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Messaggi - paul11

#1996
Certo che c'è da chiedersi davvero se c'è  "lunga mano"Acquario.Chissà forse davvero si vuole che tu faccia esperienza.

A volte penso che ci sia una reincarnazione, un dover capire e migliorare vita per vita, esperienza per esperienza.
Perchè non capisco come si possa morire giovani senza un trascorso di maturità di riflessione.
Sono domande a cui non trovo risposte ...logiche.Sono appunto fuori dal comprensibile, almeno il mio capire.

Il concetto di libertà che poni a mio parere è molto importante.
Speso la libertà è definita come una questione fisica a noi esterna, o di psicologia comportamentale, vale a dire l'effetto di quello che noi siamo, pensiamo e motiviamo; ma trovo che sia fondamentale  come tu scrivi la relazione nel proprio intimo di libertà intesa come relazione di scopi, desideri, felicità ,ma non strettamente legati al materiale, ovvero ad oggetti esterni.
In fondo una persona può cercare pochi oggetti materiali indispensabili,, beni di consumo e volgere il proprio sguardo ad una propria crescita interiore che lo motiva di più.Se poi nella vitta c'è un ritorno di esperienza in cui questa modalità di scelta intima  esistenziale ci gratifica perchè i problemi della vita ci appaiono risolvibili da altre prospettive e sappiamo viverli più serenamente, ci accorgiamo che non siamo più schiavi di desideri e quindi sempre più liberi di cercare altrove e in modalità diverse la feliictà, la pace ,la serenità.

Senza questo "salto" , non riusciremo a uscire dai grandi problemi sociali , l'emancipazione sociale,passa da quella individuale.
#1997
Citazione di: Jacopus il 26 Giugno 2016, 13:33:22 PMNon entro nella discussione in se'. Vorrei solo precisare che la psicoanalisi classica, ovvero quella freudiana fa nascere la civilta' dalla repressione dei desideri di potere (uccisione del padre) e dei desideri sessuali (copulare con la madre). Dire che la psicoanalisi e' una sorta di filosofia del "no limits" e' semplicemente falso. Anzi c'e una letteratura abbastanza nota (alice miller) che considera la psicoanalisi una pedagogia "nera" perche' fonda la trasmissione del potere in termini autoritari (poi ovviamente anche la miller e' una psicoanalista ma il canone psicoanalitico e' quello freudiano, almeno ad un certo livello comunicativo).

Eppure c'è qualcosa di vero.
La sublimazione dell'istinto, in questo caso forse è corretto pulsione, viene sublimata, ovvero spostata nel concetto.
Si passa quindi dall'istinto alla ragione e di conseguenza alla civiltà.
Ma penso ci sia necessità a sua volta del senso di colpa e quindi di una morale che lo giustifichi.
Si potrebbe dire il piacere istintivo diventa il bene e il male.
Sono sicuro che piacerebbe a Nietzsche e a mio parere rappresenta proprio il passaggio dal dionisico all'apollineo,
in fondo non è il complesso di Edipo, ovvero la tragedia di Sofocle chiave entrambi per la psicoanalisi e il perido greco di costituzione di una civiltà?

L'autorealizzazione può essere posiitiva o negativa, ma è una morale che ne dà il giudizio,
#1998
Potrei sbagliarmi,
Husserl fenomenologicamente non ritene che il tempo sia psicologico,
Bergosn invece ritene che il tempo sia psicologico.

E''comunque un'interessante problematica in quanto Brentano, il maestro di Husserl a sua volta pensava al tempo in maniera diversa.Confesso che non ho approfondito.Ma il problema del concetto di tempo lo ritengo uno dei più importanti ed è interessante
come diversi pensatori presentino diverse posizioni.
#1999
Caro Jean
grazie anche a te....ma che cosa è servito l'excursus sulle religioni?A parlare di oggetti mentali e reali, come se fosse davvero possibile costituire una realtà senza l'uomo e un uomo senza la mente.

Aggiungerei che è la condizione umana a unirci tutti sulla stessa barca,Nasciamo innocenti con un destino segnato e tutti ci costruiamo un'idea di senso a seconda di come il nostro balcone di osservazione è posto sul mondo.

