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Messaggi - green demetr

#2026
Il rocchetto è quell'iniziale trauma che dall'infanzia slitta il suo filo infinito, a noi riavvolgerlo per capirne le istanze di partenza, le sue genealogie. (non era così difficile da capire  :P)

Che il ricco stia bene, è una idea del povero.
Non ho mai conosciuto un ricco felice, semplicemente perchè la condizione dell'uomo è quella della sofferenza: chiuso nel laccio delle sue illusioni. che lo fanno girare a vuoto, in un loop infinito (si dice paranoia).
Per attingere all'acqua  della vita serve un ripensamento della relazione con l'altro, più che con l'Altro, inteso come Dio, Legge etc...

I temi sono da sempre quelli, ossia le premesse, la filosofia ha un compito gravoso davanti a sè.

Il capitalismo dà oppurtunità alle idee liberali di diffondersi, certo, questo è innegabile. Il compito di un pensiero progressista, di sinistra dovrebbe essere quello di rendersi conto, del perché esso non lo permetta mai.
(ossia appunto il problema della gerarchizzazione, della teologia politica, temi attualissimi, e insieme inattuali rispetto alle linee poco sopra da me sottolineate, e che continuerò a dire fino in fondo).


Buone vacanze a tutti (quelli che se lo possono permettere)
#2027
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
07 Maggio 2019, 01:20:13 AM
Citazione di: Kobayashi il 06 Maggio 2019, 12:01:32 PM
Secondo me se il racconto della Genesi si fosse concluso con il rifiuto di Eva di cedere alla tentazione ne sarebbe venuto fuori un cristianesimo molto diverso, più razionale, più ottimista nei confronti delle capacità umane. Perché avrebbe voluto dire che tra la Parola di Dio e l'essere umano non c'è quell'abisso che invece la vera storia del cristianesimo testimonia.
Bisogna notare che nell'autentico racconto Eva si lascia convincere dalle argomentazioni del serpente perché sono di gran lunga più comprensibili e razionali di quelle di Dio, che impone semplicemente un divieto. Cioè si osserva che fin dall'inizio tra il modo di pensare dell'uomo e la Parola di Dio c'è una distanza incolmabile.
La vicenda di Abramo, che a differenza di Eva rimane fedele a Dio anche di fronte ad una richiesta così assurda e crudele da rischiare la propria salute mentale, ritorna sull'esistenza di questa distanza.
È ciò che ogni tanto teologi come Barth cercano di spiegarci, mettendo in crisi quegli approcci religiosi razionali così edificanti e soddisfacenti.

Kobaysahi, dalle lezioni della Mishna.

Abramo (IBRAHIM) fu l'unico a capire la legge, senza l'aiuto della mishna.

Ma che cosa è la legge?

Leggere passaggi abissali come quelli della Bibbia senza sapere alcunchè dell'ebraismo non ha senso. (Certo farlo adesso nella nostra fase calante è un problema, ma non ci si può sottrarre io penso).

Se noi intendiamo la Legge, come quella romana-greco, ossia patriarcale, è chiaro che stravolgiamo completlamente il senso.

Comunqe sono molto d'accordo (tanto per cambiare  ;) ) con quello che dici, se leggiamo il serpente come fece Nietzche, ossia come personificazione della cultura, è chiaro che noi capiamo il bene e il male. Ossia che non esiste alcun bene e alcun male.

Recuperiamo una dimensione relativista che ci allontana ancora di più, rispetto alla lontananza originale.
Nella legge ebraica l'osservanza è fondamentale, in quanto tenta di ancorare l'uomo, al suo destino di interpretazione della sua Legge.
Se è vero che DIO ha affidato a loro e non a noi quel ruolo salvifico, dobbiamo avvicinarci a loro.
In fin dei conti dobbiamo solo osservare 7 leggi, come gentili, rispetto alle loro oltre 600...

Ascoltavo il rabbì; Al gentile non è concesso se non ebreo di studiare le Bibbia.
Ossia non è concesso se non aderisce alla Legge.

La visione cristiana è sempre più chiaramente la sovversione di questa legge.
Una eversione mortale, non solo a livello morale, ma ora mi accorgo con orrore anche a livello spirituale. :-X
#2028
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
07 Maggio 2019, 01:07:03 AM
Citazione di: Socrate78 il 06 Maggio 2019, 06:37:07 AM
Il Paradiso terrestre era una condizione a mio avviso abbastanza reale, la Bibbia rispecchia molto la realtà in cui vissero i primi uomini, cioè l'Africa centro-orientale. Quella zona era un giardino realmente, piena di alberi (clima equatoriale) e l'umanità era anche sana fisicamente poiché il genoma umano era molto giovane e non si erano sviluppate malattie genetiche, la Bibbia infatti parla di Adamo come uomo sano, senza malattie, forte, ecc.
Oltretutto, questo peccato rappresenta il distacco dell'uomo dall'armonia con la natura e il creatore che si è verificato pian piano, e ha portato a guerre, odio, divisioni, spezzando la relazione con i propri simili, la natura e il Creatore.

