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Messaggi - paul11

#2056
Riflessioni sull'Arte / Re:Un termometro per l'Arte
04 Giugno 2016, 00:03:45 AM
L'originalità di un artista sta in quel che vì è nella sua espressione e nel come lo esprime.
L'opera rappresenta una visione dell'artista e lo stile lo contraddistingue.

Noi prendiamo dal passato,da una tradizione, viviamo e respiriamo l'aria del presente e proiettiamo una nostra visione nel futuro.
Penso che chi sa leggere profondamente nell'uomo quasi automaticamente attraverso la sua tecnica e stile riesce ad essere originale.
Perchè l'essere umano non è mai cambiato negli ultimi duemila anni, ma mutano i modi di rappresentarsi dentro il mondo,
per cui un' espressione stilistica è tanto più eterna se è rappresentazione umana ed invece è figlia del solo suo tempo se è legata all'evento del suo tempo.Per questo ritengo molta arte contemporanea effimera.

Personalmente ritengo che non sia tanto l'avanguardia o la sperimentazione in sè, che sono originali, a rappresentare l'arte nella storia umana. Il grande innovatore è colui che pur dentro una tradizione riesce appunto a portarvi stilemi innovativi, ma rispettando quella tradizione, perchè la rappresentazione è vissuta sia dall'artista che la crea che dai suoi simili che l'osservano, l'ascoltano, la leggono:quell'opera deve toccare cuore, mente, nervi, ovvero arrivare all'essere umano nei suoi simboli significativi.

Schoenberg non potrà mai vincere un Bach, nonostante l'evidenziare di una scala cromatica nella dodecafonia sia una enorme innovazione e abbia avuto grandi influssi.
Perchè l'arte non può fermarsi al concetto innovativo,deve arrivare al cuore.E noi ricordiamo più una melodia che un caos organizzato, perchè quello cerchiamo.
#2057
Vedo che la discussione si è spostata dall'esempio del politico alla questione sulla libertà di espressione con Davintro.
Sono due aspetti diversi.
Un privato cittadino difficilmente può indire su suolo pubblico un'assemblea senza permesso della prefettura e dubito
che l'ordine pubblico lo difenderebbe,forse sarebbe incriminato.Invece un politico........
Io temo in questo perrido la solita massa ignorante che si fa abbindolare da populismi che giocano sui sentimenti, sulle emotività
sulle paure,; in USA abbiamo un altro elemento eclatante che corre per la carica della presidenza. e non è un caso che ovunque vada sollecita reazioni violente.
Detto questo, la libertà di opinione, di stampa, non deve essere limitata in se e per sè per legge.
Ma attenzione avere un diritto, non significa poterne abusare, perchè si toccano altri diritti.

Freedom invece è proprio in questo tempo e in questa società che bisogna stare attenti ai diritti fondamentali,
quindi è giusto che tu ricordi che per quanto possiamo avere idee diverse dobbiamo difendere la libertà altrui  di esprimere
le proprie idee,ma ricordiamoci che la libertà è un diritto esso stesso e non possiamo abusarlo ,come giustamente scrivi,
perchè la libertà implica una responsabilità verso se stessi e gli altri che hanno la stessa libertà.
#2058
baylham
penso che gli istinti siano nel profondo di noi stessi, nascono con noi emergono con la vita.E questo per me è tipicamente natura, quella di un neonato: quì siamo allo stato percettivo del mondo e istinti e pulsioni.
Come ho scritto altrove la razionalità è coscienza fino all'autocoscienza, è con noi fin dalla nascita, ma non emerge subito, si forma nell'incontro in cui l'istinto diventa pulsione psichica e  noi cominciamo ad essere educati persino nella fisiologia del corpo.
Noi educando il nostro corpo a mangiare non quando abbiamo fame ,ma quando tutti mangiano, non defechiamo immediatamente quando il corpo lo richiede, ma lo educhiamo, quì comincia a sorgere il lato della coscienza, che è innato come forma nel cervello, ma comincia ad esprimersi nell'interazione fra percezione che diventa conoscenza,istinto che diventa pulsione psichica.
La coscienza quando si alza al livello del SE' e diventa autoconsapevolezza si astrae dal mondo, e quì l'uomo si pone sopra la natura, perchè cerca signifcati, sensi, relazioni che uniscano il tutto in una unica idea di mondo.