Belle le tue metafore, valgono tutte come penso tu ben sai.
Ed era questa la mia idea di discussione che si sarebbe dovuta svolgere.
La religione è parte della cultura, a volte combacia  e a volte come in occidente è contrapposta alle posizioni dominanti.
La storia ci ha mostrato come le religioni entrano con le culture e come da noi in occidente si è posta dialetticamente prima con la filosofia e oggi con la scienza.
Mi interessava attualizzare come oggi si possa vivere la religione e come altri ,nel caso dell'Islam vivono socialmente la religione.
Perchè possa essere a volte strumentale per violenze.
A me  interessano posizioni anche agli antipodi di un credente, proprio con un confronto, non è stato possibile.
Una delle crisi del nostro tempo è la mancanza di un destino comune, di una idea identificativa in quanto questa società è destrutturata, decostruita. Forse è un bene, se le crisi servono a riflettere la sua natura per capire quali progetti, quali prospettive è possible e l a storia può aiutarci a capire gli errori e imparare.
I filosofi sanno che gli oggetti ontologici metafisici non sono meno forti di quelli naturali, anzi.
La potenza del pensiero anche di non credenti, come Nietzsche, Heidegger, lo stesso Severino, si svolge comunque sempre nel rapporto esistenza-destino, lo stesso delle religioni, ognuno lo caratterizza poi come crede ridisegnado gli orizzonti delle relazioni fra eterno e divenire, delle ontologie;E' finito? Forse sì oggi, il post modernismo è relativizzato e succube di una scienza assiomatizzata ,la quale  non crede più  nemmeno a se stessa.Oggi c'è una crisi culturale forte che investe tutto compreso il pensiero economico e scientifico che non è riuscito a ricollocare al proprio interno relativismo e quantistica senza chiari rapporti ontologici epistemici. Tutto è modellazione e si sceglie semplicemente quello più funzionale al momento, senza un rapporto di coerenza, di giusto o di migliore, andiamo avanti perchè il tempo non ci dà tempo e inesorabilmente ci porta avanti senza che noi sappiamo dove stiamo andando, tutti quanti, nessuno escluso, proprio perchè siamo tutti sulla stessa barca, nella medesima condizione umana.

Ho pensato che questa discussione potesse da una prospettiva religiosa ,ma anche socio culturale , poter dire qualcosa,
Non lo ha detto, pazienza, la vita è fatta di tentativi.
#2000
Gibran,
tu giudichi?
In base  a cosa,alla tua forma mentis, dei tuoi schemi mentali?
E' ridicola la tua idea di religione, è da scuole elementari perchè a tua volta vedi quello che ci vuoi vedere e perdi tutto il concetto di senso, tu non capirai mai così nessuna religione ,ma soprattutto nessun fedele che ci crede.E franacamente mi spiace.
E' inutile discutervi oltre.
Se ti interessa il rapporto cervello mente, la coscienza, la filosofia del linguaggio con l'analitica e altre cose
attinenti parliamone nel forum filosofia

Non ti rendi conto che le parole i numeri sono immagini mentali su cui la cultura umana vi ha costruito?
L'arte cos'è per te, un dipinto è crema colorata e la musica strani suoni in successione temporal
#2001
Tematiche Spirituali / Re:Medium
25 Giugno 2016, 15:41:06 PM
Mi sono relativamente interessato anche di queste tematiche, come ho scritto poco fa altrove,
Dico subito che sono titubante , ma protendo verso il "non ci credo".
O sono davvero acquisizione di facoltà innate ( per grazia divina? non saprei dire ma propendo per il sì), o sono speculazioni
in buona o cattiva fede.
Un vero medium dovrebbe non dirci cose scontate, ma essere un profeta, un antico oracolo,
Spesso capaci e brillanti intellettuali sono stati capaci di predire come sarebbero decadute  le democrazie e la società un secolo prima, senza farsi passare con facoltà medianiche.
#2002
Nelle mie scorribande a cercare di capire ,mi capitò diversi anni fa, prima che fosse così noto, di leggere dai medium del
circolo della pace di Berlino Ashtar Sheran. Se non ricordo male risalivano agli anni Cinquanta del secolo scorso.
A parte alcuni passaggi 8ad esempio sulla reincarnazione), non è che ci dicesse delle grandi verità che non conoscessimo già noi umili e semplici terrestri persi nei nostri problemi.
Semmai se davvero esistono, Ashtar e i siriani ecc.  si tratterebbe di rinsavire, rendere cosciente chi si riempie di ego e poco di spiritualità.
#2003
"....erano giovani e forti, ma sono morti"
E' l'eroe, il mito anche moderno , il genio artistico.
Spesso si dà il proprio meglio fra i 20-30 anni poi diventa consunzione.
Meglio un giorno da leoni che una vita da ..........

Non ci credo a questi miti, ogni età ha delle sue prerogative, il tempo prende e il tempo dà
#2004
Phil,
grazie

Gibran
siamo tutti sulla stessa barca perchè ci accomuna il fatto che siamo al mondo e siamo simili e utilizziamo simili linguaggi,
abbiamo bisogni e necessità e anche possibilità.

L'uomo ha qualità astratte, ovvero può costruire immagini nate dalla realtà, ma non per questo la realtà.
Il fatto che pensiamo temporalmente al passato, all'oggi al futuro ci pone in una prospettiva di  di senso, di progettazione.
E adatto che noi siamo oltre al fatto naturale e reale in quanto diamo significati, quegli stessi significati entrano nella possibilità di tracciare astrattamente un collegamento che le relazioni, che dia appunto un senso alla nostra esistenza.

