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Messaggi - niko

#2041
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
06 Aprile 2023, 10:51:20 AM
Citazione di: Alberto Knox il 05 Aprile 2023, 23:45:09 PMno ma appunto, per vitalismo non si intende un oggetto fisico, si intende una forza vitale (Aristotele) e anima nell concezione Cristiana. Un altra concezione del vitalismo lo abbiamo avuto nel diciottesimo secolo in cui questa forza venne indentificata con l'elettricità. Alla fine del diciottesimo secolo l elettricità fu sostituita dalla radioattività e puntualmente c'è stato chi ha sostenuto che si potesse instillare la vita in una soluzione di gelatina esponendola alle emissioni di cristallo di radio. Questo è il vitalismo nella storia della filosofia e della scienza. Confesso di capire poco come lo state indendendo voi

Noi (io ed Ipazia) direi che, ai fini di questa discussione, intendiamo con "vitalismo" la filosofia di autori come Nietzsche o Bergson, e simili influenze in letteratura, come ad esempio in D'annunzio.

Non c'entra molto tutto questo, almeno non direttamente, con il vitalismo alchemico o "scientifico"
(consistente nella ricerca dell'ingrediente segreto della vita), che poi si e' rivelato pseudo-scientifico, cioe' confutato dai fatti e dagli esperimenti.


#2042
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
04 Aprile 2023, 12:54:09 PM
Citazione di: Ipazia il 04 Aprile 2023, 11:39:54 AMCerto: metafisica a km 0 ...

... poi, noi umani, possiamo aggiungerci tutte le direzioni e i km che vogliamo, finalismi e significati, così come fa ogni altro vivente con la sobrietà confacente al livello evolutivo, a noi pressoché ignoto, della sua psiche. Sul non vivente possiamo solo metterci intenzionalità umane, visto che di proprie non ne possono avere. Ma qui siamo già in una metafisica truccata dall'osservatore.


Beh, la proiezione di aspetti umani e biologici sul non vivente, può ben essere, spesso, autoillusione, metafisica o poesia.

Oppure può essere il complementare dialettico all'interno di un pensiero complesso, che pensi all'unisono anche la composizione non vivente del vivente, e quindi cerchi di superare, tale differenza, in quanto non veritativa.

Vitalismi che siano anche meccanicismi. Gli aspetti filosofici che più mi interessano.



 

#2043
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
04 Aprile 2023, 02:14:10 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2023, 23:17:57 PMLa vita non ha senso perchè lo è. Ma ci vuole uno specchio per vederlo. In assenza di specchi: lo cercan qua, lo cercan là ...


E' come dire che il senso della lumaca è la lumaca.

Io preferisco pensare che il senso della vita, al limite, sia il poter essere vita di quel che ancora non è vita, il non emergere netto della vita come differenza (radicale e dicibile) da ciò che non lo è, e quindi il suo nascondersi, che vanifica certi facili discorsi; insomma il senso della vita come vitalità.

La bellezza, fisica, plastica, plasmatica, non platonizzata e non platonica, e quindi la materialità indifferente a vita e morte, di quello che comunemente noi chiamiamo "vita".

Bellezza non platonica la cui "eternità" (ovvero il cui ritornare) dipende dalla sua non differenza assoluta con l'inorganico, dal suo seguire lo stesso ordine di intelligibilità e di disposizione spaziale e temporale delle cose.




#2044
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 23:13:34 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2023, 22:50:23 PMSottoscrivo l'intervento di phil, ma faccio notare che il "senso della vita" della lumaca non ci è intelliggibile per limiti nostri, non della lumaca, che magari potrebbe raccontarcelo se fossimo in grado di comunicare (magari un'erbetta particolarmente paradisiaca). Mentre difficilmente potremmo, a meno che non crediamo in un disegno intelligente trascendente, scoprire il senso della vita del vento.




Ecco, piu' che da quello di intelligenza (attiva o passiva) bisognerebbe emanciparsi da ogni concetto di "senso delle vita".

Per un ragionare piu' cristallino, e meno antropocentrico-proiettivo.

Tanto piu', dai sensi "conservativi" della vita.

La vita non ha senso.

O quantomeno, io (da lucido) gia' non so bene quale sia il senso della mia, di vita, difficilmente mi convincero' che invece una lumaca dentro di se' sappia quello della sua.

