scardina l'universalismo di cui parli).

______________________________________________________________________________________________________:

"La virtù è la disposizione d'animo a compiere il bene per se stesso, senza cercare o attendersi alcun utile. Naturalmente allora nasce la domanda: cos'è il 'bene'? Una bella risposta, a parer mio, che è una domanda, la dà Yeoshwa: "Chi di voi, se un figlio che ha fame gli chiede del pane, gli dà invece una serpe?'" (a proposito dei serpenti che sono simboli sia negativi, di pericolo, che positivi, di conoscenza..)." cit sariputra


"Che le etiche siano molteplici, che spesso non ci sia falsificazione razionale fra etiche divergenti (v. scontro fra culture), che questioni etiche "evolute" (fuori dalle grotte) non siano risolvibili oggettivamente chiedendo all'ethos o alla physis, etc. credo siano ormai assodati dati di fatto (fino a prova contraria); il resto sono piacevoli interpretazioni (e su quella che è la loro circolarità, almeno secondo me, ti ho intrattenuta a sufficienza)." cit Ipazia.

Cari Ipazia e Sariputra, ma il fatto che la mamma dà il verme ai suoi passerrotti, non impedisce al cacciatore di papparseli.

Dunque l'ethos è quello vegano di fine secolo?

Diventerà una questione fra carnivori ed erbivori?

Questa etologia catastrofista che sta contraddistinguendo sempre più non solo le università, ma anche i telegiornali, e che impazzisce sul concetto di sostenibilità e riqualificazione, non vi avrà in qualche modo colpiti? come un terribile collasso del pensiero.

Amen.

frase sibillina:
Siamo di nuovo nell'eone che verrà spazzato via.
#1987
Citazione di: Lou il 20 Settembre 2019, 18:50:03 PM"la sensibilità femminile è restia a riconoscere la razionalità allo stato puro."

- innanzitutto con "razionalità allo stato puro" cosa intendiamo.
- per "puro" di nuovo, molto interessante.
- il "riconoscere", l'abbiamo già conosciuta, perciò è ri-conoscibile? Il che porta a una ulteriore domanda: come conosciamo la razionalità allo stato puro, ammettendone, per ipotesi, l'esistenza? È conoscibile?
- si inserisce in questa affermazione una distinzione sul piano della sensibilità in forza del genere in chiavetta dicotomica maschile/femminile. Al che mi è balenata più di domanda che si muove in  diversi ordini di "ragione" dubbiosa su:
1. è la sensibilità la facoltà atta o meno, propensa o restia, atta al compito di "ri-conoscere" la "razionalità allo stato puro"?
2. La sensibilità è differente tra i generi? O meglio, incide il genere sulla sensibilità?
3. L'incidenza della sensibilità che ruolo gioca in ambito cognitivo?

È solo un abbozzo su cui lavorare.

Direi di partire dal punto 3 e per inferenza arrivare alla prima assiomatica proposta.
Mia opinione è "il sentimento femminile, è il discorso dell'Altro, ossia il suo rifiuto, e per questi tempi "buj "per ora, l'unico discorso che riesce a fare". (Che poi diventerebbe il problema dell'unico, ossia il famoso provocatorio motto di lacan "non c'è rapporto sessuale", ma questo lo lasciamo all'ambito psicanalitico).

Ma torniamo invece a questo 3d, accettiamone la provocazione, in quanto è uno dei temi centrali della filosofia, e per quel che mi riguarda il discorso centrale all'interno del discorso fondamentale della filosofia contemporana, ossia la comunità (essendo il "soggetto" l'altro discorso fondamentale, altri non ne metto! giusto per dare la dimensione della sua importanza.)

punto 3, nell'ambito cognitivo non ricopre alcuna parte.

Domanda perchè?

punto 2,  il genere non incide sulla sensibilità, ma la teoria del gender ampiamente sì, anzi ne è la prima benvenuta storica forma di "discorso alternativo". (per non perdere le fila, contro l'unico, il discorso patriarcale).

Domanda perchè? (ossia perchè la sensibilità NON è incide come genere?)

punto1,  che sarebbe la risposta ai successivi 2 corollari. Proprio perchè la sensibilità è esattamente una facoltà dell'intelletto, e la ragione è la sua ragione, ossia la ragione dell'intelletto, questo per gli hegeliano, per i kantiani sostituisci la parola ragione con intelletto e viceversa, ah questi filosofi!)

Detto questo l'intelletto ha altre facoltà, sensibilità (nel senso di sensorialità, di percezione) logica, etica (intesa come politica però) etc...etc...etc...