Il Paradiso terrestre si trova tra il tigri e l'ufrate fratello....almeno leggiamola la Bibbia, anche se in quella senza senso della CEI.
#2029
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
07 Maggio 2019, 01:01:34 AM
Citazione di: altamarea il 05 Maggio 2019, 13:08:26 PM
Nei capitoli 2 e 3 della Genesi (Antico Testamento) c'è il dramma dell'origine dell'umanità.

Nel giardino dell'Eden l'unico limite posto da Dio ad Adamo (che lo comunicò ad Eva) fu di non mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male.

Per un po' di tempo tutto andò bene, ma improvvisamente nel Paradiso Terrestre ad Eva apparve il serpente, e per il genere umano cominciarono i guai...

Il serpente simboleggia il demonio che tentò Eva con la promessa della conoscenza proibita, convincendola che nonostante il monito di Dio, non ne sarebbe risultata la morte: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: 'È vero che Dio ha detto: 'Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?'. Rispose la donna al serpente: 'Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: 'Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete'. Ma il serpente disse alla donna: 'Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male'. Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture" (3, 1 – 7).

Il serpente, presenza enigmatica, si pone come colui che smentisce la rivelazione di Dio.

Se Eva avesse dato una risposta diversa al serpente come si sarebbe sviluppata l'esistenza umana ?

Ma quella donna che cosa avrebbe potuto dire di differente all'astuto ed affabulatore serpente ? Perché questo anziché rivolgersi alla coppia agì solo su Eva ? Puntò solo a lei perché la responsabilità è individuale e pone l'individuo in una condizione di solitudine nel momento della scelta ?

Dopo l'intervento punitivo di Dio la donna capì di aver sbagliato. Non valutò i pro e i contro.

Avrebbe potuto rispondere: "Aspetta, lasciami riflettere, ne parlo prima con Adamo in modo da poter decidere insieme". Avrebbe potuto affermare il legame con Dio, il creatore, e con Adamo. Invece scelse di prendere la "mela", pensando di cambiare la propria origine e diventare come Dio.

Bisogna dire che i Cristiani hanno molto fantasia...il demonio...ah ah ah

Sarà meglio leggere dall'originale e capire quale è il vero messaggio.

Dio? Lol, Dio viene detto in  quattro modi diversi in ebraico....

Ma perchè non rimaniamo ai vangeli senza scomodare la grande religione ebraica!
#2030
Citazione di: sgiombo il 06 Aprile 2019, 22:14:58 PM
Citazione di: green demetr il 05 Aprile 2019, 23:28:00 PM
Il problema della guerra tra scientismo e religione, è una questione molto americana, che però non considera minimamente che la scienza non solo è il nuovo monoteismo, ma che esattamente come le scuole precedenti, ha la necessità tutta umana (e per questo religiosa) di smantellare fino alla distruzione se possibile, o semplicemente all'umiliazione il suo avversario.

Goulding sicuramente è meglio di Darwin, ma esattamente come il secondo la sua visione teista del mondo è evidente in numerossisime e per illeggibili testimonianze di isteria a sfondo paranoico. Nè più nè meno che quelle del "gemello" Monod.

D'altronde la firma congiunta dei populisti (lega e 5stelle) per dare credito alla scienza senza nessuna remora, già dà l'idea come sia una manovra dello stato paranoico in cui (non) viviamo.
Perchè c'è bisogno di una firma ad una evidenza che dura de centinaia d'anni nel mondo Moderno. Potrebbe essere la seconda domanda ai più tardi.

Ma ovviamente la sintomatica è solo una delle varianti infinite della fantasmatica teista, moralista, cattolica e cristiana fino al midollo.
Su questo leggasi sturadandosi il cervello Nietzche e le sue infinite martellate all'ideologia imperante.

Gould (senza -ing) nelle sue opere tradotte in italiano (che ho letto quasi tutte) non si dichiara mai deista, nemmeno nell' ultima che mi ha deluso (e men che meno teista).

Di Darwin ho "sentito dire" che in privato non professasse alcuna fede ma che in pubblico cercò di essere sempre il più riservato possibile in proposito, probabilmente per "quieto vivere" (un po' come Hume un secolo prima).

La scienza non é affatto una religione, e nemmeno la è il detestabilissimo scientismo, che invece é una (pessima) filosofia (irrazionalistica).
E che non é la sola, e probabilmente nemmeno la principale né la peggiore ideologia di cui si serve l' odierna classe dominante (é in buona compagnia delle principali religioni, di parecchie superstizioni come l' astrologia e il nostradamismo, "esoterismi", "ermetismi" e "olismi" vari, terrapiattismo e altro ancora generalmente ancor più irrazionalistico dello scientismo stesso).

