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Messaggi - green demetr

#2041
Citazione di: odradek il 28 Aprile 2019, 15:06:53 PM
Un esame linguistico elementare evidenzia in ogni titolo ed in ogni paragrafo introduttivo (da bugiardino o da retro di copertina) termini e concetti che son della filosofia o della sociologia.
Questi son legione. Il marketing è una macchina teologica ed una macchina filosofica.

E produce concetti ( quello che dovremmo fare noi) e produce strategie (che noi non sappiamo\vogliamo fare) e produce consenso (e qua manco si pone il problema).
E' il marketing una forma di conoscenza dell'uomo ad un livello analogo, superiore, od inferiore al nostro ?
Abbiamo qualcosa da imparare da loro ?  
Loro cercano nell'uomo motivazioni e desideri, e ne mappano ( ai loro fini ) i territori mentali. Non dovrebbe essere questo uno dei nostri obiettivi ?
Abbiamo qualcosa da imparare da loro ? Sanno qualcosa dell'uomo che noi non conosciamo ? Oppure quello che loro conoscono, motivazione e desiderio, lo abbiamo nascosto sotto il tappeto ?

Certamente lo abbiamo nascosto sotto il tappeto, ed è proprio su questo che il marketing funziona.

Il marketing porta fuori quello che la società nasconde sotto il tappeto.

Il punto è politico, poichè sotto il tappeto c'è x, si sentono in dovere di eliminare tutte le y che erano sopra il tappeto (e questo è bellissimo) per poi mettere DI NUOVO sul tappeto nuove y che impediscano alle x di uscire.

Una ideologia che cerca di soverchiare un altra.


Sul punto della post-metafisica, invece attendo con curiosità, perchè secondo me, non esistono simili libri "ontologici". (essendo in fin dei conti l'ontologia tutti gli oggetti y sul tappeto.

#2042
Citazione di: odradek il 27 Aprile 2019, 12:55:00 PM
a Green Demeter


".....naturalmente nessuno si occuperebbe di tali questioni se non esistesse davvero un essere che si chiama Odradek.
A prima vista sembra un rocchetto piatto di filo, a forma di stella, e in effetti sembra anche avere del filo arrotolato; si tratta però solo di pezzetti di filo strappati, vecchi, annodati e anche ingarbugliati fra loro, di tipi e colori dei più disparati.
Non è però solo un rocchetto, ma dal centro della stella spunta un piccolo bastoncino obliquo, e a questo bastoncino un altro se ne aggiunge ad angolo retto. Aiutandosi da un lato con quest'ultimo bastoncino e dall'altro con un raggio della stella, il tutto può stare in piedi come su due gambe.**

F. Kafka.

**estremamente a latere *ed "esercitazione ermeneutica" : *// è immediata e lampante la "connessione" con il Principe Homburg  //*  perchè? e cosa ha che fare tutto questo con la convinzione che l'inconscio  non esista ? E la gramigna cosa c'entra ?

citazione :

" Il mondo è già dominato dai robot, basta vedere come il fanatismo ideologico identitario che esprime un odraek, divida immediadamente chi può parlare, l'ontologia analitica, e chi deve tacere, appunto la sociologia e la psicanalisi. (non a caso credo)."

dove ha letto qualcosa che possa far pensare a fanatismo ideologico e  per quale motivo non ne chiede conto ? a chi pensa possa interessare un giudizio su un tizio che nessuno conosce ? [ ("io"), non lei ],  pensa che sia inerente alla questione ?  vuole stuzzicare l'ego di un altro utente stimando che ne possegga uno simile al suo ?  vuole trascinarmi in una polemica ?  desidera la mia attenzione ?  vuole intavolare una discussione sulla psicoanalisi,  oppure sulla sua efficacia terapeutica- che non ne giustifica gli assunti teorici- ? vogliamo discutere sul complottismo le lobby , cosa significhino e come vengano analizzate dalla sociologia ? perchè sempre cercare un bersaglio ? perchè non fermarsi a discutere ?

Di che diavolo sta parlando mister odraek? discutere di cosa?
Non abbiamo gli stessi interessi, perchè dovrei soffermarmi alle sue provocazioni sulla psicanalisi? Lei mi pare un utente abbastanza intelligente, per cui sto aspettando il giorno in cui da qualche suo intervento possa uscire qualcosa di utile per una discussione comune. La mia posizione filosofica è quella idealista, il mio maestro reale però non è Hegel, bensì Nietzche. Non il Nietzche logico-filosofico alla Cacciari e alla scuola americana, bensì quello delirante e impazzito.
Lei mi pare un analitico, uno che fa della forma e non della sostanza il pane della sulla vita. Ma c'è stato un intervento suo, che in realtà mi ha fatto balenare che lei vada oltre certe mere posizioni di fondo, assiomatiche direi quasi, lei vuole andare avanti. Finora però non ho visto ancora niente che mi ispiri positivamente.
In sintesi mi pare le nostre posizioni siano inevitabilmente contrarie, e che una discussione sia possibile solo laddove vi sia un andare oltre alcune assiomatiche su cui mi pare lei sta insistendo.