Spiegati i corollari rimangono da dedurre per inferenza cosa sia la sensibilità femminile.
Ovviamente la discussione è aperta, ciascuno, proprio secondo la sua facoltà, ne darà versioni differenti.

Mi attengo al confronto con Lou, in quanto estimatore delle teorie del gender femminile (la sinistra fucsia che tanto Fusaro odia). Le posizioni di Viator e Davintro mi paiono invece ancora dentro il discorso del capitalismo (la sensibilità sottomessa alla ragione), se vogliono posso aprire discussione con voi, ma solo se richiesta.

Direi di partire dal tuo ultimo degli assiomi, ossia che la sensibilità sia una distinzione del gender!
Ottimo, ottimo, ottimo, ottimo (mille punti stima), ovviamente facendo finta che tu capisca che il gender non è una questione di sessi, ma appunto di appartenenza, e l'appartenenza è sempre un discorso. Ma l'intuizione è lì vicina, molto vicina, mi basta!

Il secondo assioma invece richiama al problema se esiste una razionalità del sentimento, e ti chiedi se c'entra qualcosa quel "puro".
Di nuovo ottimo ottimo ottimo! La risposta (Che immagino ancora cerchi) è proprio quella che già ho detto più volte, ossia che la razionalità è un discorso, dunque il terzo assioma è semplicemente una deduzione specifica rispetto alla risposta inferenziale, e quindi sempre assiomatica (ricordiamocelo sempre), se esiste una razionalità. Ma l'aveva già detto Pascal no? il cuore ha le sue ragioni che la ragione non intende. Ossia in scacco è proprio il concetto di puro.
Non si tratta di una razionalità kantiana (che per pura intende sensibile, ma nel senso di sensoria, di nuovo l'ho già detto sopra, ma di una razionalità discorsiva.)
Ovviamente questa secondo assioma è proibitivo per il pensiero gender, in quanto o abbracciano la psicanalisi o rimarranno nelle prigioni della ragione cognitiva. Purtroppo oggi a parte le teorie cyber-punk del lesbismo (filosofico) gender, non vedo altri segni di vita dal panorama culturale. (Se qualcuno sà mi informi grazie!). Forse le teorie queer, ma non ho letto nulla.
Eppure come insegna il cyber-punk la ripresa proprio cognitiva, del proprio corpo, a partire dal proprio corpo, e tramite le forme cibernetiche che ne aumentano la percezione, è lì che attende di essere innalzata e glorificata come verità (politica discorsiva, e invece niente la gender theory continua a dare il fianco alle psico(pompe)scienze, figlie degeneri del patriarcato più triste e ramingo. (con annessa shizofrenia sociale).  Scusate mi sono dilungato, vale quanto detto all'inizio, fermiamoci al punto che la ragione del sentimento esiste, eccome se esiste, e che è una forma del dialogo, e come tale della ragione!

Torniamo inferenzialmente ancora più indietro con il primo assioma di cui la deduzione è il secondo assioma.

Con puro intendiamo la prefigurazione delle categorie kantiane, ossia dei contenuti astratti della mente, ossia delle algebre, ossia geometricamente degli assiomi, che poi algebricamente portano alla verifica cartesiana del punto, ossia della verifica delle cordinate delle x e delle y.
kantianamente parlando dello spazio e del tempo.
Per puro si intende ciò che è evidentemente posto all'interno dello spazio-tempo come luogo.

Il puro è il luogo, il dove è, il PNDC, principio di non contradizione, è lì, è quella cosa lì.

Ovviamente il discorso che lo informa è stato completamente smantellato dalla fisica quantistica, e l'uomo ha trovato il nuovo puro nelle forme dell'algebra astratta delle forme olistiche contro quelle riduzionistiche.

Ma è solo un discorso non IL discorso!!!! e la fisica quantistica e l'olismo dovrebbero averlo fatto capire.....e invece NO.

E va beh! lo dico io che siamo in tempi buJ!

ciao Lou, magari ti inizio a rivalutare come per Ipazia! e i forum sono nati per quello! per potersi capire piano, piano, serve pazienza!

Come serve pazienza ai discorsi che devono (o non devono) emergere.

ciao! (molto interessante!)

ps
(e chissà che ne dirà la materialista Ipazia! aiei!)  ;)
#1988
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
18 Settembre 2019, 18:35:15 PM
Citazione di: Ettore Angelo Rossi il 18 Settembre 2019, 08:22:56 AM
Grazie green demeter,
il serpente è il veggente.

Grande intuizione, infatti anche la nona carta dei tarocchi che rappresenta l'eremita, ma che in realtà come dici tu è un veggente, ci mostra un anziano
con bastone al quale è attorcigliato un serpente. Porta con l'altra mano una luce, una fiammella che rappresenta la luce. Una luce che permette di vedere.

