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Messaggi - Ipazia

#211
Come dice la mamma ai bambini spaventati dai sogni: "sogni d'oro".
#212
Tematiche Filosofiche / Re: Il Corpo
06 Agosto 2024, 07:11:43 AM
En archè,  della scissione, en o logos. Il logos è la delizia e croce del destino antropologico, e la sua diversa applicazione genera anche le differenze "ideologiche" tra pensiero occidentale e orientale, tra pieno e vuoto, tutto e nulla, essere e non essere: metafisica.

Fino all'approdo più evoluto al concetto di unità psicosomatica: kalòs kai agathòs, mens sana in corpore sano, kamasutra, ... Sempre in dissidio con la visione spiritualista che pone l'accento sul dolore, il peccato, la corruttibilità fisica e metafisica della "carne".

Fino al delirio contemporaneo, che tatua corpi e anime decidendone ideologicamente la natura: quem Juppiter vult perdere dementat prius.

Mens insana in corpore insano. Tragico epilogo del dualismo in cui psiche e soma, incapaci di accettarsi, si distruggono a vicenda, invece che riprendere l'antica saggezza: orientale e occidentale.

Epifenomenologia individuale di un corpo sociale profondamente malato, che ha barattato la bellezza con il mostro nel labirinto. A dosi crescenti di chimica e mediatica da sballo.
#213
Concordando con iano, suggerirei anch'io un approccio più fenomenologico e meno scientisticamente pseudontologico alla realtà psichica.

Con un demone socratico che vigili beffardamente sulla spalla.
#214
Proprio perché non può esistere un senso della vita "dato", esso non può essere che "posto" e il luogo più  razionale (logico) di porlo e più soddisfacente di viverlo è la vita stessa.

Così come l'evoluzione l'ha (de)terminata, con qualche correttivo etico ed estetico che è nella nostra natura senziente e intelligente apportare.

Senza illusioni oltremondane, ma nella pienezza di ciò che la vita può offrire.

Come nell'insuperato insegnamento di Epicuro e dei suoi, più o meno riconoscenti e consapevoli, pensatori postumi.
#215
Bisognerebbe dividere in due parti uguali le tessere di un mosaico e disegnare stella a 6 punte e mezzaluna con ciascuna metà. Oppure usare un programma da pc che faccia la stessa cosa con maggiore risoluzione.
#216
Perchè le risorse sono limitate, il lavoro è duro, e l'animale sapiens ha trovato il modo di asservire i suoi simili, accaparrarsi tutte le risorse e scansare il duro lavoro.

In nome di Dio, del Re, del Padrone, del Mercato, Profitto, Nato, UE,... e di ogni altra invenzione ideologica che permetta di sottomettere ed espropriare il prossimo, con i crismi della Legge.

#217
Tematiche Spirituali / Re: Conosci te stesso!
31 Luglio 2024, 07:00:46 AM
L'autocoscienza implica lo sdoppiamento e la frammentazione del soggetto che permette l'autosservazione. Se mi fa male un dente, non curo il dito; se ho più capacità fisiche che astrattive faccio l'atleta, non il ricercatore.

Alcuni talenti si acquisiscono, ma gran parte di quelli persistenti sono forniti da mamma natura e secondariamenti dagli eventi dell'età evolutiva.

Il materiale per conoscere (bene) se stessi è ottimo e abbondante e nulla osta che lo si attui al meglio, sperimentazione dopo sperimentazione. 
#218
Tematiche Spirituali / Re: Conosci te stesso!
29 Luglio 2024, 18:18:59 PM
Conoscere se stessi, ben lungi da una narcisistica contemplazione, significa diventare coscienti delle proprie capacità e incapacità, inclinazioni e avversioni. Esercizio propedeutico ad una vita sana e felice. O quantomeno per "diventare quello che si è", come direbbe Nietzsche.
#219
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
28 Luglio 2024, 21:16:51 PM
Lo spaziotempo antropologico, come quello di ogni altro vivente, è stato deciso dall'evoluzione naturale che ha tarato i sensori, incluso il centrale, al meglio delle possibilità di sopravvivenza e al netto di ogni speculazione metafisica.

Basta una scena qualsiasi di predazione per dimostrare che quello spaziotempo non poteva essere che così,  inarrivabile alla matematica più complessa che le nostre università e IA possano calcolare e mettere in una funzione.

Il tempo biologico è quello del suo invecchiamento, lo spazio quello del suo habitat. La sua laurea la capacità di sopravvivere, come predatore e come preda. Senza neppure un teorema metafisico necessario.

