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Messaggi - Il_Dubbio

#211
Scienza e Tecnologia / Re: Seguire l'onda
02 Dicembre 2024, 10:18:34 AM
Citazione di: misummi il 02 Dicembre 2024, 08:11:58 AMIo sto aspettando che i quantisti capiscano meglio i campi e gli stati: non si parli più di onda e corpuscolo  e delle rispettive funzioni!
Si parli di "stato d'onda generale" e di "stato d'onda ristretto" ,si considerano questi due stati sovrapposti e si capisca finalmente che il fotone e tutto il resto esiste contemporaneamente su questi due stati d'onda potendosi manifestare una volta sull' uno una volta sull'altro ma senza perderseli mai,tutte e due, neppure per un momento!!




In molta sintesi, questo aspetto quantistico che dai al fotone ce l'ha anche la materia, anche con quella si parla di onda corpuscolo.

Poi, non so se hai letto quello che avevo da dirti nell'altro topic, la meccanica quantistica non è solo funzione d'onda. Cioè esistono due teorie "equivalenti" (ovvero che danno gli stessi risultati) una è quella di Schondinger (appunto le funzioni d'onda) l'altra è quella di Heinserberg che utilizza le matrici. Per una questione di migliore "visualizzazione" si è scelto di presentare la meccanica quantistica con quella di Schondinger. Ma i fisici alla fine utilizzano anche (e forse quasi esclusivamente) le matrici.  

Effettivamente lo sanno anche loro che questa cosa di porre la questione come onda o particella porta a confondere. Qualcuno, con molta difficoltà, ha tentato di dare un nome diverso, che non sia ne un'onda ne una particella. Come se chiamarla in modo diverso ce la facesse apparire meglio. 
#212
Citazione di: PhyroSphera il 01 Dicembre 2024, 00:54:22 AM"Il_Dubbio" poi pensa di aver scovato la cosa in sé in mezzo ai dati della scienza fisica... e pure questo è falso. Lo scienziato non può supporre né incontrare dentro il proprio àmbito di ricerca qualcos'altro.


Non credo sia il solo a dirtelo, ma hai un modo assai incomprensibile di porre le questioni. Vedi, gia in questo caso tu mi rispondi non in modo diretto. Perchè io direttamente ti ho risposto partendo dalle tue parole, mentre quello che tu evidenzi fa parte di un altro contesto dove io rispondevo a misummi su una questione particolare. Io non so se conosci la cosa particolare a cui mi riferivo quando tentavo di rispondere a misunni, ma se la conoscessi allora dovresti specificare meglio il motivo per cui la mia opinione a riguardo sia sbagliata o addirittura falsa. 

Me ne sono scappato dai topic di filosofia perchè per me li si parlava senza seguire alcun metodo (e senza ordine alcuno), e spesso questo voleva dire parlare a vanvera. Non vorrei che anche qua avvenga la stessa cosa.
Così io preferirei meticolosamente, se fosse possibile, analizzare mattonella per mattonella. 

Chi stai incolpando? E di cosa li stai incolpando? 

Non vuoi incolpare nessuno? Allora mi spieghi in due righe il tema di questa discussione? 
Non mi sembra una buona regola rispondermi come hai fatto. Prima rispondi a quello che ho detto a te e vediamo almeno se la discussione parte da qualche parte...altrimenti lascio perdere. 
#213
sempre in risposta a @misummi per quanto riguarda il "collasso" (evidentemente mi ero dimenticato di menzionarlo in precedenza) la questione è che esso è un postulato della m.q.. Chiamiamolo anche assioma.

Le teorie scientifiche per essere costruite si affidano spesso ad un certo numero di verità non dimostrate o magari anche non dimostrabili. Una di queste è appunto l'idea del collasso. 

Io tendo a mettere queste "verità" ai margini della nostra conoscenza. Se mai si potesse dividere le nostre conoscenze in primarie e secondarie, il collasso non metterei sicuramente in quelle secondarie. Non è una conoscenza diretta, ovvero non è una conoscenza derivata da una osservazione, e non la si deduce dalla teoria. 