Se poi le ha qualche idea sul rocchetto (io non l'ho capita ancora questa questione lacaniana) me la proponga invece che metterla lì a modo di enigma esoterico, e nello stesso tempo se giudica la analisi non validabile a livello terapeutico, non si preoccupi, la legge italiana già oggi prevede che l'analista debba essere un medico.
Una barbarie (una delle tante) del nostro povero paese.

saluti.

#2043
Citazione di: Ipazia il 27 Aprile 2019, 09:10:49 AM
La natura umana è dualista: da un lato la natura biologica, dall'altro la trascendentalità del pensiero, con la sua creatività e i suoi fantasmi che si materializzano in feticci. E' l'unico dualismo archetipico di cui abbiamo certezza. La trascendenza non fornisce risposte. Deus è absconditus. Se mai è esistito pare averci abbandonato da un bel po'. Forse da quando abbiamo scelto l'albero della conoscenza del bene e del male. Da allora ha fatto dei tentativi per riprenderci, ma gli esiti sono stati disastrosi. L'ultimo l'altro ieri a Ceylon. Non ci resta che inseguire il nostro fato, fatto di molta tecnoscienza. I padroni del vapore finanziano tutto, non solo l'ontologia analitica. Solo un suicidio collettivo potrebbe sottrarci al loro finanziamento. La storia umana si cambia, ma solo dal suo interno, facendo leva sulle sue contraddizioni: questa è la lezione di Marx.

Le contraddizioni manifestano il conflitto. Ma il conflitto è naturale, non fantasmatico. Non l'abbiamo inventato noi. L'abbiamo solo amplificato mettendoci del nostro: il bene e il male. Ma al punto in cui siamo possiamo solo (eticamente) gestirlo mentre i lavori, spesso orrendi, sono in corso. L'aldilà è di là da venire.

Tu dici la metafisica 1.0: da Platone a Nietzsche voleva trarre l'umano dai fantasmi ed è riuscita solo ad allevare tiranni. Come diceva Ghezzi: la verifica è incerta.

Mmm comincio a capire la tua critica in cosa consista, mentre prima mi pareva abbastanza sconnessa.

Tu continui a rimproverarmi di voler utilizzare la metafisica 1.0, ma io non l'ho mai pensato.
Anzi diciamo che il mio fare filosofia parte proprio dal capire che la metafisica, e ancor prima la religione (induista nel caso mio) portano a posizioni ideologiche.

La mia domanda è se il fatto che avvenisse fosse casuale o meno.
Purtroppo io, come te, non credo affatto.

Appurato questo, però tu ti sei buttata, e quindi mi pare ancora nell'ordine della disconnessione, nella filosofia materialista (sempre in maniera brutalmente detta).

Certo la scelta del dove agire "dentro o fuori" è una questione centrale.
Agire da fuori vuol dire non intendere la forza della morale del dentro.
Agire dal dentro significa lo stesso, non solo non intendere la forza morale del dentro, ma addirittura, di fomentarla.

Entrambe le posizioni sono aporetiche, di fatto.
O ci svegliamo,e capiamo che questa non è una politica effettiva, oppure gireremo sempre a vuoto.

Tra l'altro la questione dell'identità, non l'ho scelta a caso, è infatti in corso un revival revisionista, che tenta di spiegare i fenomeni della svolta a destra (vedi vox)
attribuendo il problema proprio ad un presunto mal funzionamento del procedimento meccanico, che le società illuminate hanno in mente per noi.
I robot vanno resettati. Ovviamente anche queste sediziose lobby sono in piena crisi ideologica, appunto identitaria. La storia avanza impazzita.

Ripeto, io non sto facendo il piangina, tipo ah le università sono pagate dai reazionari, io sto solo facendo quello che posso all'interno del trascendentale.
(concetto a cui mi pare tu sei legata)

Non ti sei mai chiesta come mai Kant lo chiami trascendentale?

Perchè è in relazione col trascendente.

