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Messaggi - viator

#2041
Salve. Per capire se possediamo o meno un "libero arbitrio" occorrerebbe prima esaminate separatamente i concetti di "libertà" poi quello di "arbitrio". Sembra ovvio ma, dalla passate trattazioni iperchilometriche dell'argomento, non mi pare sia accaduto esattamente così.

Comunque dopo che tutti i partecipanti abbiano raggiunto un accordo circa il preciso univoco significato di tali termini (cosa che non potrebbe succedere neppure in un film di fantascienza), si potrebbe avviare l'ulteriore discussione circa l'espressione congiunta dei termini "libertà" ed "arbitrio"

Io la farei più semplice esaminando la possibilità che Dio - dato per esistente - possa egli-esso detenere o meno un libero arbitrio.

Se si riuscisse ad ARGUIRE che Dio non possa intrinsecamente detenere un libero arbitrio, a maggior ragione si dovrebbe poter sostenere che un ente così più limitato quale è l'uomo............men che meno possa possedere ciò che a Dio mancherebbe.

Prendiamo l'antinomia Dio-Demonio : si danno in proposito, due casi :

Esiste Dio ed esiste un Demonio le cui caratteristiche ed attributi sono diverse da quelle di Dio. Nel caso dell'esistenza del Demonio, questi ovviamente si comporterà in modo diverso a quello di Dio, alla cui natura e volontà tenderà ad opporsi. Ma il fatto che il Demonio sia esterno, estraneo ed opposto ad un Dio significa che esso Demonio, nell'esercitare i propri disegni, sarà certamente condizionato, influenzato, motivato a farlo sulla base appunto di una istanza e realtà a lui esterna (l'esistenza di Dio).

Perciò l'eventuale arbitrio demoniaco non sarebbe affatto libero (e non sarebbe neppure un arbitrio !).

Pertanto l'esistenza contemporanea di due Enti qualsiasi (in questo caso Dio e Demonio) non può che generare una reciproca naturale interferenza che rappresentando la negazione della loro indipendenza (ed appunto la conferma della loro reciproca influenza)......impedisce anche ogni genere di loro autonomo arbitrio.

Stabilito ciò, risulta ovvio che ciò che non può essere attributo del Demonio non potrà venir attribuito alla sua controparte divina. Perciò se nè Dio nè il Demonio possiedono il "libero arbitrio", figuriamoci se possiamo possederlo noi umani !.



Esiste Dio e non esiste un Demonio o comunque una controparte che possa limitare intrinsecamente atti ed intenzioni divine (assolutezza di Dio) : In tal caso Dio, possedendo l'attributo dell'assolutezza (tutto includendo, tutto essendo, tutto potendo etc. etc) non è riguardato dal concetto di libertà il quale, spinto appunto a livelli assoluti, implica la totale "facoltà di volere" la quale ovviamente risulta per Dio stesso già inclusa nell'assolutezza in sè completa del "tutto essere" e del "tutto potere".

Perciò Dio non possiederebbe - dicevo sopra - nessuna "libertà" ma solo un completo "arbitrio" (facoltà di volere unita a quella di fare o di far fare).

Se però l'esistenza di Dio viene connessa all'esistenza degli umani, ovviamente l'esistenza ed i destini di questi ultimi saranno inesorabilmente congiunti e subordinati al superiore arbitrio divino (se Dio è "tutto" gli uomini saranno una parte di esso subordinati alla sua totalità), perciò l'uomo non potrà possedere un "libero arbitrio" il quale, tra l'altro, suonerebbe come un rinnegante la superiorità divina sull'umano.

Sembra proprio che solo gli atei possano sostenere - con dubbio successo - l'esistenza del "libero arbitrio" umano ! Salve.
#2042
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
18 Marzo 2020, 13:27:09 PM
Salve Paul11. Citandoti: XXXXX"ma cosa è questa coscienza? Cosa unisce per costruire una identità comune la coscienza di classe?
A mio parere sono due concetti linguisticamente simili, ma filosoficamente molto differenti"XXXXX.


A livello filosofico i concetti saranno separabili ma secondo me il nesso tra la coscienza "interiore" e quella "di classe" consiste nel fatto che esse non sono altro che i due bordi opposti di una unica dimensione, quella appunto coscienzial-mnemonica.

