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Messaggi - green demetr

#1996
Cari Sariputra e Apeiron,

Come va? eravamo rimasti alla suddivisione di due buddismi, il primo teologale, il secondo nichilista.

Come da manuale poi non sono mai riuscito a tornare sul buddismo.

La posizione morale tua Sariputra e quella un pò più liberale di Apeiron, non può non essere letta insieme al notevole pezzo di Sariputra.

Anzitutto vedo con piacere che il buon Nietzche ha ricevuto un apprezzamento (benchè visto come critica, agli occhi di un buddista). E' proprio così dal niente compare sempre qualcosa.
E quel qualcosa non è Dio, come vorrebbe il buddismo (in ultima analisi persino quelle nichilista), ma esattamente l'uomo.

Il nichilismo occidentale a mio parere non è un approdo, ma semplicemente una tendenza inalieanabile come dice ,benchè in maniera errata BobMax che lo attribuisce alla ragione, piuttosto che al logos del soggetto, quindi alla formalità delle scienze esatte, piuttosto che alla vita pratica degli umani.

D'altronde gli unici filosofi in grado di averlo capito sono Nietzche in maniera sintomatica e Heidegger in maniera sistematica. Ove io preferisco la via sintomatica, e anche qui Sariputra per qualche congiunzione astrale mi ha seguito-

Ma il finale è assai diverso, perchè Sariputra non vuole superare il nichilismo, ma lo vuole assumere come nom-significato che detto tra parentesi, perchè contraddice tutto quello che ha detto, che significhi.

Motivo per cui anche il buddismo in maniera evidente è una religione, e infatti sta prendendo piede in Europa. cosa che per loro non ha senso, e invece ovviamente ha senso, in quanto loro stessi non intendono la loro stessa pratica.
(Sempre nella società gerarchica stiamo in INDIA e se voglio fare un corso con i supposti, e autonominantesi maestri, pagare con vil denaro.

Ma come il nichilismo è solo quello? Fine polemica.

In cosa consiste la diversità? anzitutto nel non abbassare lo sguardo con il mostro nichilista, perchè laddove lo si faccia, non solo si finisce nell'anarchismo più immorale e delittuoso, ma anche nella solita forma mimetica, in cui ci si crede di essere nichilisti.
Nessuno può dirsi nichilista, perchè dicendolo si direbbe di qualcosa che invece è negato.

Il nichilismo non può (e invece lo è diventato, concordo con le analisi di Sariputra, ripulite della parte moraleggiante) diventare religione.

Ma è proprio quello che Nietzche andava profetizzando e di cui lui era non solo la chiave interpretativa, ma anche la soluzione rivoluzianaria.

In un solo passaggio il maestro Nietzche e il buddismo quasi si sfiorano e le auree per così dire sembrano dire la stessa cosa.
Che il nulla diventa la chiave per diventare qualcosa. Quello sì. Ma dobbiamo fare uno sforzo di ellissi che francamente non condivido. Di tutti quelli che vedono in Nietzche un mix fra Emerson e il Buddismo.
#1997
Hlodowig temo che le tue letture ti stiano offuscando la mente.

Forse il tuo totem è proprio questo.

Ma non si tratta del totem, piuttosto della maschera, che incarna la paura.

Probabilmente la tua intera religione è il tentativo diffuso di relegare il pensiero della gerarchia a una mera idilliaca società rispettosa degli dei e della natura.

Ma tu nella vita sai bene, molto bene temo, che non è così.

La maschera è già di per sè la mimesi del totem, ossia l'impossibilità di guardare il totem percepito come terribile. E infatti così è stato costruito, per scambiare il sangue versato con l'unione di gruppo che non pensi più alla morte.

Ripeto per un pò di sicurezza l'uomo è pronto a tutto.

Lo dimostra anche questo bujo periodo.

Dunque a mio parere non solo la nostra visione di totem è diversa, ma è proprio l'intero discorso che è l'uno il contrario dell'altro.

Grazie al cielo possiamo parlare di altre cose, ma forse ci ricorderemo di questa impossibilità di fondo che ci contraddistingue.

Anch'io sempre con rispetto. (almeno fino a che non dirai cose per me gravi ;) )
#1998
cit Franco


"Temo che qui sia attivo il presupposto per il quale la critica ad una certa configurazione storica della metafisica come teologia, vale a dire quella della Scolastica e della Neo - scolastica quali declinazioni fondamentali della teologia cristiana, comporti la destituzione di ogni forma storica di metafisica intesa in senso teologico. "

Non è necessario destituire alcunchè di niente, Il buon Tommaso rimane uno degli infiniti racconti che l'uomo fa di Dio.

Essendo nella tradizione stessa della metafisica, Tommaso ha ancora da dire molto.

Io non mi farei spaventare in modo così semplicistico dall'apertura di senso che l'umanità a fatica ha raggiunto oggi.

Non serve a nulla barricarsi nelle proprie posizioni, sopratutto di tipo storiciste, senza fare i conti con il contemporaneo.

