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Messaggi - iano

#2056
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 11:30:01 AM
Ai tempi della scuola, la geometria mi è sempre piaciuta, tanto che ho provato a risolvere dei problemi senza utilizzare le formule che mi avrebbero velocizzato il procedimento per arrivare al risultato. Però sono ragioniere e non geometra. ;)
Comunque credo che in un forum ci si possa confrontare sui vari temi, senza salire in cattedra, ma semplicemente condividendo il proprio sapere (o anche il proprio non sapere: questo "so di non sapere" di Socrate che tanto mi piace). Poi, come ho letto da qualche parte: tesi + antitesi = sintesi.

In effetti, se qui si dibatte su un argomento come questo, io credo che nessuno lo conosca perfettamente (altrimenti che senso avrebbe proporlo?) ma che ognuno possa e voglia mettere in comune le proprie conoscenze.

Ora, disquisire di universo significa considerare qualcosa di molto più grande di noi. L'universo è finito o infinito? Io non sono così sicuro che sia finito. Capisco che il nostro modo di pensare ci porti a considerare l'universo finito, seppur immensamente grande, ma che certezze ho al riguardo? Io non ne vedo.

Forse questo articolo: https://gategate.it/le-navi-della-nostra-generazione-affonderanno/  può essere uno spunto per la discussione. Se per uscire dal nostro sistema solare, nella migliore delle ipotesi servirebbero 2 secoli, allora l'universo potrebbe essere infinito?

Per come la vedo io l'universo non è infinito, non perchè ne ho le prove, ma perchè la mia idea di infinito non si applica all'universo.
E' un idea puramente matematica, e seppure la matematica si presta a descrivere l'universo, non perciò tutta la matematica si presta a farlo.
La mia idea di infinito si applica alle nostre azioni ripetibili, descrivibili in modo finito,( perchè è sufficiente descrivere la singola azione), e che non hanno un limite definito.
In sostanza c'è il finito che ha un limite definito nello spazio, e c'è il finito che non ha un limite definito nel tempo, come un azione che si può sempre ripetere, che impropriamente, secondo me, chiamiamo infinito ,intendendo ciò che non ha limite nello spazio.
Per quanto riguarda i nostri limiti ciò che sembra impossibile oggi per noi, domani potrebbe non esserlo, essendo che i nostri limiti cambiano col tempo, per cui qualunque previsione assoluta si voglia fare poggia sulla negazione del nostro divenire, o in subordine su un invito a porre un limite volontario al nostro agire, decidendo ora di restare per sempre ciò che siamo, cioè ciò che nel tempo siamo divenuti.
Noi oggi non possiamo fare questo o quello, ma domani, quando non saremo più ciò che siamo, non possiamo dire cosa potremo fare.
Ciò che era impossibile per i nostri avi oggi è la nostra quotidianità.
Se i nostri avi potessero dare una sbirciata al mondo di oggi si pentirebbero di averci generati, e ciò  è prevedibile, in quanto divenire significa negare ciò che si è in continuazione.
Questa negazione però non arresta il processo del divenire, perchè è come il muoversi delle lanette di un orologio che non percepiamo.
Se però ci proiettiamo con le nostre previsioni nel futuro, ciò che vediamo ci sembra inaccettabile, perchè per poterlo accettare ci dovremmo talmente voler male da negarci.
Il vero problema è che inevitabilmente personalizziamo troppo, pensando che siamo noi a divenire, quando ciò che diviene è la vita, che va avanti con noi o senza di noi.
la vita a volte può sembrare una grande schifezza, e io sto attraversando uno di questi momenti.
E' in questi momenti che si apprezza la filosofia come pratica di un pensiero di cui non possiedi l'esclusiva.
A volersi sentire invece al centro del mondo si ottiene l'effetto opposto.
#2057
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 10:33:32 AMCosa intendi per "dare il pass per entrare nell'accademia"?
''Non entri chi non conosce la geometria", queste parole erano scritte sull'ingresso dell'Accademia, la scuola di Platone.
Mi chiedo dunque quanti filosofi oggi vi sarebbero ammessi.
Molti pochi credo, perchè tutti abbiamo conoscenza della geometria euclidea, ma non della geometria nei suoi ulteriori sviluppi.
''Non entri chi non conosce la geometria euclidea e le geometrie non euclidee''
scriverebbe oggi Platone sul frontone della sua accademia.
Ai suoi tempi però la geometria era una sola, per cui Platone non ha dovuto specificare.
Noi filosofiamo sulla forma del mondo.
Ai tempi di Platone per discuterne era sufficiente conoscere tutta la geometria dei suoi tempi.
Similmente noi dovremmo conoscere quella dei giorni nostri per poterne continuare a parlare.
E' facile per noi restare sulla scia di Platone dato che la geometria dei suoi tempi coincide  con quella in cui ancora si esercita la nostra percezione.
Ma le forme che ci propone la nuova geometria , e che potrebbero essere quelle dell'universo, non sono visualizzabili, per cui non sempre basta  usare come scorciatoia l'intuizione.
Quando va bene riusciamo ancora a fare un analogia fra vecchia e nuova geometria, come ''l'universo superficie di sfera'', ma non sempre questo è possibile.
La scienza però oggi ci dece che per manipolare le forme dell'universo non è necessario visualizzarle.
Per questo motivo la scienza oggi ci appare sempre più astratta.
Ma la geometria euclidea, nel modo in cui oggi la considerano i matematici, non è meno astratta della geometria non euclidea.
Cioè il mondo che vediamo e che diciamo concreto, sottosta ad una astrazione, al pari del spazio tempo di Einstein che non vedremo mai, pur vivendoci dentro.
#2058
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 07:51:32 AM
L'universo si sta espandendo: così affermano gli esperti. Per cui, supponendo di trovare ora il centro dell'universo, i casi sono due: o l'universo si espande in modo uniforme, mantenendo il centro sempre nello stesso punto individuato; oppure l'universo si espande a caso (di più verso una direzione e meno verso un'altra) e allora, inevitabilmente, il centro si sposta. A voi l'ardua sentenza!  ;)

