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Messaggi - Phil

#2056
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
24 Aprile 2017, 14:44:50 PM
Citazione di: myfriend il 24 Aprile 2017, 12:44:35 PM
Il "relativismo", per come la vedo io, è un comodo alibi. Un alibi che nasce da una certa forma di pigrizia. Pure ostentata.  :D
Sul relativismo (su cui ho fatto una battuta, ma qui sarebbe quasi off topic) trovi circa 12 pagine nel topic "assolutismo/relativismo", se sei disposto a farti sfiorare dall'ipotesi che possa essere anche un approccio interpretativo serio e non solo "una posizione di comodo" o un "vecchio trucco"  ;)
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/relativismoassolutismo/

Riguardo a
Citazione di: myfriend il 24 Aprile 2017, 12:44:35 PM
Diciamo che tu appartieni a quella categoria di persone che riconosce che c'è LA verità quando gli fa comodo. E, quando invece non gli fa comodo, dice che LA verità non esiste.
ricorderei che
Citazione di: Phil il 23 Aprile 2017, 15:44:15 PM
Secondo me esistono solo piccole verità (al plurale), sotto forma di descrizioni adeguate, interpretazioni funzionali ("corrispondenza fra linguaggio e stato di cose" direbbe forse Wittgenstein),
quindi, partendo dalla consapevolezza della differenza fra la Verità e le verità (a cui accennavo nel precedente post), qui, come ha già ricordato Maral, si apre la questione dei differenti contesti di senso, che ci riporterebbe anche al relativismo (e alla sua caricatura banalizzante), ma, appunto, se ne è già discusso in altro topic.
#2057
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
24 Aprile 2017, 12:49:59 PM
Secondo me, non c'è tragicità (@myfriendnell'inarrestabile instabilità del presente, perché il "gusto del presente" (@maral) è tutto nel vivere la perenne attualità del proprio presente; l'aporia sconsolante è forse solo quella del tentativo capriccioso di dire/scrivere il presente in tempo reale, "in diretta", ma è un plus-valore narrativo di cui il presente in sé, come vissuto, non ha bisogno e non rende nemmeno possibile. E' la nostra "mania" comunicativa che arranca asintoticamente dietro l'accadere (la graphia che bracca il bios), ma ciò non toglie il gusto al presente, lo rende solo muto (come ogni evento di gusto autentico), e musa di una eventuale narrazione fuori-sincrono, postuma di un presente morto (già diventato passato). Lo scarto fra l'evento e la sua narrazione, fra il pensiero e la sua formulazione, fra la sensazione e la reazione da essa causata, è lo scarto del rintocco fra presente e passato; vivere il presente significa vivere in silenzio l'attimo del rintocco... il silenzio non ha passato, non ha sfondo (essendolo lui stesso), mentre ogni dire presuppone un passato in cui tale dire è stato innescato/originato, un passato recentissimo di cui il dire vuole parlare (scarto fra volontà e azione), per cui il dire presente è sempre un po' in ritardo  ;D
#2058
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
23 Aprile 2017, 15:44:15 PM
Citazione di: myfriend il 23 Aprile 2017, 12:12:25 PM
Caro Phil-ibustiere  :D
Esiste una sola verità poichè esiste una sola Realtà.
L'esistenza di una realtà unica a cui si ispirano, forse inconsapevolmente, tutte le divergenti deformazioni interpretative, è ancora da dimostrare: percepiamo la realtà con i nostri sensi (inevitabilmente selettivi e limitati) e la interpretriamo/descriviamo con la nostra ragione (inevitabilmente prestrutturata secondo un vincolante "software" neuro-biologico), per cui il piano da cui indaghiamo la realtà/verità è limitato alle possibilità umane, quindi non è assoluto nè oggettivo, ma solo relativo alla nostra prospettiva umana... direi che questa è già una buona consapevolezza dentro cui porsi eventuali domande (poiché non se ne può uscire: non possiamo non essere umani, anche se possiamo essere, e qui non mi riferisco a te, ingenuamente anacronisticamente nostalgicamente antropocentrici...).

