Citazione di: epicurus il 10 Aprile 2018, 10:38:05 AMCitazione di: sgiombo il 09 Aprile 2018, 17:49:26 PM
Commento l' intervento #21 di Epicurus
Secondo me la certezza assoluta a rigore, in linea teorica può darsi soltanto:
a) dei giudizi analitici a priori che traggono deduzioni da premesse, le quali deduzioni sono (dimostrate essere certamente) vere alla condizione non dimostrata della verità delle premesse (e ovviamente della correttezza logica delle inferenze stesse), e dunque non ci danno conoscenza certa su come é/accade o meno la realtà, ma solo sulla relazione di implicazione delle conseguenze da parte delle premesse, nell' ambito del discorso (eventualmente del discorso circa la realtà);
La proposizione formale "(non-P AND (P OR Q)) -> Q" è una tautologia, una contraddizione o una proposizione contingente? E questa proposizione è davvero davvero corta... pensane una lunga pagine e pagine. E la mia non è un'osservazione oziosa, le dimostrazioni matematiche possono essere lunghe anche centinai di pagine (https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_long_mathematical_proofs): per anni i matematici possono cercare di trovare della falle, dopodiché si reputa abbastanza sicuri che la dimostrazione sia corretta. Oppure i matematici si servono dell'aiuto di software appositi, ma i software hanno bug (ed è pure un teorema che sia impossibile evitare a priori i bug nei programmi!). E poi ci sono gli assiomi, che sono presi per veri, e che in base a quelli si hanno logiche diverse o matematiche diverse.
Insomma, anche nel mondo deduttivo le cose non sono così semplici. Certo, possiamo notare come "1=1" in matematica sia vera, o che "a->a" sia vera in logica, dati dei certi assiomi e date certe interpretazioni dei segni usati. E io posso dire che "negli scacchi il pedone non muove di 5 caselle" è una verità... Ma tutte queste sono più che descrizioni di fatti, stipulazioni.CitazioneNon capisco proprio in che senso queste precisazioni obietterebbero alla mia affermazione di cui sopra.Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2018, 17:49:26 PM
b) dei giudizi sintetici a posteriori immediatamente empirici su percetti presentemente in atto, cioé che affermano l' essere/accadere di qualche sensazione presentemente in atto così come (é =) appare sic et simpliciter, senza "interpretazioni" (per esempio senza che si possa dire con assoluta certezza teorica se trattasi di sogno, illusione, allucinazione, effettivi percetti intersoggettivamente verificabili o altro).
La quale immediatamente (a quanto pare, se é vero ciò che ci dice la memoria) diviene passato ricordato, del quale non c' é certezza assoluta (la memoria potrebbe ingannare, come infatti talora fa, se -paradossalmente?- é vero ciò che mi dice, almeno in questo momento).
"Io vedo qui e ora un gatto viola" è esente dall'errore sempre ed in ogni caso? Io non credo. Dopo un attimo di riflessione potrei rivedere la mia affermazione e sostenere che, pensandoci bene, ho visto una lince. E che il colore, non era viola, bensì magenta. Ecc. ecc... Ciò che vediamo deve essere comunque interpretato e catalogato, e lì possiamo sempre sbagliate. Oltre al fatto che c'è pure il problema della memoria di cui hai accennato, che rende tutto più etereo...CitazioneMa infatti io sostengo che esente dall'errore sempre ed in ogni caso é casomai affermare "qui e ora accade l' apparenza sensibile di un gatto viola (che sia intersoggettivamente verificabile oppure onirica, allucinatorio o illusoria).
Noi siamo esserei umani e siamo fallibili. Ma in generale sappiamo dove e come possiamo commettere errori, e controlli aggiuntivi ci permettono di arrivare ad un punto e poter dire "bene, fatti tutti questi controlli ora sono sicuro".CitazioneConclusione praticamente ineccepibile, ma teoricamente eccepibilissima.Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2018, 17:49:26 PM
Le interpretazioni circa la natura delle apparenze realmente percepite (sicuramente in quanto tali al presente) e ancor più le generalizzazioni induttive non sono a rigore, in linea teorica certe: a parte la possibilità di ricordare falsamente, in qualunque momento potrei svegliarmi e accorgermi che questo che stavo vedendo e credevo percetti intersoggettivamente constatabili era inece sogno, domani il sole potrebbe non sorgere più all' alba, o sorgere prima o dopo "il previsto", o ne potrebbero sorgere due o tre, ecc.