Tale dimensione o funzione risulta posta "a cavallo" tra una psiche ed una mente, connettendole e provvedendo a tradurre una parte della realtà esterna (quella che la psiche stessa decide di far divenire consapevole alla mente, appunto) in nozioni consapevoli e mentalmente utilizzabili.

Tale funzione coscienziale quindi trasforma una parte dei contenuti psichici, facendo in modo che quelli istintivi ed immediabili (non mediabili perchè da affrontare in via automatica da parte dell'istinto di sopravvivenza) rimangano a livello psichico inconsapevole, mentre altri contenuti (meno "urgenti) che richiedono o possono essere soggetti a risposte razionali e non univoche (facoltà di scelta in base al ragionamento ed all'esperienza), vengono "instradati" (lasciati accedere) verso la consapevolezza mentale ove formeranno il terreno di coltura destinato a confrontarsi con la memoria esperienzale (anch'essa di tipo consapevole, ovviamente) allo scopo di prendere decisioni, scegliere, costruire scenari di propria visione del mondo.

La coscienza accomuna da una parte l'istinto (contenuto psichico inconsapevole di base remotamente genetica e gestente comportamenti automatici universali) e dall'altra la componente etica personale consistente nell'insieme delle nostre nozioni, esperienze,scelte, (consapevolezze specifiche individuali) la quale, trasferita a livello sociale, genererà tra l'altro la nostra eventuale "coscienza di classe". Saluti.
#2043
Salve altamarea. Il senso di ciò che penso risulta a mio parere contenuto nella seconda parte del mio intervento, quella che tu non hai citato.
Il nocciolo non è tanto il dove sia disponibile la massa sterminata delle informazioni generata dall'accumularsi del passato (e che non può occupare un presente adimensionale posto a confine tra passato e futuro).

E' la sua disponibilità, ovunque essa sia.

Se ricordi, esperienze, informazioni (i quali - lo ripeto - di per sè andranno a costituire una massa indifferenziata alla quale solo il singolo può dare sintesi e "senso") si trovano fuori di noi, si danno solo tre casi :

1 - ci sono ma nessuno le guarda;
2 - ci sono e qualcuno (ciascuno ?) le guarda tutte od in parte per poi dedicarsi ad altro senza averle interiorizzate;
3 - ci sono e qualcuno (ciascuno ?) le guarda tutte od in parte provvedendo ad interiorizzarne quanto lo interessa e nei limiti delle proprie capacità.

Nel caso 1 le informazioni ci sono tutte ma è proprio come se non ci fossero nè fuori nè dentro di noi.

Nel caso 2 le informazioni ci sono tutte ma per ciascuno di noi nessuna di esse viene utilizzata. Forse, in futuro, torneremo a dar loro un'occhiata (sempre più difficile sarà il richiamarle poichè sommerse a travolte dai loro continui aggiornamenti).

Nel caso 3 le informazioni ci sono tutte ma noi potremo interiorizzarne solo una piccola parte, traendone una sintesi utile ma che per forza di cose risulterà sempre più limitata rispetto alla quantità totale di dati (in costante crescita) che potremmo/vorremmo sintetizzare.

Quindi il problema non è la quantità di dati o la loro collocazione, ma la nostra capacità di utilizzarli mentalmente (per questo abbiamo inventato i calcolatori ed ora stiamo cercando di creare le succursali mentali rappresentate dalla Intelligenza Artificiale - ma calcolatori e AI resteranno pur sempre collocazioni esterne !)........che resta sempre la medesima.

Infine esiste il risvolto psichico : l'aumento della quantità di informazioni da altri prodotte e roteanti attorno a noi provoca - in chi sia affascinato dal loro turbinio - inevitabile ingestibile disorientamento psichico. Saluti.
#2044
Ultimo libro letto / Re:Memoria digitale
15 Marzo 2020, 22:10:15 PM
Salve altamarea. Vivide citazioni, le tue. A proposito di XXXXX"L'autore del libro dice che col "digitale" il passato è un continuo presente"XXXXX.......devo far notare che l'affermazione è solamente una immagine pittoresca poichè quanto più tendiamo a conservare del passato all'interno della nostra vita, tanto più limiteremo i contenuti del nostro prossimo futuro.
Ciò perchè la dimensione totale, "assoluta" di un qualsiasi intervallo di tempo (fisico o psichico che lo si voglia considerare) è data sempre dal totale di passato+futuro.