Come è stato già scritto in questa discussione l'universo potrebbe essere finito ma illimitato, come fosse la superficie di una sfera.
La superficie di una sfera ''non ha un centro di simmetria sulla superficie'', nel senso che ne ha infiniti.
Se questa sfera è un pallone che si gonfia, le galassie ''disegnate'' sulla sua superficie, si allontanano una dall'altra ed allo steso modo a partire da qualunque punto della superficie del pallone.
Questa ovviamente è solo un analogia.
L'universo non è la superficie di una sfera, ma potrebbe avere una geometria a 4 o più dimensioni che condivide alcune caratteristiche con la superficie di una sfera.
La nostra immaginazione è confinata nelle tre dimensioni, e possiamo dirci fortunati quando troviamo analogie parziali alla forma dell'universo nelle tre dimensioni, come appunto la superficie di una sfera.
Non è scontato trovare queste analogie, quindi ,e anche se può apparire paradossale, noi potremmo conoscere la forma dell'universo senza riuscire ad immaginarla, ed in effetti è quello che avviene con lo spazio tempo di Einstein.

Oggi siamo certamente più permissivi nel dare il pass per entrare nell'accademia anche a chi non conosce la geometria, ma il motivo per cui i vecchi filosofi lo negavano rimane ancora valido.
Potremmo entrare tutti oggi nella scuola di Platone, perchè tutti oggi conoscono la geometria euclidea, ma Platone non c'è più e non c'è più neanche la geometria di una volta.
Per questo motivo qualcuno può usare la nuova geometria come argomentazione in modo improprio senza che noi si riesca a ribattere.
#2059
Varie / Re: Rastislav e l'enigma dei dadi da gioco
10 Maggio 2024, 00:29:36 AM
Ciao Eutidemo.
Alla ''faccia geometrica'' corrisponde  una ''faccia fisica'' se  ha uno  spessore che deve essere precisato, senza voler nulla togliere alla tua ingegnosità nell'escogitare enigmi e al buon intuito di Phil nel risolverli, ancora una volta confermati. :)
Si sarebbe dovuto precisare, togliendo però eleganza all'esposizione, e dando di fatto indirettamente la soluzione, che lo spessore non era tale da interessare i fori delle altre facce.
#2060
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 21:47:04 PMStoicamente la coscienza vuole credere, perchè permesso dal libero arbitrio, che l'universo ruota su se stesso sull'asse che attraversa il Big Bang.



Inevitabilmente nella nostra coscienza c'è l'immagine di un universo posto dentro uno spazio. Non riusciamo ad immaginarlo diversamente. Non abbiamo questa libertà, quindi qui il libero arbitrio non può intervenire.
Sappiamo però che lo spazio è tutto compreso nelll'universo, perchè l'universo contiene tutto per definizione, cioè non esiste un ''fuori l'universo''.
 Per nostra fortuna quindi non c'è solo l'immaginazione, e la logica arriva dove  non arriva l'immaginazione.
Questa logica io ho usato in questo post come nel mio precedente , e tu sei libero, questa volta si, di accettarla oppure no.
Però non ho capito se questa scelta l'hai fatta, e nel caso quale sia stata.