Citazione di: myfriend il 23 Aprile 2017, 12:12:25 PM
E' per questo che la "consapevolezza" si ottiene solo andando oltre qualunque "fede". E il risultato della Consapevolezza è guardare la Realtà per ciò che essa oggettivamente è e interagire con essa per ciò che essa oggettivamente è.
E questa è LA "verità".  ;)
Mi perdonerai, ma l'ultima è una frase così abusata dal genere umano, in tutte le epoche, che ormai sono un po' anestetizzato nel leggerla (anche perché nel suo doppio fondo c'è sempre la fede/fiducia soggettiva)... magari, se esiste, quando la troveremo non riusciremo neppure a riconoscerla, tanto siamo abituati a sentirne parlare come tutto e il contrario di tutto; forse è per questo che ogni verità ha i suoi fedeli, ma anche i suoi "infedeli-inconsapevoli" che non riescono a capirla... sarà il virus del relativismo?  ;) 

Secondo me esistono solo piccole verità (al plurale), sotto forma di descrizioni adeguate, interpretazioni funzionali ("corrispondenza fra linguaggio e stato di cose" direbbe forse Wittgenstein), come la verità secondo cui ora sto digitando su una tastiera (anche se qualcuno dubiterebbe anche di questo  ;D ). Le grandi verità, anzi, solitamente al singolare e con la maiuscola, la Verità è (per me) un residuo (inter)culturale delle tradizioni monistiche e mitologiche in cui si cercavano il primum movens, l'illuminazione, la perfezione e altri ideali sognanti che, essendo congetture, risultano, fino a prova contraria, irraggiungibili come un miraggio (o come la carota attaccata al bastone, tenuta davanti al muso dell'asino per farlo camminare...).
In altri casi, come per l'evoluzione, al netto di critiche e correnti di pensiero divergenti (che andrebbero pure considerate), si può parlare soltanto di spiegazione vera (per chi ci crede), ma non propriamente di Verità, a cui viene ascritta solitamente una "ampiezza veritativa" ben più ampia e determinante (sempre per chi ci crede  :) ).
#2059
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
22 Aprile 2017, 22:24:38 PM
Citazione di: Sariputra il 22 Aprile 2017, 17:44:05 PM
Citazione di: myfriend il 22 Aprile 2017, 16:38:21 PM@sariputra ahahahah :D bella storia :D Qui è chiaramente sottinteso il consacrarsi alla TUA personale verità ( il famoso processo creativo della Coscienza Cosmica). Se avessi voluto intendere di consacrarsi alla MIA verità, ti avrei detto di consacrarti alla MIA verità. E invece ho detto "consacrati alla verità". Non ha molta importanza quello che io dico. Perchè la verità è UNA e chi la cerca, consacrandosi alla verità, prima o poi la trova. Il tuo amico ha smesso di cercarla. E non perchè ha aperto un sexy shop, ma perchè ha smesso di cercarla. ;) Saluti. :D

Non è che forse l'ha cercata nel posto sbagliato?... ;)
Il cercare non ti garantisce il trovare...Cercare la "verità"  mi sembra simile alla ricerca della "felicità"...è sempre domani, un pò più in là. Ma se smetto di cercare la verità e la felicità, posso essere ..."sereno" ?  :)
Concordo, a volte si trova ciò che si vuole trovare (come in tutte le ricerche troppo pre-condizionate) e, d'altro canto, esistono anche ricerche destinate a concludersi in un vicolo cieco e in fallimento (come se, trovato un cadavere, il detective si ostinasse a cercare in giro lo sfuggente assassino, quando si tratta invece di un caso di suicidio...).
Inoltre, non è paradossale definire preventivamente la verità come "una, omniesplicativa, necessaria, etc." (proiettando su di essa gli attributi della divinità e/o di una delle sue versioni laico-scientiste, come la Coscienza cosmica) se non la si è ancora trovata? Non è forse come dire "troverò l'unico drago a sette teste e lui mi concederà 7 desideri" senza sapere nemmeno se esiste?
Se poi qualcuno ha trovato la somma verità, lo prego cortesemente di non postarla sul forum poiché preferisco godermi il fascino dell'ignoto, la meraviglia della magia senza sapere il trucco...