E' ovvio che la scienza è una delle armi per la trasformazione del Mondo.
E' ovvio che filosofia e scienza vadano tranquillamente a braccetto.
La prima critica il metodo, la seconda lo applica.
Ma se per questo a fare filosofia secondo per esempio Cacciari, sono stati nel novecento molto di più i fisici stessi che i filosofi, legati alle vecchie metafisiche.

Non è quello il problema.

Il problema è che la filosofia e la scienza, sono modalità della ricerca del vero (vero per l'uomo), ma proprio perchè modalità non si presentano mai come scevre da tante premesse ideologiche e finalistiche, esse fanno parte della prassi umana.

Io non sono come Sini un fautore della fine della filosofia intesa come sapere universale, e ormai relegata al ruolo di controllore critico dei processi.

Trovo che un simile pensiero, sebbene ampiamente condivisibile e di fatto realista, e non da mammolette, sia COMUNQUE un pensiero che NASCONDE una modalità di manipolazione della ideologia stessa in cui siamo calati.
Puzza di teologia a chilometri di distanza.

Sei sicuro che Gould (senza ing, che è il pianista  :P  ) riesca a tenere un discorso come quello dell'evoluzione su binari critici, esenti da auto-rimandi, auto-glorificazione della scienza?
Mi riesce difficile pensarlo. Comunque essendo un vecchio articolo che lessi, posso essermi anche confuso.

Non so se riesci a capirmi.
Dico solo che la scienza è lo scentismo, non nel senso dell'applicazione metodologica, quanto del suo porsi al pubblico.

E' il suo porsi al pubblico come faro dell'umanità che la rende inevitabilmente nemica della filosofia, che ancora voglia, ovviamente, dirsi universale (ossia critica generale dei saperi, non critica particolare dei saperi, come invece pare stia diventando).

NB
Neanche in realtà me la sento di prendermela con gli scienziati, che ovviamente CREDONO in ciò che fanno (se no, non lo farebbero).
Me la prendo con quel think tank di oratori, che pagati dai consigli di amministrazione delle grandi lobby di potere, CERN etc..
Spacciano il viaggio sulla luna, come CONQUISTA dell'umanità. Ma di quale umanità stanno parlando? Di quella che si fa le guerre da secoli?
Stendiamo un velo pietoso.
I miei sono solo sfoghi inutili.  ;)
#2031
Dipende.

Lo scopo principale di Jung è quello di impedire alle forze dell'inconscio di sovvertire il regno del soggetto.
Egli chiama i suoi incubi spettri, e con essi va interrogandosi fino alla pazzia della sua ultima produzione.
Ovviamente per me è la seconda parte la parte più interessante.

Sono solo all'inizio del suo capolavoro le nozze mistiche, mysterium coniunctione.

Egli Carlo non indaga il Cristo storico, che è una aberrazione del pensiero altrimenti abissale dell'ebraismo.
Il cristianesimo è una aberrazione.
Per me che sono stato chiamato da lui, in un momento molto triste della mia esistenza, coinciso con la pasqua, è stata dura capire, come potevano convivere le due cose.

Come inizio se vi ricordate, pendevo per la lettura del vangelo di Giovanni.
Ma effettivamente l'utente "bach qualcosa" mi fece capire che il Giovanni è insieme al Paolo il fautore del gesù storico.
Ovvero del Dio che si rende Testimonianza in quanto uomo Gesù.

Oggi comincio a pensare che invece il vangelo mi chiama ma solo nella sua dimensione gnostica.
Che credo sia quella indagata anche da Jung.
Ossia del Cristo Esoterico.

La scelta è fatta per me.
Purtroppo devo ancora leggere i tuoi post sul sogno. Altre urgenze mi chiamano.

In questo senso per quanto riguarda la parte artistica, ho sempre considerato l'arte come una mera estetica, un gioco per annoiati signorotti della borghesia.

Niente a che vedere nè col Cristo Storico, nè con quello Esoterico.

Saluti.
#2032
Citazione di: davintro il 30 Aprile 2019, 20:11:55 PM
Citazione di: green demetr il 29 Aprile 2019, 01:54:42 AM
Citazione di: davintro il 29 Aprile 2019, 01:46:47 AMper Odradek la mia dovrebbe appartenere a quella ontologista, mentre ho sempre condiviso la critica alla visione psicologista della logica, già contestata da Husserl nelle Ricerche Logiche
e come si giustifica dio in questa dimensione? è una aporia se non sbaglio.