Altrimenti poi è normale che non si capisca la necessità di certe domande: non è come all'inizio pensavo una questione di logica, ma proprio una questione deprivativa di usare altre visioni del mondo, che supportano l'analisi di QUESTO mondo, oggi e ora.
#1999
Tematiche Filosofiche / Re:La serenità d'animo
19 Ottobre 2019, 21:50:17 PM
Una volta che hai ammesso che anche tu sei umano, e che quindi come noi tutti cerchi la soddifsfazione virtuale, non si capisce cosa sia questa felicità vera.
Per quanto la riguarda la schiavitù certo ne ha scritto Baumann, ma Baumann va letto a partire dal fondo dei suoi libri, dove si rivela chi è lui e cosa vuole.
La schiavitù come già diceva LaMetrie è volontaria.

Se uni preferisce trincerarsi nel suo guscio bio-elettro-magnetico, senza bisogno di confronto con gli altri, bene venga.
E' proprio la servitù in cui il mondo imperiale si nutre.

E' ridicolo fare la morale, quando noi si fa esattamente il contrario di quanto si afferma morale.
Bisogna proprio smetterla con queste bugie filosofiche, dalle gambe corte, cortissime.

Io penso che la vera filosofia è quella che si confronta con la storia delle proprie idee, e non  quella che si trincera fino all0imbalsamento della società intera, dietro la cronistoria delle scienze vegetative.

Io di questo buddismo new age non so proprio che farmene. E mi pare infinitamente più egoistico di qualsiasi altra pratica commerciale.

Penso che così abbiamo chiarito le nostre posizioni. Passo e chiudo.
#2000
Citazione di: InVerno il 19 Ottobre 2019, 11:31:21 AM
Citazione di: altamarea il 18 Ottobre 2019, 22:01:05 PM
In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile.
Lo stesso che c'è tra la povertà e la bassa scolarizzazione, la crimininalità, la fertilità fuori controllo etc (che pur non sono in grave aumento). La globalizzazione ha impoverito i poveri e arricchito i ricchi, in parte per la presenza di un attore orientale nel teatrino, in parte perchè ha permesso al capitale di muoversi molto più velocemente delle persone e degli stati, rendendo impraticabile il modello di wellfare e trasformato un capitalismo temperato in un capitalismo a briglia sciolta. Il che ha portato l'Europa, pericolosamente sulle orme americane. Ma è una questione economica, non valoriale\culturale. L'occidentale medio ha una conoscenza mediocre del resto del mondo, e se lo conosce lo guarda con disgusto dalla sua torre "eurocentrica". Al di là delle solite sicumere dei profeti di sventura reazionari, nessun occidentale si è dato come per magia all'islam, o si è messo ad adorare divinità congolesi, o ha abbracciato il sistema delle caste indiane. Il contatto con il resto del mondo è una curiosità "orientalistica", un cimelio esotico di cui bullarsi in qualche discussione su un forum. L'unico attore degno di nota ad aver penetrato le barriere culturali occidentali è il buddismo, perchè l'immanente funziona alla grande in occidente dopo la grande delusione cristiana..

in primis è una questione economica, ma come ogni questione essa si ritrova in una politica dei valori.

certo in occidente mentiamo a noi stessi, ma almeno abbiamo la libertà di farlo (puntulamente usato contro di noi, va bene, ma questo è colpa dei singoli, che non pensano).

se una operazione economica non và, lo diciamo, magari la si fa comunque, ma la si fa tramite uso di retoriche, che sono ancora parte dell'umano.

Se un giorno, ossia ieri, facciamo trattati con un attore che dice si fa e devi solo stare zitto....una nuovoa auschwitz è dietro le porte..
Stai all'erta inverno!  ;)
#2001
Citazione di: altamarea il 18 Ottobre 2019, 22:01:05 PM
In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile.

Un metodo potrebbe essere quello di stabilire quali sono i valori di riferimento di una società, desunti dalle leggi, dalla morale vigente.

Se i valori di riferimento stabiliti divergono dalla prassi quotidiana subentra la crisi tra "il dire e il fare".

Anche se in Occidente la religione è stata espulsa dalla vita civile come elemento determinante con la fine della "Guerra dei trent'anni" nel 1648,  la morale cristiana ha continuato a dominare nella vita sociale delle nazioni occidentali.

Nel nostro tempo mi sembra che i valori dominanti siano "libertà", uguaglianza", "solidarietà", non più "Dio, Patria e Famiglia" e quei valori sono misurabili. Per esempio, la solidarietà si misura coi trasferimenti monetari dai più ricchi ai disagiati economici, con la spesa pubblica in welfare e servizi gratuiti; l'uguaglianza dalle pari opportunità e dalla rimozione di privilegi per nascita; la libertà dal grado di ingerenza dello Stato nelle scelte private dei cittadini, ecc..

La crisi dei valori è evidente ? Ma quali valori ? Solo quelli morali ?
Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.

Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.


La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali "problemi" sono leniti dalla libertà dell'individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l'interesse personale.