Sulla presunta dicotomia evoluzione/involuzione, direi che anche qui tertium datur: quante persone non fanno compiere un notevole passo in avanti all'evoluzione senza per questo rappresentare un'involuzione? Il contadino cambogiano che fa una vita sommariamente identica a quella di suo padre, non è forse nè evoluzione nè involuzione?
Secondo me, è infatti l'evoluzione a essere insignificante per l'individuo, non viceversa: il buon Sari può serenamente concedersi un goccio, facendosi seraficamente beffe delle migliaia di anni che lo precedono e di quelle che seguiranno, perché nell'istante del "qui e ora" l'evoluzione è così lenta da essere praticamente ferma... e se anche l'assunzione di quel goccio (o anche di più ;) ) fa parte dell'evoluzione, Sari può quietamente snobbarla perché la sua scelta di bere (e il vissuto che ne deriva) ha ben altri scopi contingenti (non credo viva quella degustazione etilica come "un piccolo sorso per un uomo, un grande sorso per l'umanità" ;D , ma, suppongo, piuttosto come un dolce lieto fine per una giornata ormai trascorsa...).
#2060
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 21:56:52 PM
Citazione di: sgiombo il 18 Aprile 2017, 17:19:12 PM
Citazione di: Sariputra il 18 Aprile 2017, 09:36:55 AM
Il noumeno? Oh...che meraviglia il noumeno...che dite? E' inattingibile? Una botte piena senza rubinetto? E' meraviglioso esser coscienti che la botte è piena ma non c'han fatto quello schifoso rubinetto per poter riempire la caraffa di dolce noumeno. Ci tocca ubriacarci di  volgare prosecco?...Suvvia, datemelo, quest'altra botte è più generosa.
CitazioneEh, mi sa che dobbiamo accontentarci del prosecco.

Ma in fondo chi si contenta (in generale, ma soprattutto riguardo al prosecco ...un vino "fenomenale"!) gode.

A ben vedere, se la botte è inespugnabile, senza rubinetto, come possiamo sapere che contenga nettare divino piuttosto che semplice acqua, o addirittura esser certi che contenga davvero qualcosa?
Forse vogliamo solo avere la botte piena (o almeno ben chiusa) e la moglie, anzi, l'amica-Sophia, ubriaca  ;D

Citazione di: Sariputra il 18 Aprile 2017, 20:39:59 PM
Infatti simbolicamente la nudità è immagine archetipica di innocenza...quando si inizia a comprendere...ci si veste il corpo di abiti e il volto di maschere. Fu vera comprensione?
In fondo il vestirsi è la prima sfida oppositiva alla "legge della giungla", significa "no, non morirò di freddo!", ma si trattò pur sempre di una comprensione volta all'autoconservazione (che pulsa in tutti gli animali); la vera differenza rispetto agli altri animali fu l'avvento della dimensione simbolico-semantica: fondando la semiotica tribale (antesignana dell'estetica) l'uomo iniziò il gioco della comprensione concettuale-astratta che collega i graffiti nelle grotte alle teorie astrofisiche...