La razionalità è metafiisca  nasce dalla predisposizione umana a poterla reggere, sostenere con il proprio pensiero.
Ma la razionalità più pura è la matematica, non il mondo naturale.Vale a dire che è lo stesso oggetto del pensiero che si pensa che crea una forma , tutto questo avviene grazie ad un cervello analogico ,costruito per poter"leggere" il mondo.
Infatti la matematica, la geometria e poi la logica servono a costruire linguisticamente il sistema di relazione analogico al mondo.
Ma questa forma a sua volta condiziona sia il modo di interpretazione del mondo sia il mondo "interiore" di istinto-psiche.

La razionalità non coopera con gli istinti, ma cerca di educarli di portali nel SE', di farli emergere e in qualche modo modificarli.
Noi agiamo su noi stessi nel corso della nostra vita fra il dominio della natura e il dominio della ragione, è un percorso dialettico
interiore in cui la nostra coscienza rappresenta l'interfaccia che interagisce simultaneamente con più fattori: percezione, psiche, conoscenza, relazioni con i nostri simili e infine la nostra stessa autocoscienza.
E' dialettico perchè avviene sempre l'incontro/scontro fra "natura" e "cultura", fra istinti e razionalità, ed è per questo che ognuno di noi essendo in se stesso "un mondo" individuale, in quanto tale ha un suo modo di interpretazione del mondo che filtra la conoscenza fino a costruirsi credenze, modi di approcciarsi, motivazioni, e così via.
#2059
Sgiombo
dai dei giudizi e quindi implicitamente hai un'idea di un tuo razionalismo.
L'unica radice comune che hanno istinto e razionalità ,se ancora non si fosse capito, è l'uomo che storicamente reinterpreta
se stesso e il mondo ridefinendo e ridefinendosi.
#2060
Le parole esprimono idee e se queste sono violente e sappiamo che la lingua può tagliare come una lama di un coltello, dalla tolleranza(che è alla base della democrazia e della libertà) si passa ad inneggiare intolleranza e allora si deve assumere le responsabilità di quel che semina:violenza.
la violenza non è solo nel gesto, è prima ancora nel pensiero e nella volontà prima di agire e in questo caso di parlare.
#2061
Ma proprio perchè il termine razionale ha acquisto una connotazione di verità costruita sulla forma del modello culturale scientifico sperimentale attraverso il ragionamento induttivo, si è scostato e separata nettamente tutto ciò che non lo comprende defininendolo nel suo contrario: irrazionale.
Questo utilizzo del termine razionale, che giudico improprio soprattutto nell' uso corrente, ha avuto nella contemporaneità alienato definitavamente l'uomo separando la parte induttiva da quella deduttiva, ma soprattutto separando psiche, emozioni, sentimenti, spirito dal materiale, dove quest'ultimo è il solo dimostrabile e oggetto di verificabilità e quindi veritiero.
Il fenomeno fisico è più importante del fenomeno uomo. Il primo dimostrabile il secondo carico di ambiguità nella sua indefinibile e sfuggente soggetività.