In una posizione per così dire "ontologista" nella quale la verità dei principi logici non si limita a una valenza formale, ma ha ripercussioni nell'ontologia concreta e intuitiva, la questione dell'analisi del significato logico dell'idea di Dio non è più separabile da quella "psicologica" della genesi causale della presenza di tale idea nella mente umana, riguardante la relazione concreta, ontologica, tra uomo e realtà da cui il pensiero umano trae le corrispondenti idee. Dall'analisi del significato essenziale, formale, di un'idea si risale all'origine della tipologia di realtà dalla cui esperienza l'idea ha preso forma. Il che non implica arrivare alle esasperazioni ontologiste per cui è sufficiente riconoscere l'essere di un'idea per dedurne un'esistenza corrispondente, che arriverebbero all'assurdo di concepire come realmente esistenti ogni frutto dalla fantasia, come draghi o unicorni, abusando dello stesso meccanismo argomentativo della prova ontologica con cui Anselmo argomentava l'esistenza di Dio, ma riconoscere quel legame di adeguatezza tra realtà attivamente responsabile dell'origine della corrispondente idea nel nostro pensiero, e l'idea stessa. Qui torna appropriata la distinzione tra idee complesse e primitive. Se un'idea complessa, riferito a significati materiali, a contenuti spaziali, divisibili in parti, per le quali è possibile la riconduzione della loro presenza alla nostra mente al gioco sintetico dell'immaginazione (per cui un drago è la composizione di vari elementi  fisici  spaziali, "semplici" che ricaviamo da una esperienza diretta ed effettiva, formata dall'immaginazione), un'idea primitiva come quella che si riferisce a un contenuto spirituale, privo di spazio, come "libertà", "giustizia", "Dio", non potrebbe essere appresa per immaginazione sintetica, un'unificazione di parti fisiche che nella loro singolarità individuale rispecchierebbero invece dei contenuti reali, ma sono coglibili nella loro unità qualitativa immediata, semplice, non possono essere frutto fittizio di un'immaginazione, bensì la loro pensabilità riflette l'esperienza di una realtà effettivamente adeguata al significato di quei concetti, realtà che si riconosce come tale nel momento in cui è causa attiva della produzione dell'idea ad essa corrispondente nel nostro pensiero. Questo non vuol dire che ogni interpretazione umana, storica, fallibile con cui rappresentiamo tale idea debba essere compresa in questa deduzione di verità, non vuol dire che ogni rappresentazione religiosa di Dio (che in qualche modo inevitabilmente lo "materializza", considerandolo nelle forme sensibili in cui si sarebbe rivelato agli uomini, che come "sensibili" sono inficiate dalla componente immaginativa-fantastica) ne colga l'esistenza, ma che oltre questi livelli interpretativi, restererebbe comunque un nucleo essenziale, l'idea di Dio considerata nella pura e perfetta spiritualità, astratta dalle rappresentazioni sensibili, e in questo nucleo la realtà coinciderebbe con l'idea primitiva presente in noi, poi "camuffata" con le rappresentazioni arbitrarie. Quindi la deduzione dell'esistenza di Dio sulla base della presenza dell'idea originaria e primitiva presente in noi, varrebbe per una sua dimensione "minimale" (minimale, nel senso di un riempimento predicativo con vari attributi o mitologie), puramente trascendente ogni rivelazione, che invece sarebbe gravata dal peso della componente sensibile con cui lo si rappresenta, col suo carico di immaginazione. Mi pare una prospettiva di cui sono personalmente convinto e che credo si riallacci abbastanza al filone deista


Certo, ma è proprio il camuffamento l'essenza dell'aporia.

Per quello si finisce sempre nel circolo ermeneutico, nel serpente che si morde la coda etc...

Che poi l'aporia così intesa, la intendo anch'io, interessante allora come da quel minimo rappresentazionale, ossia irrapresentabile, si formino tutte le religioni, che rappresentano ossesivamente la speranza.

E questa è la filosofia.
#2033
Tematiche Filosofiche / Re:La "struttura originaria"
01 Maggio 2019, 05:55:03 AM
Citazione di: 0xdeadbeef il 30 Aprile 2019, 20:47:33 PM
Citazione di: green demetr il 29 Aprile 2019, 02:09:45 AM
Ciao Mauro,

Essendo Hegeliano propendo per la visione di Paul.  ;) (ottimo come al solito).



Ciao Green
Tutto il mio discorso prende le mosse da questa affermazione di Paul: "la struttura originaria è
la coscienza".
Mi sembra, dicevo, estremamente interessante. E, diciamo, "quasi" del tutto condivisibile nel senso
che per me la coscienza non è tanto la "struttura originaria" (nel senso severiniano del termine, cioè
impregnata di un significato ontologizzante); ma è comunque un qualcosa di molto importante: è il
"luogo originario della decisione" (e, aggiungerei, del giudizio). Ovvero, con ogni probabilità, il
luogo originario della stessa filosofia, che per certi versi io penso coincidente con la "politica"
(come dicevo altrove), che è il "luogo della decisione e del giudizio collettivamente - forse
l'unica "oggettività" raggiungibile... - intesi".
In definitiva la mia posizione differisce da quella di Paul perchè, ritengo, a differenza sua io
accetto l'evidenza rappresentata dal divenire e dal molteplice (è questo che mi porta a questi
esiti per certi versi "ultrasoggettivistici" e relativisti - pur, chiaramente, ponendomi il "problema"
dell'Essere e dell'unitarietà).
saluti

Anche io sposo una tesi relativista. Ma alla fine non capisco perchè sono sempre molto vicino alle tesi di Paul.

