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Messaggi - Eutidemo

#2056
Citazione di: bobmax il 30 Gennaio 2023, 18:20:24 PME quindi nessuno davvero c'è.
Epperò, qui si apre il bivio in cui si gioca il senso dell'esistenza...
Perché l'effettiva nullità dell'esserci mondano, una volta constatata mi scaraventa su me stesso.
Il Nulla appare in tutta la sua realtà.
Posso lasciarmi sopraffare dall'orrore, oppure attingere a tutto l'amore che giace in me.
L'orrore trae tutta la sua forza dal mio attaccamento a ciò che si è rivelato essere nulla. E' desiderio, affezione, ma non è amore.
Ma se il vero amore trionfa, questo orrore svanisce ed è beatitudine.
Nessuno davvero "è" in quanto singolo "io"; però, finchè non si riunisce con l'ES<<SE'>>RE, "esiste" come singola fenomenica rappresentazione individuale .
#2057
Ciao Phil. :)
Io sapevo che אֲשֶׁר e poi, sempre in ebraico אֶהְיֶה  אֶהְיֶה‎, ‎ significa "Io sono colui che sono", e non "Io sarò colui che sarò".
***
Ed infatti, in ogni caso:
a)
"Io sarò colui che sarò" non ha alcun senso, neanche come profezia della "futura venuta" di Cristo; perchè Cristo sarebbe "fisicamente" nato, "in futuro", in qualità di "uomo", ma in qualità di "Dio", Lui già lo "era" al tempo "presente" di Mosè
b)
Se אֲשֶׁר e poi, sempre in ebraico אֶהְיֶה  אֶהְיֶה‎, ‎ non avesse significato "Io sono colui che sono", ma  avesse significato "Io sarò colui che sarò", il traduttore greco non lo avrebbe mai trascritto:  "ἐγὼ εἰμί".
c)
Tutt'ora gli stessi ebrei leggono tale passo "Io sono colui che sono", e non "Io sarò colui che sarò".
d)
Nel versetto biblico appaiono dei sottostanti "segni diacritici", cioè quei piccoli segni (puntini e trattini), che modificano o correggono il significato sovrastante, mentre nel traduttore di GOOGLE, sotto la traduzione non ci sono affatto "segni diacritici"; e, inoltre, nel traduttore di GOOGLE, le parole non sono nello stesso ordine.
***
Anche nella nostra lingua abbiamo "segni diacritici", che modificano il significato delle parole.
Ad esempio:
-  l'accento posto sull'avverbio "là" è un "segno diacritico" perché esiste anche "la" che indica l'articolo determinativo femminile;
- così anche l'accento  posto su verbo "è" rappresenta un "segno diacritico", che serve da distinzione rispetto alla "e" che e una congiunzione.
 ecc.
***
Però non mi chiedere come funzionino i segni diacritici ebraici, perchè questo va davvero al di là delle mie già scarse conoscenze linguistiche. :(
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Il testo in ebraico l'ho preso da wikipedia, qui:
Ma quando ho tempo voglio verificare meglio se è davvero riportato esattamente, perchè non mi convince troppo rispetto a come la stessa Wikipedia ne riporta la pronuncia pronuncia (cioè con "aser" in mezzo invece che davanti).
#2058
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2023, 12:15:34 PMScusa non capisco, i passi che citi sono di Giovanni, io dicevo che in Marco ed Luca e Matteo (Q) non c'è autodeterminazione divina, in Giovanni c'è sicuramente.
E' così!
Io cito il vangelo di Giovanni, dove  l'autodeterminazione divina c'è sicuramente; nei vangeli di  Marco, Luca e Matteo non se ne parla proprio.
Ma il vangelo di Giovanni vale quanto gli altri; se non di più! :)
#2059
In base ad un regolamento proposto dalla Commissione europea il 5 gennaio scorso, ed approvato dagli Stati membri, le larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus), congelate, in pasta, essiccate e in polvere, possono essere commercializzate in Ue come nuovo alimento, a partire dal 26 gennaio 2023.
Con le larve del verme della farina minore sono quatto gli insetti e i loro derivati ad aver ricevuto il via libera come nuovo alimento dall'Unione europea dopo le larve del verme della farina, le locuste e i grilli.
***
Visto che (per fortuna) non siamo obbligati nè ad acquistare nè a cibarci di tali alimenti, secondo me, non c'è nulla di cui scandalizzarsi; ed infatti, così come saggiamente dicevano i nostri antenati (i cui gusti culinari erano molto diversi dai nostri): "De gustibus non est disputandum!"
Ovvero, parafrasando un altra massima: "Non è buono ciò che è buono, ma è buono quello il cui sapore ci piace di più!"
***
Però, secondo me, non si tratta soltanto di sensazioni "organolettiche", perchè, magari, il sapore di un determinato cibo ci piacerebbe moltissimo, se soltanto lo assaggiassimo; ma è l'"aspetto" di quel cibo che ci fa "schifo", e che ci impedisce di assaggiarlo.
***
Oppure, a volte, si tratta soltanto di un pregiudizio culturale, come nel caso degli "scorpioni" e delle "aragoste"; che si somigliano moltissimo!
***
Per non parlare dell'italianissino "CASU MAR(T)ZU", i cui vermi non sono molto diversi dalle larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus); con la differenza che i primi si mangiano quando sono ancora vivi e vegeti, le seconde, invece, congelate, in pasta, essiccate o in polvere.