A prescindere dai problemi di comunicazione.

#2045
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 12:38:25 PM
Citazione di: Phil il 03 Aprile 2023, 11:36:37 AMFarei anche un ulteriore passo (avanti o indietro, a seconda della prospettiva): non attribuire intelligenza né alla vita, né alla natura, ma all'uomo che le osserva, le studia e inevitabilmente rischia di proiettarci inadeguatamente le sue strutture di pensiero (finalismo, intelligenza, senso, etc.). Essere intelligibile non significa avere un'intelligenza, ma essere comprensibile tramite intelligenza (umana, quantomeno). Non a caso «natura», «vita», etc. sono solo concetti identificati dall'intelligenza umana (concetti a cui corrispondono "stati di cose", a loro volta definiti ed identificati, e così via, asintoticamente verso la sensorialità); con tutto il carico "ideologico" e meta-fisico che la storia del pensiero gli ha assegnato.

Io penso ad una intelligenza oltre la distinzione tra intelligibile e intelligente, dunque ad una intelligenza che si e' e si ha contemporaneamente.

L'uomo intende (una piccola parte della) natura, e (una piccola parte della) natura si autointende tramite l'uomo.

La (buona) filosofia e' immagginarsi oltre il limite, che non e' tanto il limite ghestaltico di questo reciproco di immagini totalizzanti tale per cui, se cogliamo l'uomo che intende la natura, non cogliamo la natura che si autointende nell'uomo e viceversa, ma il limite comune proprio della parte rispetto al tutto, limite nella possibilita' pratica di intedimento voglio dire, che in entrambi gli aspetti di questo reciproco "ghestaltico", compare.

La figura dell'umano subire e/o agire intelligenza, non solo e' ambigua, ma e' minuscola rispetto allo sfondo: lo sfondo dell'ignoranza, del caos cosi' caotico da risultare inintelligibile.

La liberta' e' liberta' di ignorare. Pura indeterminazione e suo corredo di conseguenze.

La filosofia e' giocare a fare finta di non ignorare.

Per questo, filosofia e liberta' hanno sempre avuto un rapporto difficile.

Separate in casa.

#2046
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 11:14:15 AM
Citazione di: Alberto Knox il 03 Aprile 2023, 09:49:41 AMNon volevo stravolgere il tuo discorso ma solo far notare che queste tematiche sono ancora oggetto di discussione e divisioni da parte della comunità scientifica e anche filosofica.


Il disegno intelligente in ambiti scientifico o cosmologico e' veramente roba marginale, da invasati, che non sanno distinguere scienza da religione, almeno secondo me.

La (buona) scienza in generale non ha la potenza, ne' la pretesa, di negare un creatore, ma di mostrare che le varie cose -e persone- del mondo, sia considerate singolarmente, che tutte insieme, stanno in piedi, si reggono e si tengono logicamente, anche senza, l'ipotesi di un creatore.

Non nega Dio, ma lo rende superfluo come ipotesi.

E poi, se c'e' un creatore, chi crea il creatore? e il creatore del creatore, e cosi' via all'infinito...

#2047
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 11:09:00 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2023, 08:10:39 AMNon esiste nulla in "assoluto". Esiste, in senso debole, il "disegno intelligente" di ogni vivente di giocarsi la partita che caso e necessità gli hanno assegnato.

Il metro e tempo antropologico non sono l'eterno e l'universo, ma la sezione di realtà che occupano con contratto a termine, simultaneamente colpevole e innocente (la vita è di suo al di là del bene e del male), dalla nascita alla morte.

La scienza rinasce come scienza quando muore come ideologia e viceversa. E rimane tale finché sa resistere alle sirene dell'assoluto e dei suoi soli ingannatori.


Io aspetto ancora che qualcuno mi dimostri che il "disegno" di una lumaca di  sopravvivere e riprodursi mangiando l'erbetta, sia piu' "intelligente" del disegno del vento di soffiare, o di una pietra di cadere.

Insomma la vita non e' piu' intelligente della natura, partecipa dell'intelligenza della natura (logos).

E si afferma al costo di divorare se stessa.

Ha in se' le stesse contraddizioni, dinamiche, della natura.

Non e' una potenza conservativa, se non agli occhi di chi la voglia vedere come tale.

Ma e' un po' poco, vederla come tale, intendo, per fondarci sopra una posizione filosofica.