Citazione di: Sariputra il 18 Aprile 2017, 20:39:59 PM
Era inevitabile che, la mano che diventava sempre più abile a fabbricar armi e utensili, plasmasse per sé una maschera per coprire l'orrore del proprio volto? Lo spavento di non riuscire a specchiarsi più in nulla?
O forse proprio lo spavento di specchiarsi, riconoscersi e non accettarsi, ha spinto a cercare di rendere impossibile il limpido rispecchiamento (tramite la maschera e il mascara)?
#2061
Varie / Re:Varie
15 Aprile 2017, 21:53:52 PM
Citazione di: Jean il 14 Aprile 2017, 22:28:43 PM
Se stai seguendo il topic "al di là dell'aldilà" avresti ben potuto postarlo colà, perché una delle premesse per almeno considerare fattibile una tal evenienza è appunto attivare l'immaginazione (chiamiamola così) che permetta di rovesciar completamente la prospettiva... come hai fatto col tuo raccontino...
Ciao Jean,
sono lieto che il dialogo/raccontino ti abbia solleticato... tuttavia preferisco non esportarlo di là (nel topic "Al di là dell'aldilà"), perché probabilmente farei il passo più lungo della gamba: di là si sondano i confini fra aldiqua e aldilà, mentre qua, in questo topic, non c'è un aldilà e né un "fuori topic"/off topic: essendo intitolato "Varie", non ha propriamente una frontiera fra dentro e fuori, tutto può starci dentro e tutto può restarne fuori; per questo si presta meglio a suggestioni e divagazioni (che sarebbero fuori tema ovunque, tranne che qui...).

D'altronde, l'immaginazione non conosce off-topic, proprio come i sogni andrebbero tutti archiviati alla voce "Varie": entrambe (immaginazione e sogni), intimamente imparentati, mandano a gambe all'aria la dicotomia vero/falso, giusto/sbagliato, mentre i discorsi seri e seriosi, invece, non possono fare a meno di entrare a gamba tesa sulla cruciale distinzione fra la ricerca del vero e la fuga (a gambe levate... o amputate ;) ) dal falso... lo scrivere ludico, come quello del raccontino, dal canto suo, può correre gambe in spalla in qualunque direzione varia (come da titolo del topic) senza l'ambizione di tracciare o rispettare limiti, e quando allude ad un "qui" ed un "là" lo fa sempre ludicamente (v. l'ironico "aldilì" del dialogo), prendendo sottogamba la gravità (in entrambi i sensi ;) ) del discorso che rincorre la verità (anche questa frase da intendere in entrambi i sensi... con tutti questi doppi sensi che si incrociano, ci vorrebbe un vigile, ma tipo Bianconiglio ;D ).

Se la bellezza del mondo sta nella sua varietà, come dice il proverbio, è bello che ci sia un posto topico in cui la verità (anagramma difettoso di varietà) se ne stia con la coda fra le gambe, lasciando il discorso libero dalla zavorra della veridicità (che gambizza ogni salto "creativo").
In fondo, se "le bugie hanno le gambe corte", la scrittura fantasiosa, nell'epoca informatizzata, non ha più nemmeno le "zampe di gallina" ;D
#2062
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
Si comincia a comprendere che siamo tutti manifestazioni distinte di una stessa mente e quindi siamo figli di una stessa fonte Cosmica.
"Mente" è una metafora antropocentrica di "fonte", oppure è la presenza del divino nell'ordine cosmico come "motore immobile" dell'astrofisica?

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
E noi ora siamo giunti davanti all'abisso.
Suvvia, non è il caso di essere catastrofici: nulla si distrugge, tutto si trasforma  ;)

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
la vera e grande minaccia che abbiamo davanti a noi e che rischia di portare all'estinzione dell'homo sapiens.
E questa minaccia si chiama "crescita demografica" [...] Se non cominciamo fin da ora a "cambiare modo di essere e di pensare", il destino dell'umanità è segnato.
Intendi che un pensiero più consapevole e "illuminato" comporti il controllo della natalità su scala planetaria?