Lo spazio del logicamente possibile è, come sappiamo, vastissimo. Ma ciò ha poco a che fare con affermazioni come "io so", "io sono certo". Il sole non sorge magicamente ogni mattina, sappiamo che il sole è una stella, sappiamo che la terra è un pianeta, sappiamo delle orbite, ... sappiamo molte cose di astronomia e questo spiega il sorgere del sole. Certo, un giorno potrebbe essere che il sole non sorga (un meteorite modifica la nostra orbita, viene creata una barriera opaca attorno la terra, ecc...), ma questo non ci stupisce: non sappiamo tutto e, nello specifico, non siamo preveggenti. Ma ciò non toglie che io sia certo che anche domani sorgerà il sole, e che sia ragionevole crederlo.CitazionePraticamente ineccepibile ma teoricamente eccepibilissimo: che sia ragionevole credere qualcosa =/= che tale cosa sia indubbia come ha genialmente rilevato il grandissimo David Hume.Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2018, 17:49:26 PM
Noi filosofi solitamente amiamo cercare "peli nelle uova teorici" di questo genere (o detto più seriosamente: sottoporre a conseguente, "spietata" critica razionale ogni credenza; il che a mio parere non consente di superare in alcun modo il dubbio scettico a parte i due casi -ipotetici- del punto "a" e del punto"b" di cui sopra).
Ma come giustamente cercate ragioni specifiche per credere questo e quello, dovreste anche cercare ragioni specifiche per dubitare questo e quello. Mai pensato di dubitare della legittimità di questa tua posizione?CitazioneCerto che sì!
Ma non ho trovato argomenti per negarla (la legittimità; e nemmeno la verità).
E ragioni specifiche per dubitare questo e quello le cerchiamo eccome!
Scetticismo =/= affermazione che nulla si conosce.
Scetticismo == dubbio su qualsiasi tesi, sospensione dl giudizio su tutto.Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2018, 17:49:26 PMQuindi è irrazionale la scelta di tali filosofi di non gettarsi da un grattacielo? Ed è irrazionale comportarsi come se il cibo ingurgitato sia necessario per il loro sostentamento? Ed è irrazionale comportarsi come se un proiettile sparato contro un essere umano possa ucciderlo?
A quanto pare però tutte le persone comunemente ritenute sane di mente, filosofi compresi (anche i più conseguentemente razionalistici e dunque scettici come personalmente mi picco di essere) in pratica per lo meno agiscono come se fossero certi (salvo sempre possibili "errori od omissioni")
della regolarità del divenire naturale (e dunque della verità delle induzioni), del fatto che la memoria solitamente é verace (e comunque quando non lo é in linea di principio é possibile accorgersene), che é possibile (anche se a volte con difficoltà) distinguere percetti materiali "autentici", intersoggettivamente constatabili da chiunque purché compia le appropriate osservazioni, da sogni, illusioni, allucinazioni, ecc.
Ciò che é peculiare dei filosofi conseguentemente razionalisti é la consapevolezza di questi limiti delle loro credenze e della stessa razionalità umana (e il possesso della consapevolezza di questi limiti significa essere più conseguentemente razionalisti che il non averla e il coltivare illusioni circa la le proprie convinzioni e credenze e circa la razionalità)CitazioneMa cosa hai capito delle mie affermazioni ? ! ? ! ? !
E' ragionevolissima; ma in più il loro razionalismo del tutto conseguente consente loro di essere consapevoli dell' indimostrabilità del fatto che da un momento all' altro la gravità non possa mutare di segno e che conseguentemente se in tal caso non si gettassero dalla finestra si sfracellerebbero contro il soffitto (e analogamente per nutrizione e possibili ferimenti da arma da fuoco).
La razionalità dovrebbe essere una guida su come orientarci nel mondo, non una zavorra che paralizza o, al più, un giocattolino inutile.CitazionePremesso che qualsiasi giudizio di valore (etico o estetico) non é dimostrabile, per me, contrariamente a te, essere ben consapevoli dei limiti della razionalità e della conoscenza umana, cosa che considero essere più conseguentemente razionalisti che ignorarli coltivamndo in proposito beate illusioni, non é affatto disgustosa o inutile zavorra, ma invece qualcosa di assolutamente meraviglioso, splendido, desiderabilissimo: per l' appunto razionalismo conseguente "fino in fondo".