#2048
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 01:11:48 AM
Citazione di: Ipazia il 02 Aprile 2023, 23:28:18 PM@niko

Non lo si vede dall'osservatorio di un meccanicismo cosmico che unifica tutto in elementi minerali. Non c'è metafisica cosmica che possa sdoganare lo scientismo.

Mi tengo stretto il mio "egocentrismo specificatamente umano e coscienziale" finalizzato al mio benessere perchè è tutto quello che ho e sono. Un finalismo molto fisico e poco metafisico, concordo. Che si accontenta della tappa in cui è stato gettato, senza velleità religiose o cosmiche nell'iperuranio trascendente dell'evoluzione non conservativa. Lascio ad altri sperimentare da Empedocle.

Volere asseverare, o falsificare, l'infalsificabile senso antropologico della vita e dell'universo, è vano come andare al pozzo con un secchio bucato.


Ipazia, Ipazia... 

Se esistesse una differenza assoluta tra vivente e inorganico, (e, ci aggiungo, se esistesse una evoluzione conservativa che la conservi, la differenza intendo, nell'unico modo possibile: manifestando in modo intelligibile tale presunta dualità nel tempo e nello spazio) non esisterebbe ad oggi la scienza, e quindi nemmeno questo simpatico tread, in cui tu ne profetizzi la fine...

Per il resto vedi sopra, la risposta che ho dato ad Albert vale anche per te.

#2049
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
03 Aprile 2023, 00:58:00 AM
Citazione di: Alberto Knox il 02 Aprile 2023, 23:14:59 PMma questa è una  interpretazione. I fisici, i biologi , gli studiosi della biogenesi su queste questioni fondamentali si dividono , eppure i dati sono quelli per tutti ma quando poi si tratta di pensare a quei dati , a quelle scoperte , per avere una visione complessiva e per dare un signficato complessivo a loro, e per giungere esattamente al significato complessivo della natura dell universo e l'origine della vita , ecco che i dati che la ragione e le esattezze che la ricerca consegna, vengono interpretati diversamente dalle stessi menti che quei dati li hanno prodotti , e allora abbiamo un premio Nobel per la fisica Steven Weinberg che dice " quanto più l'universo ci appare comprensibile tanto più ci appare senza scopo" e un altro premio Nobel per la fisica Freaman Dayson che dice l'opposto " quanto più lo esamino e studio i particolari della sua architettura tanto più numerose sono le prove che l'universo doveva già sapere che saremmo arrivati" da un opposto all altro. L'origine della vita,abbiamo Jacques Monod , premio nobel per la medicina , che dice " siamo figli del caso" e abbiamo un altro premio Nobel per la medicina Christian de Duve che dice esattamente il contrario, parla della materia come Vital dust , polvere vivente, da cui il titolo del libro (di difficile comprensione e lettura per i non addetti ai lavori). E quindi? quindi come dicevo la ragione , la ricerca , la sperimentazione consegna esattezze ma quando poi si tratta di giungere a capire il significato complessivo , filosofico di queste esattezze che vengono consegnate ecco che la ragione non è in grado di chiudere il cerchio e lo dimostra appunto il fatto che gli scienziati stessi si dividono. Le percentuali poi in cui si dividono è relativo, ci sono epoche in cui si dividono di più a favore della tesi e ci sono epoche in cui si dividono più a favore dell antitesi ma la questione di fondo è la divisione. Che ripeto, non riguarda i dati ma la visione significativa complessiva e ultima della natura dell universo e  della vita a cui quei dati vogliono condurre. 


"caso" nel mio discorso si contrapponeva a "disegno intelligente" e quindi a realtà trascendente del finalismo, umano o divino che esso sia.

Infatti limitare il finalismo al finalismo umano, o comunque biologico, SEMBRA una mossa intelligente che salva capra e cavoli, (ed è la mossa di Ipazia), ma non lo è, perché un finalismo umano che scaturisce temporalmente e localmente dal caso o dalla necessità, sempre un falso finalismo è, e resta. Il caso, o la necessità, non solo lo precedono e lo seguono, ma effettivamente, (se ci si pensa su due secondi a mente lucida e senza pregiudizi antropocentrici o biocentrici), lo ricomprendono, e non viceversa.

