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Messaggi - bobmax

#2086
E' umano cercare delle motivazioni in tutto ciò che avviene. In special modo quando ci troviamo di fronte al male. Il male, qualsiasi male anche il più orrendo, "deve" avere delle cause.

Se non riusciamo ad individuarle nel mondo, diamo per scontato che comunque vi siano, anche se nascoste.

E se proprio non riusciamo a capacitarci di come possano mai accadere avvenimenti tanto malvagi, allora non ci resta che ipotizzare un intervento soprannaturale. Deve essere stato il Maligno...

Perché è già difficile affrontare l'evidenza, la realtà del male quando si mostra col suo volto più orrendo, ma se poi questo stesso male fosse davvero senza alcuna motivazione... diventerebbe pressoché impossibile non farci sommergere dall'orrore!

Eppure, il male, quel male inaccettabile che tuttavia è certo, reale e non una mera fantasia, è avvenuto, a ben guardare, per caso.

Perché noi siamo qui per caso. Per quale altro motivo?
E quindi anche tutto quello che accade, è dovuto in fin dei conti al caso.

Ma il Male, se riesco a coglierlo in questa sua abissale insensatezza, mi scaraventa all'origine del Tutto. Dove, sebbene non abbia alcuna idea del perché, mia è la colpa.
#2087
Il bisogno di porre delle etichette, di fissare delle appartenenze è molto diffuso. Così come la rigidità nell'interpretare i termini.
In questo modo si fissa ostinatamente il dito senza rendersi conto della Luna.
Pensare che il tema qui sarebbe l'Assoluto... ma tant'è.

D'altronde è emblematico come sfugga ai più l'assurdità di considerare l'Assoluto a prescindere dall'Etica.

La non dualità è più facile trovarla negli umili che negli eruditi.
Sebbene la non dualità sia nel cuore pulsante dell'autentica filosofia di ogni epoca.

Buona continuazione.
#2088
Il mondo fisico, le sue leggi, la logica, i suoi principi, sono tutte cose importanti. Indispensabili per il cosmo in cui viviamo. Senza di esse saremmo perduti, sarebbe il Caos.

Tuttavia, di per se stesse non hanno alcun valore, se non di dare senso ad ogni nostra situazione di vita.

Ciò che vale, per davvero, è solo il Bene.
Ma nel mondo e nel pensiero razionale non vi è nulla che fondi il Bene assoluto.
Il Bene ha bisogno di te.
Solo tu, in perfetta solitudine, puoi far sì che il Bene sia.

È l'unica libera scelta che davvero abbiamo: affermare che il Bene è!

Tuttavia, finché c'è un io, l'affermazione del Bene, la certezza dell'Assoluto, implica la nostra discesa all'inferno.
Perché più Dio è certo e più io non ne sono degno.
All'inferno ci si autocondanna, inevitabilmente.

Finché c'è un io, figlio unigenito.
#2089
Citazione di: Aumkaara il 29 Settembre 2020, 18:04:31 PM
Credo così oggi perché non ho più come obiettivo tale Verità-Nulla, non nel senso che ho smesso di credere che essa sia il fondamento, ma perché credo che non si possa trovare, né realizzare, né svelare, più di quanto non lo sia già ora, che è esattamente come già lo era prima. Ora tutto quello che posso fare è cercare di relativizzare tutto ciò che a volte spontaneamente rischio di assolutizzare troppo, e cerco di farlo meglio di quanto riescono a farlo di solito gli "atei-matetialisti".

Pure per me la Verità non è un "obbiettivo".
Infatti la ricerca non riguarda qualcosa da raggiungere, perché la Verità non può essere "qualcosa".
Il qualcosa è tale solo in quanto negazione di qualcos'altro.
Mentre la Verità non ha alcun "altro".

Sono convinto che il relativismo sia indispensabile.
Perché è l'esito inevitabile a cui giunge la mente razionale che brama il vero.

Tuttavia il relativismo è solo un passaggio necessario, non la meta finale.
Perché una volta accettatolo per davvero (e come ben dici non è affatto facile, in particolare per chi se ne proclama alfiere...) ci ritroviamo senza alcun appiglio a cui aggrapparci.
Solo su noi stessi possiamo contare.