Pure il negare o emarginare l'ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".

Si, certo, nel passato c'era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell'ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c'era l'assoggettamento rassegnato all'autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo, mi sembra,  non era meglio dell'oggi.


Ma non è che se uno si diverte diventa uno psicopatico.
Nè perchè non c'è più la religione, grazie a dio, sennò fine del divertimento.

Il punto è invece la questione dell'altro. Ossia la paura dell'altro.
Questione centrale del comunitarismo, questione centrale della filosofia che cerca di capire cosa sia un uomo.

mi sembra cioè che tu ingarbugli le cose, anche se mostri una sensibilità abbastanza vicina alla mia.
#2002
Tematiche Filosofiche / Re:La serenità d'animo
19 Ottobre 2019, 18:18:16 PM
Citazione di: daniele75 il 19 Ottobre 2019, 15:05:57 PM
La maggior parte delle decisioni vengono prese dall'inconscio, il razionale analizza, ma solo in certi casi decide, al massimo valuta la pulsione. Il cervello rettiliano ha un influenza molto potente, basta vedere come è organizzata la società, competizione, sopravvivenza e cercare spasmodicamente il piacere. Vedi la dopamina, l'uomo ne va ghiotto, la ricerca ovunque, è un programma ben preciso. Ovvio che poi abbiamo inventato, sperimentato, compreso, arte, etc etc. Ma sono comunque meccanismi egoistici poeticamente presentati come altruismo, compassione. Qui bisognerebbe parlare dei neuroni specchio ma mi fermo. La dopamina è una droga naturale, il neuromarketing lo ha capito  e stanno costruendo un sistema di dipendenze colpendo direttamente il rettiliano, come un primitivo riceveva una scarica di dopamina quando prendeva un cinghiale, oggi con il salvataggio scientifico  andiamo a caccia di shopping, gioco, social   etc etc. Imparare a difendersi con la consapevolezza del funzionamento aiuta ad avere una vita serena. Se seguite inconsciamente questo meccanismo commerciale basato sulla ricompensa immediata vi porterà allo sconforto, guardatevi in giro. Il branco sta diventando globale, tutti uguali, con hobby e mode condivise senza confini geografici. È che comanda? Chi ha i media in mano. L' intelligenza artificiale è a caccia di prede e vi offre dopamina, felicità. Buon viaggio

E chi dice che siano egoisti? è una tua interpretazione, e come mai tu sei esente dal marketing neuronale?
Mi pare che hai troppa voglia di chiudere il discorso.

Inoltre è ovvio che l'uomo vuole il consumismo, non capisco cosa ci sia di male.
Che il marketing (in generale) sappia usare ciò che l'uomo desidera non vuol dire che allora è il marketing a decidere cosa vuoi desiderare.
Il marketing è in un certo senso ancora l'ultimo baluardo delle scienze umane.
Mi pare tipico dei reazionari non accettare le cose per quello che sono-
#2003
Citazione di: Jacopus il 19 Ottobre 2019, 14:50:57 PM
La metafisica non è la longa manus filosofica della teologia. Infatti é stata concepita prima della stessa. Non ho letto gli interventi ma mi premeva ribadire un concetto semplice. La filosofia, quella "dura", deve per forza confrontarsi con la metafisica, altrimenti si chiamerebbe scienza. Ma la metafisica non é il discorso su Dio, ma il discorso del fondamento di tutte le cose.

Fondamento di tutte le cose interpretate dall'uomo. Direi in finale! E di cui Dio è solo uno dei discorsi.Non l'unico.
#2004
citazioni di Franco


"Discorso questo che si può iniziare a discutere con quanto ho appena scritto. Come possono le nuove filosofie in quanto sono "filosofie" e non altro da se stesse, essere totalmente slegate da quelle antiche?
Come può porsi il totalmente slegato, se per essere deve fare i conti - misurarsi - con ciò da cui intende slegarsi totalmente? E per di più rimanendo filosofico e non altro da sé? "

Perchè la filosofia è diventato un atto politico. Non è più la metafisca.
Sono due problemi distinti che si pongono a questo punto.
Cosa sia la metafisica (antica) e che rapporto ha essa con le nuove forme di descrizione di cosa sia la filosofia (oggi).

"Consentimi, ma come può ciò che è prodotto umano essere anti - umanista? Temo che nel tuo discorso si annidi una presupposizione infondata, quella per la quale un tipo umano presume
di rappresentare al meglio l'essenza di ciò che è umano. "

No non hai capito! L'anti-umanesimo è la scelta di non indagare cosa è un essere umano, se non che a livello scientifico.
Come già detto è una politica più che filosofia. Il problema è che questa politica viene chiamata filosofia.


"Domando: non si tratta forse di configurazioni epistemiche, vale a dire di configurazioni umane?


Si certo, il fatto che faccia polemica (politica) su queste scienze, non significa affatto che non le riconosca utili.

"Mi domando e ti domando: sono forse le configurazioni teo - logiche della metafisica, dunque della filosofia, configurazioni non umane? "


No sono umane, troppo umane direbbe Nietzche. Manca completamente l'analisi delle loro pratiche.

