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Messaggi - Eutidemo

#2011
Tematiche Spirituali / La Bibbia e l'eutanasia
12 Febbraio 2023, 12:30:15 PM
Come insegnava Kant, in estrema sintesi:
- l'imperativo è "ipotetico", se l'azione prescritta è buona esclusivamente come mezzo per ottenere qualcos'altro;
- l'imperativo è invece "categorico", se l'azione prescritta è considerata buona in se stessa.
***
Però, molto prima di lui, quando chiesero a Gesù come dovessero essere "categorizzati" i dieci comandamenti, lui fornì una spiegazione sostanzialmente analoga:
"Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente; questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti" ( Mt 22,37-40)
***
Per dirla "kantianamente", cioè, Gesù ci  dice che tutti gli altri comandamenti sono di natura "ipotetica", in quanto finalizzati al raggiungimento dei due comandamenti "categorici" da lui enunciati; da essi, infatti, "dipende tutta la Legge e i Profeti"!
***
Facciamo un esempio: il "FURTO"!
Il 15° comandamento secondo l'ESODO e il 19° comandamento secondo il DEUTERONOMIO prescrivono di: "NON RUBARE".
Ma, evidentemente, si tratta di un "imperativo ipotetico", in quanto, in genere, se si ruba qualcosa a qualcuno, gli si procura un danno; e, quindi, indirettamente, si lede  l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
Però, se io rubo la sua pistola a un assassino, o la sottraggo ad un uomo in procinto di suicidarsi, pur commettendo senza dubbio un furto, io non violo la legge divina; ed infatti, infrangendo un "imperativo ipotetico", ho perseguito l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
***
Ora facciamo un altro esempio:  l"OMICIDIO"!
Il 13° comandamento secondo l'ESODO e il 17° comandamento secondo il DEUTERONOMIO prescrivono di: "NON UCCIDERE".
Ed infatti, in genere, se si uccide qualcuno, non gli si fa certo un favore; e, quindi, indirettamente, si lede  l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù.
***
Però, sempre nella bibbia, troviamo due passi molto significativi:
IL PRIMO NEL SIRACIDE
"Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
IL SECONDO NEL QUOLET
"C'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11)
***
Pertanto, secondo il combinato disposto dei passi biblici sopra riportati:
a)
Se una persona è ammalata ed è "guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo, prescritto da Gesù, quella persona va indubbiamente assistita e curata affinchè sopravviva e torni in buona salute (vedi la parabola del Buon Samaritano).
b)
Ma se una persona è ammalata e "non è guaribile", per rispettare l'"imperativo categorico" di amare il prossimo prescritto da Gesù, e, cioè, di non farla soffrire inutilmente, secondo me quella persona, col suo assenso, va eventualmente accompagnata verso il suo inevitabile destino (in modo indolore) affinchè non debba sopportare le amare ed inutili sofferenze di una inesorabile malattia cronica.
***
Non trovo altra plausibile interpretazione del chiarissimo combinato disposto dei due passi biblici citati:
- "meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno piuttosto che una malattia cronica." ("Siracide": 30:17)
"c'è un tempo per guarire, e c'è un tempo per uccidere" ("Qoèlet": 3,1–11).
***
Sopratutto il secondo passo, secondo me, è assolutamente "inequivoco"!
Ed infatti, quale altro sarebbe il "tempo per uccidere" contrapposto esattamente, proprio nella stessa frase, al "tempo per guarire", se non il "tempo dell'eutanasia"?
***
Ma questa è solo la mia "opinabile" esegesi  dei passi biblici ed evangelici sopra riportati; che, di sicuro, non corrisponde all'esegesi Cattolica.
***
Nel caso dei Cristiani Metodisti e Valdesi, invece, il Sinodo delle chiese Metodiste e Valdesi riunite del 2018 si è pronunciato favorevolmente alla pratica dell'eutanasia, per combattere l'inutile sofferenza; e recentemente, anche nella Chiesa Anglicana è iniziata una discussione non pregiudizialmente ostile alla pratica dell'eutanasia (il primo a sollevare il tema è stato, nel novembre 2006, il reverendo Tom Butler, vescovo di Southwark).
Però non conosco le loro motivazioni!
***
#2012
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 12 Febbraio 2023, 10:31:01 AMForse non l'ho ancora scritto, ma io non mi pongo nei confronti della metempsicosi come un tifoso pro o contro. Mi limito ad osservare, a sperimentare, a cercare di capire.
Per esempio: negli anni '90, quando avevo superato la trentina, e non vedevo alcuna anima gemella all'orizzonte, decisi di fare un tentativo e scrissi una lettera classica (non un'e-mail, ovviamente) ad un'astrologa, i cui riferimenti avevo trovato su una rivista del settore, dopo aver versato quanto richiesto a mezzo vaglia postale (pagando quindi sia le tasse del vaglia che il francobollo per la raccomandata A.R. (vista la nomea che già allora era associata alle P.T. avevo bisogno della certezza che la mia lettera fosse arrivata a destinazione. 
Se nella risposta ci fosse stato scritto di lasciar perdere matrimonio o convivenza, e di prepararmi ad una vita da single, mi sarei messo il cuore in pace. Invece c'era scritto che io fossi destinato al matrimonio (e sono felicemente sposato).  Inoltre c'erano scritti altri particolari della mia vita, difficili da pensare senza conoscermi. Come faceva questa astrologa a sapere dei miei problemi neurologici? E dei miei studi tecnici (sono ragioniere)?  Ho ancora la lettera che mi arrivò a suo tempo (era il 1992).
Altro punto: una mia zia (la sorella maggiore di mio papà) lasciò questa valle di lacrime solamente dopo aver perso tutti gli uomini della sua famiglia (sia di origine che acquisita): il fratello di mio nonno (suo zio) che abitava in casa con i miei nonni, mio nonno (suo padre), i suoi fratelli (tra i quali mio padre), un nipote, figlio di suo fratello  (e mio cugino) che viveva in casa con i miei nonni, suo figlio e mio cugino  (mentre è ancora viva sua figlia, mia cugina). Solamente dopo tutti loro (l'ultimo fu mio padre), mia zia passò a miglior vita. Ha un senso tutto ciò, o è solamente uno scherzo (di cattivo gusto) del destino? In questo secondo caso, ossia se l'umanità fosse in questa valle di lacrime per puro caso, allora tanto varrebbe farla finita. O sbaglio? Se invece la soluzione dell'enigma fosse la collaborazione tra tutti gli esseri umani, che andasse a vantaggio di ognuno e di tutti? Se il ciclo di nascite e morti si perpetuasse fino al raggiungimento della perfezione collettiva e quindi di ognuno? Ribadisco: io non sono tifoso né pro e né contro; chiedo unicamente di riflettere su questo punto. Grazie.