***
Il "CASU MAR(T)ZU", dopo la parentesi di illegalità dovuta alla poca salubrità attribuitogli, è stato iscritto sul registro nazionale PAT che certifica stessi ingredienti e medesime fasi di lavorazione e stagionatura da almeno 25 anni; proprio da quest'iscrizione è derivata una deroga che consente la produzione di tale formaggio, per il quale stato richiesto all'Unione Europea il marchio DOP per tutelarne la denominazione d'origine "CASU MAR(T)ZU".
***
D'altronde in Italia esiste una vera e propria tradizione casearia in cui sono gli insetti i veri protagonisti del formaggio; e non solo il "CASU MAR(T)ZU", detto anche "il formaggio che si muove"!
Ed infatti, attaccato dalle mosche casearie e colonizzato dalle sue larve, da un normale pecorino si trasforma in un formaggio molle e cremoso dall'odore penetrante.
***
Ma ce ne sono anche molti altri:
a)
A Udine troviamo il  "Saltarello", chiamato anche "il formaggio che cammina" (con larve ballerine).
b)
In Piemonte troviamo il "Bross ch'a Marcia."
c)
In Emilia Romagna, troviamo il "Robiola Nissa".
d)
Più giù ancora, in Abruzzo, troviamo il "Pecorino Marcetto", seguito dalla versione molisana e pugliese chiamata "Casu Punt o Puntu"; cioè punto dalla mosca, che vi lascia le sue larve.
e)
Per finire nella punta dello stivale, in Aspromonte, troviamo il "Casu du Quagghiù".
***
Per cui, adesso non mettiamoci a fare anche l'"antimmigrazione vermifoba e larvofoba": vermi e/o larve di tutto il mondo, unitevi!
***

#2060
Ciao Inverno. :)
Hai ragione, nei sinottici Gesù non dice mai di sè stesso di essere "Dio"; però, a mio parere, c'è un'eccezione.
Ed infatti, a ben vedere, a saperlo leggere tra le righe, un passo del Vangelo in cui Gesù, sostanzialmente, dichiara di essere Dio c'è: "In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, <<Io Sono>>" (Gv 8,51-59).
Non dice "Io ero" (come la sintassi e la "consecutio temporum" avrebbero richiesto), bensì "Io Sono"; cioè, esattamente lo stesso nome che DIO, aveva dato a Mosè.
Ed infatti Mosè chiese a DIO: <<Ecco, quando andrò dai figli d'Israele e dirò loro: "Il DIO dei vostri padri mi ha mandato da voi". Ma se essi mi dicono: "Qual è il suo NOME?", che cosa risponderò loro?». 
Ed allora DIO rispose a Mosè: «IO SONO COLUI CHE SONO». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "<<L'IO SONO>> (cioè DIO) mi ha mandato da voi"» (Esodo 3,11-15);ֹּאמֶר אֱלֹהִים אֶל-מֹשֶׁה, אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה; וַיֹּאמֶר, כֹּה תֹאמַר לִבְנֵי יִשְׂרָאֵל, אֶהְיֶה, שְׁלָחַנִי אֲלֵיכֶם»
Per cui, quando Gesù dice "prima che Abramo fosse, <<Io Sono>>" (Gv 8,51-59), non rispettando i "tempi" del verbo essere, e ripetendo il nome autoattribuitosi da DIO davanti a Mosè (<<Io Sono>>), in sostanza, almeno secondo me, è come se avesse ammesso di essere <<DIO>>.
***
E laddove dice "Io e il Padre siamo una cosa sola", Gv 10,30), non vuol certo dire che Dio è il marito di sua madre, bensì, semplicemente, che lui e Dio non sono due cose distinte (separate o unite che esse siano), bensì sono la stessa identica cosa!
***
Un saluto! :)
***
#2061
Citazione di: Ipazia il 30 Gennaio 2023, 08:12:40 AMFinissima esegesi del pensiero più greco del cristianesimo da parte di Eutidemo, atta a sviscerare i reconditi misteri della teologia cristiana.

Io, da atea, mi interesso più all'archè, rispetto alla quale, antropologicamente, Giovanni ci azzecca assai: tutte le teologie, incluse quelle secolari, sono intessute di logos. Mentre la realtà rimane physis. Chi prevarrà ?
E' vero, la mia una visione del cristianesimo di tipo "platonico" (o meglio "plotiniano"); ma non è detto che sia quella più giusta! O:-)
#2062
Io ci credo che Cristo non è mai morto; per il semplice fatto che non è mai nato, in quanto era da sempre.
***
Ed infatti Giovanni scrive una cosa che non troviamo negli altri Vangeli:
"In principio era il LOGOS, e il LOGOS era presso DIO e il LOGOS era DIO. Egli era, in principio, presso DIO: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. (Gv 1,1-18).
***
Ora, da un punto di vista strettamente "log"ico", se il LOGOS "era presso DIO", il LOGOS "non poteva essere DIO"; ed infatti se "A è presso B", ciò implica che "A non è B", altrimenti sarebbero nello "stesso luogo", essendo la "stessa cosa".
Come se ne esce?
***
Al riguardo, secondo me, occorre in primo luogo tenere presente che tutti i Vangeli ci sono pervenuti scritti in lingua greca (κοινὴ ἑλληνική "[lingua] comune greca") e che la maggior parte degli studiosi ritiene che i quattro vangeli siano stati tutti scritti originariamente e direttamente in greco; e quello di Giovanni in particolar modo.
Pertanto, a mio avviso, è opportuno iniziare ad approcciare ermeneuticamente il tema sotto un profilo precipuamente "filologico", tenendo presenti le seguenti considerazioni.
