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Messaggi - bobmax

#2026
Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2020, 21:08:19 PM
Citazione di: bobmax il 27 Novembre 2020, 15:33:25 PM
Sono convinto che occorra cambiare la prospettiva con cui si guarda.

Anch'io.

CitazioneSenza il bene, tutta la realtà che valore potrebbe mai avere?

Senza la realtà che valore potrebbe mai avere il bene ?

Il bene è lo stesso amore.

Davvero l'amore necessità di qualcuno da amare?

O non è invece l'oggetto d'amore solo un'occasione affinché l'amore si manifesti?

Che l'amore sia oltre qualsiasi realtà lo possiamo constatare nel momento in cui l'amato non c'è più.
Chi, cosa amavo e amo?

Non è forse un nulla l'oggetto d'amore? Eppure... è anche tutto.

Realtà, di per se stessa puro nulla. Un nulla che riluce d'infinito valore nello sguardo d'amore.
#2027
Tematiche Spirituali / Re:Marcione, un eresiarca ?
28 Novembre 2020, 16:10:54 PM
A ben guardare, tra l'autentico credente e il puro ateo non vi è pressoché alcuna differenza.

Poiché entrambi sono animati dalla fede nella Verità. Che è fede nel Bene.
Di modo che l'esistenza o meno di Dio passa in secondo piano.

Le discussioni, le interpretazioni di ciò che è stato detto o scritto, possono essere motivate da una sincera ricerca. Che tuttavia non ha possibilità di giungere ad alcunché, se pretende di trovarvi la verità.

L'autentica fede è infatti unica, e prescinde dall'esistenza o meno di un ente soprannaturale.
Così come da qualsiasi prova pro o contro una metafisica. Che non sia metafisica del Nulla.

È infatti faccenda squisitamente intima.
Per il credente Dio sfuma nel Nulla.
Per l'ateo il Nulla profuma di Dio.
#2028
Citazione di: Freedom il 21 Novembre 2020, 12:39:58 PM
A me pare che il concetto introdotto nei passati post e cioè "da dove nasce l'intelligenza?" meriti ulteriori e più approfondite riflessioni. E' veramente una domanda importante. Le risposte che ho letto, sinceramente, non mi appaiono convincenti.

A questo concetto mi pare oggettivamente legata un'altra domanda decisiva: le costanti di natura (vabbè non chiamiamole leggi), in un mondo in cui l'unica costante è il cambiamento, mi sembrano.......almeno sorprendenti. Non sorge un dubbio sulla loro origine?

Il "miracolo" della vita e, in generale, tutti gli organismi complessi (ma anche elementari!) e tutto il "costrutto" dell'universo e la loro formazione è il terzo elemento di riflessione.


Non mi spingo a formulare una quarta domanda: "chi ha creato la materia che sottende la creazione dell'Universo?" perchè non ci porterebbe da nessuna parte. Infatti, se uno volesse rispondere Dio, la successiva e immediata questione sarebbe: chi ha creato Dio?

Oltre a questi quesiti, a mio avviso risolutivi se soddisfatti, vorrei infine introdurre una considerazione sul valore del dubbio nella fede. O, se permettete, nella convinzione o anche, perchè no, nella certezza.

Sono tuttavia tentato di aprire un thread ad hoc. Anzi lo faccio. Spero solo di non togliere energie a questa così interessante discussione. Quindi ci penso su un attimo ;D ;)

Sono convinto che occorra cambiare la prospettiva con cui si guarda.

In questa vita cosa conta davvero?
Vi è qualcosa che valga al punto che nient'altro ha più importanza?

Qui è l'aut-aut radicale.
A cui possiamo rispondere solo noi stessi, in perfetta solitudine.

Ma sia che rispondiamo di sì, piuttosto che no, in entrambi i casi inevitabilmente naufraghiamo.

Perché anche con il sì, a nulla possiamo aggrapparci.
Se non... a noi stessi.

Ma qui è proprio l'abissale differenza tra il no e il sì!

Perché il no è l'accettazione del Nulla assoluto, anche se non se ne è solitamente consapevoli perché abbarbicati al proprio esserci mondano

Mentre il sì è lo slancio verso la Trascendenza in quanto Bene. Uno slancio nullificante, perché è slancio nel Nulla. Tuttavia Nulla fonte d'infinite possibilità!

D'altronde non è forse il bene e la sua mancanza ciò che dona senso ad ogni storia di vita?

Se proviamo a prescinderne, non cade ogni cosa nell'insignificanza?

Senza il bene, tutta la realtà che valore potrebbe mai avere?