Per la maggioranza dei fisici di opinione, in realtà il collasso non ha molta importanza. E' sicuramente importante per la solidità della teoria, ma non aggiunge nulla alla nostra conoscenza. 

Chiaramente il dibattito su come interpretarlo (e ritorniamo alla questione iniziale, quello delle interpretazioni) è sicuramente presente nelle discussioni. Ma dai piu non è vista come una questione centrale. 

La mia personale opinione è che ci si trovi difronte ad una questione kantiana, ovvero quella cosa che in sè non è conoscibile. Quella cosa in sè effettivamente è presente nella teoria, ma non è conoscibile come noi vorremmo conoscerla. Quella è la funzione d'onda nella versione di Scrhoidinger, oppure è una matrice nella versione di Heinseberg. E' una cosa in sè che ha molto o solo di matematico, che evolve...che è possibile seguirne l'evoluzione temporale, ma ciò che è per davverso non si sa. Ad un certo punto sempre nella matematica (o nella cosa in sè) pare interrompere questa evoluzione producendo un collasso. Ma noi non vediamo alcun collasso, e nemmeno osserviamo o misuriamo l'evoluzione. La cosa stupefacente è che i fisici riescano a seguirne l'evoluzione nonostante non possa essere osservata. 
Cos'è allora che evolve? 
Io dire in modo filosofico: la cosa in sè - non riesco a trovare sulla tastiera é  O:-)
#214
Citazione di: PhyroSphera il 28 Novembre 2024, 13:19:10 PML'attuale condizione sociale e culturale di vasta umanità è sotto scacco da una forma di illusione e persino di inganno su i dati della scienza.
Si pensa che tali dati costituiscano da sé stessi un sapere oltre che essere scienza o che sia la tecnologia o la tecnica a fornirne. In realtà è filosoficamente o con la filosofia che lo si può.

Non ho ben capito il resto (e quindi il ragionamento che fai per arrivare a questa deduzione) ma su questo io concordo. 

Solo filosoficamente possiamo attribuire ad una conoscenza quel grado in più per elevarla a conoscenza "acquisita" o scientificamente valida. Quindi a me sembra ovvio che la filosofia aiuti la scienza a determinare cosa sia una conoscenza e cosa non lo sia. Non per nulla essa è una branca della filosofia che chiamiamo epistemologia.

Del resto, anche lo stesso metodo scientifico è un metodo filosofico. 

Solo che da qualche parte dobbiamo pur incominciare. 
-----------------------

ad esempio rispondendo alle affermazione di @misummi sul principio di indeterminazione, collasso e entanglement:

si può dire molto ma anche poco. Partendo dal concetto di conoscenza è vero o non è vero che il principio di indeterminazione (oggi è un teorema) stabilisce un limite ad alcune misurazioni? 

Il grado di conoscenza acquisita in questo caso è alta. Anzi è invalicabile. 
Cosa potrebbe essere messo in dubbio? Ciò che mise in dubbio lo stesso Einstein, ovvero che i valori pur non potendo essere misurati contemporaneamente (in quanto questa conoscenza è invalicabile) sono posseduti contemporaneamente dal sistema. 
Ma come era possibile rendere esplicito, misurabile, ovvero sperimentabile ciò che obiettava Einstein? 
Arrivò un giorno J. Bell (Einstein intanto era morto) e mise su un teorema (che porta il suo nome).
Questo teorema riprede la situazione EPR (Einstein-Podolsky-Rosen), che all'epoca risultava essere un esperimento ideale in una situazione conoscitiva acquisita, ovvero il famoso entangled. Einstein lo aveva dedotto, sapeva quindi dell'esistenza dell'entangled, ma lo utilizza per escogitare un esperimento ideale. Il suo scopo è dimostrare che (per lo meno filosoficamente) se si fosse partito dall'ammettere che i sistemi non avessero quei particolari valori contemporaneamente, come se fosse questa una nota di "realtà" a cui non ci si può discostare, allora si doveva amettere la cosa più assurda e che cioè i sistemi interagiscano a distanza senza che vi sia nulla che li renda legati. 
In realtà Einstein aveva il timore che questo significasse mettere in discussione la sua relatività. Non fu messa in discussione perchè i sistemi che interagiscono a distanza in realtà non trasportano (e non potrebbero farlo...ma poi allungherei di molto il discorso) informazioni. Per cui l'universo come è stato concepito da Einstein rimane salvo.