.
1)
Il termine LOGOS (in greco antico: "λόγος",  corrispondente al latino "verbum" e all'ebraico "דבר" davar), deriva dal greco "λέγω", che significa scegliere, raccontare, enumerare, parlare, pensare; nella filosofia greca classica, peraltro, a cui Giovanni fa senz'altro riferimento, il LOGOS ha i due precipui significati di "pensiero" e/o di "parola".
Di cui :
- il primo va inteso come un "discorrere interiore" secondo ragione;
- la seconda va intesa come l'"espressione o manifestazione del pensiero", che in questo esprimersi "si concretizza".
Su questo secondo aspetto, il "concretizzarsi", richiamo la vostra attenzione, perchè costituisce il "fulcro" sul quale farò "leva" per le mie considerazioni conclusive; cioè, l'ESSERE che "si concretizza" manifestandosi in "epifenomeni" esistenti individualmente.
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2)
Il termine DIO (in greco antico "θεός") nella filosofia greca è inteso in modi diversi; sebbene, in tale ambito, abbia finito per prevalere la concezione aristotelica di  DIO quale "primo motore immobile" (in greco: "πρῶτον κινοῦν ἀκίνητον").
Però, nella Bibbia, viene spiegato in modo abbastanza chiaro di che cosa si tratti.
Ed infatti, Mosè disse a DIO: <<Ecco, quando andrò dai figli d'Israele e dirò loro: "Il DIO dei vostri padri mi ha mandato da voi". Ma se essi mi dicono: "Qual è il suo nome?", che cosa risponderò loro?».  DIO rispose a Mosè: «IO SONO COLUI CHE SONO». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "L'IO SONO mi ha mandato da voi"» (Esodo 3,11-15).
Ed infatti DIO non può avere un nome, per il semplice fatto che non è una "persona", la quale possa autoqualificarsi dicendo: "Io sono Pippo De Pippis!".
DIO "E' l'ESSERE"...e basta!
.
3)
In terzo luogo, PRESSO, cioè "πρὸς" (+ l'accusativo "τὸν θεόν"), oltre a significare "presso", può significare varie altre cose, e, cioè:
- a, con, verso, contro;
- rispetto a;
- per quanto a;
- in confronto con;
- conforme, secondo;
- per, allo scopo di;
- per, a cagione o in conseguenza di.
***
.
                  IPOTESI ESEGETICA PERSONALE
Ciò premesso, c'è un altro passo del Vangelo di Giovanni molto illuminante.
Ed infatti, quando i Giudei lo provocarono dicendogli : "Non hai ancora cinquanta anni e pretendi di aver visto Abramo?" Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, <<Io Sono>>" (Gv 8,51-59).
Badate bene, non rispose <<"Io ero">> (come la sintassi e la "consecutio temporum" avrebbero richiesto), bensì "Io Sono"; cioè, esattamente la stessa risposta che DIO, "al di fuori del tempo", aveva dato a Mosè nel sopra citato passo dell'Esodo 3,11-15.
In quel momento, in effetti, a rispondere ai Giudei, non era affatto l'individuo Gesù, bensì, appunto, DIO; il quale, ovviamente, è al di fuori del tempo e delle determinazioni fisiche e sintattiche!
***
Leggendo attentamente i Vangeli, si nota spesso questa "ambivalenza", come se in Gesù, di tanto in tanto, si verificasse una sorta di "corto circuito ontologico" tra:
- il suo ESISTERE quale singolo individuo con "nome e patronimico" (Yeshua Ben Youssef);
- il suo ESSERE, il quale, ovviamente "sottende tutti e tutto", e non solo lui (IO SONO).
Però "solo Lui", in modo assolutamente incomprensibile per chiunque, riuscì a "realizzarlo ontologicamente"; la differenza di Cristo rispetto agli altri uomini, e tutta qui.
E scusate se è poco!
***
Lo rilevò anche San Bernardo, notando che:
- generalmente, Gesù si riferiva se stesso, in terza persona, come "il figlio dell'uomo" (cioè Yeshua figlio di Youssef);
- talvolta, invece, si riferiva a se stesso, in prima persona,  usando il pronome "Io", o, appunto "Io sono".
(San Bernardo "I gradi dell'umilità" 10-11)
***
Cioè, spiega il santo, nel primo caso si riferisce a se stesso come un qualsiasi altro uomo (quale lui era a tutti gli effetti), nel secondo, invece, in modo davvero "unico" e "straordinario", egli parla del suo ESSERE divino; un ESSERE divino che aveva in comune con tutti gli altri uomini (perchè tutti gli uomini "SONO"), però con l'abissale differenza che lui, sia pure "a corrente alternata", ne era "ontologicamente" consapevole già da vivo.
Come un'"onda" che sa di essere mare, ancora prima di frangersi!
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"Ma come!" esclamerà indignato qualcuno "Allora saremmo tutti Dei?".
In effetti, anche questo è scritto nella Bibbia:
"Io ho detto: «Voi siete tutti <<dèi (DIO)>>,  ma di certo morirete come ogni <<uomo>>!»" (Salmo 82).
Cioè, quanto all'ESSERE che vi sottende , voi siete tutti "DIO", ma come singoli uomini, morirete come ogni "uomo"; allo stesso modo di come le onde sono tutte mare, ma in quanto "generate" come singole onde (figlie di Dio), finiranno tutte, prima o poi, per essere riassorbite dal mare stesso.