La decisione però si dà solo dopo che il soggetto si forma, vi è perciò da indicare la formazione dello stesso, che ritengo sia il nodo da cui si dipana la politica.

Difficile che una decisione possa avvenire prima ancora che il soggetto si dia.
A meno che certo parli degli imperativi morali kantiani, che aborro con tutto me stesso.(essendo discorsi mortiferi).
#2034
x Ipazia e Odraek

x Ipazia

La questione del doppio.
Il doppio del doppio, il doppelganger, tutti temi ad altissimo tasso filosofico.
Riassumo, la psicanalisi nega il doppio del doppio, essendo quello esattamente la metafisica, ossia nella sua essenza la sua idea positiva teologale. (Italian Critical Theory anche).
Autori teologali come Peirce e il medievale P.Uccello, citato da Peirce stesso, consigliano di evitare un ragionamento sul nome del nome, perchè avrebbe una logica regressiva infinita. Infatti il nome del nome, non è forse il nome "del nome del nome"?
Territorio da me ancora da indagare.

"Complimenti a Ipazia" e "Ancora sulla gerachia (teologia politica, schmit etc..)"
Nella mia riflessione Dio non è un fantasma, altrimenti è di nuovo metafisica 1.0, e anzi ne approfitto per complimentarmi con te, infatti hai capito benissimo quale è l'errore della tradizione metafisica.
Nella mia riflessione Dio è la negatività, ossia una dimensione che trascende il soggetto. La faccio coincidere psicanaliticamente con il desiderio.
Ora se il desiderio teologale, è quello imperialista gerarchizzante, ovviamente non va bene. La psicanalisi lo chiama giustamente discorso paranoico.
E infatti i ricchi sono paranoici a dei livelli insensati.
Si sentono costantemente minacciati, e aumentano il laccio morale, tramite l'aumento del tasso di sfruttamento come molto bene dici tu.
Secondo me i temi sono molto legati. Non a caso Lacan era un marxista.
(Nietzche ci era già arrivato in umano troppo umano).


La mia angolatura sul mondo a cavallo tra Nietzche e Lacan.
L'analisi nicciana, non riguarda il trascendente, bensì la genealogia morale.
Ossia come una morale si forma. Quali i pregi, quali i difetti.
L'originario è una questione del soggetto, e non della sua politica.
Non rispetto alla sua identità, ma rispetto ai suoi desideri.
Il desiderio non è un discorso, anche se ovviamente esiste il discorso sul desiderio.
La vita è correlata al desiderio, e al sintomo ossia appunto il discorso del desiderio.
Sostanzialmente la morale vera si deve basare sulla analisi dei nostri sintomi.
(per disvelarne l'ideologia, questo fa nietzche)
Sinceramente mi sembra siamo lontani anni luce da queste analisi nel mondo accademico sopratutto.

Fenomenologia Heidegeriana en passant.
L'analitica Heidegeriana, l'unica che tenti di dare un fondamento ontologico, non può che sfociare nella metafisica, o fenomenologia. Questione complessa.

Per una fenomenologia hegelo-lacaniana. (spunti sparsi)
Non esiste una ontologia fondamentale, perchè sarebbe solo un sintomo.
La fondazione per me è solo la morte, il grund hegeliano, ossia i ruderi di ciò che rimane del tentativo fondante, ossia il tentativo del soggetto di diventare identità.
Non si dà mai identità, non esiste mai A=A
La fenomenologia è piuttosto la spirale, ossia quel tentativo a cerchi sempre più concetrici, che tende al punto di una identità. (abissale)
Ma è una spirale infinita.
Lacan arrivò a postulare la necessità di nuove forme geometriche.
Come la bottiglia toroidale, etc...etc...
Siamo anni luce dall'indagare questa TOPOLOGIA.
Non so se in questo forum ne ho mai parlato.
D'altronde a me del fondamento non interessa gran che, mi interessa la vita.

Un'etica accettabile?
La razionalità trascendentale come nuova forma dell'etica trascendente.
Certo la razionalità come trascendenza e il logos come Dio vivente.
I greci ne sono imbevuti prima che arrivassero i pontificatori Platone e Aristotele.
Bisogna aspettare Kant per riprendere le fila.
Sono d'accordo Ipazia!



x Odraek

ciao odraek il tema del rocchetto io lo conosco tramite lacan, che come sai legge testi filosofici e letterari, ma siccome risale a letture fatte 20 anni fa non  ricordo nemmeno più quale era il punto.
Speriamo ci sia modo di approfondire/chiarire, anche senza lacan.
Nella mia ricerca non è più saltato fuori.


