Sì, caro Green, parlo di un vissuto.
Ho avuto anche questa fortuna. Essere compassione.
Così come essere amore.
Esperienze che scuotono risvegliando dal torpore. Dopo non è più come prima.
Quello che era vago e incerto interesse diventa ragione di vita.
Tuttavia, non lasciano alcuna "prova", alcun appiglio su cui contare per proseguire.
Tutto ritorna a me, a ciò che decido in perfetta solitudine.
La memoria non riporta "fatti", "verità" su cui contare. Solo che qualcosa di forse veramente importante era avvenuto. Un messaggio, che spetta però ancora a me decifrare.
Anche la percezione del Nulla è da sempre mia possibile esperienza di vita. Per risvegliarla è sufficiente tendere l'orecchio.
Orrore inesprimibile, che appena lo avverto devo fuggire. Perché so che se provassi a resistere tutto si dissolverebbe. Non si tratta della mia morte, pur angosciante, è il mondo che tornerebbe ad essere ciò che è sempre stato: Nulla.
Non so se il mio sia solo un pietoso auto inganno. Ma mi sto convincendo che in questo orrore sia celata la Verità.
Nel senso che in questo nostro esserci molteplice e diveniente l'Uno equivale necessariamente al Nulla.
Essere = Nulla.
Ed è giusto, appropriato che sia così. Perché ciò che conta, per davvero, è l'Amore.
Amore che tutto crea e tutto annichilisce. Amore che è l'Essere perfetto, così come il Nulla.
Un Nulla, fonte d'infinite possibilità. Appunto perché Amore.
E' interessante a mio avviso notare come Dante sia coevo di Meister Eckhart. Entrambi dicono in sostanza le medesime cose.
Non smettono di tornami in mente i versi:
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona"
e
"L'amor che move il sole e l'altre stelle"
Mi parlano.
Il primo mi chiarisce il perché del mio stare all'inferno: non ho amato quando avrei dovuto.
Il secondo mi rincuora rassicurandomi: tutto è amore.
Ti auguro ogni bene.
Ho avuto anche questa fortuna. Essere compassione.
Così come essere amore.
Esperienze che scuotono risvegliando dal torpore. Dopo non è più come prima.
Quello che era vago e incerto interesse diventa ragione di vita.
Tuttavia, non lasciano alcuna "prova", alcun appiglio su cui contare per proseguire.
Tutto ritorna a me, a ciò che decido in perfetta solitudine.
La memoria non riporta "fatti", "verità" su cui contare. Solo che qualcosa di forse veramente importante era avvenuto. Un messaggio, che spetta però ancora a me decifrare.
Anche la percezione del Nulla è da sempre mia possibile esperienza di vita. Per risvegliarla è sufficiente tendere l'orecchio.
Orrore inesprimibile, che appena lo avverto devo fuggire. Perché so che se provassi a resistere tutto si dissolverebbe. Non si tratta della mia morte, pur angosciante, è il mondo che tornerebbe ad essere ciò che è sempre stato: Nulla.
Non so se il mio sia solo un pietoso auto inganno. Ma mi sto convincendo che in questo orrore sia celata la Verità.
Nel senso che in questo nostro esserci molteplice e diveniente l'Uno equivale necessariamente al Nulla.
Essere = Nulla.
Ed è giusto, appropriato che sia così. Perché ciò che conta, per davvero, è l'Amore.
Amore che tutto crea e tutto annichilisce. Amore che è l'Essere perfetto, così come il Nulla.
Un Nulla, fonte d'infinite possibilità. Appunto perché Amore.
E' interessante a mio avviso notare come Dante sia coevo di Meister Eckhart. Entrambi dicono in sostanza le medesime cose.
Non smettono di tornami in mente i versi:
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona"
e
"L'amor che move il sole e l'altre stelle"
Mi parlano.
Il primo mi chiarisce il perché del mio stare all'inferno: non ho amato quando avrei dovuto.
Il secondo mi rincuora rassicurandomi: tutto è amore.
Ti auguro ogni bene.