Veggente.

Per questo che anche in Egitto proteggeva lìocchio di Horus.


fuoriesce anche dalla fronte dei sarcofagi



Grazie green demeter il veggente mi serviva.

Grazie a te per le informazioni sul versante egizio! purtroppo ci vuole tanto tempo per capire certe cose, e ho deciso che quel versante non riesco a ricondurlo tra le mie ricerche, quindi ancora grazie! mi sembra che torni e molto!
#1989
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
18 Settembre 2019, 18:19:13 PM
Citazione di: Phil il 18 Settembre 2019, 11:32:39 AM
[I fili del discorso mi arrivano piuttosto sfilacciati; semmai foste così curiosi da aver domande/osservazioni per me, citatemi esplicitamente, altrimenti, nella tombola ad estrazione di concetti e riferimenti, finirei per fare confusione. In questo green dà il buon esempio: ]
Citazione di: green demetr il 18 Settembre 2019, 01:40:28 AM
phyl non capisce, che il segno NON E' la physis.
Eppure giurerei d'aver insistito persino troppo sul referente (=physis) che non è né il significato (interpretato) né è il segno (medium di strutturazione dei paradigmi di significato; v. riferimento alla scrittura).
Oppure ho frainteso il ruolo di quella virgola?

P.s.
Simpatico il lapsus calami che sintetizza «Phil» e «physis» in «phyl».

Ah ah caro Phyl naturalmente hai ragione, mi sono espresso male.

Tu poni bene la situazione tra segno simbolo e referente.

Ma o non ho capito niente oppure effettivamente per te è il simbolo quello che conta, e che tu ritieni tautologico rispetto ad un "eventuale" ma indimostrabile referente.

Per questo forse ti interessava l'idea di ethos, come se questa potesse dire del referente qualcosa che superasse la tautologia.

Cioè intendo la necessità di stabilire un simbolo.
In questo ovviamente ognuno degli utenti del forum ne ha dato una definizione, tutte abbastanza condivisibili.
Non è che mi scaglio sul tentativo di costruzione simbolica del referente, in questo caso il bene come physis, il bene come ethos, oppure il male come indecidibilità come nei primi interventi del 3d (e quindi anche il bene).

Ora il mio punto è come dire un passo in avanti, perchè la filosofia è analisi delle cose che tutti danno per scontato.

Ossia proprio quei significati che si sono indicati, dall'idecidibile, al bene e al male (su cui ovviamente non ho insistito, perchè sennò bisogna scrivere un libro, in fin dei conti insieme alla idea di vero, si è sempre associata l'idea di vero e falso).

Ora io non mi soffermo tanto sul significato, ma appunto sul referente.
Bisogna anzitutto decidere la verità dietro, qualsiasi considerazione del bene e del male.

Per questo sostengo che sia il referente anzitutto da decidere sulla questione del bene e del male.

Il referente, ossia l'oggetto (reale o immaginario che sia, perchè questo è una operazione successiva della filosofia) che costituisce la base per un discorso, mettiamo per semplificazione, SU l'ethos, è la base di una prima fase di critica.

A me Phil pare che ben poni la questione del referente dell'oggetto principale da cui inizia l'indagine filosofica, ma poi blocchi la stessa indagine filosofica, sui concetti tautologici, ossia blocchi l'analisi a livello linguistico, definendo il simbolo stesso come indecidibile, quindi non solo bene e male, ma anche ethos.
Facendo questo non solo fai un salto di quantità di cose da dire, ma anche di qualità, che evidentemente solo in pochi riescono a seguire. Secondo me dobbiamo impegnarci a rendere le cose più comprensibili agli altri. Penso che un annetto ci vorrà tutto, almeno per me, per cambiare stile di scrittura. Mi allenerò!

Certo la filosofia contemporanea si concentra proprio su questi labirinti di senso.

Per fare un esempio per gli studenti di Milano.

Filosofia teoretica è passata dal fenomenologo Sini, all'analitico prof. Spinicci.

Ma ora torniamo a noi Phil, e facciamo un salto qualitativo e parliamo su un piano che dia per scontato tutto quello sopra detto (e su cui utenti futuri sono chiamati, se vogliono, a indagare).

Sini ha provato a lungo a spiegare che Peirce sia fondamentale per capire come funziona un segno.
Ma evidentemente la fortuna critica dello stesso (Peirce) è oggi ancora in fase di riconoscimento (e di studio, le opere complete solo da pochi anni sono disponibili, e solo in inglese purtroppo).
Una figura titanica.