Ti assicuro che il concetto di verità metafisica non spiega il perchè uno si fa una domanda che pare contraddicentesi.

Se la verità metafisica è il risultato di quello che la metafisica è, allora niente si può dire, perchè ogni cosa ripeterebbe all'infinito la propria presunzione. Ossia che la metaifisca stessa depone in quanto verità e non per la verità. (altro concetto molto opinabile). Cosa che tra l'altro dovresti capire visto che è la tua stessa risposta a Davintro.
#2005
cit davintro


"La metafisica non è una storia, ma c'è senza una dubbio una storia della metafisica, così così una storia della fisica, della psicologia e di ogni tipo di sapere. Ma un conto è una storia, da intendersi come successione temporale dei vari tentativi di ricerca della verità riguardo il proprio campo, un altro il campo in sè, la realtà oggettiva, che attende di essere scoperta, ma non muta sulla base del mutare delle opinioni e delle mode di egemonia intellettuale, al contrario impone a tale mutare la norma della verità, adeguazione del discorso soggettivo alla realtà"

ciao Davintro, sinceramente ho perso un pò in che termini stava la nostra incomprensione, non me lo ricordo  :-[ x, proviamo a ricostruirlo.

Mi pare che tu intenda la metafisica come una x (scienza? prassi? che cosa?) che trascendendo la scienza possa dire qualosa di vero sui suoi esiti (della scienza).

Il punto però è che non si capisce come faccia.

Nella metafisica, il discorso che si pone dopo quello delle scienze, è quello relativo al suo principio trascendente.
Ma questo principio è stato fatto saltare in aria da Kant, che ha semplicemente notato come nessun principio possa essere ammesso senza prima passare dal soggetto che lo pone in essere, ossia dal suo giudizio.

Noi possiamo ammettere un principio solo come oggetto ideale di conoscenza, ma nella realtà qull'oggetto è la polisemia degli enti, entizzati dalla ragione.

Il problema moderno era dunque capire quell'ente particolare che è l'uomo.

Invece la vera metafisica, dovrebbe essere una riapertura alla domanda cosa è l'uomo.

Heidegger è l'ultimo tentativo di resistenza alle scienze naturali. Ormai il tempo è ampiamente scaduto per piangere sul latto versato.

La metafisica è solo un discorso privato, e un giorno lo sarà talmente tanto, che sarà fatto solo nella privacy della nostra anima.

E' di questo che stiamo parlando come discorso generale sulla metafisica e la verità? Sto solo cercando di capire.
#2006
Tematiche Spirituali / Re:Dies Irae
19 Ottobre 2019, 17:28:02 PM
Cari amici, sono abbastanza confuso dalle vostre risposte.

Sembra che io abbia fatto una critica alla sensibilità religiosa.

Eppure nello stesso tempo ammettete che la religione è l'origine del male.

La mia domanda è proprio questo: si può discutere di sensibilità religiosa senza per questo creare nuovi moloch, a cui sacrificare il senso stesso di quello che si vorrebbe indicare.

Intendo pubblicamente, privatamente per ora si può. Ma per poco, la tecnologia sta già affindando le sue armi, per preservare l'impossibilità di parlare anche privatamente.

Grazie al cielo se le tempistiche sono quelle che sto calcolando, un altro ventennio di libertà ce l'abbiamo.

Ma qui su questo forum è possibile?

L'ennesimo atto nazista in germania, il clima xenofobo che si respira qui a milano, è spaventoso. Ha raggiunto dei livelli che non avevo mai visto in questo ultimo ventennio (che comunque li ha sempre avuti come eccessi, ma ora temo si stiano normalizzando).
Non mi sento libero di andare in una sinagoga, proprio quando avevo bisogno di avvicinarmi a quel mondo....è veramente frustrante.
Non so voi amici ma sento proprio il fiato della storia sul mio collo.






"Era già prima delle religioni, nel linguaggio dei miti ciò che sarebbe accaduto all'uomo nella storia, il fuoco della conoscenza, il peso del mondo sulle spalle, il vaso di Pandora con le sue afflizioni.
Ma a sua volta la cultura greca li aveva imparati dalle più antiche culture.
La religione ha stigmatizzato, sacralizzando i limiti, i paletti dei domini secondo ordini già prescritti prima delle consacrazioni religiose."


Paul come sai non sono d'accordo, nel caso lo ripeto: non esiste un ordine naturale.