Semplicemente, più una biblioteca viene ampliata, più difficile risulta possibile consultarla completamente in modo utile senza con ciò sottrarre il nostro tempo e la nostra attenzione a ulteriori nostre diverse e future attività.

Tale aspetto è anche quello che rende ragione della estrema dispersività delle nozioni contenibili in archivi troppo grandi : è IMPOSSIBILE TRARNE DELLE SINTESI. Saluti.

#2045
Salve baylham. Citandoti : XXXXX"Posso sempre ipotizzare che la necessità sia l'esito, il risultato della libertà"XXXXX.
Certo che lo puoi ipotizzare, sbagliandoti.
Dal momento che la NECESSITA' filosoficamente intesa non è altro che l'inesorabile conseguenza (cioè l'inevitabile EFFETTO) della CAUSA o CAUSE che la generano.
Nessuna "libertà" può insinuarsi tra una causa ed il suo effetto, non credi ?. Saluti.
#2046
Salve Jacopus. Ben trovata la distinzione tra arbitrio e volontà, anche se al primo dei due termini io personalmente non trovo accezzione negativa o pessimistica.

L'esistenza e l'esercizio della "capacità di volere" non tocca comunque in alcun modo il quesito circa il "libero arbitrio", il quale rappresenta semplicemente la veste etico-fideistica (cioè psicogena) del quesito logico-scientifico "caso o necessità".

Il fatto è che ciascuno di noi può volere qualsiasi cosa, ma nulla impedisce che la nostra volontà sia generata ed espressa attraverso L'ILLUSIONE di possedere un "libero arbitrio" che nei fatti risulta schiavo del principio di NECESSITA' che presiede alla formazione di ogni e qualsiasi accadimento, incluse le nostre "libere" volontà ed "arbitrii".

E' quest'ultima infatti - secondo me - la considerazione conclusiva di questo argomento ormai troppe volte trattato. Saluti.
#2047
Citazione di: Ipazia il 13 Marzo 2020, 10:23:57 AM
L'ultimo bollettino della Protezione Civile evidenzia come sia la Lombardia la Wuhan italiana. Purtroppo non è stata isolata fin da subito come la Wuhan cinese. Dittatura del PIL, Mercato e affari, ben più totalitaria del comunismo cinese nei riguardi della salute umana.

Salve Ipazia. Vedo che secondo te in Cina c'è il comunismo. Probabilmente allora penserai anche che a Taiwan ci siano i nazisti al potere3.

Vedo anche che ti spingi a deificare il Mercato Capitalista, (il virus non colga colui che il Capital non voglia) attribuendogli poteri posseduti a malapena dalla Divina Provvidenza (non cade foglia che Dio non voglia).
La prossima volta leggeremo che il mal di denti è colpa del mercatismo. Saluti.
#2048
Citazione di: Sariputra il 13 Marzo 2020, 18:43:41 PM
E' veramente triste leggere il bollettino giornaliero dei morti per il corona in Italia e particolarmente in Lombardia,che continua da avere una media altissima, anche rispetto alle altre province italiane, come la Contea, dove il virus si è sviluppato praticamente in contemporanea.250 decessi in un giorno non mi ricordo li abbiano avuti nemmeno in Cina. Ed è triste vedere che paesi come la Corea, densamente abitati come la Padania, che stanno contenendo efficacemente il virus, con poche vittime, mentre noi non ce la facciamo e l'epidemia continua a correre violentemente. Non vorrei essere 'politicamente scorretto' (un'offesa patriottica alla nazione di questi tempi..), ma sembriamo più un paese del Maghreb piuttosto che uno europeo... :(

Caro Sari, l'Italia è un Paese serio ed è giusto che tenda a primeggiare in tutto ciò che lo coinvolge. Dal debito pubblico (allegramente accumulato senza pensare a improbabili disgrazie future) in avanti.............

D''altra parte non molto tempo fa mi toccò affermare che il nostro futuro si presentava assai precario perchè da noi nessuno aveva mai voluto compiere la scelta fatale : Essere tra gli ultimi in Europa oppure tra i primi del Mediterraneo. Ma gli italiani amano così visceralmente moda ed apparenze da non riuscire a rinunciare a saltare continuamente da una scarpa all'altra.