Se non disponessimo di altro che dell'immaginazione, il nostro libero arbitrio, seppure esista, sarebbe comunque condizionato dai limiti della nostra immaginazione.
E' invece condizionato dai limiti della nostra logica, che però supera i limiti dell'immaginazione.
Posto che il libero arbitrio esista, perchè possa agire, deve essere comunque nelle condizioni di poterlo fare.
#2061
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 20:15:37 PM Siamo sicuri che l'universo stesso non sia in rotazione?
E' una domanda intrigante a cui da tempo è stata data una risposta.
Siccome non esiste il movimento assoluto, questo è sempre relativo ad altro, ma non essendoci altro rispetto all'universo, allora non possiamo attribuire ad esso alcun moto.
Dunque l'universo è fermo?
Non possiamo dire neanche questo, perchè lo stare fermi significa muoversi a velocità zero.
Ma velocità zero calcolata rispetto a cosa?
Non c'è niente rispetto a cui calcolarla.
E' vero che i corpi girano uno attorno all'altro, ma nel momento che ti chiedi come si muove l'universo lo stai considerando un corpo, che però girerebbe intorno a cosa altro?
A nessun altra cosa, perchè non c'è nulla oltre quel corpo.
#2062
Varie / Re: Rastislav e l'enigma dei dadi da gioco
09 Maggio 2024, 15:40:52 PM
Citazione di: Phil il 09 Maggio 2024, 12:06:20 PMPotrebbe essere il prigioniero D, che avendo realizzato 1, ha la faccia meno incisa dai numeri e quindi con più oro (se i dadi usati sono "scavati", come quello in figura).
Bella risposta, ma secondo me nessuna  faccia, se per faccia si intende una figura geometrica piana,  contiene oro, anche se è vero che l'unico valore cui il principe fa riferimento è quello dell'oro.
#2063
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
08 Maggio 2024, 22:34:46 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Maggio 2024, 21:29:07 PMIl monolite può essere interpretato come alieno, ma pure come simbolo dell'idea che opera la transizione dallo stato ferino a qualcosa di umano (non meno feroce, nel caso dell'osso mutato di funzione).

Se il fonema ha ancora qualcosa di naturale, il grafema è già un prodotto comunicativo artificiale che si avvale di materiali di facile reperimento in natura, e poi su su fino alla comunicazione elettronica attraverso macchine totalmente artificiali.
In effetti il monolite sembra essere fuori posto, come piombato dall'iperuranio.
Per quanto riguarda il confine fra naturale e artificiale noto che  spesso si sceglie la pelle, il che mi sembra un pò banale.
Cioè, dovendo tracciare un confine si sceglie un confine che c'è già, perché diversamente non si saprebbe dove e in base a quale logica univoca tracciarlo, perchè comunque si tratterebbe di un confine convenzionale, quindi spostabile secondo la logica scelta.
Un esempio di scelta logica potrebbe essere : ''naturale è ciò che quasi tutti usano''.
Secondo questa logica la scrittura non sarebbe meno naturale della mano che scrive, perchè quasi tutti hanno una mano da usare, e quasi tutti usano la scrittura.
#2064
Percorsi ed Esperienze / Re: C’era una volta
08 Maggio 2024, 17:54:44 PM
Il paradiso perduto di Milton Ernesto non l'aveva mai letto, ma aveva comunque tradotto quel titolo nel desiderio  di una villa al mare.
La villa al mare adesso c'era. Quanta fatica era costata, e Giada non se l'era nemmeno goduta, mentre il mare  era divenuto nel frattempo uno scoglio, perchè questa, aveva realizzato, è la traduzione nella realtà del sogno di una villa la mare, dove il mare si riduce ad uno scoglio.
Giada adesso era tornata per ripescarlo da quel malinteso paradiso?
Ovviamente no. Era arrivata un altra donna con lo stesso none, mentre nel sogno Ernesto aveva cambiato il suo in Evaristo, come fosse stato  sempre quello .
Si era affrancato così dalla dittatura dei nomi, o era un altro trucco per depistare il destino?
Il destino, perchè non poteva essere una coincidenza, sembrava avergli tracciato il prossimo sentiero da seguire, Giada.
E lui cosa avrebbe fatto? Avrebbe deciso per una volta di assecondarlo?
Il destino questa volta infatti, pensava, lo aveva incastrato bene, e lui non poteva dire di no.
E già fantasticava. Quale nuovo libro gli avrebbe regalato Giada?
Non poteva saperlo, ma, per evitare nuovi malintesi,  questa volta lo avrebbe letto.
#2065
Tematiche Filosofiche / Re: METAFISICA DELL'ESSERE
08 Maggio 2024, 16:54:44 PM
Citazione di: niko il 08 Maggio 2024, 15:04:50 PMIo tutta 'sta differenza tra "oltre" e "al di la' " non la vedo: cio' che sta ad di la' sta sempre oltre, e cio' che sta oltre, sta sempre al di la', direi.