Ecco perchè ritengo che istinti e razionalità, oggi, dimostrino l'alienazione fra natura e cultura.
E adatto che è l'uomo che incarna in sè l'idea di mondo nel suo procedimento epistemologico, vale adire nel focus in cui la ragione si finalizza, se tralascia la sua stessa natura che ha prodotto quello stesso ragionamento, il  ragionamento entra in contraddizione costruendo e contribuendo alla sua stessa alienazione.
La contraddizione della natura è l'alienazione umana.
#2062
Citazione di: cvc il 01 Giugno 2016, 18:44:36 PM
Citazione di: paul11 il 01 Giugno 2016, 18:28:20 PM
Citazione di: DeepIce il 01 Giugno 2016, 17:29:49 PMPremetto che sono sempre stato affascinato dal pensiero di Hobbes, ne condivido l'antropologia, molto meno la politica. Andando al succo del topic vorrei sottoporvi una questione. Hobbes parte dal presupposto che gli esseri umani sono come bestie, per questo motivo hanno bisogno di devolvere i propri diritti ad un sovrano che garantisca poi la pace e la convivenza civile. Fin qui ci siamo. Ora la mia domanda è la seguente, il sovrano di Hobbes non è un essere umano? Non rientra anche lui nel "bellum omnium contra omnes"? Tra l'altro Hobbes sostiene che il potere deve essere illimitato e centralizzato. Dovrei quindi accettare di essere governato da una belva come me? :)
Hobbes è nella corrente della filosofia politica cosiddetta giusnaturalismo, ovvero il diritto di natura. Hobbes è pessimista sulla natura umano ,teorizza l'"uomo lupo", al contrario Rousseau che fu antesignano del romanticismo è influì sulla rivoluzione francese soprattutto in Robespierre, credeva nella natura buona dell 'uomo, teorizzerà il "buon selvaggio".Hobbes crede nel tiranno,,Rousseau nella democrazia repubblicana. Se si crede che l'uomo sia conflittuale di natura ,la società per stabilire l'ordine sociale e poterlo garantire deve essere di mano stretta in colui che comanda.Il re deve garntire l'ordine affinchè gli uomini possano convivere pacificamente nella legalità stabilità dal monarca. I grandi pensatori dell'Umanesimo hanno praticamente tutti teorizzato la società e iniziavano dal fondativo: l'individuo umano. La correlazione uomo buono=democrazia o uomo cattivo= tirannia è abbastanza lineare, coerente internamente. Se l'uomo è buono ,gode di una fiducia di poter gestirsi le relazioni sociali.Se l'uomo è di indole conflittuale significa che le relazioni sociali, affinchè una società esista, per poter essere governata deve invece essere gestita dal potere costituito,attraverso la legge e la sanzione .
Si, l'illuminismo e il positivismo hanno istillato la fiducia nell'uomo e nel progressi. Forse prima si esagerava col pessimismo e ora con l'ottimismo.

Quì stiamo dimenticando però la forma economica che accompagna il pensiero politico: è determinante.
Quasi tutti i pensatori umanisti sono per la proprietà privata, solo Rousseau è schierato contrariamente.

Nella nostra contemporaneità la democrazia è il contraltare alla competizione individuale basata sulla diseguaglianza..
Nel giusnaturalismo non si parla ancora di potere economico, saranno i fisiocratici ,ma soprattutto Adam Smith e poi Marrx ad analizzare la correlazione del potere economico e quello politico.Ma grazie anche alla dialettica idealista di Hegel che suggella il passaggio dal giusnaturalismo allo stato politico con la dialettica storica.
#2063
Citazione di: DeepIce il 01 Giugno 2016, 17:29:49 PMPremetto che sono sempre stato affascinato dal pensiero di Hobbes, ne condivido l'antropologia, molto meno la politica. Andando al succo del topic vorrei sottoporvi una questione. Hobbes parte dal presupposto che gli esseri umani sono come bestie, per questo motivo hanno bisogno di devolvere i propri diritti ad un sovrano che garantisca poi la pace e la convivenza civile. Fin qui ci siamo. Ora la mia domanda è la seguente, il sovrano di Hobbes non è un essere umano? Non rientra anche lui nel "bellum omnium contra omnes"? Tra l'altro Hobbes sostiene che il potere deve essere illimitato e centralizzato. Dovrei quindi accettare di essere governato da una belva come me? :)

Hobbes è nella corrente della filosofia politica cosiddetta giusnaturalismo, ovvero il diritto di natura.
Hobbes è pessimista sulla natura umano ,teorizza l'"uomo lupo", al contrario Rousseau  che fu antesignano del romanticismo è influì sulla rivoluzione francese soprattutto in Robespierre, credeva nella natura buona dell 'uomo, teorizzerà il "buon selvaggio".Hobbes crede nel tiranno,,Rousseau nella democrazia repubblicana.
Se si crede che l'uomo sia conflittuale di natura ,la società per stabilire l'ordine sociale e poterlo garantire deve essere di mano stretta in colui che comanda.Il re deve garntire l'ordine affinchè gli uomini possano convivere pacificamente nella legalità stabilità dal monarca.