E poiché la Verità è questione essenzialmente etica...
Solo noi, in perfetta solitudine, possiamo affermare che il Bene è!

Di modo che la ricerca della Verità conduce inevitabilmente, almeno per quel che mi riguarda, all'inferno.
#2090
Citazione di: Aumkaara il 29 Settembre 2020, 10:05:46 AM
come dicevo, appaio ateo-materialista ai religiosi, ma appaio anche teista-spirituale ai meno religiosi...

Questo è ciò che capita a chi ricerca la Verità.

Perché occorre aver fede nella Verità.
E ciò viene equivocato dall'ateo-materialista che lo interpreta come la conferma di una credenza religiosa.

Mentre allo stesso tempo questa fede è fede nel Nulla. E questo suscita orrore nei religiosi che la scambiano per ateismo.

Ma la fede nella Verità, che appare come Nulla, è l'unica autentica fede.

Ogni altra è solo superstizione.
#2091
Citazione di: Dante il Pedante il 18 Settembre 2020, 22:15:48 PM
E' proprio nel volto del mio prossimo che vedo Dio.Se no dove? questo è già presente nei testi e quindi non è realtivismo immanentista moderno,come erroenamente riporta Philip."35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40  In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Quindi non è assenza  e presenza metaforica ma concreta presenza nel mio prossimo nella fede cristiana da sempre.Studiare un pò la Bibbia, please e non solo i libri moderni ;D

Infatti il prossimo è Dio.

Che altro mai potrebbe essere?

Vi è solo il figlio unigenito e Dio.
Non vi è nient'altro.

Il figlio unigenito sono io.

E lo stesso vale per te: sei il figlio unigenito.

E il figlio è tale sino al suo ritorno al Padre.

#2092
Discutere sull'esistenza o meno di Dio è un non senso.

In quanto esiste solo ciò che può essere oggetto per un soggetto.
L'esistenza è a valle della scissione originaria soggetto/oggetto.

A monte della scissione non si può parlare di "esistenza".

L'Uno prescinde dall'esistenza. Ne è la fonte.

L'Uno non esiste, l'Uno è!
#2093
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
16 Settembre 2020, 14:39:11 PM
Ciao Dante,
sono convinto che la gioia derivi dalla libertà, dall'autentica libertà.
E libero è solo colui che fa ciò che deve.

La libertà non ha perciò niente a che vedere con il libero arbitrio, che non esiste.
Ipotizzarne l'esistenza mostra solo la nostra dimenticanza dell'Essere.

La libertà consiste nel riconoscere ciò che si deve volere. Ossia volere ciò che Dio vuole.

La gioia deriva dall'essere ciò che sei. Veramente.

Pensare il Tutto come la somma di parti è anche questo fuorviante. Perché lo si immagina "qualcosa", mentre il Tutto non è affatto qualcosa!
E in quanto non è qualcosa non è pensabile per davvero. È un concetto limite. Necessario, ma in definitiva non pensabile.

Un po' come l'infinito.
O lo stesso amore.
Vi si può girare attorno, senza però mai coglierlo per davvero. È un vuoto insaziabile.
#2094
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
16 Settembre 2020, 12:09:40 PM
Citazione di: Ipazia il 16 Settembre 2020, 08:56:07 AM
Tutto(Dio)+Nulla(Noi) = Tutto

ovvero

1+0=1, e così pure i conti della spinoziana teologia geometrica tornano

Uno è uno tra gli infiniti nomi di Dio

Così si risolve, monisticamente, anche la questione del Male sussumendolo al Bene

Fosse mai che alla fine dei tempi ci ritroviamo anche un Lucifero pentito.

Ma il pentimento da solo non basta.
Occorre lasciarlo lavorare, nella ricerca della Verità.
E così sprofondare all'inferno.

Dove ciò che non avrei mai immaginato di essere, lo sono: Lucifero.