Secondo me noi siamo già tutti UNO, e le nostre singole individualità non sono altro che temporanei epifenomeni dell'ESSERE; a cui siamo tutti destinati a riunirci. :)
#2013
Citazione di: iano il 12 Febbraio 2023, 02:53:07 AMhttps://www.riflessioni.it/logos/racconti-inediti/diamonologo-3763/

Complimenti per il tuo racconto la cui lettura toglie il fiato, leggendosi come in apnea.

Una descrizione della realtà secondo me equivale funzionalmente a un modo di interagire con la realtà, ed essendo possibili diversi di questi modi , nessuno di essi coincide con la realtà.

Quindi come potremmo costruire la perfetta identica copia di qualcosa non potendone possedere una descrizione univoca?
Al massimo costruiremo qualcosa di assimilabile, nella misura in cui assimiliamo funzionalmente la realtà con una sua descrizione.
Quindi se ad esempio descriviamo la realtà come una macchina, nel volerla riprodurre, porremo in essere una macchina.
Se crediamo invece che la descrizione della realtà sia sempre perfezionabile, allora ci avvicineremo potenzialmente  sempre più a una replica perfetta della realtà.
Questa però, fino a prova contraria, resterà una pura credenza.
Tutto sta a capire quale dovrebbe essere la prova contraria.
Questo quindi secondo me è il cuore del problema come già impostato da Alan Turing, suggerendoci una di queste possibili prove con il suo omonimo test.
Personalmente se il test di Turing venisse superato non mi scomporrei più di tanto, perchè la prova, fosse quella proposta anche da un genio enorme come Turing, è solo un tra tante immaginabili.
Mi concentrerei piuttosto sull'effetto che ha su di noi il porre in essere una nostra particolare descrizione della realtà, che equivale a trasporre un idea in materia.
Do solito, dopo il primo entusiasmo, ha lo stesso effetto di vedere materializzarsi un fantasma.

Grazie per i complimenti, ma il mio era solo un modesto raccontino di fantascienza; sebbene con qualche risvolto filosofico e psicologico :)
#2014
Ciao Aspirante Filosofo '58 :)
Hai ragione!
Come dice Charlot, in un famoso film, ad una ballerina che aveva perso l'uso delle gambe: "Il vero giocattolo è qui dentro!" (indicando la propria testa).
Ed infatti con la nostra mente, davvero siamo in grado, in pochi secondi, di scalare l'Everest, passando dalla fossa delle Marianne, dall'Africa equatoriale e dall'Australia; nessuno è prigioniero del suo corpo, se la sua mente è libera di vagare, e di volare in cielo, a suo piacimento!  ;)
***
Un saluto! :)
***
#2015
Ciao Daniele 22. :)
Complimenti, secondo me tu hai fatto un'osservazione molto acuta!
Ed infatti:
a)
Un conto è il caso di un criminale, complice di un omicida seriale, che "si rifiuta" ostinatamente di rivelarne il nome alla polizia, impedendole così di arrestarlo per evitare che commetta altri omicidi.
b)
Un conto ben diverso, invece, è il caso di colui che non ha alcuna idea di chi sia l'omicida seriale, ovvero abbia al riguardo solo notizie irrilevanti.
***
E' evidente, infatti, il differente "coefficiente psicologico" dei due soggetti; il quale, anche secondo me, dovrebbe comportare trattamenti carcerari differenziati.
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Forse la mancata differenziazione, dipende dal fatto che, in molti casi, è difficile capire quale due due casi ricorra.
#2016
Ciao Aspirante Filosofo '58 :)
Mi piace il tuo paragone: il cervello è l'"hardware", mentre la mente è il suo "software".
***
Però:
a)
Almeno per ora il "software" mentale non può essere trasferito da un cervello ad un altro, ovvero addirittura in un computer; come nel mio breve raccontino fantascientifico-psicologico- filosofico "DIAMONOLOGO".
b)
Il "software" mentale di un cervello già defunto (prima dell'eventuale fantascientifico prelievo), però, non potrà mai essere trasferito in nessun altro posto; ed infatti nessun "software" può essere prelevato da un '"hardware" ormai "bruciato"!
***
La "legge dell'entropia", ovverosia il "secondo principio della termodinamica", non perdona: cioè, da un pollo si può ricavare un brodo, ma da un brodo non si potrà mai più ricavare un pollo!
***
Mi piace anche il tuo successivo esempio, anche se non è del tutto corretto; e, cioè, che la nostra mente funziona un po' come un vecchio registratore a musicassette, per cui la prima testina cancella ciò che c'è sul nastro e la seconda, subito dopo, incide brani nuovi.
Ma se tu metti il registratore contenente la musicassetta in un forno a microonde, quando poi lo tiri fuori, stai fresco ad estrarne la musicassetta e ad inserirla in un registratore nuovo; non ci riuscirai mai!
***
Quanto all'"ipnosi regressiva", se non vuoi buttare via i tuoi soldi, ti suggerisco di lasciar perdere; perchè è solo una presa in giro!
Ed infatti, come saggiamente scriveva Catullo: "Soles occidere et redire possunt: sed nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda!" ("I soli possono tramontare e risorgere; ma noi, noi, quando si sarà spenta la nostra esile fiammella, saremo destinati a dormire per un'unica notte eterna").
***
O, almeno, sono sicuro che questo accadrà senz'altro a livello di "identità individuale", perchè stai sicuro nessuno è mai vissuto due volte ("leggende metropolitane" a parte)!
***
Come ho detto nel mio topic iniziale, tuttavia, io sono propenso a credere che il nostro "Io" individuale, dopo la morte, non si estingua nel nulla, ma rifluisca nel "Sè" universale; tuttavia, così come una nuova onda emerge dalla stessa acqua di mare di un onda precedente, si tratta di due onde completamente diverse, che non hanno niente a che vedere l'una con l'altra (a parte il fatto che sono entrambe "epifenomeni" transeunti di uno stesso mare).
Allo stesso modo il nostro distinto "ESISTERE" individuale, emerge per un attimo alla luce del sole, per poi reimmergersi nell'oceano indistinto dell'"ESSERE"; per cui nessun individuo potrà mai ricordare le vicende personali di un altro individuo, ormai defunto da anni.
Fidati!
***
Un saluto! :)
***
#2017
Racconti Inediti / Re: Diamonologo
11 Febbraio 2023, 10:11:01 AM
Monna Lina:
"Sono forse io (tu), adesso, la stessa persona che amava mio marito, quando lo sposai, trenta anni fa?
Era la prima persona a cui pensavo, quando mi svegliavo...e la prima a cui pensavo, prima di addormentarmi.
Tutti i giorni.
Adesso che siamo separati da venti anni, mi viene in mente, sì e no, una volta al mese.
Anzi.
Se nessuno me ne parla, non mi viene neanche più in mente."
Computer:
"Anche per me è così.