La vogliamo vedere come criticismo e non più come idealismo (bandiamo l'idea di Dio),mi sta bene, solo se riesci a cogliere allora il legame RAZIONALE, tra ciò che noi possiamo vedere a livello trascendentale.(in quel caso capisci che il razionale diventa il trascendente)
Vogliamo rimanere nel limite? benissimo, applichiamo allora una teoria funzionale a tale auto-confinamento (castrazione).
Non mi metto a fare il piangina. Voglio vedere il Logos, il perchè qualcuno afferma delle cose, di tutto il resto, chissenefrega.

Comunque accetto ora serenamente la tua "rabbia" verso la metafisica, non illuderti, non la condivido, ma ora almeno ha un senso. (la critica interna alla struttura sociale tu cerchi)
#2044
Citazione di: Ipazia il 25 Aprile 2019, 21:39:29 PM
L'evoluzione del pensiero filosofico di Marx inizia con le Tesi su Feuerbach in cui già si prende il largo dall'idealismo hegeliano. Lo sviluppo di questa posizione filosofica è ben delineata nella Prefazione a per la critica all'economia politica (4° paragrafo) in cui la concezione materialistica della storia viene completamente delineata.

Il feticismo nasce con la religione, ma poi si estende a tutte le forme di dominio politico-economico attraverso il processo di reificazione, "oggettivazione", di rapporti sociali dissimulati in insuperabili rapporti tra cose. La centralità dell'economia nei rapporti di forza all'interno della società spinge quindi Marx a spostare lì il focus del suo studio individuandone gli elementi di feticizzazione, reificazione, oggettivazione che funzionano allo stesso modo, ed anzi hanno ampliato a dismisura il campo di applicazione e le metodologie di feticizzazione (merce, denaro, titoli finanziari, rating), ai nostri giorni. Direi che il passaggio dalla concezione materialistica della storia al focus economico è totalmente coerente nella teoria marxista.

Nel contesto della dittatura politico-economica del capitale si sussume anche lo strumentario tecnoscientifico, che non può essere interpretato come potere a se stante se non attraverso una ennesima mistificante reificazione. Forse un giorno comanderanno le macchine, ma oggi a comandare, dietro quelle macchine e quella ricerca, ci sono uomini e precise, fortemente autocoscienti, aggregazioni di classe (Bilderberg, Trilateral, Stati e alleanze imperiali).

Di Hegel in Marx resta solo il modello dialettico triadico (il pensiero occidentale è succube delle terne), ma trasferito dal mondo delle idee a quello dei rapporti sociali di classe. Con una puntatina "davintriana" nella dialettica della natura che ha metafisicizzato nel senso più deteriore del termine la dottrina, creando non poche pietre d'inciampo allo sviluppo della scienza sovietica. Pessimo esempio di metafisica ad usum vili. Almeno di quella ce ne siamo liberati. Un conto è trarre stimoli metafisici dai processi naturali, un conto è trasformarli nel nonsenso di dogmi scientifici. Cosa che purtroppo ha coinvolto anche il marxismo.

La coscienza di classe, come spiegato nei link dell'inizio, è epifenomenica alle condizioni di classe e il suo compito per le classi subalterne è rimuovere i feticci dell'ideologia dominante che neutralizzano, fino alla nullificazione, la lotta di liberazione.

Ogni società ha un suo ethos che poi si positivizza in nomos. Questo processo non è inesorabilmente condannato all'ideologia, qualora ci sia una solida formazione civile antifeticistica e antidogmatica. La norma, e l'etica che la ispira, devono mantenere un elevato grado di falsificabilità. Ovviamente ciò è più facile in una società di uguali. Laddove vi è diseguaglianza, prospera anche la mistificazione ideologica e la macchina di propaganda che la attua.

Solo una società priva di conflitti può rinunciare all'ethos, ma questo non accade neppure in un branco di animali allo stato di natura o in una famiglia umana per quanto coesa. Visto quindi che la morale è inevitabile, essa deve essere trasparente fin dai suoi fondamenti. La trasparenza del sistema è  garanzia contro la deriva ideologica.

Il fatto che il conflitto esista è proprio dovuto all'incapacità dell'uomo di sottrarsi al suo feticismo, e cioè in termini psicanalitici di sottostare al fantasma di dominio che lo aliena.
La morale quando è trasparente è esattamente la visione dell'ideologia, ossia del fantasma.
Scambiare quel fantasma per reale, è il grave errore perdurante dell'umanità che non studia sufficientemente la metafisica e le religioni.

Anche se è evidente che la politica della metafisica e della religione, ossia la loro stessa negazione, hanno prodotti mostri uguali a quello dell'uomo robot.

Il mondo è già dominato dai robot, basta vedere come il fanatismo ideologico identitario che esprime un odraek, divida immediadamente chi può parlare, l'ontologia analitica, e chi deve tacere, appunto la sociologia e la psicanalisi. (non a caso credo).