Una chiave interpretativa per cui gli antichi e in questo mi ricollego ai libri vedici indiani, cercassero nella natura ,una lettura
sui movimenti precessionali della Terra e in relazione ai movimenti dei corpi celesti,  il tutto ricondotto a dei tempi cosmologici,
potrebbe portare all'idea che cercassero di sapere quando potessero accadere eventi naturali disastrosi, ma anche gli stessi comportamenti umani, vale adire che in certi yuga l'uomo decade (come l'attuale kaliyuga) e altri costruisce società esaltanti,più felici,più armonici.
Oggi la predittiivtà è scientifica e le religioni hanno creato escatologie, segni che dovrebbero apparire con significati.

Personalmente penso che la sicurezza non esiste, in questo stesso forum ,a volte ho scritto che noi siamo su palafitte le cui fondamenta sono su paludi.Quindi trovo illusoria mentalmente la sicurezza, prima ancora che determinata nel sociale o nel religioso.
La religione può dare conforto o consolazione, ma non sicurezza.
Altrettanto penso che questo concetto di sicurezza sia stata manipolata per tener buona la gente come dire "sei al sicuro, stai pure tranquillo e buono...." la vita invece è previsto e imprevisto, conosciuto e ignoto e va affrontata con coraggio,se vogliamo vivere la vita.
Molti fedeli invece cercano il rifugio, quella sicurezza ,non accorgendosi che intrappolano la loro vita, che è un percorso prima di tutto individuale e poi sociale e in comunanza.La vita è imparare a cadere e rialzarsi, farsi domande, cercare risposte nei sensi e significati, analizzando se stessi, il mondo e la propria idea di senso; correggendo gli errori, perchè siamo quì anche per imparare.
Troppi si costruiscono idee che ritengono perfette, e poi cadono nella quotidianità della vita in controsenso,contraddicendo la propria immagine astratta con l'azione quotidiana.
Nel vecchio forum a volte mi sono descritto come "Io sono Nessuno e con una lampara vado per il mare della conoscenza esercitando il dubbio".Perchè il dubbio è sapersi mettere in gioco continuamente, è chiedersi se il senso che abbiamo costruito è corretto, è incontrare nuovi linguaggi con segni, simboli e significati che a volte scompigliano.
Molti pensano che questa modalità di pensarsi e pensare il mondo non ha nulla a che fare con la religione
intesa come  rapporto fra verità e cieca fede, ma io vivo invece quelle parole nei testi sacri e le rendo vive con me , e imparo e mi chiedo la coerenza con umiltà di un comune peccatore  e intanto miglioro (spero).

La fede è un linguaggio che non appartiene alla sola ragione, c'è sentimento, c'è psiche e soprattutto spiritualità.Ci possono aiutare  a capire altri, maestri, insegnanti, ma siamo solo noi a poter cercare di leggere dentro di noi i significati i messaggi che la ragione cerca nei significati, i sentimenti con le emozioni, la psiche con i simboli, la spiritualità con Dio.Il modo con cui noi singoli individui ci riconosciamo è un percorso individuale che è dentro un canone della tradizione di una religione, che io intendo come il camminare dentro dei limiti che quella religione ha definito, e sono soprattutto etici e morali. Per cui se ne il mio cammino trovo qualunque persona che cammina dentro quei limiti io non mi chiedo e non gli chiedo se sia cristiano, religioso, ateo o agnostico, io mi riconosco in lui e lui si riconosce in me e allora si apre un mondo di comunicazione, di condivisione, di fratellanza.

Nessuno conosce la verità assoluta, ovvero non può essere assolutamente certo nemmeno di Dio.
Ma se sono riuscito a comunicare la modalità del dubbio, dell'imparare, del cadere negli errori e dall'imparare dai propri errori, Dio
è un idea di un origine del Tutto, fisica e spirituale, cosmologica e cosmogonica, dalla quale tutti noi compreso il verme della terra , la balenottera azzurra e noi stessi eravamo in quell'origine e questo costruisce un'idea di senso del tutto, per cui la mia stessa esistenza, come di tutti ha un senso nella terra come nel cielo,Io non divido il mondo dal cielo, il dominio della natura da quello dello spirito, perchè sono uniti da un origine ed entrambi hanno un senso che solo la nostra vita può cercare di dare.
ma sono consapevole che quella verità io non lo troverò in questa vita, quì io cerco l'armonia, l'equilibrio, la felicità intesa non come oggetto materiale, ma come amore nel saper ricevere e dare consolazione, comprensione, comunicazione sincera ed onesta.

Penso che lo stato interno del proprio essere se vogliamo possiamo saperlo, è quel "sentire" che è indefinibile nel linguaggio, forse solo l'arte può darlo, è il senso della bellezza, dell'armonia, dell'equilibrio per cui noi senza averla  nemmeno cercata, in un attimo di una giornata ci sentiamo improvvisamente e immotivatamente felici,. tanto da commuoverci Questo è lo stato che cerco, ma non è la sola ragione a determinarlo, c'è davvero il tutto noi stessi in quel momento.