Ma torniamo a Bell. Lui utilizza piu o meno le stesse caratteristiche di una situazione EPR. Ammette cioè che i sistemi siano separati e che nulla si trasferisca (nel senso di informazioni utili sui sistemi) da un sistema ad un altro. Ammette poi per ipotesi (la stessa che poi è di Einstein) che i sistemi abbiano gia, in ogni momento, i valori  che poi si andranno a scoprire con le misure. Il sistema 1 (parliamo di molti sistemi in realtà) è quindi entangled con il sistema 2.
Questo vuol dire che qualsiasi sia l'osservabile prescelta dal fisico 1 e dal fisico 2, i risultati saranno correlati. 
Il problema sorge se il fisico 1 e il fisico 2 fanno misurazioni su osservabili diverse fra loro. In questo caso Bell non fa una piega. Se ciò succede i due sistemi risponderanno in modo "realistico" e cioè daranno il risultato che ci si poteva aspettare in caso i sistemi fossero stati misurati nella stessa osservabile. Andando di questo passo, attraverso una semplice operazione algebrica, Bell scopre che se i risultati generali di tutte le misure si consolida in un certo risultato statistico, allora Einstein aveva ragione. Putroppo in tutti gli esperimenti fatti la ragionevolezza di Einstein non ha trovato riscontro nei fatti, e da sostanzialmente ragione ai sostenitori dell'altra fazione, che oggi ha ancora elementi migliori per poter recramare una certa conoscenza invece che un'altra.   
#215
Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 18:27:47 PMQuindi...cosa dice la logica?

La cosa buona è che tu abbia una passione per l'astronomia. Io non l'ho mai avuta in senso stretto. Mi piace guardare piu da vicino le teorie fisiche.

Gli astronomi invece fanno il mestiere di astronomo, come anche i fisici. Mentre noi abbiamo solo la passione per l'astronomia o la fisica. 

Chi ha solo la passione vede meno o piu difetti in queste teorie scientifiche? 

Innanzittutto anche gli scienziati sono consapevoli dei difetti. Non tutti, ma la maggiorparte vedono gli stessi difetti. E' importante però anche quella minoranza che non vede un difetto, perchè da quella potrebbe scaturire una nuova teoria in grado di cambiare (o stravolgere) l'idea che tutti si erano fatti. In genere non è l'idea teorica che serve inizialmente ma l'osservazione di qualcosa che cambi il paradigma. 

Ma fino a che questo non avvenga, la direzione della maggiorparte degli esperti è giustamente direzionata verso ciò che si sa, che è confermato, o che è razionalmente la cosa piu probabile. 

Devo essere sincero, oggi che esistano i buchi neri non è solo una teoria ma un fatto osservativo. Io però non sono andato alla ricerca di questo fatto, o come mai dovrebbe essere cosi, e perchè non esistano dubbi. E se esistessero dubbi non saprei la natura di questi dubbi. 
La l'astronomia e la fisica è piena di questi dubbi. Ma come per le comunità in senso generale, anche quelle scientifiche hanno le loro regole "etiche". Prima di tutto esiste la migliore interpretazione, o la migliore teoria... poi, in caso di superamento di queste, servono dati osservativi nuovi (e verificabili o controllabili) e nuove teorie che spiegano quei dati tenendo conto anche tu tutto quello che già si conosce.
  
#216
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
23 Novembre 2024, 22:22:48 PM
Citazione di: misummi il 19 Novembre 2024, 10:26:28 AMHo chiesto alle chat AI

   
che sono le chat AI?

praticamente, se non ho capito male, hai chiacchierato con intelligenza artificiale? 

