Citazione di: Carlo Pierini il 03 Settembre 2017, 00:55:42 AM"Affermare", "interpretare" e "dimostrare" sono ben differenti. Se affermo un'idea ed interpreto fermamente tutto ciò che incontro come dimostrazione di quell'idea, compio quel "gesto esegetico forte" che fa tornare sempre i conti, ma che in fondo deturpa ciò che coinvolge.
tutti i simbolismi e le "sacre scritture" del mondo non sono che le diverse angolazioni di significato da cui si guarda al medesimo "oggetto": Dio. Per cui, una tale molteplicità di punti di vista è come un'immensa "stele di Rosetta": diventa sommamente più facile decodificare il linguaggio dei simboli, perché l'aspetto oscuro di una certa variante si illumina nell'accostamento con altre varianti simili.
Se sto componendo un puzzle e quando trovo un pezzo che non si incastra con gli altri, lo prendo a martellate finché non entra dove ho deciso che deve stare, allora ogni pezzo diventa, suo malgrado, funzionale e "giusto", ma solo a causa della mia ostinazione deformatrice... ogni pezzo verrà violato, ed infatti l'immagine complessiva che si andrà formando risulterà incongruente (quasi "cubista"
).Se violento un testo che dice "il Tao non è l'Uno" trasformandolo in "il Tao è l'Uno" perchè, parafrasando, l'idea di fondo era buona ma si sono espressi male (!?), significa che addomestico con la frusta quel testo pur di fargli dire quello che volevo lui dicesse (e la cicatrice sanguinante della mia operazione di ammaestramento sta nel fatto che viene stravolto tutto il resto della prospettiva originaria...).
Manipolando spietatamente i testi e i concetti in essi formulati, Marx e Nietzsche potrebbero diventare inseparabili compagni di merende, la bibbia un inno al politeismo e Sant'Agostino un vate dell'epistemologia postmoderna
"Interpretare" non va dunque confuso con il "dimostrare", soprattutto se l'interpretazione non si basa sulla comprensione (primo passo di ogni ermeneutica seria), bensì sul voler rintracciare (o deliberatamente tracciare) quello che si cerca... ad esempio, chi ha una visione fortemente politicizzata (per non mettere alla berlina sempre la povera religione) vedrà significati politici in tutto ciò su cui posa il suo "occhio politicizzante": la musica, l'arte, ogni evento pubblico... chissà, persino nelle costellazioni! E leggerà tutto ciò come palese "dimostrazione", non "interpretazione", a conferma del suo punto di vista... quando invece si tratta di una pseudo-dimostrazione basata sul circolo vizioso: "ogni significato è politico / l'evento x ha un significato / quindi l'evento x ha un significato politico / dunque l'evento x dimostra che ogni significato è politico", dove la viziosità sta nella falsità della premessa maggiore (non dimostrata); falsità che, se non viene individuata, ripiomberà inevitabilmente sulle ignare conseguenze.
A questo punto: le presunte affinità che rintracci dimostrano la validità esegetica del Pierinesimo, o il Pierinesimo ricostruisce ad hoc tali affinità, interpretando quasi tutto in una petitio principii che non rispetta la profondità "semantica" di ciò che incontra?
Per la risposta puoi citofonare a Hegel o, se non è in casa, fare un colpo di telefono a Lao tzu
Con ciò non intendo criticare tutti i contenuti o l'ambizione "monistica" del Pierinesimo, ma il metodo dell'esegesi anarchica con cui il Pierinesimo si procaccia "parassitariamente" alcuni suoi contenuti e le sue conferme (come nel caso di Popper, la mia è un'osservazione metodologica, euristica, "a monte", non ha a che fare "direttamente" con i risultati ottenuti "a valle"...).
Certo, nell'impostare la propria visione del mondo ognuno può relazionarsi con differente attitudine agli altri punti di vista: ad esempio, piuttosto che sostenere che "il taoismo è una prospettiva differente dalla mia" si può anche dire "il taoismo si sbaglia" (passando dall'esser-differente all'esser-vero/falso) o addirittura concludere che "il taoismo voleva sostenere la mia stessa posizione ma non l'ha capita bene e/o si è espresso male" (proiettando la propria ombra sull'altrui prospettiva... sebbene l'ombra, in quanto tale, resti sempre e comunque solo in superficie
).P.s.
Per quanto riguarda il testo che citi, pur non conoscendo degnamente l'autore, quindi leggendolo da profano, avrei qualche passo da evidenziarti (in grassetto):
Citazione di: Carlo Pierini il 03 Settembre 2017, 00:55:42 AMIn questa citazione mi pare che le differenze teoretiche-culturali vengano rispettate, e non dipinte come "distorsioni idiosincratiche locali"(cit.) di un unicum denominatore comune (poi magari Eliade lo dice altrove, non lo so...); inoltre, quella suggerita assenza di "soluzione di continuità" fra creazioni mistico-religiose e vita reale, dà molto da riflettere
"Le polarità, le opposizioni e gli antagonismi non hanno un'origine sociale, né possono essere spiegati con gli avvenimenti storici. Piuttosto, essi sono espressioni di un sistema perfettamente coerente, che informa l'attività inconscia del pensiero. In ultima analisi, ciò che qui è implicito è una struttura della vita, (...) e non vi è una soluzione di continuità tra le polarità e le opposizioni colte al livello della materia, della vita, della psiche profonda, del linguaggio o dell'organizzazione sociale, e quelle afferrate al livello delle creazioni mitologiche o religiose. (...) La comprensione della funzione delle polarità nella vita religiosa e nel pensiero delle società arcaiche e tradizionali richiede uno sforzo ermeneutico, e non una demistificazione. I nostri documenti - siano essi miti o teologie, sistemi di divisione dello spazio o rituali officiati da due gruppi antagonisti, dualità divine o dualismo religioso, ecc., - costituiscono, ciascuno secondo il proprio specifico modo di essere, tante creazioni del pensiero umano. Noi non abbiamo il diritto di trattarli in modo diverso dal modo in cui trattiamo, diciamo, le tragedie greche o una delle grandi religioni. Non abbiamo il diritto di ridurli a qualcosa di diverso da ciò che sono, vale a dire creazioni spirituali. Di conseguenza, è il loro significato e contenuto che deve essere afferrato. Per questa ragione presenterò un certo numero di documenti scelti tra differenti culture. Li ho selezionati in modo da mostrare la sorprendente varietà di soluzioni offerte agli enigmi della polarità e della rottura, antagonismo e alternanza, dualismo e unione di opposti". [M. ELIADE: La nostalgia delle origini - pp.148/51]