Penso che il testo sacro inizialmente rappresenti una codificazione di un spiritualità ,ma che originariamente era la tradizione di conoscenze antiche trasmesse oralmente e poi divenute scrittura.
Se si studia attentamente Genesi e si legge un libro biblico più vicino a noi, mutano completamente i linguaggi, perchè inizialmente la codificazione è davvero nel segno-simbolo-significato, il linguaggio è più criptico ed ermetico, poi diventerà con i libri successivi più descrittivo.Non è voluto, perchè Genesi proprio perchè è simile a quella sumerica, arriva da lontanissimo oralmente,
Qualunque testo sacro antico ,compreso le tradizioni orientali, sono fortemente criptici agli inizi, poi i vari libri diventano descrittivi.

Ancora devo dire ciò che a suo tempo scrissi, io non leggo l'autografo di Dio nei testi, io leggo trascrizioni umane, non li ha certificati Dio, li hanno interpretati uomini.magari ispirati da Dio, sicuramente i più saggi e sapienti  o a volte dei semplici cronicisti storici in alcuni libri descrittivi di storia e poco spirituali.

I bambini prendono quello che gli piace di un testo, se li leggiamo e interpretiamo dobbiamo avere il coraggio di notare, incongruenze, a volte addirittura contraddizioni, con un messaggio originario ,ma che nei tempi autori diversi reinterpretano con significati diversi. Allora bisogna capire chi e come lo ha scritto e perchè. Se rientra in un senso spirituale che sarà poi il canone di una tradizione religiosa.
Ritengo abbastanza ingenuo e fanciullesco da parte di molti credenti o non credenti, pensare che in quei testi tutto fili così liscio senza incongruenze, senza violenze, e così via. Allora saremmo tuti credenti e obbedienti . non sarebbe solo una rivelazione, sarebbe una certificazione inoppugnabile  di una verità assoluta certa di un Dio accertato.
E cosa allora ci faremmo quì. e ora  nel mondo?Questa è la risposta che mi sono dato.Noi siamo interpreti di un'esitenza fisica dentro uno spazio-tempo sta  noi cercare significati e sensi ,nel rapporto dei significati che troviamo nella nostra vita e saperli collimare con quel testo sacro.Ecco perchè la mia inquietudine è come una pallina da flipper che sbatte fra una realtà fisica e naturale dettata dalle condizioni della vita, e una vita spirituale la cui sponda è la signifcazione una verità rivelata che non devo prendere come assolta, ma devo saperla  leggere e interpretarla.Sono quì a esperire, a fare esperienza e imparare, il dificile è capire i miei errori  e continuamente reinterpretarli, e questo lo posso fare nella relazione fra il dentro di me e il fuori di me.

Le definizinoi separano un oggetto fisico o astratto da un Tutto.Certo che le mie ascendenze sono cattoliche cristiane, ma sono un cittadino del mondo e dell'universo prima di tutto perchè Dio è unico e non suddiviso in parti.

Se leggi attentamente quello che ho scritto sulle religioni, capirei che i tempi storici  e le evoluzioni delle civiltà umane fanno sì che i testi sacri siano prima di tutto tramandazione di una tradizione, spiritualità e codificazione di una religione in cui i concetti spirituali si mischiano sincreticamente in una identità di popolo.La prima religione è ebraica. Il messaggio cristiano si rifà a quella tradizione, ma la rivoluziona.L'Islam è prettamente identificativo di una nazione e meno  spirituale, si rifà troppo ai due monoteismi precedenti per potersi definire originario. E' troppo tardo temporalmente per non creare dubbi storici sul perchè sia nato.


Il canone cristiano cattolico, ortodosso, protestante, o quello ebreo sceglie i testi che rientrano in una idea di senso spirituale comune, se non lo sono sono apocrifi. Io direi di leggerli comunque, ma troppi non capendo il messaggio o speculano o alimentano solo polemiche denigrative e non critiche costruttive.

Io non so il  luogo della verità, se è sopra o sotto, vuoto o pieno, destra o sinistra, e allora divento Nessuno che con una lampara circumnaviga i territori conosciuti e sconosciuti mutando le prospettive del mondo compreso mappe ignote.
E di nuovo imparo territori prima a me sconosciuti e di nuovo cerco di riallineare nuovi significati ad una idea di senso comune che li unisca in un  Tutto e di nuovo so per certo che prenderò nuove rotte con una sola lampara a illuminare l'ignoto.

Se hai capito quello che ho scritto il cristianesimo fai da te è già in atto negli individui, ma non in me.
Fin quando mi sento dentro un limite di un canone come ragione come sentimento come spiritualità sento di farne parte.
Ma non dimenticare il libero arbitrio, perchè la ricerca è personale e il giudizio non è per comitive last minut, ma è individuale .

Un Dio dispotico presuppone delle marionette senza libero arbitrio.
Non esiste nel cristianesimo un Dio di questo genere.

Guardi che mistici, santi e così via, spesso sono stati tormentati, a volte come S, Francesco addirittura invisi dal potere della istituzione chiesa.Noi non nasciamo, "imparati",  dobbiamo imparare a conoscere.
#2005
veniamo ad alcuni studi culturali.
La religione ebraica è qualcosa di molto più di una spiritualità codificata.
I libri biblici sono suddivisi in giuridica, storia ,sapienza, spirtuali, ecc.