Io non credo siano affidabili. Quelle butterebbero l'acqua sporca con il bimbo dentro. 

Fatti una chiacchierata con un astronomo piuttosto. Oggi internet te lo permette, basta cercare i canali giusti. 


#217
Ho letto molte (presunte) domande rivolte ai fisici, anche molto strampalate, non credo di aver letto mai una cosa simile.

"chiamarla "meccanica" è quanto meno azzardato se non scorretto."

Ciò che è trattato dalla meccanica quantistica non sono particelle, non sono onde, ma qualcosa di diverso. Oggi queste vengono trattate nella teoria dei campi. La meccanica credo consista nel sapere come evolve un sistema che ha una interazione con un altro sistema. Infatti, alla fine, se questo sistema è intercettato da uno strumento di misura termina la sua evoluzione o in altri termini collassa la sua funzione d'onda. 
Ma se due sistemi quantistici vengono in contatto, la loro funzione d'onda cambia. In questo penso consiste la cinetica dei sistemi quantistici. Certo se siamo rimasti alle bigle che si scontrano, penso che siamo lontani dall'intendere la cinetica dei sistemi quantistici. Però, non so, come ho detto non ho mai letto una domanda del genere...chissà, non so precisamente come risponderebbero. 

#218
Citazione di: Alberto Knox il 20 Novembre 2024, 17:35:43 PMMi viene da risponderti ; parla per te.

Ma infatti io parlavo per me. Sono io che non trovo argomenti interessanti.

A cosa vi serve fare filosofia o, come in questo particolare argomento, parlare di etica se poi ciò che scrivete o sostenete non ha una ragione pratica?

E' chiaro che ad un certo punto vi metto di fronte a delle scelte di natura etica per capire se avete in testa un ordine etico e sapreste come comportarvi. Perchè il mondo è pieno di gente che predica bene e rozzola male. 
Qua invece non siamo nemmeno alla predica... è più un parlare in politichese, qualcosa che non vuol dire nulla nonostante le tante parole. 

Però come ho detto vi lascio parlare tranquilli...se così vi sentite al sicuro, potete passare dei bei pomeriggi senza che siate disturbutati da qualcuno che invece vorrebbe quagliare qualcosa.

Io sto gia utilizzando un mio ordine etico. E chiaramente non mi metto a parlare e discutere con chi mi fa perdere solo il mio tempo. Lo utilizzo in modo diverso. E' una questione etica anche questa.
#219
Citazione di: Alberto Knox il 19 Novembre 2024, 20:34:07 PMHai detto infatti che l etica viene dal basso e da li riprenderò cominciando con la mia definizione di etica che è nient altro che questa; percezione e attuazione della responsabilità personale.


troppo poco secondo me per un concetto dell'etica che parta dal basso, ma non per questo è niente, anzi.

Le etiche che partono dall'alto sono quelle principalmente destinate ad un numero ristretto di persone. Penso ad esempio all'etica professionale di un medico, oppure di un avvocato o un politico. 

Un'etica che accomuna tutti gli uomini potrebbe essere la somma algebrica della "percezione e attuazione della responsabilità personale" di tutti gli uomini. Ovvero quel sentire comune che si avverte in ogni luogo, che sia familiare o lavorativo, e perfino al di la dei confini nazionali. Che accomuna i bianchi e i neri, quelli del sud e del nord e perfino quelli ricchi e quelli poveri. E' un sentire che trascende le proprie origini, addirittura anche la nostra stretta percezione o responsabilità personale. 

Questa è un'etica il cui ordine si costruisce. Non c'è. La natura non ce l'ha data in dote. 

L'etica non è solo un sentimento, è anche conoscenza, rispetto sicuramente, ma è soprattutto un modo per ordinare tutti questi aspetti in modo che sia in grado di prendere delle decisioni.