Fondamenti della psicoanalisi.
Tu dici che bisognerebbe trovare i principi positivi rispetto alla pretesa scienza psicologica.
Ma lo sanno tutti, che non esistono, che la psicanalisi è emersa grazie al particolare impegno e maniacalità di controllo di Freud.
Una volta presa la sua strada, e grazie al contributo di Jones, essa ha avuto fortuna anche in America.
Si tratta di una lobby, una come tante altre, con i suoi motivi politici latenti, e a volte nemmeno tanto.
La questione freudiana richiama ognuno e magari un giorno ciascuno a trovare i suoi tic, riti, compulsioni, isterie, etc...etc....
Si tratta di questione singolari, non di questioni universali.
E' ovvio che lobbisticamente parlando essi si appiattiscano sulle posizioni delle nuove lobby sul controllo del pensiero. Prima la psichiatria e oggi finalmente le neuroscienze.
Sai quante conferenze di psichiatri ho ascoltato, in cui implorano la collaborazione con le neuoroscienze.
Oggi si tratta solo di pillole.


La questione psicanalitica nella visione lacaniana (Cosa mi interessa)
La questione psicanalitica risponde alla volontà di ognuno di guardarsi dentro e di rispondere a quelle ipotesi, che la psicanalisi fornisce riguardo la propria sintomatologia.
Qualcuno parla di truffa (Onfray).
Ma di fatto, se presa nella sua accezione non politicizzata, a me pare che contenga tutti i temi della contemporaneità, ossia dal soggetto, alla politica stessa.
(quantomeno un confronto con essa è imprescindibile, dunque) Lacan in particolare è un pieno di tesori.
Ma anche Freud, che crea termini nuovi, tutti suoi e solo suoi. Come il concetto di Angst.

L'inconscio bistrattato.
Argomento inconscio: inconscio lo uso come termine generico, di fatto non ha senso usarlo come se fosse universale, è una premessa che non faccio mai, per evitare di rendere il discorso ancora più pesante di quello che è.
E' il soggetto che presume vi sia un inconcio. Di fatto è la questione stessa del soggetto e della sua formazione, se vogliamo della sua fenomenologia.
Che il soggetto sia presunto è ovvio, deve presumersi, per iniziare il discorso.

Ancora su Nietzche.
Questo de-sogettivazione, è uno dei temi di Nietzche.
Che incita a non rimanere mai fermi sulle proprie posizioni.
Solo in un moto continuo noi scopriamo chi siamo davvero.
Una continua sottrazione al proprio essere soggettivizzati.
Parole molto belle quelle di Nietzche che si scontrano con il principio di realtà. Ossia con le resistenza del bios, e delle sue strategie ideologiche conservative (se vogliamo qui possiamo iscrivere anche le tesi evoluzioniste).
E' per questo che secondo me il tema di Nietzche principale è il disvelamento delle categorie protettive, ossia l'ideologia.
E' lui per primo (insieme a tutti i moralisti francesi, ma con una capacità di sintesi prodigiosa) a indicare la via. A mostrare il mortifero che ci abita (a partire dal cristianesimo) a illustrare i fantasmi mortiferi.
A liberarci materialmente da noi stessi.

infine
Solo spunti. il discorso su Nietzche è assai complesso (e in questi ultimi anni sto sviando sulle religioni, con cui credo però è necessario confrontarsi).
Spero di aver dato qualche folata di idee, qualche pensiero.

Non chiedo a nessuno di fare la stessa strada, ma almeno di essermi di compagnia ;) in questo sono contento che tu veda una possibile visione comune. (d'altronde alcuni distinguo che hai fatto nel 3d "ontologico" me lo stanno facendo vedere).
#2035
Citazione di: InVerno il 28 Aprile 2019, 13:15:00 PM
Citazione di: Socrate78 il 28 Aprile 2019, 12:21:55 PMDio nel rivelarsi al popolo ebraico non ha voluto immediatamente parlare di Amore universale, di fratellanza, poiché un messaggio del genere sarebbe stato ritenuto immediatamente falso perché troppo discordante dalle idee del tempo. Sarebbe stato insomma come parlare della filosofia di Kant ad un bambino di cinque anni.....
Che la mentalità degli ebrei fosse quella di un bambino di cinque anni è un giudizio tuo, nel resto del mondo si erano già palesati filosofi e predicatori che avevano come tema principale l'amore, la fratellanza e il rispetto del prossimo. Forse avrebbe dovuto palesarsi a popoli meno retrogradi e sanguinari, ve n'erano aiosa e la scelta era vasta, ma ha deciso di ispirare uno dei libri più sanguinari e violenti della storia umana, per la fissazione con una specifica tribù su dodici (ti ricordo che si manifesta agli israeliti, non a tutti gli ebrei) con specifiche intenzioni genocide e di pulizia etnica. Ognuno sceglie le sue sfide, e Dio avrà scelto le sue, ma non confonderti pensando che il popolo eletto fosse "il meglio che ha trovato" al quale si è dovuto adattare.