Se intendiamo la storia della cultura umana come un processo in cui più ci si avvicina ai nostri tempi e più si struttura, ma dividendosi, con le discipline scientifiche, si evince che agli albori delle civiltà l'intero "corpus" cultura-religione è persino giuridico, per cui i poteri sono fortemente accentrati . Quella che noi oggi chiamiamo spiritualità, il singolo individuo di quella popolazione antica, lo viveva quotidianamente negli atti individuali e sociali della propria esistenza.
Quando si dice che "gli dei abitavano con gli uomini" fino alla grecità pre-socratica si intende che non c'era ancora la divisione fra mondo fisico e mondo spirituale , è difficile capirlo oggi per noi , ma era una modalità di vivere l'esistenza in maniera diversa.

Se Socrate lo intendiamo come precursore di una morale, se Gesù lo intendiamo come precursore di una modalità di vivere la vita individuale e sociale con il suo messaggio spirtuale, già intuiamo che quella cultura antica si destrutturaliza in categorie dello spirito e categorie comportamentali individuali e sociali che soprattutto con Platone ed Aristotele da una parte riformulano nuove strutturazioni formali, ma dividendo sostanza e forma, essere ed essenza, per cui si dà a Cesare ciò che è di Cesare e si dà a Dio quel che è di Dio.

L' Islam è una derivazione di derivazioni.E' del 600 dopo Cristo che compare Maometto .C'è già una storia diversa e una cultura diversa per il mondo delle civiltà, gli ebrei sono già nella terra promessa, i greci hanno dato il testimone della storia ai romani , c'è il pensiero
cristiano già percorso dai concili di una chiesa istituita, ossia c'è un eco culturale e una storia alla spalle che influisce sulla nascita di una strutturazione di una religione dentro il mondo arabo, per cui avvengono dei sincretismi storico-culturali, ma dove la motivazione è ancora antica, ovvero dare una identità nazionale al popolo nomade dei deserti .

Gibran,
ho poco tempo a disposizione ,e mi scuso per errori ortografici di digitazione ,perchè le dita sulla tastiera devono tenere il passo al pensiero, e scrivo di "getto".

No non sono un tradizionalista ecclesiastico, anche se lo rispetto, perchè hanno delle serie giustificazioni.
Sono un atipico più di un atipico, te lo avevo detto.Sono parecchi anni che indago a 360° gradi la cultura umana, fra cui la religione.
Io credo in Dio, ma non per quello che hanno scritto umani "ispirati" da Dio, anche se di grandissimo spessore umano e spirituale,
ovvero sapienziali e saggi e non perchè caste sacerdotali hanno strumentalizzato ad un certo punto della storia perchè hanno capito che la rendita di posizione sociale in cui erano posti era "interessante" come potere e come denaro.
Quindi come l'intermediazione fra l'individuo e Dio, il sacerdote gestisce la spiritualità intesa come comunicazione fra il divino e l'umano. Funziona fino ad un certo grado individuale  di coscienza e autocoscienza.

Ovvero come nella contemporaneità è possible gestire il messaggio spirituale e/o religioso e la diversità e modalità separata in cui l'uomo alienato di oggi vive la dicotomia fra fede e conoscenza, fra metafisica e fisica , fra vita ed esistenza.,che la nostra cultura non solo ha diviso, ma contrapposto.

Segui pure i tuoi tempi Gibran così come chiunque vuole intervenire.
#2006
,,,un passo indietro,
La strutturazione codifcata di una tradizione in genesi è geniale se si conoscono i Talmud, soprattutto orale-
ne avevamo discusso nel vecchio forum, il sacro corrisponde ai due domini combacianti della natura e del divino, la perfetta armonizzazione,Cio che è di Dio è di Adamo, ma non i segreti fondamentali rappresentati da due alberi ,della conoscenza e quello della vita.Dio dando il compito ad Adamo di dare i nomi a tutti gli oggetti naturali, gli dà la conoscenza senza conoscere, senza il possesso.Il talmud dice che l'uomo sentiva gli animali telepaticamente, ovvero vedeva con gli occhi degli uccelli percepiva volendo ciò che percepivano i singoli animali. La perfetta armonia quindi dona all'uomo potei soprannaturali.
La rotturua del sacro è con il peccato con la tentazione del desiderio,,la disobbedienza.
Quì ci sono chiavi di lettura che hanno costituito basi interpretative da moltissimi sudiosi di tutte le categorie.
Chi ritien che la disobbedienza a Dio fosse un atto di libertà, ad esempio.
Una cosa è certa l'uomo con il peccato separa il naturale dal divino, ora l'uomo dovrà patire, dovrà lavorare e dovrà morire.