Quanto al termine "figlio", ne parlerò meglio più avanti.
***
Poi Gesù pregò per tutti gli uomini: "Che siano tutti UNO; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché siano UNO come noi siamo UNO" (Atti 20:28).
Perchè dire che tutto è ESSERE, è come dire che tutto è UNO, e che la "molteplicità" è solo un'"illusione"; sebbene si tratti di un'"illusione" di un tipo un po' diverso da quella del "bastone che viene scambiato per un serpente".
***
Forse sarebbe più esatto dire che la "molteplicità",  più che una "illusione", è una "manifestazione" frantumata dell'UNO; così come l'"immagine" del sole riflessa da milioni di frammenti di specchio.
***
Ovvero come un bambino che, al Luna Park, entra nel "baraccone degli specchi"; e la sua immagine si riproduce (a volte deformata) in dozzine di specchi e specchietti.
Ed infatti anche nella Bibbia c'è scritto che gli uomini sono soltanto delle "immagini" di Dio (Gen 1,26-27); cioè meri "riflessi" di un'"altra" REALTA'.
***
Infine, San Paolo scrive che siamo destinati ad essere con Dio: "Un solo Spirito!" (cfr. 1Cor 12,13).
Questo passo è stato interpretato nei modi più diversi, sebbene, sia nella "lettera" che (appunto) nello "spirito", secondo me il senso è univoco.
Ed infatti San Paolo:
- non scrive che il nostro spirito è destinato ad "unirsi" a quello di Dio (come se si trattasse di due cose diverse che si congiungono);
- scrive, invece, che il nostro spirito è destinato ad essere "un solo Spirito con Dio" (come, cioè, se si trattasse della stessa cosa, che prende coscienza della sua unità esistente da sempre).
Ed infatti, da sempre, Dio "...era la vita e la vita era la luce degli uomini"; cioè tutti, sin dal principio, eravamo in lui.
***
Sia ben chiaro che tutti i precedenti passi possono essere interpretati e coordinati tra di loro nei modi più diversi e disparati; e così, infatti, è storicamente avvenuto, come ho potuto personalmente constatare leggendo vari libri sul tema, scritti sia dai Padri della Chiesa, sia dai successivi Dottori della Chiesa.
Al confronto, ovviamente, io sono soltanto un "nano"; il quale. però, avendoli letti tutti, ha il vantaggio di poter sedere "a cavacecio" sulle spalle di tali "giganti"!
.
***
Vediamo come!
***
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1)
Secondo me, quando Giovanni scrive che "il LOGOS era DIO", era come se volesse dire che la "manifestazione" di DIO, comunque essa si presenti e insorga (ad esempio per il tramite di individui, come Gesù), non è certo una cosa "diversa" da DIO, bensì, semplicemente, una sua mera "EPIFANIA".
Appunto come le "onde", che, essendo epifenomeni  del "mare", però sempre mare "restano".
Oppure come le "onde elettromagnetiche" della luce, che (riflesse o meno che esse siano), sempre LUCE sono; come ben evidenziato visivamente da questa immagine tratta dall'"Esperimento di Young" (che, però, non c'entra niente con il mio discorso).
2)
Il termine PRESSO, con cui in genere si traduce πρὸς" (+ l'accusativo "τὸν θεόν"), in questo caso, secondo me, non va tradotto come "presso", bensì "per, a cagione o in conseguenza di"; cioè che il LOGOS si manifesta "per, a cagione o in conseguenza di" DIO, essendo sostanzialmente Lui stesso nel momento in cui "si manifesta".
O , se preferite, nel momento in cui l'ESSERE si "riflette" e si "concretizza" nel singoli ESISTENTI; cioè, nei frammenti dello specchio rotto!
.
3)
Quanto al passo generalmente tradotto "Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste", a dire il vero nel Vangelo di Giovanni viene usato il termine "ἐγένετο".
Tale termine, in lingua greca, più che "fatto" o "creato" (nel qual caso si sarebbe usato il participio passato del verbo "ποιέω"), vuol dire "generato"; così come appunto gli epifenomeni "onde" vengono "generate" quali forme transeunti dello stesso "mare", non certo "fatte" o "create" "ex nihilo" da lui.
"Ex nihilo, nihil fit"!
Quanto alla locuzione "ciò che esiste", essa, secondo me, va intesa in senso contrapposto a "ciò che è"; cioè, "ciò che esiste" è la semplice passeggera e "individuale" manifestazione di "ciò che è".
.
4)
Ed infatti, quanto a tali singoli ESISTENTI, di sicuro, "moriranno come ogni uomo!" (Salmo 82), cioè come singoli "individui"; ma l'ESSERE che è in loro, non morirà mai, per il semplice fatto che non è mai nato!
Non è "immortale", bensì è "eterno"!
Ed infatti, "sin dal principio", nel LOGOS "era la vita e la vita era la luce degli uomini"; cioè l'ESSERE che illumina e sottende ogni uomo, c'è sempre stata, da sempre, e sempre continuerà ad esserci.
Per cui, in realtà, nessuno nasce e nessuno muore!
***
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                  RAPPORTO CON L'ESEGESI CATTOLICA
Per quanto riguarda la confessione cattolica (e, mi sembra, anche quella ortodossa e quella protestante), un punto fermo in materia fu posto dal Concilio di Calcedonia (451 d.C.), nel quale, con una definizione solenne, si precisò che in Gesù Cristo le due nature, la divina e l'umana, si sono unite (senza confusione) in un unico soggetto personale che è la divina Persona del LOGOS-DIO.