I grandi pensatori dell'Umanesimo hanno praticamente tutti teorizzato la società e iniziavano dal fondativo: l'individuo umano. La correlazione uomo buono=democrazia o uomo cattivo= tirannia è abbastanza lineare, coerente internamente.
Se l'uomo è buono ,gode di una fiducia di poter gestirsi le relazioni sociali.Se l'uomo è di indole conflittuale significa che le relazioni sociali, affinchè una società esista, per poter essere governata deve invece essere gestita dal potere costituito,attraverso la legge e la sanzione .

Se guardiamo alla storia dell'umanità dal punto di vista squisitamente antropologico, ci accorgiamo che anche le religioni sono tirannia con una legislazione, ma lo sono dentro un tempo storico e quindi con popoli non certo acculturati.
Una persona responsabile e rispettosa ha la legge dentro di sè ,diceva Kant.
Il grado di litigi che hanno le perone ad esempio è dato dal numero di cause portate in tribunale giudiziario e che giudica in base alle leggi vigenti:vale adire che un popolo è incapace di autoregolarsi tanto più porta in tribunale la lite che non sono riusciti a dirimere i contendenti.
Il "buono" difficilmente litiga, e cerca una soluzione regolativa comprendendo anche le ragioni del suo contendente.
L'individuo tanto più comprende in sè stesso anche le ragioni dell'altro tanto più è tollerante e rispettoso e autogoverna la lite facendo comprendere le entrambe ragioni al contendente.
#2064
Sgiombo
mi pare che vi siano contraddizioni.
La teologia, Sgiombo per te è razionalismo o irrazionalismo?
La scienza empirca sperimentale con il suo modello epistemoligco  è razionalismo o irrazionalismo?

Avevo espresso infatti che c'è ambiguità sul termine razionalità ed è già insito nella storia culturale così
come è ambiguo il concetto di realismo nella storia del pensiero .
E' accaduto che ciò che prima era razionale e realismo  ad un tratto la scienza che è empirica e quindi il contrario del termine razionale
e reale, una volta giunta al potere culturale della tecnica ,abbia tacciato di irrazionalismo ,grazie anche alla linguistica analitica del Novecento, tutto ciò che fuoriuscisse dalla comprensione epistemologica della scienza moderna.
In altri termini l'empirismo diventa razionalismo e il vecchio razionalismo diventa irrazionalismo.
Quindi capisco Sgiombo il tuo giudizio.
Il mio giudizio invece è che c'è un evidente contraddizione storica nel pensiero occidentale.

baylam
prima dici che la razionalità non è in contrasto con l'istinto  e poi praticamente dici che la relazione è inversamente proporzionale:
francamene non capisco.

Comunque.....
la ragione non riesce a eludere  gli istinti, al massimo può educarli, sublimandoli .
ma ciò che volevo porre in evidenza è che la ragione in termine di razionalità non può spingersi "oltre" il corpo fisico , oltre la natura umana.
Gli esempi a mio parere sono lampanti nelle "grandi" civiltà occidentali .
Il timore dell'abbandono, i disturbi alimentari (anoressia e bulimia), tutte le malattie psicosomatiche, bambini che fanno stragi a scuola, madri che uccidono i figli.
In, più, ribadisco, i segnali che il corpo fisico esteriorizza come disagio ,vale a dire intolleranze e allergie verso ciò che "sente" estraneo ,inteso come non naturale nel suo fenotipo e genotipo secolare.
Il corpo umano reagisce a dove lo ha portato la ragion razionale di questo tempo.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.....
#2065
Ognuno è figlio del proprio tempo, quindi l'individuo è dentro un'ambientazione natural,e culturale, sociale che è endemica sia localmente che temporalmente.
Penso che l'uomo, come l'animale si adatti molto bene al comfort, alla comodità.Ritengo che sia una forma di economicizzazione delle proprie risorse il lavorare meno per poter al limite anche oziare .
Non credo che ci adatteremmo al passato per quanto su esposto, mentre un uomo del passato dopo il suo frastornamento vivrebbe bene nel nostro tempo. Il passato, parliamo di un occidentale, era trovare innanzitutto pasto e riparo, francmaente oggi non vedo morire di fame o stenti e la sanità aiuta più di un tempo.