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
Entro la fine di questo secolo, l'umanità deflagherà in un conflitto mondiale apocalittico
Questa convinzione si basa su Nostradamus, Illuminati, chiaroveggenza o pessimismo cosmico?  ;D

Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
Andando avanti di questo passo, entro il 2100 l'umanità "collasserà" e il pianeta con essa [...] conflitto mondiale apocalittico che, molto probabilmente, l'umanità e lo stesso pianeta non saranno in grado di superare
L'eventuale estinzione dell'umanità non credo comporti necessariamente il collasso del pianeta, anzi, eliminata la stirpe più deleteria, la natura potrà riprendersi gradualmente dal suo influsso corrosivo (inquinamento, sfruttamento risorse, etc.). Non è l'uomo che tiene in vita il pianeta, e non è il pianeta a dipendere dall'uomo, semmai il contrario  :)
#2063
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
09 Aprile 2017, 13:11:16 PM
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:37:11 PM
le leggi fisiche esistono solo dopo che esse si sono manifestate.  :D
[...]In sostanza: le leggi fisiche esistono nel momento in cui appaiono nella Realtà. E questo noi lo chiamiamo "miracolo".
In realtà non c'è nessun miracolo.
L'evoluzione ci ha ampiamente dimostrato che nella Realtà si manifestano "nuove entità" e queste nuove entità, con la loro comparsa, si portano dietro nuove leggi fisiche.
Non sono pratico di fisica, e per questo ti chiedo chiarimenti: le leggi fisiche vengono scoperte, e non inventate, giusto?
La comparsa di una nuova forma di vita o un evento senza precedenti, non credo possano violare le leggi fisiche pre-esistenti e istituirne di nuove (ma le "novità" possono sicuramente servire a perfezionare la formulazione delle leggi esistenti): se nascesse una nuova specie animale credo sarebbe comunque soggetta alla legge di gravità, ai principi della termodinamica, etc. difficile supporre che da domani ci si possa ritrovare senza gravità e quindi nasca una nuova legge di gravitazione... le leggi hanno una data di "nascita convenzionale" coincidente con la loro formalizzazione in linguaggio umano, ma credo che tali scoperte siano sempre retroattive (la forza di gravità esisteva anche prima di Newton, no?).
Ribadisco comunque la mia scarsa preparazione in materia  :)
#2064
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero debole
09 Aprile 2017, 00:13:37 AM
Citazione di: sgiombo il 08 Aprile 2017, 21:11:44 PM
Se il terzo é il numero di errori che dice di contenere (tre anziché due) allora ne contiene tre (ed é falsa oltre che scorretta); ma allora é vera; ma allora é falsa; ma allora é vera; e così via all' infinito: mi sembra una variante del paradosso del mentitore!.
Avevo intuito che quella era l'intenzione di Eutidemo  ;) , per quello ho preventivamente precisato che, secondo me
Citazione di: Phil il 08 Aprile 2017, 21:04:16 PM
l'essere falsa non è un errore
il fatto che il computo degli errori sia sbagliato rende la frase falsa, ma non è un errore (anche perché gli altri errori sono di tipo "letterale", quindi si tende a pensare che si parli di quella tipologia di errore); credo vadano distinti "avere un errore" e "essere falsa"... se scrivessi "questa frase contiene un errore", sarebbe una frase semplicemente falsa, poiché non contiene errori, oppure è una frase "indecidibile"? Propenderei, pragmaticamente, per la prima opzione (anche alla luce del discorso sui "livelli"...).

P.s.
Per chiarire la differenza fra "avere un errore" e "essere una frase falsa": supponiamo che Mario compri un'auto, se scrivessi "Mario a comprato un'auto" sarebbe una frase con un errore, ma non falsa; potrebbe essere vera (se siamo disposti a sopperire con intuito benevolo alla carenza della "acca") oppure sarebbe una frase insensata (come se scrivessi "di per mai ieri").
#2065
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero debole
08 Aprile 2017, 21:04:16 PM
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 20:11:46 PM
Se, invece, vogliamo confondere ad arte i "livelli" del linguaggio, come in un gioco delle tre carte, non è difficile finire per confondersi le idee; per esempio, secondo voi, la seguente proposizione è vera o falsa?
"Questa frase contienne tre erori"
Mi pare che la frase contenga due errori (di "spelling") e quindi sia falsa, poiché per essere vera ne avrebbe dovuti contenere tre (e l'essere falsa non è un errore...).