Io leggo tutti questi vostri bei commenti, ma non ci trovo nulla  di interessante, perchè poi le decisioni le lasciamo sempre agli altri. Poi al bar sosteniamo una tesi o l'altra tanto comunque su quello che abbiamo da dire o da fare non dipende la vita o la morte di qualcuno.

faccio un esempio un po' macrabo:
due persone sono in pericolo di vita tu puoi salvarne solo una. Ma devi scegliere una soltanto nel breve tempo di 60 minuti, altrimenti moriranno entrambi.
Cosa fai? Quali sono le tue prime azioni...

p.s. io non lo so, ma se parto da un certo ordine etico, in cui ad esempio le due persone si sono trovate in quella situazione in circostanze sfortunate, la prima cosa che penserei è che la sfortuna decida chi debba morire. Per cui tirerò a sorte chi salvare. 
#220
Citazione di: Jacopus il 19 Novembre 2024, 07:04:38 AMSe nel Pacifico c'è un'isola di rifiuti di plastica grande come la Francia, bisogna riconoscere che il nostro forgiare il mondo, se da un lato ci fa vivere più comodamente, dall'altro crea le premesse, in futuro, per farci vivere molto scomodi.


Si ok, ma siamo arrivati già ai giudizi. Come dicevo in risposta a daniele, non giudico l'operato della natura. Se arriva un terremoto e distrugge una città questo evento non è voluto dalla natura per farci del male. Mentre se è l'uomo che spedisce delle bombe su una città, per distruggerla, allora io sarei autorizzato a giudicare questo operato. Ma se arriviamo già ai giudizi, poi perdiamo il motivo per cui saremmo autorizzati a giudicare. 

Non basta dire infatti che l'uomo è consapevole quindi è "colpevole" di un atteggiamento.
Io sto cercando di trovare una distinzione fra un comportamento eticamente giusto ed uno non giusto. Ma non sono ancora arrivato al "giudizio". Il principio, alla base di un comportamento consapevole (che sia giusto o sbagliato) si basa su un ordine che l'uomo trova (o cerca) in un dato istante, lo persegue per un certo tempo, e lo utilizza come metro per le proprie azioni. 

Non fa le cose a caso. Ma come si costituisce un ordine etico?
Non è come costruire le strade, o progettare armamenti di distruzione. Queste attività vengono svolte dall'alto. Non siamo tutti ingegneri o generali dell'esercito. O tutti fisici nucleari.
Un ordine etico invece può mai essere ordinato dall'alto? Perché io sento che la guerra è sbagliata, ma alle volte è giustificabile?
Cosa mai può giustificare una guerra?

L'etica, credo, non parte dall'alto, parte dal basso. E noi le guerre ancora oggi le giustifichiamo come eticamente giuste in casi particolari. Ma quando esistono le eccezioni, allora l'ordine con cui stiamo costruendo la nostra etica non è solida. Perché non lo è? Perché continuamente nascono eccezioni, queste comportano azioni per riequilibrare l'ordine. Sara quello precedente o un nuovo, l'importante che l'ordine sia ricomposto.  
 
#221
Citazione di: daniele22 il 19 Novembre 2024, 09:04:26 AM
 In ogni caso il mio pensiero che hai commentato così come si evince nella parte da me citata era questo: "Se l'essere umano pretende di separarsi dalla natura la spiegazione razionale è che egli è un individuo che in questo caso specifico usa ben poco la sua intelligenza."
Parafrasi: l'essere umano fa parte della natura ed è da sciocchi pensare che non possa esserlo.
Rigetto naturalmente tutto il resto del tuo discorso che poggia su quel madornale errore interpretativo.

Io non lo vedo come un errore interpretativo. Sicuramente volevi solo dire che l'essere umano fa parte della natura quindi è errato dire che non possa esserlo. Io su questo avevo gia risposto di si. Cioè che è chiaro che faccia parte della natura. 
Ma questo non vuol dire che entrambi gli enti abbiano comportamenti uguali. 

Non credo di aver interpretato male, in quanto ho utilizzato la logica. Tu hai dichiarato che un essere umano si esprima attraverso una intelligenza. Nella stessa frase però dichiari che la natura e l'uomo sono la stessa cosa. E' ovvio attribuire quindi alla natura una intelligenza. Poi ti sei sbagliato, non volevi dire questo, ma è questo ciò che è scritto. 