Dovremmo allora provare a considerare il tutto nell'ottica del Bene.

Sì, sembrerebbe questa un'ipotesi davvero assurda... ma se ciò nonostante ci proviamo comunque, ogni cosa vi si deve necessariamente adeguare.

E adeguandovisi rivela la sua vera natura: ogni cosa è solo strumentale.

Strumentale a che cosa?

Al figlio unigenito, al suo ritorno.

L'intelligenza, le costanti di natura, la vita, ogni cosa del mondo non è che il teatro, che emerge dal Caos, affinché il figlio possa amare.

E amando, tornare infine al Padre.
#2029
Tematiche Filosofiche / Re:Il dubbio
26 Novembre 2020, 14:58:51 PM
Il dubbio è la mancanza di certezza.
Mentre la certezza è l'esclusione di ogni possibile dubbio.

Entrambi, il dubbio e la certezza, riguardano la verità. Ne sono, diciamo così, l'espressione.

La verità anima il pensiero.
Ma appunto come dubbio e come certezza.
Dove nessuno dei due può stare senza l'altro.
Il dubbio senza alcuna certezza renderebbe vano ogni tentativo di pensare.
Ma pure la certezza assoluta bloccherebbe ogni velleità mentale.

Il pensiero non consiste infatti in una costruzione, quasi si trattasse di erigere un muro composto da stabili certezze, è piuttosto un continuo dialogo tra me e me, un fluire.
Dove una certezza ha in sé sempre un briciolo di dubbio.
Un dubbio che può aumentare, magari sino a mutare una certezza nel suo contrario.

D'altronde la verità, nel nostro esserci mondano, non è mai assoluta.
È costretta, per sua natura, a negare costantemente ogni possibile falsità che la mettesse in discussione.

La verità è infatti fondata sulla negazione della falsità.
E ciò necessita del continuo e ammirevole sforzo del pensiero.

Viceversa, la Verità, ossia l'Uno, non necessita di negare alcunché.
Infatti l'Uno è negazione della negazione.
#2030
@Claudia K

Vorrei aggiungere che il nichilismo non è un accidente che avrebbe potuto non esserci, che sarebbe stato meglio non ci fosse.

Perché il nichilismo è una sfida necessaria per la nostra evoluzione.
Nasce con la stessa razionalità, ne è il compagno inseparabile.

Solitamente è un nichilismo debole, inconsapevole di se stesso. Per cui chi ne è affetto fugge, seguendo le proprie pulsioni viscerali. Rincorre l'ogni lasciata è persa.

Ben diverso dal nichilismo forte, di chi affronta il nulla valoriale che il pensiero razionale sottende inevitabilmente.
Alla Leopardi, per fare un esempio.

Il nichilismo forte costringe alla ricerca della Verità.
A domandarsi: "Chi sono io?"

Ma per affrontare la prova occorre fede.
In caso contrario si forza il gioco alla Sgarbi. Perdendo l'occasione.
#2031
@Claudia K

Sì, l'uso di quel termine "irrazionalità" è forse l'aspetto più delicato e opinabile del mio discorso.

Tuttavia come potremmo chiamare il comportamento di chi sa, o comunque sospetta quale sia la verità, ma comunque agisce come se non la sapesse?

L'avo preistorico si sarebbe comportato razionalmente usando la clava.
Ma sarebbe stato ancora razionale se avesse insistito con la clava pur sapendo che occorreva la chiave?

Perché è proprio questo che genera orrore nel comportamento dei negazionisti: sanno  che la loro "verità" probabilmente è fasulla.

Quindi tutto il loro comportamento è razionale, tranne i presupposti.

E questa è una costante.
I nazisti, per esempio, erano altamente razionali. Ma "volevano" credere vero ciò che dentro loro stessi non potevano non dubitare.

Lo vediamo pure adesso, con il successo che riscuote la demagogia nel mondo.

Il male che alimenta queste devastazioni è sempre il medesimo: nichilismo.

La scienza nulla può contro il nichilismo. Perché il nichilismo è il convincimento che nulla in definitiva vale. Per combatterlo la scienza dovrebbe accedere a ciò che la fonda. Ma ciò è impossibile.

L'antidoto al nichilismo è uno solo: la fede nella Verità.

Davvero semplice, eppure così difficile.
Perché devi affrontare l'orrore...
#2032
Attualità / Re:I maniaci del Covid-19.
23 Novembre 2020, 17:11:27 PM
Sono convinto che questi valori di sobrietà e tolleranza, ormai apertamente in crisi, erano in realtà già da prima solo fittizi.