Inverno stavo ragionando in base proprio alla misnà che riguarda Abramo.
Non è il Dio degli ebrei, è il Dio degli ebrei E di Abramo.

Credo sia fondamentale. Certo un cristiano dovrebbe studiare l'ebreo....e questo è vietato da nostra santissima chiesa.
Alle cei dovete leggere, alla cei!
#2036
Citazione di: Socrate78 il 28 Aprile 2019, 12:21:55 PM
La storia del Cristianesimo è piena di meschinità e di orrori semplicemente perché l'uomo è meschino e tendente sovente al male. E' il vecchissimo argomento degli atei secondo cui se i credenti si comportano male allora anche ciò in cui credono è falso. Nulla di più irrazionale se ci pensate, anche dei criminali possono credere in qualcosa di vero, la verità/falsità non si misura dalla condotta di chi afferma qualcosa. Se l'antico Testamento mostra un Dio differente da come Egli dovrebbe giustamente essere, ciò dimostra soltanto che non tutta la Bibbia è ispirata e che alcuni passi possono anche essere falsi, ma ciò non significa che sia completamente da rigettare e che si debba buttare con l'acqua sporca anche il fanciullo.  Dio si è rivelato lentamente, non ha voluto sconvolgere le convinzioni del popolo a cui si manifestava perché non avrebbe comunque capito in quanto immaturo, secondo molti esegeti (liberissimi di considerale idiozie, ma le riporto per onestà di cronaca) Dio nel rivelarsi al popolo ebraico non ha voluto immediatamente parlare di Amore universale, di fratellanza, poiché un messaggio del genere sarebbe stato ritenuto immediatamente falso perché troppo discordante dalle idee del tempo. Sarebbe stato insomma come parlare della filosofia di Kant ad un bambino di cinque anni.....

Ci rendiamo conto che la Bibbia dice il contrario di quanto dice il vangelo, o no?

Ci siamo già dimenticati della lezione di Angelo Cannata, sul Dio che mette l'uomo nell'eden contro la sua volontà, e contro quello per cui era stato creato?
Il peccato è indotto. E poi viene ripreso nella crocefissione come momento catartico? un controsenso dietro l'altro, ha ragione menandro.

Se non fosse che la bibbia è scritta in ebraico, e ha tutt'altro significato di quanto la versione greca, si sbizzarisca a dire.

Basterebbe la confusione fra carne e spirito, in ebraico è scritto carne, e in greco spirito......

che poi sarebbe confondere l'anima con lo spirito (DIO?)


#2037
Citazione di: Menandro il 28 Aprile 2019, 12:02:56 PM
Quello che a me sembra incredibile non è tanto la resurrezione quanto il significato spirituale che le viene attribuito, cioè il sacrificio tramite cui Dio riscatta l'uomo dal peccato (a cui lui stesso lo aveva abbandonato). La perversità di questo "disegno divino" per me è ancora più inaccettabile della semplice trasgressione delle leggi naturali implicata nella resurrezione e nei miracoli.
Per questo trovo poco interessante analizzare razionalmente quanto raccontato nei vangeli, che sono testi di natura agiografica, e non storica. D'altra parte, se fossi credente e volessi confermare qualcuno nella fede, l'ultimo argomento che sceglierei sarebbe la verosimiglianza della "storia sacra", come se si trattasse di leggere i vangeli alla ricerca di indizi razionalmente plausibili per risolvere il "giallo" della tomba vuota. Gli consiglierei di tenersi lontano dalla storia in generale, perché la storia del cristianesimo, che a qualcuno sembra coi suoi successi un argomento a favore, è così piena di meschinità e orrori da poter essere letta altrettanto bene come una gigantesca confutazione.

Cè qualcosa di scandaloso in quel che dici, ma sono d'accordo in sostanza sul giudizio morale.
Poichè Dio è morto, ai presunti credenti, ma quando mai! non rimane che razionalizzare sotto gli occhi del nuovo dio, la scienza, la questione meramente storica, e la protezione ad oltranza della loro morale meschina.
#2038
Tematiche Filosofiche / Re:La "struttura originaria"
29 Aprile 2019, 02:09:45 AM
Ciao Mauro,

Essendo Hegeliano propendo per la visione di Paul.  ;) (ottimo come al solito).

La decisione, ossia la morte (caedo) la caduta da ( de) è originaria? Mi sembra questa la tua nuova domanda.

Per me sempre seguendo Hegel, ovviamente la risposta è sì.