Ora si tratta di sapere se la cosa sia così in Marx, se egli sia un alleato o meno. O se la sua politica sia un abominio, come molti amici pensatori mi stanno facendo notare, ma io non credo che il vero Marx sia quello che mi vogliono far passare.
Stessa cosa per Hegel.

Si tratta di ragionare meglio sulla metafisica 1.0

La metafisica non c'entra nulla con gli universali, non è una questione logica, non lasciarti convincere dalla filosofia analitica.
Ti basterebbe pensare che è finanziata dalle lobby imperialiste.

Veramente non  capisco questa tua doppia natura, da una parte consapevole, e dall'altra completamente naive.

Ma forse è una questione della confusione di questi tempi.


#2045
Ciao Socrate,

a me interessa più cosa comporta questa resurrezione.
devo dire che la fascinazione della bibbia mi ha sottratto agli studi del cristianesimo,
tra l'altro giovanni mi chiama. Quindi per ora ho solo delle vaghe impressioni.

credo che la resurrezione sia proprio un momento sospeso, me lo sono sempre immaginato così.
una allucinazione collettiva, uno spaccarsi dei cieli, prima e dopo l'Evento, l'Avvento.

Credo forse il momento del terrore, del mio terrore, forse lo stesso dei discepoli, della gente che incontrava il gesù storico.
Di me bambino, di me adulto.

Non si tratta di fede, si tratta anzitutto di un terrore.
(e il terrore in psicanalisi è proprio la paura di DIO)

E infatti secondo me, è passato molto tempo per ricostruire con delle narrazioni quella paura, fino alla costruzione ahimè dei controllori della fede.
Come dire che quel terrore non deve essere più ridestato.
Solo un maniaco depressivo come Lutero, poteva riportalo indietro.

Credo che la resurrezione è comunque il momento più alto e misterioso dei vangeli.

Per questo non riesco solo a balbettare qualcosa. Pensieri in cui inciampo.
#2046
Citazione di: Pio il 24 Aprile 2019, 20:37:36 PM
Sono d'accordo sostanzialmente con l'esposizione del forumista davinintro. Si potrebbe sintetizzare con: le nuvole vanno e vengono ma il cielo rimane sempre lo stesso.

Cosa la convince del discorso sull'ontologia? che io riscrivo discorso dell'identità.
#2047
"Il richiedere di falsificare teoreticamente il pensiero metafisico usando il post-metafisico, e viceversa, rischia di diventare un pindarico esercizio filosofico sul teorema dell'indecidibilità di Godel " cit phil

Ma non si tratta di rinnegare la metafisica 1.0, il controllo del discorso è semplicemente proprio sulla correttezza metafisica, dei sui passaggi.
Il problema vero dell'indecidibilità riguarda gli assiomi di questo controllo.
O meglio ebbi questa intuizione, ma poi mi è sfuggita di testa.
Nel 3d che dedicai alla metafisica 2.0, alla fine mi aiutasti a capire, che non c'era modo.
Rimane l'aporia dei fondamenti e quindi rimane anche l'aporia di non poter controllare la metafisica 1.0 come vorrebbe per via ontologica Davintro.
Ripeto ontologica proprio no. (inconciliabilità con Davintro)

Ma metafisica si.
Rimane da chiarire cosa sia questa metafisica 2.0
Il gioco al tavolo mio è proprio questo. Ed è il gioco della psicanalisi che fa le pulci alla religione.
D'altronde la fondazione ermeneutica, è già di per sè aporetica.
Ciò che fonda, non è una interpretazione.
La vita non è una interpretazione e qui arriviamo alla nostra di inconciliabilità ;)  in questo senso aporetico proprio no.
La vita non è una farfalla. La farfalla è ciò che aleggia intorno alla brutalità delle ipotesi.
Una grande lezioni di ironia, ma su questo siamo ampiamente d'accordo.
#2048
"le proprie idee fintanto che continua a reputarle valide e ben fondate, senza lasciarsi condizionare dogmaticamente dal timore di restare isolato rispetto a un clima culturale che percorre nella sua quasi totalità strade del tutto diverso." cit davintro

