Citazione di: Sariputra il 28 Luglio 2017, 23:09:24 PMQuesto può essere un buon esempio del cambio di prospettiva a cui alludevo: la vita è sete con intervalli di non-sete, o è non-sete con intervalli di sete?
Cit.Phil:
Eppure, proprio se ci si identifica con lo stato d'animo della soddisfazione si è già nell'eccezione all'insoddisfazione perenne
Io direi piuttosto che si è nell'illusione di essere soddisfatti . Attento che io non parlo di "perenne" ma di uno stato sotterraneo che "spinge" all'azione per cercare soddisfazione e non la trova. Per questo ho usato il termine di "sete". La sete non si prova sempre, ma sempre ritorna e non ci si libera da essa.
Sta a noi mettere l'accento su uno dei due aspetti (al netto delle vicissitudini personali, per questo non sono in molti a potersi dire autenticamente soddisfatti...).
Citazione di: Sariputra il 28 Luglio 2017, 23:09:24 PMTale sete credo vada distinta fra autoconservazione e bisogni indotti: la sete che ci anima è quella dei bisogni primari (purtroppo non tutti riescono a soddisfarli, e tale insoddisfazione è mestamente oggettiva), quella degli altri bisogni è invece dove possiamo educarci, anche se l'essere educati non piace al bambino capriccioso che è in noi
E' la vita stessa questa "sete inestinguibile" di soddisfazione. Non siamo "noi" che proviamo la "sete" , è la "sete" che ci crea per potersi appagare. "Noi" è una panzana creata dal pensiero che si identifica con questo bisogno di soddisfazione. "Noi" è funzionale al manifestarsi di questa "sete".
[Non mi immergo ulteriormente sul tema dell'individualità perchè forse andremmo off topic, ma proprio i bisogni primari, e il loro soddisfacimento, ci dimostrano la sostanzialità dell' Io, e la sua differenza con l'Altro: se l'altro beve appaga la sua "sete", ma se io non appago la mia, muoio... la sua sete non è la mia, quindi non è la sete a crearci ma noi, in quanto creature, ad essere dotati geneticamente di "sete", primaria e non
]Citazione di: Sariputra il 28 Luglio 2017, 23:09:24 PMChiaramente l'esempio era banale, ma credo avrai colto a cosa alludevo...
Ci sono insoddisfazioni molto più profonde e intime che non quelle che ci spingono a far la fila per l'ultimo gadget.
Citazione di: Sariputra il 28 Luglio 2017, 23:09:24 PMMi pare sia un circolo vizioso basato sulla fede-ops!-fiducia nell'assioma "l'attaccamento al Sè crea insoddisfazione" (accettazione più che legittima, basta tener presenti le eccezioni e la possibilità logica di altri assiomi). Se tale convinzione-premessa è accettata come il punto di partenza logico, se ci si attacca(
Quindi ritengo che non sia possibile essere davvero soddisfatti senza rinunciare all'attaccamento al concetto di Io o Sè. Perché no? Perché l'attaccamento al concetto di Io o Sè è la causa basilare del manifestarsi degli stati insoddisfacenti.![]()
) a tale certezza, essa troverà conferme in ogni innegabile episodio di insoddisfazione. Tuttavia, come accennavo sopra, possiamo comunque ribaltare la prospettiva: "l'attaccamento al Sè crea soddisfazione", e allora ogni innegabile episodio di soddisfazione confermerà tale assunto (ovviamente escludendo da tale rovesciamento i bisogni primari, ma non credo che il topic si riferisse all'ovvia necessità di nutrirsi, respirare, etc.).
A noi la scelta.