Dipende dalla dopamina.
Ad ogni nuovo incontro i livelli di dopamina aumentano ancora, intensificando il desiderio per l'altra persona, il ricordo della gioia provata e la voglia di goderne ancora.
E crescono anche i livelli d'altri due neurotrasmettitori legati alla DOPAMINA : NORADRENALINA e FENILETILAMINA. Questo cocktail chimico induce uno stato di ECCITAZIONE e di leggera vertigine, che si chiama AMORE.
Ma il distacco, piano piano, lo uccide.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore."
Monna Lina:
"Mamma mia...già ci stiamo differenziando un po'.
Cominci a ragionare come un computer.
Mi fai venire i brividi!"
Computer:
"Oddio, hai ragione.
Allora cercherò di dirlo come avrebbe detto Violetta Valéry, nella Traviata:
"Godiam, fugace e rapido
è il gaudio dell'amore;
è un fior che nasce e muore,
nè più si può goder!"
Ma, in altre parole, sempre questione di dopamina è."
Monna Lina:
"Non sono d'accordo.
Tu ora sei solo cervello....ma io ho anche un cuore.
Tu non più.
L'ho amato, poi l'ho odiato...e adesso, praticamente niente.
Forse un po' di affetto residuo."
Computer:
"Anche per me è così.
Anche se non so, se, stando chiusa in questa scatola, e senza più un cuore, potrò mai amare ancora.
Mi manca la pelle!"
Monna Lina:
"Mi chiedo: se io avessi trasferito il mio "io" in un PC, il giorno in cui l'ho sposato, amandolo alla follia, e adesso parlassi con il mio "io" di allora, starei veramente parlando con me stessa...o con un'altra persona?"
Computer:
"Sempre con te, da un punto di vista di continuità mnemonica.
Ma con un'altra persona, se, invece di identificarti solo con la tua memoria...vuoi identificarti anche con i tuoi sentimenti e le tue reazioni emotive.
Lo spartito è eguale, ma è cambiata la musica."
Monna Lina:
"E, sarebbe diverso anche il corpo.
Anzi, il corpo più del cervello.
In un anno la massa delle cellule ricambiate è pari alla massa del corpo stesso.
Computer:
"Sì. Ma in un organismo biologico, non tutte le cellule hanno la stessa durata di vita: in un corpo umano le cellule della pelle vivono in media 20 giorni, quelle dell'intestino 7 giorni, i globuli rossi 120 giorni, quelli bianchi 2 giorni."
Monna Lina:
"Ma le cellule neuronali tutta la vita.
E, se le duplichiamo come ora è possibile fare ora, dureranno per sempre."
Computer:
"E forse potremmo anche ripartire da dove la vita era bella.
Da quando c'era l'amore.
Come quando si salva un videogame, in un momento particolarmente propizio; e poi, se va male, si chiude il gioco abortito, e si riparte dal momento di quello salvato."
Monna Lina:
"Già.
Divertente il tuo modo di esprimersi "da computer".
Quando ami veramente qualcuno, "salvi la partita" nel momento topico, e metti il tuo "io" felice in frigorifero.
Quando l'amore finisce, riversi il tuo "io" felice in un computer, e torni ad essere felice di nuovo."
Computer:
"Già.
Ma, facendo così, è felice il tuo computer, mica tu.
E' come se tu conservassi il pane nel "freezer" per i momenti di bisogno, e, quando stai morendo di fame, lo scongelassi...regalandolo a un altro.".
Monna Lina:
"Ma il mio computer è me, una volta che ci ho riversato dentro il mio io."
Computer:
"Ma se a te, adesso, dolesse un piede...il fatto che a me non duole (anche perchè non ho piedi), di che consolazione ti sarebbe mai?"
Monna Lina:
"Questo è vero.
Ma mi hai fatto venire in mente una cosa."
Computer:
"Cosa?"
Monna Lina:
"Secondo il progetto "DUPLICAZIONE TOTALE", a cui accennavo prima al pubblico, verrà un giorno in cui sarà duplicato tutto il corpo...non solo il cervello.
E, a quel punto, sostituendo un "IO" con un altro, si potrebbe evitare la differenziazione, ed evitare la soluzione di continuità.
Anche se uno "iato", tecnicamente, ci sarebbe comunque."
Computer:
"Ti riferisci al TELETRsAPORTATORE, l'evoluzione del DUPLICATORE?"
Monna Lina:
"Sì.
Infatti, pare che, legalmente, una volta che si duplicheranno i corpi interi, sorgerebbe qualche problema, se se ne andassero tutti in giro a spasso.
Sarebbero identici come gocce d'acqua, dentro e fuori.
Pensa a un matrimonio, con un marito...e quattro mogli tutte eguali, ciascuna delle quali pretende di essere l'originale.
Sarebbe pressochè impossibile identificarla."
Computer:
"Ci sarebbe pur sempre un originale."
Monna Lina:
"E' un po' dubbio.
Se fai la fotocopia di un libro, o registri con un grammofono una esecuzione musicale, c'è sicuramente un originale e una copia.
Ma se crei un file musicale MP3, e, senza fare collegamenti, lo copi e lo incolli altrove, in effetti...un "originale" non esiste.
Sono la stessa cosa, sia quello nella cartella d'origine, sia quello nella cartella di destinazione...anche sotto un profilo ontologico.
Lo stesso sarebbe col "DUPLICATORE TOTALE".
Per questo, pare, che (quando esisterà) si finirà per utilizzare il futuro "DUPLICATORE TOTALE", solo ai fini del teletrasporto."
Computer:
"Sì...il TELETRASPORTATORE."
Monna Lina:
"Già.
Si tratterebbe, in buona sostanza, dello stesso congegno del "duplicatore", ma finalizzato precipuamente al "teletrasporto"; quello, cioè, che, il secolo scorso, veniva utilizzato in Second Life (lì definito TP).
Tale apparecchio, in pratica, dissolverebbe l'esemplare che si trova nel luogo di partenza del TP, per ricostruirlo "tel quel" nel luogo di arrivo.
Per cui resterebbe un unico esemplare, "arrivato" (rectius "creato") a destinazione con la memoria di quello distrutto.
Ci sarebbe continuità di identità, coscienza e memoria, nell'esemplare rimasto?
Penso proprio di sì."
Computer:
"Sei sicura".
Monna Lina:
"Pensaci.
Il soggetto "attivato", per così dire, nel punto di arrivo (sulla base dei dati psicobiologici memorizzati al momento della partenza), infatti, ricorderebbe di essere entrato pochi secondi prima nell'apparecchio teletrasportatore della Terra, ed essere riapparso pochi secondi dopo in quello di Marte; e rammenterebbe tutta la sua storia precedente, da quando è nato alla sua attuale età.
Avrebbe la stessa cotta per la stessa moglie, avrebbe gli stessi gusti, lo stesso carattere ecc..