Come ho già detto, e leggendolo in traduzione nelle sue "nuove categorie kantiane" fa un lavoro certosino su come vada inteso il nome delle cose.
Ossia il passaggio dall'inferenza alla deduzione.
Come passaggio da concetti nebulosi a concetti sempre più chiari che vadano a chiarire "matematicamete" il mondo.

Non ho ancora studiato la sua faneroscopia (la sua fenomenologia), ma è chiaro che egli contempla l'inferenza come la base nominale che punta al referente.
Ossia l'inferenza come fondamento.
D'altronde sia Kant, che Hegel dicono la stessa cosa, gli manca la parte analitica della dimostrazione.(anche loro fanno l'errore di partire come dire troppo avanti, finendo per lasciare indietro molte persone. Basterebbe pensare come ancora Kant sia frainteso!)

Certamente tu puoi sempre fare la mossa di dire che comunque ogni inferenza è comunque stabilita a priori da un linguaggio.
Naturalmente personaggi di alto calibro lo hanno affermato, penso a Vattimo e tutta la tradizione che egli segue.
Capisco benissimo a cosa allude il tuo modo di fare filosofia.

Eppure proprio nel campo linguistico non dovrebbe aiutare il caso Wittgenstein?
Vi sarà pure un momento in cui un filosofo passa dalla granitica logica, ad una apertura verso il reale.
Certo un apertura complicata, ossia una apertura che fa i conti con il suo stesso aprirsi.
I giochi linguistici, ossia il testamento di Wittgenstein, non è forse questo continuo gioco di rimandi linguistici che tendono a definire un oggetto di indagine?
Oggetto non più di verità, ma di senso. Fascio di senso, fascio di simboli.
Esattamente come già Peirce aveva individuato, il fascio è la struttura linguistica.
Fascio naturalmente è usato da Peirce (non so Wittgenstein che è un filosofo che non mi interessa.)
Ma il significato è quello!(in tutti i grandi filosofi da locke a sini)

Ecco che allora arrivano naturalmente le nuove teorie semantiche, e di campo di senso (ma qui siamo nella linguistica avanzata, di cui ho solo vaghi ricordi, e una infarinatura basica).

Non capirò mai a cosa serva tutto questa necessità di verità.
(e non a caso è Nietzche il mio maestro! ;) )





#1990
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
18 Settembre 2019, 01:59:21 AM
Vi sono due serpenti, come al solito, uno della tradizione giudaica, ribaltato come un guanto dal cristianesimo, e uno dalla tradizione greca, che lo pensa in maniera più compiuta.

Mi si è presentato persino in sogno, in maniera virulenta.

E' la leggenda del Pitone, su cui si basa la nostra intera civiltà, ossia come Violazione sulle leggi di Gaia, L'inconscio direbbe Freud (che di erotamane non  aveva nulla, infatti non seppe mai risolvere il suo amore verso la sorella della moglie. E tra l'altro non c'entra niente Sariputra!)

Non è tanto la questione del fallo, o meglio se riflettete sul mito del Pitone, è il suo contrario, è quindi una forma (delle tante) di castrazione del discorso.

Chi ha provato a parlarne è stato proprio il giudaismo, al di là della follia di Biglino (controllata rigorosamente per vendere ai gonzi).

Il serpente è trasformato in essere strisciante.....la domanda è: cosa era prima?

Certo Nietzche ha risposto con la conoscenza. Ma a mio modo di vedere è abbastanza appiattente come considerazione, infatti in Nietzche è simbolico.

Mentre è evidente che si tratta di una delle infinite shemat dell'ebraismo.

Non sono ancora in grado di risolverla. Scusate. Ho posto il problema comunqe.

Il fatto che il cristianesimo ribalti la cosa, non ci sto nemmeno a scrivere.

PS.

Il mito del serpente è frutto della sapienza popolare, che recupera il mito del pitone.

i visconti riprendono questa mitologia che nelle forma popolari italiane sono legata al culto Cumano della dea Circe.
Ovviamente sempre inconsciamente tramite il passaggio orale, diventa il culto della strega.
Ossia della veggente.

Il serpente è il veggente.

Ovviamente anche la Pizia deriva Direttamente dalla castrazione del Pitone.
Ovviamente potremmo scrivere pagine su pagine di documentazione. non ciò voglia, impossibile da far capire senza le giuste intuizioni  e controllo filosofico.

E' la mia strada! this my way!
#1991
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
18 Settembre 2019, 01:40:28 AM
Attenzione ai referenti, Maslow viene citato in tutte le forme ideologiche di controllo dello stato.
Non si cita Nietzche, Kant, Hegel, si cita Maslow, chiaro?