Non se se siamo più felici, questo è un problema che mi pongo da tempo anche rispetto alle tribù indigene non tecnicizzate del nostro tempo. Trovo che loro siano più sereni, ma non so se più felici
Credo che se esistesse  un sistema di cercare ed essere felici non è correlato a tecnologie e soprattutto non ha nè tempo,nè spazio.
#2066
dal punto di vista puramente personale ci si può autorealizzare.
Se invece questa autorealizzazione è nel sociale ed è nello scambio economico a sommatoria zero se qualcuno si realizza qualcun altro 
si deprime.
Questo mito è creato ad arte affinchè il modello sociale spinga l'individuo alla competizione,quindi a sua volta è un modello culturale che è corrente.
#2067
Citazione di: Mariano il 31 Maggio 2016, 22:46:55 PMPer maral: "Il conflitto non è nella natura, ma nella natura dell'essere umano...." non e mia intenzione essere cavilloso,ma non capisco: la natura dell'essere umano non è nella natura? Per paul11 "Noi non abbiamo più paura del tuono o del fuoco, come gli animali, li abbiamo capiti o "domati", ma non li abbiamo vinti ,sono dentro le ansie e fobie. " Forse sono io che non riesco ad esprimere la mia idea:noi non abbiamo vinto il tuono o il fuoco, ma con la conoscenza e la razionalità (naturale)abbiamo vinto la paura che è un sentimento istintivo (naturale). Allo stesso modo possiamo vincere la paura della morte convincendoci razionalmente che è un evento della vita; forse non riusciamo a vincere la paura della sofferenza, ma gli stoici ci hanno provato.

Mariano,
la razionalità umana ha convinto l'uomo che sia possible esercitarla sopra le leggi di natura.
La razionalità è vista dalla cultura umana occidentale come una potenza divina sopra la natura, o una potenza nella conoscenza tecnica per manipolare la vita e poter vincere o almeno rimandare la morte.
In questo intendo dire che la razionalità è contro la natura. perchè a monte manca un fondamento.l'accettazione della fragilità umana, perchè la ragione non riesce a farsene una ragione del perchè morire.E adatto che la morte è l'ultimo evento della vita,ecco che anche la vita è per forza coinvolta nell'esorcizzazione della  morte.
La contraddizione umana è la consapevolezza di essere natura dentro le sue regole e ragione che è possiblità di comprenderla e sorpassarla. E' come se la mente volesse mutare il corpo fisico,non lo accetta. Perchè tanta potenza nella razionalità e così altrettanto pochezza nella fragilità della natura umana? 
Può esistere un' etica della vita e universale  se accetta la condizione umana nella natura.La razionalità se supera il limite della natura , si avrà un altro essere, ma che non sarà più umano. Vincerà la paure ataviche, ma sarà privo di sentimento.Sarà altro.
#2068
Citazione di: Lou il 31 Maggio 2016, 19:05:02 PM
Citazione di: Mariano il 31 Maggio 2016, 15:13:40 PM
Citazione di: paul11 il 31 Maggio 2016, 14:25:39 PMla razionalità è un linuguaggio umano che verosimilmente,, ma non certamente, corrisponde ad una realtà., non è natura. Ovvero è un linguaggio simulativo umano per costruire modelli di rappresentazione del mondo e le sue relazioni. Più che di istinto, direi intuito. Quando la razionalità arriva a precostituire un modello troppo artificioso del mondo, ma soprattutto della propria esistenza umana nel mondo, come ora ,più d iieri e meno di domani ;D , allora l'intuito lo avverte. Lo avverte come disagio fra artificio e natura. la natura alla fine si rivolta contro l'artificio. Sì, l'etica è probabilmente la miglior risposta alla problematica fra quanto può "spingere" l'uomo con l'artificio e quanto "lasciare" alla natura; ovvero il principio di limite.
Non vedo perché la razionalità non debba far parte della natura visto che la considero "connaturata" con l'essere umano: forse un giorno la scienza lo spiegherà. Ma cerco di spiegarmi meglio con un esempio: La paura è un sentimento istintivo ( naturale come l'intuito ) che ci avverte di un pericolo, poi, nel caso dell'uomo, la ragione deve intervenire per trovare il modo di contrastarlo ( la ragione deve governare l'istinto), oppure lo stesso istinto ci fa fu fuggire con risultati incerti!