Si ma l'isolamento dimostra proprio del distacco tra università, che pretende un pensiero ben formato, e realtà, in cui evidentemente quel pensiero non era così ben formato.
Non mi sei mai piaciuto più di tanto, ma fin quando rimanevi nella tua barricata materialista, in fin dei conti chi se ne frega. Tu e la tua ontologia da 4 soldi riduzionista.
La tua pretesa di venire dalla parte spirituale, portando dentro la follia del discorso universitario, è invece parecchio pericolosa.
Non tanto per te Davintro, ma per il fatto che tu ti fai portatore, non consapevole di una ideologia mortifera, che una volta consumata se stessa, ossia avendo eroso la parte materiale, ora vuole anche quella spirituale, che è la vita. E la vita non è dentro l'università.
Orrore. (alias è una delle sintomatologie della fantasmatica che sta sviluppando il discorso bio-politico (italian modern theory, così ribatezzati dagli americani i lavori di Agamben, Esposito, e ultimo arrivato Cacciari, cioè gli americani si sono accorti ora di Cacciari....sebbene Cacciari si sia detto contrario al discorso bio-politico, dei primi 2, ma questa è un altra storia)

"Di nuovo, si ha la conferma che solo una metafisica può pretendere di contrapporsi a un'altra metafisica" cit davintro

Serve una metafisica 2.0 non è ovvio Davintro?
#2049
Citazione di: Ipazia il 24 Aprile 2019, 09:32:44 AM
Citazione di: green demetr il 24 Aprile 2019, 00:41:07 AM
La morale è l'ideologia, non è la soluzione!

L'etica è l'unico sapere in cui la filosofia può dire qualcosa di sensato. Più dell'astrologia, del prete e dei cenacoli iniziatici. Un filosofo della stratosfera dovrebbe conoscere la differenza tra morale e moralismo. E, seppur ispirato dal Maestro, capire che alla fine anche lui andò a parare nella morale: dei signori. L'umano non è nè cattivo, nè buono. Semplicemente è. Etica è teknè della sua migliore sopravvivenza possibile. A differenza delle sette, non ha nemmeno bisogno di una sovrastruttura ideologica bizantina che vada al di là delle regole di convivenza qui ed ora di una comunità di uguali (almeno nei diritti e doveri). La filosofia serve pure a capire dove va a parare l'ideologia. E a trarre le opportune contromisure. Come insegnano i maestri.

P.S. Questo l'ho letto anch'io  ;)


Guarda disprezzo più la morale che il moralismo, che ne è solo la ovvia conseguenza.
Come ho già detto Nietzche lo stimo per via della sua lotta psicologica alle grandi spinte mortifere che abitano il mondo.
Della sua politica, della sua etica, che poi è una estetica, non condivido niente.
(infatti rimango di sinistra).

Dire che l'umano è non vuol dire niente, bisogna argomentare.
Se vuoi si può ripartire da una mia intuizione che ritengo tutt'ora basilare ossia che la filosofia di Marx, non è in sè una filosofia, essendo una economia politica, ma come sappiamo il primo libro del capitale è quello ritenuto filosofico.
Dunque, come si passa dal filosofia al contenuto "scientifico" economico-politico?
Sembra un controsenso a me.
A meno che non si vada a fondo della cosa.
Ricordo che ad una prima lettura, mi colpì la frase "gli uomini sono principalmente collettori di cose". Questa signori è una dichiarazione antropologica, che presuppone tutta una serie di letture intermedie, che bazzicando le comunità comuniste in rete, ritengono sia il superamento di Hegel. Dallo spirito alla materia, in estrema e brutalissima sintesi.
Mi sembra che anche tu ti muova all'interno di quella che a mio parere, e seguendo il filosofo Zizek, assiduamente da diversi anni, capisco sia una ideologia, di quelle brutte, di quelle che rendono pessimista la soluzione politica.
Appunto il crollo delle sinistre mondiale, e il definitivo presa di possesso del mondo del liberalismo(fascismo).

Ora qua si tratta di fare scelte, o si capisce, che la presa antropologica di Marx, è un affare del soggetto, e perciò di per se stesso è un processo idealista, oppure si fa i radical chic, che puntualmente in tutte le sedi comuniste, continuo a vedere.

Io non so che tipo di marxismo proponi, mi giunge nuova come cosa.

Se accetti la mia revisione della visione antropologica marxiana, allora converrai con me, che il feticismo è il dato sine qua non ripartire per una analisi più aderente alle vere tematiche filosofiche, che sono appunto quello hegeliane.

Per alcuni commentatori per esempio Severino è un hegeliano integralista.

Questo torna di nuovo al tornaconto di questo 3d.

Identità? o soggettività?

Il feticismo, che contraddistingue l'uomo secondo Marx, è una identita o è lo stesso processo dialettico che porta al soggettivazione, di quella che viene poi chiamata identità? E che in realtà è sempre in movimento, tanto da poter ipotizzare una SCIENZA SOCIALE, che Marx, chiama appunto ECONOMIA POLITICA?