La metafisica non può che inchinarsi di fronte alla sapienza della natura. Al di qua del bene e del male.
#220
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 20:44:16 PM
Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 19:47:56 PMSicuramente la cosa funziona,  a patto di rinunciare alle pretese di universalità.
Però dobbiamo coniare un nuovo termine, quello di ''verità relativa'', perchè se ciò che conta come credo sia la condivisione, è certamente  più agevole ottenerla in un ambito ristretto, purché l'operazione non si riduca a rinchiudersi in un ambito ristretto pur di salvare la verità.
Di fatto poi questa ''verità relativa'' sarebbe ciò che io chiamo prodotto della nostra interazione con la realtà, che necessariamente avviene sempre dentro un ristretto ambito.
Non è che dunque diciamo diversamente la stessa cosa?

Verità è un concetto antropologico e la adaequatio lo spiega assai bene (l'intelletto umano si adegua al mondo circostante). Non è una cosa, un ente, come metafisicamente la si vorrebbe imporre. Per cui, concordando con knox, è relativa al contesto di cui fa parte.

Se c'è un omicidio, verità (necessaria e sufficiente) è scoprire l'assassino. Dopodiché la missione è compiuta.
#221
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 19:23:20 PM
Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 18:31:25 PMPosso essere d'accordo, ma non sull' ''integralisticamente''.
Al cucciolo è sufficiente rilevare quanto basta.
Cioè, seppure esistesse una verità, basterebbe all'uso conoscerne una parte ,non foss'altro che per una questione di sostenibilità, avendo la conoscenza un costo.
Se anche conoscessimo l'intera verità non perciò spareremmo a una mosca con un cannone, solo perchè è vero che in tal modo la uccidiamo.

L'odore è una verità assoluta nel contesto citato. Una delle infinite verità assolute nei loro contesti dati. Se si ragiona in plurale e si delimita rigorosamente il contesto, le verità, di cui è costituita la scienza, svolgono la loro funzione veridicamente. 

Il plurale elimina l'empasse che congela le metafisiche dell'Uno nel discorso sulla verità, vista l'impossibilità di giungere ad un accordo tra tutte le forze e le ragioni in gioco.
#222
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 18:16:08 PM
Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 12:58:36 PMPerò il concetto di verità è formattato in tutti noi.
Perchè? Che ci sta a fare?
Di sicuro dietro ad esso non vi è  un complotto.
Quindi quale altra spiegazione possiamo trovare?

Ci sta a fare per salvarci la pelle.

E non è nemmeno "formattazione" peculiare dell'homo sedicente sapiens: un cucciolo che confondesse l'odore della madre con quello di un predatore sarebbe un cucciolo morto.

La natura insegna la verità. Per nulla apparente, ma integralisticamente e drammaticamente reale.
#223
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 10:41:53 AM
Citazione di: daniele22 il 27 Luglio 2024, 08:15:06 AM... e a scanso di equivoci, arretrando ancora nel tempo, forse, a prescindere da chi avesse il potere di imporla, l'esigenza di un'etica fonderebbe sulla comune consapevolezza dell'esistenza del dolore, una delle poche certezze della nostra sapienza