Or dunque, se tu mi fai un discorso che contrappone "caso" a "necessità", citandomi ad esempio De Duve o Monod, stravolgi il mio discorso, perché io nel mio discorso intendevo "caso" in senso lato, o in senso "debole", se vogliamo.

Te la metto in modo più chiaro: io, quando affermo che la vita puo' generarsi per caso, intendo che la vita può originarsi per un "caso" in senso assoluto, cioè come momento di un processo che poteva andare diversamente da come è andato (e produrre così un universo eternamente morto, senza vita) OPPURE per caso come suddivisione spaziale e temporale di una più grande NECESSITA'.

Quindi chi volesse affermare che la vita si generi per necessità (De Duve in contrapposizione a Monod) in realtà non solo non mi confuta, ma nemmeno mi contraddice: esiste anche già solo in italiano, un significato debole di caso, come caso in contrapposizione ad altri casi che in un dato tempo e spazio devono verificarsi necessariamente, insomma un dado può avere sei facce, ma se faccio infiniti tiri sono sicuro che le facce usciranno tutte e sei, quindi se ad un dato tiro esce ad esempio la faccia del 3, questo è un caso in senso debole o forte, a seconda che io consideri un numero finito, oppure infinito di tiri.

Io credo che ci sia abbastanza scienza e teoria per escludere il disegno intelligente come causa della vita nell'universo, quindi, se, per farla super semplice, le ipotesi di partenza erano:

* caso

* necessità

* disegno intelligente

una volta tolta l'ultima, rimangono solo il caso in senso assoluto o il caso come momento della necessità, come candidate e papabili spiegazioni della vita nell'universo.

E io dicevo "caso" comprendendole tutte e due, e non volendo entrare in ulteriori, e fuori luogo, dettagli.





#2050
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
02 Aprile 2023, 16:20:32 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Aprile 2023, 15:26:57 PM"Sinistrato" non era allusivo, ma letterale. A sinistrare il mondo e a coltivare il bullismo (alto e basso) ci pensano i suoi autonominati padroni, di cui la sinistra storica, come dice ossessivamente Fusaro, è una delle due ali (fucsia). L'altra ala è la destra (bluette). Ma Fusaro sbaglia scomodando l'aquila nicciana. Sono ali di gallina, buone solo per razzolare nel pollaio del Capitale.

Almeno un finalismo i viventi ce l'hanno: preservare la loro vita, al netto di ogni metafisica.


Ah ok, spesso usi "sinistrato" in senso metaforico, pensavo anche stavolta.

In realtà l'identità stessa, l'autoriflessione sensiente o cosciente, della vita che cerca di conservarsi nasce dal caso attraverso il tempo e lo spazio, non c'è nessun finalismo, cosi' come non c'è nessuna differenza assoluta tra vivente e inanimato.

Nessun "soggetto" della conservazione.

Quello che tende a conservarsi, una volta che si instaura, e che noi chiamiamo "vita", è -solo- un certo livello di complessità delle relazioni tra enti fisici, che siano viventi o non.

E per di più, per conservarsi esso deve evolvere. La sua conservazione, prevede la sua non-conservazione.

La selezione del tipo formale più idoneo a mantenersi nell'esistenza presso una complessità mutevole, inizia dagli elementi prebiotici fin dall'inizio della storia di questo universo, non riguarda esclusivamente la vita ma anzi, la contempla come tappa, e la supererebbe in un eventuale universo post-vitale.

Se si prescinde un attimo dall'egocentrismo specificamente umano e coscienziale, è arduo vedere in tutto ciò un finalismo.

Veramente arduo.