Ciò che sta andando in crisi è un atteggiamento, che sembrava espressione di un concreto sentire civile e tollerante, ma che in realtà il più delle volte era solo formale, espressione dell'ipocrisia di un individualismo egoistico nascosto persino a se stessi.
Nascosto perché non "alla moda", non politically correct.

Ora la moda sta cambiando, il gioco si sta facendo più duro, e allora tante maschere cadono...

Ma il vuoto esistenziale è il medesimo, c'era prima come adesso.
Anche se allora magari non se ne era neppure granché consapevoli.

Se si gratta un po' la vernice in superficie, che ora è un po' meno spessa a causa del disagio che cresce, si può intravedere ciò che giace in profondità.
E che già vi giaceva, ma che ora sta riemergendo esplicito: il nichilismo.
#2033
Citazione di: Claudia K il 22 Novembre 2020, 12:14:43 PM
Sommessamente penso sia un fatto di indole.
Ripeto che potrei (anzi sicuramente sarò) condizionata dai negazionisti/riduzionisti che "conosco" nel reale , ma questi collimano perfettamente con quelli "a tutti noti" in un tratto essenziale che è assolutamente trasversale rispetto a loro cultura, ruolo sociale, censo, QI, ecc. .
Ad accomunarli tutti, dal mio punto di vista, è la tendenza spiccatissima all'affermare piuttosto che all'ascoltare (e riflettere).
E' l'esigenza insopprimibile del "primo della classe" di sbracciarsi per dire "lo so io".
E' il senso di frustrazione atavico e congenito di chi.......non importa quanto abbia oggettivamente "conquistato" nella propria vita (volgiamo parlare del solito Sgarbi a tutti noto, solo per esempio?)... perchè per lui sembra contare che non sia mai abbastanza e che aspiri (patologicamente, direi) ad un qualche primato su tutto-tutti-sempre, a qualunque costo e anche a costo di qualunque botta demenzial-istrionica...

Molto sinceramente : nel mio niente delle "conoscenze" nel reale...giuro che questo covid mi ha donato un master in "psicologia sul campo" (già molto allenata dalla mia professione), nel senso che nel comparto "negazionisti/riduzionisti" , attivissimi sui social, ritrovo persone che ....siano professionisti intellettuali anche "arrivati" e magari invidiati da tanti, o siano lavoratori manuali e pure extracomunitari oggettivamente frustrati da una vita....la costante resta UNA : il covid è vissuto come occasione per cercare una platea presso cui cercare CONSENSI, che sono esattamente quegli stessi consensi che a loro MANCANO per sentirsi quel "di più e oltre" che...in effetti non sono, non sono mai stati, e men che mai potranno essere (se non presso i più semplici dei semplici) improvvisando competenze e conclusioni su argomenti di NON sanno un'acca...

@Claudia K

Concordo con tutto ciò che scrivi.
In cui avverto la passione per il disagio che ti causa questa disgraziata situazione.

E questo disagio ti sprona a cercare di capire. Perché una tale devastazione è davvero difficile da sopportare, soprattutto se dovesse essere insensata.
E così il "senso" più probabile appare essere la ricerca della notorietà, del consenso...

Tuttavia, non vi è forse una qual disperazione sottesa a questa frenetica ricerca del consenso, a questo bisogno di esserci ad ogni costo?

La psicologia è senz'altro utile. Ma qui però, a mio avviso, ci avviciniamo al limite dell'analisi psicologica...
Cioè siamo sul bordo del limite del razionalmente comprensibile. Dove anche la psicologia rischia di scambiare i sintomi con la causa.

Un limite insuperabile per la psicologia, come ben aveva messo in luce Martin Buber.
Che se applicata per aiutare può diventare fuorviante, perché magari riesce a lenire i sintomi, senza però avere alcun effetto sulla causa. Che anzi viene solo temporaneamente esorcizzata, per esplodere di nuovo alla prossima occasione.

Perché la questione qui non è psicologica ma, e non mi pare affatto di esagerare, metafisica.

Cioè con questi negazionisti, che sono solo uno dei tanti casi possibili, assistiamo all'irrompere dell'irrazionale, cioè del caos, nel mondo portando devastazione.

Ma come può l'irrazionale trionfare sul razionale, almeno in questi soggetti?

Per provare a rispondere dovremmo chiederci cosa sostenga la nostra razionalità.
Quale sia il suo "vero" fondamento.

Questo fondamento lo possiamo percepire ascoltando quel "No!" che nasce in noi alla vista di uno Sgarbi che sproloquia...

Ora il discorso che desidero fare potrebbe risultare oscuro. Ma solo per la sua estrema semplicità.
L'estremamente semplice è infatti di solito pure difficile.