se il pericolo é reale, la paura é un "meccanismo" istintuale irrinunciabile.
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E' vero , la "sana" paura aiuta a salvarci dai pericoli.
Ma io intendo le paure umane, non quelle animali, e sono paure "razionali". Nel senso che le abbiamo trasposte anch'esse nei simboli culturali, li abbiamo rappresentate, così come popoli usano il totem per il tabù.
Noi non abbiamo più paura del tuono o del fuoco, come gli animali, li abbiamo capiti o "domati", ma non li abbiamo vinti ,sono dentro le ansie e fobie. Tutto il nostro razionalismo nasce dal tentativo che trovando risposte si trovino soluzioni a quelle paure umane che gli animali non hanno, come la morte, Perchè noi lavoriamo in "avanti" temporalmente, noi pensiamo progettando
e nonostante le nostri torri di Babele, le nostri costruzioni mentali e materiali siamo nudi nel nostro essere.

Ma non so Mariano se sto sviando da quello che tu intendevi fosse il viatico della discussione......
#2069
Riflessioni sull'Arte / Re:Nuit etoilée
31 Maggio 2016, 19:03:54 PM
Hai scritto un bel post Jean ed è difficile esserne all'altezza.
La musica di Don Mc Lean, mi ha riportato ad un pomeriggio di primavera in zona Navigli di Milano, quando con dei
compagni di scuola negli anni Settanta vi andammo in un allora grande negozio di vestiario militare e lì vicino c'era il mercato delle pulci, il Sinigaglia con le sue stranezze.Ricordo il ritorno in treno a casa su un fiammeggiante tramonto con la canzone di Guccini, Incontro "....stoviglie color nostalgia".

Trovo che spesso i grandi artisti siano "strani", difficilmente inquadrabili negli standard della massa.
Forse la loro sensibilità è vicino al mondo simbolico della psiche .
La loro vita spesso gli è affine; travagliata, misteriosa, inquietante.Forse il mio è uno stereotipo.
Ma forse quello è il modo di segnalare la distanza fra alienazione di una vita depressa( mi verrebbe da scrivere soppressa )
e una forma di libertà artistica che corrisponde ad un modo di essere che non può essere inquadrata .
Come è stato ben illustrato nel video ( ringrazio anch'io dell'indicazione) il "turbine" di Van Gogh così ben rappresentato nei suoi dipinti è una genialità che contraddistingue un suo stile in corrispondenza di un purtroppo per lui sfortunato evento psichico di malessere.
E' strana la vita, qualcosa ti prende e qualcosa ti dà e Vincent ne incarna l'esempio.
#2070
Il problema è che il termine razionalità è ambiguo. Noi non ragioniamo come un indigeno della foresta amazzonica.
E per lui questo problema dell'occidentale, è molto minore.

Ma riusciamo a razionalizzare una paura?

Guardiamo il corpo umano, le intolleranze alimentari da dove derivano? Perchè sono cresciute le allergie?
Perchè la medicina ha "scoperto" il sistema immunitario come parte importante se non decisivo negli ultimi decenni.

Tutto ciò che è sintesi, "plastica", invenzione grazie alla razionalità umana ,prima o poi va a cozzare con la natura.
L'uomo combatte la natura per vincere la morte , la malattia ,il dolore, la sofferenza (l'uomo occidentale soprattutto)
e inventa la scienza per acquietare la sua genuina inquietudine verso l'incerto cercando di prevedere di andare al domani,
spesso non vivendo l'oggi.

Noi siamo in contraddizione con la natura e da secoli utilizziamo la scienza, la logica, la razionalità come forma taumaturgica.
Ha in fondo sostituito lo stregone, l'indovino, lo sciamano.

Le paure sono eterne nell'uomo non sono cambiate dallo sciamano allo scienziato.