Naturalmente verremo salvati dalla Divina Provvidenza via Santo Padre di turno mentre al ripianamento delle perdite demografiche penseranno giustamente gli immigrati maghrebini o di altra provenienza. Saluti ed auguri.
#2049
Tematiche Filosofiche / Re:Discontinuità.
10 Marzo 2020, 17:01:27 PM
Salve. La questione riguarda la distinzione tra gli stati continui e quelli "discreti" (cioè legati a quantità misurabili o percepibili) delle 4 dimensioni fisiche.

Se ne vorrebbe occupare la scienza (in particolare la quantistica) ma l'argomento per il momento è manipolabile solo in via teorica.

Si può sostenere (ma non dimostrare) che il continuo (l'ininterrotto) non esiste poichè non si riesce a trovarne un esempio in natura, ambito in cui tutto risulta scomponibile poichè l'unicità (monismo) resta un concetto astratto.

Le immagini di un filmato appaiono certamente fluire ininterrottamente sinchè non apprendiamo che esse possiedono invece una specifica cadenza (in fotogrammi per secondo).
E lo stesso singolo fotogramma, osservato singolarmente, sembra che finalmente venga stabilmente, immobilmente fissato al nostro sguardo.....ma così non è poichè qualsiasi immagine "fissa" da noi osservata si forma e si mantiene in virtù della costante oscillazione generata dalla specifica frequenza delle onde luminose che la generano. Saluti.
#2050
Salve anthony. Per me è un peccato il non trovarmi quasi mai d'accordo con te, visto che mi sei istintivamente simpatico. Pazienza : citandoti ; ".....io non vedo crisi strutturali del nostro sistema produttivo.......".
In effetti il nostro sistema PRODUTTIVO, essendosi da tempo ridotto "al lumicino", risentirà (in assoluto) "poco" dalla presente situazione. Cosa vuoi che siano i problemi Arcelor, Alitalia, Whirlpool, Air Italy e qualche centinaio di altri casi.............in confronto a quello che ci aspetta ?.

I problemi gravi sono invece quelli del nostro SISTEMA IMPRODUTTIVO, cioè di quelle pseudoattività che tengono funambolescamente in piedi (fra poco : sdraiata) la società italiana.
Il nerbo della nostra economia è ormai rappresentato dal cosiddetto terziario e - al suo interno - dai servizi collegati alla facoltatività od alla futilità : bar, moda, connettività a tutti i costi, ristorazione, turismo, solarium, unghie finte e tatuaggi, palestre, calcio, sci...................o non vorrai sostenere che quelle elencate siano per caso attività PRODUTTIVE ?.

Il problema strutturale serio del Paese (Amministrazione Pubblica a parte) è la moltitudine di persone prive di arte o di parte le quali per vivere (o per cercare di diventare ricche) pensano sia sufficiente investire un pò di capitale per aprire un'attività possibilmente sicura (la pizzeria) od almeno trendy (le unghie finte). Saluti.
#2051
Salve green demetr. Citandoti : "Come si fa a distinguere cosa è natura e cosa no?".Non so quanti anni di studi e/o riflessioni tu abbia dedicato alla filosofia, ma se uno dei risultati è (senza offesa) una simile domanda interiore (come domanda esteriore risulterà semplicemente provocatoria, come appunto mi sembra di star constatando)................!!. TUTTO E' INSCRITTO NELLA NATURA, e ciò è confutabile solamente se si riesce a dimostrare l'esistenza attuale o (diciamo così, "trascorsa") di qualcosa che sia risultato preesistente alla natura stessa.

Poi : " Cosa circoscrive il tabuico?". Beh...qui la risposta è a livello di scolaretto : la masturbazione (attività che è una delle conseguenze e sviluppi (nonchè inviluppi) di una delle più elevate, complesse, immaginifiche funzioni psicomentali.