Personalmente si possono fare delle ipotesi: prima c'è una tradizione che informa oralmente di generazione in generazione, si struttura in spirtualità, infine si codifica in una religione. la religione sacralizza quindi una tradizione affinchè venga rispettata, che a sua volta costruisce un'identità culturale di un popolo dove il rito è il ripasso temporale reiterato della memoria di quella tradizione-Ma affinchè non venga persa o inquinata quella tradizione/religione ha necessità di essere vigilata nella correttezza interpretativa ma soprattutto traspositiva.
E' strano in fatti come la tradizione dei sacerdoti induisti sa simile a quella degli ebrei.Per gli ebrei la trascrizione dei testi sacri deve essere esattamente uguale all'originale,,Negli induisti vi è ancora la tradizione orale.I loro canti e preghiere a voce alta non sono altro che passaggi millenari di antichissime tradizioni dove da sacerdote a sacerdote di generazione in genrazione dovevano imparare amemoria brani interi di testi antichissimi. E' di questo secolo che occidentali avendo capito la forma di tramandazione induista hanno potuto scrivere interi passi ad esempio del  Mahabharata.

Il cristianesimo nascendo in un periodo più tardo ed essendo una forma di continuazione (anche se poi sarà di fatto una rottura) della tradizione ebrea sorge quando il pensiero filosofico greco, ovvero il sorgere della cultura identificativa occidentale,si dispiega nel Mediterraneo.Se le antiche tradizioni erano tramandazioni di conoscenze che diventano sacralizzate, qui c'è un sacro e una cultura che si originano da luoghi diversi, ma si uniranno con la patristica cristiana , quindi con il pensiero di S.Paolo,S.Agotino e altri ,il neoplatonismo di Plotino, ecc.

Il cristianesimo non è più identificativo di un popolo dentro una tramandazione di un'unica tradizione e il suo messaggio diventa universalistico. Questa pluralità è il punto di svolta di limiti e potenti possibilità del pensiero cristiano,
Quì non c'è un monolitico pensiero con un Dio dispotico e identificativo di un solo popolo.
C'è l'esercizio del dubbio delle varie correnti filosfiche greche, c' l'indagine nello stesso pensiero, c'è la forma logica, c'è la categorizzazione. Queste aperture rendono da una parte modellabile in quanto interpretabile il pensiero cristiano dalle correnti di pensiero e dia tempi storici per cui la stessa struttura sacerdotale di vigilanza non rimane così ferma all'originale pensiero primitivo, lo modella con la culturale temporale,Questo fa sì che da una parte l'abito cristiano si adatti ai tempi secolari ,ma dall'altra perde il messaggio originario, fino alla modernità in cui la scienza naturale prima e poi la filosofia stessa che si modella ala scienza spodestano il primato culturale dividendo cultura e fede religiosa., ciò che invece unì le prime religioni facendole sorgere.-

Ho volutamente solo accennato allo spirito e mi pare di non aver mai scritto anima per attenermi a questo forum "cultura e società".
#2007
adesso passo alla seconda parte, riprendendo alcuni concetti che avevo esposto nel "vecchio" forum.
Le religioni compaiono sono forme di trasmissione di conoscenze antiche attraverso il linguaggio simbolico..
Qualche anno fa feci una discussione con un traduttore dal sanscrito all'italiano dei testi originali vedici indiani.Sono i più
antichi in assoluto anche dei sumero-accadici-babilonesi.
Si accorse, come Mauro Biglino ha fatto abbastanza recentemente con l'ebreo antico che è consonantico, che la traduzione
letterale non era affatto spirituale. Mi disse, e io non ci credetti inizialmente, che erano conoscenze antichissime che parlavano
di più razze umane comparse sulla Terra e dall'altra dividevano in tempi cosmici i periodi in cui il pianeta Terra mutava posizione rispetto al movimento dei pianeti e,sole galassie, In poche parole conoscevano l'eclettica del sole,i moti precessionali, e lo spostamento dell'asse terrestre,ecc..Adatto che al termine di un tempo avveniva una catastrofe naturale, tant'è che i diluvi non sono solo quello del  Noè biblico, descritto prima da i sumeri, le reincarnazioni degli dei in avatara comparivano anch'essi in precisi tempi.
Ormai è noto, e mi pare che lo stesso Gibran ne abbia accennato, che la genesi bilica è copiata da quella sumerica, ma mutando simboli e significati.Tant'è che ancora oggi i termini Yahweh ed Elhoim, sono fonte di contenzioso linguistico.
Beh la faccio breve, ci sono dei seri fondamenti,grazie a reperti archeologici,alle tavolette in argilla con scrittura cuneiforme al British Museum,che ci siano delle fondate verità.
La conferma è che le tre civiltà più antiche, quella vedico indiana, sumerico-accadica ed egiziana hanno seri parallelismi negli studi astronomici, nel come costruiscono ziggurat e piramidi, nel come orientano e addirittura le dimensioni delle costruzioni, compresa l'arca dell'alleanza , il tempio di Salomone, e l'arca di Noè (come mai Yahweh decide di dare il manuale d'istruzione per costruire l'arca di Noè e l'arca dell'alleanza con precisi numeri dimensionali delle costruzioni?).