Io non sono spaventato dall'ordine degli enti conosciuti, bensì dal fatto che l'ente uomo, sia dimenticato.
Come Heidegger si è sforzato di dire, i greci sapevano che era l'uomo l'emte speciale, e non dio anima o mondo.
Era l'ente uomo a fare da gerarchia. Ma era una gerarchia di enti esterni all'uomo. Mi pare la scienza in questo ci ha liberati. Ma da quando ha deciso di mettere l'uomo alla stregua di altri enti, ossia ha deciso di mettere la tecnica sopra la propria umanità, ci si è incamminati verso l'autodistruzione.
Non so se il mito contenesse questa cosa. Perchè l'autodistruzione era la distruzione del mondo culturale in cui l'uomo viveva, e a cui si demandava agli Dei di pensare per lui.
Su questo Severino è molto bravo. L'ordine naturale è la presunzione che esista un dio.
https://www.youtube.com/watch?v=RRSzEg-nBQ4&list=PLPVaE2oXcQ35bWNPB3zyKrWfemPxvmXEx
Ma dio è solo il rapporto con il fantasma, con l'originario. Il naturale è tale solo come territorio personale, non universale.
https://www.youtube.com/watch?v=vdMphwfcxY0&list=PLPVaE2oXcQ379KoAPiBgVeTd1SP9HjQnH


"Ma l'uomo non è solo natura, è maschera che vive di fantasmi e la potenza sulla natura non la domina affatto in quanto la sostenta. L'uomo non può mutare gli ordini dei domini a cominciare dalla nascita e della morte. I limiti e attenersi alla regola dei domini, nel senso che l'uomo doveva stare al suo posto rispettando natura e dio, il cielo e la terra e ciò teneva insieme le comunità identificandosi sui paradigmi del rispetto prima ancora delle legislazioni umane. A questo servivano le prescrizioni religiose."

Come già detto sono d'accordo sul concetto di fantasma. Ma dubito fortemente che le prescrizioni del passato fossero atte a cofrontarsi con il fantasma. Anzi esse lo prescrivevano come se fosse la Natura stessa. Se si confonde il fantasma con la natura, la natura poi cosa diventa? Se non appunto il fantasma che implode sul soggetto che la pre-figura, che diventa indivuduo religioso e psicotizzando assassino dell'altro.
E' questo che mi blocca, la psicosi che poi da questa implosione nasce, altera qualsiasi discorso pubblico.

Ora ci vuole una forte presa di coscenza, di attenzione nell'esporre la proria religiosità, per questo non rimane che barricarsi nel fortino intellettuale.
E quasi impossibile lanciarsi in una avventura spirituale.
Forse alla fine di quell'avventura e con tutti i caveat imparati nel viaggio, si potrà dire qualcosa.
Ed è questo il tragico, perchè la spiritualità è un avventura, e mai la fine del viaggio.
Sto parlando di una impossibilità di narrare un viaggio.(pubblicamente, privatamente penso si possa ancora fare, per ora in attesa che la tecnica tolga anche quello).



"Ora ,e lo ribadisco, se si ritengono le religioni superate, non morirà mai la spiritualità che le ha generate, perché lì abitano i fantasmi umani,quelle domande fondative, i primitivi.
Così come il termine etimologico di persona è "maschera",derivando dall'antica tragedia greca."


Su questo concordo senza alcun ritegno. E' proprio ciò che penso, la spiritualità non morirà mai.
Semplicemente indosserà nuove maschere.
Il punto è la qualità di quelle maschere ossia la loro utilità sociale, politica, e sopratutto sono machere che rispettano l'interiorità di chi le indossa? Ossia quella menzogna che si narra è utile al soggetto che la pretende?
Ovvio utile rispetto al logos che è il soggetto, e non alla raccolta dei suoi utensili, che servono solo a meglio definirlo e a liberarlo dalla violenza degli enti esterni. Anche qua c'è grande confusione nel mondo moderno.Scambiare i mezzi come fini direbbe Kant.


"E' necessario se si vuole una umanità che sappia convivere che vi siano limiti in relazioni a regole non umane, semmai interpretate dagli umani, su come misurarsi e quindi limitarsi che significa rispettare i propri simili in funzione dei domini naturali e celesti, riacquisendo il nomos pindarico."

Non so cosa sia il nomos pindarico, ma queste semplice frasi mi lasciano abbastanza inquieto.
Il dominio naturale e celeste cosa è?
Perchè alla fine è su quello che si costruiscono i moloch del sacrificio (sempre dell'altro).
Bisogna stare attenti nella analisi.


"Non vedo altre strade percorribili. Ma realisticamente invece continuerà il delirio di onnipotenza investendo la propria cultura nella tecnica, nel potere nelle nuove scienze.

La religione secolarizzata probabilmente finirà, era già scritto nelle profezie."




a proposito di profezie, il primo ottobre era il rosh hashanah.

secondo la cabala:

"Siamo alla vigilia di Rosh haShannà (il Capodanno ebraico) 5780. Vorrei personalmente porgere auguri a tutti voi, traendo auspici e benedizioni dal questo numero. C'è un unico verso in tutta la Bibbia ebraica il cui valore totale è 5780 (1 Samuele 19, 20):

"Allora Saul inviò messaggeri per prendere Davide; ma quando essi videro l'assemblea dei profeti che profetizzavano, con Samuele in piedi su di loro, lo Spirito di D-o (Ruach Elohim) fu sui messaggeri di Saul, e si misero anch'essi a profetizzare."