Tanto per non dimenticarci il solito problema annoso, che la psichiatria nasce dall'idea dell'uomo robot.

L'errore di Lou è evidente come una casa Physis = ethos + logos, significa ribaltare la formula corretta ethos=physis + logos proposta elegantemente da Viator.

Il primo oltre ad essere una petitio ad principi (in quanto l'etos è una forma della physis, tutta da dimostrare, e non premessa). L'errore piu' grave è che ogni sequitur diventa l'automatico, la produzione infinita di nomi per giustificare quello che NON si vuole dimostrare.

Naturalmente Ipazia non ha risolto alcunchè in quanto anch'essa presume che esista una physis. Non lo dimostra affatto.

Mentre nella grecia è physis = fenomeno + logos, fino al delirio di appiattimento che fenomeno è logos.

La filosofia antica è l'infanzia della umanità.

O si riparte da Kant, e dal porre l'uomo e non Dio al centro dell'universo o non si va da nessuna parte.

il fondamento non è la physis ma il soggetto che la contempla (e contemplandola la pone).

La pone come problema, la physis insegna colli è la verità come problema, colli poi degenera velocemente in un sorta di teismo naturale ciò non di meno.

i referenti sono importanti.

l'individualismo di cui parla la filsoofia contemporanea, non è quello appiattente di un fusaro, ma è comunque quello che si eredita PROBLEMATICAMENTE, dal decostrozionismo.

Il decostruzionismo smonta il soggetto della filosofia a cui comunque mi attendo, quella idealistica.

La metafisica può continuare solo tramite un serrato confronto con il segno.

Dunque ha ragione phil, se non fosse che phyl non capisce, che il segno NON E' la physis.

Per inferenza e non per deduzione la physis è il fondamento.

ovvero la physis, ossia il fenomeno, è ciò che fonda come risultato già dato piuttosto che come assioma.

La physis è il risultato di una equazione ancora da scrivere. in termini scientifici.

o meglio molte cose sono già state scritte, manca quella impossibile da determinare, che è appunto l'equazione del soggetto.

impossibile, perchè l'uomo è sempre diverso, e al contempo uguale iscrittosi nella storia.

non esistono fatti ma solo interpretazioni, dovrebbe essere una cosa ultra assodata, e invece ancora ad anaspare su queste cose.

spero di aver illustrato il problema storico di base un pò meglio. vedrò di migliorare per scrivere una filosofia basica. forse è il tempo di farlo, ah ah ah!
#1992
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
16 Settembre 2019, 01:16:24 AM
Citazione di: Phil il 16 Settembre 2019, 00:50:29 AM
Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
Chiamare metafore estetico-narrative fatti tratti dal mondo naturale evidenzia tutta l'ideologica autonomia del linguaggio e nulla più.
Per amor di brevità, non ho esplicitato; mancanza mia; non mi riferivo agli animali dell'antropologo (che non sono metafore, né sono estetici), ma ad Antigone; ora anche a
Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
Giorgio Celli, etologo amante dei gatti, riveló di essere perennemente in dubbio su chi tra lui e i suoi gatti avesse adottato l'animale di specie diversa.
simpatica battuta in risposta ad una domanda che parlava di un supposto "accesso degli animali all'etica umana" e di fondamenti (teor)etici.

Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
Questo non esclude una vita psichica capace di comunicare.
Non la escludo affatto, ma non ne colgo la pertinenza con il discorso; se vuoi cambiare tema (la comunicazione negli animali o altro), non insisto oltre sulla questione del sequitur etico.

Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
CitazioneQuindi in un referendum sulla bioetica o dovendo scegliere il miglior programma politico, mi suggerisci di «lasciar parlare la natura»? .... il sequitur fra uomo e natura di cui parlavamo è quello etico, giusto? Non colgo dunque la pertinenza di terremoti e ascese in vetta.
Certamente, solo la conoscenza accurata della natura può sbufalare certe posizioni ideologiche che raccolgono firme per dei referendum e un'occhiata al cielo da vicino può falsificare superstizioni infondate. Anche l'ethos ha la sua epistemologia che si assevera o falsifica interrogando senza pregiudizi la natura. Tralascio per brevità l'abbondante esemplificazione.
Temo si stiano confondendo di nuovo le informazioni-nozioni con le conseguenti decisioni-valutazioni, glissando sul meccanismo etico interpretativo che le elabora (se stiamo ancora parlando di etica...). Qualche esempio di come l'"epistemologia dell'ethos"(?), «interrogando senza pregiudizi la natura», possa instradarmi verso scelte etiche verificate (oltre a darmi informazioni su cui basare tali scelte, attività ben differente), probabilmente mi gioverebbe a seguirti meglio.

Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
CitazioneNon capisco: paragonare un selvaggio umano a un cane addomesticato depone a favore del sequitur fra la società umana e l'ethos naturale?
Sí, nei suoi meccanismi cognitivi di base.
Il problema (e il tema) non è tuttavia la base: che anche l'uomo sia un animale è ben noto; la questione è l'altezza, la verticalità della ratio con cui l'uomo si allontana dalla base (restando comunque un animale, chiaramente). Il sequitur etico, in quanto tale, non sarebbe infatti da cercare fra l'ethos dell'uomo selvaggio e l'ethos dell'animale allo stato brado (due ethos), quanto piuttosto fra l'etica dell'uomo civilizzato e l'ethos del "mondo animale" (almeno questa era la tua tesi iniziale che mi ha incuriosito: il legame fondante fra ethos ed etica).

Citazione di: Ipazia il 15 Settembre 2019, 23:07:21 PM
CitazioneCercavo una dimostrazione, pur nel contesto letterario; la trasvalutazione storico-narrativa del suo gesto, per quanto allettante, non dimostra alcun sequitur, così come accade per altri testi (la Bibbia, tanto per citarne uno...). Si tratta ancora di distinguere il piano logico-argomentativo da quello storico-narrativo, meta-etica da etica, etc.
Esiste forse qualcosa che piú dei miti possa spiegare al meta-ermenauta il senso più profondo delle sue radici ? Etologia umana al calore bianco.

Come detto, «cercavo una dimostrazione»(autocit.), argomentazioni logiche, poiché sul piano estetico-narrativo non c'è epistemologia che fondi paradigmi falsificabili, ma piuttosto letteratura, tradizione, cultura, etc. possiamo risalire fino agli archetipi transculturali, ma la domanda «perché ci sarebbe sequitur fra etica umana ed ethos animale?» richiede, per me, ben altro fondamento (e se non c'è, nessun problema).

Temo di aver perso il filo delle vostre elucubrazioni mentali.

Non capisco più che altro i tuoi rilanci Phil.

Sono d'accordo che posare una etica senza aver prima fatto i conti con il suo linguaggio, sia un rischio notevole, e senza fondamento.

Ma perchè a questo punto rilanciare la cosa con l'ethos?

Se per ethos intendiamo una sorta di favoletta ecologista, io te e gaia, è un conto.

Ma io credo che possiamo fare uno sforzo e intendere non dico Ipazia, ma una sorta di pseudo-Ipazia, che affermi che non è tanto la favoletta quella che interessa, ma le sue forme di prassi.


La prassi è un evento linguistico? o non è invece un evento fenomenologico!

Certo posso ragionare sulla prassi come evento linguistico, ma questo evento linguistico è precedente o succedente l'evento in sè, quello fenomenologico (lasciamo stare la questione naturale).

Di fatto la filosofia continua a girare a vuoto ogni volta che vuole pensare l'evento come evento linguistico, quell'evento linguistico che viene prima dell'evento che descrive, e che comporta un altro evento linguistico.

Ma questo è una petitio principi, senza alcun fondamento!

Mentre il fondamento è proprio la fenomenologia, ossia come un evento è dato!

Ossia non è solo linguaggio, è anche percezione, emozione, sentimento.

Da questo evento dato poi possiamo cominciare a fare inferenze verso Dio o verso una logica senza fondamento, assiomatica, e al contempo andare verso una prassi, computazionale nel secondo caso, ossia la cascata di eventi linguistici (simbolici) e dall'altro alla cascata di eventi ideali (simbolici). Che poi il simbolo sia legato al nanturale è solo una cosa secondaria rispetto alle tue problematiche!


Il fondamento è sempre un apertura, da Kant a Heidegger è sempre così.
#1993
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
12 Settembre 2019, 22:47:04 PM
"Tutto il dibattito etico sulla manipolazione genetica e le biotecnologie rimane ancorato al cui prodest. Se è utile ad un potenziamento della vita umana e non confligge con la natura (è chiaro che tra uomo e natura vi è circolarità) viene promosso. Nel dubbio si discute e si testa. E alla fine si decide. Quella che green chiama teologia politica (trattino "economica" aggiungiamo io e Marx) influisce pesantemente, ma la discussione etica nei suoi fondamenti non può che risalire al bios e alle sue ragioni. Lasciando pure spazio alla "libertà", laddove la partita doppia etica dia risultato zero. O, meglio ancora, neutro: gusto personale non perturbante l'armonia della polis. E' chiaro che non stiamo misurando la forza di gravità e la capacità predittiva dell'etica razionale non è quella della fisica. Ma ci si prova ugualmente." cit Ipazia


Sono in disaccordo Ipazia, non tanto per le possibilità curative, figuriamoci se lo fossi, sarei un ipocrita.
Ma proprio per quelle motivazioni della teologia-politica, o delle tecno-scienze, o se vuoi del buon vecchio capitalismo.
La filosofia da Agamben a Sloterdijk, passando per Marramao, dichiara il dominio sui corpi, come la nuova forma del persistente ritorno ai fascismi reazionari.