A motivo del termine greco si è soliti parlare di "unione ipostatica", in quanto:
- al di fuori del tempo, la stessa persona del Verbo-Figlio è generata eternamente dal Padre per quanto concerne la sua divinità (FIGLIO DI DIO);
- nel tempo invece è stata concepita ed è nata dalla Vergine Maria per quanto concerne la sua umanità (FIGLIO DELL'UOMO).
Ed infatti, il termine "FIGLIO", va inteso come "GENERATO DA", ma in due differenti sensi ontologici.
Per esemplificare in modo molto banale:
- Nella realtà al di fuori di un CARTONE ANIMATO, l'immagine di una capretta in movimento, nel momento in cui viene partorita da una capra, è "generata" da un fascio di luce colorata proiettata su uno schermo bianco (che è bianco, immobile, e sempre uguale a se stesso);
- all'interno della rappresentazione contenuta nel CARTONE ANIMATO,  invece, la capretta viene "cinematograficamente" concepita da una capra, per quanto concerne la sua "caprinitas", e l'azione che si svolge "cinematograficamente" solo sullo schermo.
Cioè, Cristo è proiezione dell'ESSERE Dio nel mondo fenomenico, rappresentato ESISTENZIALMENTE da un parto umano.
.
***
Questa è la mia personale esemplificazione moderna del concetto di "IPOSTASI".
***
.
Sinceramente, non saprei dire fino a che punto la mia concezione possa "collimare" con quella conciliare, ovvero se debba considerarsi eretica.
Sotto certi aspetti temo che debba considerarsi alquanto eretica, in quanto, ad esempio, per me, il termine "persona" può identificare soltanto i singoli individui, e giammai DIO;  il quale, in quanto ESSERE (cioè il "minimo comun denominatore" di tutto ciò che ESISTE), non può essere in alcun modo considerato una "persona" (per genere prossimo e differenza specifica), se non in senso "molto" metaforico, e ai soli fini meramente devozionali.
Come Lui stesso, "metaforicamente", spiegò a Mosè quando gli chiese il suo nome (IO SONO); ed infatti l'ESSERE non può avere alcun "nome", essendo quest'ultimo riservato esclusivamente alle sue manifestazioni, cioè, a noi.
Ma quando moriremo, tornando anche noi ESSERE, indubbiamente il nostro nome lo perderemo per sempre; così come non lo avevamo prima di nascere fisicamente.
***
#2063
Ciao Duc. :)
Quanto ai "Vangeli", guarda che lo so benissimo che "Vangelo" vuol dire "Buona Novella" (εὐαγγέλιον), e che contiene un "messaggio unitario", sebbene "quadriforme"; come scrive anche Sant'Ireneo.
Però si può legittimamente e lecitamente usare sia la "forma singolare" (dando risalto al messaggio unitario), sia la "forma plurale" (dando risalto al fatto che si tratta di quattro diversi libri, scritti da persone diverse).
Il che avviene anche nei siti cattolici, alcuni dei quali preferiscono addirittura la forma plurale.
***
Per cui, quando all'esame di catechismo (per la prima comunione) io risposi che i vangeli canonici sono "quattro",  non fui affatto bocciato dal parroco; che era un gesuita, e, quindi, se ne intendeva molto più di te.
Mi dispiace deluderti! :)
***
In ogni caso, io uso entrambe le locuzioni, a seconda delle circostanze.
.
***
Cioè:
.
1)
Dovendo elencare le contraddizioni tra un "vangelo" e l'altro, ovviamente non posso parlare di un unico "vangelo", trattandosi di quattro diversi "vangeli" che si somigliano abbastanza, ma che non sono sempre concordanti in tutto e per tutto.
Ad esempio:
a)
In Matteo (Mt. 1,18-25) l'angelo annuncia la nascita di Gesù a Giuseppe. In Luca (Lc. 1,26-38) l'annuncia a Maria.
b)
In Matteo (Mt. 1,18-25; 2,1) Maria e Giuseppe abitano già a Betlemme. In Luca (Lc. 2,1-5) Maria e Giuseppe abitano a Nazareth e si spostano a Betlemme (a circa 100 km di distanza) per il censimento di Quirinio, secondo una modalità poco pratica e infatti sconosciuta al popolo romano (i Romani censivano secondo il luogo di residenza, non di origine).
c)
In Matteo (Mt. 2,1-12) Gesù viene adorato solamente dai Magi (che non erano tre, e neppure re). In Luca (Lc. 2,8-20) Gesù viene adorato solamente dai pastori.
d)
In Matteo (Mt. 2,13-23) la "sacra famiglia" è costretta a scappare in fretta e furia in Egitto, per sfuggire ad Erode che attua la famosa "strage degli innocenti". In Luca (Lc. 2,21-40), invece, Gesù viene circonciso e addirittura presentato al tempio di Gerusalemme, in tutta tranquillità.
e)
Le genealogie di Gesù riportate da Matteo (Mt.1,1-16) e Luca (Lc. 3,23-38) sono assolutamente inconciliabili, a partire dal nonno paterno (Giacobbe per Matteo, Eli per Luca).
f)
A Cafarnao, Gesù guarisce il servo di un centurione, che in Matteo è "semplicemente" paralizzato (Mt. 8,5-6), mentre in Luca sta per morire (Lc. 7,1-2). In Giovanni (Gv. 4,46-47) il "miracolato" è il figlio di un funzionario regio, ed è sia infermo sia moribondo.