Ufologi, esoteristi, ermetisti, fino agli alchimisti e varie sette, alimentano anche speculativamente questi concetti che stanno fra storia,leggenda, miti, spirtualità.Ho utilizzato parecchio tempo per indagarci e ribadisco ci sono in effetti scomode verità.

Le religioni compaiono dopo, quando il messaggio orale fra generazioni passa a quello scritto e diventa storia con reperti fisici..
Compare come un codice divino,simbolico,La genesi è costruita su simboli .Come scrissi nel vecchio forum gli ebrei hanno tramandazioni orali e scritte parallele alla Torà (il Pentateuco biblico, ovvero i primi cinque libri biblici),sono i Talmud.

La tesi che in fondo le religioni sono forme di codificazaioni in chiavi simboliche di antiche conoscenze tramandate genrazionalmente,viene confermata dagli ebrei nel momento in cui il primo monoteismo è identificativo solo di quel popolo.
Yahweh appare come un Dio che costruisce patti con un solo popolo e che li porterà verso una terra promessa.
E' un Dio di  appartenenza,a volte pietoso a volte spietato.
La faccio breve, a mio parere non è Dio,sono sicuramente esseri superiori ai comuni terrestri dell'epoca, O umani di razza superiore o extra-terrestri,non scarto nemmeno questa ipotesi.
La popolazione degli Ari,quelli degli scritti antichissimi vedico-indiani ,originari degli altipiani a Nord dell'attuale Afghanistan,scenderanno negli altipiani dell'antica Persia, I culti zoroastriani, l'antico gnosticismo, sono sincretismi che ci arrivano anche dai culti egiziani. 
Compaiono Lao Tzeè (taoismo) e Confucio che erano contemporanei, poi Buddha, poi Socrate, e infine Gesù con l'ellenizzazione del pensiero greco.
....ma questo lo scrivo dopo....
#2008
Gibran,
se tu avessi esordito con questo post nella discussione ti avrebbero capito tutti.
ma soprattutto compreso, nel senso umano del termine.
i tuoi dubbi sono di tutti anche di un religioso .
Non pensare, ovviamente quì parlo per me, che il sottoscritto spesso non si chieda se il mio credere sia fondato o sia un'illusione,
un'ingenua necessità i cui motivi giustamente poni.
Scrivi comprensione della vita e l'ignoto.Per me sono due termini chiave della motivazione razionale per cui sono credente.
Il primo concetto lo lego al senso dell'esistenza, mi chiedo se ha senso essere quì ,oppure se tutto nasce e finisce senza un senso, come una legge termodinamica.Ma se esistono leggi scientifiche, come quelle della termodinamica, è perchè esistono regolarità, per cui passando al secondo concetto dell'ignoto, lo svelare l'ignoto, acquisirne conoscenza è una modalità che solo ci  aiuta  
per il mondo naturale o fisico, oppure in sè la conoscenza è legata al senso dell'esistenza, il fare esperienza, imparare non inteso come quantità di informazione,ma come  sunto delle significazioni.Insomma la stessa natura e la nostra vita sono legate non solo alle regole fisiche ma il Tutto quindi non solo oggetti fisic, ma anche le stese regole intrinseche alla natura e il senso della nostra esitsenza, in un unico principio (Dio?).Non è semplice in poche righe esprimere concetti che non sono solo concetti e lascio l'interrogativo  quel Dio, non voglio ora una certezzza, ma una domanda che leghi la mia esistenza e il suo senso .

Può essere che la religione sia una sicurezza, l'ignoto è sconosciuto e quindi temuto,la sicurezza è la predittività, è il sapere in anticipo la prospettiva per cui può esserci  la preparazione psico-mentale(o spirituale) all'inevitabile evento .

Negli ultimi anni mi sono persino chiesto, (vedi quanto mi interrogo?) se il mio credere fosse un atto di presunzione.
In fondo tutti gli esseri viventi non chiedono nulla, nascono, vivono, prolificano e muoiono, non appellandosi a un senso.
Non è che la mia ragione da presuntuoso essere vivente pensante vuole "nobilitare" con un senso che invece non c'è e che invece siamo come vermi della terra, balene,cani,ecc.
Come vedi di dubbi ne ho eccome nel mio credere, sono inquieto e questo mi porta distillare conoscenze oblique alle discipline umane.
Ma nello stesso tempo questi dubbi passano all'altro estremo,E mi chiedo che se sono così forse è perchè non ho abbastanza fede in Dio.Mi sento come una pallina da flipper che tocca la sponda della sola ragione e rimbalza sull'altra sponda di una Verità recondita e unica.Ovviamente sono propenso alla seconda.Il mio equilibrio instabile è costruito sul fatto che le regole della natura fisica, il suo dominio e il dominio di una ragione superiore originaria, la dualità, lo ying e lo yang, se esistono a loro volta devono aver un senso armonico,E trovo che questo senso armonico mi aiutano a vivere nel mondo e scopro la mia umanità e cerco di condividerla con altre umanità, serenamente in pace.