L'oltre è contiguo, l'al di là non lo è.
L'al di la sembra messo in una posizione difficile da raggiungere, perchè c'è ben più di un confine comune da superare.
Alla tua metafisica quindi si adatta meglio l'oltre, credo.
Oltre il confine è terra di conquista per come mi pare la vedi tu.
Con l'al di là c'è una separazione non liminare.
Anch'io vedo la questione in termini di conquista, ma non basta nel mio caso superare un confine.
Per me la metafisica è il fondamento non visibile dell'edificio fisico, la cui immanenza è garantita finché non trovi le fondamenta nascoste, condizione necessaria per poterlo abbattere e poi eventualmente ricostruirlo.
La fisica è cioè un giocattolo che funziona finché non lo rompi per vedere come è fatto, che perciò appare esistere fuori dal tempo.
Una volta che lo hai rotto , dopo aver capito come si costruiscono i giocattoli, diventi un giocattolaio che costruisce giocattoli sempre più versatili, come ad esempio la meccanica quantistica, ma privi di immanenza.
Di fatto secondo me l'immanenza equivale all'ignoranza del come sia stato costruito l'edificio fisico.
Questa mancanza di immanenza potrebbe dare l'impressione di aver invaso il campo della metafisica, andando oltre il confine, laddove tutto appare più astratto, ma l'essenza della metafisica non è l'astrazione e se ti guardi indietro, il paesaggio che hai lasciato non è più lo stesso, per cui è come se hai guadagnato qualcosa pendendo qualcos'altro.
Ma di fatto hai ridefinito tutto ciò che stava al di qua e al di la.
Il nuovo paesaggio adesso sembra un ibrido dove rispetto alla vecchia fisica ciò che era astratto si è materializzato, e ciò che era solido sembra adesso più sfumato, un pò come se il solido e l'astratto fossero fatti della stessa sostanza, differenti solo per una forma che possiamo riplasmare.
#2066
Citazione di: daniele22 il 07 Maggio 2024, 11:28:52 AM
Se ci si attesta nel limbo della sensazione si resta nell'ambito della fede e in teoria si dovrebbe agire conseguentemente;

E infatti agiamo conseguentemente, e quello scientifico è solo un modo alternativo di agire secondo me.
Se però tu credi che esista un solo modo giusto di agire  porrai i due modi in opposizione.
Personalmente vedo in tale diversità una ricchezza, cioè modi alternativi di fare la stessa cosa.
Se i due diversi modi tendono allo stesso fine mi sembra plausibile ipotizzare che siano fatti della stessa sostanza senza farci ingannare dalla  diversa forma.
I due modi si differenziano in sostanza per il diverso uso che fanno della coscienza, e non sono uno superiore all'altro se la coscienza non è necessariamente un portatore di valore, come di solito si intende con sospetto antropocentrismo, visto che della coscienza facciamo sempre più largo uso, essendo proprio da tale incremento nata la scienza.
Non c'è da dire quale sia il modo giusto cercando di ridurre l'uno all'altro, ma possiamo usare uno dei modi per cercare di far luce sull'altro, sul come cioè abbia assunto la sua particolare forma.
Se possiamo individuare un modo come inizio della storia e l'altro come una prosecuzione che non rinnega i suoi inizi, capire come si sono costruiti questi modi mettendoli a confronto comporta che la loro storia, e quindi la nostra, non sia ancora finita.
Ma è un illusione credere che ognuno di questi modi, presenti e futuri, non poggino ognuno su una fede, una fede così nascosta, che sembra impossibile poterla rinnegare, come invece si può sempre fare con le fedi che abbracciamo in chiaro.
Le fedi in chiaro creano le religioni ad ognuna delle quali corrisponde un mondo in cui vorremmo più o meno vivere, mentre le fedi nascoste creano i mondi in cui crediamo di vivere.
Alla base di tutto ciò c'è la nostra capacità di credere su cui non si fà luce abbastanza, come fosse un ovvietà.
Forse scegliamo davvero e forse no ciò in cui crediamo, ma non potremmo farlo senza possedere la capacità di credere.