Sui virtuosismi semantico-autoreferenziali, secondo me è solo una questione di "livelli":
Citazione di: Phil il 12 Novembre 2016, 17:50:55 PM
si tratta di un falso problema, o meglio, di un gioco linguistico fine a se stesso: sia l'affermare che il negare, sia l'essere vero o falso, devono logicamente rimandare ad altro da sè, poichè sono affermazioni di secondo livello che presuppongono un referente di primo livello a cui riferirsi. In assenza di tale primo livello, non c'è autentico senso che venga comunicato...

Se dicessi "questa verità è falsa" non direi nulla di contraddittorio o paradossale, ma enuncerei semplicemente una proposizione insensata, perchè "questa verità" non si riferisce ad altro da sè, per cui non è nè vera nè falsa, ma semplicemente "vuota di senso" (cosa intendo con l'espressione "questa verità"? Nulla; manca il primo livello...).
Parimenti dire "questa affermazione è falsa" è insensato perchè si tratta di una pseudo-affermazione, che non afferma nulla, se non la falsità di ciò che dice/afferma, ma ciò che dice/afferma è solo la falsità stessa (di cosa?), ma non c'è un referente di un livello inferiore di cui si predichi la falsità... ed esplicitarla con ""l'affermazione "questa affermazione è falsa" è falsa"" non fa altro che aggiungere un ulteriore livello superiore (se ne possono aggiungere infiniti!) che in assenza del primo livello (quello del referente) non ha comunque senso: è come voler costruire un grattacielo senza piano terra, partendo direttamente dal primo piano  :)

P.s.
Ad ulteriore esempio, anche se affermo "sto dicendo la verità" o "sto mentendo", si tratta di pseudo-affermazionì, perchè di fatto non mi riferisco a nulla (salvo riferirmi a ciò che ho detto in precedenza, ma il giochino si basa proprio sull'esclusione di questa possibilità...).
#2066
Credo che nell'oscillare del pendolo fra "eccezionale" e "noia" (parafrasando liberamente Schopenhauer ;D ), ci sia anche una terza fase possibile: l'eccezionalità non può essere preservata lungo (un po' come ogni "effetto sorpresa"), ma può anche non scadere sistematicamente in noia, declinandosi piuttosto in "piacevole consapevolezza".
Si tratta di saper ascoltare ancora l'"eco cognitivo" di ciò che ha "animato" l'eccezionale, e un requisito per far ciò è aver vissuto l'evento eccezionale in questione. 
Provo a spiegarmi con un esempio: da ragazzo gli unici telefoni funzionanti erano attaccati ad un filo; poi ho vissuto l'avvento dei cellulari, innovazione eccezionale; oggi è possibile o dar per scontato l'utilizzo di tale strumento (quindi noia, più lamentele varie quando ci sono problemi tecnici), oppure, nonostante lo si usi quotidianamente, mantenere in sottofondo una "compiaciuta gaiezza" di aver a disposizione un marchingegno così portentoso (emozione discontinua e decisamente meno intensa dello stupore iniziale, ma nemmeno piatta come la noia...). 
Per chi non ha vissuto il passaggio dal pre-cellulare al cellulare, percepire questa "lieta soddisfazione" sarà davvero difficile, perché non ha in memoria l'esperienza del passaggio dal "banale" all'"eccezionale" (che quindi sarà banale per chi non ne ha sperimentato l'effetto dirompente).
Chiaramente, alla base, è una questione di inclinazione personale e tipo di approccio alla vita e alle novità, ma c'è comunque la possibilità di una terza via...
#2067
Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 20:22:52 PM
Noi sappiamo che il fuoco brucia. E' una verità scientifica rappresentabile con una legge matematica.
Ora...una mamma dice al proprio figlio: "non mettere la mano sul fuoco perchè ti bruci".
Ecco che abbiamo dedotto un imperativo morale a partire da una verità scientifica.
Un altro imperativo potrebbe essere "metti la padella sul fuoco, sennò la carne non si cuoce"... tuttavia. da una "verità" scientifica non si deducono logicamente imperativi morali, ma è solo possibile trarne utilizzi che possono avere un valore pragmatico utilitaristico (dimensione talvolta, ma non sempre, connessa al piano morale). Non si tratta di deduzione logico-matematica, ma solo di fruizione sociale delle conoscenze.