Però se rileggi io avevo diversi modi per risponderti. Proprio perché non pretendevo di aver intuito perfettamente il tuo pensiero.  

Per quanto riguarda i giudizi che io darei sulla natura, non mi sembrano pertinenti. Non ho espresso un giudizio. Non ho detto che la natura fa le cose sbagliate o cattive. Ho solo individuato un tipo di comportamento naturale distinto da un comportamento umano. 
Se non sei d'accordo...amen.
#222
Citazione di: Il_Dubbio il 18 Novembre 2024, 23:54:06 PMChe questo sia stato sbagliato o meno, le nostre sono state scelte. Per cui i comportamenti etici saranno altre scelte, forse continueranno ad essere sbagliate, ma si differenzieranno da ciò che non è stata una scelta.


La prosecuzione di questo ragionamento giunge alla fine, cioè a distinguere le scelte secondo un principio. Questo principio mi porta a considerare tutte le scelte fatte in base ad un ordine.
Ad esempio le montagne sono state distribuite dalla natura senza alcun ordine prestabilito. Mentre se pensiamo ai tunnel creati apposta per costruirci sotto le strade, queste invece hanno un ordine. Non c'è una scavatrice che scava tunnel a caso, ma vengono scavate solo le montagne che servono per costruire la strada. 
La stessa cosa succede per tutte le regole che abbiamo introdotto, pensiamo alle multe o alle pene in seguito a delle infrazioni o colpe gravi. Anche queste sono state ordinate seguendo il principio secondo cui la multa è piu alta se l'infrazione è ritenuta piu grave, cosi anche le pene per reati piu gravi. 
Per creare ogni cosa noi seguiamo questo principio. 

Parlando di etica, ora cosa ci serve sapere? Esiste gia un ordine etico? 

#223
Citazione di: Jacopus il 18 Novembre 2024, 22:47:34 PMA me sembra che la natura, a certe condizioni, sia più etica dell'umana specie. 

La differenza è che mentre le nostre sono delle scelte, quelle della natura non lo sono. Quando abbiamo bisogno di incolpare qualcuno lo facciamo tenendo conto di quanto abbia influito la sua consapevolezza di commettere un atto contrario all'etica (ora si parla di quello, ma possiamo generalizzare quanto si vuole). Non possiamo incolpare la natura. Non riusciremmo nemmeno a incolpare un gatto per aver mandato in frantumi un vaso. 

Prima che tu rispondessi stavo invece immaginando quanto noi abbiamo cambiato la natura ordinando le cose per le nostre esigenze. Pensavo ad esempio ai tunnel sotto le montagne, alle strade dove prima c'era il verde, alle città dove prima c'erano le foreste. 
Lo abbiamo fatto perché avevamo bisogno di stare comodi. Del resto oggi senza le strade le abitazioni, le città, internet, il riscaldamento e tutto il resto, che vita sarebbe? Abbiamo sbagliato l'approccio con la natura e sarebbe stato meglio rimanere nelle caverne? 

Io comunque sia prima ancora di capire se e quando un comportamento sia etico, devo poter stabilire cosa vuol dire un comportamento etico. I comportamenti umani sono scelte, queste sono scelte consapevoli, ovvero sono fatte per ottenere un risultato migliore, o piu giusto, o anche etico. La natura invece non ha dei comportamenti, ma segue delle regole e delle leggi. Queste leggi naturali avevano creato le montagne e le foreste. Siamo arrivati noi e abbiamo bucato le montagne e abbattuto le foreste. 
Che questo sia stato sbagliato o meno, le nostre sono state scelte. Per cui i comportamenti etici saranno altre scelte, forse continueranno ad essere sbagliate, ma si differenzieranno da ciò che non è stata una scelta. 
#224
Citazione di: Alberto Knox il 18 Novembre 2024, 21:50:14 PMSe esseri coscienti sono  il risultato della natura ,o per meglio dire,  espressione della natura che cos'è questa coscienza ...se non...a sua volta...natura?