In questo momento il dibattito è infuocato, solo perchè la vita appartiene alla religione cattolica. Le scienze stanno tentando di superare questi impasse, usando una delle macchine ideologiche più perverse, ossia la stessa che domina di sottofondo, rispetto alle ideologie dominanti, vale a dire quella del CUI PRODEST.
Ossia riducendo la questione all'individualismo (mimetico) sempre alla voce: che è meglio dominare il singolo che la comunità.
Come se essere madri è solo un surrogato del vivente inteso come corpo vivente, al di là del sui bisogno financo etico di riconoscimento comunitario.
Accettare questo genere di fantasmatiche significa, cadere completamente fuori dal discorso democratico.
Non è una questione dell'evento in sè, ma del discorso che lo accompagna, e che spero converrai con me, che genera un indotto di guadagni straordinario.
Non si tratta qui di fare l'errore banale di criticare la bio-scienza, in quanto evento tecnico, ma del discorso che accompagna questo evento tecnico.
Un discorso che ricorra ai nostri aspetti più individualisti, accendendo un dibattito politico completamente fuori dalle idee progressiste, è terreno fertile. per un ritorno a forme aberranti di controllo (controllo delle nascite, controllo delle malattie, controllo delle idee).
Sono tempi buj in cui esplodono le innovazioni della tecnica.

A tal proposito mi viene in mente il problema dell'auto-immunità, non del vaccino in sè (che comunque mi lascia perplesso a livello di descrizione scientifica) quanto del discorso cha accompagna lo stesso.

cito da questo bell'articolo che ci porta completamente dentro al dibattito filsosofico contemporaneo, 10 paginette, non sono tante, leggiamolo, ma va bene qualsiasi altro articolo che contempli, questo breve passaggio che cito per motivi di dibattito:

"Come ricorda Timothy Campbell, "la categoria di 'immunità' gode di una
lunga e ben nota storia nella recente riflessione critica": si pensi solamente a Niklas Luhmann, Donna Haraway e Jean Baudrillard. La nozione viene ripresa inoltre da Jacques Derrida a partire dallo studio sulla religione Fede e sapere del 1992, dove la comunità viene descritta come "comune auto-immunità", e le sue reazioni identitarie come un eccesso di difesa che rivelano la «pulsione di morte che tormenta in silenzio ogni comunità, ogni auto-co-immunità». Successivamente, Derrida si concentrerà sui rischi dell'eccesso autoimmunitario, tema comune a diversi utilizzi filosofici della semantica dell'immunità, la cui ambivalenza si esplicita quando l'esasperazione del meccanismo costitutivo della comunità si traduce nel rivolgimento autodistruttivo contro lo stesso corpo sociale. La protezione della vita si rovescia così in dispositivi mortali e tanatopolitici, in "negazione della vita". cit da http://www.eticapubblica.it/wp-content/uploads/2016/11/1_2016_Consoli.pdf

Non ho letto Derrida ma ho letto il primo volume delle sfere di Sloterdijk.
Mi pare che sopratutto le ultime righe denotano molto bene quanto vado per mio conto pensando.

https://www.repubblica.it/cultura/2017/09/10/news/peter_sloterdijk_non_esistono_veri_maestri_sono_stato_troppo_indipendente_per_aderire_a_una_scuola_-175085079/

La negazione della vita in fin dei conti è la negazione al pensiero.
#1994
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
12 Settembre 2019, 22:44:27 PM
Citazione di: Jacopus il 12 Settembre 2019, 15:12:37 PM
I livelli di omicidio fra oggi e il medioevo sono crollati in europa occidentale. In Italia si aggirano sulla proporzione di 1-2 ogni 100.000 abitanti/anno. Nel medioevo era tra i 40 e gli 80 ogni 100.000 abitanti/anno.
Premesso che geneticamente abbiamo lo stesso corredo, questa caduta della violenza va spiegata.
Ed una delle possibili risposte é proprio la diffusione di principi etici per i quali la violenza è condannata e perseguita come metodo di risoluzione dei conflitti.
Quindi dire che l'etica non ha mai soppiantato le armi é vero, così come é vero, che grazie a principi etici ed etico-religiosi ed alla diffusione del benessere, il grado di violenza in Occidente é diminuito in modo spettacolare.