Chiedo scusa a te e al forum della mia esternazione che potrebbe essere presa come off topic, ho deciso di scriverla perchè può
aiutare nel discussione.

La religione è Verità e Fede.
Noi non abbiamo una verità assoluta, o forse è talmente dentro di noi, così recondita che comunque non riusciamo a renderla. cosciente, cognitiva.Siamo esseri erranti nelle conoscenze ,per toglierci gli ignoti sconosciuti  e le inquietudini esistenziali.
Noi abbiamo bisogno di verità per fondare la stessa ragione, tutta la nostra conoscenza ha postulali, enunciati, assiomi , fino alle tautologie ;sono le stelle polari che tengono uniti i ragionamenti, sono i primitivi su cui regge tutta la nostra cultura .Ma son
leggi relative, valgono oggi, valgono in un tempo.
Forse il bisogno di un assoluto e non relativo, sposta quella verità al di sopra del mondo fisco e naturale per comprenderla e dominarla, annetterla in un primitivo originario assoluto,una verità assoluta (divina?) in cui la nostra sola ragione riesce solo a costruirne sensi nelle determinazioni, vale a dire a discendere dal divino al mondo terreno,Ma la nostra ragione non può comprenderlo, ecco la fede, Il salto che la ragione umana da sola non può oltrepassare.


...mi fermerei quì almeno per ora, per non essere "pesante".
#2009
Gibran
 mettiamola così, forse ci sono stati parecchi malintesi, dove ognuno degli intervenuti si aspettava qualcosa dall'altro ,
ci siamo comunicati male,  mi ci metto per primo. 

L'impasse lo superi se veniamo al dunque;  per cortesia, formula la tua considerazione, argomentazione atipica.
Il mio parere è che la tematica che hai posto è interessante anche dal punto di vista culturale e sociale , prendiamola tutti quanti come una sfida a cercare quanto meno di approfondirla.
Conosco abbastanza questo forum per poterti dire che c'è diversità, atipicità, tolleranza e rispetto ,
quindi non temere.
Non pensare che io sia tronfio di una verità assoluta, non mi conosci bene(ovviamente nel forum).
Dici bene, siamo tutti umani,accomunati dalle stesse domande e tentativi di risposte ,aldilà delle categorie culturali,etniche ,religiose, ecc.  e se siamo quì a confrontarci è perchè pensiamo che comunicare, condividere, a volte polemizzare,
ma sempre nel rispetto, sia una modalità di imparare.E da sempre è così.
#2010
Phil, spero soprattutto che le mie frasi da te citate non vengano prese come atto di presunzione, non è nella mia indole.
Quello che intendo è che vivere sulla Terra e dalla Terra spiegarla ,non è come un marziano che la osserva da lontano.
Come potrei ad esempio spiegare un orgasmo, definendolo come un atto meccanico?
Come posso spiegare ad un ateo l'anima e lo spirito che ne sono fulcro, se una persona non ci crede.

La persona esterna può aiutare, ma dipende dalla situazione e circostanze.
Un noto fisiatra dei miei luoghi, conoscendolo da parecchio, mi ha detto che il dolore e la sopportazione sono soggettivi.
per decidere se applicare una cura conservativa o passare all'operazione chirurgica, da una parte c'è sicuramente un'oggettività data 
da imaging(risonanze ecc.), ma molto spesso il medico segue l'intenzione del paziente, può consigliare, ma a decidere è il paziente.

Un criterio di oggettività lo si ha solo se siamo all'interno di paradigmi accettati dai contendenti e conosciuti dall'arbitro(la persona esterna).Questo lo si può fare nella scienza ovvero su oggetti naturali e dove la convenzione dei paradigmi conoscitivi sono condivisi e accettati; si  puoi fare nel diritto, dove un contenzioso viene risolto da un arbitrato di una terza persona giudicante, ma ci sono leggi accettate alla base dei contendenti e dell'arbitro stesso.

Sulla religione non è possibile.la dimostrazione è che il messaggio originario è spesso interpretato diversamente dagli stessi credenti della stessa religione, creando scismi, eresie.Vuol dire che alcuni paradigmi fondamentali sono stati interpretati in maniera diversa.Figurati porlo fra un credente ed un ateo.
Per questo, per concetti inerenti alla religione stessa internamente(spirito, anima, parusia, escatologia.ecc.) è impossibile definirla in poche parole. Basta guardare i forum di spiritualità su argomenti anche non strettamente religiosi per capire il"sentire" che non è l'ascoltare o il vedere o il percepire,che un soggetto prova.
Non vorrei,d'altra parte, essere interpretato come ostracista nelle definizioni linguistiche.
Ognuno è libero di pensarla come ritiene opportuno.
Infatti Freud la definisce  da psicanalista come a sua volta Jung, come uno storico ateo di religioni può a sua volta definirlo, come uno scienziato riduzionista può a sua volta definirlo, come a sua volta un teologo................
Quale definizione è verità? E' il gioco dei frammenti di specchio.