g)
Il cosiddetto "Discorso della Montagna" (quello in cui vengono enunciate le beatitudini) in Matteo (Mt. 5,1-12) è ambientato in montagna. In Luca (Lc. 6,17-26) è ambientato, invece, in una pianura.
h)
Dopo la sua visita a Cafarnao, Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Galilea in Matteo (Mt. 4,23) e Marco (Mc. 1,35-39). In Luca (Lc. 4,42-44), invece, Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Giudea (a circa 100 km. di distanza).
i)
Arrivato a Gadara (Giordania), Gesù viene "accolto" da un indemoniato in Marco (Mc. 5,1-7) e Luca (Lc. 8,26-28). In Matteo (Mt. 8,28-29), invece, Gesù viene "accolto" da due indemoniati.
l)
In Matteo (Mt. 9,18) un capo della sinagoga (Giairo) chiede a Gesù di resuscitare sua figlia, appena morta. In Marco (Mc. 5,21-23) e Luca (Lc. 8,40-42) Giairo chiede invece di guarire sua figlia, che è moribonda.
m)
In Matteo (Mt. 17,1) e Marco (Mc. 9,2) la trasfigurazione di Gesù avviene sei giorni dopo l'ultimo discorso di quest'ultimo, in cui aveva esposto le condizioni per seguirlo. In Luca (Lc. 9,28) la trasfigurazione di Gesù avviene circa otto giorni dopo.
n)
In Matteo (Mt. 20,29-30) Gesù, mentre esce da Gerico, incontra due ciechi. In Marco (Mc. 10,46-47) e Luca (Lc. 18,35-38) Gesù incontra un cieco solo.
o)
In Matteo (Mt. 20,34) Gesù guarisce i due ciechi toccando loro gli occhi in silenzio. In Marco (Mc. 10,52) e Luca (Lc. 18,42-43) Gesù guarisce l'unico cieco semplicemente dicendogli che la sua fede l'ha salvato.
p)
Entrato a Gerusalemme, Gesù viene "osannato" dalla folla in Matteo (Mt. 21,8-11), Marco (Mc. 11,8-11) e Giovanni (Gv. 16-19). In Luca (Lc. 19,36-40), invece, Gesù viene "osannato" solo dai suoi discepoli.
q)
In Matteo (Mt. 21,12-17), Marco (Mc. 11,15-19) e Luca (Lc. 19,45-48) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso la fine del suo ministero, poco prima di essere ucciso. In Giovanni (Gv. 2,13-21), invece, Gesù caccia i mercanti dal tempio verso l'inizio del suo ministero.
r)
In Matteo (Mt. 26,6), Marco (Mc. 14,3) e Giovanni (Gv. 12,1), l'unzione di Gesù avviene a Betania (Giudea). In Luca (Lc. 7,1-36), invece, essa avviene in una città della Galilea (a circa 100 km. di distanza).
s)
In Luca (Lc. 22,3) Satana entra in Giuda Iscariota prima del primo giorno degli Azzimi, quando decide di accordarsi con il sinedrio per consegnare loro Gesù. In Giovanni (Gv. 12,27) Satana entra in Giuda Iscariota dopo che quest'ultimo ha mangiato il boccone offertogli da Gesù durante l'ultima cena (quindi almeno un giorno dopo).
t)
Durante "l'ultima cena", in Matteo (Mt. 26,26-29), Marco (Mc. 14,22-25) e Luca (Lc. 22,18-20) Gesù istituisce l'eucarestia. In Giovanni (Gv. 13,3-18), invece, Gesù si "limita" ad effettuare la lavanda dei piedi ai discepoli.
u)
In Matteo (Mt. 26,23) Gesù dice che il traditore è colui che ha intinto con lui la mano nel piatto. In Marco (Mc. 14,20) Gesù dice che è uno dei Dodici, colui che intinge con lui nel piatto. In Luca (Lc. 22,21) Gesù dice che la mano di chi mi tradisce è con lui, sulla tavola. In Giovanni (Gv. 13,26) Gesù dice che è colui per il quale intingerà il boccone e glielo darà; poi Gesù intinge il boccone e lo dà a Giuda Iscariota.
v)
In Matteo (Mt. 26,57), Marco (Mc. 14,53) e Luca (Lc. 22,54) Gesù viene portato dal sommo sacerdote Caifa, dal quale viene interrogato. In Giovanni (Gv. 18,12), invece Gesù viene prima portato da Anna (suocero di Caifa), dal quale viene interrogato.
z)
In Matteo (Mt. 28,9-10) Gesù risorto appare per primo alle donne. In Marco (Mc. 16,6-9) e in Giovanni (Gv. 20,14) Gesù risorto appare per primo a Maria Maddalena. In Luca (Lc. 24,13-15) Gesù risorto appare per primo ai due discepoli di Emmaus. Nella Prima lettera ai Corinzi (1 Cor. 15,3-5) Gesù risorto appare per primo a Pietro e ai Dodici.
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Ho terminato le 21 lettere dell'alfabeto, per cui non posso elencare le altre 19 contraddizioni tra i quattro vangeli; i quali, quindi, costituiscono tutt'altro che un complesso con valore filologico unitario.
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2)
Se, invece, intendo riferirmi messaggio di Amore di Cristo (cioè alla "buona novella"), che risulta univocamente da tutti i vangeli (compresi quelli apocrifi) invece di parlare di "Vangeli" al plurale, preferisco parlare di "Vangelo" al singolare!