Io sto parlando di "scelte". La natura è tante cose. Ma tentare di fare una cosa invece di un'altra è una scelta (parliamo di etica no?). La natura però non sceglie. Non ha scelto di creare i dinosauri, poi avendo visto che si era sbagliata e ha mandato giù un asteroide per distruggerli. 

Nella natura non c'è un ordine intelligente. E comunque non ho introdotto io l'argomento "intelligenza". Anche nelle scelte etiche ci si pone il dilemma di trovare risposte intelligenti. Ma l'etica si basa sull'intelligenza? Sicuramente l'etica si deve basare su un "ordine" (che la natura non ha) di cose principali e cose secondarie. Ma chi decide cosa sia principale e cosa secondario? 

La risposta che ho dato io è piuttosto asettica. La prima cosa è che noi esseri umani attraverso la coscienza creiamo l'etica e con quella stabiliamo un ordine alle cose (ora non mi interessa se sia un ordine intelligente oppure no), mentre la natura opera casualmente. Non fa "scelte". Non ha nemmeno un'etica, tanto è vero che non gli fregherebbe nulla se domani vincesse il più forte che ammazza tutti i più deboli. Anzi magari qualche cultore della teoria vagamente darwiniana della legge del più forte apprezzerebbe anche. Per fortuna non agiamo così, o per lo meno noi ci siamo dati un'etica, che continuo a sostenere essere in contrasto con la natura e le sue leggi.
#225
Citazione di: daniele22 il 18 Novembre 2024, 12:56:45 PMSe l'essere umano pretende di separarsi dalla natura la spiegazione razionale è che egli è un individuo che in questo caso specifico usa ben poco la sua intelligenza.
Giusto per fare un goccio di filosofia, non troppa, trovo insulso dire che la vita non abbia un senso, altrimenti non vedo alcun motivo per cui moltissime persone si dannino l'anima per esprimere opinioni sulla realtà o su parti di essa. Trovo cioè che la formula "la vita non ha senso" sia solo un luogo comune buono per sedicenti filosofi di mezza tacca

In questo momento sto scegliendo un modo per risponderti. Ho diverse scelte. 

In primo luogo metti nella prima frase, insieme: essere umano, natura e intelligenza. Quindi mi sembra che tu sostenga che la natura esprima una intelligenza. Oppure vuoi dire che l'intelligenza della natura si esprima attraverso l'operato dell'uomo? Ma se la natura ha bisogno dell'uomo per diventare intelligente, fino alla comparsa dell'uomo la natura come ha operato? 

In secondo luogo non ho capito da dove trai la certezza che io abbia detto che l'essere umano non abbia senso. Non mi pare stessi parlando del senso della vita. Al limite parlavo delle finalità di un comportamento etico. Un comportamento etico è un comportamento naturale? Se mi rispondi si, allora troviamo questo comportamento nella natura.

In terzo luogo pensavo di risponderti formulando la questione in questi termini: un essere intelligente dovrebbe essere naturale quanto un un essere stupido, oppure un essere stupido non è più un essere naturale? Se la natura è sempre intelligente, allora perché crea esseri stupidi?

La mia risposta a tutto questo è che la natura non opera con intelligenza. Non fa la cosa più giusta secondo un'etica (magari creando solo esseri stupidi). La natura percorre una via caotica e non ha alcuno scopo. Un giorno crea, il giorno successivo distrugge. Senza alcuna logica.

Chiaramente tu mi dirai che l'uomo è un risultato della natura. Io ti rispondo di si, ma non è stata una scelta ponderata ed intelligente della natura. Oggi tu sei a chiederti sulle scelte etiche, perché credi di dover ponderare queste secondo un "ordine" di importanza. Alla natura delle scelte che stai per fare non gliene può fregare di meno. 

se non sarai contento della mia risposta, rivolgiti alla natura... abbraccia un albero e chiedi cosa devi fare.  O:-)