Certamente le forme liberali e democratiche che l'uomo insegue da tempo, e che Nietzche chiamava cultura, hanno impedito all'uomo di commettere stragi, anche se però Nietzche non vide ancora l'eccidio di massa dei fascismi e comunismi del secolo successivo.

Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al terrificante esodo di massa che dall'america latina, fino al medio-oriente, per non parlare della mai pubblicizzata Africa, sotto i cui incudini passano sofferenze per un sentimento cristiano almeno intollerabili.

Affidarsi a qualche cifra serve certamente a notare la dimensione di alcuni fenomeni, ma non può poi essere messa a tacere su altri.

Quello che a Nietzche e a me interessa però non è tanto la questione della guerra in sè, quanto dell'anelito alla libertà.

Le forme di fascismo striscianti per molti, ma per me dilaganti e assolutamente pubbliche, prevedono come insegna Agamben, sulla scia di Schmitt, la totale consegna dei corpi alle istituzioni del Grande Fratello, il grande altro.
Ossia ad una sistematica presa in giudizio, in tribunale, di qualsiasi forma di pensiero diverso, come in una qualsiasi distopia di Orwell, come su ben altro piano, nei casi dell'enigmatico Kafka.

Siamo sempre presi tra l'incudine e il martello, vivi sì. Ma anche il protagonista di "se questo è un uomo" di Primo Levi era "vivo".

La questione va rilanciata Jacopus.

Comunque quello che hai scritto è vero, e ci sprona a fare meglio, visto che la storia dimostra che è possibile, con la cultura!
#1995
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
12 Settembre 2019, 22:39:58 PM
Citazione di: viator il 12 Settembre 2019, 14:57:08 PM
Salve. Solito problema delle definizioni latitanti. Ad esempio, la vita in sè non è certo un valore. Può essere giudicata, trattata, rispettata, osannata, disprezzata, soppressa (solo nelle sue manifestazioni particolari e locali) ma essa PROPRIAMENTE E' UNA NECESSITA'. Guarda caso, sia per significato filosofico che pratico. In particolare, in chiave biologica la necessità è ciò che ciascuno individualmente può trascurare ma che qualcuno invariabilmente finirà per fare o per essere.

Non comprendo certe (pseudo-)necessità di approfondimento (o di eviscerazione ?) circa concetti definibili universalmente in modo lapidario.

L'etica, intesa come insieme organizzato od organizzabile di principi comportamentali, secondo me non è affatto aspetto fondativo della condizione umana.
Esso aspetto è sempre sovrastato ed oppresso appunto dalla NECESSITA', la quale rappresenta ovviamente la prassi naturale opposta alla facoltà umana.

Quindi l'etica è ciò che noi possiamo trovare utile o psichicamente doveroso mentre la prassi consisterà sempre in ciò che,  risultando possibile, verrà prima o poi certamente fatto da qualcuno.
Secondo voi per quale ragione nessuna etica riesce ad opporsi alla creazione, diffusione ed utilizzo delle armi ?. Saluti.

Rispondo proprio per cercare di far capire perchè sono necessarie le sviscerazioni e non la messa in punto di etiche.

Dire che la prassi etica è necessaria in quanto prassi naturale (addirittura opposta alla facoltà umana, che immagino possiamo chiamare, per esempio, libertà) significa non rendersi conto di essere posseduti dal giusnaturalismo cattolico. Da quel divide et impera che caratterizza fino alla radice qualsiasi nostro pensiero.

Siamo d'accordo che idealmente (e quindi ideologicamente, ma per fartelo capire dovremmo iniziare a sviscerare qualcosa) sia l'utilità il minimo comun denominatore, e d'altronde il pensiero liberale partirebbe da quell'assunto. (e certamente a mio parere rimane valido come punto di partenza per una comunità, ma da solo non solo significa niente: utile per chi? in cambio di cosa? con che sacrifici etcc..?)

Ma appunto quello che dovrebbero spiegare i liberali è perchè, visto che di fatto un etica comune esiste, quella del canone occidentale, esistano contemporaneamente le guerre.

Il liberale non può girare la domanda al democratico progressista, laddove la sua teoria chiaramente fallisce.(utilità universale)

Serve rifondare completamente il discorso se non vogliamo essere risucchiati dal vuoto pneumatico delle rabbie che si consumano sotto la spinta delle paure irrazionali (perdita dell'ordine costituito, identità etc...).

Per dirla con un balzo futurista: forse servirebbe parlare delle paure originarie.
(terrore, orrore, ribrezzo, spavento) e delle loro forme associate (teologia politica, morale, mimesi, paranoia).