Ed eccoti servito caro Daniele l'ennesimo monologo.
Io sono fatto così, prova ad accettarmi per quel che sono. :)
 
#2067
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
07 Maggio 2024, 11:28:58 AM
@ Daniele 22.
Un maestro di inganno  a fin di bene secondo ciò che lui considerava essere bene, diverso da come lo considero io.
Cioè gli concedo la condizionale per buona fede.
#2068
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
07 Maggio 2024, 10:38:28 AM
Dove sono nella politica di oggi gli equivalenti di un eloquente Pertini figli della guerra e della resistenza?
I politici di oggi non posseggono neanche l'arte dell'inganno ''a fin di bene'', bontà sua, del maestro Andreotti e per questo stanno procedendo a una nuova marcia su Roma sotto gli occhi di tutti.
Di antifascisti ce ne sono tanti a parole, ma esserlo di fatto è un altra cosa, se non c'è l'inerzia di una storia vissuta che ti spinge ancora.
Certo, ci si può immedesimare in quella storia ripercorrendola in modo doloroso, ma chi può convincersi che sia utile, anche in modo così indiretto, rinnovare quel dolore?
Però forse è arrivato per tutti il momento di farlo.
Se non ora quando?
C'è un linguaggio imbalsamato nei libri di storia da resuscitare.
#2069
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
07 Maggio 2024, 09:58:52 AM
Citazione di: daniele22 il 07 Maggio 2024, 09:01:43 AM
Mi spiace per te che la pensi diversamente, o almeno così mi sembra ... in ogni caso, funzionare bene non è sinonimo di saper comportarsi bene

Si fa in modo diverso quello che si è sempre fatto, come dicevo nei miei precedenti post, perchè la coscienza e il conseguente linguaggio non portano con se necessariamente un valore.
Se poi vogliamo trattenere ad ogni costo un briciolo di ingiustificato ottimismo, l'inganno è quantomeno un modo non cruento di prevaricare. Inoltre può essere usato anche in chiave difensiva, facendo credere di essere più deboli di quel che si è, per generare l'effetto sorpresa.
Ma, comunque stiano le cose non bisognerebbe mai esimersi dallo sforzo di identificarsi con l'altro, perchè considerarsi alterità può essere autoconsolatorio, ma ci porta fuori strada.
Infine se qualcuno avesse dubbi sulla natura umana, compresa la propria, consiglio il seguente esperimento a scopo conoscitivo.
Quando vi trovate in un contesto nuovo fingetevi un debole. Scoprirete allora quanto siano feroci predatori anche i soggetti più impensabili.
Scoprirete anche rare eccezioni a questa regola, e dietro queste eccezioni scoprirete interessanti storie che sono state capaci di generarle, non essendo eccezioni di natura.
Peccato che quelle storie non siano in se desiderabili, come guerre o storie di resistenza partigiana.
Non c'è un altro modo meno sfigato di innescare queste eccezioni? :)


#2070
Abbiamo dunque provato a dimostare che di tutte le possibili leggi della fisica possiamo conoscere solo quelle che hanno una data forma, e la pretesa quindi di poterle conoscere un giorno tutte, per completare il fantasmatico album della verità, poggia sulla presunzione non detta che tutte le leggi della fisica abbiano una forma che ci consenta effettivamente di conoscerle.
Se possiamo parlare di determinismo dunque è perchè almeno una parte di queste leggi ha effettivamente una data forma.
Quella di un mondo completamente deterministico resterà quindi sempre una ipotesi indimostrabile.
Quello che sappiamo è che il nostro mondo almeno in parte è deterministico, e per il resto non possiamo dire.
Non dovremmo allora spostare il determinismo da caratteristica del mondo a caratteristica della  conoscenza?
Tutto questo discorso per dire più in generale che, se riteniamo di dover opporre il libero arbitrio al determinismo, prima dovremmo precisare meglio cosa intendiamo per determinismo, e come abbiamo visto la questione non è così lineare come potrebbe sembrare.
Seppure esistessero, noi non potremmo mai conoscere le leggi che regolano una  scelta