Tornerà mai a casa il figliol prodigo?
#2095
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
15 Settembre 2020, 22:47:39 PM
Citazione di: Dante il Pedante il 12 Settembre 2020, 00:58:19 AM
L'assoluto è quella cosa che non dipende da altre cose,cioè incondizionato.Ma il suo contrario non è RELATiVO,ma condizionato,perché l'assoluto non esclude la possibilità di entrare in relazione.Come la relazione tra DIO=Assoluto e uomo=relativo. ::)

Ma la relazione tra Dio e l'uomo è possibile solo condizionando Dio.
E' la stessa relazione a condizionare.
E condizionando... relativizza.

E' però solo una forzatura. Che è pressoché impossibile evitare, se si cerca di pensare l'Assoluto.
E forzando... fatalmente si naufraga.

L'incondizionato non ha relazioni se non con se stesso.
Perché l'Assoluto non ammette alcun condizionamento.

Di modo che la relazione Dio-uomo non è una reale relazione, ma l'illusione in cui immancabilmente cade l'uomo che cerca Dio.

Non vi può essere relazione con l'Assoluto.
L'Assoluto è il Nulla!

Vana è allora ogni speranza di giungere a Dio?

No.
Ma bisogna essere quel Nulla.
#2096
Citazione di: Dante il Pedante il 15 Settembre 2020, 11:39:26 AM
Secondo me non è sbagliato dire che il Bene sia, ma penso che il Bene E' sia più giusto.Perché il "Bene sia" mi pare lo mette come in divenire e così lo rende relativo, mentre il "Bene E'" significa che ès empre presente anche se le cose e gli uomini divengono.Ciao

Sì Dante, il Bene È.

Bene = Essere = Verità.

Non può esservi dubbio alcuno.

Eppure... dubitiamo.

Quel "sia", come ben osservi, esprime il nostro stato relativo, soggetto al divenire.

Nel relativo, nel nostro esserci mondano, è come se l'Assoluto dipendesse da noi. Da una nostra scelta!

Questa scelta è l'occasione per eternare.
Nel senso che seppure per un istante possiamo superare il relativo.

Ti auguro ogni bene, figlio unigenito.
#2097
Citazione di: atomista non pentito il 15 Settembre 2020, 09:59:16 AM
Devo nel mio piccolo notare come ,  da una parte preponderante dei commenti  emerga la presenza di certezze consolidate su molti argomenti. Certezze che , personalmente , mi mancano.

Se ti mancano sei sulla buona strada.

Qualsiasi certezza è una sconfitta. Un alibi, per smettere di cercare afferrando una "verità" rendendola assoluta.

Senza nessun appiglio a cui aggrapparti devi restare.

Nell'esserci mondano la Verità assoluta è Nulla.

Solo tu, in perfetta solitudine, puoi far sì che il Bene sia.
#2098
Citazione di: atomista non pentito il 13 Settembre 2020, 21:07:47 PM
Quello che mi chiedo e' se questo argomentare utilizzando continui riferimenti "specialistici" ( ostici ai  meno preparati )sia necessario alla completezza ed esaustivita' per l'esposizione del proprio pensiero in modo compiuto o nasconda un minimo di compiacimento nella considerazione della propria esclusivita'. Colmare il divario culturale , per persone come me , non sara' possibile. Non certamente per gli anni che probabilisticamente mi rimangono da vivere , percio' una "volgarizzazione" delle risposte( almeno di quelle dirette ai commenti che mi riguardano) sarebbe un gradito segno del Vs desiderio di condividere realmente  il  Vs. pensiero.

Mi sembra evidente che il più delle volte non vi sia qui alcun desiderio di condivisione di pensieri.
Intendendo con "condivisione" un'apertura verso l'altro nella ricerca della Verità.

Semmai vi è desiderio di esserci. Di manifestarsi per uscire dal silenzio, dalla solitudine.
Un desiderio legittimo, ma non dissimile da quello che anima gli "esperti" che discutono di calcio al bar.

Non vanno da nessuna parte.
Chicchiericcio per riempire il vuoto.
Magari erudito, sovente neppure quello.
#2099
Scienza e Tecnologia / Re:Bob e Alice che stanno dicendo?
06 Settembre 2020, 03:12:37 AM
Jean, le parole originano dalla coscienza?
Ma la coscienza è uno specchio!
Riflette quello che c'è. Non lo origina.