#2051
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
02 Aprile 2023, 13:04:33 PM
Citazione di: Alberto Knox il 01 Aprile 2023, 18:08:10 PMNon credo nella reincarnazione e quindi in nessun eterno ritorno che qui viene utilizzato un pò come una spugna per lavarsi la coscienza dal propio ego e voler giustificare la violenza. La legge della natura non è la violenza, la legge della natura è l'armonia e più introduci armonia dentro e fuori di te e più starai bene. è questa la semplice verità. è il principio relazionale di tutte le cose che esistono a partire dalle particelle al lavore dell universo fino ad arrivare al prodotto più raffinato dell universo, ovvero la coscienza, una coscienza che non solo capisce le cose ovvero una coscienza cognitiva ma una coscienza che riconosce il bene, la bellezza , il valore dell amicizia e dell amore per la vita , ovvero , una coscienza morale. Sì anche Nitzche riconosceva che una coscienza morale era necessaria ma con una distinzione un conto è la morale  per i grandi , per i superiori della società , i leaderman , una morale per i signori e un conto è una morale per il popolino. Il signore rispetto al popolino, fa quello che vuole. E tanto più è brutto il popolino e tanto più va trattato con bruttezza , che bisognerebbe eliminarli e fare un igene del mondo sono parole sue, eliminare milioni di malriusciti e queste sono cose che ha scritto lui, non la sorella come dicono alcuni, basta leggere "al di là del bene e del male , la genealogia della morale". 
Vi scrivo una frase di Nitzche :  "Si deve acquistare quella enorme energia della grandezza per foggiare l'uomo futuro allevandolo, da un lato, e, dall'altro, annientando milioni di malriusciti: e non si deve venir meno per il dolore che si crea – un dolore quale non fu mai visto finora". È l'aforisma 964 della Wille zur Macht per chi vuole il riferimento.
Aforisma che hitler leggeva con molta attenzione , era il suo filosofo preferito.
per concludere io non ho niente contro l'idea che bisogna essere forti , ma bisogna esserlo da esseri umani.





Be', io non devo convincere nessuno, tanto meno qui.

Pero' ti facevo solo notare che il fatto, e il possibile pensiero, che se ammettiamo che tutti gli esseri siano racchiusi in una spirale temporale infinita, che sempre li ripropone, cio' stempera il valore "negativo" (cioe,' letteralmente, in grado di "negare", di togliere) della violenza, degli esseri gli uni sui altri.

Se la violenza non ha il potere di negare, di interrompere una relazione, fosse pure la "relazione" intercorrente tra una vittima e un carnefice, non necessariamente la violenza e' (allora) giustificata, ma anzi, va ripensata, e magari modificata, la relazione (eterna, e innegabile ad opera della violenza stessa) in cui la violenza si produce.



#2052
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
02 Aprile 2023, 12:26:03 PM
Citazione di: Ipazia il 01 Aprile 2023, 17:55:43 PMConcordo con nico che la questione dei bulli non ha nulla a che vedere con l'etica, ma semmai con la sua assenza, dovuta ad un ethos sinistrato che non è più in grado di produrre valori vitali, prospettive attivanti, in un basso impero che basso lo è in tutti i sensi.

Bullismo che si è manifestato ai massimi livelli nella covidemia, esercitato su una massa planetaria di vittime ridotte a cavie di affaristi stregoni. Un Bronx epocale, che ha lasciato profonde ferite in un tessuto sociale già in asfissia. Mostrando pure la faccia più impresentabile della scienza a chi ci aveva creduto fino al giorno prima.

Dopo il provvidenziale "andra tutto bene" finirà nella discarica dei miti perduti pure lo scientista "credo nella scienza", sopravvissuto solo come alibi di politicanti, $cienziati e magistrati, collusi col bullismo del potere economico. Residuale nei nostalgici, ma che si scava la fossa ogni volta che a Davos si inventa qualcosa. Una religione in estinzione.

Concordo meno con nico sul fatto che la gazzella sbranata passi felicemente il testimone alla gazzella rinata. Probabilmente avrebbe preferito, in oltraggio alla metafisica nicciana, non aver incontrato il leone affatto. Ve bene sacrificarsi per la causa dell'oltreuomo, ma con metodologie umane, che non escludono atti non violenti di eroismo. Tra pari.


Vabbene Ipazia, se oggigiorno in Italia ci sono i bulli nelle scuole e' sicuramente tutta colpa della sinistra smidollata e delle misure anticovid.

Che dire... tutto ha una logica e tutto si tiene, anche se qualche volta i profani "non ipaziani" stentano a capire come.

Forse, a questo punto, tu pensi anche che il baluardo dei sani valori vitali nelle scuole italiane sia il nostro amato MINISTRO MELONIANO VALDITARA, che contro i bulli ha testualmente dichiarato che bisogna ricorrere a punizioni umilianti, e riscoprire quello che lui ha chiamato:

"IL VALORE FORMATIVO DELL'UMILIAZIONE".

Capito? Il valore formativo dell'umiliazione.