La scienza non è connessa alla morale proprio perché la scienza lascia fra parentesi l'uomo in quanto soggetto etico, mentre l'etica prescinde dalla formulazione di "verità" scientifiche, e i dibattiti sulla bioetica lo dimostrano eloquentemente... l'apparente legame fra etica e scienza è l'ombra lunga dell'umano sulla tecnica, ombra che è proiettata spesso dalla fede in valori dogmaticamente accettati (e non è affatto una critica o un difetto :) ).

Da E=mc2 è impossibile dedurre matematicamente "usare la bomba atomica è immorale/sbagliato"... questo è solo un giudizio di valore (un'interpretazione) sull'utilizzo di quella formula, ma non è affatto un postulato "oggettivo" dedotto da quella formula... giusto?



Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 20:22:52 PM
Niente può sostituire il lavoro personale per maturare una nuova Conspevolezza.
Concordo... e per questo, da "vecchio filibustiere"(anzi "philibustiere" ;D ), spero di non averti dato elementi per cambiare la tua strada: finché sei convinto di essere sulla "buona strada", non credo ti convenga fidarti di chi ti dice che c'è una strada migliore di quella che stai già facendo... e se vuoi proprio rischiare, non voglio/posso certo essere io a farti da navigatore! ;)
#2068
Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 17:45:42 PM
Con l'homo sapiens è apparsa nella Realtà una forma di energia che per milioni di anni era rimasta latente. Questa forma di energia che solo noi abbiamo (insieme alla nostra natura di leone e di gazzella) è la nostra novità.
E' la "compassione" e "l'amore".
Il percorso spirituale consiste nel renderci consapevoli di questo.
Nel renderci consapevoli di chi siamo realmente.
Finalmente ho capito la pertinenza del tuo discorso con la sezione "spiritualità" ;D ; ciò che non colgo adesso è il rapporto fra un approccio del tipo (con licenza di parafrasi) "tutto è fatto di atomi, l'uomo è solo una fase transitoria di una certa quantità di energia, che non si crea né si distrugge ma solo si trasforma" con l'osservazione (decisamente poco scientifica, mi consentirai) che "la compassione e l'amore sono la forma di energia distintiva dell'homo sapiens"... qual'è l'anello di congiunzione fra le due energie? Come dedurre da "E=mc2" il postulato "ama il prossimo tuo"? Un imperativo morale figlio di una legge matematica? Siamo ben oltre l'impervio sincretismo fede/ragione... anche perché, se non ti ho frainteso, l'applicazione della scienza prevede un "oggettivo" determinismo, mentre la scelta dell'amore fraterno, se non erro, è tutt'altro che una legge inviolabile e "oggettiva" della Realtà (per come la intendi).
Se la fisica quantistica non è né una "fede" né un'interpretazione (ammesso e non concesso), il piano etico-religioso come può non esserlo, e come si può declinare assieme energia quantistica e fratellanza in termini epistemologicamente energetici?
Come si può studiare scientificamente (o quantisticamente?) l'energia dell'amore senza appoggiarsi ad una "fede"?
L'amore è dunque un fatto, una predisposizione neuro-fisiologica, un'energia latente (ancora senza formula) o un'interpretazione?
#2069
Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 17:46:17 PM
Ma sappiamo che ciò che abbiamo definito "materia" è ciò che abbiamo definito "energia" esistono e sono oggettivamente Reali.
E sai perchè lo sappiamo?
Perchè esiste la tecnologia che è scienza applicata.
[...]
Come vedi la scienza descrive oggettivamente la Realtà.
Perchè sulle descrizioni della scienza abbiamo realizzato la tecnologia.
E la tecnologia funziona proprio perchè la descrizione che la scienza fa della Realtà è corretta e oggettiva.  :D
Il "funzionare" e l'essere "corretto ed oggettivo" non vanno sempre di pari passo, come accennavo con la natura corpuscolare della luce che ha funzionato per secoli: ciò che chiamiamo "luce" possiamo anche strumentalizzarla senza saperla descrivere in modo "corretto e oggettivo" (chiedere al buon Archimede piromane...). L'essere "corretto e oggettivo" appartiene all'arduo campo della spiegazione/interpretazione, il funzionare o meno al campo dell'empirico: se non erro, gli antichi greci prevedevano precisamente eclissi pur basandosi su un'interpretazione del sistema planetario ben differente dal nostro (eppure "funzionava"!); qualcuno potrebbe accendere un fuoco con due pietre o due legnetti e poi dirmi "vedi, ho evocato lo spirito del fuoco" e come potrò dargli torto mentre ci cucina un pollo allo spiedo? L'interpretazione/spiegazione del fenomeno non va confusa con il fenomeno stesso...

Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 17:46:17 PM
Certo...un domani potremo capire "cos'è" l'energia.
Ma non scoprire che esiste.
Perchè il fatto che esista e il fatto che la "materia" è "energia" lo abbiamo già scoperto.  :D
Così come (perdona l'esempio banale) abbiamo scoperto che il cielo non esiste (se non come prospettiva di visuale), nonostante ogni giorno il sole lo attraversi (almeno visto da qui ;D ), ci nasca la pioggia e le nuvole lo percorrano... il cielo "funziona", ma cos'è realmente? ;)


P.s.
@Sariputra
Concordo sulla tua ricetta omeopatica di fiducia e relativo  ;)  e, stando al mio latino, chi ha detto che "l'aquila non capisce la musica" probabilmente è un etologo del WWF  ;D

P.p.s.
@Lou
Si, spesso il senso è negli occhi di chi legge la realtà, non nell'evento in sè... e gli occhi umani non sono mai realmente oggettivi (o "noumenici"), funzionano sempre e solo nel loro piano energetico-quantistico-spazio-temporale, che non è assoluto (ovvero, gli uomini guardano il mondo da uomini  ;D , per questo ci sono interpretazioni contrastanti anche fra gli scienziati...).
#2070
Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 16:18:18 PM
@Phil
Caro Phil....stai fuggendo.
L'energia non esiste? Questa è bella.  :D
Per dovere di cronaca, e per non passare alla storia come "quell'empio del ventunesimo secolo che diceva che l'energia non esisteva", citerei anche la seconda parte, non marginale:
Citazione di: Phil il 05 Aprile 2017, 16:00:00 PM
La stessa "energia" non esiste, se non solo come ciò che arbitrariamente individuiamo (e abbiamo battezzato) come "energia", ma è comunque una chiave di lettura umana...
che voleva essere la traccia della possibilità di pensare la lettura umana (del mondo) dai suoi confini, dalla zona di penombra in cui ci si accorge che la lettura non è il libro, esattamente come accennavi tu:
Citazione di: myfriend il 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM
quando guardiamo la Luna, vediamo effettivamente la Luna?
La risposta è no.
[...]ciò che vediamo non è la Luna (ma è solo una immagine creata dal nostro cervello),
per cui, coerentemente, ciò che consideriamo "energia" non è "realmente energia"... ma solo un'identità concettuale stabilita ed individuata dal nostro cervello umano  :)

Certo, per adesso, questo modello esplicativo pare "funzionare", proprio come ha funzionato per secoli considerare la luce soltanto in modo corpuscolare...  ;)

Magari un giorno scopriremo di cos'è fatta l'energia (e dunque E=mc2 suonerà ingenua e superata) e forse ci sarà un'altra rivoluzione di pari radicalità di quella quantistica (pensare di essere "arrivati", ucciderebbe la scienza); comunque saranno sempre, inevitabilmente, solo letture umane (potrebbe essere altrimenti?), ma mai oggettivamente il vero libro reale (se c'è  ;D ).