Dolore mentale causato dall'autocoscienza dell'impermanenza e fisico causato dalla nostra biologica vulnerabilità.  Il decalogo ne tiene conto in ognuno dei suoi comandamenti più o meno realisticamente fondati. Ogni trasgressione diventa un vulnus che causa dolore aggiuntivo a quello naturalmente imposto.
#224
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
26 Luglio 2024, 21:22:50 PM
Citazione di: iano il 26 Luglio 2024, 14:05:35 PML'etica dunque non viene da sè, e in particolare non nasce con l'invenzione della scrittura, a partire dalla quale possiamo solo considerarne la storia, ma se non sappiamo come è venuta, come facciamo a completare, perfezionandolo, un percorso che ci è quasi del tutto ignoto?
Di fatto voler mettere mano all'etica significa quindi rifondarla in un modo che possa risultare condivisibile.
L'unico esempio che abbiamo di cose condivisibili, cioè non tali in quanto vengano da se, come condivise di fatto, ma come risultati della ricerca lo abbiamo in campo scientifico.
Dobbiamo quindi rifondare la nuova etica  sulla scienza, o su quale altra istituzione che garantisca pari condivisibilità di risultati, posto che a ciò non è adatta la filosofia?
Possiamo caricare la scienza di ogni nostro problema, per accusarla poi che si prende carico di cose che stanno fuori della sua competenza?
Quando Ipazia parla di un etica che sorge in modo naturale, a cui pur possiamo aver dato contributi dimostrabili in quanto riscontrabili nella storia della filosofia, l'etica pur sempre resta nel dominio delle cose che ci appaiono venire da se, cioè della metafisica per come la intendo io.
la metafisica al pari dell'etica sorge dalla natura, ma non sappiamo come, ne sappiamo bene quindi come fare proseguire questo percorso, o come in alternativa eventualmente interromperlo.
A un certo punto ci appaiono evidenti le metafisiche che fondano la fisica, e potendole perciò negare, su questa negazione fondiamo la nuova fisica.
Un operazione parallela con l'etica, avendo a che fare con esseri viventi non si può fare allo stesso modo.
Dovremo quindi accettare giocoforza un etica che continui in parte a venire da sè, perchè sorge da una natura ben più complessa da quella cui la fisica fa riferimento.
Limitare solo a tal difficile compito la filosofia, rinunciando al controllo epistemico sulla fisica, come ben di Ipazia, compito più facilmente riconducibile al dominio della coscienza, significherebbe impoverirla senza motivo.
Se poi uno vuole occuparsi in modo esclusivo di etica è libero di farlo, ma senza venire adire che siccome ciò egli predilige, allora ciò equivale in modo esclusivo fare filosofia, come se dovesse giustificare la sua libera e legittima scelta.
Personalmente non mi occupo di etica, forse anche per vigliaccheria, perchè ben intravedo i pericoli che ciò comporta.
Vigliaccheria nel senso che, se dovessi veramente dire come la penso io sulla questione, mettendo al primo posto l'onestà intellettuale, direi cose che l'esperienza fatta da Galilei mi suggerisce di tacere.
Infatti ciò che possiamo dire dell'etica, in base alla breve storiografia che ne possediamo, è che essa non è più inestricabilmente legata alla fisica, per cui mi posso occupare solo di quella, del controllo epistemico richiamato da  Ipazia, senza più correre pericolo alcuno.
Non posso poi escludere che indirettamente tale lavoro non abbia  influenza sul divenire dell'etica, non avendo piena contezza del percorso col quale essa sembra giungere a noi, come fosse altro da noi, ma che riguarda invece strettamente noi, e siccome noi diveniamo dovremo rassegnarci a pari destino per l'etica.
Chi a ciò non si rassegna negherà che l'essere vivente sia libero, perchè solo così, riducendolo a materia, potrà sperare in un etica che valga come una legge fisica.
Anche l'etica ha i suoi fondamenti che sono stati codificati dalla ethos techne dei classici della filosofia greca ed in particolare da Aristotele. 

Ma ancor prima, prescindendo dal richiamo ai numi, il decalogo mosaico enumera i fondamenti etici della convivenza umana: non uccidere, non rubare, non mentire, onora chi ti ha messo al mondo, non stuprare ( in declinazione patriarcale).

La "teoria del comportamento", etica, sempre da lì riparte per tenere in piedi qualsiasi forma di convivenza civile. Lo fa anche senza i numi, che complicano inutilmente la questione. E senza necessità di arcane "leggi morali dentro di me".
#225
Citazione di: PhyroSphera il 25 Luglio 2024, 08:59:55 AMLe autentiche teocrazie cristiane non si fondano sul 'regno di questo mondo'.
Il confinamento della religione nell'àmbito privato fu del Secolo dei Lumi, non della Rivoluzione d'Ottobre in Russia. Le istanze positive di questo evento erano sindacali, l'attenzione era sul lavoro non sulle regole generali. Ma i poteri che prevalsero non avevano lo scopo di risolvere la questione operaia ma di costruire uno Stato totalitario ove comandasse la massa dei cittadini secondo la guida della materia. Una follia, perché senza valutare le disposizioni interiori non si può fare nessuna società, civiltà, politica.
L'appello della fede a Dio era una sveglia nel grande intontimento generale, non uno strumento alienante.

Mauro Pastore
La materia non guida mai nessuno. Basta leggere il giovane Marx per comprendere che quello che si spaccia per materia (divina o terrena, teologica o economica) è solo un bieco espediente umano per esercitare il dominio su altri umani.

Cosa contro cui si attua, al netto delle porcherie passate in giudicato storico, la rivoluzione comunista. Intrinsecamente umanistica. Chi rilegge il giovane Marx, incluso il Manifesto, con onestà intellettuale, non può che prenderne atto.