Della serie: bullizziamo il bullo, per realizzare fin da oggi nelle scuole quello che e' il paradiso gerarchiforme di ogni vero fascista (o stalinista): il bullismo al quadrato.

‐----------------------------------

Quanto alla gazzella noi non siamo gazzelle, possiamo emanciparci dalla paura e dal mito fondativo dell'omicidio, o della morte.

Possiamo divenire consapevoli dell'eterno ritorno, che e' il nostro legame con i meccanismi e meccanicismi naturali, la nostra atopia e la nostra acronia, la non centralita' della nostra posizione.

Quello che resterebbe, tolta la morte -data e subita- dall'equazione delle preoccupazioni piu' incalzanti dei viventi coscienti, non sarebbe un triste vuoto nichilistico, ma una nuova morale, che non potendo piu' ponderare LA MORTE, il definitivo, come evento realistico e reale, pondererebbe la VITA, il temporalmente esteso, come quanto di valido, quantomeno  perche' acquistato al prezzo dalla SOFFERENZA.

Noi siamo esistenzialmente indanneggiabili, ma siamo certamente danneggiabili data la nostra possibita', in vita, di soffrire.

Il nostro non soffrire, e non il nostro non morire, dovrebbe essere un obbiettivo razionale.

Siamo gia' salvi, ma la salvezza fa problema.

Le nostre emozioni e sensazioni sono veritative e vivibili solo nella loro estensione temporale (la nostra "casa" ha sempre una estensione), quindi non solo il cosmo non ha in se' stadi definitivi, mete finalistiche, ma neanche noi li abbiamo, in noi.

Fa problema il fatto che viviamo come se ne avessimo.


#2053
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2023, 12:17:21 PMHo notato, andando a cercare la pagina sulle culture colpa/vergogna che è definito come "spettro", non me ne ricordavo o non mi aveva colpito l'ultima volta che l'ho usata anni fa, ma è parola-antidoto a certe forme di determinismo ed esclusivismo..Le due cose convivono indubbiamente, si compenentrano, si completano ed in caso di incompatibilità si escludono, che è forse il caso più interessante perchè risaltano. Chi è il giudice? Nella colpa è variegato e multiforme ciò che diventa voce interiore, tendiamo invece ad associare società maggiormente protese alla vergogna con la materializzazione del giudice nello stato, lo stato etico, che manifesta la vergogna, la indirizza come rappresentante aggregato della società. E da lì, il rischio di passare alla paura  è forte.. Ma è tabù, perchè questo implica progresso e regresso nelle forme sociali, e la cartina geografica indica delle zone del pianeta, e questo è paternalismo, colonialismo e blabla. Ma a livello individuale forse abbiamo ancora il coraggio di vedere questo sviluppo senza sentirci in colpa di fare un affermazione di valore.

Volendo sfruttare l'esempio delle persone ricche che l'ottocentesco Jacopus ha portato, io non penso realmente che in questo caso il maggior cambiamento sia avvenuto nel campo della colpa, ma nel campo della vergogna. Possiamo ancora girare nei borghi medievali e vedere come architettonicamente la ricchezza veniva celata con dei "muri di modestia", i giardini-chiostro che nascondevano statue di marmo e fontane.. Oggi sarebbe impensabile comprare una Ferrari per tenerla in garage di giorno ed uscire solo di notte per stradine non battute. Abbiamo anche il recente caso del fallimento del signor Sam Bankman-Fraud (Fried dopo la fraud) che faceva parte di questo movimento tipicamente americano dove la colpa per la ricchezza si risolve con la beneficenza svergognata che costruisce l'immagine pubblica del filantropo.. peccato fosse una truffa. Esempi che invece hanno a che fare con la colpa sono quelli molto in voga ultimamente riguardo alle riparazioni per i danni coloniali o schiavistici, la colpa qui si tramanda nelle generazioni. Ricorda un prete che veniva a benedire vicino a casa mia, per le case più lontane e per cui la strada era troppo in salita diceva di avere una manleva dal vescovo, lanciava l'acqua in direzione della casa e esclamava "la benedizione del signore passa sette colline!", nel caso nostro, le riparazioni alle nostre colpe passerebbero sette generazioni!


Si, vabbe', sette generazioni...

Perche' non dieci...

Il fatto che anche l'occidente ATTUALE continui a parassitare e occupare l'africa e il sudamerica, in forme neocoloniali e postcoloniali, naturalmente NON sfiora certi posapiano...

