Concordo, e ricorderei anche il rischio insidioso di confondere l'interpretazione/spiegazione della realtà con la realtà stessa: l'intelletto umano è spontaneamente interpretante e descrittivo (a ciò serve il linguaggio nelle sue forme "scientifiche"), quindi le interpretazioni possibili sono spesso molteplici, anche di fronte allo stesso evento... E = mc2 è un'equivalenza figlia dell'arbitraria matematica convenzionale che ha unificato culturalmente il globo, eppure non è la realtà, ne è soltanto una descrizione funzionale. La stessa "energia" non esiste, se non solo come ciò che arbitrariamente individuiamo (e abbiamo battezzato) come "energia", ma è comunque una chiave di lettura umana... un po' come parlare della linea dell'orizzonte o delle costellazioni: da un punto di vista umano, hanno senso, ma sappiamo, come ci ricorda myfriend, che sono solo costruzioni culturali e percezioni prospettiche (posso usare una parolaccia? Mi rispondo di "si" e rischio ) relative (e la fede nella possibilità di conoscere la realtà in quanto tale, oggettivamente, perfettamente, non tiene presente proprio il coefficiente umano inevitabilmente coinvolto a monte di tutte le tecnologie impiegate...).
Parimenti, il mondo può essere misurato con "oggettiva" precisione sia in centimetri che in pollici o in altre misurazioni umane standardizzate, ma ciò, al di là delle differenze numeriche che ne derivano, è soltanto un modello di spiegazione della realtà, ma non è la realtà, che non è "fatta" né di centimetri, né di pollici o altro... tuttavia, essendo l'uomo un chiacchierone (in)nato, per metterci bocca deve usare il linguaggio, e il linguaggio richiede definizioni, e le definizioni richiedono l'individuazione di un'identità, e l'identità richiede un'astrazione formale del cosiddetto reale, reale che a questo punto viene probabilmente (dis)perso in questo percorso di analisi umana...
P.s. Mi si perdoni se fornisco una personale interpretazione del koan: il pugno in faccia era rivolto sia alla sterile provocazione nozionistica dell'interlocutore, sia per far percepire (rispondendo alla domanda) cosa fosse la realtà "di prima mano"
; ben altro colpo (formale e linguistico) è quello che invece tenta di sferrare la scienza...
Parimenti, il mondo può essere misurato con "oggettiva" precisione sia in centimetri che in pollici o in altre misurazioni umane standardizzate, ma ciò, al di là delle differenze numeriche che ne derivano, è soltanto un modello di spiegazione della realtà, ma non è la realtà, che non è "fatta" né di centimetri, né di pollici o altro... tuttavia, essendo l'uomo un chiacchierone (in)nato, per metterci bocca deve usare il linguaggio, e il linguaggio richiede definizioni, e le definizioni richiedono l'individuazione di un'identità, e l'identità richiede un'astrazione formale del cosiddetto reale, reale che a questo punto viene probabilmente (dis)perso in questo percorso di analisi umana...
P.s. Mi si perdoni se fornisco una personale interpretazione del koan: il pugno in faccia era rivolto sia alla sterile provocazione nozionistica dell'interlocutore, sia per far percepire (rispondendo alla domanda) cosa fosse la realtà "di prima mano"