La religione secolarizzata finirà, sì è quello che già si sapeva.



"diventa l'espressione della speranza che nella propria vita, nonostante le continue esperienze di non senso che ciascuno fa tutti i giorni, possa esserci almeno in piccola parte un contatto con questa armonia misteriosa, che il proprio corpo possa essere attraversato (o ispirato, è lo stesso) da questo principio divino e possa fare da conduttore affinché si realizzino micro-salvezze terrene."

Kobayashi! Ma io infatti avrei voluto seriamente prendere in considerazione che il Dio è negativo.
Il punto è che questa armonia che tu descrivi, nella realtà diventa sempre una pretesa di verità sugli altri.
E' il problema di Zaratustra quando ridiscende tra gli uomini.

Invece il Dio negativo dell'ebraismo nasconde per conseguenza ben altra saggezza. E' quello che avrei voluto esplorare pubblicamente, come un avventura, ma proprio i fatti storici che sono accaduti nel mentre che scrivo, che mi ha fatto desistere.
La fine della religione secolarizzata è anche questo.



"Il massiccio bisogno di spiritualità dei nostri tempi esprime, credo, il bisogno di andare oltre alla religione tradizionale, con i suoi dogmi, le sue verità (spacciate per divine ma ovviamente prodotte da uomini, e per lo più uomini di potere), perché la nostra felicità non sta nell'obbedienza, nel sentirsi al riparo del limite,  ma nell'essere partecipi di un processo di creazione: creazione di un mondo nuovo basato sull'armonia, la giustizia, la bellezza etc."


Io invece trovo in tutto questo l'aberrazione totale. Ossia una inizione di necessità religiosa che è invece sempre una morale tabuica portata alle sue estreme conseguenze. Una evirazione, per ora del pensiero di armonia.
Ma successivamente anche di fatto. Il fascismo era questo.

E' un bisogno indotto, sono però d'accordo che in realtà, il reale rapporto non psicotizzato o moralizzato con il fantasma dell'esperienza religiosa, porta con sè ben altri discorsi. Quelli armonicin e comunitari di cui hai parlato.
Che la tradizione ebraica ha tentato e tenta di esportare.
Il pensiero della comunità ha proprio nell'ebraismo, in quanto popolo eternamente vessato, le sue riflessioni più alte ed eccelse.
La necessità dell'amicizia, del supoorto fra ognuno di loro, il rispetto del culto, come modo di individuazione anche nella diaspora. Ben altra cosa dalla divisione tra mente e corpo cristiana.
la cultura ebraica mi ricorda molto quella ateniese. Con in più l'idea stessa del fantasma, che la rende immediatamente superiore a quella greca.

Non nominare il nome....il primo comandamento ebraico. Non dare nome a qualcosa che non può logicamente MAI essere il nome stesso.
Ma quale natura!

Che poi come dice Severino da Natura a Tecnica il passo è breve, brevissimo, una volta che DIO è morto.


"E così come il singolo non accetta la morte fino a quando non porta a termine il compito che crede gli sia stato assegnato, il genere umano continuerà nella sua inesauribile inquietudine a produrre inferni (anche con le migliori intenzioni) perché intuisce di avere un compito infinitamente più nobile delle più sfrenate promesse del Re del Mondo, ma di questo compito sembra continui a perderne la memoria.
L'esercizio della sapienza antica (greco-romana, in parte cristiana, forse orientale) è l'esercizio della riappropriazione di questa memoria.
Ma la filosofia non è proprio questo?"


La filosofia per me è un demone, comunque sì sono totalmente d'accordo, ed è proprio quello che dicevo.
La saggezza è in fin dei conti il ricordo degli orrori che abbiamo commesso.
(ma perchè nessuno prende sul serio Nietzche? Non sto parlando di te amico, dico in generale ovvio!) ;)

Nulla a che fare con la pretesa di sapienza.


Grazie ancora dei contributi con rinnovata stima, ora e sempre.
#2007
cit altamarea


Nel contesto attuale l'Occidente  abbraccia un'estesa area che include le nazioni più ricche e industrializzate dell'Europa e dell'America, l'Australia, la Nuova  Zelanda, il Giappone  e quei paesi accomunati, almeno idealmente, da determinate caratteristiche economiche e politiche.

C'è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?

Molti sono convinti che tale "tramonto" dipenda dal crepuscolo religioso e morale. Ma queste crisi in che modo sono misurabili ?  E chi sono i giudici ?



Abbiamo detto prima che l'occidente è moralmente il cattolicesimo (sessuofobo e patriarcale).
La crisi del cattolicesimo, ossia la scoperta della sua esistenza come gerarchia che aiuta i ricchi e sputa sui poveri affibigliandoli una morale perversa, e chiamando l'attitudine normale come perversa, Nietzche docet.
Si è autoritorta contro se stessa, la chiesa si è scoperta sessista e capitalista.
Proprio l'esatto opposto di quanto si ostina a dire.