Questa scienza sociale, è figlia del feticismo di cui il soggetto è portatore.
E in quanto portata da un soggetto è impregna di quella spinta trascendente, che viene scambiata mortalmente come ideologia.
Ossia ti ripeto come morale.

Non esiste un uomo morale per Marx, esiste il feticismo, il feticcio, il totem e il tabù.

Certo che dobbiamo dissipare le ideologie. E per farlo dobbiamo dissipare la morale che le nasconde.

Non inneggiare alla morale, e nascondere l'ideologia. Perchè altrimenti significa che non abbiamo mai pensato di criticare anzitutto la nostra posizione, che nessuno ci assicura FUORI DALL'ideologia.

Questa è la filosofia! Le altre cose sono sciocchezze.
#2050
Citazione di: viator il 23 Aprile 2019, 18:06:19 PM
Salve. Scusate. Diatribe interminabili basate su affermazioni di questo tipo "....... l'uomo può benissimo mutare la storia, è nella sua possibilità".

Poichè cosa sia e come si sia svolta la storia lo si può valutare solo a posteriori, non è che per caso l'uomo, parziale protagonista della propria storia e soggetto ampiamente passivo all'interno della storia del mondo fisico, contribuendo ad esse non fa che generarle, altro che mutarle ????!!!!.

Io queste cose le chiamo delirio unilaterale di onnipotenza, mentre altri credono si tratti di discorsi ragionevoli (magari "profondi" !!) e realtà possibili. Pazzesco !!. Saluti.

La scioccheza della storia chi l'ha scritta?
Io?  ;D
Comunque il problema non è che la tecnica domina la storia, ma che domina l'oggetto di cui si occupa.

Certo la tua conclusione è comunque ancora valida, ma ha bisogno di una interpretazione più completa per essere argomentativamente efficace, che non quella "facile" (mica tanto eh, anzi tu bravo a farla) sulla storia.
#2051
Citazione di: baylham il 23 Aprile 2019, 15:42:28 PM
Citazione di: Pio il 23 Aprile 2019, 13:29:13 PM
Quello che va superato non è la tecnica in se ma il dominio della Tecnica sul soggetto. La Tecnica impone al soggetto la suddivisione schizzofrenica e nevrotica in categorie. La storia della Tecnica è la storia delle categorie umane. La storia della Tecnica è quindi una storia di dominio dell'uomo sull'uomo. Il dominio della Tecnica impone la prevedibilità del soggetto. Questo dominio e questa storia vanno rigettati. La Tecnica è un idolo. È come il Vitello d'oro. Se non adori Dio, che è Soggetto e che da senso al tuo essere soggetto, adori il Vitello.

Ritenevo che il linguaggio imprevedibile fosse una caratteristica dello "schizofrenico", invece riscopro che può essere una caratteristica della normalità.

Il linguaggio non è una tecnica, le parole non sono categorie?
"questo dominio e questa storia vanno rigettati" che cosa significa, c'è un modo, quindi una tecnica per farlo?

Se l'"essenza" del soggetto è effettivamente imprevedibile, di che cosa si va lamentando rispetto alla tecnica?

Non mi trattar male Pio!

poi ti risponderà lui.

Intanto ti rispondo io.

il problema è la politica, il rigetto è un atto politico.
Che la tecnica usa il bio-potere oh uomo cieco! è una politica.
Cosa pensi che sia la sociologia? Il PNL? L'uso di droghe?
vogliamo dimenticare cosa era il trattamento sanitario prima di Basaglia?
#2052
Citazione di: Ipazia il 22 Aprile 2019, 23:53:04 PM
Citazione di: green demetr il 22 Aprile 2019, 22:58:34 PM

Per quanto riguarda Heideger e Severino invece la questione è meramente analitica, un semplice prender coscienza dei rapporti di forza tra uomo e il prodotto delle sue scienze.
Basterebbe pensare alla bomba atomica. O alle armi a gas. Se proprio non si riesce a capirne il mero rapporto astratto.  ::)


Forse l'analitica deve andare un tantino più a fondo delle fenomenologie negative cherry picking. Con l'atomo si fanno bombe, ma si curano malattie "incurabili". La tecnologia ha cambiato anche la pace, non solo la guerra. Il prodotto della scienza è sempre più potente, ma opera al di qua del bene e del male, che siamo noi ad aggiungere. Esso favorisce i "fascisti", ma anche gli "antifascisti" che lo sanno usare. Dice niente la guerra intorno alla gestione della rete ?