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Un saluto! :)
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#2064
Ciao Duc :)
Mi sono reso conto che tu conosci ben poco il testo dei Vangeli (ed il significato delle parole secondo il vocabolario), per cui trovo inutile continuare a dialogare con te; così come sarebbe frustrante andare in drogheria chiedendo tre etti di prosciutto, e vedendosi invece consegnare mezzo chilo di mozzarella.
Però sei senz'altro in buona fede; quindi la tua fede vale quanto la mia.
Che lo Spirito sia con te! :)











#2065
Ciao Duc. :)
Nel caso della resurrezione "fisica" di Cristo la "logica" non c'entra assolutamente niente; ed infatti si tratta semplicemente di una impossibilità di carattere "fisiologico", perchè nessun morto è mai resuscitato "fisicamente" (zombie a parte).
E, nell'assurda ipotesi che Cristo sia davvero resuscitato "fisicamente", dovrebbe essere ancora "fisicamente" a spasso per strada (così che chiunque possa ancora mettergli il dito nelle piaghe), e non certo essere seduto "fisicamente"  alla destra di un Dio "spirituale".
Ad una favola del genere possono crederci solo i bambini; ed infatti anche io ci ho creduto fino a circa 11 anni.
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Sono invece d'accordo con te che il mio "cristianesimo", è senz'altro "eretico" rispetto alle credenze del "cattolicesimo"; il quale, essendo un "mix" di "cristianesimo" e "paganesimo", è un po' "eretico" nei confronti di entrambe  le religioni.
D'altronde lo stesso "cristianesimo" (in qualunque sua versione), non è che una "eresia" rispetto all'"ebraismo biblico"!
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Quanto al "corpo trasfigurato", sarebbe come dire "un corpo che non è un corpo"; bella balla!
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Ma alla fine ho capito che, nella tua visione "parrocchiale"  del cristianesimo, a prevalere è proprio "l'aspetto pagano del cattolicesimo"; per questo non riusciamo proprio a comprenderci!
Ed infatti solo un "pagano" direbbe che: "Forse, pensandoci un po', è una bella fandonia illudersi che Dio sia Spirito!"
Che Dio sia Spirito, non me lo ha detto certo il "dottore" (come scrivi tu), ma, almeno se Giovanni riferisce correttamente le sue parole, lo ha detto Gesù in persona: "Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito e Verità" (Giovanni 4:24).
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Un saluto! :)
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#2066
Ciao Duc. :)
Credere (con o senza fede), con la logica umana, alla risurrezione "fisica" di Cristo, una volta defunto, non comporta credere in un evento "irrazionale", bensì in un evento "impossibile"; come è facilmente verificabile con il semplice "buon senso" e all'"esperienza empirica", senza dover ricorrere alla "logica".
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Ed infatti:
a)
Io non ho difficoltà a credere che Cristo, una volta morto "fisicamente", sia diventato "spiritualmente" UNO con Dio.
b)
Ma trovo non "illogico", ma semplicemente "puerile", la fandonia che, resuscitato "fisicamente" (cosa già "molto" difficile da credere), sieda "fisicamente" alla destra di un Dio che è puro "Spirito".
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E' roba da *paganesimo* allo stato puro!
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Il che non vuol dire che io non condivida il messaggio etico di Cristo; e, cioè, che occorra amare anche i propri nemici.
Come anche sono convinto di non avere nessun merito per quel che ho o per quello che sono.
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Quanto al fatto di voler equiparare "enigma"  e "rivelazione", è come voler equiparare "indovinello" e "soluzione dell'indovinello"; anche in questo caso non si tratta di "logica", bensì di un uso scorretto delle "parole".
Ed infatti, come spiegato nei vocabolari, "rivelare" significa "rendere manifesto, mostrare, palesare"; cioè, affacciarsi dalle nuvole e dire a tutti "eccomi qua, sono (D)io!".
Perchè mai giocare a nascondino?
Nel qual caso nessuno avrebbe difficoltà a crederci (o meglio, a credere ad un certo tipo di "Dio", che, secondo me, non è il modo giusto)
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Quanto al fatto che Gesù sia andato al gabinetto, abbia pianto e sia morto, proprio come un qualsiasi altro uomo, non trovo affatto assurda la cosa; ed infatti non c'è niente di sorprendente nel fatto che un'"onda", che ha una sua specifica "forma" e "identificazione" come '"onda" (individuo), in realtà non sia altro che "mare" (UNO, ESSERE o DIO, come preferisci definirlo).
L'eccezionalità di Cristo, è che lui se ne è reso conto da vivo!
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Ed infatti, come spiega lo stesso Gesù, "tutti" sono soltanto UNO!
"Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi (gli altri uomini) in noi UNA COSA SOLA!" (Gv 17/23)
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Un saluto! :)
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P.S.

Chi ha orecchi per intendere, intenda!
#2067
Ciao Duc. :)
Non mi pare molto "logico" che Dio, a differenza degli altri animali, ci abbia fatto il dono della "logica", per indurci a credere a cose "illogiche"; chi sostiene una cosa del genere, secondo me, non ha molto rispetto per Lui e per il dono della "logica", che, generosamente, ci ha regalato (anche se qualcuno si rifiuta di usarla).
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Quanto al fatto che a Dio non importa d'essere contraddittorio per la logica (donataci da lui), in quanto Lui preferisce essere assurdo, altrimenti "ci si crederebbe troppo facilmente", anche in questo caso chi sostiene una cosa del genere, secondo me, non ha molto rispetto per Lui, ritenendolo un enigmista zuzzerellone e un po' sadico, a cui piace giocare a nascondino e agli indovinelli!