Giusto da vergogna a colpa, poteva essere l'evoluzione umana, dato che ancora non si e' superato l'umano...

Tenetevela pure, questa peculiare forma di evoluzione, voialtri occidentali "orgogliosi della colpa" e dell'era nuova che essa dischiude, e che buon pro vi faccia; io RESTO NELLA VERGOGNA in attesa di tempi migliori...

#2054
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
01 Aprile 2023, 16:04:25 PM
Citazione di: Alberto Knox il 31 Marzo 2023, 23:53:02 PMok impariamo a vivere senza feticcio alcuno.  Può bastare?
Sei d' accordo con me se dico che la maturità di un essere umano genera una maturità estetica e che si riversa su tutti i campi? estetica non intendo ad un riferimento alla bellezza, certo sì, anche alla bellezza quindi alla musica, alla pittura, alla cultura, al cinema, alla letteratura, la poesia... ma estetica propio nel senso Greco del termine cioè come "sensazioni" . Quindi una maturità che ti porta ad avere una coerenza tra le  sensazioni. Per cui se uno ascolta un certo tipo di musica è naturale che preferisca anche un certo tipo di poesia ed è naturale che preferisca un certo tipo di pittura ecc ecc
Questo a proposito della coltivazione di sè. La maturità di una persona si misura anche sulla sua consapevolezza e autonomia dei propi gusti. Fatta questa premessa metodica , noi abbiamo la sensa zione del bene ? bene inteso come armonia, aggregazione , relazione o abbiamo la sensazione dell antitesi del bene, cioè la lotta, la rivalità , il conflitto, la supremazia , volontà di potenza come diceva Nitzche. è ovvio che entrambi sono presenti nel mondo. E quindi per bene intendo quella dinamica che fa sì che in principio ci sia l'essere e non "il non essere" e quanto più si favorisce questa dinamica del bene tanto più state bene e tanto più diffondete salute e diffondete benessere dentro di voi e attorno a voi. Nitzche questa cosa che ho appena scritto la ritiene un idiozia perchè dice "ma davvero? ma hai presente la natura che cos'è? hai presente cos'è la storia? hai mai visto come è la giungla e la sua legge? ti vuoi svegliare e accorgere che quello che manda avanti il mondo non è certo la tua armonia strampalata che dici ma è piuttosto la lotta? la supremazia dei più forti? e quindi se anche tu vuoi essere naturale devi semplicemente esercitare quella legge che governa il mondo che non è il tuo bene ma è la potenza! e tu sarai tanto più vero e naturale quanto più tu dirai sì a questa potenza e quanto più tu sarai volontà di potenza. Perchè tutto! è volontà di potenza lo vuoi capire? piccolo Platonico kantiano idiota." infatti secondo Nitzche ci sono tre grandi idioti nella storia del prensiero ; il primo è Platone, il secondo è Gesù e il terzo è kant. Ovvio nitzche non era solo questo , ma è stato anche questo. E c'è una cosa da dire , lui è il vero e propio imperatore teoretico dei nostri giorni . I nostri giorni si muovono sulla base della filosfia Nicciana , basta guardarsi attorno e lo vediamo, bullismo, anarchia, tifoserie che si ammazzano a vicenda, guerra, interessi , la filosofia dei giovani è "abbassare il prossimo per innalzare se stessi" . Hai detto che l etica è fondamentale , eccola qua.



In Nietzsche l'elemento "demonico" della volonta' di potenza e' ampiamente compensato dall'elemento "angelico" dell'eterno ritorno.

E' un equilibrio potenzialmente meraviglioso, per chi lo comprende.

Siamo tutto eterni nel grande ciclo del tempo, quindi l'estrema violenza che gli esseri naturi esercitano (o, se vogliamo: sembrano esercitare) gli uni sugli altri, e' estrema violenza degli, e sugli, indanneggiabili.

Esistenzialmente, intendo, indanneggiabili.

Continuamente nuovi sotto il sole.

Cento volte il leone sbrana la gazzella, cento volte la gazzella rinasce.

L'innocenza e' figlia di una colpa infinita, ne' consegue nell'attimo presente senza cristiana liturgia, senza parola di redenzione.