Robot un corno. Se era per voi Metafisici saremmo ancora a consumare la vita lavando gli indumenti e tessendoli a mano, portando sacchi di legna e carbone sulle spalle, zappando. Analiticamente se ne troverebbero mille altre, dalla medicina all'agricoltura, industria, mobilità, di situazioni risolte dalla tecnica per una vita più vivibile. La tecnica ha sviluppato automezzi inquinanti e biciclette sempre più tecnologiche: sta a noi decidere come muoverci. Non lo decide la Tecnica. Ma forse non siete in grado di capire il mero rapporto concreto. E questo finisce col pregiudicare anche la valutazione del rapporto astratto. Laddove scambiate per tecnica quello che è religione/ideologia. Come nell'economia capitalistica.
.

Sei marxista? Qui c'è da impazzire!

Fammi capire, siccome l'atomo cura le malattie (ma di che parli?) allora non devo vedere che hanno costruito la bomba nucleare????

Senti purtroppo il lavoro su Marx non è cosa che riesco a fare a breve, però ti prego rileggi la parte filosofica, prima di partire in quarta con la lotta di classe, e la religione come oppio per i popoli.

Altrimenti si finisce nel naive! Il problema dell'uomo è che usa l'arma atomica, invece che la sua energia pulita? pulita...vedi giappone...
Il problema è che l'uomo è cattivo? Dai sii seria. Se l'uomo può usare il suo potere, egli lo userà per certo. La storia stessa lo dimostra, il processo dialettico di predominanza della sopraffazione tra classi, lo prevederà.
La morale è l'ideologia, non è la soluzione!
La classe politica di sinistra è ormai allo sbando ovunque nel mondo.
La perenne presa in giro moraleggiante, di fronte alla totale indifferenza delle sofferenze del popolo!!! Arrivano i nazionalismi.
Cristo Santo!
Perchè l'uomo è cattivo ah ah ah!
#2053
Citazione di: Pio il 23 Aprile 2019, 13:29:13 PM
Quello che va superato non è la tecnica in se ma il dominio della Tecnica sul soggetto. La Tecnica impone al soggetto la suddivisione schizzofrenica e nevrotica in categorie. La storia della Tecnica è la storia delle categorie umane. La storia della Tecnica è quindi una storia di dominio dell'uomo sull'uomo. Il dominio della Tecnica impone la prevedibilità del soggetto. Questo dominio e questa storia vanno rigettati. La Tecnica è un idolo. È come il Vitello d'oro. Se non adori Dio, che è Soggetto e che da senso al tuo essere soggetto, adori il Vitello.

mmm si quasi! lo riscrivo La tecnica è il dominio del soggetto sull'oggetto.
intrinsicamente è umana, quanto umano è il trascendente che ci abita.
Il problema nasce quanto il soggetto smette di essere tale, ossia una volta eliminato il trascendente, l'epoca moderna tende a fare dell'uomo un robot, ossia un ente, come se fosse un oggetto inanimato (appunto senza anima).
Dimodo che anche il soggetto che domina un altro soggetto, è visto come tecnica.
Le bioscienze, stanno facendo passi da gigante su questo controllo del soggetto come se fosse un oggetto.
Ora questo desiderio di controllo dell'altro, si riverbera nel suo successo, come nuovo idolo.
In nome della tecnica viene non solo amputato fisicamente proprio il desiderio trascendente, ma viene anzi cercato con veemenza (ossessivamente).
Non ci si accorge che il desiderio diventa un desiderio mortale (thanatos) esattamente come lo è la corsa agli armamenti, e la necessità di usarli.
Io prego di non vivere l'età della psichiatria di massa. Esattamente come chi vive nella pace prega di non vivere negli eccidi di massa che caratterizzano ogni guerra.
Il vil denaro caro Pio, il vil denaro.
#2054
"Esiste solo una sintassi e molte semantiche semmai.Ci deve essere solo una regola che è essenza che coniuga le semantiche, come le regole della matematica per i numeri, come le regole grammaticali per le parole, ecc." cit Paul

Nella matematica si devono inventare ogni giorno nuovi simboli per andare avanti nelle ricerche, i numeri naturali sono da tempo passati.

L'unica regola grammaticale è il segno, so benissimo che è la tua ricerca.
Io non penso che esista una semiotica originaria, spero si capisca.
Ma nemmeno posso dirlo con certezza, quindi se dentro di te vi è questa urgenza fai bene a postulare il tuo preambolo.
#2055
Citazione di: Phil il 23 Aprile 2019, 20:07:38 PM
Concordo con davintro sull'utilità argomentativa del distinguere metafisica e religione: la metafisica della/nella religione è teologia, che non è l'unico tipo di metafisica.
Ad esempio, che l'ontologia filosofica (pilastro della metafisica classica, anche se oggi non si può quasi più affermare) si stia eclissando dietro le scienze naturali, non è una questione che chiami in causa necessariamente il divino; che il pensiero antropologico abbia imparato(?) anche a svilupparsi in modo meno deduttivo-assolutistico e un po' più induttivo-contestualistico, non ha a che fare semplicemente con "la morte degli dei" (idealismi e ideologie non sono solo di matrice religiosa).