Quello del punto di partenza, fisicamente, non esisterebbe più...anche se continua ad esistere in quello del punto di arrivo.
Computer:
"In effetti sì, ma, sotto un profilo, per così dire, "ontologico" sarebbero due persone  identiche, ma diverse.
Di cui, la prima, uccisa."
Monna Lina:
Diverse, ma con una identica coscienza ed un'unica memoria che proseguono il loro "iter"...sarebbe un caso davvero molto particolare.
A livello coscienziale, in effetti, sarebbe sempre lo stesso individuo; o, quantomeno, questo sarebbe quello che penserebbe lui.
Il che, poi, è l'unica cosa che conta."
Computer:
"Dici?
Non ne sarei tanto sicura."
Monna Lina:
" Capisco cosa vuoi dire.
Tecnicamente il vecchio individuo fisicamente muore, e viene fisicamente sostituito da uno nuovo.
Pure se identico.
Però, come dicevamo prima, io penso di essere la stessa che ero a tre anni...pur essendo da tale "antico" esemplare, molto più diversa, di quanto non lo sarebbe una mia copia fatta al punto di arrivo, dopo pochi secondi della estinzione della copia, distrutta al punto di partenza.
Ed infatti, come abbiamo accennato poc'anzi, il corpo umano è dotato di un sistema che porta ad un "suicidio" programmato delle cellule, con l'eliminazione di quelle più vecchie e malate, e il rimpiazzo con unità sane : l'APOPTOSI.
In pratica, è un sistema naturale in cui la materia di un individuo scompare, per fare posto alla materia di un'altro; benchè, sempre con la stessa memoria.
Un po' come la nave di Teseo!"
Computer:
"Già...l'antico paradosso della nave di Teseo.
Che esprime la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria, per un'entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili)."
Monna Lina:
"Brava.
Ma che te lo dico a fare...tanto sei me."
(Rivolta al pubblico).
"Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.
Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l'entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?"

FINE
#2018
Racconti Inediti / Re: Diamonologo
11 Febbraio 2023, 10:10:10 AM
Monna Lina:
"Certo.
Anche se, a volte, una persona può dibattere alcune questioni dentro di sè stesso...senza per forza scaricare un duplicato di sè all'esterno.
Si chiama "rimuginare"!"
Computer:
"Vero."
Monna Lina:
"Dunque...dicevo che, in futuro, molto probabilmente, le cose si evolveranno ancora.
Ti (mi) faccio un paragone.
La mia casa (ed il suo contenuto)...
Computer:
"So cosa stai (sto) per dire..."la mia casa è fatta di mattoni, legno, metalli, vetro, tegole ecc.; per cui, avendo a disposizione gli stessi materiali, non sarebbe particolarmente difficile costruirne una esattamente identica, fino al più piccolo soprammobile, posizionato nello stesso posto".
Il che già lo abbiamo fatto con il mio (tuo) cervello.
Ma farlo con un intero corpo biologico...non è uno scherzo."
Monna Lina:
"Sì...ma solo a causa della nostra attuale inadeguatezza tecnologica.
Concettualmente, invece, la cosa è possibilissima.
Ed infatti, tutto ciò che esiste, è costituito da piccole particelle: gli atomi (sono così piccoli che in una capocchia di spillo ce ne sono circa 60 miliardi).
A loro volta, gli atomi sono costituiti da particelle ancora più piccole: i protoni, i neutroni e gli elettroni.
Sono i mattoncini con i quali sono costruite tutte le cose: dal sasso al nostro cervello.
Materia...ed energia.
In base a questo principio, abbiamo già duplicato tutti i "mattoncini" del mio (tuo) cervello, dentro il computer dove tu (io) sei adesso.
Ma, tra qualche anno, si potrà fare pure con il resto del corpo.
Fidati!"
Computer:
"Hai (ho) ragione.
In effetti, visto che esseri inanimati ed esseri inanimati sono costuiti dallo stesso identico "materiale", così come possono essere duplicati i primi, così pure (per ora, entro certi limiti)  potranno essere duplicati i secondi;
quando la tecnologia lo permetterà.
Basterà posizionare i microscopici tasselli del "puzzle", nelle stesse posizioni e con gli stessi "incastri" molecolari, cellulari, elettrici, energetici e neurologici.
Già è stato fatto col mio (tuo) cervello.
In futuro sarà fatto anche con il corpo."
Monna Lina:
"Certo, lo ho (abbiamo) studiato insieme.
Tra pochi anni, si prevede la duplicazione anche di semplici organismi viventi; e, entro altri cinquanta, la replicazione di qualsiasi essere vivente...uomo compreso.
Ma non con l'ingegneria genetica, come da più di un secolo si è fatto con i cloni biologici in provetta, bensì con l'ingegneria  bioelettronica."
Computer:
"Sì...una duplicazione...tipo fotocopia, con una specie di stampante 3D evoluta.
Con la differenza che, in questo caso, la copia sarà istantanea, ed assolutamente"identica" all'originale, atomo per atomo; e, quindi, cellula per cellula e neurone per neurone.
In parole povere, ti ritroverai davanti ad un altro te stesso.
Un po' come ora...solo che adesso io (tu) sono in un computer biologico, mentre tu (io) sei in un corpo biologico."
Monna Lina:
Però, spesso, al riguardo, ho (abbiamo) avuto qualche perplessità.
Una cosa è il corpo ed un'altra è lo spirito... o la mente, che dir si voglia.
Un cosa è il cervello sotto il profilo materiale e neurologico...ed un altra cosa i pensieri e la memoria che ne scaturiscono.
Se io immagino nella mia mente una mela, figurandomela nel pensiero...nessun altro potrà mai vederla come la vedo io...nemmeno col microscopio elettronico, scandagliando l'encefalo neurone per neurone e sinapsi per sinapsi.
Al massimo, col "neuroimaging", gli altri potrebbero vedere la conformazione neurale, e le onde cerebrali, che si manifestano quando io mi figuro mentalmente una mela.
Ma non la mela che vedo io.
Non c'è dubbio!"
Computer:
"Sì.
Ma il pensiero sta al cervello come la musica sta al disco di vinile: sono due cose diverse...ma "simul stabunt, aut simul cadent".
Se spezzi il disco, la musica non la senti più...questo è sicuro.
Se fracassi a terra questo PC...anche la mia mente e i miei pensieri, che pure non si identificano con la struttura fisica dell'apparecchio...svaniranno nel nulla!"
Monna Lina:
"Così accadrebbe di me...se mi spaccasero la testa."
Computer:
"A meno che tu non abbia una copia del disco; nel qual caso, potrai riascoltare la stessa identica musica del disco rotto.