Nel momento in cui porta il suo sessismo e menzogna ad altre civiltà pensando di vincere la guerra (globalismo o meglio imperialismo americano) si è trovata contro una cultura totalmente diversa, che non fa menzogna di essere sessista patriarcale e a favore dei ricchi.
Non gli interessa niente questi giochini del cavolo.
Laddove da noi il politico a piene mani e pieni polmoni mente, e mentendo porta l'intera civiltà all'inferno, ossia ognuno odia se stesso, odiando l'altro.
Di là il politico serve nelle stanze private e pubblicamente dice che bisogna tacere.

La crisi è evidente, perchè il capitalismo, che divora stati e nazioni per definizione, non è più coperto dalla menzogna. Nessuno si sogna di andare contro la cina, l'india etc...

troppi soldi in ballo.
a questo punto i ricchi e i benestanti che hanno capito la cosa, se ne sbattono delle menzogne della chiesa, e la chiesa come ritorno sparirà come vocazione e si mimetizzerà come retorica del padrone. E tutti ci cascheranno. Ci vuole troppa intelligenza, ossia un minimo di curiosità per capire anche solo un decimo di quello che qui si parla. A vanvera.

Più che la civiltà occidentale se ne ffacciamo una questione religiosa è la vocazione che si fa andare a benedire, o viene passati ai poveracci, che certo sono quelli sfruttati dei paesi africani, ma QUALI IMMIGRATI!!!!dio che mondo malato!!!
#2008
Tematiche Spirituali / Re:Dies Irae
18 Ottobre 2019, 20:22:41 PM
Paul certo, ma quelle sono analisi sociologiche.

Io invece sto dicendo che è proprio quello che noi due studiamo (la religione) a creare quel tipo di aberrazione!

ogni uomo di potere nel suo delirio ha bisogno di un dio che lo sprona a fare quello che fa.

Che questo dio si chiami scienza dio o nichilismo non fa alcuna differenza, è pur sempre un delirio di onnipotenza.
#2009
Tematiche Filosofiche / Re:La serenità d'animo
18 Ottobre 2019, 20:17:29 PM
Citazione di: daniele75 il 18 Ottobre 2019, 14:01:31 PM
La serenità è raggiungibile con la comprensione dei meccanismi mentali, specie esaminando il sistema di ricompensa, tutto gira intorno ai chimici della felicità, specie la dopamina. L'insoddisfazione è il motore e la motivazione a cercare la felicità, il piacere. La natura è geniale, e per farci sopravvivere e riprodurre, ci premia con delle droghe naturali. La felicità stessa dura pochi attimi, è un meccanismo naturale atto a cercare nuovi stimoli o a ripeterli per riprovare lo stato transitorio, uno stato di continua ricerca. Un altalena che oscilla tra insoddisfazione, normalità e felicità. Questo meccanismo è istintivo non si può bloccare, a garantito l'evoluzione e la sopravvivenza. Comprendendo questo motore biologico, si può puntare alla serenità, uno stato meno gratificante ma stabile e duraturo ( ovvio che nel mentre si potrà comunque assaporare i picchi di felicità ). La meditazione è un ottima via per stimolare la mente a produrre i chimici necessari a raggiungere lo stato desiderato, così come praticare la gratitudine verso quello che si possiede e vivere nel presente, assaporando le cose semplici. Esistono altri metodi come l'esercizio fisico, socializzare, stare nella natura etc. Ma la meditazione è quella che modifica in profondità gli schemi mentali. E un duro esercizio che porta alla serenità. Ce comunque da ribadire che gli impulsi primari tenderanno a distrarre o a portare a galla comportamenti automatici. Quindi bisogna allenarsi ogni giorno. Non esistono altri metodi, se segui il meccanismo della felicità mordi e fuggi, vivrai insoddisfatto e cercherai all'infinito i picchi di felicità, a volte rischiando dipendenze e malattie psicologiche. La serenità è data dalla comprensione dei meccanismi mentali e dalla meditazione. Altrimenti uno stato di pace è possibile agendo chimicamente sul cervello, è una scelta non contemplata ma molto efficace e non richiede sforzi mentali.

Allego qui un piccolo riassunto sul funzionamento primitivo del cervello, che ha un immenso potere.


L'aspettativa è la madre dell'insoddisfazione."
Joseph Rain.
ho scoperto sul perché siamo spesso insoddisfatti (c'entra la nostra evoluzione come specie) e come possiamo prendere maggiore consapevolezza di certi meccanismi biologici per contrastarli o almeno per non lasciare che governino troppo le nostre vite.

Sentirsi insoddisfatti è un meccanismo evolutivo.

l'evoluzione ha "progettato" il nostro cervello per garantirci la sopravvivenza, non per renderci felici.
Da decine di millenni la selezione naturale ci spinge a...

Mangiare.

Piacere agli altri.

Fare sesso.

Competere con i nostri rivali.