Nel divenire consapevi di questo si puo' impazzire, o si puo' comprendere che la dicotomia uccidere/morire davanti all'abisso del tempo e' nulla e la dicotomia subire/infliggere sofferenza, davanti a quello stesso abisso, e' tutto.

Non ci sono colpi di grazia, non ci sono colpi finali, nel duello danzante della vita.

Questo, dovrebbe cambiare non la necessita' del duello, ma la strategia di ognuno dei contendenti, il modo stesso di duellare.

L'etica degli (esistenzialmente) indanneggiabili e' ancora di la' da venire perche' passa per la presa di coscienza della loro indanneggiabilita'.

Nessuna morte, nessun omicidio (nessun lutto...), verra' a dare senso alla vita.

Neanche quella di un ebreo crocifisso duemila anni fa.

Dovete stare nella vita, e nelle sue leggi.

Perche' non c'e' altro posto dove stare.

Con i bulli di oggi, tutto questo direi che non c'entra niente, la nostra societa' non e' nietzscheana manco per niente, da cui questo mio piccolo fuori tema.


#2055
Tematiche Filosofiche / Re: La morte della Scienza
31 Marzo 2023, 11:39:25 AM
Citazione di: Ipazia il 31 Marzo 2023, 10:40:37 AMDopo un ripassino dei tuoi presupposti filosofici posso dire che è piuttosto la grammatica husserliana, la fenomenologia, ad essere superficiale rispetto alla questione da me posta, tanto in economia che in scienza, perchè sotto la crosta fenomenologica la sostanza ontologica del fenomeno religioso è il feticcio.

Il feticcio muove l'economico nella forma reificata della merce e del denaro ("feticismo della merce" di marxiana lezione), e muove la scienza nel feticcio della Verità, incarnata dalla comunità scientifica, ecc. (vedi sopra).

In ciò sta il carattere religioso dell'Economics e della Scienza in cui, "noeticamente", si crede. L'atto di fede è manifestazione fenomenologica squisitamente religiosa. O no ?

Nietzsche ha incardinato la noesis alla volontà di potenza e in tutte le manifestazioni antropologiche ne ha seguito il percorso in tale chiave, altrettanto legittima in chiave psicologica, ma meno esaustiva del "corpo mistico del feticcio" in chiave antropologica.

La gaia scienza nicciana non è la scienza, tantomeno la Scienza e la $cienza. La gaia scienza è scienza umana oltreumanante, ricambio noetico tra uomo e natura, citando un po' di gente. Con debiti e costi ragionevoli, non viziati da volontà di potenza deteriorate.

Se non si risolve la questione sostanziale del feticcio, l'odio del corpo rimane un sintomo, più che la patologia.

Perchè l'intenzionalità non dovrebbe essere rivolta al futuro in entrambi i casi...

Appunto, rivolto al futuro che la natura gli concede, tanto quanto la sua scienza che ne ha di più.

No, la critica alla scienza non è necessariamente un ritorno al passato (nostalgica piuttosto che nichilistica, direi, alla Fusaro) ma una antinichilistica azione in divenire contro il Minotauro che vuole finire la storia entro il labirinto che gli è stato costruito intorno. Ma, come insegnano i grandi filosofi, c'è sempre un piano B ad opera del costruttore di labirinti: le ali. Che ci salveranno pure dalla Scienza-Minotauro.

Sono stanco di questo umanesimo pseudo marxista in cui, dell'uomo, si vorrebbe (ri)cambiare tutto per non (ri)cambiare niente.

Noeticamente e non solo.

A questo punto, tu mi fai preferire il transumanesimo, elitario e pacchiano, di Elon Musk e dei potenti.

La questione del feticcio non basta, ad accomunare scienza, ad economia e religione, e questo mi pare di averlo gia' detto.

Il feticcio e' natura pseudo-innocente che sorge immemore dall'oblio stesso dell'artificiale.

Oblio che e' naturale, in una mente e in una coscienza che non puo' e non vuole, avere memoria di tutto.

Esso, il feticcio, e' l'oggetto-artificio che esistendo, secondo il suo proprio ritmo, dal tempo della nascita dell'uomo che lo guarda e' come se esistesse, per egli, da sempre, e' il potere dei morti sui vivi: esso e' l'ambiente stesso dell'animale umano, che attraversa la parola, la coscienza un'educazione condizionate...

Se pensi che basti, liberarsi dal capitalismo per liberarsi da tutti i feticci...