E' secondo me necessario tornare a quel "eccesso di fede mal riposta".
Perché dovremmo indagare proprio cosa significhi "fede".

Il termine fede è stato a lungo abusato. Rendendolo spesso un sinonimo di superstizione.
Tuttavia tante sono le superstizioni, mentre la fede, l'autentica fede, è una sola.

La superstizione consiste nel credere vero qualcosa, senza che vi sia il fondamento di questa credenza.
È perciò un atto arbitrario di chi pretende di stabilire cosa sia vero.
Quindi ogni fanatismo, ogni entità soprannaturale, ogni "Dio lo vuole", così come il negazionismo, non sono che superstizioni.
Ma la superstizione è presente pure in ambiti insospettabili, dove l'ovvio è verità scontata.

Viceversa l'autentica fede non consiste nel credere in "qualcosa".
Perché è fede nella Verità assoluta.
E poiché la Verità non c'è, è fede nel Nulla.

Questa è la fede che anima la scienza, per esempio. Ogni scienziato degno di questo nome ha infatti fede nella Verità.
Ossia rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!

Ora, la fede mal riposta dei negazionisti è a tutti gli effetti superstizione.

Ma per evitare l'eccesso di questa superstizione è indispensabile fare appello all'autentica fede: fede nella Verità.
Solo per evitarne l'eccesso però, perché la superstizione è in realtà insuperabile. È la risposta infatti al nichilismo.

Non dobbiamo comunque disperare, perché la fede, l'autentica fede, è in ognuno di noi. Anche se in soggetti come Sgarbi è messa in un angolo, è comunque presente.
Perché anche solo per pensare, è necessaria la fede.

Scopo delle "guide" che ora latitano, è di rivitalizzare la fede. Ora oscurata dalla superstizione.
#2034
@Claudia K

La tua considerazione è un ulteriore passo avanti fondamentale:

Citazione di: Claudia K il 19 Novembre 2020, 23:35:11 PM
Quelli che "conosco" anche nel reale...non è detto siano ignoranti nè che siano di poco intelletto (come paraltro non lo è - tanto per dire - Vittorio Sgarbi).

Piuttosto li accomuna ...quello che io definirei un eccesso di malriposta "fede in se stessi e proprie capacità (con possibili derive di onniscienza/onnipotenza)"

Occorrerebbe però, a mio avviso, chiederci donde nasca questa "mal riposta fede in se stessi" di cui notiamo un eccesso...

Ma per trovare una risposta, non dobbiamo forse cercare proprio in noi stessi?
Per quale motivo in noi invece non c'è questo eccesso di fede mal riposta?

Dov'è la differenza tra noi e loro?

Se non è necessariamente una questione di ignoranza o di poco intelletto, cos'è questo qualcos'altro in noi che impedisce questo eccesso?

Qualcosa magari di indeterminabile, ma che tuttavia determina chi siamo.
#2035
Ciao Green,

la solitudine a volte è necessaria, ma poi bisogna tornare nel mondo.
Nessuno dei due è però la nostra casa.

La solitudine assoluta è l'orrore dell'abisso senza fondo. Che si può avvertire in qualsiasi momento.
E prescinde dall'essere soli o in compagnia. Perché comunque non c'è nessuno...

Tuttavia in quel orrore si nasconde forse proprio ciò che cerchiamo.

Perché vi è soltanto il figlio unigenito e sei tu.

L'altro è il mondo, ma è nessuno, è nulla, è... Dio.
#2036
@Claudia K

Non si può che concordare con la tua attenta disanima delle modalità con cui si manifesta questo preoccupante fenomeno.
E' una denuncia senz'altro necessaria.

Tuttavia, occorrerebbe a mio avviso fare un ulteriore passo avanti.
Perché ciò che descrivi è il sintomo, non la malattia.

Queste anime perse, pronte a seguire i più improbabili arruffapopoli, non nascono così, per caso.
Non mi riferisco tanto alle loro capacità cognitive, perché vi è sempre stato chi è più dotato e chi meno. Mi riferisco allo sbandamento, al liberi tutti, a cui è soggetto chi poco intende.
Uno sbandamento così devastante, che solo pochi decenni fa sarebbe stato impossibile.
Ma non perché anni fa vi fossero più dotati... affatto!
A quel tempo sarebbe stato impossibile, perché i meglio dotati facevano allora la loro parte ponendosi come guida.

Ora questa "guida" si è di molto appannata, per non dire svanita.
E lo possiamo constatare in ogni ambito.
In politica, nelle professioni, nel giornalismo, nei cosiddetti intellettuali, vi è ormai una diffusa mediocrità.