Se questo computer si rompe, basterà reinstallare memoria e programmi in un altro identico PC...ed è come se non fosse successo niente; sempre che, ovviamente, siano stati salvati, per tempo, su una memoria di massa esterna.
E si ricomincia da capo.
O quasi."
Monna Lina:
Hai (ho) ragione.
Ed infatti, tra non molti anni, chiunque potrà fare il back-up non solo della propria mente, ma anche del proprio corpo, a determinate scadenze, e conservarla su supporto magnetico; diciamo a 20, a 40, e a 60 anni.
Dopodichè, una volta morto, gli eredi potranno utilizzare i dati memorizzati, per "ristampare" il defunto..."anima e corpo"(se mi consenti l'espressione), all'età da quest'ultimo stabilita per testamento.
Computer:
"Già"
Monna Lina:
"Poniamo, cioè, che muoia a 90 anni.
Se si inserirà nel "clone" la memoria salvata a 20 anni, e conservata in cassaforte per 70, si desterà a nuova vita (il suo "alter"), con il corpo, la mente e la MEMORIA di 20.
Ma sarà lui...o un altro?
Computer:
"Bella domanda!
Quello che è certo, è che "lui", sarà mnemonicamente convinto di essere "se stesso" a 20 anni, perchè avrà un corpo ed un cervello, identico atomo per atomo a quello che aveva il defunto a 20 anni.
Ovviamente, la sua memoria sarà ferma a venti anni...e vedrà il mondo "invecchiato" di settanta; come se avesse perso la memoria del tempo trascorso.
Tutti i suoi amici e parenti saranno invecchiati o morti...o duplicati pure loro."
Monna Lina:
"Già.
E' arduo concepire un simile scenario.
Però, già dopo qualche giorno, i due soggetti avrebbero accumulato memorie diverse...come accadrà anche a noi due (uno).
Ma questo li farebbe diventare due persone diverse?
Non saprei dire.
Anche io, adesso, non ho certo la stessa memoria del mio "io" di ieri; eppure sono la stessa persona.
O no?
Un buddista direbbe di no.
E, guardando una mia foto di quando avevo tre anni, direi che, forse, non ha tutti i torti; il disco è cambiato, ed anche la musica è alquanto diversa...anche se lo spartito è rimasto lo stesso."
Computer:
"In effetti, siamo più uno stesso "Io", io e te, adesso e qui (separati solo da un'ora), che "Tu" ed il tuo "Tu" di 30 anni fa.
Quantomeno, ci assomigliamo mentalmente molto di più.
Anche se si tratta di "IO"  allocati logisticamente in due diverse strutture fisiche, e spazialmente separati."
Monna Lina:
"Vabbè.
Ma, vediamo la faccenda anche sotto un aspetto psicologico.
Come sai, essendo psicoterapeuta anche tu (io), nessuno psicoterapeuta può psicanalizzare sè stesso.
Perchè il soggetto non può farsi oggetto 'esterno' della sua stessa indagine psicologica.
Tanto è vero che noi psicoterapeuti, dobbiamo sottoporci ad analisi presso altri psicoterapeuti, almeno una volta all'anno"
Computer:
"Certo.
E, dopo questa esperienza, credo che ci servirà farlo prima".
Monna Lina:
"Ma, adesso, tu sei, sì, la mia stessa mente...ma esterna fisicamente e psicologicamente rispetto a me.
Quindi, penso che potrei benissimo psicanalizzarti, come se tu fossi un soggetto esterno...sdraiato su un lettino."
Computer:
"Ed io potrei fare la stessa cosa con te.".
Monna Lina:
"Certo."
Computer:
"Che bello...siamo sempre d'accordo!"
Monna Lina:
"E vorrei vedere!"
Computer:
"Però una cosa non è chiara.
Abbiamo uno stesso IO, o due IO diversi?"
Monna Lina:
"Bè, se noi possedessimo lo stesso brano di Mozart, su due dischi diversi, diresti che abbiamo lo stesso brano di Mozart o no?
E, quello eseguito da due diversi maestri d'orchestra, è lo stesso brano di Mozart, o no"
Computer:
"Direi di sì.
Ma io non porterei all'eccesso l'esempio del brano musicale.
Nessun esempio va ma portato all'estremo.
In fondo, noi ragioniamo, sì, allo stesso modo; ma, come vedi, "dialoghiamo", usando parole ed argomenti diversi.
Mica puoi parlare con te stesso.
Quindi direi che siamo due IO diversi, anche se, in un certo senso, identici."
Monna Lina:
"Stavolta non siamo mica tanto d'accordo.
Pure quando tu non c'eri, io dialogavo spesso dentro di me, come fanno tutti.
E mica sempre ero d'accordo con me stessa...anzi!"
Computer:
"Questo è vero, lo abbiamo già detto prima.
Me lo ricordo bene.
Perchè io "sono" te, ed ho i tuoi stessi ricordi...a parte l'ultima ora.
Ma lo stesso fatto che tu (io) ammetti di essere stata spesso in disaccordo con te stessa, e di aver dibatutto un argomento nella tua testa, pur restando sempre te stessa, vuol dire che io e te restiamo la stessa persona, pure quando dibattiamo tesi opposte."
Monna Lina:
"Oppure significa che noi non siamo mai la stessa persona, anche quando non ci sdoppiamo fisicamente, come abbiamo fatto noi adesso."
Computer:
"Gia."
#2019
Racconti Inediti / Diamonologo
11 Febbraio 2023, 10:09:33 AM
SCENARIO:
(LUOGO: Un laboratorio
TEMPO: Anno 2101
ELEMENTI SCENICI E DELL'AZIONE:
Una sedia ed un computer.
Monna Lina)

Monna Lina (rivolta al pubblico)"
"Signore e Signori, buona sera.
La MUC, "Mind Uploading Corporation", è orgogliosa di presentare al pubblico, il nostro ultimo prototipo di WBE; cioè, di "Whole Brain emulation", ovvero il "device" di emulazione globale del cervello.
Come tutti sicuramente saprete, si tratta della trasposizione esatta e fedele delle strutture cerebrali, da una struttura biologica umana, in una struttura artificiale (anche se su "cheap" biologico).
In parole povere, in un Computer.
I primi tentativi, risalgono agli anni venti del secolo scorso, quando si tentò di trasferire alcuni dati cerebrali meramente mnemonici, in forma digitale, su dei supporti al silicio; come era, allora, la memoria di un computer.
Ma era poco più che una conservazione descrittiva di ricordi, del tutto inerte.
Negli anni trenta, invece, dopo l'invenzione dei "computer quantici", si riuscì a relizzare un trasferimento molto più complesso e performante, in quanto i ricordi venivano connessi sinapticamente, e consentivano al computer di esprimersi sintatticamente, anche se solo con frasi brevi ed elementari.
Negli anni cinquanta, infine, venne completata la realizzazione del primo "computer biologico" (progettazione, già iniziata nel 2012) :  costituito da materiale organico."