C'è sempre qualcosa di già deciso (inconsciamente) in ogni imperativo morale. / persino in quello mortifero perchè sessuofobo di Kant.

La coscienza come ontologia dell'orginario? la domanda intrinseca di Paul.

No, dissento, perchè io non leggo co-scienza, con "ciò di cui so" ma cio' che accompagna (cum) ciò che io so (la scienza come sapienza, come gnoseologia).
Ossia il fantasma accompagna da sempre ciò che io disvelo rispetto alla physis.

E quindi è per me stra-ovvio che la coscienza faccia parte dell'originario. La coscienza è il fantasma (la narrazione del soggetto).

La differenza tra la mia posizione metafisica e la psicanalisi è che l'originario non sia solo però solo il fantasma, ma anche DIO.
#2039
Citazione di: davintro il 29 Aprile 2019, 01:46:47 AM
per Odradek
la mia dovrebbe appartenere a quella ontologista, mentre ho sempre condiviso la critica alla visione psicologista della logica, già contestata da Husserl nelle Ricerche Logiche

e come si giustifica dio in questa dimensione? è una aporia se non sbaglio.
#2040
Citazione di: odradek il 28 Aprile 2019, 22:33:52 PM
Posso dire che quello che biforca la nostra riflessione (mia e tua) è riassunto (non da me) in questi tre punti ?   I numeri tra parentesi si riferiscono a formulazioni logiche ( per cui non ho nemmeno i simboli in tastiera) che giustificano matematicamente le proposizioni verbali e non hanno importanza.



1. Psicologismo nella teoria dei fondamenti della logica: ovvero, pretendere di dare
una fondazione concettuale all'estensione dei predicati in logica formale —
insiemistica inclusa — dopo aver interpretato i concetti come strutture disposizionali
della mente, socio-biologicamente fondate. Un'ontologia formale consistente non
può porre nozioni modali a fondamento di nozioni formali del calcolo formale ordinario,
essendo il calcolo modale un'estensione del calcolo formale ordinario. La
doppia correlazione fra essere dell' "essenza" (x è) e dell' "esistenza" (x esiste) —
ché di questo ultimamente si tratta — va formalizzata e risolta nei fondamenti della
logica formale in senso puramente nominale, sintattico e non semantico.

2. Ontologismo nell'ontologia formale degli enti naturali: la fondazione causale delle
proprietà/relazioni e dei generi naturali (essenze o nature dei corpi) è di fatto una teoria
sulla fondazione causale dell'esistenza degli enti naturali, sia in senso potenziale
(proprietà/relazioni: cfr. proposizione (3.6)) che attuale (generi: cfr. proposizione
(3.13)). Di nuovo, la doppia correlazione fra "essenza" ed "esistenza", perché sempre
di questo si tratta anche in ontologia formale (cfr. proposizione (3.11)), va formalizzata
e risolta prima di qualsiasi modalizzazione dell'essere secondo i vari modi di
essere e di esistere (naturale e concettuale). E' un problema di ontologia generale
(essenza-essere) non di ontologie speciali (essenza-esistenza).

3. Ipoteticismo nella fondazione della relazione di referenzialità in ontologia ed in semantica.
La mancanza di una formalizzazione adeguata (sintattica) nel calcolo logico-
formale della distinzione reale essere-essenza in ontologia, che fa dell'esistenza
dell'individuo il risultato della "reciproca determinazione" di questi due principi, ha
come risultato un'inadeguata teoria della fondazione della relazione di referenzialità
che non va oltre l'ipoteticismo di una teoria del "realismo interno".

1. psicologismo. Sono d'accordo sul fatto che comunque sia una sintassi.
Credo però che la consistenza formale di cui parli, non è richiesta nel modello psicologico. Che implementa perciò la sua sintassi, e basta, e non i suoi presupposti come giustamente un modello dovrebbe fare consistemente (nel senso proprio godeliano, giusto no? con i 3 aggettivi che non  ricordo  ;)  )
Quindi di fatto è una pre-sintassi, che lavora per la sua sintassi, un errore logico persino per aristotele. mancherebbe il terzo medio, ossia la comparazione stessa.


2. Si sono d'accordo anche se io riscrivo ontologia generale essente-ente, e ontologia speciale essente-Essere.

Dove la presunta umanità sta nel primo caso nel uomo robot ente, e nel secondo nel pregiudizio uomo teleologale (non teolagale prego!)
Ovviamente io vado col secondo, sapendo del pregiudizio, se no, niente post-metafisica.

3. Amen, siamo d'accordo. Il realismo interno è dunque una chimera. Si ma poi ricordiamocelo andando avanti? o prendi per buono questo di pregiudizio?

Che poi a livello matematico funzioni, nelle sue funzioni (appunto) di calcolo, è mera casualità, come anche la statitstica infine ammette (quantismo).