La mediocrità dilaga, in particolare nella classe dirigente. Il più delle volte composta da incompetenti dediti ai propri interessi e della cricca a cui appartengono. Spesso persino incapaci in quello!  Tanto basso è ormai il livello...

L'autorevolezza non deriva dai gradi sulla spallina. Ma dalle proprie qualità.
Difatti noblesse oblige.

Ormai, chi dovrebbe avere autorevolezza suscita il più delle volte disprezzo.

In questa situazione, chi ha più difficoltà a muoversi nel mondo, chi non riesce a comprenderlo, si ritrova senza più alcun riferimento a cui affidarsi. Perché mancano ormai le figure di riferimento, autorevoli, a cui dare fiducia.

Seppur paradossalmente, ma non troppo, la responsabilità maggiore di ciò che sta avvenendo è proprio in noi. Che guardiamo perplessi, e un po' schifati, il comportamento di questi negazionisti.
#2037
Paul11, l'autentica mistica è una sola e non necessita di alcun eremo.
Mi sa che non hai idea di cosa si tratti.

Sì, questo termine è stato abusato, finendo per assumere connotati anche deteriori.
Occorre perciò andare all'origine.
Perché la mistica è la stessa filosofia originaria.

Ma per avvicinarvisi bisogna tener ferma la fede nella Verità e applicare il pensiero logico.
Molti sono convinti di aver buone capacità di analisi, ma pochi ne sono veramente in grado.
Perché per apprezzare la logica, per davvero, occorre essere disposti a soffrire.

Questo è ciò che richiede l'accesso al pensiero logico: soffrire per esso.
Soffrire quando viene bistrattato, svillaneggiato da chi è capace di dire tutto e il contrario di tutto. Magari dichiarandosi logico esperto!

Invece di seguire la logica, che pretende fedeltà al proprio stesso dire, si sprecano moltitudini di parole. Un rumore indistinto di vocaboli, che vorrebbero far credere di dire chissà cosa... mentre sono soltanto flatus vocis.
#2038
@Claudia K


La ricerca del perché di certe posizioni assurde, come quella di chi nega la pandemia, può essere utile non solo per dare un senso a ciò che di primo acchito pare proprio non averlo, ma anche per scoprire un po' di noi stessi.

Attribuire la causa di questi comportamenti alla frustrazione, di chi si sente fallito, può avere un senso. Ma non vi sarà pure una motivazione più profonda, più diffusa?

Magari una motivazione che si manifesta nel "fallito" perché non riesce a controllarla, ma che giace pure in noi stessi che riusciamo però a tenerla a bada.
Almeno ci riusciamo in questi frangenti eclatanti...

Perché questi negazionisti non sono forse espressione di un'angoscia esistenziale?
Un'angoscia che magari noi riusciamo in qualche modo a tenere a freno, mentre loro no.

Non illudiamoci di esserne esenti. L'angoscia esistenziale, che poi è lo stesso nichilismo, giace in ognuno di noi. È l'altra faccia della medaglia della razionalità.

Una faccia che magari noi riusciamo ancora ad ignorare, mentre altri no.

Ma il nichilismo non può essere sconfitto da nessuna razionalità. E prima o poi chiederà di essere affrontato.
#2039
Non c'è niente che si sappia per davvero. Ci si inoltra nel mondo, cercando di comprendere, senza mai poter affermare di sapere!
E questa è la scienza.

Poi vi è chi discetta sul sapere, sulla scienza, inconsapevole che la scienza è fondata sul non sapere.
Inconsapevole persino della profondità del sapere di non sapere!

È questa pretesa irrazionale ad essere non solo triste, pure ridicola.
#2040
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
18 Novembre 2020, 03:20:33 AM
Citazione di: Ipazia il 17 Novembre 2020, 23:25:43 PM
Quindi il predatore che divora la preda lo fa per Amore sotto l'egida di un Dio che cosi ricompatta il fallace Due nella Verità dell'Uno. Uno, che per non farsi mancare nulla, è pure Nulla, realizzando così l'Uno Assoluto alfine postulabile nella sua assolutezza senza Nulla di resto.

Ci può stare per il predatore. Più difficile convincere la preda che di Amore si tratta.

Sì, il male ti sfida con lo sguardo della Medusa.
L'Amore appare essere proprio una pia illusione.
E sei gettata nel mondo in balìa di un destino cinico e baro.

Ma se ti coglie la compassione.
Allora, forse, tu figlia unigenita potrai infine vedere come non ci sia nessuno.
Solo tu e Dio.