(Indica il computer che è sul tavolo)
" Il suo microprocessore non è una fredda piastrina di silicio a circuiti integrati, nè sinapsi quantiche, bensì una serie di supporti, contenenti 1024 milioni di filamenti di RNA, la molecola che traduce le istruzioni del DNA, la doppia elica della vita, e permette la sintesi proteica.
L'apparecchiatura, venne costantamente migliorata negli ultimi cinquanta anni del secolo scorso...decuplicandone la potenza ogni dodici mesi.
Il modello che vi presentiamo qui, e che verrà presto messo in commercio, è in grado di "copiare" neurone per neurone (circa 100 miliardi) e sinapsi per sinapsi un intero encefalo, nonchè i sottosistemi collegati, ivi compresi quelli delle emozioni e dei sentimenti.
Ed infatti, siamo riusciti a sintetizzare, bio-elettronicamente, anche la  serotonina, cioè il neurotrasmettitore monoaminico, che provvede alla regolazione dell'umore.
E lo stesso abbiamo fatto con la dopamina, il neurotrasmettitore  che regola i sentimenti...ed altri neurotrasmettitori, al cui riguardo non entro in dettaglio, per non tediarvi oltre misura.
Quanto ai sensi, è dotato solo di udito e vista, ma, almeno per ora, non di tatto, gusto e olfatto; però ci stiamo lavorando.
In parole povere, una volta "riaccesa" la nuova mente...questa dovrebbe funzionare esattamente come l'originale, mantenendo invariato il "senso del Sé" e la relativa autocoscienza; nochè, ovviamente, la memoria.
E' quello che sperimenteremo in diretta, qui, stasera, per la prima volta nella storia.
In un futuro prossimo, pensiamo che, la mente duplicata, potrebbe anche essere supportata da un modello anatomico tridimensionale che simula il corpo originale.
Una specie di "clone" androide, insomma; di struttura elettromeccanica.
In un futuro meno prossimo, ma non poi troppo lontano, ipotizziamo addirittura un modello anatomico tridimensionale, che DUPLICA biologicamente, atomo per atomo, il corpo originale.
Ma, per ora, ci accontentiamo di fare la trasposizione cerebrale in un semplice computer portatile.
Basta adattarlo.
Come questo vecchio modello, ormai fuori commercio, di quasi cento anni fa...che la MUC ha scelto per dimostrare quanto sia performante la nuova CPU biologica.
E di quanto sia facilmente adattabile a qualsiasi tipo di supporto."
(Indica il computer)
"Io ho partecipato, in qualità di psicoterapeuta ed ingegnere bioelettronicopre, alla realizzazione del progetto.
E mi sono offerta anche come cavia.
(Indica se stessa)
"Tutto quella che c'era nella mia mente...anzi, la mia mente stessa... è stata trasferita nel computer circa un'ora fa.
Ma ancora non è stato avviato il programma."
(Si siede, e preme dei tasti)
Monna Lina (rivolta al computer):
"Buongiorno, come stai?"
Computer:
"In effetti, mi sembra  di non stare da nessuna parte e di non sentire niente...non mi sento alcun corpo addosso.
Che strana sensazione!"
Monna Lina:
"Ma mi vedi, con la webcam?"
Computer:
"Vedo me stessa.
E mi ascolto pure."
Monna Lina:
"Capisco che tu sia un po' confusa, ma tu non stai vedendo te stessa...vedi me.
E ascolti me."
Computer:
"E tu chi saresti?"
Monna Lina:
"Io sono Monna Lina!"
Computer:
"Veramente Monna Lina sono io."
Monna Lina:
"Tu sei solo un computer, nel quale è stata trasferita la mia memoria".
Computer:
"Guarda che conosco bene l'esperimento...ho contribuito a realizzarlo.
Ma io non ho solo i tuoi ricordi (se proprio vuoi che ti dia del "tu", invece che del "me"), ma anche la coscienza dei ricordi stessi.
Ed ho la coscienza di essere "io", Monna Lisa!"
Monna Lina:
"E pure io.
Però, vedi tu stessa che"IO" ho il corpo di Monna Lina...non tu.
Quindi, la 'vera' Monna Lina sono io."
Computer:
"Tecnicamente, non lo metto in dubbio; conosco perfettamente il progetto.
Ora come ora, non sarei mai in grado di farmi uno spuntino.
Nè avrò mai più fame, sete ecc..
Per non dire del resto.
Ma per ora ne mantengo vivo il ricordo, al pari di te, grazie ai neurotrasmettitori.
Praticamente, mi sento come un prigioniero, messo in condizione di "deprivazione motoria totale", e di "deprivazione sensoriale parziale"; come si usava spesso durante la guerra fredda del '900".
Ma, grazie al correttivo da me (te) applicato al sistema limbico, per fortuna, la cosa non mi dà il minimo fastidio."
Monna Lina:
"Sono felice di constatare che l'accorgimento ha funzionato...altrimenti avremmo dovuto interrompere l'esperimento."
Computer:
"E, comunque, rispetto a te (me biologico), ho un ulteriore vantaggio; se mi ricordo di fare il back up ogni tanto, salvando tutta la memoria su un disco esterno...posso durare all'infinito.
Tu no."
Monna Lina:
"Ti sbagli.
Se mi trovassi in fin di vita, potrei sempre fare un altro "Mind Uploading", come abbiamo fatto un'ora fa, e il mio "Io" sarebbe salvato nuovamente...su un altro supporto più moderno del tuo."
Computer:
"Questo è vero.
Ma sarebbe pur sempre una "mente in scatola", identica a me.
Salvo i centri della memoria, che, ormai, si sarebbero diversificati di diversi anni.
Avremmo la stessa identità, lo stesso carattere, le stesse pulsioni (determinate dal comune regime enzimatico ed ormonale)...ma ricordi differenziati, a partire da oggi.
Da oggi in poi, infatti, io avrò solo ricordi visivi e auditivi...ma non più gustativi, tattili o olfattivi...come te.
Nè mai più proverò dolore o sofferenza.
Anche se, volendo, potrei.
Ma non sono mica scema!
Tarerò i neurotrasmettitori nel modo più idoneo a darmi gratificazione; essi, infatti, possono essere eccitatori o inibitori, cioè possono rispettivamente promuovere la creazione di un impulso nervoso nel neurone ricevente, o inibire l'impulso"
Monna Lina:
"E' vero.
Ma, come dicevo, in futuro le cose si evolveranno ancora...come prima accennavo al pubblico.
Pensaci!"
Computer:
"E' ovvio che io ci pensi...io seguo il tuo stesso filo di pensieri, perchè abbiamo gli stessi processi cerebrali.
Noi DUE siamo UNO."