...perché sono queste le azioni che assicurano la riproduzione dei nostri geni
Essere felici, sereni e soddisfatti non necessariamente contribuisce agli obiettivi della selezione naturale. Anzi.
Se i nostri avi fossero stati tutti dei buddha illuminati, probabilmente ci saremmo già estinti!
Devi infatti sapere che esistono dei veri e propri principi biologici che ci spingono a compiere le quattro azioni chiave per la nostra sopravvivenza (mangiare, piacere agli altri, fare sesso, competere con i nostri rivali).
Essere perennemente insoddisfatti è legato al funzionamento di questi principi biologici scritti nel nostro DNA.
Provate allora a mettervi nei panni di questo «creatore» e chiedetevi: se doveste creare organismi capaci di trasmettere i loro geni, come fareste a spingerli a compiere quelle attività finalizzate a questo obiettivo? In altri termini, dato che mangiare, fare sesso, lasciare il segno sui propri simili e superare i rivali aiutava i nostri antenati a diffondere i loro geni, come programmereste il loro cervello per indurli a svolgere queste attività? Vi presento tre princìpi fondamentali che mi sembrano irrinunciabili e logici.

Conseguire questi obiettivi dovrebbe essere fonte di piacere, perché gli animali, uomini inclusi, tendono a mettere in pratica ciò che è gradevole.

Il piacere non dovrebbe durare per sempre, altrimenti non lo cercheremmo più; il nostro primo pasto sarebbe anche l'ultimo, se non provassimo più lo stimolo della fame. Lo stesso varrebbe per il sesso: un unico atto sessuale, per poi pascerci nei postumi dell'orgasmo per tutto il resto della nostra vita. Non sarebbe l'ideale per trasmettere i geni alla generazione successiva!

Il cervello dell'animale dovrebbe pensare di più (1) al piacere che accompagna una certa attività invece che (2) al fatto che duri poco. Dopotutto, se pensate soprattutto a (1), continuerete a cercare cibo, sesso e prestigio con immutato entusiasmo, mentre se pensate a (2) potreste cominciare a provare sentimenti contrastanti. Per esempio, potreste cominciare a chiedervi a cosa serva inseguire con tanta insistenza il piacere se questo svanisce poco dopo averlo afferrato, lasciandovi con la voglia di ricominciare. Vi ritrovereste sprofondati nella noia e rimpiangereste di non avere studiato filosofia all'università.

La riduzione dell'uomo ad una macchina biologica assolutamente priva di contatto con gli altri, chiusa in una torre di metallo, è la continua aberrazione che purtroppo continua ad abitare nel pensiero dei deboli come daniele75. Impauriti dalla vita o semplice aguzzini?

Ma te lo sei mai visto Matrix??? svegliatiiiiiiii!!!!
#2010
Ciao Franco (bentrovato o bentornato!)

cit franco

Ma la questione, a mio avviso, non è tanto il contenuto contraddittorio ( = contenuto auto - contraddicentesi) di qualcosa come la negazione del carattere essenzialmente razionale dell'indagine metafisica, quanto piuttosto la situazione nella quale "si" avverte l'opportunità e l'urgenza di difendere quel carattere.

Per tanto domando: cosa significherebbe "negare la validità razionale della metafisica"? Interrogativo tanto più sensato quanto più si consideri che la configurazione attuale del sapere occidentale include qualcosa come la teologia. È forse la teologia un discorso irrazionale?


Anche a mio parere non avrebbe molto senso interrrogarsi su questa cosa.
Eppure sin dall'inizio dei miei studi anche a me è parsa la domanda fondamentale.
Ho provato a rileggere ciò che scrissi all'epoca, fu un risposta molto blanda, perchè non mi è mai parso che Davintro avesse capito cosa è la metafisica.

Riprendendo mesi dopo la domanda, e cogliendo il tuo nuovo spunto, colgo l'occasione per ribadire che non esiste una filosofia senza una metafisica.

Ora la tua domanda è perchè pure per me è necessaria questa domanda che sembra ed è effettivamente autocontraddicente.

Il punto è che la filosofia non è l'unico discorso, esistono le nuove filosofie.
Che sono totalmente slegate a quelle antiche.
Che richiedono conoscenze e presunzioni di tipo scientifico.

Le nuova filosofie anti-umaniste, che spinge l'uomo non solo alla periferia del pensiero, ma addirittura tentano di eliminarlo quasi fosse una variabile non interessante di una funzione astratta ma di carattere biologico.
Ossia è il pensiero dell'eugenetica che ritorna prepotentemente, sulla scorta della scienza.

La bibliografia è vastissima dalle neuroscienze, alle scienze robotiche, dai mentalismi alle bioetiche, fino alla vaccinazione massificata.

Citerei solo Sloterdijk e Byung.Chu.Han come critica ma anche il nuovo transumanesimo.

Ora è chiaro che bisogna tornare rispetto a questi movimenti reazionari ad una filosofia progressista che rimetta l'uomo al centro della ricerca.
La metafisica è la storia delle rappresentazioni umane. Storia bagnata nel sangue certo, ma anche storia di lotta per sottrarsi alle forme teologiche di mondo, e di cui il transumanesimo sarà con ogni probabilità l'erede.