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Dio ci ha creato a Sua immagine, ma qualcuno, invece, ha deciso di creare Dio ad immagine umana; cioè, con pulsioni ed emozioni umane.
E questo, secondo me, rasenta la "bestemmia".
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Quanto a "scegliere se divenire angeli o bestie", questo pure, a mio parere, rasenta la "bestemmia"; Dio ci ha creato "uomini", e non  "angeli" o "bestie".
Dobbiamo essere "uomini", con la ragione e la logica di cui ci ha dotato, e basta!
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Almeno fino a che non diventeremo UNO con LUI, come è scritto nel Vangelo.
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Un saluto! :)
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#2068
Ciao Phil. :)
Bravo Phil, mi hai fregato! :D
Ed infatti la mia domanda era effettivamente "a trabocchetto", in quanto entrambi i testi sono stati scritti a penna; tuttavia sono stato onesto, perchè li ho scritti entrambi di getto, senza cercare di imitare, in uno dei due, la "grafia da mouse classico" (cosa che, in principio, avevo pensato di fare).
Però, se avessi usato un "pen-mouse", sono sicuro che non ti saresti "mai" accorto della differenza!
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In ogni caso ti ringrazio, perchè mi hai fatto venire in mente che, tra i vari "mezzi di scrittura" (matite, biro, penne stilografiche, pennarelli e  "pen-mouse"), ciascuno con le sue caratteristiche grafiche, ce n'è uno di nuova generazione e molto poco noto; che, in quanto tale, credo che meriti un TOPIC a parte nella sezione SCIENZA E TECNOLOGIA.
Qui:
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Un saluto! :)
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#2069
Nel Medioevo la "grafite" e più in particolare la "matita", così come la conosciamo oggi, non era ancora stata inventata; per cui gli artisti utilizzavano degli stili  con "punte in metallo" per disegnare su carta e su tela, preparando opportunamente il supporto cartaceo e di tela prima dell'uso.
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Una prima importante traccia storica su questa tecnica la troviamo ne "'Il Libro dell'Arte" di Cennino Cennini seconda metà (sec. XIV); che è un un vero e proprio trattato sulle tecniche artistiche conosciute ed utilizzate all'epoca.
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Questa tecnica di disegno è conosciuta come "Silverpoint", ed era largamente utilizzata dalla maggior parte degli artisti dell'epoca, tra cui Leonardo da Vinci, Raffaello e Botticelli; però iniziò a scomparire gradualmente nel corso del 16° secolo a seguito della diffusione della grafite, che non richiedendo particolari preparazioni delle superfici cartacee e soprattutto essendo "cancellabile", era preferita dagli artisti.
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Il principio di funzionamento di base del moderno e rivoluzionario "Ethergraf", è sostanzialmente simile, ovvero l'"ossidazione" che si verifica durante l'attrito tra la punta in lega di metallo e la carta; ed infatti, gli studi del team ricerca e sviluppo di "Signature", in collaborazione con importanti istituti universitari italiani, hanno portato ad una "lega metallica" molto speciale che unisce ad una buona durezza e scorrevolezza, la possibilità di scrivere su carta comune non trattata (la cui formula non mi risulta sia stata ancora pubblicamente rivelata).
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Ad esempio, realizzata interamente in magnesio, la penna "Space" ha un peso di soli 14 grammi; ed  il suo puntale in "Ethergraf" ha permesso agli astronauti di scrivere in condizioni di microgravità.
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il suo puntale in metallo "Ethergraf", infatti, non ha niente in comune con penne, matite, pennarelli ecc., e non utilizza nè inchiostro nè grafite; ed infatti si tratta di un  materiale metallico argenteo che, a contatto con la carta, è in grado di "ossidarla", lasciando su di essa un tratto che "somiglia" a quello di una matita, ma che è più indelebile dell'inchiostro permanente.
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Secondo me, riguardo a tale "penna" (per chiamarla in qualche modo):
- il vantaggio principale è che non va mai ricaricata, nè la punta si consuma mai, e produce un testo -quasi- indelebile;
- il difetto principale, invece, è che deve essere preferibilmente utilizzata sulla carta comune, ossia la carta in cellulosa non trattata (che è un materiale che reagisce perfettamente al passaggio della punta in metallo).
La presenza di collanti, cariche minerali, coloranti o additivi nella carta, invece, compromette un po' la sua naturale capacità di assorbimento; permettendo così solo in parte, l'ossidazione al passaggio della punta in "Ethergraf", che scrive lo stesso, ma con un tratto eccessivamente leggero.
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#2070
Ciao Anthony. :)
Avendo fatto, sia pure molti anni fa, tre corsi di "grafologia" (sebbene con risultanti alquanto scadenti), per quanto mi ricordo posso confermare in pieno la tua affermazione; e, cioè, che "la penna registra anche differenze di pressione nella scrittura, differenze che risultano essere abbastanza importanti nelle perizie!"
Però, almeno a quanto rammento, risultano rilevanti precipuamente per accertare l'"umore" occasionale del soggetto che ha scritto il testo, e non la sua "identità".
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Ed infatti, lo scritto di una persona varia anche a seconda:
- dell'umore  con cui scrive  (ira, calma ecc.);
- della fretta con cui scrive;
- del mezzo con cui scrive (biro, stilografica, pennarello, mouse ecc.).
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Ad esempio, nel caso di un testo scritto con il pennarello, non possono rilevarsi differenze di sorta nella pressione della scrittura.
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Un saluto! :)
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