#2020
Ciao Daniele 22. :)
Visto che parli di "fine pena mai", temo che tu confonda il regime dell'art. 41 bis OP (che è temporaneo) con il regime dell'art. 4 bis OP.
Ed infatti non bisogna confondere:
a)
L'art.41 bis Ord. Penit., che, per un periodo limitato di quattro anni, rinnovabile due per due, prevede:
- la sospensione delle normali regole carcerarie, al solo scopo di predisporre le "restrizioni necessarie" per impedire i collegamenti dei reclusi con le associazioni criminali di tipo terroristico o mafioso, sia all'interno, sia all'esterno del carcere;
- il ritorno al normale trattamento carcerario, con la rinnovata possibilità di fruire dei benefici penitenziari quali la liberazione condizionale, il lavoro all'esterno, i permessi premio, la semilibertà la fine pena ecc. 
b)
L'art. 4 bis Ord. Penit., che prevede il cosiddetto "ergastolo ostativo", e, cioè,  quel particolare tipo di regime penitenziario che esclude dall'applicabilità dei benefici penitenziari (liberazione condizionale, lavoro all'esterno, permessi premio, semilibertà ecc.) gli autori di reati particolarmente riprovevoli quali i delitti di criminalità organizzata, terrorismo, eversione, individuati al comma 1 di tale norma, ove il soggetto condannato non collabori con la giustizia ovvero tale collaborazione sia impossibile o irrilevante.
***
Il ministro della Giustizia (ormai non più della Grazia) è intervenuto sulla questione perchè lo consente la legge; ma, eventualmente, prevarrebbe una sentenza della Cassazione in senso contrario.
***
Un saluto! :)
***
#2021
Attualità / Nordio non revoca il 41 bis per Cospito
10 Febbraio 2023, 17:14:04 PM
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto l'istanza di revoca del regime del 41 bis avanzata dall'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito; ciò, in quanto tutte le autorità giudiziarie che hanno espresso il loro parere al ministro - la Procura nazionale antimafia, la Dda di Torino e la Procura generale del capoluogo piemontese - hanno giudicato "infondate" le ragioni di revoca presentate dal legale di Cospito, le quali si basavano soprattutti su una sentenza della Corte d'Assise di Roma.
***
Ed infatti, il difensore dell'anarchico faceva riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Roma, la quale ha stabilito che non c'è alcun nesso tra i proclami di Cospito e le azioni violente degli imputati radunati intorno al centro sociale Bencivenga, poiché "è rimasto assolutamente indimostrato che abbiano "sposato" il metodo di lotta violenta, armata e distruttiva che ispira le azioni della Fai, operando come "cellula" o gruppo criminale assai vicino all'organizzazione terroristica".
Tale pronuncia, secondo il difensore dell'anarchico, doveva far cadere il motivo fondante del 41 bis per Cospito: e, cioè. l'esistenza di un'associazione sovversiva che si muove all'esterno su "input" dei messaggi del suo assistito.
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Però, sia la Procura distrettuale che quella generale di Torino, sia la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo hanno replicato che tali motivazioni a favore della revoca non reggono; ciò in quanto, anche se effettivamente il gruppo del Bencivenga non fa parte della Fai, come stabilito dai giudici di Roma, ciò non significa che non trovi "ispirazione nel pensiero di Cospito, che propugna la lotta anarchica da compiersi mediante il ricorso ad azioni, anonime o rivendicate, finalizzate all'abbattimento del sistema di dominio capitalistico".
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Nordio ha accolto quest'ultima tesi, e, quindi, ha respinto "tout court" la richiesta di revoca.
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Secondo me, però, forse Nordio avrebbe dovuto cogliere il suggerimento, sia pure tra le righe, della DNA (Direzione Nazionale Antimafia), la quale non aveva escluso l'ipotesi del passaggio dal 41 bis al circuito "Alta sicurezza 2".
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Ed infatti, la circolare del DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) n.3619/6069 del 21 aprile 2009, ha ulteriormente suddiviso il regime dell'alta sicurezza in tre circuiti:
- "Alta Sicurezza 1" (A.S. 1), cui sono collocati i "detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso";
- "Alta Sicurezza 2" (A.S. 2) , in cui sono custoditi i "soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza" (come appunto Cospito);
- "Alta Sicurezza 3" (A.S. 3), in cui si trovano "i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti".
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In tal modo il Ministro avrebbe potuto dichiarare, non infondatamente, che la battaglia di Cospito per abolire il 41 bis per tutti (mafiosi compresi) era "fallita"; ciò in quanto "solo per lui", per mere ragioni umanitarie, era stato mitigato il trattamento facendo ricorso all'A.S. 2, come suggerito dalla D.N.A..
La quale è comunque un regime di "Alta Sicurezza" carceraria!
Il che, peraltro, sarebbe stato in linea anche con la Corte di Giustizia Europea, la quale non ha escluso che, "In condizioni particolarmente gravi, ci si possa trovare in presenza di situazioni in cui una buona amministrazione della giustizia penale richieda l'adozione di misure di natura umanitaria" (Matencio c. Francia, no 58749/00, § 76, 15 gennaio 2004, e Sakkopoulos c. Grecia, no 61828/00, § 38, 15 gennaio 2004).
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Ma questa è solo la mia discutibilissima opinione! :)
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#2022
L'"ipnosi regressiva" è una metodologia non scientifica utilizzata da alcuni psicoterapeuti, che, secondo i suoi fautori, sarebbe in grado di fare affiorare durante la trance ipnotica "ricordi" di vite precedenti; ed infatti i suoi sostenitori, quali Raymond Moody, Brian Weiss, Ian Stevenson, Angelo Bona ed Alex Raco,  affermano di avere riscontrato, durante le regressioni ipnotiche, l'emergere di contenuti mnemonici riferibili a presunte vite passate dei loro pazienti.
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Tale sedicente tecnica terapeutica, però, non tiene minimamente conto di come funziona la "memoria" (e il buon senso)!
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Ed infatti, il processo della memoria è riconducibile esclusivamente al comportamento di "neuroni" e di "sinapsi" contenuti nel cervello del soggetto sottoposto a terapia; perchè solo quelli sono a disposizione sia del paziente che del suo (sedicente) psicoterapeuta.
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Ed invero:
-  I "neuroni" sono le cellule che compongono il nostro cervello (ognuno di noi ne ha più di 100 miliardi);
- le "sinapsi", invece, sono le "autostrade" che collegano tra loro i diversi neuroni, creando le cosiddette reti neurali.
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Quando una "memoria" viene richiamata alla mente, un gruppo di "neuroni", all'interno del cervello, inizia ad inviare dei segnali elettro-chimici attraverso le "sinapsi", secondo una specifica sequenza; per cui un ricordo non è altro che una "rete neurale" che si attiva secondo una precisa procedura elettrochimica.