Quindi : " ......se non che il totemico stesso".  Cioè, semplicemente, il maschilistico emblema fallico dello strapotere patriarcale. Così (forse) è se vi pare. Saluti.
#2052
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
09 Marzo 2020, 16:00:46 PM
Salve. Dal mio punto di vista l'aspetto che crea inevitabile confusione circa la caratterizzazione della scienza piuttosto che della filosofia consiste nella inevitabile interferenza tra la psiche e la mente. Ennesimo irresolubile dualismo al cui interno diventa impossibile appunto il discernerne gli aspetti conflittuali da quelli sinergizzanti.

Nei confronti del concetto di scienza - ad esempio - l'atteggiamento psichico consiste nel considerare la scienza lo strumento di elezione della ricerca della verità. Lo strumento "oggettivo" che permetta di affrontare e chiarire le problematiche relazionali tra il sè psichico e la "realtà/verità" collocata al nostro esterno.

Ma questo è solo un nostro atteggiamento psichico, cioè tutto sommato un nostro desiderio.

Infatti, sempre a proposito di scienza, il relativo atteggiamento mentale (intellettuale) viene seccamente capovolto, in quanto è noto che culturalmente e ragionevolmente la scienza altro non è che la sistematica del dubitare (mentalmente) opposta alla fede, la quale sarà la sistematica del credere (psichicamente).

E la filosofia ?. La filosofia consiste nell'attività mentale, nota ovviamente dall'epoca prescientifica, che in origine incorporava sia la necessita psichica di trovare delle risposte che la augurabile possibilità di vederle emergere attraverso i sensi.

Quindi si trattava e si tratta tuttora di un sistema di indagine del mondo utilizzante la speculazione concettuale (il mentale) applicata al sensoriale (l'apparentemente "fisico"), nella vana ricerca di "realtà vere".

Il sorgere del "metodo scientifico" ha prodotto la scissione di ciò che risultava "impropriamente" connesso all'interno della filosofia come fino allora praticata, ed ha generato la schizofrenia culturale separante e riunente (a seconda delle circostanze) la "filosofia naturale" (prendente appunto il nome di scienza) e la "filosofia puramente speculativa".

A questo punto, se lo desideriamo, possiamo continuare a dedicarci alla speculazione mentale......ovviamente senza illuderci di trarne qualcosa di diverso dal nostro divertimento (a men che si voglia diventare od apparire dei professionisti della filosofia, finchè ci sarà chi li paga). Saluti.
#2053
Salve Ipazia. Sacrosanto. Ma siamo tutti - chi più e chi meno - contradditorii.
Pensa che anche Marx si diede da fare nel cercare di costruire una sovrastruttura che non tenesse conto di certe strutture naturalissime ma purtroppo umanamente sgradevoli per le maggioranze. Saluti.
#2054
Salve Ipazia. Citando bobmax, della cui involuta cripticità non ho mai capito quasi nulla : XXXXX"..............donne, i miei migliori auguri. Senza di voi la vita non avrebbe davvero alcun senso."XXXXX.

...........questa volta capisco che egli è d'accordo con me che, non molto tempo fa, rispondevo a qualcuno che il senso dell'esistenza umana dovesse essere VIVERE e RIPRODURSI. Saluti.
#2055
Salve Dubbioso. Citandoti : "Come possono essere la stessa persona e coesistere nella Trinità?".
Vedi, mi vergogno quasi nel replicarti poichè la tua candida ingenuità (unita spesso alla sconcertante "distrazione" di altri che ti rispondono su questo genere di quesiti) è disarmante !.

Non riesci a capire che la risposta al tuo quesito soprastante è racchiusa nelle stesse parole con le quali esprimi la domanda.

Tu ti chiedi e ci chiedi il perchè di certe evidenti contraddizioni tipicamente umane (l'essere a seconda dei casi uno sterminatore od un salvatore) e lo fai PARLANDO DI DIO come DI UNA PERSONA.

Ma se Dio è una persona......come avrebbe fatto a generare le nostre persone ? E' incredibile la percentuale di credenti che tratta Dio come un nostro simile, attribuendogli praticamente TUTTI I NOSTRI MODI DI SENTIRE E DI AGIRE.

E la maggior parte di essi, se glielo si fa notare, non riesce a spiaccicare una parola di sensata giustificazione.

E' ovvio che, se tu insistessi  a considerare Dio come mostri di considerarlo all'interno di queste tue domande....i tuoi interventi in questo Forum veramente non avranno mai limiti. Ti saluto con simpatia.