"Chirografario" (dal greco χειρόγραϕον: v. cheiro- e -grafo], è, in senso generico, ogni documento scritto e firmato di propria mano; detto pure "autografo"
Uno scritto "chirografario", con la "sottoscrizione autografa", cioè, non è altro che un processo "manuale", il quale comporta il fatto di tracciare un testo a mano libera, in modo tale che dalla "calligrafia" se ne possa identificare l'autore.
***
Ovviamente, salvo a scrivere con un dito nella sabbia, tracciare un testo "a mano libera" non vuol certo dire che la mano non possa e non "debba necessariamente" usare un "qualsiasi strumento pilotato dalla sua mano" per scrivere.
Il quale, ad esempio, può essere:
- uno "stiletto" per incidere una tavoletta d'argilla, come ai tempi dei Babilonesi:
- una "penna d'oca" intinta nell "atramentum" (un panetto solido composto da nero fumo, fuliggine ottenuta bruciando legna o altri combustibili come la pece) per scrivere sulla carta pergamena, come ai tempi degli antichi Romani e dell'alto medioevo.
- una "penna biro", riempita di "ftalocianina blu" per scrivere su carta bianca, come, in genere, facciamo noi adesso.
- un "mouse", con il quale, da circa trent'anni, possiamo tracciare a mano libera un nostro testo su un "file bianco di immagine", così come se fosse un "foglio bianco di carta".
***
Ma attenzione!
In questo caso non si tratta di una "firma digitale", di una "fotocopia" o di una "copia su PC" di uno scritto autografo, bensì di uno scritto "tracciato direttamente, a mano libera", cioè "autograficamente", dal suo estensore; solo che, invece di usare uno "stiletto", una "penna d'oca" o una "biro", è stato usato un "mouse" ed un PC.
Ecco, infatti, tale scritto mentre viene formato, allo stesso modo che se fosse scritto su carta:
***
Sfido chiunque a contestarne la validità "chirografaria", visto che, quando essa è richiesta, essa serve esclusivamente a verificare tramite "perizia", se la "calligrafia" appartiene veramente ad una determinata persona; e se qualcuno scrive un testo di propria mano, sia che usi uno stiletto, una penna d'oca, una biro, o un mouse, il perito calligrafo è perfettamente in grado di stabilirne la paternità.
***
Non dubito però che, così come qualche burocrate degli anni '50 si rifiutava di accettare le scritture a "penna biro", pretendendo solo le scritture a "penna stilografica" o a "calamaio", non mancheranno burocrati del terzo millennio che non riusciranno "mai" ad accettare scritture di propria mano realizzate con il mouse (confondendole ottusamente con le fotocopie e i dattiloscritti).
***
P.S.
Ovviamente le scritture e le firme "autenticate" sono un'altra cosa; ed infatti, "in alcuni casi" (ma non sempre), anche una normale "sottoscrizione manuale a penna", necessita di una "autenticazione".
Questa è un'altra faccenda, per cui bisogna evitare di fare confusione!
***
Al riguardo, il Decreto del Presidente della Repubblica 28/12/2000, n. 445, art. 21 prevede che la firma apposta su un documento debba essere "autenticata", solo quando un'istanza o una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà sono presentate:
- a soggetti privati, quali banche, assicurazioni, ecc. (Decreto del Presidente della Repubblica 28/12/2000, n. 445, art. 2)
- a soggetti pubblici ai fini della riscossione di benefici economici da parte di terzi (ad esempio la delega alla riscossione della pensione).
L'autenticità della sottoscrizione deve essere attestata da un pubblico ufficiale:
- notaio
- cancelliere
- segretario comunale
- altro dipendente incaricato dal sindaco
- dipendente addetto a ricevere la documentazione
Il pubblico ufficiale attesta che la sottoscrizione è stata effettuata in sua presenza, previo accertamento dell'identità personale del dichiarante.





