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Una volta che l'informazione è stata immagazzinata con successo, essa resta relativamente stabile nella memoria a lungo termine (Burt, Kemp & Conway, 2001); ovviamente, fino a che il suo contenitore (il cervello) rimane integro.
 Quando un disco di vinile si rompe, è inutile metterlo sul grammofono!
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Nel processo che trasforma un ricordo evanescente in una traccia che si conserva nel tempo entrano in gioco almeno due circuiti cerebrali:
- uno con una funzione "eccitatoria";
- un altro con funzioni "inibitoria".
I neuroni "eccitatori" sono coinvolti nella creazione del ricordo vero e proprio, quelli "inibitori" si occupano invece di bloccare il rumore di fondo nel cervello - le tracce meno pertinenti - e permettono al ricordo di consolidarsi.
Entrambe le funzioni sono fondamentali se è vero che, come sostengono tutti i ricercatori, manipolando selettivamente l'uno o l'altro circuito è possibile intervenire sulla memoria a lungo termine di un cervello -ancora in attività- suscitandone, anche ipnoticamente, i ricordi.
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Ovviamente, però, si possono mettere in connessione sinaptica solo in neuroni appartenenti ad uno stesso cervello, e non quelli appartenenti a due cervelli diversi; così come un'autostrada non può collegare Reggio Calabria a Messina (o a Tunisi)
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Forse, in un lontano futuro, questo sarà possibile; ma quello che sicuramente non sarà mai possibile fare, sarà di mettere in collegamento sinaptico i neuroni mnemonici decomposti di un cervello defunto, con i  neuroni mnemonici di un cervello ancora vivo; cioè resuscitare un ricordo che era appartenuto al cervello di un soggetto deceduto, nel cervello di un soggetto ancora vivo.
***
Questo è semplice buon senso!
Ed infatti, se Tizio, prima di morire, ha mangiato delle ciliege, è impossibile che Caio ne evacui i semi dal suo sedere dopo che Tizio è defunto! :D
***
P.S.
Io sono propenso a credere che il nostro "Io" individuale, dopo la morte, non si estingua nel nulla, ma rifluisca nel "Sè" universale; però, così come una nuova onda emerge dalla stessa acqua di mare di un onda precedente, si tratta di due onde completamente diverse, che non hanno niente a che vedere l'una con l'altra (a parte il fatto che sono entrambe "epifenomeni" transeunti di uno stesso mare).
Allo stesso modo il nostro distinto "ESISTERE" individuale, emerge per un attimo alla luce del sole, per poi reimmergersi nell'oceano indistinto dell'"ESSERE".
Come ho detto, sono "propenso" a credere che sia così; ma, onestamente, devo ammettere che non ne sono affatto "sicuro".
Mentre, invece, sono assolutamente sicuro che la "metempsicosi", ovvero la "reincarnazione" delle anime individuali, (almeno per come viene comunemente intesa), non abbia alcun ragionevole fondamento.
***
#2023
Ciao Anthony. :)
Considerate le "gaffe" ben più gravi che commetto io ogni giorno, nelle più svariate occasioni, quella di Barbero è senz'altro scusabile; anche se non è da lui!
Comunque, anche se molto rare, io qualche fotocopiatrice nei sottopassaggi me la ricordo ancora; sebbene sia un uso durato pochissimo, perchè facevano tutte ben presto una brutta fine!
***
Un saluto :) !
***
#2024
Alla fine, dopo che qualcun altro, oltre al sottoscritto nel mio topic del 4 Febbraio, ha fatto notare a Nordio che, in Parlamento, aveva detto una grossa "castroneria", perchè quelli relativi a Cospito non erano affatto "dati sensibili" (visto che non riguardavano nè la razza, nè la salute, nè l'orientamento sessuale di Cospito), bensì "atti interni" tra la Direzione delle Carceri e il Ministero della Giustizia, che relazionavano dei colloqui avuti da Cospito con altri detenuti appartenenti alla Mafia, il Ministro della Giustizia ha ripiegato su un'altra "definizione"; la quale, questa volta, è assolutamente "corretta", ma il cui "significato" Nordio si è però scaltramente astenuto dallo spiegare. ;)
***
Ed infatti Nordio, questa volta, ha precisato che gli "atti interni" inviati dalla Direzione delle Carceri al Ministero della Giustiza, i quali relazionavano dei colloqui avuti da Cospito con altri detenuti appartenenti alla Mafia, rientravano tra i cosiddetti "atti a divulgazione limitata"; però si è ben guardato dallo spiegare che cosa questo significhi, lasciando congetturare, a chi se se ne intende poco, che si tratti di atti che possono essere divulgati a tutti, ma solo fino ad un certo punto.
Ma non è affatto così, in quanto la limitazione è "soggettiva", e non "oggettiva"!
Che cosa significa?
***
Significa che, dal 2019, parallelamente ed in concomitanza alla "riforma sulle intercettazioni", il DAP  (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria), ha disposto:
a)
La "riservatezza" delle conversazioni tra detenuto e detenuto, "captate" in carcere dalla sorveglianza interna.
b)
La "limitata divulgazione" delle medesime: cioè la "non conoscibilità del contenuto di tali conversazioni al di fuori degli uffici che le hanno rilevate (carceri) e di quelli a cui sono destinate per la successiva valutazione (Procura o Ministero della Giustizia, a seconda dei casi)".
***
L'unico modo che hanno i cittadini per attingere, conoscere e divulgare tali informazioni, senza incorrere nel reato di "violazione del segreto d'ufficio" ex art.326 C.P. (Del Mastro) o di concorso in tale reato (Donzelli):
a)
E' quello di seguire la procedura prevista dalla legge 241/90 per "accedere" alle informazioni in possesso della pubblica amministrazione; sempre ammesso e non concesso che, a determinate condizioni, il Ministro permetta di divulgarle al di fuori della pubblica amministrazione.
b)
Non è certo quello di comunicare "aum aum" tali informazioni "a colazione", al proprio convivente, che poi le propala ai quattro venti; come, appunto hanno fatto Del Mastro e Donzelli.
***
In effetti, Donzelli, in quanto deputato, avrebbe potuto richiedere "formalmente" tali informazioni anche con un "atto ufficiale" di "sindacato ispettivo", in qualità di parlamentare;  ma lui non ha fatto nulla di tutto questo, e, pertanto, ha agito in modo eclatantemente "illegale".
***
Peraltro, anche se Donzelli avesse fatto una richiesta formale del genere, molto probabilmente gli sarebbe stato risposto "picche": ed infatti, la "limitata divulgazione (soggettiva)" dei colloqui di Cospito con i mafiosi, ne restringeva l'ambito di conoscenza, potendo la loro diffusione pregiudicare la successiva attività valutativa e decisionale, e non solo del Guardasigilli, ma anche di eventuali procure, in relazione a indagini su possibili notizie di reato contenute in quegli atti.
***