Se è pur vero che per noi esiste ciò che è nella coscienza, e se non c'è è come se non esistesse, ciò non vuol dire che ne sia originato.
Ne è solo riflesso...

In effetti è azzardato supporre che la propria esperienza possa essere generalizzata.
La generalizzazione ha sempre un che di forzato.

Ho seguito la tua metafora del fiume, ma ho l'impressione che il tuo fiume non abbia ancora raggiunto le rapide.
Alquanto diversa infatti risulta l'interpretazione delle vicissitudini della vita.
Buon per te.

Perché per quel che mi riguarda è ormai chiara la necessità dell'autocondanna. Ossia del condannarsi all'inferno.

E lì magari iniziare a intravedere che non vi è proprio nessuno lungo le sponde del fiume.
#2100
Scienza e Tecnologia / Re:Bob e Alice che stanno dicendo?
02 Settembre 2020, 21:59:36 PM
Ciao Jean,

ritengo di aver passato esperienze simili.
Intervalli di vita in cui tutto sembra essere messo in discussione.

In particolare attraversai un periodo nerissimo tanti anni fa, che mi ha segnato profondamente.
Allora ero certo che non avrebbe potuto finire, se non con la mia dipartita.
E invece, inaspettatamente la nebbia plumbea prese a svanire...
Ora ne ho solo il ricordo, ma indelebile.

Sebbene sia stata l'esperienza più dura e terribile della mia vita, mi sono poi ritrovato, a distanza di anni, a valutarla sotto tutt'altra luce. Ho incominciato infatti a considerare come quell'esperienza, che pur mi aveva gettato nella disperazione, in effetti fosse stata in realtà un dono...
Perché quella sofferenza mi aveva strappato dall'appagante ma in sostanza vuota vita che conducevo. Facendomi vedere del mondo e di me stesso ciò che avevo troppo a lungo trascurato.

Questi manrovesci, ricevuti sino ad ora, mi hanno sospinto in avanti. Senza tuttavia farmi raggiungere alcunché di definitivo. Se non un progressivo capovolgimento della mia visione del mondo.
Difatti, direi che il più significativo cambiamento, nella mia evoluzione, è consistito nel fatto che in questi ultimi anni gli schiaffi solitamente me li do da solo...

E altrettanto solitamente senza esito...
Se non fosse per la continua conferma del mia inadeguatezza.

Per fortuna che vi è il fiume...
E' compito del fiume.
Ma cosa potrà mai fare il fiume, senza di te?
Può davvero il fiume starsene là e tu qua?

Non sei tu il figlio unigenito del fiume?
Il figlio che in definitiva tornerà a scorrere essendo fiume?
Che altro saresti mai...?

Anche se può risultare davvero assurdo, non solo tu sei il figlio unigenito, pure io lo sono!
E il figlio è tale solo ed esclusivamente perché emanazione del padre.
Non esiste altro, che non sia il padre.
Il padre lascia il proprio figlio unigenito nel mondo, e il mondo è lo stesso padre.
Finché lo richiama a sé, e allora il figliol prodigo torna a casa.
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Riguardo alla coscienza, ho avuto modo di sperimentare come la coscienza non dovrebbe essere considerata una facoltà individuale.
In quanto la coscienza sembra essere in realtà unica. Perché è il mondo ad essere cosciente.
Cosicché, sebbene si abbia solitamente una coscienza limitata alla propria individualità, può avvenire, in situazioni particolari, che questa consapevolezza si espanda fino ad abbracciare più individui.
Dipende dalla forza del legame tra di loro.

Se è il mondo ad essere cosciente, nella sua totalità, allora anche nella sua più elementare manifestazione fisica deve esserci una traccia di coscienza.
Persino in quell'atomo di rame che compone il circuito integrato dove svolge la propria elaborazione un programma di A.I.

Di modo che, secondo me, non dovemmo preoccuparci di un eventuale sviluppo della coscienza nell'informatica. Perché c'è già.
E' ovunque.