Credo che il "comune sentire" attuale abbia perlopiù (non sempre e non ovunque) introiettato la distinzione (e la possibile complementarietà) fra le proposte religiose-spirituali e le informazioni tecnico-scientifiche, metabolizzando e superando i dualismi escludenti e belligeranti del medioevo.

Come già accennato, la differenza fra la meta-fisica in senso etimologico e la metafisica in senso filosofico, pare si stia attenuando sempre più (questo topic credo lo dimostri) e ciò è probabilmente uno dei sintomi "popolari" del cambiamento storico-semantico che sta attraversando la metafisica come disciplina (che poi i suoi contenuti peculiari e il suo vocabolario stiano perdendo la presa sul mondo, per sopravvivere principalmente come metafore ed estetica esistenziale, è solo una mia personale e discutibile opinione, così come quella di non voler "inquinare" lo statuto della metafisica classica avallando il parlare di metafisica pur in assenza di contenuti essenzialmente metafisici, con il risultato di assimilare riduttivamente «metafisica» a «riflessione astrattiva»).

Resta comunque in sospeso la domanda che testa e tasta il "polso fisico" della metafisica in quanto filosofia:
Citazione di: Phil il 13 Aprile 2019, 12:33:31 PM
qual'è lo "stato dell'arte" della ricerca metafisica, oggi, al di là delle sue analisi storicistiche e filologiche?
Se il fatto che le grandi correnti metafisiche sono oggi, se non erro, ridotte alla amatoriale metafisica fai-da-te (da forum o poco più) fa eco a quanto avviene spesso con la religione, ciò non giustifica comunque un'improvvida identificazione delle due.
Se le risposte alla domanda sono: i paralogismi di Severino (avulsi dalla vita esperenziale); l'esigenza psicologica di rimuovere ad ogni costo il nichilismo (capro espiatorio tanto remissivo quanto inconscio); l'anelito monistico ad un "punto zero" (postulato ed infalsificabile) che spieghi la "matematica del mondo" e/o il suo "senso"; l'astinenza da analgesica panacea per schizofrenie e paranoie della cultura che ci circonda (e qui la religione ha effettivamente liberato un po' di spazio), etc. allora, tutto ciò significa che le metafisiche (se proprio ci teniamo a chiamarle così) hanno ancora il loro alveo in cui scorrere, anche se, come è noto, non è più lo stesso fiume in cui si bagnarono Aristotele, Kant e Bontadini.

Ciao Phil è una vita che non ci si sente, ho trovato questo post molto interlocutorio, nel senso però di una sospensione indefinita nel giudizio.

Infatti la domanda è cosa è dunque la filosofia e cosa è la metafisica oggi?

Voglio comunque dire qualcosa sulle tue critiche ad alcune metafisiche che seguo.
Mentre mi pare siamo d'accordo sulla dipendenza analgesica dalla schizofrenia del mondo.
Non è che sono molto contento della critica al nichilismo.
Non è che vi un inconscio desiderio di rimuoverlo, bensì di attraversarlo direbbe Nietzche.
Il desiderio di rimuoverlo è invece molto cosciente e presente nel materialismo monistico di cui questa epoca è intriso. Ossia è un effetto ideologico, di nuovo analgesico.
Per quanto riguarda l'anelito non è che è aprioristicamente monista.
Sarebbe grave! Sarebbe ancora la metafisica 1.0 che combatto, come se fossi uno scientista pure io.
E' che una volta posto l'anelito si è costretti a porre, per motivi proprio di senso, di ricerca di senso, IPOTETICI cammini.
Che nella storia si sono chiamate religioni.
Certo che poi bisogna distiguere tra anelito divino e anelito di potenza.
Ovvio che se quel cammino diventa OBBLIGO, qualche problemino ce l'abbiamo.

In questo senso trovare un linguaggio simbolico che descriva il mondo, che mi pare il sogno tuo, quello di Davintro e di Paul, può servire fare distinzioni tra ontologia metafisica, e metafisica religiosa.
Ma questo servire in che orizzonte si pone? E lo so che tu sei l'unico a capire questo passaggio, anche se finisce nell'aporia come risposta.  ;)